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Comacchio (Fe). In sala polivalente la conferenza “Spina. Ricerche nel porto etrusco”: l’università di Bologna parla delle ultime novità emerse nella campagna di scavo 2024 appena conclusa

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Cosa hanno ritrovato gli archeologi durante la campagna di scavo appena terminata? Quali nuove informazioni possiamo sapere su Spina etrusca? Per conoscere questo e molto altro, appuntamento sabato 26 ottobre 2024, alle 18, in sala polivalente San Pietro, via Agatopisto 7, a Comacchio (Fe), nell’incontro, gratuito ma su prenotazione obbligatoria (0533/311316, info@museodeltaantico.com), “Spina. Ricerche nel porto etrusco”, pensato per divulgare le ultime novità emerse sul campo. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla Cultura del Comune di Comacchio, Emanuele Mari, parteciperanno: Andrea Gaucci, direttore della missione di scavo dell’università di Bologna; la funzionaria archeologa della Soprintendenza Carolina Ascari Raccagni; e Marco Bruni, direttore del museo Delta Antico nonché i membri dell’équipe di scavo Carlotta Trevisanello, Giorgia Bandini, Laura Sofia di Giorno e Léonard Gournay.

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L’area archeologica del porto etrusco di Spina nelle valli di Comacchio (foto unibo)

Dal 2020 la Cattedra di Etruscologia è attiva presso il sito della città portuale di Spina con l’obiettivo di indagare l’area interessata dall’antico abitato. Scopo ultimo è comprendere l’articolazione urbana dell’insediamento ed eventualmente individuare manifestazioni pubbliche e sacre che permettano di comprenderne gli aspetti più istituzionali. Negli anni 2020-2021, grazie anche al progetto europeo VALUE, è stato possibile avviare una serie di indagini non invasive che hanno consentito la mappatura di un’area di 30 km2 attorno al sito archeologico. Ricognizioni di superficie, prospezioni geofisiche e rilievi tramite UAV (anche con sensore multispettrale), assieme a tutta la documentazione d’archivio disponibile, offrono ora un quadro aggiornato del palinsesto archeologico dell’area, che va dal periodo etrusco fino all’età contemporanea. Particolare attenzione è stata data agli aspetti ambientali e di cambiamento del paesaggio, fortemente condizionato dall’attività del fiume Po e più recentemente dalle bonifiche. Dal 2022, accanto alle indagini non invasive, si è avviato lo scavo archeologico di un settore periferico del nucleo abitativo, con l’obiettivo di comprendere l’ambiente attorno alla città etrusca, il suo cambiamento nel tempo e il rapporto fra questo e le infrastrutture urbane. La Missione rientra nel più ampio progetto EOS – Etruscans on the Sea della Cattedra di Etruscologia e antichità italiche. La missione archeologica ha il supporto del Comune di Comacchio, del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Collaborano inoltre l’Université de Strasbourg e il CNRS (Dr. Ferréol Salomon), la British School at Rome (Dr. Stephen Kay).

Comacchio (Fe). Per GEP 2024 visite guidate allo scavo archeologico nell’abitato di Spina curato dall’università di Bologna, grazie alla collaborazione del museo Delta antico, Comune e Soprintendenza. La campagna di scavo 2024 mira ad approfondire la struttura di un grande terrapieno realizzato dagli Etruschi nel 300 a.C.

comacchio_gep-2024_scavi-archeologici-di-spina_visita-guidata_locandinaIl 2 settembre 2024 l’università di Bologna ha avviato la terza campagna di scavo nel sito dell’antica città etrusca di Spina. Il team di ricerca è coordinato dalla prof.ssa Elisabetta Govi della Cattedra di Etruscologia bolognese ed è diretto sul campo dal prof. Andrea Gaucci. Vi partecipano studentesse e studenti dei Campus universitari di Bologna e Ravenna, della Scuola di specializzazione in Beni archeologici, nonché dottorande e dottorandi della Sapienza – università di Roma e dell’università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne, e assegniste di ricerca. Il lavoro sul campo è inoltre supportato dall’équipe di geoarcheologi dell’università di Strasburgo e del CNRS francese. In occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2024, grazie alla collaborazione con il museo Delta Antico e con il Comune di Comacchio, lo scavo archeologico nell’abitato di Spina dell’università di Bologna sarà aperto al pubblico, con apposite visite guidate, nelle giornate di venerdì 27 settembre (due turni: ore 16 e ore 17) e sabato 28 settembre 2024 in modalità congiunta con la Soprintendenza (quattro turni: ore 11; ore 12; ore 16 e ore 17). Prenotazione obbligatoria al centralino del museo Delta Antico al numero 0533 311316 o via e-mail a: info@museodeltaantico.com. L’ateneo bolognese ha una concessione di scavo triennale e tutte le attività sono concordate con la funzionaria responsabile. Le ricerche, condotte con la supervisione di Carolina Ascari Raccagni della soprintendenza di Bologna, si concentrano nella parte occidentale dell’abitato antico, a nord del canale collettore Mezzano, e sono svolte con il supporto logistico al Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara. La campagna di scavo 2024 mira ad approfondire la struttura di un grande terrapieno, individuato in una precedente indagine, per incrementare i numerosi dati già raccolti nel 2023. Principali indizi a riguardo sono elementi in materiale organico: pali, travi, resti botanici come vinaccioli e altri semi, che ci raccontano di questo poderoso manufatto edificato in terra e legno e, di riflesso, degli abitanti della città etrusca che, attorno al 300 a.C. circa, lo realizzarono. Un nuovo saggio di scavo, a breve distanza dal primo, ha invece il compito di comprendere il rapporto tra il terrapieno e le abitazioni della città che questo lambiva. Le ricerche dell’università non si fermano al solo mese di settembre. Il ruolo centrale degli studenti porta infatti allo sviluppo di tesi di laurea a Bologna e all’estero dedicate allo scavo, oltre a conferenze e pubblicazioni scientifiche e divulgative.

