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Napoli. Giulierini: “Il mio mandato termina improrogabilmente il 14 novembre. Grazie al Mann e a Napoli, nella speranza di tornare”. E venerdì presenta il “Rapporto annuale 2022-2023” e il libro “Otto anni alla guida del Mann”

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

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Una immagine curiosa di Paolo Giulierini con una statuetta del presepe napoletano che lo riproduce (foto mann)

Non ci sarà la proroga alla proroga. Martedì 14 novembre 2023, per Paolo Giulierini, come per gli altri direttori in scadenza, sarà l’ultimo giorno alla direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli. Lo ha comunicato lui stesso martedì 7 novembre 2023: “Ieri ho avuto il riscontro ufficiale del termine della mia prorogatio al giorno 14 novembre 2023. Con il cuore pensavo che questa data non dovesse mai arrivare, ma razionalmente ne ero consapevole. Sono stati 8 anni fantastici vissuti con colleghi e cittadini fuori dal comune. Posso solo dire grazie al Mann e a Napoli, nella speranza di poter tornare. Vi ho voluto e vi voglio bene. Tutto quello che potevo fare l’ho fatto”. E a tifare per la sua riconferma non ci sono solo gli amici e i colleghi più vicini, ma anche moltissimi napoletani (che lo hanno “adottato”, un po’ come era successo per Maradona) e moltissimi visitatori che hanno toccato con mano come il museo Archeologico nazionale di Napoli è cambiato sotto la sua direzione.

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Il direttore Paolo Giulierini saluta il ministro Gennaro Sangiuliano al suo arrivo al Mann (foto mann)

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2015: Paolo Giulierini, direttore all’Archeologico di Napoli, proveniente dal museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (foto maec)

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I direttori Paolo Giulierini (Mann) e Michail Piotrovsky (Ermitage) a San Pietroburgo nel 2018 (foto mann)

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Il direttore Paolo Giulierini con il gioco “Monopoly MANN” (foto valentina cosentino)

Paolo Giulierini è stato nominato direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli il 1° ottobre 2015 per un primo mandato quadriennale, rinnovato poi fino al 2023. Come direttore del Mann, ha progettato e curato la riapertura delle sezioni Egizia, Epigrafica, Magna Grecia e Preistoria. Durante il suo primo mandato, sono state realizzate numerose mostre di materia archeologica e di arte contemporanea al Mann; molteplici i prestiti internazionali con cui sono state progettate importanti esposizioni all’estero. Ha curato, tra l’altro, la stipula dei protocolli d’intesa con l’Ermitage di San Pietroburgo, il J.P. Getty di Los Angeles, il parco archeologico del Colosseo e la Regione Siciliana. Ha favorito una nuova comunicazione del brand museale, tramite la realizzazione del primo videogioco archeologico (“Father and son”) e il programma universitario di disseminazione culturale “Obvia”. Nel 2017, Art Tribune ha riconosciuto il MANN come miglior museo d’Italia per l’innovazione; nel 2018, sempre Art Tribune ha insignito Giulierini come miglior direttore d’Italia.

napoli_mann_rapporto-annuale_libro-otto-anni-alla-guida-del-mann_invito-locandinaSe Giulierini non verrà confermato alla direzione del Mann, ora divenuto museo di prima fascia, venerdì 10 novembre 2023, sarà la sua ultima uscita ufficiale importante alla guida dell’Archeologico. Alle 10.30, all’auditorium del Mann, sarà in programma una doppia presentazione: seguendo il percorso tracciato da due volumi, si partirà dal “Rapporto annuale 2022/2023” del Mann, a cura di Ludovico Solima (Electa), per poi effettuare un bilancio degli otto anni di mandato del direttore dell’Istituto, Paolo Giulierini, col libro “Otto anni alla guida del Mann” a cura di Serena Venditto: conversazione tra Paolo Giulierini e Ludovico Solima.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale attivata la nuova App “ArtWare Caronte”, gratuita e inclusiva: oltre 90 tra video e audio, interazione e raccolta dati. Si va alla scoperta delle collezioni, dei capolavori, delle storie che le opere esposte sanno raccontare

L’hanno chiamata Caronte, come il traghettatore dell’Ade. È la nuova app del Mann che “traghetta” i visitatori del museo Archeologico nazionale di Napoli alla scoperta delle collezioni, dei capolavori, delle storie che le opere esposte sanno raccontare. È stata presentata nei giorni scorsi la nuova App del Mann, gratuita e inclusiva, “ArtWare Caronte”, scaricabile con tutti i tipi di smartphone inquadrando un QR Code (segnalato all’interno del museo) o attraverso app-store: oltre 90 contenuti tra video e audio, in italiano e in inglese. Tra le novità della App la possibilità per l’utente di interagire commentando in tempo reale l’esperienza di visita. Finanziata con fondi PON Cultura e Sviluppo FESR 2014-2020, ideata da ArtWare, start-up campana operante nel settore dell’intrattenimento culturale, la App risponde con un alto contenuto d’innovazione e tanta semplicità d’utilizzo alle nuove sfide di fruibilità degli ambienti espositivi, in un contesto sempre più proteso all’integrazione con il digitale. E al Museo, grazie alla collegata WebApp “Archimede”, saranno forniti costantemente dati sulla segmentazione del pubblico e indicazioni sul gradimento rilevato. “Dopo una prima fase sperimentale, presentiamo un nuovo servizio a disposizione del pubblico in un museo che da anni offre copertura free wi-fi in ogni sua area e per primo ha prodotto due videogames di successo come Father and Son, per comunicare il suo patrimonio alle giovani generazioni”, sottolinea il direttore Paolo Giulierini. “Questa nuova App, con contenuti digitali di grande qualità e attenta cura scientifica, vuole essere anche un modo per entrare nel mondo del Mann, nelle sue suggestioni e nella sua storia, scoprendo con una narrazione coinvolgente la passione di chi ci lavora. Grazie ad una innovativa tecnologia il Museo potrà raccogliere informazioni importanti per conoscere sempre più il pubblico. E il 19 giugno dedicheremo una giornata a tutti i progetti digitali del Mann”.

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Una schermata della nuova App del Mann (foto mann)

ArtWare Caronte rende disponibili, solo all’interno del museo, produzioni audiovisive anche inedite nel segno dell’inclusività, compresi, ad esempio, contenuti realizzati nella lingua italiana e internazionale dei segni. La App consente ai visitatori di orientarsi attraverso la funzionalità delle mappe e dei Point of Interest. Ecco i primi contenuti disponibili, che a breve saranno ulteriormente implementati anche in collaborazione con Coopculture: le collezioni del Mann- Podcast; Mann Stories; il Gran Mosaico; GENS. Intrighi Di Famiglia – Tales of Emperors; E.LIS.A Enjoy LIS art- Video-guida in LIS.

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Schermata della sezione Collezioni della nuova App del MANN (foto mann)

Le collezioni del Mann. Podcast e testi in italiano e in inglese. Attraverso la voce di speaker professionisti i podcast introducono i visitatori al patrimonio del Museo, facendo scoprire loro la storia della formazione di ciascuna collezione, le vicende più significative degli allestimenti, i contesti di provenienza dei reperti, percorsi tematici e opere più rappresentative.

Mann Stories. Oltre 40 videoguide, sottotitolate in inglese, narrate con passione da chi lavora al Museo e lo vive tutti i giorni: il racconto è incentrato sugli highlights, dal mosaico di Alessandro ai bronzi della Villa dei Papiri, dagli affreschi agli oggetti della vita quotidiana delle città vesuviane, dalle sculture della Collezione Farnese ai reperti delle Sezioni Preistoria e Protostoria, Egizia e Magna Grecia. Firmate dal regista Mauro Fermariello, le Mann Stories sono state realizzate nell’ambito del progetto universitario Obvia- Out of boundaries viral art dissemination coordinato da Daniela Savy (università di Napoli “Federico II”)

Il Gran Mosaico. Video di approfondimento sul Mosaico di Alessandro con sottotitoli in italiano e in inglese. Il progetto nasce dalla collaborazione dei Servizi Educativi del Mann con la Protom Group spa.

