Licodia Eubea (Ct). All’archeologo Tsao Cevoli il premio Antonino Di Vita, al film “Le cime di Asclepio” il premio Archeovisiva e al film “Approdi” il premio Archeoclub d’Italia: ma con la cerimonia di premiazione il XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico non ha chiuso: ci sarà un’appendice sul cinema siciliano a Chiaramonte Gulfi

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio direttori artistici del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) (foto graziano tavan)
Il pubblico si emoziona col film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (premio Archeoclub), la giuria di qualità riconosce la valenza del film “Le cime di Asclepio” di Filippo Ticozzi (premio Archeovisiva) e quella del premio “Antonino Di Vita” l’impegno dell’archeologo Tsao Cevoli: con la cerimonia di consegna dei riconoscimenti si è ufficialmente chiuso il XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct), con la direzione artistica di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, nato dalla sinergia tra le associazioni culturali ArcheoVisiva e Archeoclub di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto” e sostenuto da Sicilia Film Commission e MIC – Direzione generale Cinema e audiovisivo. “È stata un’edizione che ha mantenuto le premesse”, il commento di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, “siamo soddisfatti della qualità dei lavori presentati e del premio che la giuria, dopo molto discutere, ha assegnato privilegiando l’aspetto autoriale del film. Le cime di Asclepio, infatti, è un film concettuale che racconta lo smantellamento di un museo attraverso diversi punti di vista. È un film che tocca le corde emozionali, ed è anche in linea con il fil rouge di questa edizione del festival che, ci piace ricordarlo, non è solo un festival divulgativo ma, per la sua varietà, un festival conoscitivo rivolto a quanti amano il cinema”.
Ma il Festival, in realtà non ha chiuso i battenti del tutto, perché quest’anno, per la prima volta, ci sarà un’appendice sabato 19 ottobre 2024 a Chiaramonte Gulfi che ospiterà una finestra sul cinema documentario siciliano di cui sarà ospite la regista palermitana Costanza Quatriglio.

Margherita Peluso nella performance “Terra Euboea” al castello Santapau (foto graziano tavan)
Quella 2024, dal 9 al 13 ottobre, è stata un’edizione ricca con un programma articolato tra proiezioni (molte in prima nazionale o assoluta); eventi speciali all’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara come la mostra “Nescienza” di Daniele Cascone e la proiezione-concerto per pianoforte “Cinema in Note” del maestro Salvino Strano, o come la performance artistica di Margherita Peluso “Terra Euboea” al castello Santapau; laboratori didattici per studenti di ogni ordine e grado con Concetta Caruso; masterclass di regia con Massimo D’Alessandro e di critica cinematografica con Fabio Fancello; visite guidate in centro storico con l’Archeoclub; e soprattutto “L’incontro con l’Antico” che ha sviluppato in modo trasversale il leitmotiv del XIV festival “Un patrimonio da salvare”.

Incontro con l’Antico al Festival di Licodia Eubea: da sinistra, Lidia Vignola, Nadia Mondini, Serena Raffiotta, Tsao Cevoli, Fabrizio Mutarelli (foto graziano tavan)
Proprio l’ultimo di questi incontri, domenica pomeriggio, la tavola rotonda “Rubare il passato. Tombaroli, ladri e cacciatori di tesori: il reale e immaginario”, ha rappresentato il gran finale, quasi a tirare i fili, sul tema del festival raccontando il ruolo dei musei e la loro condotta etica rispetto al mercato illegale di opere d’arte. Un tema importante, delicato e di grande attualità sul quale hanno dibattuto – moderati dall’archeologa Serena Raffiotta – il luogotenente Fabrizio Mutarelli del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Siracusa; l’archeologo e giornalista Tsao Cevoli (direttore della rivista scientifica Archeomafie); la giornalista Rai Dania Mondini; l’archeologa Lidia Vignola (presidente dell’Osservatorio Internazionale Archeomafie).

