Roma. Apertura straordinaria con visite guidate alla scoperta della Fonte di Anna Perenna, un’antica divinità festeggiata nel primitivo Capodanno romano
Il 27 settembre 2025 l’archeologo Fabrizio Santi, funzionario della soprintendenza speciale di Roma, farà scoprire la Fonte di Anna Perenna, n occasione di una apertura straordinaria. Quattro turni con prenotazione obbligatoria in gruppi da 15 persone alle 9.40, 10.40, 11.40, 12.40 su https://soprintendenzaspecialeroma.it/…/arte…. Visite guidate a cura di GEA Scarl – Indagini archeologiche e antropologiche. Era il 1999 quando, nel quartiere Parioli, a nord di Roma, uno scavo archeologico ha portato alla luce i resti di una fontana con iscrizioni che riportano il nome di Anna Perenna, un’antica divinità festeggiata nel primitivo Capodanno romano, a marzo, così come racconta Ovidio nei 𝐹𝑎𝑠𝑡𝑖. Nella cisterna retrostante la fontana sono stati trovati nel fango rappreso diversi oggetti utilizzati per pratiche magiche e riti religiosi: laminette in piombo con maledizioni, contenitori di piombo contenenti figurine antropomorfe, un pentolone di rame e diverse monete e lucerne. Questi ed altri oggetti sono oggi conservati al museo nazionale Romano – Terme di Diocleziano. La scoperta dei rituali magici praticati alla fontana di Anna Perenna ha completamente cambiato la prospettiva e le conoscenze sul rapporto degli antichi con la sfera magico-religiosa.
Roma. Visite guidate gratuite all’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme con l’archeologa Simona Morretta responsabile del sito
In occasione della rassegna “Effetto notte”, per iniziativa della soprintendenza speciale di Roma, sarà possibile visitare l’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma e scoprire le sue tante storie insieme all’archeologa Simona Morretta, responsabile del sito. Le visite guidate, gratuite e senza prenotazione, si terranno: il 20 luglio alle 17 e alle 18, il 24, 25 e 26 luglio alle 18, il 27 luglio alle 17 e alle 18. Il punto di incontro per iniziare la visita è davanti al cancello a sinistra della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
L’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme restituisce una storia lunga e complessa, fortemente stratificata. Da area in prevalenza funeraria, viene trasformata da Mecenate, tra il 42 e il 38 a.C., in quartiere residenziale con grandi villae e domus immerse in vasti giardini, successivamente entra a far parte del demanio imperiale legandosi alla dinastia dei Severi. Con Costantino (306-337 d.C.) l’area conobbe una nuova fase di splendore: fu trasformata in un complesso polifunzionale, noto come palazzo Sessoriano, protetto su tre lati dalle mura, e costituito da una parte pubblica, una destinata agli alloggi della corte e un settore privato riservato all’imperatore.
Roma. Per GEP 2024 la Soprintendenza Speciale di Roma promuove un ricco programma di appuntamenti dal centro alla periferia: visite guidate, laboratori, convegni, aperture straordinarie ed eventi legati al patrimonio immateriale
Visite guidate, eventi, laboratori e incontri: tutto pronto per le GEP 2024. La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, promuove un ricco programma di eventi e di iniziative in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Siti archeologici, palazzi, basiliche, un viaggio emozionante dal centro alla periferia per conoscere i tesori meno noti della città di Roma in una luce diversa. Il 28 e il 29 settembre 2024, sono tantissimi gli appuntamenti da mettere in agenda per conoscere le attività e i luoghi della cultura più ‘preziosi’ della Soprintendenza Speciale di Roma.
GLI APPUNTAMENTI DI SABATO 28 SETTEMBRE 2024

Il sito della Fonte di Anna Perenna (foto ssabap-roma)
La Fonte di Anna Perenna, il nuovo allestimento del sito. La fonte di Anna Perenna è stata rinvenuta nel 1999 durante gli scavi per un parcheggio interrato all’angolo tra piazza Euclide e via G. Dal Monte, nel quartiere Parioli a nord di Roma. Lo scavo ha portato alla luce i resti di una fontana con iscrizioni che riportano il nome di Anna Perenna, un’antica divinità festeggiata nel primitivo Capodanno romano, a marzo, così come racconta Ovidio nei Fasti. Nella cisterna retrostante la fontana sono stati trovati nel fango rappreso diversi oggetti utilizzati per pratiche magiche e riti religiosi: laminette in piombo con maledizioni, contenitori di piombo contenenti figurine antropomorfe, un pentolone di rame e diverse monete e lucerne. Questi ed altri oggetti sono oggi conservati presso il MNR – Terme di Diocleziano. La scoperta dei rituali magici praticati alla fontana di Anna Perenna, con la presenza di contenitori sigillati ermeticamente con vere e proprie “bambole voodoo” al loro interno, ha completamente cambiato la prospettiva e le conoscenze sul rapporto degli antichi con la sfera magico-religiosa. Il sito riapre dopo la pausa imposta dal Covid19, successivamente ai lavori realizzati nel sito nel corso del 2023 e del 2024 che hanno previsto il restauro dei resti archeologici, un nuovo impianto illuminotecnico dal carattere evocativo e la realizzazione di un breve filmato esplicativo. Le visite si terranno sabato 28 settembre alle 9.40 -10.40 -11.40 -12.40, sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo.

Lo Spazio Sottosopra nell’area archeologica del Testaccio a Roma (foto ssabap-roma)
Apertura dell’area archeologica di Testaccio e dello spazio di Sottosopra. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, che quest’anno coincide con la Giornata Mondiale delle Persone Sorde, sabato 28 settembre l’area archeologica del Mercato di Testaccio diventerà la sede di “NewpoLIS – Piccoli mercanti d’arte”, un evento speciale rivolto ai più piccoli e alle famiglie curato dal Servizio educativo della Soprintendenza Speciale di Roma con la cooperativa Il treno. L’appuntamento è alle ore 9.45 presso l’ingresso dell’area di Sottosopra. L’attività è rivolta ai bambini nella fascia di età compresa tra i 7 e gli 11 anni e prevede laboratori ludico-didattici e una visita guidata speciale alla scoperta degli scavi di Sottosopra. La volontà è quella di coinvolgere contemporaneamente persone sorde e udenti e trovare all’interno di questa giornata una interazione facilitata dal personale che condurrà le attività. NewpoLis è un progetto che in futuro verrà proposto anche alle scuole, nel segno dell’inclusività e della contaminazione di linguaggi diversi. L’iniziativa del 28 settembre è con prenotazione obbligatoria scrivendo a segreteria@iltreno33.it.