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Agrippina è la protagonista della prima GENS Intrighi di Famiglia, miniserie disponibili sulla nuova App del MANN (foto mann)

GENS. Intrighi Di Famiglia – Tales of Emperors. Miniserie con sottotitoli in italiano e in inglese dedicata alle vicende della dinastia Giulio-Claudia, ispirata dalle sculture esposte nella sezione Campania Romana. La serie nasce come progetto di ricerca scientifica per il Design, utilizzando l’Intelligenza Artificiale, realizzato nell’ambito della convenzione tra il Mann e il dipartimento di Architettura e Disegno industriale dell’università della Campania Luigi Vanvitelli. Primo episodio inserito nella App: Agrippina

E.LIS.A Enjoy LIS art- Video-guida in LIS (Lingua Italiana dei Segni) con sottotitoli in italiano, e Video-guida in IS (Lingua Internazionale dei Segni) con sottotitoli in inglese. La video-guida del Mann introduce i visitatori sordi e ipo-udenti alla storia del Museo e alle sue principali collezioni. Il percorso si sviluppa in 26 video-guide che descrivono singole opere o gruppi di opere. Il progetto è promosso dalla Regione Campania – assessorato alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche giovanili.

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Schermata di Archimede, la Web App dedicata alla visualizzazione dei dati elaborati da ArtWare (foto mann)

Ulteriore elemento di innovazione di questo sistema è rappresentato da Archimede, la Web App dedicata alla visualizzazione dei dati elaborati da ArtWare mediante modelli di Data Science e Machine Learning. Questi dati sono comunicati regolarmente al Museo, fornendo così importanti indicazioni che possono essere tradotte in scelte operative. Attraverso gli algoritmi proprietari, Archimede sviluppa infatti analisi descrittive, predittive e prescrittive per misurare la performance delle istituzioni. Una maggiore comprensione dell’audience permetterà di adattare la programmazione agli interessi dei visitatori, basandosi su un sistema di predizione della domanda. In particolare, Archimede dispone delle seguenti funzionalità. Sezione demografia: dalla piattaforma di ArtWare si ottengono informazioni storiche ed analisi su età, nazionalità e sesso dei visitatori, con la possibilità di poter anche filtrare i segmenti temporali d’interesse. Sezione Biglietti: inserendo le informazioni storiche relative ai biglietti emessi, si possono effettuare delle proiezioni sul numero di visitatori attesi. Sezione visite e comportamento: è possibile ottenere analisi sui contenuti multimediali di maggior interesse, anche filtrando specifici segmenti temporali. Sezione stanze: permette di visualizzare le sale maggiormente visitate. Sezione NLP: contiene diversi indicatori chiave di performance (KPI), che permettono di verificare il grado di fidelizzazione e soddisfazione dei visitatori.

Napoli. Paolo Giulierini, direttore dal 2015 del museo Archeologico nazionale, traccia un bilancio di quasi 8 anni di lavori e annuncia nuove tappe per un Mann “come non si è mai visto prima”

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La sezione scultura campana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Era il 1° ottobre 2015 quando Paolo Giulierini assumeva la direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli, non senza suscitare polemiche e critiche per un archeologo (etruscologo) che fino a quel momento poteva vantare “solo” la direzione del museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona. Sono passati sette anni e mezzo dalla sua nomina e chi visita il Mann (e si ricorda come era prima) può toccare con mano il lavoro portato avanti sotto la sua direzione i cui risultati hanno smentito qualsiasi detrattore di turno.

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La sezione scultura campana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, davanti al presepe continuum 2022 (foto graziano tavan)

A sorpresa un bilancio – seppur sommario – del suo mandato lo ha fatto lo stesso Giulierini e lo ha postato nei giorni scorsi sul suo profilo Fb. “Tutto finito – esordisce – per la sezione di scultura campana: 7 milioni di fondi PON spesi correttamente fino all’ultimo euro, un museo che non sarà più lo stesso perché, essendo raddoppiato, sarà uno dei più importanti al mondo per l’archeologia classica. Dal 2015 abbiamo riallestito, perché chiuse o dismesse, la sezione egizia; la sezione epigrafica; la sezione Magna Grecia; la sezione Preistoria; i tre giardini. È stato aperto un bar; rifatti i tetti e completamente sostituiti gli infissi. È stato organizzato un allestimento permanente con 100 capolavori di Pompei da Sing Sing; ed è stato ristrutturato il Braccio Nuovo, fermo da decenni, con un auditorium da 300 posti, il settore restauro, la didattica e, tra pochi mesi, apriranno un ristorante e una sezione tecnologica pompeiana”.

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Attività di diagnostica sul mosaico di Alessandro al Mann (foto Pedicini Fotografi)

Ma la macchina del Mann non si ferma. “A marzo – continua Giulierini – partono i lavori per 11 milioni di euro nei sotterranei del Mann (già appaltati) per nuovi servizi e spazi espositivi; e tra 15 giorni parte il cantiere per la seconda fase del restauro del mosaico di Alessandro”. Con una sottolineatura polemica: “Nessuno aveva voluto affrontare il problema”.

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Statuette esposte nella sezione Egizia del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Studio Guicciardini e Magni)

Poi qualche scadenza. “Giusto per rassicurare tutti, entro Pasqua: riapre la sezione egizia (erano necessari lavori di manutenzione dopo 8 anni); torna da Milano la tazza farnese; entro la prima settimana di maggio: tornano tutti gli affreschi dalla superba mostra di Bologna. Entro giugno: tornano l’Atlante farnese e la Venere callipigia; si completa l’entrata nel mondo digitale del Mann (app con contenuti e open data)”.

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L’allestimento della mostra “Fuga dal museo” di Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla nella galleria Principe di Napoli (foto Mann)

“Il Museo a quel punto sarà NON completo in ogni sua parte – conclude Giulierini -, ma come NON si è mai visto. Naturalmente abbiamo già le risorse e le progettualità per riaprire le sezioni di Neapolis, Cuma, Orientale, Storia del Museo, raddoppio pompeiane e copertura della Meridiana, sezione Mediterraneo. Siamo partner di importanti azioni di rigenerazione urbana per la Galleria Principe, Palazzo Fuga e Istituto Colosimo. Sono stati spesi complessivamente oltre 50 milioni di euro di fondi europei. Siamo in tutta Italia e in quattro continenti nel mondo con mostre straordinarie”.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Lo scaffale del Mann” presentazione del libro “Preistoria e Protostoria”. Guida al percorso della sezione aperta due anni fa

napoli_mann_scaffale_libro-preistoria-e-protostoria_locandinaPrimo appuntamento della nuova stagione della rassegna “Lo scaffale del Mann”. Mercoledì 12 ottobre 2022, alle 16.30, nella sala conferenze del Braccio Nuovo del museo Archeologico nazionale di Napoli, presentazione del libro “Preistoria e Protostoria. Guida al percorso” (Electa), a cura dei funzionari archeologi del Mann, Floriana Miele Emanuela Santaniello e Giovanni Vastano. Con gli autori, dopo i saluti di Paolo Giulierini (direttore del Museo), intervengono Antonio Salerno (funzionario archeologo Direzione regionale Musei Campania) e Pierfrancesco Talamo (funzionario archeologo parco archeologico Campi Flegrei).

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Copertina del libro “Preistoria e Protostoria” (Electa), guida al percorso della sezione del museo Archeologico nazionale di Napoli

La guida è un aggiornato strumento di orientamento alla visita della sezione Preistoria e Protostoria del museo Archeologico nazionale di Napoli e una stimolante introduzione alla conoscenza della materia. Dopo vent’anni e a seguito di un lungo lavoro di riordino e aggiornamento è stata finalmente riaperta questa importante collezione, presentata al pubblico in un nuovo allestimento nel febbraio 2022 (vedi Museo Archeologico nazionale di Napoli: riapre dopo vent’anni, con un nuovo allestimento e ben 3mila reperti, la sezione Preistoria e Protostoria che racconta il popolamento della regione dal Paleolitico all’Età del Ferro | archeologiavocidalpassato): quasi tremila reperti in un’esposizione permanente di circa 1000 mq. La guida, redatta dagli archeologi del Mann, si configura come una vera e propria introduzione alla materia: a un breve accenno sulla storia della collezione seguono testi informativi generali che forniscono un buon punto di partenza per la conoscenza della Preistoria e della Protostoria, delle ere e delle età in cui sono divise, delle attività e soprattutto dei manufatti che le hanno caratterizzate, con uno sguardo privilegiato, ma non esclusivo, al territorio campano. Le brevi schede descrivono esaustivamente tutti i siti archeologici oggetto dell’esposizione. Utili sussidi alla lettura sono gli approfondimenti in coda al volume, un glossario e una bibliografia essenziale.