Locri Epizefiri (RC). Dopo cento anni si torna a scavare a Marasà dove Paolo Orsi trovò il gruppo dei Dioscuri. Al via la campagna di scavo dell’università di Bologna con la direzione regionale Musei nei santuari locresi

locri-epizefiri_parco_al-via-scavi-archeologici-nei-santuari_locandinaParte lunedì 2 settembre 2024 con le attività di indagine preliminare la nuova campagna di scavo archeologico nei Santuari dell’antica città di Locri Epizefiri (RC). Il progetto, finanziato con fondi del ministero della Cultura e voluto dal direttore generale Massimo Osanna, è realizzato dalla direzione regionale Musei Calabria, con la direzione scientifica del dirigente, Filippo Demma, e con il supporto scientifico del dipartimento di Storia Culture e Civiltà e della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’università di Bologna, diretta Elisabetta Govi. La collaborazione si inserisce tra le attività previste dalla Convenzione per le attività scientifiche di ricerca, valorizzazione e miglioramento della fruizione del patrimonio afferente alla direzione regionale Musei Calabria, stipulata nell’aprile scorso con l’ateneo emiliano.

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Gruppo di lavoro nel sopralluogo a Locri Epizefiri (RC): al centro Elena Trunfio e Filippo Demma (foto drm-cal)

Le indagini archeologiche, volte a migliorare la conoscenza, l’accessibilità e la fruizione dell’antica polis, si focalizzeranno sue due dei più importanti santuari locresi, quello del Themosmophorion e quello del Tempio in località Marasà. Nel primo caso, gli scavi archeologici avranno lo scopo di recuperare i confini originari dell’area sacra, con l’obiettivo di migliorare la comprensione dell’intera struttura e chiarire i rapporti con i complessi sacri vicini. Presso il Tempio di Marasà verrà invece eseguito un saggio in un’area mai indagata prima con metodologia stratigrafica. Sarà allestito, inoltre, un cantiere didattico con la presenza degli studenti dell’università di Bologna che seguirà i principi dell’Archeologia pubblica e sarà visitabile anche da parte del pubblico, che verrà informato del progresso delle indagini anche con conferenze periodiche e post sui social della missione”.

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Filippo Demma discute sulla campagna di scavo in avvio a Locri Epizefiri (foto drm-calabria)

“Continua anche nel campo degli scavi archeologici”, sottolinea il direttore Demma, “il grande lavoro riportare alla luce la storia della Magna Grecia; è il segno del nuovo corso che investe i beni culturali e i luoghi della cultura calabresi. La collaborazione con un Ateneo di eccellenza come l’Alma Mater bolognese è un punto qualificante del progetto, che consentirà anche di formare i giovani archeologi in uno dei contesti più interessanti del Mediterraneo”.

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Tavolo di lavoro per la campagna di scavo a Locri Epizefiri: in primo piano, Elena Trunfio e Filippo Demma (foto drm-calabria)

“Questo progetto”, interviene la direttrice del sito Trunfio, “rappresenta un ulteriore tassello per mettere in pratica la visione strategica che abbiamo immaginato per la riqualificazione del Parco. L’indagine archeologica ci permetterà di migliorare la comprensione del sito e una maggiore consapevolezza costituisce garanzia di scientificità nel racconto che offriremo ai nostri visitatori. Il Tempio di Marasà è il luogo più iconico di Locri Epizefiri: riprendiamo dopo oltre cento anni gli scavi nella stessa area che permise a Paolo Orsi di recuperare il famoso gruppo scultoreo dei Dioscuri. È una grossa opportunità, nonché una sfida, che stiamo cogliendo con grande entusiasmo, oltre che con impegno scientifico”.

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Veduta aerea del Tempio di Marasà nel parco di Locri Epizefiri (foto drm-calabria)

“La partecipazione dell’università di Bologna al progetto di ricerca e di scavo a Locri Epizefiri”, spiega in conclusione la prof.ssa Govi, “costituisce per i nostri studenti una straordinaria occasione di conoscenza di uno dei siti più importanti della Magna Grecia e del Mediterraneo, dando la possibilità di maturare una preziosa esperienza nell’ambito della “archeologia del sacro”, un filone di indagine tra i più complessi e importanti. La collaborazione tra la Scuola di specializzazione in Beni archeologici di Bologna e la direzione regionale Musei Calabria garantisce la sinergica condivisione di obiettivi formativi, mettendo in atto le più avanzate metodologie di ricerca e le migliori strategie di gestione e valorizzazione dei beni archeologici. Gli studenti potranno così sperimentare un approccio completo che li arricchirà sotto molti punti di vista”.

