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Vicenza. Mostra “I creatori dell’Egitto eterno”: conferenza con il curatore Cédric Gobeil a Palazzo Chiericati e ingressi ridotti per la Festa del papà

vicenza_basilica_mostra-i-creatori-dell-egitto-eterno_conferenza-gobeil_locandinaDopo Christian Greco, Corinna Rossi e Paolo Marini, stavolta tocca a Cédric Gobeil. Sarà lui il protagonista della nuova iniziativa di promozione della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana fino al 28 maggio. Venerdì 17 marzo 2023, alle 18, Cédric Gobeil, egittologo e curatore del museo Egizio, nel salone d’onore del museo civico di Palazzo Chiericati a Vicenza approfondirà il tema “La vita quotidiana degli antichi egizi alla luce della scoperta di Deir el-Medina”.

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Cédric Gobeil (museo Egizio Torino) (foto graziano tavan)

L’incontro a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili conclude il ciclo di conferenze condotte dai curatori della mostra: Corinna Rossi, docente di Egittologia al Politecnico di Milano, alle Gallerie d’Italia – Vicenza ha tenuto l’incontro dal titolo “La tomba egizia come microcosmo”; Paolo Marini, egittologo e curatore del Museo Egizio, ha discusso di “Timori e speranze a Deir el-Medina. Storie di geni, divinità mostruose e serpenti”, nella sede di Cereal Docks. “Continuiamo a proporre occasioni di approfondimento della grande mostra dedicata agli antichi Egizi in Basilica”, dichiarano il sindaco Francesco Rucco e l’assessore alla cultura Simona Siotto. “Con l’ultimo appuntamento con uno dei curatori, Cédric Gobeil a Palazzo Chiericati, si chiude la rassegna che ha coinvolto anche gli altri due curatori, Corinna Rossi e Paolo Marini, ai cui due interventi ha partecipato un numeroso pubblico di appassionati. Prossimamente organizzeremo nuovi momenti per conoscere più a fondo l’interessante e affascinante civiltà dell’antico Egitto. Proseguono anche le promozioni in mostra in occasione di particolari festività. La prossima sarà la Festa del papà, durante la quale invitiamo i padri, che potranno accedere con il biglietto ridotto, a visitare l’esposizione insieme ai loro figli di ogni età”.

vicenza_basilica_mostra-i-creatori-dell-egitto-eterno_festa-papà_locandinaDomenica 19 marzo 2023, in occasione della Festa del papà, tutti i papà entreranno in mostra con il biglietto ridotto da 11 euro, accompagnati dai loro figli di ogni età. Le tariffe per i figli possono essere consultate al link mostreinbasilica.it/it/info/biglietti. È possibile acquistare il biglietto direttamente in Basilica palladiana, il giorno stesso o online al link https://www.ticketlandia.com/m/i-creatori-dell-eterno-egitto. Domenica 19 marzo la mostra è aperta dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 17).

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Il faraone Ramses II tra il dio Amon e la dea Mut, gruppo in granito dal tempio di Amon a Karnak (XIX dinastia, regno di Ramses II, 1279-1213 a.C.), conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

L’esposizione “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal Museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra. Orari di apertura: martedì, mercoledì e giovedì 10 – 18, venerdì, sabato e domenica 10 – 19. Previste aperture straordinarie. Informazioni: https://www.mostreinbasilica.it/it/.

Vicenza. Prorogata al 28 maggio la mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” in corso alla Basilica palladiana. Rucco e Siotto: “Grazie al grande successo di critica e pubblico, già 45mila visitatori”

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La mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana a Vicenza prorogata al 28 maggio 2023

Grazie al grande successo di critica e pubblico, con 45mila visitatori raggiunti finora, a due mesi e mezzo dall’apertura, la mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” – in corso alla Basilica palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 e inizialmente programmata fino al 7 maggio 2023 – verrà prorogata fino a domenica 28 maggio 2023. Sono inoltre stati decisi aperture straordinarie e un orario prolungato nel week end. Un segno dei risultati positivi ottenuti dall’esposizione curata da Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino, Corinna Rossi Cédric Gobeil e Paolo Marini. L’esposizione è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra.

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Basilica Palladiana: da sinistra, l’assessore alla Cultura Simona Siotto, il sindaco Francesco Rucco e il direttore dei Musei civici Mauro Passarin (foto comune di vicenza)

A spiegare le novità in Basilica palladiana il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alla Cultura Simona Siotto e il direttore dei Musei civici Mauro Passarin. “La mostra “I creatori dell’Egitto eterno” sta riscuotendo un notevole successo”, annunciano il sindaco Francesco Rucco e l’assessore alla Cultura Simona Siotto. “Grazie alla collaborazione con il direttore del museo Egizio Christian Greco, l’esposizione accoglie capolavori provenienti da Torino, accompagnati da una serie di eccezionali prestiti del Museo del Louvre di Parigi. L’amministrazione, con un focus su Tebe e Deir el-Medina e sulla realizzazione delle tombe dei faraoni nelle Valli dei Re e delle Regine, chiude il ciclo delle tre “Grandi Mostre in Basilica” ideato dal Comune di Vicenza con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza per valorizzare le eccellenze culturali della città. A seguito del grande interesse suscitato dall’esposizione, abbiamo deciso di prorogarla di tre settimane, prevedendo aperture straordinarie e un prolungamento dell’orario”.

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Mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana: già 45mila visitatori (foto comune di vicenza)

Dal 10 marzo al 28 maggio 2023, ogni venerdì, sabato e domenica la rassegna sarà visitabile eccezionalmente dalle 10 alle 19 (l’ultimo ingresso è consentito alle 18). Sono previste ulteriori aperture straordinarie con orario prolungato, dalle 10 alle 19, nelle giornate di lunedì 10 e 24 aprile, martedì 25 aprile, mercoledì 26 aprile, giovedì 27 aprile, lunedì 1° maggio, martedì 2 maggio, mercoledì 3 maggio, giovedì 4 maggio. “I dati relativi agli ingressi della mostra e dei Musei civici sono particolarmente positivi”, commentano infine Rucco e Siotto. Nello stesso periodo della mostra, i Musei civici sono stati visitati da 51.927 persone (dal 22 dicembre 2022 al 5 marzo 2023) con un incremento del 67,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (dal 22 dicembre 2021 al 5 marzo 2022: 30.964 ingressi).

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Statuetta in legno della dea Tauret, dedicata dal disegnatore Parahotep, venerata in ambito domestico, proveniente da Deir el Medina, e conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Il percorso espositivo racconta la straordinaria storia di scribi, disegnatori, operai, artigiani e artisti dell’operosa e colta comunità di Deir el-Medina, villaggio fondato intorno al 1500 a.C. sulla riva ovest del Nilo e destinato a ospitare gli artigiani qualificati (e le loro famiglie), che ebbero il compito di costruire e decorare le tombe reali della Valle dei Re e della Valle delle Regine per buona parte del Nuovo Regno (1539-1076 a.C. circa). 180 reperti, 160 provenienti dalle collezioni del museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi, tra i quali statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore, amuleti e strumenti musicali, permettono di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Deir el-Medina.

8 marzo 2023, Giornata internazionale della donna: non solo ingresso gratuito per le donne. Ecco alcune iniziative da Cividale ad Agrigento. Qualche idea anche da enti civici o privati

ministero-cultura_8-marzo-2023_locandinaMercoledì 8 marzo 2023, Giornata internazionale della donna, su proposta del ministro della Cgiornata ultura, Gennaro Sangiuliano, l’ingresso per le donne in musei, parchi archeologici, complessi monumentali, castelli, ville e giardini storici e altri luoghi della cultura statali sarà gratuito. Numerose iniziative sono state organizzate per sensibilizzare e riflettere sull’importanza culturale della Giornata. Ecco qualcuna, da Nord a Sud.

cividale_archeologico_8-marzo_locandinaCIVIDALE Al museo Archeologico nazionale mercoledì 8 marzo 2023 un regalo Speciale per donne Speciali: ingresso gratuito con la possibilità di usufruire di due visite guidate: alle 10.30 e alle 16.

altino_archeologico_8-marzo_locandinaALTINO Al museo Archeologico nazionale oltre all’ingresso gratuito per le donne durante tutta la giornata, sono in programma importanti novità: alle 17, sarà inaugurata la nuova sala conferenze, alla presenza della direttrice Marianna Bressan, del sindaco del Comune di Quarto d’Altino Claudio Grosso e di Cristina Gasparini, assessore alla cultura del Comune di Quarto d’Altino. Per l’occasione è prevista una conferenza di Francesca Ghedini, professoressa emerita di Archeologia classica all’università di Padova, dal titolo: “Donne di potere nella Roma Imperiale”. Seguirà un brindisi a cura del Comune di Quarto d’Altino e della Pro loco di Quarto d’Altino. L’evento, su prenotazione, è gratuito per le donne e gli abbonati, mentre è incluso nel biglietto d’ingresso per tutti gli altri. Info: drm-ven.museoaltino@cultura.gov.it | 0422789443.