Al via la mostra “I Greci prima dei Greci. Alle origini della presenza ellenica nel Golfo di Napoli” articolata in tre sedi: museo civico di Procida, museo Archeologico nazionale di Napoli e parco archeologico dei Campi Flegrei

napoli_baia_mostra-greci-prima-dei-greci_locandinaIl museo Archeologico nazionale di Napoli, il parco archeologico dei Campi Flegrei, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli e il museo civico di Procida “Sebastiano Tusa” partecipano a Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 condividendo il progetto della mostra “I Greci prima dei Greci. Alle origini della presenza ellenica nel Golfo di Napoli” (29 settembre – 31 dicembre 2022). La mostra ripercorre le tappe fondamentali della presenza greca nel golfo di Napoli, che tanta parte ebbe nello sviluppo socio-economico e culturale della Campania antica e, più in generale, nella formazione della cultura occidentale. La mostra sarà presentata al pubblico giovedì 29 settembre 2022, alle 12, al Castello di Baia (Bacoli, via Castello n.39), con un secondo momento inaugurale nel pomeriggio, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Napoli.

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Una fase dell’allestimento al museo Archeologico nazionale di Napoli della mostra “I Greci prima dei Greci” (foto mann)

Il percorso espositivo si articola in modo complementare nelle sedi coinvolte e prende avvio al museo civico di Procida, dove si presenta il ruolo di Vivara nella media età del Bronzo quale importante snodo commerciale nella rete di traffici marittimi attivi nel bacino del Mar Mediterraneo. Sull’isolotto giunsero dalla Grecia intraprendenti mercanti micenei, alla ricerca di materie prime, soprattutto metalli. Il racconto prosegue con un focus dedicato alla civiltà micenea e alle attestazioni materiali riconducibili a questa cultura nel Golfo di Napoli, con particolare riguardo alle evidenze da Vivara e, nell’entroterra, dal sito di Afragola. Si passa poi a illustrare la ripresa dei contatti tra Egeo e area campana nella prima metà dell’VIII secolo a.C., dopo la cesura riscontrata a partire dallo scorcio del II millennio a.C. Con la nascita di Pithekoussai, infine, si introduce il tema della colonizzazione greca in Occidente. L’itinerario si conclude al parco archeologico dei Campi Flegrei (museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello di Baia e al parco archeologico di Cuma), dove s’illustra la fondazione di Cuma, che rappresenta il definitivo stanziamento sulla terraferma di genti elleniche in Campania. Qui i Greci impiantarono una vera e propria città, leggibile in ogni sua parte (abitato, necropoli, santuari).

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Ceramica micenea in situ nello scavo archeologico di Vivara (foto archivio MCP Missione Vivara)

La prima tappa della mostra, al museo civico di Procida, si svilupperà nella sezione “Storia antica dell’isola di Procida” e, in particolare, nella sala III, dedicata al porto-approdo di Vivara, alla vita quotidiana, agli incontri e agli scambi. Nel corso della media età del Bronzo Vivara, grazie alla sua posizione strategica e alla sua particolare conformazione morfologica, divenne uno dei centri più importanti nell’ambito dei traffici marittimi che collegavano la Grecia micenea con il Mediterraneo occidentale. Le imbarcazioni provenienti dall’Egeo approdavano presso l’antico porto-approdo vivarese (oggi sommerso) portando grandi giare adatte all’uso quotidiano ma anche vasi finemente decorati con pittura brillante, caratterizzati da motivi floreali, cerchi concentrici, spirali e bande, oggi testimoniati dal ritrovamento di numerosi frammenti ceramici. A raccontare la presenza greco-micenea sull’isolotto sono anche preziosi oggetti ornamentali, manufatti in bronzo e numerose tracce riconducibili alla lavorazione dei metalli. L’area flegrea ha visto un’intensa frequentazione dei primi naviganti egei fin dalla prima metà del II millennio a.C., frequentazione che sembra interrompersi per poi riprendere con quella che viene definita la prima colonizzazione greca in Occidente, avvenuta nel corso dell’VIII secolo a.C., prima con l’impianto di Pithekoussai e poi nel secondo quarto dell’VIII sec. a.C. con la fondazione di Cuma. Il museo civico di Procida ospiterà alcuni reperti provenienti da una delle tombe più antiche indagate proprio presso l’antica colonia greca di Cuma, i cui approfondimenti saranno affrontati presso le sedi espositive del parco archeologico dei Campi Flegrei.

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Oggetti in bronzo da Vivara conservati nella sezione Preistoria e Protostoria del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto giorgio albano)

Il racconto al Mann si articolerà nelle sezioni permanenti “Preistoria e Protostoria” e “L’isola d’Ischia”, mediante il dialogo tra una selezione di reperti e apparati didattici già in allestimento e oggetti custoditi nei depositi, svelati al pubblico per l’occasione. Il percorso prenderà avvio nella sala CXXIX con un’introduzione dedicata alla civiltà micenea, supportata da un piccolo saggio della sua arte: tre vasi di fattura egea appartenenti al ricchissimo patrimonio “sommerso” del Mann, accompagnati da brevi cenni sulla storia della loro acquisizione. Addentrandosi nella sezione “Preistoria e Protostoria”, la narrazione proseguirà nella sala CXLVII: qui si presenteranno i dati a disposizione sulle interazioni tra i Micenei e l’area del Golfo di Napoli durante l’età del Bronzo, partendo dalle testimonianze di Vivara (Bronzo medio) – in esposizione permanente – e, per l’entroterra, dai materiali archeologici provenienti dal sito di Afragola (Bronzo recente e finale), messi a disposizione dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Alcuni manufatti di provenienza egea, appartenenti a corredi funerari dalle necropoli di Capua e Cuma (sala CXXVII), offriranno lo spunto per illustrare la fase dei contatti tra Egeo e Campania nella prima età del Ferro. Nella sala CXXV della sezione “Isola d’Ischia”, infine, si descriverà la nascita di Pithekoussai, primo episodio della colonizzazione greca in Occidente.

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Oggetti da Cuma conservati al museo Archeologico dei Campi Flegrei nel castello di Baia (foto di vittorio infante)

Il percorso espositivo del PAFLEG riguarda il tema del consolidamento della presenza greca nel territorio flegreo e coinvolge il parco archeologico di Cuma e il museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia, con l’obiettivo di tracciare un percorso di approfondimento che racconti i luoghi connessi all’arrivo dei Greci a Cuma e le interrelazioni culturali che quest’approdo genera. Tale racconto si declina nel Museo in un’esperienza immersiva che interessa ciò che si suole definire “cultura materiale”, non luoghi ma oggetti, che custodiscono storie, serbano la memoria di viaggi e ripercorrono rotte marittime. In questo percorso tra le sale del Museo della sezione Cuma (in particolare, sale 5-10) sarà possibile scoprire come il “greco” è fatto di aspetti molto diversificati, di tante città che vantano prodotti di eccellenza e che in qualche modo nelle stive di navi si incontrano e approdano a Cuma e nelle isole. Qui, dove ogni cosa parla un linguaggio greco, dalle evidenze strutturali agli oggetti di uso quotidiano, avvengono ancora altri incontri con le genti dell’entroterra e si viene a creare un’eccezionale relazione interculturale, della quale gli oggetti conservano la memoria e registrano la diffusione, ma che di fatto è concepita da uomini.

Napoli. Il museo Archeologico nazionale ha presentato l’Annual Report 2020 “Mann, le sfide della ripartenza”: dal 2020 anno della tecnologia, al 2021 con il rilancio di presenze al Museo. Presentate le nuove mostre per Natale 2021: dal fotoreportage sul terremoto a Dante, dal giocattolo antico a Enrico Caruso

Il direttore Paolo Giulierini (al centro) con la squadra del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

“Mentre fuori infuriava la tempesta, una fioca luce permeava il palazzo e si faceva a mano a mano più intensa: era la speranza che, dopo la grande tenebra, saremmo tornati a splendere più di prima”: con questa metafora, il direttore del Mann, Paolo Giulierini, ha introdotto l’Annual Report 2020 del museo Archeologico nazionale di Napoli. Un volume che, con le sue oltre trecento pagine di analisi, dati e progetti per il 2020, chiude il cerchio nella rendicontazione dei risultati come dovere di trasparenza verso il pubblico. Al di là dei numeri, lo studio riflette ancor di più le storie di quanti, dietro le quinte, hanno vissuto l’emergenza della pandemia. Come nel calendario agricolo delle generazioni passate, il tempo in cui ci ritirava nelle case, durante la cattiva stagione, esprimeva le emozioni altalenanti per l’attesa dei frutti, dopo la semina. Così, durante la pandemia, il lavoro del Mann non si è interrotto, fra malinconia e tenacia. Percependo con maggior forza lo spirito di squadra e ritenendo, allo stesso modo, che il team fosse ancora più vivo grazie al contatto (virtuale) con il pubblico. 