Festival di Licodia Eubea: Massimo D’Alessandro e Giulia Iannello, membri della giuria di qualità, tra i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto graziano tavan)

Il video-messaggio del regista Filippo Ticozzi al Festival di Licodia (foto graziano tavan)
PREMIO ARCHEOVISIVA (assegnato dalla giuria di qualità composta dall’autore e regista Massimo D’Alessandro; Giulia Iannello, project manager di Magma – mostra di cinema breve; Maria Turco, funzionaria archeologa della soprintendenza dei Beni culturali di Catania e dal regista greco Vasileios Loules) al film “Le cime di Asclepio” (Italia 2024, 18′) di Filippo Ticozzi (che ha mandato un video-messaggio di ringraziamento). Un museo si sta svuotando. Ciò che normalmente lo abita cambi a posizione e prospettiva. Possono oggetti, statue, cimeli morire? Questa la motivazione: “Per l’eleganza, la sobrietà, l’essenzialità di un racconto che non ha bisogno di parole ma che, con la potenza delle immagini, dà vita alle opere d’arte e ci ricorda che la bellezza non vuole essere ingabbiata”.
Menzione speciale al film “Villa Rosa” (Italia 2023, 23′) di Alessandro Tricarico. Produzione: Alessandro Tricarico. Villa Rosa è un cortometraggio sperimentale che abbraccia l’arte urbana, la rovina, la fiction, il documentario, il romanzo storico, la fotografia e molto altro ancora. Gli eventi raccontati risalgono al 1943, quando Foggia fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti alleati. In quegli anni si costruiva Villa Rosa, il cui nome è una dedica del proprietario alla memoria della moglie che, morta prematuramente, non riuscì a vederla ultimata. Motivazione: “Un film onirico eppure profondamente realista, un inno ai luoghi in cui sopravvivono le anime di chi li ha abitati”.
Menzione speciale al film “Artémis le temple perdu” (Svizzera 2023, 52′) di Sébastien Reichenbach. L’ubicazione del santuario di Artemide ad Amarynthos è stata a lungo uno degli ultimi grandi enigmi archeologici dell’antichità greca. Questo grande Artemision è menzionato in vari testi antichi, che addirittura specificano la distanza tra il santuario e la città di Eretria. Nonostante gli sforzi delle tante spedizioni scientifiche a partire dalla fine del XIX secolo, nessuna traccia del santuario o del suo tempio è stata mai trovata, lasciando il mistero irrisolto. Motivazione: “Per la capacità di offrire un ritratto a tutto tondo dell’archeologo e della sua professionalità, finendo con l’essere non solo un documentario archeologico ma un film sull’esistenza umana”.

Il regista Lorenzo Scaraggi con il premio Archeoclub d’Italia, consegnato da Giacomo Caruso dell’Archeoclub di Licodia Eubea, per “Approdi” il film più votato dal pubblico del XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (foto graziano tavan)
PREMIO ARCHEOCLUB D’ITALIA assegnato dal pubblico al film “Approdi” (Italia 2024, 45′) di Lorenzo Scaraggi con un voto medio di 9.6 (uno dei più alti mai registrati al festival di Licodia Eubea). Approdi è un viaggio geopoetico lungo le coste pugliesi ispirato a Breviario Mediterraneo di Matvejević. Nicolò Carnimeo, a bordo della sua barca a vela, incontra intellettuali e scrittori: Alessandro Vanoli a Monopoli, Rita Auriemma a Egnazia, Roberto Soldatini a Trani, Lucio Caracciolo a Bari, Enrica Simonetti a Giovinazzo, Bjorn Larsson a Brindisi. Approdi è una dichiarazione d’amore al mare della Puglia, ai suoi porti e alle sue coste.
Al secondo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,4: “Guercino. Uno su Cento” di Giulia Giapponesi e “Palombara il borgo delle ciliegie” di Diego D’innocenzo. Terzo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,3: “Franco Mezzena, l’Archeologia raccontata con il sorriso” di Nicola Castangia e Andrea Fenu, e “Artemis, le temple perdu” di Sebastien Reichemback.

