Piazza Armerina (En). A Palazzo Trigona la conferenza “Progetto Sofiana. Aggiornamenti delle ricerche in corso e presentazione di HeriSof (Heritage data of Sofiana)”, e l’anticipazione del libro del prof. Vaccaro dedicato al Progetto Sofiana di prossima uscita
Martedì 9 dicembre 2025, alle 15.30, a Palazzo Trigona a Piazza Armerina (En), la conferenza “Progetto Sofiana. Aggiornamenti delle ricerche in corso e presentazione di HeriSof (Heritage data of Sofiana)”, un appuntamento pensato per condividere gli sviluppi delle ricerche in corso e presentare HeriSof, il nuovo progetto dedicato alla valorizzazione e alla rilettura dei materiali provenienti dagli scavi condotti tra il 1951 e il 2001. Durante l’incontro sarà inoltre anticipata la prossima uscita del libro dedicato al Progetto Sofiana, a cura del prof. Emanuele Vaccaro. Intervengono: Carmelo Nicotra, direttore del parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale; Emanuele Vaccaro, direttore scientifico del progetto Sofiana, professore associato di Archeologia classica dell’università di Trento; Paolo Chistè, responsabile TeFaLab dell’università di Trento; Marco Sfacteria, coordinatore sul campo a Sofiana, ricercatore di Topografia antica all’università di Messina; Viviana Spinella, coordinatore sul campo a Sofiana, assegnista di ricerca in Archeologia classica all’università di Trento.

Progetto Sofiana: il team di scavo della campagna 2025 dell’università di Trento e Messina con il parco archeologico di Morgantina e la villa romana del Casale di Piazza Armerina (foto labaaf)
Ad agosto 2025 è iniziata la nuova campagna di scavi archeologici presso Sofiana (Mazzarino, Cl), un sito di straordinaria ricchezza storica e archeologica che racconta la presenza ellenistica, romana, bizantina, araba e normanna. Lo scavo nasce da una collaborazione scientifica tra le università di Trento e Messina e il parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. La direzione scientifica è affidata al prof. Emanuele Vaccaro, con il coordinamento sul campo di Marco Sfatteria (UniMe) e Viviana Spinella (UniTn). Quest’anno le ricerche si sono concentrate in tre aree principali: le terme di età costantiniana – utilizzate fino al Medioevo, già indagate negli anni ’50-’60 da Dinu Adameșteanu. Le indagini si focalizzeranno su un ambiente rimasto sigillato dal crollo e sull’impianto termale del IV secolo d.C.; la zona a sud del sacello augusteo – frequentata fino all’età medio-imperiale. Qui saranno esplorati ambienti di età romana, di funzione ancora incerta, forse collegati a un complesso termale di prima età imperiale; l’area settentrionale del sito – in corrispondenza del grande muro pomeriale dell’insediamento. In questo settore, già indagato lo scorso anno, è emersa una sequenza stratigrafica che va dall’età augustea al II secolo d.C. Alla campagna partecipano studenti delle università di Trento e Messina, insieme a dottorandi, assegnisti, volontari e con il prezioso contributo del Gruppo Archeologico Litterio Villari di Piazza Armerina.
Mazzarino (Cl). “Open Day a Sofiana”: gli archeologi delle università di Trento e Messina illustrano al pubblico i dati e le scoperte della campagna di scavo 2025
“Open Day a Sofiana”. Il 2 settembre 2025, alle 18, al sito archeologico di Sofiana di Mazzarino (Cl), incontro dedicato ai risultati della campagna di scavo 2025. Gli archeologi delle università di Trento e Messina condivideranno con il pubblico i dati e le scoperte più recenti. Un’occasione per conoscere da vicino la ricerca sul campo e i suoi sviluppi. Per raggiungere il sito https://maps.app.goo.gl/PSYqunsKn8RQs3nu8?g_st=ipc. Il sito di straordinaria ricchezza storica e archeologica racconta la presenza ellenistica, romana, bizantina, araba e normanna.
Lo scavo nasce da una collaborazione scientifica tra le università di Trento e Messina e il parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. La direzione scientifica è affidata al prof. Emanuele Vaccaro, con il coordinamento sul campo del dott. Marco Sfatteria (UniMe) e della dott.ssa Viviana Spinella (UniTn). Quest’anno le ricerche si sono concentrate in tre aree principali: 1. le terme di età costantiniana – utilizzate fino al Medioevo, già indagate negli anni ’50-’60 da Dinu Adameșteanu. Le indagini si focalizzeranno su un ambiente rimasto sigillato dal crollo e sull’impianto termale del IV secolo d.C. 2. La zona a sud del sacello augusteo – frequentata fino all’età medio-imperiale. Qui saranno esplorati ambienti di età romana, di funzione ancora incerta, forse collegati a un complesso termale di prima età imperiale. 3. L’area settentrionale del sito – in corrispondenza del grande muro pomeriale dell’insediamento. In questo settore, già indagato lo scorso anno, è emersa una sequenza stratigrafica che va dall’età augustea al II secolo d.C.
Mazzarino (Cl). Aperta la campagna di scavi archeologici a Sofiana, sito che racconta la presenza ellenistica, romana, bizantina, araba e normanna, diretto da Emanuele Vaccaro con Marco Sfatteria (UniMe) e Viviana Spinella (UniTn)