Al museo Archeologico nazionale di Napoli presnetato l’Annual Report 2020 “Mann, le sfide della ripartenza” (foto mann)
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Il direttore Paolo Giulierini e il prof. Ludovico Solima col team che ha curato l’Annual Report 2020 del Mann (foto mann)

Ideato e curato dal prof. Ludovico Solima (università della Campania “Luigi Vanvitelli”) in coordinamento con lo staff del Mann, edito da Electa, il Report 2020 “Mann, le sfide della ripartenza” appare come un’ineludibile tessera di congiunzione con il cammino di ripresa che ha iniziato a svelarsi dall’inizio dell’estate 2021. Secondo Solima, “il fatto che, anche per un anno così difficile, il Museo abbia raccolto e deciso di condividere le informazioni sulle attività svolte nel 2020 testimonia la volontà di proseguire nel percorso di trasparenza amministrativa avviato sin dal primo anno della gestione del direttore Giulierini. Il Mann, dunque, si conferma essere un museo aperto e sincero”. Un raffronto fra i dati evidenzia questo passaggio di rinascita: nel periodo giugno-ottobre 2021, senza misure restrittive dovute al lockdown, sono stati 135mila gli ingressi al museo Archeologico nazionale di Napoli. Negli stessi mesi del 2020, quando il Mann era aperto al pubblico, le presenze furono poco più di 53mila. Così, le file dinanzi al Museo nell’estate appena trascorsa hanno riflesso, oltre i dati, la voglia di riappropriarsi della vita culturale come dimensione del quotidiano.

Code di visitatori nel mese di agosto 2021 in attesa di entrare al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Il 2020 è stato l’anno in cui la tecnologia ha avuto un ruolo da protagonista, per il museo Archeologico nazionale e non solo. In particolare, dalle rilevazioni del Politecnico di Milano, il Mann è risultato il Museo più attivo su Facebook, con riferimento ai mesi di marzo e settembre. Il pubblico virtuale del sito web ha quasi doppiato gli ingressi in loco (129mila presenze al Museo, 236mila visite al portale istituzionale), mentre fan e follower sui canali social, da Facebook a Instagram, includendo i recensori di Google e TripAdvisor, hanno superato quota 150mila. In termini di digitalizzazione del racconto culturale, da non trascurare anche il rilancio del canale YouTube, con 72mila visualizzazioni dei prodotti audiovisivi del Mann.

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La locandina della mostra “Gli Etruschi e il Mann” al Mann (12 giugno 2020 – 31 maggio 2021)

Nonostante le lunghe e pesanti fasi di chiusura, il Museo ha promosso alcuni importanti eventi espositivi: in febbraio, infatti, è stato completato il riallestimento della sezione permanente dedicata a Preistoria e Protostoria, mentre in giugno è stato inaugurato il percorso temporaneo sugli Etruschi (vedi Aperta al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra “Gli Etruschi al Mann”: un inedito focus sulla realtà di una Campania etrusca con 600 reperti (di cui 200 visibili per la prima volta). I tesori “scoperti” nei depositi del Mann costituiranno una nuova sezione permanente del museo napoletano | archeologiavocidalpassato). A gennaio, prima della pandemia, era stata programmata la mostra interattiva su “Lascaux 3.0”, purtroppo non fruibile alle scolaresche per l’emergenza Coronavirus (vedi Al museo Archeologico nazionale di Napoli apre la mostra “Lascaux 3.0”: per la prima volta in Italia la copia della grotta di Lascaux, la “Cappella Sistina” dell’arte paleolitica, scoperta nella valle della Vézère (Dordogna) nel 1940 | archeologiavocidalpassato).

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La locandina della mostra “Lascaux 3.0” al Mann dal 31 gennaio al 31 maggio 2020

”Ripercorrere questo anno difficile, che ha segnato però una forte accelerazione sul fronte della digitalizzazione dei beni culturali”, aggiunge il direttore del Museo, Paolo Giulierini, “ci fa riflettere anche sul 2021 che sta per terminare, anno dei Gladiatori, della forza, di una rinascita che si concretizza anche nella variegata offerta messa in campo dal Mann per le festività, tra archeologia, letteratura, fotografia, design e arte presepiale.  Il prossimo dicembre compie tre anni OpenMann, la card che ha generato una solida community cittadina, e non solo, attorno al Museo, e ci si dà appuntamento per esposizioni, incontri, festival, concerti, attività per i più piccoli, finalmente tornati in presenza. Non mancheranno le iniziative per promuovere il nostro abbonamento annuale in tutte le sue declinazioni e anche tra i turisti, un modo per promettersi un nuovo viaggio a Napoli nel 2022!”.

La mostra “Gladiatori” al museo Archeologico nazionale di Napoli prorogata al 18 aprile 2022

Per il periodo natalizio, il Mann offre a cittadini e turisti una variegata offerta culturale. Si parte, naturalmente, dalla mostra “Gladiatori” che, dal 6 gennaio è stata prorogata al 18 aprile 2022, presenta 160 reperti nel Salone della Meridiana per raccontare un mito di tutti i tempi; nel Braccio Nuovo del Museo, aperta la Sezione didattica e tecnologica “Gladiatorimania” (vedi Napoli. Ci siamo: al museo Archeologico nazionale vernice (on line) dell’attesa mostra “Gladiatori”, che sarà l’evento del 2021. Sarà visitabile alla riapertura del Mann. Centosessanta reperti raccontano l’affascinante mondo dei protagonisti delle arene con focus sugli anfiteatri campani. In più la sezione “Gladiatorimania” | archeologiavocidalpassato). Come da consolidata tradizione natalizia, inoltre, dal 1° dicembre 2021, accanto a un albero di design, è prevista l’installazione in Atrio del Presepe Continuum, firmato dall’Associazione Presepistica Napoletana. Filo conduttore del racconto del 2021 è l’Unità d’Italia, con rappresentazioni dei Borbone, dei Savoia e di Garibaldi, così come ricostruzioni del Museo a quell’epoca. Da fine anno, promosso anche il calendario della Scuola Italiana di Comix per il Mann: dopo l’ambiente e le fatiche di Ercole, nel 2022 la fantasia dei disegnatori si concentrerà sul concetto di integrazione.

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Locandina della mostra “Cleto Munari. Jewelry Design” al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 22 settembre 2022 al 9 gennaio 2022

Confermati, sino alla conclusione delle festività natalizie, gli altri eventi programmati al Museo: nelle sale della Farnesina, l’esposizione “Omero, Iliade. Le opere del Mann nelle pagine di Alessandro Baricco” (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale apre la mostra “Omero, Iliade. Le opere del MANN tra le pagine di Alessandro Baricco” che intreccia la rappresentazione iconografica di quindici reperti (databili tra VI e IV sec. a.C.) alla riscrittura del celebre autore torinese | archeologiavocidalpassato) e, accanto al plastico di Pompei, il percorso sul design del gioiello di Cleto Munari (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale la mostra sul designer vicentino Cleto Munari: 140 gioielli per tracciare un viaggio artistico che “contamina” celebri espressioni dell’arte contemporanea partendo dall’amore per l’antico | archeologiavocidalpassato). Per chi ama le suggestioni della fotografia d’autore, da non perdere “Naples. Sense of place” che Alex Trusty dedica a originali visioni della città e del litorale flegreo (vedi Napoli. Al museo Archeologico nazionale la mostra “Naples. Sense of place” del fotografo Alex Trusty, un percorso suggestivo in 52 scatti in BN nella sala del Toro Farnese, che punta a cogliere le atmosfere uniche di Napoli | archeologiavocidalpassato). Ma sono tante anche le novità espositive proposte dal Mann. Vediamole.

Irpinia 1980: il sisma in presa diretta nelle foto di Antonietta De Lillo (archivio marechiarofilm)

“19.34 – Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta” (22 novembre 2021- 3 maggio 2022): il percorso espositivo si sviluppa in quattro sale (accanto al Salone della Meridiana) e presenta oltre cento scatti inediti, tratti dall’archivio della regista napoletana, allora giovane fotoreporter. Dalle prime immagini in ‘presa diretta’, scattate poche ore dopo il terremoto del 23 novembre, al dramma delle popolazioni dell’Irpinia, si combinano scene di distruzione ma anche segnali di speranza e testimonianze di solidarietà; accompagnano le fotografie, in bianco e nero, le parole e le voci dei giornalisti che raccontarono quelle ore tragiche. L’esposizione di un calco di Pompei sottolinea il legame del catastrofico evento con la storia antica di una terra abituata da sempre a tremare. Ancora, un video ripercorre gli effetti che ebbe il sisma sulle collezioni del Mann, sottolineando anche le opportunità che nacquero per i giovani studiosi in quegli anni. Il percorso espositivo si chiude con l’illustrazione delle recenti ricerche sull’antisismica, condotte con l’università Federico II per garantire la sicurezza delle opere: anche in questo ambito, il Mann è al centro di una rete internazionale con il Getty Museum in California e gli istituti culturali del Giappone. Realizzata in collaborazione con Marechiaro film, patrocinata dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, la mostra si rivolge in particolare ai giovani e alle scuole. Progettata nel 2020 per celebrare il quarantennale dal terremoto, a causa della chiusura dei musei per il lockdown, ‘19.34’ è stata presentata con un’anteprima on line il 23 novembre 2020 (vedi 23 novembre: nel quarantennale del terremoto dell’Irpinia del 1980, il museo Archeologico nazionale di Napoli propone un’anteprima digitale della mostra “19.34/ Quarant’anni dopo/ La storia in presa diretta. Fotografie di Antonietta De Lillo” (rinviata al 2021 per il Covid) e un mini-documentario sul Museo nel 1980 | archeologiavocidalpassato). L’esposizione, che rientra nel percorso “Il MANN e la memoria”, è stata promossa nell’ambito del Piano Operativo Complementare- POC 2014-2020 della Regione Campania.