La proclamazione del premio Antonino Di Vita al XIV festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea: da sinistra, Lorenzo Daniele, Massimo Frasca, Alessandra Cilio (foto graziano tavan)
PREMIO ANTONIO DI VITA assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico dal comitato scientifico (composto da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità italiche all’università di Macerata; Massimo Frasca, archeologo già docente all’università di Catania; Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea; Alessandra Cilio, archeologa, e Lorenzo Daniele, regista, direttori artistici del Festival di Licodia). Il prestigioso riconoscimento è andato all’archeologo Tsao Cevoli, che solo poco prima era stato uno dei protagonisti della tavola rotonda sulle Archeomafie. A consegnare il premio, una scultura dell’artista Santo Paolo Guccione, diversamente da come avvenuto nelle tredici precedenti edizioni, quando è sempre stata presente la professoressa Maria Antonietta Rizzo Di Vita, moglie di Antonino, bloccata a Macerata da un impedimento fisico, è stato il professor Frasca.

XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea: Massimo Frasca consegna il premio Antonino Di Vita a Tsao Cevoli (foto fcca)
Questa l’articolata motivazione: “Chi si occupa di archeologia e di patrimonio storico-artistico dovrebbe sempre tenere bene a mente che il suo dovere, tanto professionale quanto etico, è di occuparsi non solo di ricerca ma anche, anzi soprattutto, di tutela e salvaguardia. Proteggere il patrimonio culturale significa custodire la nostra memoria e la nostra identità. Trasversalmente significa preservare noi stessi e i nostri figli, il nostro futuro. Farlo bene richiede passione, impegno, dedizione e coraggio. Tanto, specie quando si vive e si opera in territori difficili dove il contrasto alle archeomafie è una lotta, ed una lotta spesso ad armi impari. Per l’impegno costante nella protezione, nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale nazionale; per la grande attenzione prestata alla formazione di figure professionali altamente qualificate che supportino le Istituzioni preposte nelle attività investigative in contrasto al traffico illecito dei beni culturali. Per la difesa dei diritti dei professionisti dei beni culturali, ed in particolare degli archeologi”.