Il team di scavo a Sofiana (Mazzarino, Cl) della missione archeologica delle universuità di Messina e Trento (foto labaaf)
È ufficialmente iniziata la nuova campagna di scavi archeologici a Sofiana (Mazzarino, CL), un sito di straordinaria ricchezza storica e archeologica che racconta la presenza ellenistica, romana, bizantina, araba e normanna. Lo scavo nasce da una collaborazione scientifica tra le università di Trento e Messina e il parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. La direzione scientifica è affidata al prof. Emanuele Vaccaro, con il coordinamento sul campo del dott. Marco Sfatteria (UniMe) e della dott.ssa Viviana Spinella (UniTn). Alla campagna partecipano studenti delle università di Trento e Messina, insieme a dottorandi, assegnisti, volontari e con il prezioso contributo del Gruppo Archeologico Litterio Villari di Piazza Armerina.
Quest’anno le ricerche si concentrano in tre aree principali: 1. Le terme di età costantiniana – utilizzate fino al Medioevo, già indagate negli anni ’50-’60 da Dinu Adameșteanu. Le indagini si focalizzeranno su un ambiente rimasto sigillato dal crollo e sull’impianto termale del IV secolo d.C. 2. La zona a sud del sacello augusteo – frequentata fino all’età medio-imperiale. Qui saranno esplorati ambienti di età romana, di funzione ancora incerta, forse collegati a un complesso termale di prima età imperiale. 3. L’area settentrionale del sito – in corrispondenza del grande muro pomeriale dell’insediamento. In questo settore, già indagato lo scorso anno, è emersa una sequenza stratigrafica che va dall’età augustea al II secolo d.C.
Trento. Open day al sito archeologico del Doss Penede a Nago-Torbole: visita guidata dal prof. Emanuele Vaccaro, direttore scientifico dello scavo, e dal suo team
Lunedì 21 Luglio 2025, open day al sito archeologico del Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) dove scava un team dell’università di Trento, diretto dal prof. Emanuele Vaccaro. Ritrovo alle 17.30 all’ingresso al parco del Doss Penede. Tutti gli interessati potranno vedere i risultati della campagna in corso sull’insediamento protostorico e romano e sentire il racconto degli archeologi e degli specialisti impegnati nella ricerca. La partecipazione è gratuita e non è richiesta alcuna iscrizione. Saranno organizzati dei piccoli gruppi, ciascuno dei quali avrà un membro del team come guida, a cominciare dal prof. Vaccaro. Sarà anche possibile visionare una parte dei reperti emersi nel corso della campagna 2025 e, in particolare, sigillate, anfore e ceramiche comuni che molto ci dicono sui costumi alimentari della comunità romana e sul sistema degli scambi in cui il sito era ben inserito.
Campagna 2025. Gli scavi di Area 11000, posta nella parte meridionale del ripiano allungato che attraversa il Doss Penede, stanno procedendo a pieni ritmi. Un nuovo ambiente messo in luce nei giorni scorsi sta restituendo notevoli quantitativi di ceramica databile alla media età imperiale. Una fossa utilizzata per lo spegnimento della calce è stata tagliata da una buca circolare, forse riferibile ad attività di cantiere. Dal suo riempimento provengono frammenti di ceramica da fuoco, con almeno il profilo di un’olla largamente ricostruibile, e anfore, prevalentemente di area medio e alto-adriatica.
Firenze. A tourismA 2025 la cerimonia del premio “Fondazione Sebastiano Tusa” per le ricerche nel Mediterraneo, consegnato dalla presidente Valeria Li Vigni al prof. Giorgio Ieranò dell’università di Trento