Rosignano Marittimo (Li). Al via il festival “Vivere l’archeologia”, 8 giorni per promuovere e valorizzare i paesaggi e il patrimonio archeologico del territorio , con open days degli scavi, visite guidate e dialoghi con gli archeologi, conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, laboratori didattici, rievocazioni, spettacoli dal vivo, mercato romano e degustazioni ispirate alla cucina romana

rosignano-marittimo_unipisa_festival-vivere-l-archeologia-2024_locandinaDal 28 luglio al 4 agosto 2024 a Rosignano Marittimo (Li) torna “Vivere l’archeologia”, festival organizzato dal Comune di Rosignano Marittimo e dal museo civico Archeologico “Palazzo Bombardieri”, in collaborazione con l’insegnamento di Topografia antica del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’università di Pisa, allo scopo di promuovere e valorizzare i paesaggi e il patrimonio archeologico del territorio di Rosignano, che comprende l’antico centro portuale di Vada Volaterrana e i due importanti musei archeologici di Rosignano Marittimo e Castiglioncello, e di condividere con la comunità il senso e il valore dell’archeologia nella società contemporanea. Giunto alla quarta edizione, il Festival prevede un programma ricco di appuntamenti, con open days degli scavi, visite guidate e dialoghi con gli archeologi, conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, laboratori didattici, rievocazioni, spettacoli dal vivo, mercato romano e degustazioni ispirate alla cucina romana.

PROGRAMMA DOMENICA 28 LUGLIO 2024, alle 19, al museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo: ImmersiVada VR Experience, inaugurazione della nuova sala immersiva del museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo, per esplorare gli edifici di un quartiere dell’antico porto romano di Vada Volaterrana. Interverranno Carolina Megale (museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo), Anna Maria Marras (International Council Of Museums – ICOM) e Andrea Lippi (Digitalismi). “ABC…Archeologia Bene Comune”, brevi dialoghi sul valore dell’archeologia per la comunità, in collaborazione con il Sistema dei Musei e Parchi Partecipativi della Toscana.

PROGRAMMA LUNEDÌ 29 LUGLIO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “All inclusive: il ruolo sociale del museo”, ne parlano Giorgio Corretti (UOC Psichiatria Cecina Piombino Elba), Ania Franceschi (associazione Comunicare per Crescere), Carolina Megale (museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo), Marinella Zagaglia (AIMA Costa degli Etruschi), Andrea Apostolo (RSA Bastia), Luca Carli Ballola (Musei Toscani per l’Alzheimer), Chiara Raugi (Pubblica Assistenza di Piombino). Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche e dell’associazione Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo.

PROGRAMMA MARTEDÌ 30 LUGLIO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “Tra archeologia e biodiversità: le ricerche scientifiche in corso nel territorio di Rosignano”, ne parlano Lorella Alderighi (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno), Simonetta Menchelli (università di Pisa), Domingo Belcari (università di Pisa), Francesco Pagliani (università di Firenze), Enrico Cirelli (università di Bologna), Simone Cai (Comitato Tutela Secche di Vada), Ugo Nesti (Comitato Tutela Secche di Vada). Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche e dell’associazione Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. Alle 21.30, nell’anfiteatro del Parco di Castello Pasquini, conferenza “Scoperte e riscoperte dal territorio”.

PROGRAMMA MERCOLEDÌ 31 LUGLIO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “I bronzi da San Casciano a Rosignano: contesti di scavo e analisi isotopiche”, ne parlano Jacopo Tabolli e Mattia Bischeri (università per Stranieri di Siena), Carolina Megale (museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo), Carlo Monti (ET&EC SAGL) e Alessandro Lenzi (museo di Storia naturale di Rosignano), modera Edina Regoli (già museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo).

PROGRAMMA GIOVEDÌ 1° AGOSTO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “Il tesoro di Suese e il denaro dei Romani”, ne parlano Lorella Alderighi (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno), Fiorenzo Catalli (già Gabinetto Numismatico del museo Archeologico nazionale di Firenze), modera Simonetta Menchelli (università di Pisa).

PROGRAMMA VENERDÌ 2 AGOSTO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “Gli Argonauti dell’era dei dinosauri: la conquista degli abissi raccontata dai fossili della Toscana e dell’Emilia Romagna”, ne parlano Andrea Baucon (università di Genova), Girolamo Lo Russo (museo di Storia naturale di Piacenza), modera Angelo Cimarosti (ArchaeoReporter).

PROGRAMMA SABATO 2 E DOMENICA 3 AGOSTO 2024, ore 16.30-21.30, area archeologica di San Gaetano di Vada “Vivere l’archeologia a Vada Volaterrana”. OPEN DAYS: gli archeologi raccontano a cura dell’università di Pisa. Stand sui metodi della ricerca archeologica sul campo e in laboratorio, in particolare: il mestiere dell’archeologo; la vita degli antichi abitanti di Vada attraverso i reperti; le sepolture; le attività di archeologia subacquea. Visite guidate degli scavi: 17, 18, 19.00 (italiano), 18.30 (inglese). GIOCAFESTIVAL Area didattica con attività e laboratori per bambini e famiglie: “ Uno sporco mestiere!”, scavo didattico simulato a cura del museo Archeologico di Rosignano. Laboratori ludico-educativi: Piccoli legionari crescono, Gladiatori da piccoli, Scripta manent a cura di Suodales; Il corriveloce: un giocattolo antico a cura di Valter Fattorini; Il laboratorio del mosaicista a cura del laboratorio di restauro del museo Archeologico di Rosignano; Laboratori sulla biodiversità a cura del Centro di Educazione Ambientale. AREA MERCATO Ricostruzione di un mercato romano con stand, tabernae, rievocazioni e spettacoli dal vivo. Argentarius cambio denari; Antiche fragranze a cura del Gruppo Archeologico Massarosese; Il Convivio archeogastronomico di Laura Mussi; Archeologia sonora e strumenti musicali del mondo antico di Francesco Landucci; Miliarium 0 dell’Associazione Amici del Museo; Abacus: i conti tornano! di Antonio Olivieri; I gioielli dei Vettii di Fondazione Aglaia E molto altro…