Tor San Michele alla foce del Tevere (foto ssabap-roma)
Tor San Michele, Un patrimonio in cammino alla foce del Tevere. La giornata prevede alle ore 10.30 una visita guidata a cura dell’associazione culturale Quattro Sassi a Tor San Michele all’Idroscalo di Ostia (X Municipio di Roma): si tratta di una torre michelangiolesca posizionata alla foce del Tevere voluta da papa Pio V nel 1568 per la difesa del litorale laziale. Un intervento iniziale a cura della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma racconterà dei progetti di restauro e di valorizzazione futuri che interesseranno la Torre. Successivamente, i visitatori saranno accompagnati a visitare gli interni della torre fin sopra la piazza d’armi (la visita è su prenotazione). Negli spazi esterni della Torre, dalle ore 10.30 alle ore 12.30, tutti i bambini potranno partecipare al laboratorio didattico dal titolo “Introduzione al birdwatching” a cura della Lipu Ostia. Nel pomeriggio, alle 16, è prevista una visita guidata a Tor Boacciana a circa 4 km da Tor San Michele, a cura del Parco Archeologico di Ostia Antica (su prenotazione).
Un viaggio nel Palazzo della Sapienza attraverso i disegni di Plautilla Bricci. Visite guidate gratuite in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio al Palazzo della Sapienza in corso Rinascimento per un evento speciale ispirato alla figura di Plautilla Bricci. “L’architettrice nella Roma di Borromini”, è il titolo dell’iniziativa realizzata dalla soprintendenza Speciale di Roma e dall’Archivio di Stato di Roma. Attraverso i disegni di Plautilla Bricci si snoderà il viaggio nel Palazzo della Sapienza. La storia del Palazzo della Sapienza ha inizio nel 1431 quando il pontefice Eugenio IV con bolla papale conferisce allo studium urbis le entrate della gabella del vino con l’impegno di costruire un collegio per studenti, una struttura che in circa due secoli avrebbe monumentalizzato un isolato del rione Sant’Eustachio, oggi sito tra l’omonima piazza, via del Teatro Valle, via degli Staderari, via dei Sediari, corso Rinascimento. Con i proventi della gabella l’Università romana nel 1433 acquista alcune case su via dei sediari in cui trasferisce la sede. certamente non si trattava ancora di edifici organizzati per l’insegnamento ma, all’uso medievale, di abitazioni per docenti nelle quali si tenevano le lezioni. tra il 1492 e il 1570 queste abitazioni/scuole sul versante sud vennero trasformate con l’aggiunta di portici sul cortile centrale, mentre il resto dell’isolato era ancora occupato da abitazioni private. nel 1579, grazie anche all’acquisto delle altre case dell’isolato. Inizia la costruzione dell’ala nord, verso via degli Staderari, e il complesso acquista uno schema planimetrico preciso: due ali con due scaloni simmetrici, unite da un corridoio sul lato di facciata intorno ad un cortile centrale. un impianto architettonico elaborato dalla metà del XIV secolo per le sedi universitarie e che ha nel Collegio di Spagna di Bologna, voluto dal cardinale Albornoz nel 1365, un preciso riferimento tipologico ma che si ritrova reinterpretato in varie parti d’Italia, come a esempio nel Palazzo della Sapienza a Pisa. A Roma tuttavia a condurre i lavori dal 1595 al 1602 è Giacomo Della Porta, allievo di Michelangelo e del Vignola, che prosegue con la costruzione dell’esedra su lato est, che diventerà poi la facciata della chiesa di Sant’Ivo, con il completamento delle nuove aule sul lato nord e del portico fino all’esedra. nel 1602 alla morte di Giacomo Della Porta i lavori vengono affidati a Giovanni Paolo Maggi che nel lato est sistema l’ingresso su via del Teatro Valle attraverso il proseguimento del loggiato sud. Nel 1632 Francesco Borromini viene nominato architetto della Fabbrica della Sapienza e, dopo la demolizione di un albergo esistente dietro l’esedra di inizia la costruzione della chiesa di Sant’Ivo e poi, nel 1665, la realizzazione della Biblioteca Alessandrina e delle quattro sale poligonali ai lati della chiesa. tra il 1659 e il 1664, realizza infine il prospetto nord con la costruzione del portico che definisce il nuovo ingresso su piazza Sant’Eustachio. Le visite si terranno sabato 28 settembre alle 16 e alle 17 e saranno a cura della responsabile Maria Cristina Lapenna. Le visite sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo.
GLI APPUNTAMENTI SERALI DI SABATO 28 SETTEMBRE

L’altare maggiore della basilica di Sant’Agostino a Roma (foto ssabap-roma)
La basilica di Sant’Agostino: tra Rinascimento e Età Moderna. La chiesa di Sant’Agostino, situata nell’omonima piazza, venne eretta a partire dal XIV secolo, quando gli agostiniani, che già officiavano nella piccola chiesa di San Trifone in Posterula, decisero di costruire una nuova struttura per il loro convento e di dedicarla al santo ispiratore dell’ordine. Il nuovo edificio, ultimato soltanto nel 1420, risultò però di dimensioni troppo contenute per le esigenze della comunità religiosa ed era inoltre soggetto a continue piene del Tevere. Per questo motivo, tra il 1479 ed il 1483, per volontà del cardinale francese Guillaume d’Estouteville, la chiesa venne riedificata e rialzata dal piano stradale tramite una scalinata. Soltanto nel 1484 gli agostiniani vi si trasferirono, lasciando la chiesa di San Trifone alla Confraternita del Ss. Sacramento. Tra il 1746 e il 1750 Luigi Vanvitelli ingrandì il convento e trasformò radicalmente anche l’interno della chiesa, modificando la cupola emisferica con una volta a catino, aggiungendo le volute laterali della facciata e trasformando il campanile cuspidato quattrocentesco in una torre quadrata. All’interno della basilica si conservano importanti opere d’arte risalenti a varie epoche; tra queste si ricordano la Madonna del Parto di Jacopo Tatti detto “il Sansovino”, l’affresco raffigurante il Profeta Isaia di Raffaello, la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, le tele di Guercino e di Lanfranco che ornano cappella di Sant’Agostino e il grandioso altare maggiore marmoreo, progettato da Bernini e realizzato da Orazio Torriani. Le pareti e la volta della navata centrale, oggetto di un accurato restauro curato dalla SSABAP da poco concluso, ospitano un monumentale ciclo di affreschi con Storie della vita della Vergine e Storie e figure del Vecchio Testamento, realizzato fra il 1858 ed il 1868 dal Pietro Gagliardi. In occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2024 la Soprintendenza Speciale ha promosso un’apertura straordinaria serale con visite guidate gratuite alle 19.30, alle 20.30 e alle 21.30 con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo

Il mausoleo di Sant’Elena a Roma (foto ssabap roma)
Mausoleo di Sant’Elena apertura straordinaria serale. Maestoso e monumentale. In origine era arricchito da decorazioni e sovrastato da un’imponente cupola alla base della quale, forse per alleggerire il peso della struttura, furono inserite delle anfore vuote, dette pignatte, oggi restaurate e ancora visibili. Da questa caratteristica la zona avrebbe preso la denominazione di “Torre Pignattara” attestata a partire dal 1547 dando il nome al quartiere moderno. Il Mausoleo di Sant’Elena e il suo Antiquarium saranno eccezionalmente aperti di sera in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Sabato 28 settembre il monumento in via Casilina 641 sarà aperto con visite libere dalle 19 alle 22, ultimo ingresso alle 21.30. L’evento è curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, in accordo con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra che ha in gestione il monumento insieme alle adiacenti Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro.

Il fascino delle Terme di Caracalla illuminate per le aperture serali (foto fabio caricchia)
Terme di Caracalla apertura serale straordinaria, ingresso con biglietto simbolico di 1 euro. “Tra le opere pubbliche che egli lasciò a Roma, vi furono le magnifiche Terme che portano il suo nome, la cui sala per i bagni caldi è costruita, secondo gli architetti, con una tecnica che non si può riprodurre con nessun tipo di imitazione”. Così nella Historia Augusta si descrivono le magnifiche Terme di Caracalla. Queste sono uno dei complessi termali più grandi e conservati dell’antichità, realizzate nella parte meridionale della città ed inaugurate per iniziativa di Caracalla nel 216 d.C. La pianta rettangolare è tipica delle grandi terme imperiali e le imponenti strutture, articolate nei diversi ambienti, riescono ancora ad evocare la vita e le attività degli antichi frequentatori e suggeriscono il lusso che le caratterizzava. Le terme, infatti, non erano solo un edificio per il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. Si entrava nel corpo centrale dell’edificio da quattro porte sulla facciata nord-orientale. Sull’asse centrale si possono osservare in sequenza il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e la natatio. Ai lati di questo asse sono disposti simmetricamente altri ambienti attorno alle due palestre. Ancora oggi le distese dei mosaici, i resti delle vasche e della decorazione architettonica, conservata negli estesi sotterranei, suggeriscono chiaramente il programma decorativo originario che le rende uno dei gioielli di Roma antica. Per l’approvvigionamento idrico fu creato un ramo speciale dell’Aqua Marcia, l’Aqua Antoniniana. Un recente intervento ha riportato l’acqua nelle Terme di Caracalla mediante l’installazione permanente di uno specchio d’acqua davanti al calidarium arricchita con suggestivi giochi d’acqua e di luce evocativi dell’antica atmosfera. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, la Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, promuove l’apertura serale straordinaria delle Terme di Caracalla con visite guidate al costo simbolico di 1 euro. I biglietti sono disponibili presso la biglietteria on line di Musei italiani e. Si specifica che le visite sono previste alle 20.15, alle 20.25, alle 21, alle 21.15 e alle 21.50 e sono della durata di 40 minuti, l’orario di fine visita inserita nello slot orario della biglietteria è puramente indicativo. Ad accompagnare i gruppi di massimo 40 partecipanti per turno ci saranno due guide specializzate.
GLI APPUNTAMENTI DIURNI DI SABATO 28 E DOMENICA 29 SETTEMBRE

Un prezioso pavimento a marmi colorati nella Villa di Livia a Prima Porta (Roma) (foto fabio caricchia)
Villa di Livia – A casa della prima imperatrice di Roma. La Villa di Livia è un incantevole luogo di otium dove l’imperatore Augusto e la moglie Livia solevano trascorrere il tempo libero lontani dagli affanni di Roma. Ricca di vegetazione e famosa per il suo lauretum, è stata riscoperta nel 1863, quando è tornata alla luce la celebre statua di Augusto, ora ai Musei Vaticani e la stanza sotterranea con l’affresco di giardino poi staccata ed ora uno dei gioielli di Palazzo Massimo. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024 il sito sarà aperto al pubblico sabato 28 e domenica 29 settembre dalle 10.30 alle 18.30, ultimo ingresso alle 17.30. Le visite sono libere e gratuite.

Il modellino dell’Arco quadrifronte inglobato nel Medioevo in una chiesa fortificata, esposto nell’Antiquarium dell’Arco di Malborghetto (foto ssabap-roma)
Arco di Costantino – Il sogno prima della battaglia. L’Arco di Malborghetto fu costruito dall’imperatore Costantino in ricordo del suo sogno premonitore prima della battaglia contro Costantino del 28 ottobre 312. Intorno ad esso nei secoli sorse un piccolo borgo e si perse la memoria dell’imperatore, poi ritrovata con studi recenti della Soprintendenza. Nell’Arco è situato un piccolo Museo contenente materiali provenienti dagli scavi nell’area di Roma Nord. In occasione delle Giornate europee del Patrimonio la Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, promuove l’apertura straordinaria del complesso archeologico con visite libere, gratuite, senza prenotazione. Apertura sabato 28 settembre dalle 10.30 alle 21.30, ultimo ingresso alle 20.30 e domenica 29 settembre dalle 10.30 alle 18.30, ultimo ingresso alle 17.30.