Una marionetta esposta nella mostra sul giocattolo antico “Giocare a regola d’arte” al Mann (foto giorgio albano)

“Giocare a regola d’arte” (2 dicembre 2021- 2 maggio 2022): a cura di Paolo Giulierini ed Ermanno Tedeschi, l’allestimento, visitabile nelle sale degli affreschi, raccoglie circa cento reperti, di cui cinquanta, in gran parte inediti e provenienti dai depositi, che appartengono alle collezioni del museo Archeologico nazionale di Napoli. Sei le sezioni del percorso: 1. Infanzia; 2. Fanciullezza; 3. Il gioco semplice; 4. I giochi che fanno crescere; 5. I giocattoli; 6. I giochi che fanno diventare grandi. Il percorso include un focus sulla rappresentazione del mondo infantile nell’arte ellenistica e romana, seguendo poi un itinerario tra gli oggetti che accompagnano le diverse fasi di vita dei più piccoli. Si parte dai poppatoi per giungere, progressivamente, ai giochi di emulazione e all’intrattenimento “didattico” per i bambini dell’antichità. Da non perdere, in allestimento, alcuni straordinari manufatti, tra cui spiccano le marionette ellenistiche in terracotta (III sec. a.C.) e le raffigurazioni, negli affreschi romani, dei giochi del nascondino e del chiodo. Un interessante approfondimento è dedicato alle simmetrie tra il gioco analogico, espresso dai reperti, e le moderne tecnologie digitali: il passare dei millenni non ha fatto sfumare le caratteristiche tipiche del divertimento e dell’educazione. 

La locandina della mostra “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia nelle collezioni del MANN” dal 6 dicembre 2021 al 2 maggio 2022

“Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia nelle collezioni del Mann” (6 dicembre- 2 maggio 2022): progettata nell’ambito delle celebrazioni per Dante700, l’esposizione presenta, nelle sale degli affreschi, 56 reperti, in alcuni casi inediti, per raccontare storie e personaggi della Commedia, creando così un suggestivo legame con la rappresentazione iconografica antica. Due le sezioni della mostra, che è curata da Valentina Cosentino: 1. i miti dell’Inferno, con focus su Achille, Teseo, Ercole, Enea, Ulisse; 2. i mostri, gli dei, le figure storiche e gli scrittori, incontrati da Dante nel suo viaggio ultraterreno. L’esposizione, realizzata con il contributo della Regione Campania, si avvale della consulenza scientifica del dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli Federico II. Gennaro Ferrante, responsabile scientifico dell’lluminated Dante Project, e le collaboratrici Fara Autiero e Serena Picarelli, hanno analizzato e scelto le miniature dai manoscritti medievali della Commedia da inserire nell’allestimento del Mann. A latere della mostra, promosso il ciclo “Divina Archeologia Podcast”, realizzato da Archeostorie e NW.Factory.media con il contributo di Scabec (vedi Napoli. Al via gli eventi di avvicinamento alla mostra “Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia nelle collezioni del MANN”, dal 6 dicembre al museo Archeologico nazionale: ogni venerdì voce ai personaggi danteschi con Divina Archeologia Podcast; incontro di Archeologia con Gennaro Ferrante, e lo spettacolo “Divin’a mmente”, la Commedia in napoletano | archeologiavocidalpassato).

La locandina della mostra “Enrico Caruso. Da Napoli a New York” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

“Enrico Caruso. Da Napoli a New York” (dicembre 2021- aprile 2022): nel Braccio Nuovo del Museo, si celebra, cento anni dopo la morte del tenore, l’estro di Enrico Caruso. La mostra, prodotta da Regione Campania, è organizzata dalla Fondazione Film Commission Regione Campania e da Fondazione Campania dei Festival. Il percorso, che raccoglie fotografie, video e registrazioni audio delle produzioni discografiche di Caruso, nasce anche dalla collaborazione con la Discoteca di Stato. L’esposizione, curata da Giuliana Muscio con Simona Frasca per la parte musicale, inaugura un itinerario di ricerca che lega il Mann alla tradizione melodica locale che, per la sua straordinarietà, ha assunto una dimensione ormai internazionale. Enrico Caruso diviene, così, non solo il simbolo della napoletanità, ma anche il messaggero di contenuti culturali che travalicano i confini italiani: il tenore è stato, infatti, una star ante litteram, capace di cogliere il valore positivo della propria indiscutibile attitudine mediatica.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale riapre, dopo 16 mesi, il Gabinetto Segreto, per piccoli gruppi col Green Pass. Giulierini: “Un dono simbolico a cittadini e turisti”. A Ferragosto museo aperto con le grandi mostre e le collezioni permanenti

Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli: Satiro e Menade dalla Casa di Cecilio Giocondo a Pompei (foto mann)

Sarà la novità per tutti gli ospiti del Ferragosto partenopeo al Mann: riapre il Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli. Dall’11 agosto 2021, le sale dedicate ai reperti con soggetto erotico saranno nuovamente fruibili: in gruppi di otto persone presenti in collezione, sarà possibile ammirare nuovamente le sale che ospitano i 250 reperti a soggetto erotico ritrovati durante gli scavi nelle città vesuviane. “Un dono simbolico a cittadini e turisti presenti in città a Ferragosto”: così il direttore del Mann, Paolo Giulierini, commenta la riapertura del Gabinetto Segreto, non più fruibile da febbraio 2020, sin dai primi momenti, dunque, della pandemia di Coronavirus. La raccolta, che sarà visibile tutti i giorni (eccetto martedì, riposo settimanale) dalle 9 alle 14, è “restituita” oggi al pubblico grazie all’applicazione delle nuove disposizioni sul Green Pass, in modo che possa essere garantito un percorso da vivere in tutta sicurezza. 

Gabinetto Segreto del museo Archeologico nazionale di Napoli: Pan e Ermafrodito dalla Casa dei Dioscuri di Pompei (foto mann)
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La locandina della mostra “Gladiatori” fino al 6 gennaio 2022 al museo Archeologico nazionale di Napoli

Il museo Archeologico nazionale di Napoli si potrà visitare anche domenica 15 agosto 2021 con i consueti orari (9-19.30): dopo aver ammirato i centosessanta reperti presentati nel Salone della Meridiana con la grande mostra “Gladiatori”, è da non perdere, nella sezione Preistoria e Protostoria, il percorso dedicato a Jean Giraud, celebre nel mondo del fumetto e dell’arte con lo pseudonimo di Moebius. In tema vacanziero, nell’esposizione “Moebius. Alla ricerca del tempo”, presente un focus sulle città italiane: Napoli, Venezia e Milano sono rappresentate grazie alla fantasia e ai colori del Maestro francese, che invita quasi il pubblico a condividere un  viaggio sulle ali dei nuovi linguaggi della comunicazione. L’evento, promosso in rete con COMICON, è stato realizzato nell’ambito del progetto universitario Obvia-Out of boundaries viral art dissemination. 

L’ingresso alla sezione Piana campana al Mann (foto livia pacera / electa / mann)

Superando le sale della Sezione Preistoria e Protostoria, ancora un itinerario alla scoperta delle radici antichissime della regione campana con il nuovo allestimento “La Piana Campana, terra senza confini”: qui ottocento reperti, in parte inediti, abbracciano un arco temporale che va dall’Età del Bronzo al III sec. a.C. 

La sezione “Gladiatorimania” è allestita nel Braccio Nuovo del Mann (foto mann)

Per i più piccoli, nel Braccio Nuovo del Museo, obbligatoria la sosta negli spazi di “Gladiatorimania”, con un passaggio suggestivo, nella saletta Ambassador, per scoprire l’ installazione “Gladiatori di carta” di Sara Lovari e Mauro Maurizio Palumbo. Gli appassionati di arte contemporanea, infine, possono ritrovare, nella collezione Farnese, le creazioni di “P. P. P. Possibile Politica Pubblica” di Sasha Vinci, mentre nelle sale 94 e 95 è in programma, sino al 30 settembre, “Leib corpo vivente” di Danilo Ambrosino. 

