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Baia. Al Castello presentazione del libro “Il ramo d’oro. Un giallo delle origini” di Jean-Noël Schifano nell’ambito della mostra “Alla ricerca del Ramo d’oro – Immaginaria 2023” a cura del collettivo Opus continuum con il parco archeologico dei Campi Flegrei

baia_castello_immaginaria_libro-il-ramo-d-oro-un-giallo-delle-origini_presentazione_locandina“Ricorda Enea, non prima è concesso scendere sotto la terra che si sia colto dall’albero l’auricomo ramo. Questo dono a lei sacro Proserpina bella fissò che le si porti…” Con queste parole la Sibilla cumana esorta l’eroe troiano a cercare nel bosco sacro la chiave d’accesso al mondo infero. Ma cos’è il ramo d’oro, qual è la sua vera natura? Virgilio ci ha lasciato in eredità un enigma da sciogliere. La posta in gioco è alta, spaventosa, forse bizzarra, ma sicuramente necessaria e Jean-Noël Schifano ha raccolto la sfida. Con il suo nuovo libro “Il ramo d’oro. Un giallo delle origini” (ed. Colonnese), il primo scritto direttamente in Italiano, la lingua del padre, Schifano ci accompagna in un appassionante viaggio nelle terre ardenti fino all’estremo limite delle acque avernali, lì dove ci ricorda l’autore è racchiusa, come in una lacrima, tutta la cultura occidentale. Sabato 13 maggio 2023, alle 11, nella suggestiva cornice del Castello di Baia, Schifano dialogherà con l’architetto e scrittore Francesco Escalona, ospite della rassegna “Immaginaria 2023. Alla ricerca del ramo d’oro”, accolto da Selene Salvi del collettivo “Opus Continuum” e dal direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano. È questo il quarto appuntamento del ciclo di conferenze organizzate nell’ambito della mostra “IMMAGINARIA 2023 – Alla ricerca del ramo d’oro” a cura del collettivo Opus continuum in collaborazione con il parco archeologico dei Campi Flegrei. Ingresso gratuito.

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Copertina del libro “Il ramo d’oro. Un giallo delle origini” di Jean-Noël Schifano

Il ramo d’oro. Un giallo delle origini (pagg. 72, euro 8) è l’ultimo scritto di Jean-Noël Schifano, che ha arricchito la storica ed elegante collana “Lo Specchio di Silvia” delle edizioni Colonnese, guidate da Francesca Mazzei, che sarà accanto all’autore nei due incontri di presentazione. Virgilio, il grande poeta che amò e fu amato da Napoli, dove si trova la sua tomba, aveva nel suo nome – Publius Vergilius Maro – l’anagramma del “ramo” (Maro-Ramo). Quel ramo che per duemila anni gli studiosi hanno creduto fosse un “ramo di vischio”; le cui foglie crepitavano, leggere, al vento, e dal quale Enea estirpava il ramoscello troppo lento a venire. Parte da questa intuizione, l’appassionato e “ardente” excursus di Schifano sulla storia, la poesia, la letteratura dell’antica terra dei Campi Flegrei, con la scoperta dell’intimo saluto, del pensiero alle origini e all’infanzia che il grande Virgilio volle lasciare tra le righe delle sue opere immortali, sul ciglio dell’Averno.

Jean-Noël Schifano

Lo scrittore Jean-Noël Schifano

Jean-Noël Schifano è autore di una quindicina di libri ispirati dalla civiltà napoletana, tra cui “Il gallo di Renato Caccioppoli”, “Anna Amorosi” e il classico “Cronache napoletane”, editi in Italia da Colonnese. Cittadino onorario di Napoli, dove ha diretto l’Institut Français, è editore presso Gallimard e traduttore di Elsa Morante, Umberto Eco, Alberto Savinio, Italo Svevo, Leonardo Sciascia. Con le sue traduzioni ha fatto conoscere in Francia Anna Maria Ortese, Fabrizia Ramondino, Elena Ferrante. Per Colonnese ha pubblicato inoltre “Il vento nero non vede dove va” e “Amara o Le Opere Pie della Misericordia Corporale”.