ravenna_classis_8-marzo_locandinaRAVENNA Al Museo Classis: la fortuna è donna? In occasione della Festa della Donna, mercoledì 8 marzo 2023, ingresso ridotto per tutte le donne al Museo Classis. Inoltre, alle 16, RavennAntica propone la conversazione “… tutto l’oro ch’è sotto la luna: la fortuna è donna?”: protagoniste Letizia Lodi, direttrice del museo nazionale di Ravenna, e Francesca Masi, direttrice della Fondazione RavennAntica. Partendo dai versi di Dante Alighieri, si affronteranno alcune riflessioni sul legame che intercorre tra il fato e le figure femminili, sia analizzando le vicende di alcune celebri eroine della storia sia attraverso i reperti contenuti in museo, a partire dal volto della Tyche, la personificazione della dea Fortuna, divinità che garantiva la floridezza di una città e il suo destino, rinvenuta negli scavi dell’area di Classe e divenuta il simbolo di Ravenna. Conversazione ad ingresso libero. Prenotazione consigliata: tel. 0544 473717 (tutti i giorni 10 – 17).

roma_capitale_8-marzo_locandinaROMA CAPITALE Mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della Donna, tante le iniziative della Sovrintendenza Capitolina dedicate alla valorizzazione del talento femminile nell’arte e nella cultura e alle protagoniste della vita culturale e sociale della città lungo le vie, nei musei e nei siti archeologici. Appuntamenti anche con traduzione in Lingua dei segni italiana – LIS. La visita al museo della Repubblica Romana mette in scena le figure femminili che svolsero un ruolo di primo piano nella difesa di Roma nel 1849. Ai Musei Capitolini sono di scena figure di donne, sante, eroine e dee, dai capolavori della Pinacoteca Capitolina. Di grande suggestione anche le vicende di alcune donne tra Medioevo ed epoca barocca, rievocate con una passeggiata ai Fori Imperiali, mentre nella Galleria d’Arte Moderna si svolge un appassionante storytelling sui corpi e i volti delle donne che emergono dalle esposizioni in corso; il Museo della Scuola Romana di Villa Torlonia omaggia le artiste che hanno rinnovato l’ambiente culturale romano interbellico e al Museo Napoleonico sono di scena le numerose figure femminili che popolano l’immaginario visivo del museo stesso. Ancora, alla Centrale Montemartini le opere di arte antica raccontano di donne comuni e di principesse, imperatrici e dee, mentre l’incontro al Museo delle Mura è dedicato alla Spiritualità e devozione femminile nelle Mura Aureliane, luogo dove furono assicurati, con la diffusione del Cristianesimo, spazi devozionali, in particolare proprio per le donne. Infine, al Museo di Roma è rievocata la figura della poetessa e femminista ante litteram del Settecento, Petronilla Paolini. Nel ricco programma non mancano itinerari per le vie della città: “Come diventare donne rispettabili”, sul ruolo sociale della donna nel passato attraverso un percorso nell’area del Campo Marzio, mentre “Donne tra mito e realtà” a S. Urbano alla Caffarella si concentra su alcune figure che hanno lasciato traccia nella storia del tempio antico, poi trasformato in chiesa. Il percorso “Street art a San Lorenzo: tra Resistenza e diritti civili” pone, invece, l’attenzione sulle principali opere di Street art nello storico quartiere, raccontandone la storia e l’identità attraverso temi quali la Resistenza, l’accoglienza, la solidarietà e i diritti civili. Infine, appuntamento a piazza di Porta Capena per “Egeria e le altre ninfe” che secondo gli antichi abitavano l’area e nel rione Campo Marzio, Meretrici, partorienti, mammane e modelle, una passeggiata per ripercorrere la storia attraverso le vicende delle figure femminili tra il XVI e il XIX secolo.

roma_parco_8-marzo_locandinaROMA / PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO In occasione della Giornata Internazionale della Donna l’ingresso al Parco archeologico del Colosseo è gratuito per tutte le donne con prenotazione del biglietto gratuito senza costi aggiuntivi sul sito del concessionario CoopCulture selezionando la data di mercoledì 8 marzo e successivamente l’opzione “Biglietto gratuito per le donne”. Attenzione: il biglietto gratuito può essere utilizzato durante tutto l’orario di apertura del monumento. L’orario indicato per la prenotazione e sul biglietto è l’ultimo orario di accesso consentito per il giorno prenotato.

roma_dialoghi-in-curia_8-marzo_locandinaInoltre, mercoledì 8 marzo 2023, alle 11, la Curia Iulia ospita la presentazione del volume “Non è un Paese per madri” di Alessandra Minello (Editori Laterza). Introduce Alfonsina Russo, direttrice del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Alessandra Minello, università di Padova; Giulia Pedrucci, università di Verona; Stefania Solare, UNICEF Italia, Coordinatrice programma “Insieme per l’allattamento”. Modera Maria Lombardi, Il Messaggero. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti via eventbrite https://www.eventbrite.it/e/565183778897. Ingresso da Largo della Salara Vecchia, 5. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming dalla Curia Iulia sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo. Il libro: in Italia nascono sempre meno bambini, aumentano le donne senza figli, chi diventa madre lo fa sempre più tardi. Perché una dimensione della vita che dovrebbe essere semplice è diventata così complicata? Per rispondere bisogna affrontare sia gli aspetti culturali sia quelli strutturali che pesano sulle spalle delle italiane. Tra i primi, il mito della maternità che esercita una pressione fortissima nel nome di un ideale di perfezione. Tra gli aspetti strutturali, mancanza di servizi per l’infanzia, congedi parentali non equamente distribuiti e incertezza lavorativa. In questo saggio – informatissimo e ricco di dati – idee e proposte per superare la crisi demografica e per immaginare una società in cui vita professionale e vita privata siano in armonia.

roma_villa-giulia_8-marzo_questione-di-stile_locandinaROMA / MUSEO DI VILLA GIULIA Mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della donna, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia l’ingresso per le donne sarà gratuito. Inoltre, alle 11, visita guidata speciale “QUESTIONE DI STILE. Acconciature antiche al Museo ETRU” per scoprire la moda etrusca in fatto di pettinature, attraverso le opere del Museo e la performance live dell’hair stylist Paolo Fasulo. Vi siete mai chiesti come si pettinavano le donne etrusche? Quali potevano essere le loro acconciature e le tecniche per realizzarle? Un tema certamente curioso e affascinante che ci svela un aspetto delle abitudini e delle tendenze in fatto di moda, in voga al tempo degli Etruschi. Acconciature elaborate, capigliature ribelli, domate in crocchie o divise in trecce elaborate, insomma alla moda. Le acconciature antiche sono ancora oggi oggetto di grande fascino e curiosità. E noi oggi come possiamo leggerle e capirle? È davvero tutta una questione di stile? Sarà un evento corale per vivere il mondo etrusco al femminile con una visita guidata tematica a più voci, introdotta dal direttore Valentino Nizzo e condotta dall’archeologa Romina Laurito e dall’hair stylist Paolo Fasulo. Un itinerario attraverso le opere che, con le loro acconciature, hanno molto da raccontare del mondo antico e ci svelano tutta la loro modernità, in fatto di stile. Al termine della visita, l’emiciclo si animerà di una performance live di acconciature antiche a cura dell’hair stylist Paolo Fasulo e della makeup artist Rossella Zeppetella. Prenotazione richiesta all’indirizzo mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it

roma_museo-delle-civiltà_8-marzo_locandinaROMA / MUSEO DELLE CIVILTà Il Museo delle Civiltà a Roma Eur aderisce alla proposta del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, riservando a tutte le donne l’ingresso gratuito per l’intera giornata di apertura, dalle 8 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.30). Le visite guidate e i laboratori a cura di Aditum Cultura sono a pagamento e con prenotazione. Alle 16.30, “La Venere paleolitica. Dee, donne e madri”: visita guidata e laboratorio per bambini e bambine dai 6 anni: costo 12 euro. Una visita alla scoperta delle rappresentazioni femminili più antiche, le veneri gravettiane, e delle loro forti connessioni con la natura. Partendo dalle osservazioni sui manufatti trattati durante la visita guidata saranno poi riprodotti, in laboratorio, alcuni modelli delle statuine in argilla.

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Shyama Tara (Tara “verde”), scultura in lega metallica dorata del XVII secolo, proveniente da Tibet o Nepal, parte delle Collezioni delle Arti e Culture Asiatiche (foto muciv)

Tra le tante opere che celebrano il femminile presenti nelle collezioni del museo delle Civiltà,  in occasione della Giornata Internazionale della Donna il Muciv sceglie di raccontare Il bodhisattva femminile Shyama Tara (Tara “verde”), una scultura in lega metallica dorata del XVII secolo, proveniente da Tibet o Nepal, parte delle Collezioni delle Arti e Culture Asiatiche. Considerata come dea madre nel Buddhismo indo-tibetano, il nome di questa divinità ha almeno due connotazioni che concorrono a definirne il carattere protettivo: stella, e quindi guida dei viaggiatori, e salvatriceTara è colei che salva dalle acque degli oceani fisici e dalla sofferenza ciclica, simboleggia la conoscenza e la saggezza, e ci proteggerà dal pericolo dell’ignoranza guidandoci sul sentiero del risveglio (bodhi). Tara è il potere dei buddha e l’energia femminile primordiale, la saggezza madre di tutti buddha i vittoriosi.

napoli_mann_8-marzo_locandinaNAPOLI Il museo Archeologico nazionale, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, propone alle 16.30 una visita speciale “Il filo di Arianna”, gratuita di un’ora: percorso narrante che tratta storie di donne protagoniste o vittime di vicende dolorose, sanguinose o fantastiche, nelle quali i personaggi femminili sono stati sconfitti o ne sono usciti vittoriosi. Un modo per riflettere ulteriormente sulla condizione della donna, l’origine e il tramandarsi di ataviche tradizioni. Sarà affidato ai partecipanti un filo, un simbolico filo che dovrà condurre il gruppo fuori dal labirinto dei luoghi comuni, dei cliché, delle tradizioni che riguardano la donna. Si comincia con Minosse, incarnazione della violenza, dei pregiudizi della sopraffazione, nei confronti della donna, per esorcizzarlo, e stanarlo. Ogni mito, narrato prendendo spunto da un’opera, tratterà di un argomento o di una condizione nella quale ciascuna in qualche modo potrà riconoscersi, per riflettere e discutere. E allora Dirce, Medea, Andromeda, le figlie di Niobe, Europa e per finire Arianna, tutte ci raccontano la storia di se… per liberarci.