La basilica sotterranea di Porta Maggiore (foto ssabap-roma)
I misteri della Basilica sotterranea di Porta Maggiore. La Basilica di Porta Maggiore non ha confronti: è unica nel suo genere. Un edificio sotterraneo, situato a 9 metri di profondità, a forma di basilica – prima attestazione a Roma, con vestibolo, atrio e aula basilicale, coperte di stucchi. Le scene rappresentate nei raffinati stucchi sono scene con divinità, oggetti rituali, ma anche scene di genere con giochi di bambini o giocolieri. Datata al I secolo d.C., ne è incerta la funzione: forse sede di Neopitagorici o funeraria. O forse entrambe. I segreti della Basilica sotterranea di Porta Maggiore si svelano sabato 28 e domenica 29 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio con visite guidate gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo
Patrimonio in cammino, verso l’Ecomuseo di Roma Ovest. La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024 promuove un evento speciale dedicato al progetto dell’Ecomuseo di Roma Ovest. Patrimonio in Cammino è il tema delle GEP che si terranno in tutta Europa il 28 e il 29 settembre e in cammino è il processo di realizzazione dell’Ecomuseo, inserito tra i progetti del PNRR. Una pratica museale nata in Francia negli anni ’70 del secolo scorso che si è diffusa in ogni parte del mondo e che mette al centro le esperienze di chi vive in un determinato territorio. Il progetto ideato dal Responsabile dell’Area funzionale Patrimonio DEA e Immateriale, Alessio De Cristofaro, ha iniziato a muovere i primi passi in primavera coinvolgendo associazioni, gruppi informali, cittadini, residenti nei territori dei Municipi XII, XIII e XIV che sono inseriti nella mappa del costituendo Ecomuseo di Roma Ovest. Le Giornate Europee del Patrimonio saranno l’occasione per incontrarsi e mettersi in dialogo con antropologi, attivisti, istituzioni e rappresentanti di esperienze ecomuseali già realizzate. Due giorni per fare rete, costruire insieme, valorizzare e promuovere le anime del progetto, imparare e scambiare competenze in un clima di festa.
Sabato 28 settembre la sede della manifestazione è la Cascina di Sotto, in via di Boccea 922. La mattinata sarà dedicata all’incontro “Ecomusei e Patrimonio immateriale”. La manifestazione sarà inaugurata dal saluto del Soprintendente Speciale Daniela Porro, con l’introduzione del responsabile del progetto Alessio De Cristofaro e gli interventi di Roberta Pardi, funzionario archeologo responsabile Municipio XIV su Ricostruire l’Ipogeo degli Ottavi: il progetto di valorizzazione digitale e di Alessia Argento, funzionario archeologo responsabile Municipio XII, su La Villa di Colonnacce: un progetto di riqualificazione. Seguiranno l’intervento del Dirigente dell’Area Comunicazione e Promozione dei Servizi Culturali della Regione Lazio, Roberto Ottaviani, e un focus su Ecomuseo Parco di Centocelle a cura di Giovanni Figà Talamanca. Ecomusei, patrimonio e cultura è il tema affrontato dallo storico e docente, già presidente ICOM, Daniele Jalla, seguirà un approfondimento sulle esperienze dell’Ecomuseo della via Latina con Vito Lattanzi in dialogo con Marco Vigliotti e dell’Ecomuseo del Litorale romano con Alessandro Portelli in dialogo con Paolo Isaja. La mattinata si concluderà con una tavola rotonda Il costituendo Ecomuseo di Roma Ovest, coordinata da Francesco Aliberti e Marcello Tagliente, con gli interventi del Presidente del Municipio XIV Marco Della Porta e dell’assessore alla Rigenerazione urbana e periferie, Giuseppe Strazzera, del Presidente del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti e dell’assessore allo sviluppo locale Cinzia Giardini, del Presidente del Municipio XII, Elio Tomassetti e dell’assessore alle Politiche dei lavori pubblici Francesco Geraci. La seconda parte della giornata sarà dedicata al patrimonio immateriale dell’Ecomuseo di Roma Ovest con una introduzione a cura di Alessandra Broccolini dal titolo Le rievocazioni storiche tra festa, storia e patrimonio culturale immateriale. Si terranno la Rievocazione storica del Palio dei fontanili, a cura della Proloco Testa di Lepre, un’esibizione di Danze medievali, a cura della Compagnia dei Virelai e per chiudere i Balli popolari, a cura dell’associazione culturale Lucchina-Ottavia. Per tutta la giornata ci sarà un info point delle Associazioni aderenti al progetto.
Domenica 29 settembre la carovana del costituendo Ecomuseo si sposterà al Museo pleistocenico La Polledrara di Cecanibbio dove dalle 10 alle 18, si terranno quattro visite guidate con prenotazione obbligatoria, compilando l’apposito modulo, al Museo a cura della Soprintendenza Speciale di Roma con Federica Marano. Dalle 10 alle 18 nell’area esterna al Museo sarà allestito il villaggio delle associazioni che hanno aderito al percorso dell’Ecomuseo di Roma Ovest che presenteranno le loro attività come il Laboratorio di uncinetto e riciclo creativo, a cura dell’associazione Ilfilocheciunisce ODV, il Laboratorio ambientale, a cura dell’associazione Amici degli alberi Ottavia, il Laboratorio di archeologia sperimentale La scheggiatura della pietra nel Paleolitico, a cura della Soprintendenza Speciale di Roma con la cooperativa Matrix 96, il Laboratorio didattico-rievocativo, a cura di Protectores Domini Nostri, un percorso di tutela attiva del territorio Casal Selce: passato e presente, a cura del Comitato DIfendiamo San Selce, un’esperienza di Archeotrekking alla Villa romana di Valle Santa, a cura di Soprintendenza Speciale in collaborazione con l’associazione Cornelia Antiqua, un laboratorio di tecniche di Survival dalla sussistenza primitiva all’età moderna, a cura di Endas con l’associazione Monolitik survival e un’attività di visual thinking strategies a cura dell’associazione Vtsitalia. Tutte le attività sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Civitavecchia. Alla fondazione Cariciv presentazione del libro “L’Apollo Helios di Civitavecchia. L’immagine del Colosso di Rodi e il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia” (Antiqua Res edizioni) di Lara Anniboletti, direttore dell’Archeologico di Civitavecchia, che apre la collana dei Quaderni del museo
Mercoledì 15 maggio 2024, alle 17, in sala convegni “Giusi Corrado” della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, in via del Risorgimento 8/12 a Civitavecchia, verrà presentato il libro “L’Apollo Helios di Civitavecchia. L’immagine del Colosso di Rodi e il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia” di Lara Anniboletti, direttore del museo Archeologico nazionale di Civitavecchia. Oltre all’autrice Lara Anniboletti, interverranno Gabriella Sarracco (presidente Fondazione Cariciv), Alessandro Mandolesi (archeologo, soprintendenza speciale ABAP Roma) e Carlo Casi (archeologo e direttore Antiqua Res Edizioni). Il libro, il primo di una serie che costituirà la collana dei Quaderni del museo Archeologico nazionale di Civitavecchia, ha come protagonista la statua dell’Apollo Helios che fa parte della collezione museale, ritenuta essere una copia romana del Colosso di Rodi di Carete di Lindo, una delle sette meraviglie del mondo antico. Il quaderno contiene anche una breve guida al Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia e ai capolavori delle sue collezioni, come una copia di età romana dell’Athena Parthenos di Fidia. Il volume è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia ed è pubblicato da Antiqua Res Edizioni. Il quaderno si può acquistare al link: https://www.antiquaresedizioni.it/…/112-apollo-helios…