PROGRAMMA SABATO 2 AGOSTO 2024, area archeologica di San Gaetano di Vada “Vivere l’archeologia a Vada Volaterrana”: alle 18.30, WOW! Comunicare l’archeologia, dibattito a cura di Angelo Cimarosti (ArchaeoReporter), a partire dal libro “L’arte che parla. Radio e podcast per la valorizzazione dei beni culturali” (Edipuglia 2024) di Cinzia Dal Maso (Centro Studi per l’Archeologia Pubblica – Archeostorie). Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche, in collaborazione con Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo.

PROGRAMMA DOMENICA 3 AGOSTO 2024, area archeologica di San Gaetano di Vada “Vivere l’archeologia a Vada Volaterrana”: alle 18.30, letture nella storia a cura del gruppo di lettura della Biblioteca comunale di Rosignano Marittimo. Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche, in collaborazione con Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. TABERNA ROMANA Degustazione di cibi e sapori ispirati alla cucina romana tramandata dal gastronomo Apicio.

Este (Pd). Al museo nazionale Atestino per “1984-2024: a 40 anni dalla riapertura. Work in progress” Elisabetta Govi dell’università di Bologna presenta il libro “Aria di famiglia. Identità e società nel Veneto preromano” (Sap libri) di Fiorenza Bortolami dell’università Ca’ Foscari di Venezia

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Per il ciclo di incontri “1984-2024: a 40 anni dalla riapertura. Work in progress” del museo nazionale Atestino in collaborazione con l’istituto nazionale di Studi etruschi ed italici – sezione Etruria padana e Italia settentrionale, Elisabetta Govi dell’università di Bologna presenta il libro “Aria di famiglia. Identità e società nel Veneto preromano” (Sap libri) di Fiorenza Bortolami dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Appuntamento al museo nazionale Atestino di Este (Pd) venerdì 7 giugno 2024, alle 17.30. Ingresso libero.

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Copertina del libro “Aria di famiglia. Identità e società nel Veneto preromano” (Sap libri) di Fiorenza Bortolami

Aria di famiglia. Come si è modificata la struttura sociale dei Veneti antichi durante l’età del Ferro? Questo volume esamina la forma dei gruppi familiari attraverso un’analisi approfondita della documentazione funeraria di quattro siti: Padova, Este, Altino e Oderzo. Mette in luce lo sviluppo nel corso dei secoli ed evidenzia le differenze tra i diversi comparti della regione. La ricerca si articola attraverso l’esame di tumuli e nuclei di sepolture selezionati, caratterizzati da una notevole continuità d’uso nel tempo e composti da soggetti diversi per genere ed età. Queste caratteristiche suggeriscono legami interpersonali che, in vita, coinvolgevano le persone, enfatizzati da pratiche peculiari come le deposizioni plurime e la riapertura delle tombe per il ricongiungimento dei defunti. L’analisi stratigrafica e planimetrica delle sepolture, insieme alle similitudini nei corredi e ai dati osteologici, rivelano l’adozione di costumi funerari condivisi all’interno delle stesse famiglie. Questi elementi costituiscono la chiave di lettura per approfondire le relazioni ereditarie ed affettive tra gli individui, contribuendo a ricostruire l’articolazione dei gruppi di parentela e a delineare l’evoluzione delle comunità venetiche nel I millennio a.C.

Archivissima ‘24. In sala Binario 3 di Torino, per OGR Talks, presentazione del libro “Mondo nuovo. Viaggio alle origini della Magna Grecia” di Massimo Osanna in dialogo con Andrea Augenti

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Da Sibari a Taranto, da Metaponto a Policoro, passando per Torre di Satriano e Potenza: venerdì 7 giugno 2024, alle 18.30, in sala Binario 3 – OGR, via Castelfidardo a Torino, in occasione di Archivissima, e in collaborazione con Rizzoli, per OGR Talks presentazione del nuovo libro di Massimo Osanna “Mondo nuovo. Viaggio alle origini della Magna Grecia” (Rizzoli), un viaggio alla scoperta delle radici storiche e culturali della Magna Grecia attraverso la penna ispirata di uno dei più autorevoli archeologi italiani. Osanna, direttore generale Musei del ministero della Cultura, dialoga con l’archeologo Andrea Augenti dell’università di Bologna. Modera Francesco Rigatelli, giornalista de La Stampa. Ingresso gratuito, prenotazioni disponibili.