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Valeria Amoretti, funzionaria antropologa del Parco Archeologico di Pompei (foto parco archeologico di pompei)

POMPEI Il parco archeologico mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della “Giornata internazionale della donna”, prevede ingresso gratuito a tutte le donne e visite speciali riservate alle donne titolari della My Pompeii card e un accompagnatore, al Laboratorio di ricerche applicate del Parco, centro di ricerche e analisi del Parco, custode di reperti organici unici rinvenuti nell’area vesuviana.

taranto_archeologico_8-marzo_locandinaTARANTO Al museo Archeologico nazionale per la Giornata Internazionale della Donna, ingressi gratuiti per le donne, visite guidate e laboratori didattici per bambini dedicati all’universo femminile. Dalle 10.30 alle 12.30 i visitatori potranno partecipare a “Bellezza e forza. Storie di donne greche e romane”: visita guidata multisensoriale con approfondimenti sulla moda, la cosmesi, la cura del corpo e le donne nella Taranto greca e romana (prenotarsi scrivendo all’indirizzo mail man-ta.didattica@cultura.gov.it  ACQUISTA IL BIGLIETTO). Dalle 17 alle 19 per i bambini dai 6 agli 11 anni sarà possibile partecipare a “Storie di principesse, dee e bambine”: visita tematica e al laboratorio didattico sulle fanciulle greche e romane (PRENOTA IL BIGLIETTO: BAMBINI  ACQUISTA IL BIGLIETTO: ACCOMPAGNATORE). Per maggiori informazioni e per prenotare il proprio biglietto, consultare il link: https://bit.ly/8-marzo-al-marta. “L’intento è quello di creare sempre nuove occasioni di fruizione e di rendere la realtà museale accessibile per tutti, con proposte culturali diversificate che possano coinvolgere anche chi non abbia la possibilità di dedicare le proprie risorse alla cultura”, afferma il direttore regionale Musei Puglia, nonché delegato alla direzione del MArTA, Luca Mercuri. Tra i molteplici obiettivi dell’Agenda 2030 proclamati dall’Unione Europa, di rilevante importanza risulta infatti quello dell’accessibilità, concepito anche in termini di uguaglianza dei diritti e di partecipazione a tutti i livelli della società. Sebbene la parità di genere e l’empowerment femminile abbiano consentito di ottenere significativi progressi nella scolarizzazione delle donne e nell’inserimento delle stesse in ambito lavorativo, le indagini ISTAT nazionali dimostrano che ancora oggi i dati di consumo e di fruizione culturale, in particolar modo nel sud Italia, sono inferiori alla media nazionale ed europea.

reggio-calabria_archeologico_8-marzo_locandinaREGGIO CALABRIA Al museo Archeologico nazionale mercoledì 8 marzo 2023 ingresso gratuito per tutte le donne. L’iniziativa, promossa dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, viene arricchita al MArRC con due importanti appuntamenti. “Anche il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria vuole festeggiare questa giornata dedicata alle donne”, commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. “Il MArRC consolida la sua identità di luogo di cultura per tutta la comunità del territorio. Ed è proprio attraverso la cultura, nel senso più ampio del termine, che si vincono pregiudizi e stereotipi e si prende coscienza del valore delle persone, indipendentemente dal genere. Ringrazio lo staff del Museo e il CIS Calabria per condividere con entusiasmo l’impegno per la diffusione della conoscenza”. La mattina alle 11, le scuole in visita al Museo potranno partecipare al percorso tematico “Dee di Magna Grecia. Religione mito e figure femminili”, condotto da Daniela Costanzo, funzionario archeologa del Museo, e ideato con la collaborazione di Maria Domenica Lo Faro, archeologa e funzionario amministrativo. Sarà un percorso diffuso, con un focus su alcuni reperti esposti al livello B nella sezione dedicata ai santuari della Calabria greca. Il pomeriggio, invece, appuntamento in sala conferenze, alle 17, per l’incontro promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria dal titolo “La donna nell’antichità Classica”. Si parlerà di condizione e status sociale della donna a partire dall’epos omerico fino alla tarda età romana, nelle evidenze archeologiche, storiche e letterarie. Relatrici dell’incontro saranno la prof.ssa Paola Radici Colace, ordinario di Filologia classica al DiCAM dell’università di Messina, nonché presidente onorario e direttore scientifico del CIS, e la prof.ssa Rosa Santoro, aggregato di Letteratura latina nel medesimo Dipartimento. Introdurrà i lavori, dopo i saluti istituzionali del direttore Carmelo Malacrino, Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS Calabria. “Ripercorrere la storia delle donne non è semplice curiosità erudita”, afferma la prof.ssa Radici Colace. “Nonostante i radicali mutamenti oggi intervenuti, con la conquista della parità formale, rivisitare il retaggio di una plurimillenaria ideologia discriminatoria consente di individuare nelle organizzazioni sociali dell’antichità il momento nel quale la divisione dei ruoli venne teorizzata e praticata non solo come fatto culturale, ma anche come conseguenza di una differenza biologica, tradotta in una inferiorità di genere codificata dalle leggi. È nell’antichità greca e romana che nascere femmina è passato da differenza biologica ad asimmetria e subalternità culturale.  Ed è in tali società che vanno ricercate le radici di certi stereotipi ancora oggi responsabili di pregiudizi nei confronti delle donne”. Sarà un viaggio nella storia al femminile, attraverso la formazione delle donne, il matrimonio, lo stato civile, la dote, l’eredità, il divorzio, l’adulterio, nonché le categorie di genere e la codificazione dell’inferiorità, sullo sfondo delle riflessioni filosofiche, giuridiche e religiose nell’antichità classica.

agrigento_valle-dei-templi_8-marzo_locandinaAGRIGENTO Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza annuale della festa della donna aderisce all’evento “8 marzo al Museo” che prevede l’ingresso gratuito per le donne nei musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali, promuovendo inoltre un itinerario di visita tematico “Storie di donne e dee al museo Griffo” tra le vetrine del museo Archeologico regionale “Pietro Griffo”. Non tutti lo sanno o ci hanno mai fatto caso, ma tanti tra i reperti del museo “Pietro Griffo” di Agrigento raccontano delle storie tutte al femminile. Non si tratta soltanto dei preziosi vasi sui quali campeggiano bellissime figure che immortalano eroine, creature mostruose, guerriere e dee, ma anche di reperti che restituiscono uno spaccato della vita quotidiana di donne vissute anche più di 2500 anni fa: tra monili, epigrafi, “portagioie”, porta profumi e porta trucchi, ex voto di diverse fogge e materiali, pesi da telaio e tanti altri oggetti ancora, i visitatori avranno modo di riflettere sulla condizione sociale e culturale delle donne ai tempi di Akràgas ed Agrigentum condotti dagli archeologi Coopculture (azienda che gestisce i servizi aggiuntivi). Appuntamento alla biglietteria del museo Griffo alle 17.

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Ostrakon con scena di allattamento, conservato al museo del Louvre di Parigi, ed esposto nella mostra “I creatori dell’Egitto eterno” (foto marsilio)

VICENZA Mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della donna, tutte le donne potranno visitare la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” con il biglietto ridotto da 11 euro. È possibile acquistare il biglietto direttamente in Basilica palladiana, il giorno stesso o online al link https://www.ticketlandia.com/m/i-creatori-dell-eterno-egitto. La mostra è aperta dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). “L’8 marzo, Giornata internazionale della donna, proponiamo l’ingresso ridotto a tutte le donne che entreranno in mostra”, dichiarano il sindaco Francesco Rucco e l’assessore alla Cultura Simona Siotto. “Un piccolo riconoscimento che vuole essere un modo per invitare le donne a visitare l’esposizione che sta ricevendo riconoscimenti a livello internazionale”. I visitatori avranno a disposizione l’audioguida gratuita. Sarà sufficiente inquadrare il qrcode con il proprio smartphone per seguire il percorso accompagnati dalla voce del curatore della mostra e direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco. Si consiglia di portare gli auricolari. L’esposizione – curata da Christian Greco, Corinna Rossi, Paolo Marini e Cédric Gobeil. – è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra. Informazioni: https://www.mostreinbasilica.it/it/.

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Visita a lume di lucerna del criptoportico di Corte Sgarzerie a Verona (foto archeonaute)

VERONA L’associazione Archeonaute in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, propone una visita guidata archeologica del Criptoportico di Corte Sgarzerie a lume di… lucerna. Appuntamento mercoledì 8 marzo 2023, alle 18. Durata: 1 ora circa. Costo: 5 euro. Prenotazione obbligatoria (Prenota Ora). Posti limitati.

gallerie-d-italia_logoGALLERIE D’ITALIA In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, mercoledì 8 marzo 2023, tutte le donne potranno avere una riduzione del biglietto di ingresso per visitare le Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Inoltre, sono previste in tutte le sedi visite guidate speciali legate al tema dell’universo femminile nell’arte.