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Panoramica del Castello di Baia, sede del museo Archeologico nazionale dei Campi Flegrei (foto pa-fleg)

“Alla ricerca del Ramo d’oro – Immaginaria 2023”, mostra a cura del collettivo di artisti Opus Continuum, è visitabile al museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia fino al 21 maggio 2023. Le mostre organizzate dal collettivo di artisti figurativi Opus Continuum si sono sempre distinte per le tematiche legate ai miti e alle leggende del territorio, dove il mito non è semplice rievocazione antiquaria, ma lente per leggere eventi e situazioni della nostra vita e del nostro tempo. Dopo il sepolcro della Sirena Parthenope è affrontato un altro enigma: che cos’è il ramo d’oro, qual è la sua vera natura? Anche su questo tema che riguarda il territorio si è scritto e continua a scrivere tantissimo. Con quel ramo (di vischio, mirto, oppure una spiga di grano come suggerì Giambattista Vico?), dono da fare alla bella Proserpina, Enea discese da vivo agli inferi per scoprire il suo destino. Il mito, o per meglio dire una delle sue tante varianti, racconta che l’ingresso all’Ade sia proprio nei Campi Flegrei. Lì la Sibilla, dalla sua esecrabile dimora, affidava al vento e alle foglie i suoi responsi. Così come è stato per il mitico sepolcro della nostra Sirena, nei secoli schiere di eruditi (ed in seguito di archeologi) hanno letteralmente setacciato l’intero territorio alla ricerca di una grotta, una cavità primordiale che potesse in qualche modo rappresentare quel passaggio agevole tra il “sopra” e “sotto”. Quante cavità artificiali nei Campi Flegrei sono state identificate come sede della Sibilla o come ingresso all’Ade? Ed ecco un esempio della potenza del mito che per alcuni diviene realtà, storia. Gli artisti del collettivo partenopeo, come l’eroe troiano, hanno affrontato quel terribile ed affascinate viaggio. Hanno cercato tra il folto degli alberi il proprio ramo, chiave di accesso al loro personale “sottosuolo”.  Questi gli Artisti espositori del collettivo: Sergio Coppola, Renato Criscuolo, Ludovico della Rocca, Fulvio De Marinis, Michele Di Lillo, Loris Lombardo, Carlo Alberto Palumbo, Selene Salvi.

Parco sommerso di Baia. Si ampliano le attività di ricerca nell’area delle Terme del Lacus. Trovato un pavimento tardo-antico in opus sectile. Rilievo Multibeam del Ispc-Cnr tra Punta dell’Epitaffio e la Villa dei Pisoni

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Parco sommerso di Baia: colonna in pregiato marmo Portasanta, proveniente dall’isola di Chios, in Grecia, nel suo sgargiante colore rosso-viola (foto pa-fleg)

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Parco sommerso di Baia: colonna in pregiato marmo Portasanta (foto pa-fleg)

Si ampliano le attività di ricerca nell’area delle Terme del Lacus al parco sommerso di Baia. Sono in corso di svolgimento i rilievi subacquei nel nuovo e finora inedito settore sommerso dell’antico centro termale romano di Baia, all’interno della zona A del suo Parco sommerso. L’attività è coordinata dal personale del parco archeologico dei Campi Flegrei e svolta dalla società Naumacos, che da anni collabora nelle ricerche e nella documentazione dei resti sommersi di questo abitato inabissatosi a causa del bradisismo. Nell’area tra le Terme del Lacus e il ben noto Ninfeo di Punta dell’Epitaffio è stato individuato un isolato di cui al momento si conosce tutta l’estensione, pari a oltre 80 metri, ma di cui mancavano dettagli dei vari vani. Nell’attività di ricerca avviata, che oltre a documentare i resti visibili sul fondale cerca di recuperare elementi utili alla ricostruzione dei luoghi, sono stati individuati una serie di interessantissimi elementi, come un colonnato in pietra, in parte crollato su sé stesso, e alcune colonne marmoree. Spicca tra queste una colonna in pregiato marmo Portasanta, proveniente dall’isola di Chios, in Grecia, che, seppur spezzata, si mostra in eccellente stato di conservazione.

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Il pavimento marmoreo ritrovato, con lastre quadrangolari, ancora in Portasanta, o frammentate in triangoli con alternanza cromatica bianconero (foto pa-fleg)

È anche stato individuato un ampio brano di pavimentazione in opus sectile marmoreo, reso ancora in Portasanta in alternanza cromatica con lastre in marmo bianco o grigio. Questo al momento appare come l’elemento datante più indicativo, essendo la tipologia e la messa in opera riferibili all’età Tardoantica.