Napoli. “Aperti per voi. Racconti dalle Collezioni”: il Mann, chiuso sabato e domenica, propone un tour virtuale alla scoperta di dieci reperti (meno noti) per altrettante collezioni del museo Archeologico nazionale

Affresco dai Praedia di Giulia Felice a Pompei con elementi del mondo dionisiaco, conservato nella Sala Affreschi del Mann (foto Giorgio Albano)

Meno noti, ma per questo non meno importanti: sono i reperti scelti dal museo Archeologico nazionale di Napoli per la campagna social “Aperti per voi. Racconti dalle Collezioni”, dieci reperti per altrettante collezioni del Mann, chiuso nel fine settimana secondo le disposizioni anti Covid. Sabato 10 e domenica 31 gennaio 2021 vengono presentati in un tour virtuale da compiere, fotografia dopo fotografia, sulle pagine Facebook e sul canale Instagram dell’Archeologico. Volutamente in ordine sparso, senza assecondare la dislocazione fisica delle collezioni perché il viaggio digitale permette di spaziare con la fantasia da una sala all’altra, i fan e follower delle piattaforme social potranno ammirare, grazie alle tecnologie digitali, alcuni capolavori dell’Istituto.

Uno dei due dioscuri proveniente dal Tempio di Venere a Baia, e conservato al Mann (foto Giorgio Albano)

Si parte sabato 30 gennaio alle 8.30 con post su una delle sculture dei Dioscuri (metà del II sec. d.C.), proveniente dal cosiddetto Tempio di Venere a Baia ed ospitata nell’Atrio del Mann. Tra i mosaici, scelto lo splendido corteo di Nettuno e Anfitrite (I sec. a.C., da Pompei, casa del Granduca di Toscana), mentre il candido marmo del busto di Claudio (presumibilmente da Roma, I sec. d. C.) “rappresenterà” online, per questo fine settimana, la statuaria Farnese. 

Il busto femminile, forse la regina Berenice o la dea Artemide, conservato nella sala della Villa dei Papiri al Mann (foto Luigi Spina)

Per la Villa dei Papiri, comunicherà fascino e mistero, anche in rete, il busto femminile identificato prima con la regina tolemaica Berenice, poi con la dea Artemide. 

La statuetta di Iside/Fortuna nella rinnovata sezione della vita quotidiana nelle città vesuviane al Mann (foto Giorgio Albano)

Tra gli allestimenti di recente rinnovati, una statuetta di Iside/Fortuna, vero e proprio gioiello di artigianato artistico in epoca romana, sarà “condivisa” su Facebook per raccontare il pregio delle suppellettili nella Collezione degli oggetti della vita quotidiana nelle città vesuviane.

Terracotta di recumbente da Taranto conservata nella collezione Magna Grecia del Mann (foto Luigi Spina)

Pur non potendo passeggiare fisicamente (e rigorosamente con i copri-scarpe) sui pavimenti musivi della Collezione Magna Grecia, gli internauti troveranno, nella terracotta di recumbente da Taranto, l’eco di culti e tradizioni nell’Italia Meridionale dell’ultimo quarto del VI sec. a.C. 

Elmo bronzeo da Locri (V sec. a.C.) conservato nella sezione Epigrafica del Mann (foto Salvatore Granata)

Un reperto “inaspettato” narrerà la Sezione Epigrafica: si tratta di un elmo bronzeo (da Locri, primo quarto del V sec. a. C.), su cui figura un’iscrizione dedicata alla dea Persefone dal soldato Xenainetos. ​Passando nelle vicine sale dedicate alla civiltà egizia, un dettaglio della stele funeraria dello scriba Hui rappresenterà, anche nell’oltretomba, il legame tra il defunto, il padre Pah e la madre Sattie. 

Coppa in ceramica d’impasto da Capua conservata nella sezione Preistoria e Protostoria del Mann (foto Giorgio Albano)

In un apparente gioco di contrasti, concluderanno questo itinerario online due splendidi reperti, che sintetizzano, nella loro diversità, la ricchezza e la varietà del patrimonio del Mann: per la Sezione Preistoria e Protostoria, una coppa di ceramica di impasto dell’età del Ferro da Capua. Per le rinnovate Sale degli Affreschi, ultimo e colorato post della campagna con un frammento ritrovato nei Praedia di Iulia Felix. In questa pittura pompeiana, su una piccola gradinata sono esposti una serie di elementi che rimandano al mondo di Dioniso, dio dell’ebrezza e della vitalità. 

“Mann at work, il museo che cresce”: presentato il Piano Strategico 2020-’23 del museo Archeologico nazionale di Napoli che fa i conti con il Covid-19. Il direttore Giulierini: “Il Mann sarà il più importante museo archeologico al mondo per l’arte classica. Consegneremo alla città di Napoli il suo museo completamente riaperto, epicentro di un ‘Quartiere della Cultura’ pronto ad accogliere nuovamente il mondo”

“Mann at work, il museo che cresce”: è lo slogan scelto per racchiudere la filosofia del secondo Piano Strategico 2020-2023 (edito da Electa), documento che focalizza i principali obiettivi da realizzare nel quadriennio appena iniziato, presentato in streaming nel rispetto delle norme anti-Covid, “manifesto” del secondo mandato della direzione di Paolo Giulierini che conferma un’innovativa impostazione di management: il “MANN at work” racconta se stesso e come cambierà nel prossimo futuro, in termini di ampliamento delle collezioni fruibili, organizzazione di grandi eventi, promozione di nuove interazioni territoriali, dove trait d’union di attività solo apparentemente diverse è l’accessibilità fisica e culturale del Museo. ”Ci avviamo verso un anno ‘strategico’ per il nostro Museo che, nel 2021 sarà interamente restituito alla fruizione del pubblico, mai così vasto e  stupefacente nei suoi immensi giacimenti di capolavori, mai così aperto alla città”, esordisce Giulierini.  “Lo annunciamo  in giorni difficili, che ci chiamano alla testimonianza come presidi culturali e al massimo impegno verso gli obiettivi che ci siamo dati. Il Mann, museo della città, dalla prossima primavera avrà un  nuovo accogliente atrio a ingresso libero, e sarà gratuito anche l’accesso al giardino storico della Vanella. Tremila sono i mq della nuova area espositiva. In estate riscopriremo, nell’ala occidentale, le splendide sale chiuse da mezzo secolo dove torneranno i capolavori della Campania Romana.  In autunno, con il raddoppio delle sezioni pompeiane,  il Mann potrà orgogliosamente definirsi  il più importante  museo archeologico al mondo per l’arte classica. In questi ultimi mesi la  pandemia ci ha fatto riconsiderare la struttura  stessa del  nostro piano 2020-2023, che ora presentiamo anche alla luce delle attuali  priorità.  Resta  comunque salda la rotta da noi  prefissata all’inizio del primo mandato: lavoriamo  per consegnare alla città  di Napoli il suo museo completamente riaperto,  epicentro di un ‘Quartiere della Cultura’  pronto ad accogliere nuovamente il mondo”.

L’invito alla presentazione della rinnovata sezione Preistoria e Protostoria del museo Archeologico nazionale di Napoli, aperta solo pochi giorni prima del lockdown
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Tanto pubblico attorno alle “Tre Grazie” uno dei capolavori di Antonio Canova esposti nella mostra al Mann

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Il cratere di Altamura, uno dei capolavori della collezione Magna Grecia del Mann (foto Graziano Tavan)