Lo staff del XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea sul palco del teatro della Legalità (foto graziano tavan)
Il festival della Comunicazione e del Cinema archeologico dà l’appuntamento a ottobre 2025.
Licodia Eubea (Ct). Terza giornata del XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico: non solo film (undici tra mattina, pomeriggio e sera), ma anche workshop per le scuole, una masterclass di critica cinematografica, e il concerto-proiezione “Cinema in Note” con al pianoforte il maestro Salvino Strano
Per venerdì 11 ottobre 2024, terza giornata della XIV edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct), il cinema si fa note, in un programma sempre molto ricco: undici film (nove prime regionali, una prima nazionale e una prima assoluta), workshop “HeriTales. Raccontare il Patrimonio” (al mattino) per le scuole tenuto dall’archeologa Concetta Caruso sull’acquisizione di consapevolezza del patrimonio culturale locale; masterclass di critica cinematografica “Leggere, interpretare e raccontare l’audiovisivo” (nel pomeriggio) a cura di Fabio Fancello, comunicatore culturale e dottorando dell’università di Catania. Ma l’appuntamento clou è il concerto-proiezione, alle 21.30, all’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara di Licodia Eubea. Dopo il successo della scorsa edizione, torna anche quest’anno il concerto per pianoforte del maestro Salvino Strano, anche autore di colonne sonore originali per opere teatrali e cinematografiche: “Cinema in Note” è un omaggio alla nostra Storia e a quella del nostro cinema, attraverso le colonne sonore dei film che l’hanno raccontata meglio. In programma immagini di alcuni tra i più bei film della nostra storia cinematografica come “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, “Novecento”di Bernardo Bertolucci, “Amarcord” di Federico Fellini, “La leggenda del Piave” di Riccardo Freda e “Allonsanfan” dei fratelli Taviani.
I FILM DI VENERDÌ 11 OTTOBRE 2024. Alle 9, apre la mattinata il film in prima nazionale di “Rondele. Wielka zagadka sprzed 7000 lat” (Polonia 2021, 54’) di Krzysztof Paluszyn. Questa docufiction è un viaggio attraverso il territorio polacco ed europeo che risale a circa 7000 anni fa. Le scene svolte all’aperto, le accurate inquadrature, l’uso di ricostruzioni, rievocatori e animazioni in 3D faranno rivivere quel mondo lontano. Protagoniste del film sono le rondelle, ancora poco conosciute e studiate, tra i più antichi esempi di architettura monumentale in Europa, risalenti a 7 millenni fa.
Segue il film in prima regionale “The kiss” (Francia 2022, 8′) di Ali Zare Ghanatnowi. Un cortometraggio animato racconta la storia di un amore proibito restituito da un antico bassorilievo. I temi esplorati sono quelli dell’amore, della separazione e dell’incrollabile potere della connessione attraverso il tempo.
Quindi un’altra prima regionale col film “Diving in Aegean History” (Grecia 2023, 12′) di Stelios Apostolopoulos. Il film segue la prima indagine archeologica subacquea sistematica intorno all’Isola di Kasos. Il luogo ha avuto un’intensa attività marittima dall’età omerica fino al secolo scorso. L’archeologa marittima Xanthie Argiris è alla guida di una squadra di archeologi, scienziati e operatori tecnici che si immergono alla ricerca di antichi relitti. Il gruppo sta completando il quarto anno di ricerca subacquea dell’area: scandagliando 60 km di costa sono stati individuati dieci relitti che abbracciano interi millenni di storia fino ai giorni nostri. In 220 immersioni e 320 ore sott’acqua, è stata recuperata una selezione di 108 reperti archeologici. Lo studio della posizione dei relitti e del materiale aggiunge tessere al grande mosaico della mappa archeologica subacquea del Mar Egeo
Ancora una prima regionale con il film “La donna longobarda” (Italia 2023, 25′) di Sandra Lopez Cabrera e Simone Vrech. Il docufilm analizza la condizione femminile nella società longobarda tra il VI e l’ VIII secolo d.C. attraverso gli occhi di una donna del villaggio di Romans. Grazie agli interventi di storici ed archeologi, e soprattutto grazie al lavoro di ricostruzione dei rievocatori storici di Invicti Lupi, il pubblico avrà la possibilità di approfondire la sua conoscenza riguardo tutte le fasi della vita di queste nostre antenate.