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La statua di Apollo proveniente dal settore in esame, ricomposta e poggiata sull’innovativo basamento grazie al lavoro dei restauratori dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma (foto pa-fleg)

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La statua di Apollo al momento del rinvenimento nel 2013 nel parco sommerso di Baia (foto pa-fleg)

Proprio in quest’area già nel 2013 fu rinvenuta una statua, recentemente riconosciuta come Apollo e consegnata per il restauro all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Qui la statua è stata ricomposta e rialzata su un particolare basamento in grado di assorbire e attenuare le conseguenze sulla statua stessa di un eventuale terremoto. La statua, non appena completate le ultime operazioni sulle superfici, rientrerà a Baia per essere esposta presso le sale del museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello aragonese.

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Il rilievo multibeam realizzato nell’area compresa tra il ninfeo di Punta dell’Epitaffio, la Villa dei Pisoni e le Terme del Lacus, grazie alla collaborazione con ISPC-CNR (foto pa-fleg)

Fondamentale per l’attività in corso è anche il rilievo realizzato grazie alla collaborazione con l’istituto ISPC-CNR di Napoli ed in particolare per le ricerche svolte da Crescenzo Violante. Un innovativo e dettagliatissimo sistema di rilievo Multibeam ha permesso di creare, senza scendere in immersione, mappe molto caratterizzate dell’area sommersa tra Punta dell’Epitaffio e la Villa dei Pisoni, comprendente anche l’isolato in esame. Grazie alla medesima collaborazione, si svolgerà nel mese di maggio una nuova campagna di rilievo Multibeam, per completare il rilievo strumentale di tutto il settore A del Parco sommerso.

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Parco sommerso di Baia: le murature romane sommerse, in parte ricoperte, e rese invisibili, dalla posidonia (foto pa-fleg)

Nell’area in corso di indagine è inoltre da evidenziare la presenza di alcune macchie di posidonia, una pianta acquatica tipica del mar Mediterraneo, che sappiamo invece essere sparita negli ultimi anni dalle vicine Terme del Lacus. Pinneggiando tra le concentrazioni maggiori è possibile cogliere il prosieguo delle murature, mentre ben più difficile risulta individuare elementi mobili, occultati tra le foglie o le radici della stessa posidonia. Assumono pertanto particolare significato e utilità gli elementi decorativi, come colonne e pavimenti, messi in luce, gli unici che permettono di avanzare alcuni ipotesi sulla datazione del complesso. È in particolare il pavimento in opus sectile a indirizzarci verso una datazione tra III e IV sec. d.C., su cui le ulteriori ricerche a venire potranno aiutarci nella ricostruzione dell’intera storia di questo settore urbano.

Baia. Al museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello presentazione del libro “Vedute incrociate sull’arredamento antico: omaggi a Nicole Blanc e Hélène Eristov”

baia_castello_presentazione-libro-Regards croisés sur le décor antique-Hommages à Nicole Blanc et Hélène Eristov_locandinaIl parco archeologico dei Campi Flegrei promuove la presentazione del libro “Regards croisés sur le décor antique. Hommages à Nicole Blanc et Hélène Eristov”, a cura di A. Dardenay, N. Delferrière, D. Morana Burlot, L. Narès, una raccolta di contribuiti sugli apparati decorativi nel mondo romano, con due nuovi studi dedicati all’antica Baiae: L. Narès, Baïes à l’encre et au crayon: Charles-Louis Clérisseau dans les Champs Phlégréens, e P. Miniero, Le ville romane di Baia: la testimonianza delle fonti letterarie coeve. Appuntamento venerdì 24 febbraio 2023, alle 12, nella sala conferenze del Castello di Baia. Dopo i saluti di Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, e di Pierfrancesco Talamo, funzionario archeologo, intervengono le autrici Léa Narès, curatrice del volume, e Paola Miniero, già direttore del museo Archeologico nazionale dei Campi Flegrei. Ingresso libero senza obbligo di prenotazione.

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La volta di Baia in un disegno di Clérisseau conservato al museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (foto museo-ermitage-s-pietroburgo)

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Rilievo della volta delle Terme di Baia (foto pa-fleg)

Regards croisés sur le décor antique. Hommages à Nicole Blanc et Hélène Eristov / Vedute incrociate sull’arredamento antico: omaggi a Nicole Blanc e Hélène Eristov. Questo libro raccoglie trentasette contributi di ricercatori francesi e stranieri che lavorano sulle decorazioni nel mondo romano. Amici, colleghi e studenti di Nicole Blanc e Hélène Eristov, hanno voluto esprimere la loro gratitudine per la loro disponibilità, la loro benevolenza e per il loro contributo alla storia e all’archeologia di dipinti e stucchi antichi. Nicole Blanc e Hélène Eristov, entrambe membri del laboratorio AOROC (UMR 8546), hanno lavorato insieme e fatto convergere le loro ricerche. Questo volume, articolato attorno a tre assi (la questione dell’iconografia, la contestualizzazione e la ricezione delle decorazioni romane nelle fonti antiche e moderne), riflette la grande diversità di temi e approcci sviluppati nel loro lavoro nonché un reale aggiornamento delle questioni.