Copertina del libro “L’Apollo Helios di Civitavecchia. L’immagine del Colosso di Rodi e il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia”
L’Apollo Helios di Civitavecchia. Il Colosso, una delle sette meraviglie del mondo antico, è una delle opere più rappresentative del primo Ellenismo, innalzato dai Rodii a seguito di un terribile assedio del 304 a.C. conclusosi felicemente. L’incarico della statua dedicata al dio del sole Helios, più tardi sintetizzata con Apollo, fu affidato a Carete di Lindo, l’allievo del celebre Lisippo, lo scultore prediletto di Alessandro Magno. Furono proprio le armi lasciate dall’assediante, Demetrio Poliorcete, figlio di Antigono Monoftalmo, e soprattutto i preziosi metalli, il ferro e il bronzo, a permettere ai Rodii di realizzare l’immane colosso bronzeo. Carete, con straordinaria capacità plastica, riuscì ad imprimere nella creazione lo slancio e l’energia di una città che si era da poco liberata da un terribile nemico e innalzava al sole la fiaccola della vittoria. Il Colosso, la cui base poggiava su uno dei moli del porto, cadde dopo circa sessanta anni a causa di un terremoto, privandoci, a dispetto della sua grande fama, della sua reale iconografia: nessuna statua è conservata. Secondo alcune fonti, il Colosso fu rialzato per volontà dell’imperatore Adriano. La copia più completa della statua, alta circa due metri, contro i trenta e più dell’originale, fu realizzata con marmo greco insulare, proprio in epoca adrianea, ed è stata rinvenuta tra i resti della villa marittima del giurista Ulpiano a Santa Marinella, sul litorale a nord di Roma. L’eleganza e la leggerezza di questo capolavoro dell’arte antica, conservato al museo Archeologico nazionale di Civitavecchia, trasmettono oggi, come allora, una profonda emozione. Al museo Archeologico nazionale di Civitavecchia, oltre all’Apollo-Helios è esposta la copia dell’Atena Parthenos capolavoro del V secolo a.C., dell’artista ateniese Fidia. Nella sala dei marmi figurano pregevoli reperti scultorei recuperati dalle numerose ville marittime disposte sul litorale tra Pyrgi e Centumcellae, o che decoravano i monumenti della città di Centumcellae sviluppata in seguito alla realizzazione del porto voluto dall’imperatore Traiano. Una breve guida dell’attuale allestimento del museo, con la sala del Lapidario, il ballatoio in cui trovano spazio i contesti archeologici del territorio limitrofo, le Terme Taurine cui è dedicato un approfondimento e la Sala del santuario etrusco di Punta della Vipera, arricchiscono di contenuti il volume.

L’archeologa Lara Anniboletti, direttore del museo Archeologico nazionale di Civitavecchia (foto drm-lazio)
Lara Anniboletti, archeologa, dirige il museo Archeologico nazionale di Civitavecchia, oltre al museo Archeologico nazionale e alla Necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo di Orvieto. Ha fatto parte della segreteria tecnica per l’esecuzione del Grande progetto Pompei, dove ha ricoperto incarichi tecnici di archeologo e responsabile della comunicazione. Tra le sue pubblicazioni, oltre a contributi scientifici, il volume divulgativo “79 Storie su Pompei che nessuno ha mai raccontato”, Roma 2016, L’Erma di Bretschneider, tradotto anche in inglese. Da sempre particolarmente interessata agli aspetti di valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, il suo slogan è “l’archeologia è una scienza da condire con l’umanità”.
Roma. Tutti i week end fino a dicembre si può visitare il complesso della Basilica di Sant’Ippolito all’Isola Sacra (Fiumicino). Accesso gratuito

Il complesso della Basilica di Sant’Ippolito all’Isola Sacra (Fiumicino) dominato dal campanile romanico (foto ssabap roma)
Fino al 10 dicembre 2023, tutti i weekend d’autunno è possibile visitare il complesso della Basilica di Sant’Ippolito all’Isola Sacra (Fiumicino) dalle 11 alle 14.30. Fa parte del percorso di visita anche il piccolo ma prezioso Antiquarium, nel quale sono esposte le iscrizioni rinvenute negli scavi della basilica paleocristiana attigua e dove campeggia il ciborio in marmo di IX secolo d.C., che fu rinvenuto smontato all’interno della basilica e che è stato rimontato già negli anni ’70, dopo la sua scoperta. L’accesso al complesso di Sant’Ippolito, all’Antiquarium e alla cappella del Conventino è gratuito. La soprintendenza speciale di Roma consiglia di abbinarlo alla visita della Necropoli di Porto all’Isola Sacra, dalla quale dista poche centinaia di metri.