Le Gallerie d’Italia di Milano propongono alle 17.30 la visita guidata “Donne dentro e fuori la cornice”: un percorso ricco di luoghi e volti, dalle filande ottocentesche animate dal lavoro di giovani ragazze ai nobili rampolli ritratti da Angelica Kauffmann. Informazioni e prenotazioni: 5 euro a persona, escluso biglietto d’ingresso. Sarà applicata la tariffa di ingresso ridotta per ogni donna. L’attività sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o via mail all’indirizzo milano@gallerieditalia.com.

Alle Gallerie d’Italia di Napoli è in programma alle 12.30 e alle 16 la visita guidata “La donna nell’arte”, dedicata alle figure femminili protagoniste di tante opere esposte in collezione e all’evoluzione della rappresentazione della donna nell’arte, dal XVII secolo ai primi anni del XX secolo. Informazioni e prenotazioni: 7 euro a persona, incluso il biglietto d’ingresso. L’attività sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o via mail all’indirizzo napoli@gallerieditalia.com.

Alle Gallerie d’Italia di Torino è prevista alle 19 la visita guidata “Donnarte”, focalizzata sul progetto artistico di JR “Women are Heroes” e sulla condizione sociale delle donne nei campi di rifugio. La visita si concluderà in Archivio Publifoto ripercorrendo gli scatti più significativi di grandi personalità femminili della storia sociale italiana e internazionale. (Informazioni e prenotazioni: 5 euro a persona, escluso biglietto d’ingresso.  Ingresso ridotto per tutte le donne. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o scrivendo a torino@gallerieditalia.com.

Le Gallerie d’Italia di Vicenza propongono alle 18 la visita guidata con degustazione “Un simposio al femminile”: le forme e le raffigurazioni pittoriche delle ceramiche antiche diventano occasione di un viaggio alla scoperta degli spazi e dei tempi della donna. Un itinerario che scandisce i diversi momenti della sua vita nell’Antica Grecia: dalla moda alla cura del corpo, dai rituali della seduzione e del matrimonio alla vita nello spazio domestico. Il percorso all’interno della mostra Argilla. Storie di viaggi si concluderà con un aperitivo “in rosa”. (Informazioni e prenotazioni: 10 euro a persona, incluso biglietto d’ingresso e aperitivo. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o vicenza@gallerieditalia.com.

Vicenza. Mostra “I creatori dell’Egitto eterno”, a San Valentino orario prolungato e ingressi scontati per le coppie. Iniziative anche per la Festa della donna e del papà e visite guidate per adulti e famiglie per tutta la durata dell’esposizione

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Stele dedicata da Smen al fratello Mekhimontu e a sua moglie Nubemusekhet (Nuovo Regno, XVIII dinastia, 1539-1292 a.C.) da Deir el-Medina, conservata al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

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Locandina della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 al 7 maggio 2023

San Valentino alla mostra sull’Antico Egitto con un occhio di riguardo per le coppie. In occasione della ricorrenza di San Valentino, martedì 14 febbraio 2023 la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana rimarrà aperta con orario prolungato fino alle 21. Presentandosi in coppia dalle 18 alle 20, alla biglietteria della mostra sarà possibile usufruire della promozione due al prezzo di uno. Potranno entrare due persone con un solo biglietto intero da 13 euro (la biglietteria chiude alle 20, mentre la mostra è visitabile fino alle 21). Si potrà usufruire della stessa promozione anche acquistando il biglietto online per le fasce di visita dalle 18 alle 20: basterà acquistare un biglietto intero a 13 euro, senza ulteriori riduzioni, e aggiungere un biglietto “Gratuito San Valentino”. Le altre riduzioni non sono previste, tranne per le categorie che prevedono gratuità. Il 14 febbraio 2023 sono, inoltre, previste anche due visite guidate a partenza fissa, alle 18 e alle 19 al costo di 6 euro per ciascun partecipante da aggiungere al biglietto d’ingresso alla mostra. I posti sono limitati: 25 persone per ciascun turno di visita, è pertanto consigliata la prenotazione al link https://www.ticketlandia.com/m/event/i-creatori-dell-egitto-eterno, dove si può acquistare sia il biglietto per la mostra che per la visita guidata. I visitatori dovranno presentarsi all’ingresso 10 minuti prima.

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Simona Siotto, assessore alla Cultura del Comune di Vicenza

“Le tante iniziative collaterali organizzate per promuovere la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” riguarderanno le Feste di San Valentino, della donna e del papà durante le quali sono previsti ingressi a prezzi promozionali”, spiega l’assessore alla Cultura Simona Siotto. “Inoltre sono state fissate visite guidate a partenza fissa per San Valentino per vivere l’esperienza in Basilica palladiana accompagnati da una guida che saprà far apprezzare i reperti esposti e le vicende che hanno consentito di dare vita alle tombe dei faraoni nell’antica Tebe. A tal fine abbiamo anche programmato, durante i prossimi mesi, visite guidate per famiglie con la possibilità di effettuare laboratori con il coinvolgimento di adulti e bambini. Anche in questo caso abbiamo voluto creare occasioni per condividere l’esperienza in mostra in cui apprendimento e divertimento diventano ingredienti fondamentali”. In occasione della Festa della donna, mercoledì 8 marzo 2023, e della Festa del papà, domenica 19 marzo 2023, è previsto infatti il biglietto ridotto a 11 euro rispettivamente per tutte le donne e per tutti i papà accompagnati dai figli di qualsiasi età che pagheranno un biglietto corrispondente alle tariffe previste.

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Visite guidate per famiglie alla mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza (foto comune di vicenza)

Nei prossimi mesi proseguono le iniziative per approfondire la conoscenza dell’antico Egitto e dei reperti esposti nella mostra “I creatori dell’Egitto eterno” aperta fino al 7 maggio 2023. Sono state programmate nuove date per le visite guidate a partenza fissa con guide specializzate della durata di 60 minuti, con partenza alle 10, rivolte alle famiglie, e pertanto programmate durante le vacanze scolastiche: mercoledì 22 febbraio, giovedì 6, venerdì 7, lunedì 24 e martedì 25 aprile, lunedì 1° maggio (25 posti per turno, è consigliata la prenotazione al link https://www.ticketlandia.com/m/event/i-creatori-dell-egitto-eterno dove si può acquistare il biglietto per la visita e per la mostra). Le visite guidate a partenza fissa hanno un costo di 6 euro da aggiungere al biglietto d’ingresso alla mostra. È necessario presentarsi all’ingresso 10 minuti prima dell’inizio della visita.

vicenza_basilica_mostra-i-creatori-dell-egitto-eterno_archeofamily_locandinaArcheofamily è la proposta rivolta alle famiglie per visitare la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” che offre percorsi adatti ad adulti e bambini accompagnati da guide specializzate. L’iniziativa è rivolta a gruppi fino a un massimo di 25 persone: può essere l’occasione per organizzare un’esperienza formativa e arricchente con famiglie di amici per scoprire usi e tradizioni degli antichi egizi. È possibile scegliere tra due modalità di visita: Archeofamily della durata di un’ora per un costo complessivo di 100 euro, oppure la stessa tipologia di visita ma con in più un laboratorio da 30 minuti a cui potranno partecipare attivamente anche gli adulti al costo di 120 euro. Per gli adulti che parteciperanno è riservato un biglietto ridotto da 11 euro, per i bambini invece è previsto un biglietto da 5 euro, da aggiungere al prezzo della visita. I posti sono limitati a 25 persone per visita. Prenotazione obbligatoria. Call center: +39044426418,  biglietteria@mostreinbasilica.it. Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Vicenza. Doppio appuntamento col direttore Christian Greco di approfondimento della mostra “I creatori dell’Egitto eterno”: a Monte Berico e al museo Naturalistico Archeologico. Posti già esauriti. Gli altri incontri della rassegna “L’archeologia e la storia raccontano”

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Christian Greco, direttore del Museo Egizio e curatore della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana a Vicenza (foto comune di vi)

Week end a Vicenza con il direttore del museo Egizio di Torino. Christian Greco sabato 28 gennaio 2023, alle 20.30, nella sala del Quadro della Basilica di Monte Berico, sarà ospite della serata “L’eredità degli Egizi. Tra storia e mito”. Domenica 29 gennaio 2023, alle 17, al museo Naturalistico Archeologico di Vicenza, apre la rassegna “L’archeologia e la storia raccontano”. Entrambi gli appuntamenti, a prenotazione obbligatoria, e già esauriti da tempo, sono a corollario della grande mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” allestita in Basilica palladiana fino al 7 maggio 2023.

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L’ex refettorio conventuale del santuario di Monte Berico, con sullo sfondo il capolavoro del Veronese di recente restaurato, ospita l’incontro con il direttore del museo Egizio di Torino (foto comune di vi)

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Christian Greco, Francesco Rucco e Simona Siotto alla presentazione della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza (foto graziano tavan)

Sabato 29 gennaio 2023: “L’eredità degli Egizi. Tra storia e mito”. L’iniziativa è organizzata dall’associazione di promozione sociale In Arte Veneto, in collaborazione con la Comunità dei Servi di Maria di Monte Berico, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Vicenza e con il supporto dell’assessorato alla partecipazione. La serata è un approfondimento della grande mostra in Basilica palladiana dedicata all’antico Egitto in cui 180 reperti, 160 provenienti dalle collezioni del Museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi, racconteranno Tebe, l’odierna Luxor, e Deir el-Medina, il villaggio, fondato intorno al 1500 a.C., dove scribi, disegnatori e artigiani lavoravano per costruire e decorare le tombe dei faraoni nelle Valli dei Re e delle Regine, plasmando l’immaginario dell’antica civiltà nata sulle rive del Nilo. La riflessione proposta sabato 28 gennaio, nell’ex refettorio conventuale, con sullo sfondo il capolavoro del Veronese di recente restaurato, porrà l’accento sulla ricchezza del lascito spirituale della cultura egizia nell’età antica, prendendo in esame alcune istanze che sopravvivono in modi diversi nella civiltà contemporanea. Moderato dalla giornalista Nicoletta Martelletto, il confronto di carattere multifocale coinvolgerà Francesco Rucco, sindaco di Vicenza; Simona Siotto, assessore alla Cultura; padre Gino Alberto Faccioli, della comunità dei Servi di Maria di Monte Berico; Chiara Visentin, presidente della Biblioteca civica Bertoliana; e Agata Keran, curatrice del museo d’Arte sacra di Monte Berico. Ciascuno dei partecipanti al dialogo offrirà un proprio focus, partendo dal proprio orizzonte di operatività e di ricerca. Intervalleranno gli interventi le letture poetiche curate da due attori, Alessia Bartolomucci e Gianrico Tondinelli.

