Verona romana. Boom di visitatori al nuovo museo Archeologico al Teatro romano un balcone sulla città. Iniziamo la visita guidata del primo piano: dalla città romana alle necropoli ai grandi monumenti pubblici: l’Arco dei Gavi, l’Arena, il Teatro

L’eccezionale panorama sulla città di Verona che si gode dal rinnovato museo Archeologico al Teatro Romano di Verona
Boom di visitatori al rinnovato museo Archeologico al teatro Romano di Verona: dal 28 maggio, giorno dell’inaugurazione, al 30 giugno sono stati più di 20mila. “Dopo tre anni di chiusura per i lavori di restauro e ampliamento, è stato un vero successo”, dichiara il sindaco Flavio Tosi, “grazie anche alla tariffa promozionale di 1 euro che l’amministrazione comunale ha scelto di applicare per festeggiare la restituzione al pubblico di questo storico museo. Un dato importante, questo degli ingressi, in poco più di un mese dalla riapertura e in un periodo ancora non pienamente turistico: moltissimi infatti sono stati i veronesi che hanno potuto scoprire o riscoprire uno spazio espositivo collocato in un contesto straordinario, che lo rende davvero unico”. Ora il complesso museale, dopo articolati lavori di riqualificazione con fondi POR della Regione del Veneto e con il contributo di Fondazione Cariverona, si presenta significativamente ampliato negli spazi espositivi (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/05/25/verona-il-28-maggio-riapre-il-museo-archeologico-al-teatro-romano-totalmente-rinnovato-e-ampliato-nuovi-reperti-e-una-vista-privilegiata-sulla-citta/). L’edificio del museo sorge sul fianco del colle di San Pietro a picco sopra il Teatro Romano. Tale collocazione è un elemento fondamentale ed eccezionale della visita: lo splendido panorama del teatro e della città dall’alto consente infatti di porre immediatamente in relazione quanto esposto con il contesto esterno. La direttrice Margherita Bolla conferma che il successo del nuovo museo Archeologico al Teatro Romano è attestato anche dalle note lasciate dai visitatori nel libro delle firme e dalle manifestazioni di gradimento comunicate al personale presente nel museo. Il Museo si pone dunque come una delle mete imperdibili a Verona anche per i cittadini più piccoli, che qui potranno divertirsi durante le tappe previste dal Summer Camp dell’estate 2016 organizzato nei diversi Musei Civici e rivolto a bambini delle scuole primarie (Visite guidate, segreteria didattica e summer camp dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16 tel. +39 045 8036353 – fax +39 045 597140 segreteriadidattica@comune.verona.it).

Il rinascimentale palazzetto Fontana ingresso ufficiale al Teatro Romano e al museo archeologico di Verona
Per chi non ha ancora avuto modo di scoprire i tesori della Verona romana, ecco una piccola visita guidata al nuovo museo Archeologico al Teatro Romano di Verona. Si accede dal rinascimentale palazzetto Fontana sorto sulla struttura scenica del teatro. L’edificio, interamente restaurato, prevede due piani dedicati alla didattica con un allestimento che permette anche attività di laboratorio per le scolaresche. Una volta usciti da palazzo Fontana si apre davanti a noi il teatro romano dominato dai bastioni dell’ex convento dei Gesuati, ora sede del museo a strapiombo sulla cavea romana. Sulla destra la chiesetta dei santi Siro e Libera (X-XIV sec.). Saliti gli spalti del teatro romano, si può scegliere di raggiungere le sale espositive con un ascensore o con una panoramica scalinata che costeggia il teatro. Il consiglio è di procedere con l’ascensore e utilizzare le scale per l’uscita. Il percorso museale attraversa tre piani espositivi. Il primo, situato al quinto livello dell’ex convento, è uno spazio quadrato che si affaccia sul chiostro dei Gesuati; il secondo corrisponde al piano sottostante, quello del chiostro, e si compone del nuovo cortile coperto, dell’ex-refettorio e di una serie di stanze minori tra cui tre celle monastiche; il terzo, ancora inferiore, è costituito dalla sala delle iscrizioni (già portineria del convento).