Veduta aerea del complesso della Basilica di Sant’Ippolito all’Isola Sacra (Fiumicino) (foto ssabap roma)
Il complesso archeologico di Sant’Ippolito è costituito da una basilica paleocristiana, da un sistema di cisterne romane sotterranee e dal Conventino medievale, su cui svetta l’imponente campanile romanico che ancora oggi domina e caratterizza il paesaggio urbano, ben visibile anche dalla viabilità principale che scorre verso l’Aeroporto di Fiumicino. Il complesso basilicale è legato al ricordo del martire Ippolito, patrono di Fiumicino, celebrato annualmente il 5 ottobre con una liturgia di commemorazione che si svolge proprio all’interno della basilica paleocristiana. A rendere certa l’intitolazione della basilica paleocristiana al martire Ippolito è il rinvenimento, negli anni ’70 del Novecento, del sarcofago del santo, riportante il nome, il che dà prova documentaria a quella che fino a quel momento era stata un’intitolazione basata sulla tradizione. Negli anni ’70 vennero in luce anche gli elementi architettonici pertinenti al ciborio, il quale fu rinvenuto smontato e sistemato da una parte già tra il XII e il XIII secolo. Questa è l’epoca cui risale l’ultima frequentazione della basilica. Essa d’altro canto ebbe storia molto lunga: costruita alla fine del IV secolo d.C. fu ampliata tra la fine del V e gli inizi del VI secolo e ulteriormente modificata nell’XI secolo.