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Copertina del libro “Mondo nuovo. Viaggio alle origini della Magna Grecia” di Massimo Osanna (Rizzoli)

Mondo nuovo. Viaggio alle origini della Magna Grecia. Questo è un libro di storie. Riguarda vicende di alcune antiche genti che hanno vissuto nel I millennio a.C. nei territori della Magna Grecia. È una storia di mobilità e incontri, perché per tutti, Greci e Italici, la rete di connessioni e il rapporto con gli altri sono stati la cifra esistenziale più rilevante della vita quotidiana. È questo il “mondo nuovo” che dà il titolo al saggio di Massimo Osanna: un paesaggio dell’incontro che solo l’archeologia può aiutarci a riscoprire, restituendo voce a oggetti e strutture di per sé muti, raccontando chi li ha realizzati, usati, trasformati in memoria o distrutti. Reperti “capaci di narrare le storie di uomini e di popoli che in questa terra si sono incontrati, affrontati, amalgamati in un processo dinamico e senza soluzione di continuità”. Attraverso un viaggio in parchi archeologici e musei più o meno noti del nostro Meridione (da Sibari a Taranto, da Metaponto a Paestum, passando per Crotone, Venosa, Caulonia), Osanna illumina il rapporto tra Greci e non Greci, mai univoco né scontato; ridefinisce l’idea stessa della colonizzazione per come la immaginiamo comunemente, spostando l’accento sui fenomeni di ibridazione che in Magna Grecia sono stati frequenti e articolati. Un lavoro avvincente sulla memoria degli oggetti (materialità dei contatti), dei luoghi (i paesaggi dell’intreccio), sulla memoria dei morti (quello che le tombe ci dicono), perché l’archeologia è fondamentale per ricostruire le storie non raccontate dalla Storia (il rumore di fondo dei frammenti, vivo e parlante).

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Massimo Osanna, direttore generale dei Musei (foto ogr)

Massimo Osanna è professore ordinario di Archeologia classica all’università di Napoli “Federico II”. Ha insegnato nell’università della Basilicata, a Matera, dove ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni archeologici; è stato visiting professor in prestigiosi atenei europei e ha promosso scavi e ricerche in Italia meridionale, Grecia, Francia. Dal 2014 al 2015 ha diretto la soprintendenza speciale di Pompei; è stato direttore generale del parco archeologico dal 2016 al 2021, e nel 2020 è stato nominato direttore generale dei Musei del ministero della Cultura.

Esclusivo. A pochi giorni dall’avvio della campagna 2024 al sito preromano di San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro) l’archeologa Silvia Paltineri anticipa gli obiettivi delle nuove ricerche e fa il punto sulle scoperte fin qui acquisite nel centro del delta, primo grande approdo dei greci e luogo di incontro con Etruschi padani e Veneti tra VI e V sec. a.C.

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Ad Ariano nel Polesine (Ro) è tutto pronto per avviare la campagna di scavo 2024 del’università di Padova nel sito preromano di San Basilio (foto unipd)

Manca pochissimo alla ripartenza degli scavi di San Basilio 2024. Lunedì 29 aprile riapre lo scavo del sito etrusco diretto da Silvia Paltineri dell’università di Padova. È proprio l’archeologa del dipartimento dei Beni culturali dell’ateneo patavino ad anticipare ad archeologiavocidalpassato.com gli obiettivi della campagna 2024 e a fare il punto sulle indagini fin qui condotte che confermano l’importanza del sito di San Basilio che rappresenta il primo grande approdo a vocazione internazionale frequentato dai navigatori greci, che fra VI e V secolo a.C. trovarono nel Delta del Po e, più in generale, nell’Alto Adriatico, un luogo di incontro ideale con gli Etruschi padani e con i Veneti.

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San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2023 (foto unipd)

 

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San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2022 (foto unipd)

 

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San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2021 (foto unipd)

“La campagna del 2024 dell’università di Padova nel sito di San Basilio”, spiega Paltineri, “riguarda in particolare l’insediamento preromano, un insediamento che inizia la sua vita intorno al 600 a.C. che è una data chiave per tutta l’Italia settentrionale perché è un momento nel quale nell’area del delta del Po le comunità locali si aprono ai commerci con il Mediterraneo. E San Basilio rappresenta il primo grande approdo a vocazione internazionale frequentato dai navigatori greci. Nell’area del Delta erano già stanziati gli Etruschi, principalmente di area padana, i quali, data la posizione geografica del Polesine, erano in strettissimo contatto con i vicini Veneti.

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La posizione del sito di San Basilio ad Ariano nel Polesine con la linea di costa antica (foto unipd)

Più antico di Adria e di Spina. “Il sito di San Basilio – continua -, un po’ come Adria e come Spina soprattutto, siti più noti ma rispetto ai quali San Basilio rimane comunque importante, proprio perché è il più antico, ha una vocazione internazionale fin dall’inizio della sua storia. Intorno al 600 a.C. questo centro, che si trovava in una zona retro-costiera lungo un cordone di dune, quindi protetto dal mare aperto però affacciato sul mare stesso, diventa un crocevia di scambi, ben testimoniato dagli scavi che stiamo conducendo nell’insediamento preromano a partire dal 2019 con campagne di indagine stratigrafica, precedute da una ricognizione che nel 2018 ho condotto insieme alla collega Giovanna Gambacurta dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Negli anni questo progetto di indagine si è ulteriormente articolato, grazie a una stretta sinergia con il museo Archeologico nazionale di Adria, guidato da Alberta Facchi, alla Soprintendenza competente nella persona di Giovanna Falezza e grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che fin dal 2018 ha creduto in questa progettualità e attualmente ha investito in un ampio progetto culturale che si è allargato alla fase romana del sito di San Basilio, attualmente in corso di scavo da parte dei colleghi del mio dipartimento Jacopo Bonetto e Caterina Previato.