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Il faraone Ramses II tra il dio Amon e la dea Mut, gruppo in granito dal tempio di Amon a Karnak (XIX dinastia, regno di Ramses II, 1279-1213 a.C.), conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Da Iside a Cleopatra, dalla schiavitù d’Egitto al passaggio del Mar Rosso al tempo di Mosè, dalla faraonica Valle dei Re all’interreligioso Delta del Nilo, dove nacque la Bibbia dei Settanta e si costituì la maestosa Biblioteca di Alessandria, l’universo nilotico continua a sollecitare nuove riflessioni. Ma qualcosa della forma mentis dei creatori d’Egitto, proiettata all’eternità, può ancora essere raccolto e valorizzato nelle comunità globalizzate di oggi? Nell’arte europea spiccano soggetti e narrazioni che trovano la propria patria ideale nella terra nera e fertile dei faraoni, immaginata idealmente come luogo pieno di ricchezze d’arte e naturali e dilaniato da passioni irrefrenabili, associate in particolare al mitico volto di Cleopatra. Come non ricordare gli affreschi nel veneziano Palazzo Labia, dipinti nel XVIII secolo da Giambattista Tiepolo, che ricordano l’amore dell’ultima regina dell’antico Egitto con Marco Antonio? Filologicamente inconsistenti, queste fantasie hanno animato per secoli i salotti alla moda, lasciando un segno nell’arte, nel teatro e nella musica. Sul piano religioso, nella cultura ebraico-cristiana esistono sostanziali e molteplici punti di tangenza con l’antico Egitto. Analizzare queste assonanze comporta un ritorno spirituale nel deserto di Tebaide, dove nacquero i presupposti del monachesimo cristiano, attraverso la contemplazione ascetica dei santi Macario, Pacomio e Antonio abate, i cui nomi risuonano familiari in un cenobio come quello di Monte Berico. La mostra vicentina offre, dunque, una formidabile occasione per riflettere attorno a un’eredità immane spesso fraintesa, ma anche in questi “fraintendimenti” e continue riscritture comunque feconda di conseguenze culturali ad ampio raggio, in grado di mantenere un messaggio forte oltre il proprio tempo, che non cessa a essere una miniera di idee per il futuro.

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L’ingresso del museo Naturalistico Archeologico di Vicenza in contra’ Santa Corona (foto comune di vi)

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Christian Greco, direttore del museo Egizio e curatore della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica Palladiana a Vicenza (foto comune di vi)

Domenica 29 gennaio 2023: “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”. Il Gruppo archeologico CRT propone un nuovo ciclo di conferenze organizzate in collaborazione con l’assessorato alla cultura e i Musei Civici di Vicenza che si tiene al museo Naturalistico Archeologico, a cadenza mensile, la domenica alle 17. La rassegna “L’archeologia e la storia raccontano” affronta temi eterogenei su cui relazioneranno alcuni prestigiosi studiosi in ambito archeologico. Domenica 29 gennaio Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino e curatore della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” apre dunque il ciclo con un percorso a ritroso di 3300 anni, quando le tombe e il corredo funerario che accompagnavano i faraoni nel viaggio ultraterreno venivano realizzati da menti e mani esperte che, con il loro lavoro, hanno creato l’immagine che abbiamo tutt’oggi di quella civiltà.

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I Chiostri di Santa Corona, al museo Naturalistico Archeologico di Vicenza, ospitano la rassegna “L’archeologia e la storia raccontano” del gruppo archeologico CRT (foto comune di vi)

vicenza_gruppo-crt_rassegna-l-archeologia-e-la-storia-raccontano_locandinaGli altri appuntamenti della rassegna. Domenica 26 febbraio 2023, Claudia Cenci, funzionario archeologa della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, prenderà in considerazione “L’antefissa fittile della Potnia theron”, ossia “la Signora degli animali”, approfondendo la storia e i significati di questo importante ritrovamento vicentino, risalente all’epoca romana e recentemente, esposto in via definitiva al museo Naturalistico Archeologico di Vicenza. Domenica 26 marzo 2023, Luca Fezzi, professore di Storia romana all’università di Padova, intratterrà il pubblico trattando il tema “La straordinaria vita di Cesare”, narrando gli aspetti poco noti della personalità del grande condottiero. Domenica 16 aprile 2023 avrà come protagonista il mondo affascinante, e spesso sottovalutato, dei rinvenimenti subacquei: Michele Stefanile, archeologo alla Scuola Superiore Meridionale di Archeologia, farà il punto su “L’archeologia subacquea nel porto romano di Puteoli”, con un focus sulle nuove ricerche e scoperte. Infine, domenica 28 maggio 2023, Maria Giuseppina Lauro, archeologa al Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, prenderà in considerazione Castel Porziano e la Villa di Plinio: si tratta di un’area archeologica di particolare interesse per le sue infrastrutture di epoca romano-imperiale, con il susseguirsi di ricchissime ville lungo il litorale, di cui la più nota è quella appartenuta a Plinio il Giovane. L’ingresso alle conferenze è gratuito con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti. Per informazioni e prenotazioni inviare una mail gruppoarcheologico.crt@gmail.com  oppure scrivere un messaggio o un whatsapp al 3515409028.

Vicenza. Boom di visitatori nei primi 17 giorni della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, con effetto traino su tutti gli altri musei cittadini

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In coda per entrare alla mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza (foto comune vi)

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Locandina della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 al 7 maggio 2023

In fila in piazza dei Signori a Vicenza. Attendono di entrare in Basilica palladiana per la mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, curata dal direttore del museo Egizio di Torino. Christian Greco; dalla docente di Egittologia al Politecnico di Milano, Corinna Rossi; dagli egittologi e curatori del museo Egizio, Cédric Gobeil e Paolo Marini, con 180 reperti originali, 160 provenienti dal museo Egizio e 20 dal Louvre di Parigi, tra i quali statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore, amuleti, strumenti musicali, che permettono di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Deir-el Medina (vedi Vicenza. Christian Greco, direttore del museo Egizio, introduce alla visita della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, in Basilica Palladiana. Ecco la sua prolusione alla presentazione ufficiale | archeologiavocidalpassato).

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Visitatori nella mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza (foto comune vi)

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Il faraone Ramses II tra il dio Amon e la dea Mut, gruppo in granito dal tempio di Amon a Karnak (XIX dinastia, regno di Ramses II, 1279-1213 a.C.), conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Un successo di pubblico. Nei primi 17 giorni di apertura ha totalizzato oltre 15mila visitatori paganti. Un’onda lunga che ha interessato tutti i musei civici di Vicenza che, grazie all’effetto traino dell’esposizione e alla netta ripartenza del turismo dopo due anni di pandemia, hanno raddoppiato gli ingressi, superando quota 20mila. È decisamente incoraggiante il bilancio delle prime due settimane di apertura della grande mostra sugli Egizi, allestita in Basilica palladiana fino al 7 maggio 2023. Dal 22 dicembre 2022 all’ 8 gennaio 2023, cioè in 17 giorni di apertura, sono stati 15551 gli ingressi a pagamento registrati dalla mostra “I creatori dell’Egitto eterno”, per un incasso pari a 146314 euro. Nello stesso periodo le sette sedi museali cittadine hanno registrato complessivamente 20800 ingressi, più del doppio dello stesso periodo dell’anno scorso, quando erano stati staccati in tutto 9727 biglietti. Con 9082 biglietti venduti, il più visitato risulta il Teatro Olimpico: nello stesso periodo dell’anno scorso aveva accolto 4383 visitatori.

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In coda per entrare alla mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza (foto comune vi)

“All’emozione di rivedere le code di cittadini e turisti che attendono di entrare in mostra e alla soddisfazione di raccogliere i tanti commenti positivi all’uscita dalla Basilica”, commentano il sindaco di Vicenza Francesco Rucco e l’assessore alla Cultura Simona Siotto, “oggi possiamo a pieno titolo affiancare la certezza di numeri importanti, registrati durante tutte le feste natalizie, non solo dall’esposizione, ma anche dai musei civici che hanno saputo sfruttare al massimo i riflettori accesi sulla città grazie agli Egizi. Dal Teatro Olimpico a Palazzo Chiericati, tutte le sedi museali hanno raddoppiato i propri ingressi, segno che i visitatori hanno accolto appieno la composita proposta espositiva di Vicenza, città d’arte”.