Il ciborio in marmo dell’IX secolo nell’antiquarium del complesso della Basilica di Sant’Ippolito all’Isola Sacra (Fiumicino) (foto ssabap roma)
Risale al IX secolo il ciborio marmoreo che doveva monumentalizzare l’altare e che oggi è rimontato nel piccolo antiquarium annesso alla basilica, nei locali del Conventino: le lastre che lo compongono sono decorate con tralci di vimini, mentre l’elevato è assicurato da eleganti colonnine lisce e capitelli marmorei. Nell’Antiquarium è conservata anche l’iscrizione che cita il martire Ippolito. Al XII secolo risale la risistemazione dell’altare in muratura all’interno della basilica, ma anche la costruzione della torre campanaria del futuro conventino che sorgerà accanto alla basilica e che sopravviverà anche quando l’edificio di culto sarà abbandonato.
Ischia di Castro (Vt). Al museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” la mostra “Il ritorno della biga. Carri etruschi da Castro, Vulci e Tarquinia” per il ritorno a casa della celebre biga in bronzo rinvenuta nel 1967
Al museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro (Vt) venerdì 4 agosto 2023, alle 18, sarà inaugurata la mostra “Il ritorno della biga. Carri etruschi da Castro, Vulci e Tarquinia”, visitabile dal 5 agosto al 31 dicembre 2023, che vuole celebrare il ritorno, nella località da cui proviene, della celebre Biga in bronzo, datata al 530-520 a.C. e rinvenuta nel 1967 grazie alle ricerche condotte dal Centro belga di Studi etrusco-italici nella necropoli etrusca di Castro. La Tomba della Biga, che ha preso il nome del currus etrusco, è oggi visitabile nel parco archeologico Antica Castro e il video della scoperta si potrà ammirare al museo di Ischia di Castro. Insieme alla Biga di Castro sono esposti altri due esempi importanti di carri etruschi: il calesse femminile rinvenuto a Tarquinia, negli scavi dell’università di Torino, all’interno del Tumulo della Regina, risalente alla prima metà del VII secolo a.C. e quello proveniente dalla Tomba delle Mani d’Argento (640-630 a.C.), scavato dalla Soprintendenza insieme alla Fondazione Vulci, nella necropoli dell’Osteria a Vulci. Da questa ricca tomba provengono anche la testiera di cavallo con i preziosi finimenti bronzei, il collare e alcuni morsi equini in ferro, che completano l’esposizione. La mostra è stata fortemente voluta dal Comune di Ischia di Castro – museo civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” e ha visto il coinvolgimento della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, della direzione regionale Musei del Lazio – museo nazionale Etrusco Rocca Albornoz, della soprintendenza speciale di Roma, della Fondazione Vulci e della rivista Archeo, come media partner.
Teatri di Pietra: 130 spettacoli in 23 siti archeologici tra Lazio, Toscana, Sicilia, Campania e Basilicata. Si inizia da Roma (Villa di Livia e Malborghetto)
Torna la Rete dei Teatri di Pietra, l’iniziativa che da oltre vent’anni porta lo spettacolo dal vivo in alcuni dei più suggestivi siti archeologici e monumentali italiani. La stagione 2023, che coinvolge Lazio, Toscana, Sicilia, Campania e Basilicata, ha inizio dalla Capitale, grazie alla collaborazione con la soprintendenza speciale di Roma, con un ricco programma di danza, musica, teatro e scritture drammaturgiche inedite che raccontano il presente in luoghi dalla storia straordinaria, attraverso opere classiche e contemporanee. 130 le manifestazioni in cui Teatri di Pietra porterà 38 diversi opere originali che andranno in scena in 23 siti archeologici; danza, musica, teatro e scritture drammaturgiche inedite compongono il programma, pensato per raccontare il presente in luoghi ricchi di storia – noti e meno noti – attraverso opere classiche e contemporanee. La lunga stagione inizia dunque nel Lazio, a Roma nella Villa di Livia (26-29 giugno 2023), per poi proseguire nel sito di Malborghetto (6-13 luglio 203) e nell’anfiteatro di Sutri (8 luglio – 5 agosto 2033). In contemporanea partono gli spettacoli in diversi siti della Sicilia – tra i primi Solunto, Himera, l’Acropoli di Selinunte (14 luglio) – e in Toscana (teatro romano di Volterra, 7 luglio). A seguire il tour toccherà la Campania e la Basilicata, fino alla fine dell’estate.
Il tour parte il 26 giugno 2023, alle 18, nella Villa di Livia con Opra prima, la rassegna di inediti per il teatro, che si apre con “Sulle ginocchia di Ananke”, storie di donne reali e contemporanee, di Evelina Barone; adattamento e drammaturgia Isabella Moroni e Argillateatri, regia di Ivan Vincenzo Cozzi; con Brunella Petrini, Manuela Boccanera, Ileana de Gregorio, Susanna Lauletta. Segue il 27 giugno 2023 “Guerriere in nome di…”, dialogo tra Eris, dea della guerra, e tre figure femminili, una madre, una figlia e Giovanna D’Arco: testo Luisa Stagni, con Michele Belsanti, Giorgia Palmucci, Virginia Veludo, Luisa Stagni; regia Luisa Stagni. Il 28 giugno 2023 va in scena Kairos, spettacolo con cui l’attore racconta i momenti in cui la vita ci concede di cogliere un’occasione o di perderla per un soffio: di Gipeto con Gipeto e Cecilia Casini, danza Elisa Carta Carosi. Si chiude il 29 giugno 2023 con “L’aquila e l’alabastro”, dialogo tra l’imperatore Tiberio e Maria di Màgdala, di Cinzia Giorgio, regia di Filippo Carrozzo, con Veronica Cinque e Massimo Napoli. Ingresso con prenotazione online obbligatoria: online www.liveticket.it, whatsapp 351 907 2781, www.teatridipietra.it / fb teatridipietra.
A partire dal 6 luglio 2023, alle 21, l’evento prosegue nel sito di Malborghetto con “Erathostenes”, il primo appuntamento che fonde danza, teatro e canto e invita alla riflessione sui concetti di comunità, convivenza, libertà e confronto: contributo letterario e ricerca storico-scientifica della prof.ssa Michela Costanzi e del prof. Fabio Pallotta, drammaturgia Sebastiano Tringali, regia e coreografia Aurelio Gatti, costumi Marina Sciarelli Genovese; con Carlotta Bruni, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Matteo Gentiluomo, Rosa Merlino, Paola Saribas e Gipeto, Chiara Meschini, Sebastiano Tringali. Il 7 luglio 2023, “Acarnesi” di Aristofane vede in scena quattro attori che, in un alternarsi di giochi di identità e ruoli, celebrano la commedia classica: adattamento Anton Giulio Calenda e Alessandro Di Murro, regia Alessandro Di Murro; con Matteo Baronchelli, Alessio Esposito, Amedeo Monda, Laura Pannia. Il 12 luglio 2023, debutto per “Gaius Plinius Secundus – L’ultimo viaggio di Plinio il Vecchio”, un viaggio immaginario, attraverso le allucinazioni, le speranze, le proiezioni e gli ultimi respiri dello scrittore e filosofo in occasione del bimillenario della sua nascita: drammaturgia Diego Sommaripa e Noemi Giulia Fabiano, musica Marco Schiavoni, danza Luca Piomponi, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, con Rino Di Martino. La rassegna si chiude il 13 luglio 2023 con “Dante, Sommo Poeta”, la creazione coreografica originale della compagnia Astra Roma Ballet: un suggestivo viaggio in danza attraverso i sonetti giovanili della Vita Nova e le celebri terzine della Divina Commedia. Direzione artistica Diana Ferrara, coreografie G. Primiano, F. Paparozzi, musica Marco Schiavoni; con Giada Primiano, Giorgia Montepaone, Federica Bisceglia, Alex Provinciali, Alessandro Scavello, Fausto Paparozzi e la partecipazione dell’attore Graziano Sirci. Prenotazione obbligatoria online www.liveticket.it; info www.teatridipietra.it; whatsapp 351 907 2781.
“Teatri di Pietra” si sposta poi nell’anfiteatro romano di Sutri (Vt), dall’8 luglio al 5 agosto 2023, alle 21; ingresso posto unico 12 euro / ridotto 10; concerto del 29 e 30 luglio : 15 euro. Prenotazioni online: www.archeoares.it, www.liveticket.it; info&prenotazioni: info www.teatridipietra.it whatsapp 351 907 2781. Si inizia sabato 8 luglio 2023, con “La lupa” da Giovanni Verga, coreografia Carlotta Bruni, musica Marco Schiavoni, narrazione Sebastiano Tringali; con Lucia Cinquegrana, Paola Saribas, Matteo Gentiluomo. Quindi, domenica 9 luglio 2023, in scena “Menecmi” da Tito Maccio Plauto, regia Collettivo VAN; con Andrea Pacelli, Ivan Graziano, Gabriele Manfredi, Andrea Palermo, Federica Cinque, Riccardo Rizzo, Gabriele Rametta e Andrea Di Falco; musiche Andrea di Falco e Gabriele Rametta. Terzo appuntamento giovedì 13 luglio 2023, con “Caruso”, regia e coreografie Mvula Sungani; musiche Lucio Dalla, Enrico Caruso, Autori Vari; costumi Giuseppe Tramontano; con Emanuela Bianchini e i solisti della compagnia Mvula Sungani Physical Dance. Segue sabato 15 luglio 2023 con “Ifigenia in Aulide” di Euripide, adattamento Fabrizio Sinisi, regia di Alessandro Machìa; con Andrea Tidona, Alessandra Fallucchi, Roberto Turchetta, Carolina Vecchia e con Lorenza Molina, Irene Mori; con la partecipazione di Paolo Lorimer nel ruolo di Menelao. Il giorno dopo, domenica 16 luglio 2023, va in scena “Gaius Plinius Secundus – L’ultimo viaggio di Plinio il Vecchio”, drammaturgia Diego Sommaripa e Noemi Giulia Fabiano; musica Marco Schiavoni; danza Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Luca Piomponi; con Rino Di Martino. Sesto appuntamento martedì 18 luglio 2023: “Kairos”, ideazione e drammaturgia Gipeto; musiche a cura di Marco Schiavoni; con Gipeto e Cecilia Casini. Due giorni dopo, giovedì 20 luglio 2023, ecco “Elena o della passione amorosa” di e regia Salvo Bitonti; musiche a cura di Dario Arcidiacono; scena Scuola Scenografia Accademia Albertina di Torino; con Mita Medici. Ottavo appuntamento venerdì 21 luglio 2023, con “Castalia. Le Nuvole” di Aristofane, adattamento e regia Vincenzo Zingaro; musiche: Giovanni Zappalorto; con Fabrizio Passerini, Piero Sarpa, Riccardo Graziosi, Rocco Militano, Laura De Angelis, Sina Sebastiani, Valeria Spada. Quindi sabato 22 luglio 2023, c’è “Devī viaggio nel tempio della Dea. The Divine Feminine through Odissi Dance”, danza indiana diretta da Ganga Sheth e interpretata da Revital Carroll, Vidisha Mishra, Ganga Sheth. Decimo spettacolo in cartellone, giovedì 27 luglio 2023, “Grandi processi dell’antichità” da Cicerone a cura di Gian Mesturino e Elia Tedesco, con la Compagnia Torino Spettacoli. Il week end si apre venerdì 28 luglio 2023, con “Ulisse racconta Ulisse” di Beatrice Monroy e Sergio Vespertino, musiche dal vivo Pierpaolo Petta; con Sergio Vespertino. Continua sabato 29 luglio 2023, con “Prog Symphony”, concerto per coro, soli, quintetto di ottoni, quartetto di sax, 2 chitarre elettriche, sintetizzatore basso e batteria; direzione e composizione M° Vincenzo De Filippo. E domenica 30 luglio 2023, “Mare Nostrum”, concerto per Voci, pianoforte, violoncello, clarinetto e canto a cappella, direzione e composizione M° Vincenzo De Filippo. Ultimi due spettacoli la settimana successiva: venerdì 4 agosto 2023, in scena “Parola di donne” da Omero, adattamento Stefano Sarra e Ornella Marcucci, regia Stefano Sarra; con Daniela Babini, Katia Francescon, Stefania Grano, Ornella Marcucci, Melania Mastrangelo, Cristina Palma, Liliana Scaffa, Donatella Vinotti, Francesca Zamparelli. Chiude la stagione, sabato 5 agosto 2023, “Carmen”, coreografie Luigi Martelletta musiche Bizet, autori vari; con i solisti della Compagnia Almatanz.
Roma. Apertura straordinaria del museo Paleontologico La Polledrara, noto come il cimitero degli Elefanti antichi: tre visite guidate gratuite