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Villaggio protostorico di Frattesina (Ro): l’area di scavo interessata dalla campagna 2023 (foto graziano tavan)

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Una delle aree di scavo della campagna 2023 del sito protostorico di Villamarzana (Ro) (foto graziano tavan)

Ma non solo. “Il Polesine è al momento al centro di importanti indagini archeologiche riguardanti fasi più antiche. Queste ricerche, grazie al finanziamento di Cariparo, sono attive nei siti di Frattesina di Fratta Polesine e di Villamarzana, dove attualmente sono impegnati il CPSSAE, l’università Sapienza di Roma e sempre l’università di Padova con le ricerche condotte da Michele Cupitò.

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Il posizionamento delle tre aree di scavo effettuati a San Basilio negli anni 1983-1987 (da Salzani, Vitali, 2002)

Prime indagini della soprintendenza negli anni ’80 del Novecento. “Quando abbiamo scelto di aprire saggi di scavo nell’insediamento preromano – ricorda Paltineri – in un certo senso non lavoravamo al buio, perché nell’area c’erano ricerche pregresse degli anni ’80 del secolo scorso condotte dalla soprintendenza Archeologica del Veneto sotto la direzione di Maurizia De Min prima, e di Luciano Salzani e di Daniele Vitali dell’università di Bologna poi.

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San Basilio (Ariano nel Polesine): scavi 1983 e 1987-1989, l’insediamento preromano (VI-V secolo a.C.) frequentato da Etruschi, Greci e Veneti, con le palificate lignee eccezionalmente conservate (foto unipd)

E queste indagini avevano già messo in luce un insediamento che presentava alcune evidenze eccezionali, tavolati e pali lignei ben conservati, e materiali di diversa provenienza e connotati culturalmente in maniera diversa, tra cui ceramica di produzione locale, cioè ceramica etrusca di produzione padana, ceramica greca di importazione – corinzia, ionica e soprattutto attica a figure nere -, e poi anche ceramica veneta decorata a fasce rosse e nere. Dunque queste erano un po’ le basi di partenza di un’indagine che attualmente ci vede impegnati e che anche quest’anno ci vedrà tornare sul campo proprio a partire da lunedì 29 aprile 2024. E per un mese saremo a San Basilio per proseguire le nostre ricerche.

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Lo scavo dell’università di Padova nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine) visto da drone. Le frecce indicano l’andamento dell’antico canale ancora ben visibile (foto unipd)

Affacciato su un antico canale. “Cosa abbiamo fatto finora? Abbiamo aperto due trincee di scavo: una più grande di circa 15 x 15 metri, e una più piccola di 10 x 4 metri. In un punto strategico dell’area dell’insediamento preromano, un punto importante in quanto affacciato su un antico canale di cui rimane ancora una traccia evidente se si osservano le foto aeree, sia quelle degli anni Ottanta sia quelle effettuate grazie ai sorvoli con il drone condotti in collaborazione con il mio collega Jacopo Turchetto.

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San Basilio (Ariano nel Polesine): Battuto pavimentale in cocciopesto, con canalette basali per sostenere l’alzato in graticcio e buche di palo (foto unipd)

Edificio in graticcio con pavimentazione in cocciopesto. “Le evidenze che abbiamo rintracciato sul terreno – spiega l’archeologa – rispettavano l’orientamento del cordone e del canale. Abbiamo infatti rinvenuto resti di pavimentazioni costituite da uno straordinario battuto di cocciopesto che è stato anche analizzato dal collega Michele Secco, e questo battuto presentava canalette di fondazioni per le travi basali che sostenevano l’alzato e buche di palo, quindi un’edilizia deperibile, in graticcio, analogamente a quello che accade per esempio nel vicino sito di Spina. E l’orientamento di queste strutture asseconda la natura del luogo: quindi è ortogonale rispetto al canale e rispetto all’andamento della pendenza della duna.

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Frammento di ceramica greca da cucina ritrovato nel sito preromano di San Basilio nella campagna di scavo dell’università di Padova (foto unipd)

C’era una comunità di greci. “Orientato NW-SE, questo edificio di cui appunto abbiamo rinvenuto le tracce, restituisce materiali di grande interesse, in parte si tratta di produzioni già note, quindi ceramica etrusca di produzione padana, ceramica greca di importazione, ceramica veneta, però abbiamo avuto anche alcune sorprese. Per esempio abbiamo trovato la ceramica greca da cucina, cosa che accade ad esempio nel vicino sito di Spina. Questo rinvenimento testimonia che a San Basilio i Greci non arrivavano solamente come commercianti, come mercanti, ma con buona probabilità vi era nel sito una presenza greca, dal momento che la ceramica da cucina è un indicatore importante di certe abitudini alimentari.