Il chiostro dell’ex convento dei Gesuati attorno al quale si sviluppa il rinnovato museo Archeologico al Teatro romano
La struttura del complesso permette percorsi differenti, ma quello privilegiato inizia dal piano superiore del convento, con una sintetica introduzione alla Verona romana e alle residenze che vi si trovavano, spesso dotate di arredi lussuosi, come la pregiata fontanella in marmo ornata da teste di Tritoni. I visitatori sono via via condotti nella quotidianità della Verona di due millenni orsono. Apre la sezione “Abitare a Verona” con le testimonianze delle residenze private che si svilupparono in città nei primi secoli dell’età imperiale: qui ci sono gli arredi, a volte di grande raffinatezza; mentre i pavimenti a mosaico sono esposti al piano inferiore, nella chiesetta di San Gerolamo e nel refettorio. Segue la sezione dedicata alle “Necropoli”, scoperte al di fuori delle mura di Verona, lungo le vie consolari. “I più abbienti”, ricorda il direttore Margherita Bolla, “acquistavano le aree meglio visibili dalla strada e costruivano monumenti di varie dimensioni e forme, indicando i nomi dei defunti e dei proprietari su lastre di pietra” che, nel nuovo museo, hanno trovato posto nel chiostro e nella grande terrazza. Il rito di cremazione era quello più diffuso nel Veronese dal I secolo alla metà circa del III secolo d.C. Particolarmente interessante è la cosiddetta tomba del medico, rinvenuta in via Paradiso, l’attuale via G. Trezza. “Era una costruzione a pianta rettangolare in laterizi, con una nicchia su ogni lato”, spiega Bolla. “Purtroppo il corredo è probabilmente incompleto perché la tomba era stata violata in antico. Comunque la qualità e la quantità degli oggetti rimasti indicano il buon livello economico della famiglia, probabilmente derivato proprio dall’esercizio della medicina. Ma è un segnale di ricchezza anche la presenza di materiale di importazione, come l’ambra del Baltico che attraverso l’Ungheria raggiungeva Aquileia dove veniva lavorata e venduta nel Nord Italia”.
Nella successiva sezione, “Gli edifici pubblici”, si tocca con mano la monumentalità di Verona. Uno storico plastico, realizzato in scala 1:10 dall’intagliatore Luigi Sughi, nel 1813, sulla base dei disegni di ricomposizione dell’arco, ormai demolito, e dei rilievi grafici dei blocchi superstiti, eseguiti da Giuseppe Barbieri, ci introduce alla conoscenza dell’Arco dei Gavi. Il monumento fu costruito dall’architetto Lucius Vitruvius Cerdo, nella prima metà del I sec. d.C. sulla via Postumia, in asse con l’attuale corso Castelvecchio, oltre 500 metri fuori dalla città che iniziava a Porta Borsari. A commissionare l’arco fu la potente famiglia dei Gavi, celebrata con iscrizioni e statue (perdute) poste nelle nicchie. L’arco, che ebbe grande fama nel Rinascimento, fu demolito nel 1805 sotto il dominio francese, perché d’intralcio alla circolazione, e ricostruito solo nel 1932, dove lo ammiriamo oggi, a fianco di Castelvecchio, poco distante dal sito originale.
Un altro plastico “storico” annuncia la sezione dedicata all’anfiteatro romano, “L’Arena”, tra i maggiori in Italia per dimensioni, costruito nel I sec. d.C. fuori dalle mura della città e destinato a combattimenti tra gladiatori e cacce ad animali feroci o esotici. “L’anfiteatro, realizzato con calcare bianco e rosato della Valpolicella, laterizi, ciottoli di fiume e schegge in tufo”, ricorda la direttrice, “è composto dall’arena ellittica al centro e dalle gradinate che poggiano su serie di ambienti a volta”. Sulla grande terrazza del museo, che incontreremo più avanti, sono conservate colonne forse del porticato che coronava le gradinate, e un’iscrizione di Licinia. Qui invece è esposto quel poco che è rimasto delle sculture che ornavano l’anfiteatro: alcune avevano funzione onoraria, altre ricordavano i giochi (come un pugile in bronzo e un gladiatore in tufo; altre statue ancora avevano funzione decorativa o religiosa, come la testa femminile che potrebbe rappresentare Diana, dea della caccia venerata negli anfiteatri.
Completa la sezione dedicata agli edifici pubblici la presentazione de “Il Teatro romano” nei suoi vari aspetti: la struttura architettonica, i documenti sugli spettacoli e i reperti dagli scavi, le sculture che celebravano personaggi eminenti; poi la grande varietà di raffinate sculture decorative, destinate in parte alla sospensione in parte a integrare l’architettura. Progettato poco dopo la fondazione di Verona (quindi dopo la metà del I sec. a.C.) e realizzato in età augustea, il grande complesso del teatro occupava tutto il colle di San Pietro con una serie di terrazze e si collegava sulla sommità del colle con un tempio di cui non conosciamo la dedica. Dopo il suo abbandono, numerosi edifici civili e religiosi furono costruiti sopra le rovine del teatro di cui però non si perse mai la memoria.
Conclude il percorso al piano superiore una sezione dedicata al santuario di Iside e Serapide, luogo di culto situato nella zona del complesso teatrale dove erano venerate le due divinità di origine egizia insieme al figlio Arpocrate, la versione greco-romana di Horus. Nel santuario, attivo soprattutto dal II sec. d.C., vennero collocati diversi altari votivi. “Negli scavi effettuati nel teatro”, ricorda Bolla, “sono venuti alla luce diverse sculture in pietre originarie dell’Egitto e in marmo bianco”. Abbiamo così completato il quinto livello dell’ex convento dei Gesuati, e primo piano del percorso del nuovo museo Archeologico al Teatro romano di Verona. La visita guidata continua in un prossimo post.
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- luglio 19, 2016 -
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