Il Piano Strategico ’20-’23 è in raccordo e in continuità con il primo documento di programmazione (’16-’19), quattro anni densi di attività scientifiche, iniziative culturali, interventi sugli spazi museali, rapporti internazionali e di molteplici occasioni di relazione con il tessuto sociale, economico e civile del territorio: tutti dati raccolti nei Rapporti Annuali (l’ultimo, quello del 2019, è stato illustrato sempre in streaming da Elisa Napolitano e Pasquale Sasso) non solo esempio di trasparenza amministrativa, ed esempio in Italia per altre istituzioni culturali, ma anche strumenti di lavoro che vanno oltre gli addetti ai lavori. E i numeri di questi primi quattro anni di gestione Giulierini sono la conferma di questa politica culturale. Ingressi: +76% con un 2019 da record: 670.594 ingressi, +8,7% rispetto al 2018, 314 giorni di apertura al pubblico, con 13.500 metri quadri accessibili al pubblico. Entrate complessive del museo: registrato un trend crescente, passando da 16 milioni di euro del 2018 a 31,5 del 2020 (bilancio previsionale). Interventi strutturali:  numerosi gli assi di intervento, tra questi il riallestimento o l’allestimento ex novo di collezioni permanenti; i lavori di completamento e di rifunzionalizzazione del cosiddetto Braccio Nuovo; la riapertura dei giardini storici e la valorizzazione di spazi verdi chiusi o in stato di abbandono. “Si è così passati dai circa 6.300 mq di superfici espositive a oltre 14.600 mq, cui si aggiungono i circa 3mila mq di giardini aperti al pubblico, che in precedenza erano invece chiusi”. Nuovi allestimenti: nel 2016, la Sala dei culti orientali e la Sezione Egizia, l’anno successivo la Sezione Epigrafica, nel 2018 la risistemazione dell’atrio del museo, unitamente al riallestimento della Tazza Farnese; nel 2019 è stata riaperta la sezione della Magna Grecia, uno dei nuclei storici del Mann; nel 2020 è stata inaugurata la Sezione della Preistoria e Protostoria ed è stato effettuato il restyling della sezione affreschi e dell’instrumentum pompeiano. Offerta culturale del museo: si è sviluppata attraverso lo svolgimento di numerose esposizioni temporanee, secondo alcuni assi narrativi principali: Archeologia del Mann, Alla scoperta dei tesori del Mann, Riflessione sull’antico, Classico-anticlassico, Contemporaneo e antico, Il museo ospite. “Complessivamente, sono state realizzate 21 mostre nel 2016, 19 esposizioni l’anno successivo, 23 mostre nel 2018 e 27 nel 2019. Tra le più importanti ricordiamo Pompei e l’Europa nel 2015, Mito e Natura nel 2016, Longobardi tra il 2017 e il 2018, Mortali Immortali, i tesori dello Sichuan tra il 2018 e il 2019, Canova e l’Antico nel 2019, Lascaux 3.0 e Gli Etruschi e il MANN nel 2020”.   

E poi è arrivato il coronavirus. “I mesi compresi tra marzo e maggio 2020 sono risultati complicatissimi e hanno quasi messo in ginocchio il museo Archeologico nazionale di Napoli”, scrive Giulierini nella presentazione del Piano. “In questo periodo, ho visto all’interno dello staff persone piene di coraggio, che hanno saputo reagire alla grande e che non temono nuove sfide. Da chi è composto lo staff del Mann? Dai dipendenti, le cooperative, gli abbonati, i cittadini, le istituzioni, chi ama Napoli e la cultura, chi ha nostalgia delle giornate passate al museo. Per questo, con la riapertura avvenuta il 2 giugno 2020, non siamo stati a contare gli ingressi ma a osservare le relazioni immateriali e le alleanze che si sono create in questi anni, in primis con i cittadini, i reali proprietari del Mann. Mi piacerebbe vedere, al di là di chi entra, tutti coloro che con il loro affetto tutelano e valorizzano questo istituto. Questa sarebbe la prima grande vittoria dopo tante sconfitte. Questa è la differenza che abbiamo con tanti altri istituti. Il Mann ha, soprattutto, costruito una comunità di persone, legate dal “virus” dell’amore per la bellezza, il vero “bene culturale” per il quale vale la pena lavorare. Con questo spirito, ho lavorato alla redazione del nuovo Piano Strategico 2020-2023 del Mann”. E continua: “La pandemia che ha flagellato il nostro Paese, così come è accaduto nel resto del mondo, ha determinato anche uno slittamento nella predisposizione del nuovo Piano Strategico, la cui presentazione era stata inizialmente prevista per la fine del mese di maggio del 2020. Insieme al prof. Solima, abbiamo infatti dovuto riconsiderare i principali obiettivi del museo e, quindi, la stessa struttura del documento di programmazione, la cui prima stesura era stata completata nei primi mesi dell’anno. I contenuti del nuovo Piano Strategico sono stati dunque del tutto rivisitati, essendo cambiate drasticamente le condizioni di contesto e, quindi, le priorità del Mann, nell’immediato e negli anni futuri. Tale nuovo contesto ha portato però anche delle assolute novità: l’approccio professionale allo Smart Working, prima impensabile in una pubblica amministrazione; il dare sempre più fiducia ai dipendenti; lo stimolo alla creatività; la possibilità di uscire dagli schemi consolidati; l’opportunità di colmare il ritardo digitale; la possibilità di ragionare sulla centralità delle comunità e sull’importanza dei principi etici; l’importanza di saper giocare d’anticipo. Nonostante tutte le tempeste, rimane dunque la rotta prefissata all’inizio del primo mandato: riconsegnare alla città un museo completamente riaperto, con un’ala nuova, nuovi servizi museali, tre nuovi giardini e un terrapieno libero da autovetture, epicentro di un “Quartiere della Cultura” che ha come confini a Nord l’Istituto Colosimo, a Sud il Conservatorio di S. Pietro a Maiella, a Est e Ovest via Pessina e la “Via dei Musei”, luogo in cui confluiscono la costituenda tratta della metro che collegherà piazza Cavour con l’aeroporto e l’area sotterranea con nuovi spazi espositivi e di servizio. Di fronte al Mann, la Galleria Principe di Napoli diverrà lo spazio delle identità cittadine; di lato, sorgerà un futuro ingresso al museo dai giardini municipali di piazza Cavour”.

Il museo Archeologico nazionale di Napoli è ospitato in un palazzo borbonico che è stato sede dell’Università fino al 1777 e dal 1816 sede del Real Museo Borbonico

“Che musei ci attendono nel futuro? Come ci piacerebbe il Mann del futuro?”, si chiede Giulierini. “È una questione complessa che passa attraverso una parola d’ordine: “connessione”, con i propri contesti e con la realtà politico-culturale internazionale. Si tratta di un processo ineluttabile di osmosi, che conferisce al museo un ruolo di attore consapevole nella società, capace di adattarsi a nuove situazioni e di essere punto di analisi e di dibattito di tanti temi irrisolti, non solo legati all’arte ma anche all’attualità. Quella che era prima una torre di avorio spalanca le finestre e diventa il luogo della riflessione e dell’incontro. Se pensiamo ad un futuro per il Mann abbiamo in mente un luogo del benessere professionale, una piazza dove essere non astrattamente felici, ma felici perché consapevoli di poter acquisire elementi critici di lettura e comprensione della storia. E, ancora, sogniamo un luogo completamente accessibile, un istituto ecologico, un centro che fornisca le coordinate culturali e urbanistiche al proprio quartiere, una speranza di orientamento e di lavoro per i giovani che si accingono a gestire dal basso i beni culturali, un luogo di ricerca che sia espressione della migliore tecnologia, un punto di riferimento culturale del Mediterraneo e del Meridione del mondo: e solo alla fine una cattedrale della bellezza. Ne deriva, da tutto ciò, la reale potenzialità dell’autonomia museale, per troppo tempo schiacciata solo su quadri quantitativi e numerici, soprattutto dalla stampa, e invece vera rivoluzione, proprio per la capacità di generare nuove strategie e adattarsi rapidamente ad un mondo in rapida evoluzione”.

Il Piano Strategico 2020/2023 è stato presentato dallo stesso curatore Ludovico Solima, professore ordinario di Management per le imprese culturali all’università della Campania “Luigi Vanvitelli”: “Il Mann si conferma, con la nuova edizione del Piano Strategico, un museo allineato alle migliori pratiche manageriali dei più prestigiosi musei del mondo”, spiega. “Il nuovo documento di programmazione contiene peraltro molti contenuti originali e sarà da subito disponibile sia in italiano che in lingua inglese. La presentazione del Piano Strategico 2020-2023 è anche un segnale di speranza: con esso infatti il Mann disegna l’idea di un futuro possibile, da perseguire con fiducia, pur nella consapevolezza della situazione di grande difficoltà che stiamo vivendo”.

Rendering della nuova sezione Campania romana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)
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Piano strategico 2020-2023 del Mann: atrio e giardino a ingresso libero (foto Mann)

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Lucerna in oro massiccio dono dell’imperatore Nerone a Venere, divinità tutelare di Pompei (foto Mann)

Sarà il 2021 l’anno di svolta per il Mann: da maggio 2021, l’Atrio e il rinnovato Giardino della Vanella diverranno spazi della cittadinanza e saranno liberamente accessibili, senza pagamento di un biglietto da parte del pubblico (il ticket sarà dovuto per la visita alle collezioni). Nell’ala occidentale del Mann, nelle splendide sale poste a piano terra e parzialmente chiuse da circa cinquanta anni, da giugno sarà ospitata la “Campania romana”: la Sezione raccoglierà circa duecento reperti, provenienti dalle principali città romane della nostra regione (non solo i grandi centri vesuviani come Pompei ed Ercolano, ma anche Cuma, Baia, Pozzuoli e Santa Maria Capua Vetere) e databili a partire dalla prima età imperiale; tra i capolavori esposti e presentati nuovamente dai depositi, vi sono le sculture che abbellivano gli edifici pubblici di Ercolano, le statue dell’Anfiteatro (II sec. d.C.) dell’antica Capua, le opere colossali del Capitolium di Cuma, la decorazione del Macellum di Pozzuoli.