Vicenza. Christian Greco, direttore del museo Egizio, introduce alla visita della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, in Basilica Palladiana. Ecco la sua prolusione alla presentazione ufficiale

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Locandina della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 al 7 maggio 2023


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Mostra “I creatori dell’Egitto eterno”: da sinistra, Paolo Marini, Corinna Rossi, Christian Greco, Francesco Rucco, Simona Siotto, Cédric Gobeil (foto graziano tavan)

Nell’anno, il 2022, in cui vengono celebrati gli anniversari di due avvenimenti fondamentali per la storia dell’Egittologia, i 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion e il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, il museo Egizio di Torino cura, per la prima volta in Italia, un progetto espositivo così importante “al di fuori del museo”, presentando una straordinaria selezione di reperti e sviluppando un tema centrale per gli studi egittologici. Parliamo della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, in Basilica Palladiana a Vicenza fino al 7 maggio 2023 (e durante le festività, fino all’8 gennaio 2023, sempre aperta dalle 10 alle 18, eccetto Capodanno dalle 13 alle 18), fortemente voluta dalla Città di Vicenza e curata dal direttore del museo Egizio, Christian Greco, dalla docente di Egittologia al Politecnico di Milano, Corinna Rossi, dagli egittologi e curatori del museo Egizio, Cédric Gobeil e Paolo Marini. Qualche numero: 180 reperti originali, 3 installazioni multimediali, 4 curatori, 2 prestatori (museo Egizio di Torino e museo del Louvre di Parigi), 17mila prenotazioni, 550 gruppi, 1 città (Vicenza).

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L’allestimento della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” nella Basilica palladiana di Vicenza (foto graziano tavan)


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Christian Greco, Francesco Rucco e Simona Siotto alla presentazione della mostra “I creatori dell’Egitto eterno” in Basilica palladiana a Vicenza (foto graziano tavan)

In occasione della presentazione ufficiale della mostra, prima della vernice, alla presenza del sindaco di Vicenza Francesco Rucco e dell’assessore alla Cultura Simona Siotto, il direttore dell’Egizio Christian Greco nella sua prolusione ha introdotto gli elementi più significativi che hanno sotteso la realizzazione della grande mostra, e il perché della scelta del villaggio di Deir el Medina e dei suoi abitanti per il senso della vita e della vita dopo la morte secondo gli antichi Egizi. Grazie a una registrazione live del regista veneziano Alberto Castellani, che l’ha gentilmente messa a disposizione di archeologiavocidalpassato.com, tutti gli appassionati possono così prepararsi meglio alla visita della mostra.

“Questa mostra, grazie al lavoro di tutti, vi permetterà di fare un viaggio ideale – lo si vede già dal video all’inizio dell’esposizione – tra Vicenza e Deir el Medina”, annuncia Christian Greco. “E quando Guido Beltramini, direttore del Cisa, mi disse Vorremmo una mostra dell’Egitto a Vicenza, pensare a Deir el Medina fu immediato. Perché era pensare a un villaggio, a un insediamento di cui conoscevamo le vite delle donne e degli uomini che vi avevano lavorato; era vedere l’altra faccia della medaglia, era collegarlo a quell’idea che era piaciuta molto al sindaco che l’ha voluto porre anche come manifesto per Vicenza candidata alla capitale della Cultura: l’idea di fabbrica, ovvero di un contesto sociale ed economico che lavora assieme per una trasformazione. Ebbene, a Deir el Medina avvenne questo.

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Statua della dea Sekhmet (XVIII dinastia, regno di Amenofi III, 1390-1353 a.C.) conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“E quindi voi, visitando la mostra – spiega Greco -, vi troverete catapultati prima nella sponda Est della Tebe del Nuovo Regno, dove vengono eretti i grandi templi delle divinità locali che diventano divinità nazionali: Amon, colui che è nascosto – questo significa il nome -, che diventa la divinità principale dell’Egitto, profondamente legata alla regalità. E, come ricordava l’assessore Simona Siotto, l’esistenza e la caducità dell’esistenza era un qualcosa che interrogava molto gli Egizi e quindi proprio in quel periodo nella sponda Ovest di Tebe (vedrete la magnifica statua di Sekhmet) cominciarono a erigere i templi cosiddetti di milioni di anni, dove il culto del faraone potesse essere portato avanti.

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La stele dedicata ad Amenofi I e Amhose Nefertari da Amenepimet e dal figlio Amennakht, conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“Servivano però delle maestranze – fa notare il direttore del museo Egizio -, servivano delle persone che sapessero progettare, operare, scavare nella roccia, trasformare le pareti, levigarle, fare la sinopia. Dopo di ché scolpirle, e poi ancora con i pigmenti trasformare completamente questo spazio. Oggi si parla molto di metaverso. Ma cosa c’è di più metaverso della per djet, della casa per l’eternità, di quello spazio cioè che, una volta varcata la soglia, diventava la casa del faraone per sempre? Uno spazio però in cui valevano delle regole diverse, delle regole spazio-temporali completamente diverse. Non erano più in questa realtà. Serviva quindi uno sviluppo del tempo diverso, dal tempo ciclico che era il tempo del dio Sole, che ogni giorno risorge e di notte combatte contro Apofis e poi può tornare sulla terra. E il faraone, una volta entrato, dopo il rituale dell’Apertura della Bocca, era completamente trasformato.

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Il faraone Ramses II tra il dio Amon e la dea Mut, gruppo in granito dal tempio di Amon a Karnak (XIX dinastia, regno di Ramses II, 1279-1213 a.C.), conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“Prima l’assessore Siotto ricordava come si potrebbe definire la vita. Allora – continua Greco – i biologi e i filosofi si interrogano molto. E a me ha sempre molto colpito vedere immagini su cui i biologi lavorano molto: che differenza c’è tra una persona nel momento in cui è in vita e il momento successivo in cui la vita non c’è più? Cos’è la vita? Ebbene oggi ci dicono che nel momento successivo non ci sono più quelle connessioni, non ci sono più le connessioni molecolari, non c’è più l’energia, non c’è più lo scambio. E pensate che gli Egizi questo l’avevano capito perfettamente già nel Medio Regno, e codificato nel Nuovo Regno. E l’hanno capito in una serie di cose. Hanno capito che la persona era complessa. La persona era composta dal corpo. Però se io cadessi morto in questo momento gli egiziani mi definirebbero cadavere. Il corpo doveva ridiventare immagine vivente della persona, ricomponendo una serie di cose: ricomponendo il nome, ricomponendo l’ombra, ricomponendo il ba che è l’anima che può trasmigrare da questo all’altro regno, il ka che è la forza vitale, e mettendo assieme tutto questo potevano tornare a vivere.

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Statuetta in legno della dea Tauret, dedicata dal disegnatore Parahotep, venerata in ambito domestico, proveniente da Deir el Medina, e conservata al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“Ebbene quindi in mostra – sintetizza Greco – vedrete come vivevano gli abitanti di Deir el Medina, questo villaggio voluto da Amenofi I e dalla madre Ahmose Nefertari, che per 600 anni ospita 120 famiglie che hanno un unico compito: quello di costruire le tombe nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine. Il loro nome è “servitore nel luogo della verità (Set Maat)”, e avevano forse il lavoro più importante al mondo, cioè quello di consegnare all’eternità la vita dei faraoni in modo che il loro culto potesse perpetrarsi. Però non era un mero culto regale, era un qualcosa di più vitale, di cosmico. Lo vedrete nel video curato da Corinna Rossi, e ringrazio Robin Studio per il lavoro eccellente che anche questa volta hanno fatto, che vi farà fare un viaggio all’interno di uno dei progetti più antichi al mondo, il progetto della tomba di Ramses IV. La vedrete trasformata, potrete viaggiare assieme al faraone, come questo spazio era un nuovo spazio di vita.

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Dettaglio del modellino della Tomba di Nefertari, scoperta da Ernesto Schiaparelli nel 1904, conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“La mostra continua Greco – vi farà riflettere sulla wehem meswt, sulla rinascita, su quello che gli egiziani chiamavano la nuova vita che non era la morte. Ci saranno gli elementi che tutti noi ricolleghiamo all’Egitto, ovvero i sarcofagi, che sono quel luogo di trasformazione che permette al corpo di tornare a nuova vita. E passando dalla prima alla seconda parte della mostra, passerete proprio dalla vita del villaggio alla vita nell’aldilà e incontrerete un personaggio importantissimo, incontrerete Nefertari, la cui tomba fu trovata nel 1904 da Ernesto Schiaparelli. E vedrete il modello che Schiaparelli ha fatto fare. Ma vedrete anche le statuette funerarie. E vedrete gli oggetti che Nefertari si era portata con lei. Pensate, c’è persino una manopola con sopra il nome di Ahy, un faraone che era vissuto più di 200 anni prima, e quindi forse lei era legata ad Ahy che era stato sovrano dell’Egitto; o era un oggetto di famiglia caro, un ricordo che lei volle portare tomba. Non dobbiamo pensare che gli egiziani fossero degli alieni. Avevano lo stesso trasporto per la cultura materiale che abbiamo noi.

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Ushabti in faience del faraone Seti I (XIX dinastia, 1290-1279 a.C.) conservati al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“In mostra si possono vedere le statuette in faiance, meravigliose, di un altro grande sovrano, Seti I, proprio di fronte a Nefertari. Vedrete i sarcofagi gialli. Vedrete il sarcofago di XXV dinastia che ci fa vedere un’evoluzione dell’iconografia.

