Scavi di Pompei. Per Natale i visitatori hanno trovato tre “doni”: restituiti il piccolo Lupanare, la casa di Obellio Firmo e la casa di Marco Lucrezio Frontone grazie agli interventi programmati dal Grande Progetto Pompei

Il grande atrio della casa di M. Obellio Firmo restituita per le festività natalizie ai visitatori degli scavi di Pompei

Il grande atrio della casa di M. Obellio Firmo restituita per le festività natalizie ai visitatori degli scavi di Pompei

Erotismo e lusso a Pompei nel 79 d.C nei 50mila mq restituiti ai turisti: il piccolo Lupanare, la casa di Obellio Firmo, la casa di Marco Lucrezio Frontone e, in più, lo scavo inedito di un ambiente totalmente occultato dal terreno sono i “doni” di Natale degli Scavi di Pompei ai visitatori del sito archeologico. Sessanta milioni di euro spesi, altri 40 milioni da impiegare. I fondi europei per i restauri del Grande progetto Pompei sono ancora in gran parte non spesi, ma il volto della città antica è già completamente cambiato come hanno sottolineato il direttore della soprintendenza speciale di Pompei, Massimo Osanna, e il direttore generale del Grande Progetto Pompei, gen. Luigi Curatoli, nel presentare la vastissima area di 50mila metri quadrati liberata da ponteggi, puntellamenti, vecchi residui di materiali inidonei che rendevano non percorribile le Regio V e IX. È terminato, infatti, il lavoro di messa in sicurezza della Regio V e IX previsti dal Grande Progetto Pompei. Un’imponente  opera di restauro che ha interessato le murature (integrazione di lacune e mancanze, stilatura dei giunti, revisione delle creste murarie, manutenzione o sostituzione di piattabande), gli apparati decorativi (pulizia, consolidamento, piccole integrazioni, sostituzione di materiali non idonei di vecchi restauri), oltre a prevedere interventi su strade e marciapiedi, cancelli e coperture, consentendo anche di conoscere e documentare dettagli finora ignoti delle aree interessate. Gli interventi strutturali sulle murature più compromesse hanno finalmente resi accessibili gli edifici del piccolo lupanare (Regio IX, insula 5, civico16), custode di un’altra serie di affreschi erotici in uno degli ambienti, la maestosa Casa di Obellio Firmo ( Regio IX insula 14 civico 4) aperta sul decumano di via di Nola e la casa di Marco Lucrezio Frontone (Regio V) completata con il restauro dell’ambiente triclinare, con lo splendido affresco che raffigura l’uccisione di Neottolemo da parte di Oreste.

Il gigantesco forziere in bronzo e ferro che M. Obellio Firmo teneva nell'atrio di ingresso della sua domus

Il gigantesco forziere in bronzo e ferro che M. Obellio Firmo teneva nell’atrio di ingresso della sua domus

Un gigantesco forziere in bronzo e ferro, sfondato dai lapilli dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. accoglie i visitatori all’ingresso della casa di Obellio Firmo, aperta nel sito archeologico di Pompei al termine del restauro. Cinque persone, delle quali sono stati trovati gli scheletri, tentarono di ripararsi all’ingresso del secondo atrio di questa Domus abitata da una famiglia aristocratica che mostrava la propria potenza economica esponendo all’ingresso una imponente cassaforte tra quattro colonne visibili dalla strada. La domus di M. Obellio Firmo è tra le più grandi e articolate di Pompei: il nome del proprietario, al momento dell’eruzione del Vesuvio, appunto Obellio Firmo, era scritto nell’angolo Nord Ovest del peristilio. La casa aveva due ingressi: il più importante, chiuso da un portone, era quello sul civico 4 di via di Nola, con un monumentale atrio a quattro colonne in tufo di più di 7 metri di altezza. Qui, visibile anche dalla strada, a ribadire lo status sociale della famiglia, c’era un cartibulum (tavolo)  in marmo a sostenere una statuetta. Un atrio secondario era destinato all’accoglienza dei clientes con sedili in muratura. È qui che sono stati trovati gli scheletri di cinque persone in cerca di un riparo durante l’eruzione. Su questo atrio gravitavano anche gli ambienti privati della casa, con la cucina e il quartiere termale tra i più antichi di Pompei.