tourismA 2025, cerimonia di consegna del premio “Fondazione Sebastiano Tusa” per le ricerche nel Mediterraneo conferito al prof. Ieranò: da sinistra, Piero Pruneti, Valeria Li Vigni, Giorgio Ieranò (foto graziano tavan)
Il premio “Fondazione Sebastiano Tusa” 2025 per le ricerche nel Mediterraneo è stato conferito al prof. Giorgio Ieranò dell’università di Trento. La cerimonia di consegna sabato 22 febbraio 2025 a tourismA, nell’auditorium del Palazzo dei Congressi con Valeria Li Vigni, presidente Fondazione Sebastiano Tusa, che ha letto la motivazione.
Motivazione. “Prof. Giorgio Ieranò, esperto di letteratura greca, saggista, giornalista e comunicatore culturale per grandi case editrici, la sua ricerca spazia dal teatro alla mitologia. Con i suoi libri ha raccontato brillantemente il mondo antico con un linguaggio arguto ed efficace, permettendo al grande pubblico di avvicinarsi al mondo greco e magico del mito. In assonanza con le tematiche sviluppate dalla Fondazione Tusa ci accomuna l’amore e la ricerca nel Mediterraneo, tanto caro a Sebastiano, nel quale navigò come un novello Ulisse”.
“Sebastiano Tusa”, commenta il prof. Ieranò appena ricevuto il premio, “è stato promotore organizzatore di cultura, un amministratore che ha anche fatto tanto per diffondere l’idea della tutela e della promozione dei beni culturali e della loro fruizione per un pubblico il più possibile vasto. Amava il Mediterraneo e si rendeva conto della ricchezza dei tesori che c’erano in quel mare, e di come le storie passavano, venendo testimoniate dai reperti archeologici che si inabissavano e raccontavano di queste navigazioni ardite e perigliose attraverso il mare. Quindi per me è davvero un grande onore. Ringrazio moltissimo la Fondazione Sebastiano Tusa, ringrazio Valeria Li Vigni, e naturalmente Piero Pruneti per aver organizzato anche questo contesto meraviglioso”.
Vicenza. Al museo Naturalistico Archeologico al via la mini-rassegna “Giovani archeologi raccontano”: due dottorandi presentano i loro progetti di dottorato e illustrano materiali del museo utilizzati per le loro ricerche

Al via al museo Naturalistico Archeologico la mini-rassegna “Giovani archeologi raccontano” promossa da musei civici Vicenza, università di Trento, università di Ferrara, Amici dei Musei Vicenza, Gruppo Archeologico CRT. Infatti grazie alla collaborazione con i musei civici Vicenza, l’università di Trento, l’università di Ferrara e gli Amici dei Musei Vicenza sono state organizzate, a gennaio 2025, due conferenze aperte al pubblico nelle quali due dottorandi presenteranno i loro progetti di dottorato e illustreranno anche come siano stati utili per le loro ricerche i materiali presenti nel museo Naturalistico Archeologico di Vicenza. Si inizia giovedì 9 gennaio 2025, alle 18, con Marika Ciela (dottoranda università di Trento) su “Sotto un’altra lente. Raccontare le comunità neolitiche del Veneto Occidentale attraverso lo studio delle ceramiche”. Quindi martedì 28 gennaio 2025, alle 18, con Marzio Cecchetti (dottorando università di Ferrara) su “In Altopiano sessant’anni dopo. La riscoperta del sito paleolitico di Riparo Battaglia e la frequentazione preistorica dell’Altopiano di Asiago”.
Nago-Torbole (Tn). Il prof. Vaccaro (università di Trento) fa il bilancio della VI campagna di scavo (estate-autunno 2024) nel sito di Doss Penede (dall’età del Bronzo al tardo-antico), in affaccio sul Garda, lungo l’antica strada romana che collegava Trento al lago, pronto per diventare parco archeologico