Si gioca in casa con l’altra prima regionale in programma, il film “Psittacus” (Italia 2023, 9′) di Lorenzo Daniele. Un gruppo di cinque ragazzi smarrisce un pappagallo che appartiene ad una di loro. Attraverso la tecnica dello storytelling, i protagonisti raccontano la propria esperienza alla ricerca del volatile, tra ambienti urbani ed extraurbani. Si ritrovano a Brucoli, un borgo marinaro caratterizzato da un fiordo naturale e lì entrano all’interno di una grotta. Quando escono fuori, tutto è cambiato e si trovano immersi nel Medioevo. Il pappagallo, psittacus in latino, continua a lasciare tracce di sé, spingendo i ragazzi in una ricerca dentro il Tempo e la Storia ai limiti dell’onirico.
Chiude la mattinata in prima regionale il film “Odyssea. L’Histoire de notre évolution” (Francia 2024, 28′) di Sébastien Duhem. Un film che racconta la storia della nostra evoluzione, dal Neolitico sino alla fine dell’Impero romano d’Occidente.
Nel pomeriggio, alle 16.30, le proiezioni si aprono col film “Saria. Islands on the Edge” (Grecia, 2022) di Yorgos Savoglou e Dionysia Kopana. Saria è un’isola a nord di Karpathos, cosparsa di rovine e resti di antichi insediamenti. Qui oggi abitano solo capre selvatiche e uccelli rapaci. Nonostante ciò, alcune persone continuano a visitarla. Ogni anno, il 27 luglio, i pellegrini fanno rivivere la festa di San Pantaleone. Minas e Giannis vengono ad aprire le loro case nell’insediamento ormai abbandonato di Argos, dove hanno trascorso la loro infanzia. Yannis e Kostas, falegnami e fratelli di una grande famiglia della città di Olimpo, hanno i loro alveari sull’isola e si spostano in continuazione avanti e indietro in barca da Diafani, il porticciolo dell’Olimpo. Tutti questi personaggi si incontrano insieme ai turisti estivi si incontrano su quest’isola selvaggia e affascinante.
Segue in prima assoluta il film “Viaje a Itaca” (Spagna 2024, 27′) di Juan Prado. Per dare alla sua vita una nuova direzione, un giovane regista decide di unirsi all’ultima spedizione del professor Alejandro Gándara prima della pensione. Da Troia a Itaca, il viaggio li spingerà in un territorio sconosciuto dove i confini tra passato e presente sembrano sfumare. Un film che cerca un dialogo con quanti ci hanno preceduto, vivi o morti, per interrogarli su cosa sia genuinamente umano. E per vedere se, dopo tanto tempo e dopo tanti cambiamenti, c’è qualcosa che potrà continuare a sopravvivere.
Quindi in prima regionale il film “Le cime di Asclepio” (Italia 2024, 18′) di Filippo Ticozzi. Un museo si sta svuotando. Ciò che normalmente lo abita cambia posizione e prospettiva. Possono oggetti, statue, cimeli morire?
Ancora una prima regionale con il film “Franco Mezzena. L’Archeologia raccontata con il sorriso” (Italia 2021, 42′) di Nicola Castangia e Andrea Fenu. Dall’incontro tra l’archeologo Franco Mezzena, scopritore dell’area megalitica di Saint Martin de Corleans ad Aosta, con l’archeologo Giorgio Murru, direttore del Menhir Museum di Laconi, nasce questo documentario dove Franco Mezzena racconta la sua scoperta avvenuta nel lontano 1969 e, con il suo sorriso luminoso, ci fa viaggiare tra mito e realtà trascinandoci nel mondo del megalitismo e tra le entusiasmanti avventure degli Argonauti, di Cadmo, di Giasone e della figura di Eracle sollecitando, con maestria e profonde conoscenze, il confronto tra il sito megalitico di Aosta e la Sardegna preistorica.
Chiude il pomeriggio in prima regionale il film “A villa dos centauros” (Portogallo 2023, 25′) di Raul Losada. Ad Alcácer do Sal è stata scavata nel 2023 una lussuosa domus romana. Lontano dal trambusto del porto, era il rifugio ideale per le élite dell’Impero. Nel corso delle indagini è stato scoperto qualcosa di unico per il Portogallo, una rara rappresentazione della centauromachia, molto simile a quello nella Villa di Adriano a Tivoli. Questa scoperta nella lontana Lusitania, a molte miglia da Roma, ci mostra quanto fosse intensamente romanizzato il territorio portoghese, e come fosse in sintonia con l’iconografia dell’intero Impero.
Licodia Eubea (Ct). Alla XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea serata speciale dedicata al film muto a tema archeologico con accompagnamento dal vivo del maestro Salvino Strano. Video con “Gli ultimi giorni di Pompei”