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Applique in bronzo a forma di felino ritrovata nel sito preromano di San Basilio nella campagna di scavo dell’università di Padova (foto unipd)

Applique in bronzo a forma di felino. “E poi tra le altre sorprese – sottolinea Paltineri – vi è il rinvenimento di alcuni bronzetti configurati a forma di felino, a forma di quadrupede, produzioni di pregio che circolavano nel Mediterraneo occidentale in epoca tardo arcaica. Si rinvengono materiali analoghi in tutta l’Etruria ma anche nel Mediterraneo occidentale fino alla penisola iberica. Sono applique che con buona probabilità si trovavano sugli orli di patere bronzee, e che non sono in realtà una novità assoluta in Polesine, perché si conoscono anche esemplari da Adria

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Un vecchio documento che mostra il disegno del colino ritrovato a Pezzoli di Ceregnano (Ro) con un’applique uguale a quella rinvenuta a San Basilio (foto unipd)

e si sa di un vecchissimo rinvenimento, del ‘700 addirittura, da un contesto, di cui i materiali sono perduti, che è quello di Pezzoli di Ceregnano, sito nel quale erano stati rinvenuti materiali di provenienza funeraria tra i quali un infundibulum, cioè un colino, che aveva appunto una di queste applique, identica a quelle che abbiamo trovato noi. Il nostro rinvenimento di bronzetti è da riferire ad attività di rifusione. Quindi quando questi oggetti avevano perso la loro funzione primaria. Però rimane un rinvenimento importante.

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Panoramica delle cderamiche di importazione e di produzione locale rinvenute nello scavo nel sito preromano di San Basilio dall’università di Padova (foto unipd)

Dai buccheri alle ceramiche etrusco-padane decorate alla veneta. “Tra gli altri rinvenimenti significativi – continua – va segnalata ceramica meso-corinzia che data l’attivazione del sito almeno intorno al 590 a.C. e poi abbiamo bucchero attestato in notevole quantità, anche con forme che incominciano a comparire nella seconda metà del VII secolo e che poi hanno una evoluzione tipologica fino ai primi decenni del VI. Il fatto di aver trovato queste forme a San Basilio è importante, perché il range di nascita e morte del tipo ci consente di fissare il sicuro avvio del sito intorno al 600. E questo è un dato nuovo perché, rispetto ai rinvenimenti degli anni ’80 del secolo scorso, noi possiamo rialzare di un ventennio-un venticinquennio l’attivazione di San Basilio preromana, appunto a questa data chiave, al 600. Poi abbiamo rilevato altri aspetti molto interessanti nella tipologia dei materiali: per esempio, abbiamo forme che sono tipicamente etrusco-padane ma che presentano la decorazione veneta a fasce rosso nere. E questo è un fenomeno di ibridazione tipologica molto significativo, e che ha sicuramente a che fare con i gusti e le abitudini della committenza locale”.

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Un’attività dell’università di Padova nella campagna di scavo nel sito preromano di San Basilio (foto unipd)

“Queste indagini – conclude Paltineri – sono possibili – e voglio ricordarlo – grazie all’entusiasmo e all’impegno di tutti gli studenti, gli specializzandi e i dottorandi che ogni anno lavorano con noi nel sito”.

Agrigento. A Casa Sanfilippo, sede del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, presentazione del libro “Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti, funzionario della soprintendenza e tecnico subacqueo, a cura di Domenica Gullì

agrigento_casa-sanfilippo_libro-tra-terra-e-acqua-antiquarium-del-mare_presentazione_locandinaA Casa Sanfilippo, sede del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, martedì 16 aprile 2024, alle 10, presentazione del libro “Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti, funzionario della soprintendenza e tecnico subacqueo, a cura di Domenica Gullì, promossa dalla soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento e dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, sotto il patrocinio della Soprintendenza del Mare. Alla presentazione, interverranno Roberto Sciarratta, direttore del parco Valle dei Templi; Vincenzo Rinaldi, soprintendente di Agrigento; e Ferdinando Maurici, soprintendente del Mare. Uno dei momenti clou della manifestazione sarà la lectio magistralis di Stefano Medas, docente all’università di Bologna, che parlerà di “La navigazione antica. Elementi storici, archeologici ed eredità nella tradizione nautica”. La presentazione del volume sarà curata da Maria Concetta Parello, archeologa del parco Valle dei Templi. L’evento è aperto a tutti.

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Copertina del libro “Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti (Regione Siciliana, 2021)

“Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti (Regione Siciliana, 2021). “Con questa pubblicazione”, scrive Michele Benfari, allora soprintendente, nella presentazione del libro, “si inaugura un nuovo progetto editoriale, una Collana di studi, che ha lo scopo di offrire un’ampia panoramica dell’attività scientifica della Soprintendenza: il titolo, Corpora, ne annuncia la struttura, studi monografici con un focus sulla ricerca scientifica, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, precipui compiti istituzionali delle soprintendenze. La Collana sarà uno spazio riservato non solo ai tecnici interni, ma aperto anche a studiosi professionisti, istituti universitari, che a vario titolo, anche grazie a formali convenzioni, collaborano con la soprintendenza. Un largo spazio sarà dato anche ai numerosi studenti che presso la Soprintendenza completano il loro curriculum di studio con i tirocini, sulla base di convenzioni che la Soprintendenza ha sottoscritto con Università, italiane e straniere. La Collana, pensata e diretta da Domenica Gullì, funzionario archeologo, vuole essere uno strumento di divulgazione di conoscenze e di studio, e per questo, al fine di garantire la massima diffusione possibile dei contenuti, avrà una doppia versione, cartacea e digitale, ad accesso aperto.