“Però volevamo chiudere facendovi vedere anche la fine di questa storia. Amenofi I e Ahmose Nefertari hanno voluto questo villaggio. Questo villaggio ha funzionato. Poi probabilmente – oggi si direbbe – l’Egitto aveva speso troppo rispetto alle proprie necessità. Già all’epoca di Ramses III cominciamo ad assistere a dei disagi sociali, e nell’epoca di Ramses XI, probabilmente durante la vita di Butehamon, venne abbandonato il villaggio. Non è sicurissimo, perché alcuni ostraka, sia figurativi sia letterari, forse ci attestano una continuazione della vita nel villaggio. Però sappiamo sicuramente che Butehamon fondò un suo ufficio, la casa, forse anche la sua tomba nel tempio di Medinet Habu, qualche chilometro più a Sud, in un posto che era protetto. E sappiamo che Butehamon aveva un compito importantissimo: lui andava in giro per la necropoli, perché abbiamo ritrovato i suoi graffiti, a mettere in sicurezza i sarcofagi che venivano depredati. A Londra c’è un documento, il Robbery Papyrus, che ci parla del fatto di come fosse finito questo periodo dell’Eldorado, di come una vedova viene interrogata da un magistrato che le chiede ma perché tuo marito notte tempo si è introdotto in una tomba e ha rubato dei bacili di bronzo? e lei risponde perché con quello io e i miei figli abbiamo mangiato per tre anni. “E allora abbiamo voluto farvi riflettere anche su questo: come questa parabola del villaggio si concluda anche con un periodo di crisi e lo facciamo vedere – a mio giudizio in modo esemplare – utilizzando le nuove tecnologie, facendovi vedere il sarcofago di Butehamon, colui che mise in sicurezza i sarcofagi delle necropoli e al contempo, mentre lo faceva, prese dei pezzi per mettere in sicurezza anche il proprio.

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Sarcofago giallo femminile, in legno e stucco, del Terzo periodo intermedio (XXI dinastia, 1076-943 a.C.) conservato al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

“È una mostra quindi – conclude – che ci fa riflettere sulla vita, sulla vita dopo la morte, sull’esistenza, sulle difficoltà dell’esistenza, su come il lavoro veniva organizzato, su come si svilupparono anche delle credenze locali, e su come c’è un tema etico che pare trascendere i limiti temporali della storia. Alla fine anche per gli Egizi, come molto spesso anche per noi, quello che contava era maat, era la giustizia, era la verità, ed era l’unica cosa che ci permetteva di vivere bene sulla terra e di poter ambire a una vita dopo. E allora auguriamoci anche noi, come si auguravano gli antichi Egizi, di diventare maat keru, veritieri di voce, e di poter essere dotati di vita come il dio Sole per sempre”. Buona visita.

 

Al museo Egizio di Torino i protagonisti scientifici della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” hanno presentato l’evento a un mese dall’apertura in Basilica Palladiana di Vicenza: oltre 180 oggetti (tra cui una ventina dal Louvre) danno uno spaccato della vita quotidiana in Egitto 3500 anni fa

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Locandina della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 22 dicembre 2022 al 7 maggio 2023

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Corinna Rossi (politecnico di Milano) (foto graziano tavan)

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Cédric Gobeil (museo Egizio Torino) (foto graziano tavan)

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Paolo Marini (museo Egizio Torino)

Poco meno di un mese per il grande evento che in Basilica Palladiana a Vicenza chiude il ciclo “Grandi mostre in Basilica”: parliamo della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone”, dal 22 dicembre 2022 al 7 maggio 2023. Curata dal direttore del museo Egizio di Torino Christian Greco, da Corinna Rossi, professore associato di Egittologia al Politecnico di Milano, da Cédric Gobeil e Paolo Marini, egittologi e curatori dell’Egizio, la mostra restituisce uno spaccato della vita quotidiana nell’antico Egitto, con un focus particolare su Tebe, l’odierna Luxor, e Deir el-Medina, il villaggio, fondato intorno al 1500 a.C., dove scribi, disegnatori e artigiani lavoravano per costruire e decorare le tombe dei faraoni nelle Valli dei Re e delle Regine, plasmando l’immaginario dell’antica civiltà nata sulle rive del Nilo.

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La Basilica Palladiana nel cuore di Vicenza, capolavoro di Andrea Palladio, sede della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” (foto comune di vicenza)

Il progetto “Grandi Mostre in Basilica” è ideato e promosso dal Comune di Vicenza e dal museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio” e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. Tra i partner dell’esposizione Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra.

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La presentazione della mostra “I creatori dell’Egitto Eterno” al museo Egizio di Torino: da sinistra, il sindaco Francesco Rucco, l’assessore Simona Siotto, il direttore delle Gallerie d’Italia Michele Coppola, e il direttore dell’Egizio Christian Greco (foto graziano tavan)

I protagonisti scientifici e politici della mostra “I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” si sono ritrovati al museo Egizio di Torino a quattro settimane dal taglio del nastro per la presentazione ufficiale davanti a un nutrito gruppo della stampa specializzata e a egittologi, ricercatori e restauratori convenuti per conoscere in anteprima il grande evento culturale che ha convolto in prima linea tutto lo staff tecnico-scientifico del museo Egizio con la collaborazione del museo del Louvre di Parigi.

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Stele dedicata da Smen, al fratello Mekhimontu e a sua moglie Nubemusekhet (Nuovo Regno, XVIII dinastia) da Deir el Medina, conservata al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

L’esposizione riunisce infatti più di 180 oggetti: oltre ai reperti dell’Egizio, ci sono una ventina di prestiti dal Louvre di Parigi. In esposizione capolavori della statuaria, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore e amuleti. Molti i tesori che verranno svelati in occasione dell’esposizione, tra cui il sarcofago antropoide di Khonsuirdis e il celebre corredo della regina Nefertari, che torna in Italia, a Vicenza, dopo diversi anni di tour all’estero. Installazioni multimediali e riproduzioni in 3D arricchiscono il percorso espositivo: tra le curiosità la storia in 3D del sarcofago dello scriba Butehamon, che restituisce al visitatore quasi una biografia dell’oggetto a partire dalla sua costruzione e l’istallazione multimediale che svela i segreti del Papiro della tomba del faraone Ramesse IV.

“Chiudiamo un ciclo importante”, interviene il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, “con una mostra sugli Egizi guidata da Christian Greco il direttore del museo Egizio, che oggi ci ospita per la presentazione. Sarà un bellissimo connubio tra Vicenza città del Palladio e Torino che ospita il museo Egizio. Quindi una collaborazione all’interno del monumento nazionale di Vicenza, una valorizzazione anche del nostro territorio che avrà sicuramente un grande riscontro nazionale”. E continua: “La Basilica palladiana, Monumento nazionale e una delle massime espressioni architettoniche di Andrea Palladio, è il luogo più visitato e ammirato di Vicenza. La mostra sugli Egizi – osserva – chiuderà il ciclo delle tre Grandi mostre, avviato nel 2019, con un evento internazionale che sta già suscitando notevole interesse. La mostra segue l’esposizione “La Fabbrica del Rinascimento” in cui i visitatori hanno potuto approfondire la conoscenza del Cinquecento a Vicenza, periodo di invenzioni che hanno reso la città veneta un territorio dinamico e vivace sotto il profilo economico e culturale. Attraverso reperti dell’antico Egitto, tra cui sarcofagi, statue monumentali e oggetti preziosi, che verranno esposti nel grande salone della Basilica, sarà possibile un confronto tra l’operosità di Vicenza nel Rinascimento e Deir el-Medina, il villaggio egiziano in cui vissero gli artigiani che costruirono e decorarono le tombe reali della Valle dei Re e delle Regine, sulla sponda occidentale del Nilo, di fronte alla capitale Tebe”.

“Questa mostra”, sottolinea Simona Siotto, assessore ala Cultura del Comune di Vicenza, “è innanzitutto un’operazione culturale. Portare 180 pezzi, di cui 170 dal museo Egizio nella Basilica Palladiana che è monumento nazionale, patrimonio mondiale dell’Unesco, non è stato affatto semplice. Il senso però è quello di valorizzare un luogo straordinario, che però è anche piuttosto complesso perché è molto grande, e di renderlo se possibile ancora più bello attraverso una mostra che vuole insegnare qualcosa. Io ci tengo sempre a dirlo: non c’è grande cultura se non c’è una scelta dietro. E queste sono le uniche mostre che mi sento di organizzare. Apriamo il 21 dicembre una mostra che resterà aperta fino al 7 maggio 2023, e che va a investigare su quello che era la quotidianità anche nell’antico Egitto, coloro che in qualche modo hanno creato la prima grande architettura, messa all’interno di una delle opere più belle del più grande architetto del Cinquecento, che ha insegnato che attraverso la bellezza si trasformano le città. Un insegnamento di cui vogliamo essere testimoni ancora oggi”.

“La mostra nasce per rendere omaggio a Vicenza con un progetto culturale che potesse legarsi e sposarsi con quanto si è fatto negli ultimi tre anni in Basilica”, ricorda Christian Greco, “e su quanto può funzionare all’interno del tessuto culturale di Vicenza. Allora, dopo la grande mostra sul Rinascimento, facciamo una mostra che ci parla di coloro che erano i creatori dell’Egitto eterno, ovvero gli operai, gli artigiani, gli artisti che hanno collaborato per creare le tombe e le tombe erano – potremmo definirlo il metaverso – lo spazio in cui il defunto entrava in una nuova dimensione, doveva essere assimilato al dio Sole e viaggiare in un periplo costante attorno alla Terra. Parlare quindi di quale era la concezione teologica della trasformazione che il defunto aveva dopo la fine della vita terrena in quello che gli Egiziani chiamano “la nuova nascita” era fondamentale, però noi lo volevamo fare raccontando la storia delle donne e degli uomini, la storia delle persone che hanno vissuto a Deir el Medina, uno dei pochi insediamenti culturali che noi abbiamo in cui troviamo dei frammenti di vita quotidiana: e a questa prima parte abbiamo dedicato uno spazio espositivo molto importante. E quindi ci racconterà delle vite di creatori dell’Egitto eterno e poi di come la tomba diventasse un elemento di trasformazione del defunto”. E continua: “Si è trattato di un lavoro sugli archivi e sulla materialità degli oggetti. Il tutto per permettere al visitatore di intraprendere un viaggio nella Tebe del Nuovo Regno, di conoscere coloro che lavorarono nelle necropoli reali e comprendere quali fossero gli elementi iconografici e testuali che rendevano la tomba una “casa per l’eternità”, una dimensione nuova dove il sovrano poteva intraprendere il suo viaggio e iniziare la wehem meswt, la sua rinascita”.