Il museo Paleontologico La Polledrara, il cimitero degli Elefanti antichi, nella campagna romana a Nord Ovest della città di Roma (foto ssabap-roma)
Apertura straordinaria del museo Paleontologico La Polledrara, noto come il cimitero degli Elefanti antichi, domenica 6 novembre 2022. Appuntamento in via di Cecanibbio a Roma: visite alle 9.45, 11, 12.15 (gruppi di 25 pax). Le visite sono gratuite, senza prenotazione, fino ad esaurimento posti. Il perfetto stato di conservazione dei numerosi resti paleontologici individuati nel 1984 dall’allora soprintendenza Archeologica di Roma, ha motivato l’attuazione di un progetto di musealizzazione in situ del paleosuolo fossile individuato sul pendio di una collina nella campagna romana a Nord Ovest della città, tra la via Aurelia e la via di Boccea.

Museo Paleontologico – La Polledrara: il deposito di migliaia di ossa fossili di grandi mammiferi: elefante antico, bufalo d’acqua, lupo, avifauna (foto ssabap-roma)
Il museo Paleontologico – La Polledrara custodisce un tratto di paleoalveo sul quale la corrente, circa 320mila anni fa, ha depositato migliaia di ossa fossili di grandi mammiferi: elefante antico, bufalo d’acqua, lupo, avifauna. In un momento di rallentamento delle acque, e dunque di impaludamento dell’area, alcuni elefanti rimasero intrappolati nel fango e la carcassa, ritrovata in connessione anatomica, fu oggetto di sfruttamento da parte di un gruppo di ominidi (Homo heidelbergensis), testimoniato dal ritrovamento intorno alle ossa dei grandi mammiferi di oltre 600 manufatti in selce molti dei quali conservano ancora le tracce prodotte dall’uso su carni e pelli.

Una ricostruzione dell’ambiente quando era popolato dai grandi mammiferi (foto ssabap-roma)
Il progetto di musealizzazione è ancora in corso, al momento si sta lavorando sul nuovo apparato didattico-illustrativo e su un progetto di nuova illuminazione dei reperti ciò nonostante si è pensato ad un’apertura straordinaria la mattina del 6 novembre 2022, dalle 9.30 alle 13.30, con 3 visite guidate che apriranno una finestra sulla biodiversità del Paleolitico inferiore.
Roma. Scoperto un ponte romano di età imperiale sulla via Tiburtina durante i lavori di allargamento della strada: venuta alla luce la porzione centrale dell’arcata a tutto sesto del ponte

La porzione centrale dell’arcata a tutto sesto del ponte scoperto sulla via Tiburtina (foto fabio caricchia / ssabap-roma)

Il cantiere di scavo sulla via Tiburtina dove è stato scoperto parte di un ponte romano (foto fabio caricchia / ssabap-roma)
Gli operai e i tecnici della soprintendenza se ne sono subito resi conto: quei blocchi in travertino lavorati erano parte di una struttura antica. I resti di un ponte romano sono venuti alla luce durante le indagini archeologiche condotte sotto la direzione della soprintendenza Speciale di Roma per i lavori del Comune di Roma di allargamento della strada Tiburtina. La struttura, a una prima analisi di epoca imperiale, serviva all’antica Tiburtina ad attraversare il Fosso di Pratolungo.

Gli incavi rettangolari usati per fissare i blocchi di travertino del ponte (foto fabio caricchia / ssabap-roma)

Frammenti del ponte romano scoperto sulla via Tiburtina (foto fabio caricchia / ssabap-roma)
Gli scavi, condotti con la direzione scientifica di Fabrizio Santi, archeologo della soprintendenza Speciale di Roma, dalle archeologhe Stefania Bavastro e Mara Carcieri della Land srl, hanno messo in luce la porzione centrale dell’arcata a tutto sesto del ponte realizzata con possenti blocchi di travertino messi in opera a secco, fissati tra di loro mediante incavi rettangolari connessi a sporgenze dalle medesime caratteristiche e dimensioni e rinforzati esternamente da uno spesso strato di cementizio.

Blocchi di travertino del ponte romano scoperto sulla via Tiburtina (foto fabio caricchia / ssabap-roma)
“Roma ci sorprende sempre con la testimonianza della sua storia millenaria – ha dichiarato il soprintendente speciale Daniela Porro – Il ponte appena ritrovato ci mostra i resti di una pregevole opera dell’ingegneria romana e permetterà di comprendere meglio la topografia antica della zona e i suoi sviluppi nel corso dei secoli”.


In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2023, la soprintendenza speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, offre per questa edizione, che ha come tema principale Patrimonio InVita, aperture straordinarie e visite guidate che si svolgeranno non solo in orari diurni, ma anche nella fascia serale e su tutto il territorio di Roma. Ecco gli appuntamenti da non perdere nelle giornate del 23 e 24 settembre 2023.









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