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Antiquarium del Mare “Daniele Valenti” al parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi ad Agrigento (foto musei italiani)

“Il primo volume della Collana – continua Benfari – è dedicato all’Antiquarium del Mare in memoria di Daniele Valenti, funzionario della soprintendenza e tecnico subacqueo, prematuramente scomparso, la cui attività è legata alle maggiori e importanti scoperte effettuate nel mare agrigentino. Inaugurato nel luglio del 2019, l’antiquarium è ubicato nel cuore della Valle dei Templi, all’interno di un piccolo edificio della prima metà del Novecento, a poca distanza dal tempio dei Dioscuri, oggi amministrato dall’ente parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. L’istituzione dell’antiquarium è stata possibile grazie alla collaborazione fra la soprintendenza di Agrigento, che ha curato il progetto scientifico e selezionato i materiali, la soprintendenza del Mare e il parco archeologico di Agrigento, che ha finanziato il progetto di allestimento, curato da Carmelo Bennardo. Per me, l’allestimento di un museo del mare, ha anche avuto un coinvolgimento emotivo fortissimo, perché parlare di patrimonio culturale sommerso, significa parlare di Sebastiano Tusa, titanica figura di impareggiabile studioso, uno fra i pochi che con lo stesso acume, profondità, correttezza scientifica e morale, ha esplorato i più disparati ambiti del mondo antico. E con Lui ho vissuto, appena qualche anno prima, l’esperienza dell’allestimento del museo del mare di Sciacca, che ho personalmente curato, accompagnato dal Suo occhio attento, dalla Sua straordinaria capacità di guidare, senza mai essere invadente. L’antiquarium del mare di Agrigento è stato un atto d’amore dei tanti colleghi e amici che hanno condiviso con Daniele Valenti le emozioni del mare, emozioni che la tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, appena qualche mese prima, ha reso indelebili nell’animo di tutti”.

Bologna. All’università, e on line via Teams, due seminari su “Riscoprire la Tunisia romana. Cartagine e Thugga” con Silvia Bullo (université de Carthage)

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Il teatro romano di Thugga in Tunisia (foto graziano tavan)

“Riscoprire la Tunisia romana. Cartagine e Thugga”: nelle giornate di mercoledì 3 e venerdì 5 aprile 2024, nella sede di S. Giovanni in Monte del dipartimento di Storia culture civiltà dell’università di Bologna, la professoressa Silvia Bullo (université de Carthage) terrà, su invito della professoressa Antonella Coralini, due seminari dedicati alle città della Tunisia romana. Casi di studio, Cartagine e Thugga: il 3 aprile 2024, ore 13-15, aula Fumagalli, “Che cosa resta di Cartagine?”; il 5 aprile 2024, ore 13-15, aula Fumagalli, “Thugga: da capitale numida a colonia romana”. Entrambi i seminari potranno essere seguiti anche via Teams, nell’aula virtuale del corso di Archeologia e storia dell’arte romana (prof.ssa Antonella Coralini).

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”, curato da Alessandra Piergrossi, Andrea Babbi e Massimo Cultraro, supplemento n. 2 di “Mediterranea” di Ispc-Cnr

roma_villa-giulia_libro-tra-protostoria-e-storia-l-etruria-nel-cuore-del-mediterraneo_presentazione_locandinaUn omaggio a colui che ha segnato un profondo rinnovamento negli studi sull’Etruria arcaica e nella lunga attività di ricerca al CNR, Filippo Delpino. Martedì 26 marzo 2024, alle 16.30, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, presentazione del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”, curato da Alessandra Piergrossi, Andrea Babbi e Massimo Cultraro, supplemento n. 2 di “Mediterranea. Studi e ricerche sul Mediterraneo antico”, periodico scientifico dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Introduce Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e direttore ad interim del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Presenta l’opera Giuseppe Sassatelli, etruscologo e professore emerito dell’università di Bologna. Intervengono i curatori del volume. L’ingresso nella sala della Fortuna è libero fino ad esaurimento posti. Per maggiori informazioni e prenotazioni: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it.

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Copertina del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”

Il volume raccoglie numerosi contributi con cui le autrici e gli autori hanno omaggiato il collega e amico Filippo Delpino, insigne studioso dell’Italia preromana. Tali scritti, incentrati sul Mediterraneo e l’Etruria tra protostoria e storia, sono stati suddivisi in sezioni tematiche che riecheggiano la vasta opera dello studioso: Etruria e Mediterraneo, Etruria e Lazio, Tra archivi e collezioni, Storia della disciplina archeologica. La ricchezza degli interessi di Filippo Delpino è riflessa nel volume a lui dedicato in occasione dei suoi 80 anni e pubblicato nella Rivista da lui diretta per lunghi anni. Dall’Etruria e il Lazio, affrontate sul piano dei costumi funerari e della vita degli abitati, della cultura materiale nella loro valenza iconografica, indagata nei molteplici aspetti come riflesso di usi e modelli identitari delle comunità, lo sguardo si è esteso a tutto il Mediterraneo; inoltre, anche la storia delle indagini archeologiche in Etruria, lo sviluppo e l’organizzazione a Roma della tutela delle antichità, la storia della museologia e del collezionismo, costituiscono altri temi considerati con cura. Tutto questo è testimoniato dal contenuto di questo volume che vede tra gli autori numerosi specialisti, tra cui molti allievi e moltissimi amici e colleghi che entusiasticamente hanno aderito, dimostrando stima, affetto e partecipazione per lo studioso e collega.