“Il tema di questa mostra”, entra nel merito la curatrice Corinna Rossi, “è la creazione dell’Egitto che noi conosciamo, nel senso che gli operai di Deir el Medina che realizzarono le tombe dei faraoni, in realtà realizzarono-materializzarono l’Aldilà degli Egizi, e quindi lo resero luogo, lo decorarono in maniera che questo luogo potesse ospitare il faraone e condurlo alla vita eterna. Ovviamente le tombe dei faraoni erano paradigmatiche, ma a seguire tutte le tombe di nobili e di chi se lo poteva permettere tendevamo a mantenere gli stessi criteri. Questa mostra è dedicata alle persone che hanno realizzato le immagini che fanno parte proprio dello stesso immaginario dell’antico Egitto per noi: tantissimi oggetti dell’Antico Egitto che conosciamo in realtà venivano creati per accompagnare appunto i defunti nell’Aldilà. Quindi è una mostra un po’ a cavallo tra la vita prima della morte e la vita dopo la morte”.

Vicenza. Alle Gallerie d’Italia-Palazzo Montanari presentato al ministro Erika Stefani il progetto scientifico e didattico “Argilla. Storie di vasi”, percorso espositivo triennale per la valorizzazione della collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo, concepito per eliminare le barriere nella fruizione dei luoghi e degli oggetti con l’inclusione delle persone con disabilità

“Argilla. Storie di vasi”, il percorso espositivo scientifico e didattico alle Gallerie d’Italia di Palazzo Montanari a Vicenza (foto sofia sandri / gallerie d’italia)

“Argilla. Storie di vasi” a cura di Monica Salvadori, Monica Baggio e Luca Zamparo, con il contributo di Federica Giacobello, è il nuovo percorso scientifico e didattico di Intesa Sanpaolo, concepito per eliminare le barriere nella fruizione dei luoghi e degli oggetti, che nasce dalla collaborazione con il dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova in seno alle ricerche sviluppate dal progetto “MemO. La memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magnogreca in Veneto”, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e si inserisce nell’ambito delle attività dedicate alla valorizzazione della collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo, costituita da oltre cinquecento reperti prodotti tra il VI e il III sec. a.C.,  prodotti tra VI e III secolo a.C. in Puglia e in Lucania o importate da Atene, e tutti provenienti da un’unica necropoli di Ruvo di Puglia, che forniscono una significativa testimonianza della cultura e dell’arte della Grecia d’Occidente. Erano beni di prestigio scelti per ricchi corredi, collocati nelle sepolture dell’aristocrazia apula. Sono per lo più contenitori per cibi, liquidi, unguenti che, all’utilità pratica, uniscono un alto valore artistico, dato dalle scene pittoriche a figure rosse o nere dipinte sui manufatti. Capolavoro della collezione è la kalpis attica del Pittore di Leningrado (V secolo a.C.), sul cui fregio è rappresentata un’officina ceramica, con artigiani e una giovane donna intenti nella decorazione di vasi.

Il ministro per le Disabilità Erika Stefani con Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni storici Intesa Sanpaolo, nell’incontro a Palazzo Montanari a Vicenza (foto sofia sandri / gallerie d’italia)

Il progetto espositivo, che avrà un’articolazione triennale, si situa nel solco dell’impegno di Intesa Sanpaolo per l’inclusione delle persone con disabilità. In particolare, le Gallerie d’Italia offrono percorsi didattici e di visita dedicati realizzati su misura in collaborazione con le associazioni del territorio a Milano, Napoli e Vicenza. Lunedì 8 novembre 2021 oggi alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, museo di Intesa Sanpaolo a Vicenza, il percorso scientifico e didattico “Argilla. Storie di vasi” è stato visitato dal ministro per le Disabilità Erika Stefani. La visita istituzionale si è svolta alla presenza di Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni storici Intesa Sanpaolo, e della rettrice dell’università di Padova Daniela Mapelli, di Monica Salvadori, prorettrice al Patrimonio artistico storico culturale dell’università di Padova, di Vincenzo Tinè, soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, del vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Donato Nitti e degli assessori del Comune di Vicenza Simona Siotto (Cultura) e Matteo Tosetto (Politiche Sociali).

“Argilla. Storie di vasi” indaga le modalità tecniche di realizzazione dei manufatti ceramici nel mondo greco antico, partendo dalla fase di estrazione dell’argilla per giungere al vaso finito, attraverso un percorso che ambisce a svelare alcuni segreti di questa produzione artistica e artigianale millenaria. Il progetto allestitivo intende anche approfondire il rapporto fra la società attuale e il patrimonio archeologico con l’obiettivo di diffondere una cultura della legalità.

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Un supporto tattile del progetto “Argilla. Storie di vasi” a Palazzo Montanari – Gallerie d’Italia (foto sofia sandri / gallerie d’italia)

L’itinerario narrativo, caratterizzato da una precisa/decisa/chiara finalità didattica e da una particolare attenzione ai diversi pubblici, specialmente quelli di età scolare, si contraddistingue per un linguaggio semplice ma allo stesso tempo specifico, che intende fornire le basi di un lessico per la conoscenza della produzione ceramica greca e magnogreca, attraverso un’esperienza educativa che dal mondo antico giunge al contemporaneo. L’esposizione è dotata di supporti audio, video e tattili per essere ampiamente inclusiva e accessibile, con l’obiettivo di ridurre, per quanto possibile, le barriere culturali, motorie e sensoriali al fine di creare uno spazio condiviso. Il progetto presenta un gruppo di ceramiche greche e magnogreche della collezione Intesa Sanpaolo accanto ad alcuni reperti gentilmente concessi in prestito dal museo regionale della Ceramica di Caltagirone (parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Anci), dal museo civico di Bassano del Grappa, dal museo Archeologico nazionale di Ferrara e dal Centro d’Ateneo per i Musei dell’università di Padova.

La pelike apula a figure rosse n. 39 della Collezione Merlin conservata al museo di Scienze Archeologiche e d’Arte dell’università di Padova (foto msa / unipd)

Modello 3D della pelike apula a figure rosse n. 39 della Collezione Merlin (Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, Università di Padova) realizzato mediante scansione laser a luce strutturata (elab. Emanuela Faresin, dipartimento dei Beni Culturali, Università di Padova). Il modello permette una visione a 360° di un oggetto archeologico solitamente inaccessibile (ossia conservato all’interno di apposita teca museale) con un grado di precisione dei dettagli infinitesimale, emblema del connubio fra la ricerca umanistica e le più aggiornate soluzioni tecnologiche.

Nella prima sala, chiamata dell’Antico Testamento, si racconta come gli antichi realizzavano i vasi, con particolare attenzione al mondo greco e magnogreco. Gli esemplari, di cui noi ammiriamo le forme, la fattura, il rivestimento e le raffigurazioni, sono il risultato di un lungo e complesso processo scandito da diverse e precise fasi di lavorazione che richiedeva di possedere la tecne, la perizia che nasce dall’esperienza. Ad aiutarci a ricostruire le fasi produttive sono le scene raffigurate sui vasi e le immagini dipinte su alcune tavolette d’argilla ritrovate a Penteskouphia nei pressi di Corinto che in questa sala sono state riprodotte graficamente. Nelle vetrine si possono ammirare esemplari prodotti con tecniche figurative differenti insieme a vasi che, a causa di errori nella delicata fase di cottura nelle fornaci, appaiono difettosi.

La vicina sala dell’Antica Roma ci guida all’interno della bottega di un antico vasaio greco attraverso le immagini dipinte e la selezione delle forme vascolari. Le forme ceramiche attestate nel mondo greco antico sono poche, standardizzate e riconducibili a precise funzioni: trasportare l’olio, versare l’acqua, contenere il vino oppure gli unguenti profumati. Queste azioni appartengono sia ai differenti momenti della vita quotidiana sia alle azioni rituali. Le immagini dipinte si ispirano al mito, all’epica, alla vita quotidiana e talvolta, in un gioco di specchi, anche al lavoro del ceramista e del ceramografo. Esse non hanno solo un valore estetico ma i segni che le compongono, fatti di oggetti e gesti, rimandano al pensiero e all’ideologia delle società che le ha prodotte.

Nella terza sala, chiamata dei Quattro Continenti, il pubblico è sfidato a mettere alla prova le proprie capacità di analisi dei manufatti, per individuare alcuni oggetti che imitano le produzioni antiche. Questo ambiente, infatti, narra le storie di oggetti e di persone che producono, collezionano e conservano. Allo stesso tempo, questo spazio vuole parlare di quanto oggetti estremamente umili, provenienti dalla terra, possano suscitare interessi economici e sociali. Ci parla, infine, della ricerca archeologica e storico-artistica, ricerca attenta alla società e rivolta alla tutela del patrimonio culturale che accomuna la storia di tutti noi.