Il sito archeologico di Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) (foto labaaf)
Penede è uno sperone roccioso che domina la parte settentrionale del lago di Garda, toccato dall’antica strada romana che collegava Trento a Torbole, sul lago, e che fu di fondamentale importanza anche in epoca tardo-antica e in epoca medievale. Qui su un sito già frequentato prima dai galli e poi dai romani, sorse di Castel Penede che per cinque secoli, dal Basso Medioevo agli inizi del 1700, fu simbolo di potere e importante baluardo difensivo della regione. Qui da sei anni il Doss Penede è interessato da una campagna di scavi che, anno dopo anno, sta facendo riaffiorare tracce di storia straordinaria: dall’età del Bronzo a quella del Ferro per arrivare all’epoca romana. Qui, grazie a una sinergia Comune di Nago-Torbole, università di Trento e soprintendenza dei Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, nel 2025 dovrebbe finalmente essere realizzato il parco archeologico di Penede, aperto ad appassionati e turisti.

Il sito archeologico di Do Penede a Nago-Torbole (Tn) visto da drone (foto labaaf)
Doss Penede è oggetto di studio e ricerca dal 2019 quando, su iniziativa del Comune, è stato siglato un primo protocollo d’intesa con la soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento e con l’università di Trento: la soprintendenza cura il coordinamento, la supervisione e l’organizzazione; l’università di Trento mette in campo le proprie competenze e offre opportunità a studenti e studentesse provenienti dalle università di Trento, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Verona di svolgere un’importante esperienza sul campo; il Comune dà un grande sostegno all’iniziativa, con un impegno che non è solo economico, ma anche intellettuale e progettuale.

Il sito archeologico di Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) (foto labaaf)
“La VI campagna di scavi e ricerche archeologiche sul sito d’altura protostorico e romano del Doss Penede si è conclusa ed è il momento di fare un primo bilancio”, spiega Emanuele Vaccaro, direttore scientifico del progetto di ricerca e scavo Doss Penede. “Quest’anno lo scavo si è articolato in due fasi (maggio e metà settembre-inizio ottobre) e ci siamo concentrati sulla porzione SW dell’abitato, mettendo in luce una serie di vani romani che si adattano perfettamente ad uno dei piccoli dossi posti lungo il limite occidentale del sito. Inoltre, abbiamo cominciato ad indagare una porzione del ripiano allungato, dove sta emergendo una serie di edifici, anch’essi romani, addossati l’uno all’altro, frutto di una precisa pianificazione”.

Studenti in visita al sito archeologico di Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) (foto labaaf)
“Il materiale ceramico e numismatico – continua Vaccaro – conferma la datazione primo-imperiale dell’impianto dell’abitato e un’occupazione ininterrotta fino al medio-impero. Il nuovo settore oggetto di indagini sembra avere avuto una vocazione sia artigianale (legata alla lavorazione della lana), sia domestica. Laddove lo scavo è sceso al di sotto delle fasi romane, sono emerse interessanti testimonianze relative all’occupazione protostorica, tra cui spiccano alcuni depositi databili tra III e I secolo a.C. con associazione di ceramica retica e di vasellame di tradizione celtica, a riprova della connessione del Doss Penede con l’area cenomane a Sud del lago di Garda. Adesso ci aspettano settimane di rilievi e post-processing, nonché le attività di supporto archeologico al cantiere di restauro in corso. Lo scavo con studenti riprenderà la prossima estate con l’obiettivo di ampliare le aree indagate, cercando di capire quanto capillare fosse il progetto di pianificazione messo in atto tra il tardo I secolo a.C. e gli inizi del successivo”.
