Lorenzo Daniele, direttore artistico del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea, presenta la serata “Muti in note” con il maestro Salvino Strano (foto graziano tavan)
“Muti in note”: serata speciale venerdì 13 ottobre 2023 alla XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea. In Badia, l’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, davanti a un pubblico numeroso e attento, proiezione di film muti di inizio Novecento a tema archeologico accompagnati dal vivo dal maestro Salvino Strano. Presentati “Gli ultimi giorni di Pompei” di Arturo Ambrosio e Luigi Maggi (1908, 17’); “Cabiria” di Giovanni Pastrone (1914, 15’); “Attraverso la Sicilia” di Piero Marelli (1910, 5’); “Un amore selvaggio” di Raffaele Viviani (1912, 20’). In questo video, alcuni stralci del film “Gli ultimi giorni di Pompei” con l’accompagnamento musicale del maestro Strano.
Licodia Eubea (Ct). Alla terza giornata del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico protagonista è “La Majara” con l’archeologa Anna Raudino. In teatro un ricco programma di proiezioni e la sera in Badia cinema archeologico muto musicato dal vivo


L’archeologa Anna Raudino
A Licodia Eubea è arrivato il giorno de “La Majara”. La terza giornata della XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) ci farà conoscere l’archeologa Anna Raudino, che si è occupata della gestione di progetti sui beni culturali ed archeologici sia in Italia che all’estero. La sua esperienza, nelle aree remote dei deserti australiani, le ha permesso di vivere e collaborare con le comunità aborigene del luogo raccogliendo testimonianze di una cultura ancora viva. L’esigenza di tutelare la storia del suo territorio e le esperienze in campo museale hanno giocato un ruolo essenziale nell’ideazione del MAT, il museo Antropologico di Testa dell’Acqua in Val di Noto (Sr). Appuntamento alle 19.30, al Teatro della Legalità, con “Incontro con l’autore”: sarà proprio Anna Raudino a spiegarci “La Majara, tra rito e ars herbaria”.
La majara è una figura ancestrale la cui origine sembra perdersi nella notte dei tempi. La guaritrice esercitava forme di alchimia e sperimentava empiricamente le qualità degli elementi vegetali, animali e minerali. Un patrimonio che parla la lingua delle donne. Una cultura matriarcale le cui radici affondano nell’epoca preistorica dove la Sapienza femminile era legata ai cicli naturali lunari, connessa alla vegetazione e alla riproduzione stagionale delle risorse necessarie per la sopravvivenza della comunità. Le storie legate a questa guaritrice sono oggi tutelate tra le mura del MAT Museo.
Sulle Majare in Sicilia durante il Festival di Licodia è presente al Teatro della Legalità un’installazione artistica con la partecipazione attiva del pubblico, curata dal MAT con gli artisti Nicola Indaco, Marilù Cecchini, Salvatore Raudino. E al museo Archeologico “Antonino Di Vita”, su prenotazione al desk del Festival, c’è “VR EXPERIENCE – La Majara” di Sebastiano Deva (Italia 2023, 8’): esperienza immersiva in CG con oculos. Storie ancestrali, Natura e Magia raccontati attraverso la realtà virtuale. Un percorso fantastico guidato dalla Majara che svela le forze dell’umano e dell’universo. L’esperienza immersiva prevede che tutti gli elementi dello scenario, gli ambienti, gli attori e gli effetti vengano ricreati mediante tecniche di modellazione tridimensionale in Computer Grafica, con l’obiettivo di rendere il più possibile realistica la narrazione visiva.
Anche per la terza giornata, il programma di film in concorso è molto ricco. Si inizia alle 10, con il film in prima regionale “Faragola. Un mondo ritrovato” di Claudio D’Elia (Italia 2022, 19’); alle 1030, ancora in prima regionale, il film “Archaeology 3.0. Making the dead speak” di Stéphane Jacques (Francia 2022, 53’). Alle 11.30, il film in prima nazionale “In the beginning” di Shaun Clark (Regno Unito 2021, 11’). Chiude la mattinata, alle 11.45, il film, in prima nazionale, “The Spider’s Thread” di Yifan Yu (Cina 2022, 7’).
Nel pomeriggio, alle 16, si riprende con il film in prima regionale “Il bambino che sarà cavaliere” di Gianmarco D’Agostino (Italia 2021, 7’). Alle 16.15, il film in prima nazionale “Göbeklitepe Sakinleri / Gli abitanti di Göbeklitepe” di Sedat Benek (Turchia 2020, 69’). Alle 17.30, in prima regionale, il film “Néandertal, dans les pas d’une autre humanité / Neanderthal, in the footsteps of another humanity” di David Geoffroy (Francia 2022, 52’). Alle 18.30 chiude il pomeriggio il film, in prima regionale, “L’incantevole Lucrezia Borgia” di Marco Melluso e Diego Schiavo (Italia 2023, 62’).
Dopo l’incontro con l’Autore, e gli Aperitivi in Badia, alle 21 si passa alla Badia per un evento speciale: “Muti in Note” proiezione di film muti a tema storico e archeologico musicati dal vivo dal M° Salvino Strano. In programma “Gli ultimi giorni di Pompei” di Arturo Ambrosio e Luigi Maggi (1908, 17’); “Cabiria” di Giovanni Pastrone (1914, 15’); “Attraverso la Sicilia” di Piero Marelli (1910, 5’) e “Un amore selvaggio” di Raffaele Viviani (1912, 20’).
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