La domus di Marco Lucrezio Frontone dalle preziose decorazioni

La domus di Marco Lucrezio Frontone dalle preziose decorazioni

Con le festività natalizie è stata aperta anche un’altra sontuosa dimora: la casa di Marco Lucrezio Frontone, identificata grazie alle iscrizioni elettorali rinvenute durante gli scavi. Lucrezio Frontone aveva infatti intrapreso una brillante carriera politica, candidandosi alle principali cariche pubbliche della città. In uno dei tre soggiorni di questa domus furono trovati i resti di cinque adulti e tre bambini morti in seguito dell’eruzione del Vesuvio. All’interno di questa casa, un gioiello per le decorazioni di notevole qualità nonostante le limitate dimensioni (460 mq), si può ammirare l’elegante parete a fondo nero e quadretti del tablino raffiguranti immaginarie ville marittime che affiancano i quadri principali: quello con il trionfo di Bacco e Arianna, e quello con gli amori di Venere e Marte. E poi, in un piccolo cubicolo, amorini in volo su un fondo giallo ocra e contorni di scene moraleggianti in cui si riconoscono Narciso e Perona, rappresentata mentre allatta il vecchio padre Micone per salvarlo dalla morte a cui era stato condannato. Triste pudore fuso con pietà è la traduzione del distico dipinto nell’angolo superiore della composizione per celebrare l’amore filiale proposto dal mito. I padroni di casa hanno ritratto i volti dei propri figli ai lati dell’ingresso di questo interessante cubicolo che probabilmente era la stanza dei ragazzi. Forse sono i volti di quei bambini trovati morti. La stanza della padrona di casa (domina) è decorata dall’affresco di Arianna che porge il filo a Teseo in una scena della toilette di Venere. Sulle pareti del giardino è ancora visibile l’affresco con scene di caccia (leoni, pantere e orsi, tori, buoi e cavalli). Al termine dei lavori di messa in sicurezza è stato restituito alla vista dei turisti il grande triclinio in cui campeggia il quadro in cui Neottolemo viene ucciso da Oreste davanti al tempio di Apollo a Delfi. La parte posteriore della casa è occupata dagli ambienti di servizio, con cucina e latrina, dal viridario e da un portico con tre colonne su cui si affacciano diversi ambienti di soggiorno. È qui che sono stati trovati gli scheletri di cinque adulti e tre bambini schiacciati dal crollo del tetto durante l’eruzione del 79 d.C.

Gli affreschi erotici del Piccolo Lupanare di Pompei o "Lupanariello"

Gli affreschi erotici del Piccolo Lupanare di Pompei o “Lupanariello”

La terza novità delle festività natalizie per i visitatori è il Piccolo Lupanare (“Lupanariello”) restaurato all’interno di una struttura che era, probabilmente, un luogo di ristorazione in cui veniva esercitata la prostituzione. Quattro affreschi erotici rivelano la natura degli incontri che si tenevano in quel locale, del quale era stata murata la finestra per garantire la privacy ai clienti. Inedito, infine, lo scavo emerso dalla pulizia effettuata dagli archeologi nella Regio IX, insula 3, utilizzata già dai pompeiani come una sorta di “discarica” di materiali di costruzione. Così la trovò Giuseppe Fiorelli e la lasciò durante i suoi scavi a metà del 1800. Oggi, grazie ai restauri del Grande Progetto Pompei, è riportato alla luce il pavimento in signinum di una dimora probabilmente abbandonata a seguito del terremoto del 62 d.C. Nei pressi, è stato portato alla luce un antico panificio (pistrinum) con una parte della macina, edificio poi trasformato in una tintoria (fullonica), con vasca e annesso lavatoio. Una bomba nel 1943 semidistrusse il pavimento in basoli della strada. Gli archeologi del Grande Progetto Pompei hanno risistemato la pavimentazione originaria di questa parte del sito.

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3 risposte a “Scavi di Pompei. Per Natale i visitatori hanno trovato tre “doni”: restituiti il piccolo Lupanare, la casa di Obellio Firmo e la casa di Marco Lucrezio Frontone grazie agli interventi programmati dal Grande Progetto Pompei”

  1. Italina Bacciga dice :

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