“La Villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella: una ricerca interdisciplinare”: è il titolo della giornata di studi promossi dall’università di Verona che si tiene lunedì 16 dicembre 2024, in sala Gazzola nella sede della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza, in piazza San Fermo 3° a Verona, dedicata ai risultati preliminari degli scavi archeologici della Villa dei mosaici di Negrar di Valpolicella (Vr). La partecipazione è aperta a tutti gli interessati A seguire un brindisi con vino della Valpolicella, offerto dalle aziende agricole Benedetti “La Villa” e Franchini di Negrar. È Gianni De Zuccato, direttore dello scavo archeologico, come funzionario archeologo della Sabap di Verona, a presentare e anticipare ai lettori di archeologiavocidalpassato.com i temi del convegno. E con l’occasione ne approfitta per ripercorrere lo sviluppo della ricerca archeologica, dallo scavo alla presentazione dei risultati alla comunità, non solo scientifica, e per descrivere la villa come risulta dagli scavi nella sua articolazione tra la zona residenziale e l’area produttiva, nell’arco della “vita” della struttura tardo-antica.








IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA DI STUDIO LUNEDÌ 16 DICEMBRE 2024. Alle 9.30 Saluti istituzionali: Andrea Rosignoli (soprintendente ABAP per le province di Verona Rovigo, Vicenza), Paolo De Paolis (direttore dipartimento di Culture e Civiltà – università di Verona); Fausto Rossignoli (sindaco di Negrar di Valpolicella). INTRODUZIONE Alle 10, Vincenzo Tinè (soprintendente ABAP VE-Met), “Il progetto di studio e la valorizzazione”. SESSIONE 1: LA VILLA Presiede Francesca Ghedini (università di Padova) Alle 10.15, Patrizia Basso, Nicola Delbarba (università di Verona), Gianni de Zuccato (già soprintendenza ABAP Verona Rovigo, Vicenza), “La villa: considerazioni planimetriche e funzionali”; 10.45, Federica Rinaldi (parco archeologico del Colosseo), “I rivestimenti pavimentali: decorazione, funzione e cronologia”; 11, pausa caffè; 11.15, Monica Salvadori (università di Padova), Katia Boldo, Simone Dilaria, Anna Favero, Federica Stella Mosimann, Clelia Sbrolli, “Approcci multidisciplinari per la conoscenza della pittura parietale in contesto: il caso della villa di Negrar”; 11.30, Diana Dobreva, Anna Nicolussi (università di Verona), “Note preliminari sulla ceramica tardoantica della villa: osservazioni cronologiche, tipologiche e archeometriche”; 11.45, Dario Calomino (università di Verona), “Il quadro dei ritrovamenti monetali”. SESSIONE 2: DOPO LA VILLA Presiede Andrea Augenti (università di Bologna) Alle 12, Fabio Saggioro, Nicola Mancassola (università di Verona), Alberto Manicardi (SAP), “Le fasi di frequentazione altomedievale”; 12.30, Nicola Mancassola (università di Verona), “Le ceramiche da cucina altomedievali”; 12.45, pausa pranzo; 14.15, Laura Bonfanti, Irene Dori (università di Firenze), Alessandra Varalli (Aix-Marseille Université, CNRS, Ministère de la Culture, LAMPEA), “Gli inumati altomedievali: i risultati delle analisi bioarchaeologiche e isotopiche”; 14.30, Elisa Possenti (università di Trento), Lisa Martinelli (università di Udine), “I reperti metallici e in osso lavorato di età medievale”. SESSIONE 3 APPROCCI ANALITICI Presiede Jacopo Bonetto (università di Padova) Alle 14.45 Gianfranco Valle (geoarcheologo professionista), “Studio geomorfologico e ricostruzione ambientale”; 15, Valeria Luciani, Elena Marrocchino, Michele Zuccotto (università di Ferrara), “Caratterizzazione in sezione sottile di materiali lapidei”; 15.15, pausa caffè; 15.30, Elena Marrocchino, Michele Sempreboni (università di Ferrara), “Prime analisi sui leganti”; 15.45, Silvia Bandera (università di Verona), “Analisi dei resti faunistici”; 16, Marco Marchesini, Madalina Daniela Ghereg, Silvia Marvelli, Anna Chiara Muscogiuri, Elisabetta Rizzoli (Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica C.A.A. Nicoli), “Vegetazione, viticoltura e alimentazione attraverso le analisi archeobotaniche”; 16.30, dibattito.
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