Sei mesi di apertura e già un record frantumato per il Nuovo museo Egizio di Torino: oltre mezzo milione di visitatori affascinati dalla civiltà dei faraoni, in un percorso di oltre 4mila anni di storia dal predinastico al periodo romano
Il 1° ottobre il “nuovo” museo Egizio ha tagliato il traguardo dei sei mesi dall’inaugurazione con un record già frantumato: il mezzo milione di visitatori toccato lo scorso 9 settembre. Un record di presenze per la collezione torinese che segna un incremento del 40% in più rispetto all’anno precedente. Per festeggiare questo importante risultato la presidente, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco hanno riservato un’accoglienza speciale al fortunato visitatore numero 500.000, salutato da un biglietto formato extralarge e premiato con un Abbonamento Musei che consentirà al premiato di entrare gratuitamente all’Egizio e in tutti i Musei di Torino e del Piemonte per tutto il 2015. “Raggiungere i 500.000 visitatori in pochi mesi dall’apertura”, sottolinea soddisfatta Christillin, “è la conferma di quanto investire nella cultura, e credere in un progetto importante come è stato quello del Nuovo Egizio, sia una scelta vincente. Siamo ancora più soddisfatti poiché questo risultato si inscrive in una politica museale nazionale che sempre più ha scelto di credere e investire nella cultura e nella valorizzazione del nostro patrimonio. È il pubblico con la sua presenza sempre più numerosa ad aver premiato il museo Egizio e oggi noi restituiamo simbolicamente l’affetto dimostratoci omaggiando un nostro visitatore di uno speciale abbonamento”. Anche il direttore Christian Greco si dice “soddisfatto per questo importante traguardo e ancor più contento che il visitatore premiato sia un piccolo appassionato della storia egizia. Il museo ha da sempre una particolare attenzione verso il suo pubblico più giovane e la conferma arriva dal grande interesse che Massimo dimostra verso le nostre collezioni. Accanto al grande risultato di pubblico continua senza sosta il dietro le quinte del museo: lo staff scientifico lavora a pieno ritmo su importanti progetti di ricerca che vedono il museo Egizio proiettato in una dimensione sempre più internazionale”.
Il fortunato visitatore è Massimo Morato: nove anni e una grande passione per l’Egitto. Massimo ha trovato nelle rinnovate sale del museo il luogo ideale per soddisfare le sue curiosità e lasciarsi affascinare dagli oltre 3000 oggetti esposti che – attraverso un percorso cronologico che dal 4000 a.C. arriva sino al 700 d.C. – illuminano la civiltà egizia e regalano al visitatore un affascinante viaggio nel tempo. E allora ripercorriamo velocemente le sale del Nuovo Egizio. Quattro piani per attraversare oltre quattromila anni di storia dell’antico Egitto. Il percorso museale è stato realizzato sul progetto scientifico elaborato dal direttore, Christian Greco e da otto curatori con differenti specializzazioni. La duplice natura delle collezioni torinesi, in parte antiquarie e in parte archeologiche, è raccontata dalle sale sulla storia del museo, che apre la visita dai sotterranei, e risponde alla frequente domanda: perché un museo egizio a Torino? Quindi attraverso alcune rampe di scale mobili che accompagnano il percorso del fiume Nilo, dalle sorgenti al delta, realizzato sulla parete da Dante Ferretti, si sale al terzo piano da dove inizia la visita vera e propria. Il percorso è in discesa: dal predinastico al periodo romano, attraverso l’Antico Regno, il Medio Regno, il Nuovo Regno, i periodi intermedi e quello ellenistico. Al secondo piano è stata allestita la Galleria dei Sarcofagi che ospita alcuni dei più bei sarcofagi del Terzo periodo intermedio e dell’epoca tarda (1100-600 a.C.) molti dei quali restaurati al Centro di restauro della Venaria Reale con il contributo de Gli Scarabei, associazione dei sostenitori del museo. L’allestimento, moderno e con ampi spazi, si avvale anche di tecnologia avanzata. Ci sono infatti ricostruzioni virtuali di alcuni contesti archeologici realizzate nell’ambito della collaborazione scientifica tra museo egizio e Istituto Ibam del Cnr. I visitatori possono così vivere l’esperienza della scoperta grazie a video 3D che, basandosi su preziosi documenti di scavo e fotografie d’epoca, ridanno vita alla tomba di Kha, alla tomba di Nefertari e alla cappella di Maia, tutte e tre scoperte da Ernesto Schiapparelli, tra i primi direttori di questo museo, agli inizi del ‘900. Le videoguide sono disponibili in sei lingue e i testi in sala sono tradotti non solo in inglese, ma anche in arabo per sottolineare lo stretto legame con la terra da cui le collezioni dell’Egizio provengono.
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- ottobre 4, 2015 -
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