Una macina che sarà esposta nella Sezione Tecnologica (ottobre 2021) del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)
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Un compasso che sarà esposto nella Sezione Tecnologica (ottobre 2021) del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

A ottobre 2021, nel Braccio Nuovo del Museo, sarà presentato l’allestimento della Sezione Tecnologica del Mann: il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con il museo Galileo di Firenze, si articolerà in tre livelli che prevedranno, per ciascuna area tematica, la presenza degli oggetti antichi, la ricostruzione moderna dei congegni e macchinari (torchio, vite di Archimede, noria, gru calcatoria, odometro, solo per fare alcuni esempi) ed i video esplicativi che ne illustreranno la funzione. Uno spazio ad hoc sarà dedicato alle tecnologie idrauliche che permettevano l’irreggimentazione delle acque a livello cittadino ed il rifornimento delle singole abitazioni. Ne saranno un esempio le grandi valvole idrauliche rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana ed un unicum come  la ricostruzione di un balneum domestico originale; dopo la breve e lungimirante esperienza del 1932, la Sezione tecnologica troverà, all’interno del Museo, una nuova dimensione allestitiva, che sottolineerà la vocazione didattica e lo spirito empirico dei contenuti scientifici proposti.

Rilievo con corteo bacchico che decorava il giardino di una casa di Ercolano (I sec. a.C./I sec. d.C.): il reperto sarà ospitato nelle rinnovate collezioni pompeiane del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)
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Piano strategico 2010-23 del museo Archeologico nazionale di Napoli: raddoppio della sezione pompeiana (foto Mann)

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Collana in oro dell’area vesuviana (I sec. d.C.), che sarà esposta nelle collezioni pompeiane del museo Archeologico di Napoli (foto Mann)

Sempre alla fine del 2021, nelle sale 91-94 prospicienti al Salone della Meridiana, sarà inaugurata una nuova Collezione Pompeiana, con opere selezionate dai depositi e non esposte da almeno cinquant’anni: sculture, argenti, commestibili, armi gladiatorie consentiranno di ricostruire, grazie alle differenti tipologie di reperti presentati al pubblico, la cultura materiale, la vita quotidiana ed il gusto abitativo delle residenze private nelle città vesuviane tra il I sec. a.C. e l’eruzione del Vesuvio. Da non perdere, nel riallestimento, la scultura bronzea dell’Efebo dalla Casa del Citarista di Pompei, la Statua di Apollo in marmo dalla Casa del Menandro, numerosi gioielli in oro ed il tesoro di argenteria dalla Casa di Io e Inaco.

Un elmo di gladiatore delle collezioni del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

Il 2021 sarà anche l’anno della grande mostra su “I Gladiatori”, che, dall’8 marzo, costituirà un’occasione per valorizzare le armi gladiatorie appartenenti al patrimonio del Mann: questi reperti, da anni “in tour” per exhibit internazionali, saranno presentati, come si è detto, anche nelle collezioni pompeiane del Museo. Dalla Svizzera saranno dati in prestito importanti reperti, come il grande mosaico di Augusta Raurica, che, esposto per la prima volta interamente dopo il restauro, rappresenta scene di combattimenti su una superficie di eccezionale estensione. In esclusiva per il Mann, un focus sugli anfiteatri campani per valorizzare l’avanguardia architettonica e l’eccezionale patrimonio archeologico regionale. Tra le prestigiose collaborazioni della mostra, non poteva mancare, naturalmente, quella del Parco Archeologico del Colosseo.

Piano strategico 2020-23 del museo Archeologico nazionale di Napoli: le grandi mostre in programma (foto Mann)

Nel 2022, continuerà il lavoro di riapertura degli spazi museali: in aprile, sarà sistemato il terrapieno con una nuova fruibilità da parte del pubblico; in giugno, si potrà visitare la Sezione di Cuma, in cui figureranno reperti della raccolta cumana e provenienti dagli scavi Stevens: con queste opere, anche alla luce delle nuove ricerche archeologiche, si traccerà un quadro aggiornato dell’evoluzione storica della più antica colonia greca in Occidente. Sempre in giugno, sarà effettuato l’arricchimento allestitivo della Sezione di Napoli Antica: il progetto scientifico terrà conto dei risultati dei nuovi scavi, con particolare attenzione ai materiali provenienti dall’area del porto della città, dall’età ellenistica sino all’età bizantina ed oltre. In dicembre, prevista la presentazione della sezione dedicata al collezionismo e alla storia del Museo. Saranno quattro le grandi mostre dell’anno: i “Bizantini” ed i “Nuragici”, con relativi focus su popolazioni e culture del passato; la grande retrospettiva su Alessandro Magno; infine, i “Vulcanici”, che traccerà un nuovo dialogo con le tradizioni, antiche e presenti, del Sol Levante, partendo dai concetti di eruzione e ricostruzione.

Piano strategico 2020-23 del museo Archeologico nazionale di Napoli: il Mann fulcro del “Quartiere della Cultura” (foto Mann)

Nel 2023, la dimensione “at work” connoterà gli spazi meno visibili del Museo: dalla cantierizzazione dei sotterranei al completamento del lavoro sui depositi, che prevedrà un riallestimento prima di Sing Sing (2020-2021), poi degli affreschi (2023). Tra i più importanti appuntamenti espositivi dell’anno, la mostra su “Samarcanda”. Fil rouge della programmazione triennale sarà la definizione di un Quartiere della Cultura, che avrà come baricentro il Mann e coinvolgerà non soltanto istituzioni culturali (partner della Rete Extramann, Accademia di Belle Arti ed Istituto Colosimo), ma anche imprenditori del circuito Negozio Amico ed artigiani operanti nel territorio: il Museo diverrà “espanso”, con focus espositivi nella Galleria Principe di Napoli e nell’Istituto Colosimo.

Museo Archeologico nazionale di Napoli: riapre dopo vent’anni, con un nuovo allestimento e ben 3mila reperti, la sezione Preistoria e Protostoria che racconta il popolamento della regione dal Paleolitico all’Età del Ferro

L’invito alla presentazione della rinnovata sezione Preistoria e Protostoria del museo Archeologico nazionale di Napoli

Tremila reperti, disposti negli ambienti prospicienti il Salone della Meridiana, costituiscono il ricco nucleo della rinnovata sezione di Preistoria e Protostoria del museo Archeologico nazionale di Napoli che viene riaperta, dopo vent’anni, venerdì 28 febbraio 2020. I reperti esposti ricostruiranno le caratteristiche delle civiltà che popolarono non soltanto la Campania, ma anche alcuni siti del Mezzogiorno d’Italia, a partire dal Paleolitico Inferiore (tra 450mila e 130mila anni fa) sino all’Età del Ferro (dal X al VII sec. a.C.). La sezione Preistoria e Protostoria ripercorre le vicissitudini, spesso complesse, legate al popolamento della regione dal Paleolitico fino all’Età del Ferro. In vista della sua prossima apertura, c’è stato il restyling dell’allestimento. La realizzazione di nuove didascalie e pannelli didattici e la definizione di un nuovo percorso di visita contribuiranno a incrementare le suggestioni del percorso museale, adeguandolo ai nuovi standard della ricerca scientifica. La sezione, presentata in ultimo allestimento nel 1995 e non più fruibile da oltre un ventennio, è stata infatti aggiornata nel criterio espositivo e nella comunicazione dei contenuti; saranno visibili, inoltre, per la prima volta, alcuni reperti conservati nei depositi e provenienti da siti dell’area interna della Campania. L’apertura della sezione Preistoria e Protostoria è anche l’occasione per presentare la mostra “Moebius. Alla ricerca del tempo”, che sarà in calendario negli ambienti della Sezione a partire dal prossimo 30 aprile: l’esposizione, a cura di Comicon, confermerà la collaborazione con il Salone del Fumetto. Se il 2019, infatti, è stato l’anno di Corto Maltese al MANN, il 2020 sarà dedicato a Jean Giraud: noto come Moebius, il fumettista ed illustratore francese ha scritto pagine indimenticabili del genere fantastico e fantascientifico.