Al via la mostra “I Greci prima dei Greci. Alle origini della presenza ellenica nel Golfo di Napoli” articolata in tre sedi: museo civico di Procida, museo Archeologico nazionale di Napoli e parco archeologico dei Campi Flegrei

napoli_baia_mostra-greci-prima-dei-greci_locandinaIl museo Archeologico nazionale di Napoli, il parco archeologico dei Campi Flegrei, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli e il museo civico di Procida “Sebastiano Tusa” partecipano a Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 condividendo il progetto della mostra “I Greci prima dei Greci. Alle origini della presenza ellenica nel Golfo di Napoli” (29 settembre – 31 dicembre 2022). La mostra ripercorre le tappe fondamentali della presenza greca nel golfo di Napoli, che tanta parte ebbe nello sviluppo socio-economico e culturale della Campania antica e, più in generale, nella formazione della cultura occidentale. La mostra sarà presentata al pubblico giovedì 29 settembre 2022, alle 12, al Castello di Baia (Bacoli, via Castello n.39), con un secondo momento inaugurale nel pomeriggio, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Napoli.

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Una fase dell’allestimento al museo Archeologico nazionale di Napoli della mostra “I Greci prima dei Greci” (foto mann)

Il percorso espositivo si articola in modo complementare nelle sedi coinvolte e prende avvio al museo civico di Procida, dove si presenta il ruolo di Vivara nella media età del Bronzo quale importante snodo commerciale nella rete di traffici marittimi attivi nel bacino del Mar Mediterraneo. Sull’isolotto giunsero dalla Grecia intraprendenti mercanti micenei, alla ricerca di materie prime, soprattutto metalli. Il racconto prosegue con un focus dedicato alla civiltà micenea e alle attestazioni materiali riconducibili a questa cultura nel Golfo di Napoli, con particolare riguardo alle evidenze da Vivara e, nell’entroterra, dal sito di Afragola. Si passa poi a illustrare la ripresa dei contatti tra Egeo e area campana nella prima metà dell’VIII secolo a.C., dopo la cesura riscontrata a partire dallo scorcio del II millennio a.C. Con la nascita di Pithekoussai, infine, si introduce il tema della colonizzazione greca in Occidente. L’itinerario si conclude al parco archeologico dei Campi Flegrei (museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello di Baia e al parco archeologico di Cuma), dove s’illustra la fondazione di Cuma, che rappresenta il definitivo stanziamento sulla terraferma di genti elleniche in Campania. Qui i Greci impiantarono una vera e propria città, leggibile in ogni sua parte (abitato, necropoli, santuari).

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Ceramica micenea in situ nello scavo archeologico di Vivara (foto archivio MCP Missione Vivara)

La prima tappa della mostra, al museo civico di Procida, si svilupperà nella sezione “Storia antica dell’isola di Procida” e, in particolare, nella sala III, dedicata al porto-approdo di Vivara, alla vita quotidiana, agli incontri e agli scambi. Nel corso della media età del Bronzo Vivara, grazie alla sua posizione strategica e alla sua particolare conformazione morfologica, divenne uno dei centri più importanti nell’ambito dei traffici marittimi che collegavano la Grecia micenea con il Mediterraneo occidentale. Le imbarcazioni provenienti dall’Egeo approdavano presso l’antico porto-approdo vivarese (oggi sommerso) portando grandi giare adatte all’uso quotidiano ma anche vasi finemente decorati con pittura brillante, caratterizzati da motivi floreali, cerchi concentrici, spirali e bande, oggi testimoniati dal ritrovamento di numerosi frammenti ceramici. A raccontare la presenza greco-micenea sull’isolotto sono anche preziosi oggetti ornamentali, manufatti in bronzo e numerose tracce riconducibili alla lavorazione dei metalli. L’area flegrea ha visto un’intensa frequentazione dei primi naviganti egei fin dalla prima metà del II millennio a.C., frequentazione che sembra interrompersi per poi riprendere con quella che viene definita la prima colonizzazione greca in Occidente, avvenuta nel corso dell’VIII secolo a.C., prima con l’impianto di Pithekoussai e poi nel secondo quarto dell’VIII sec. a.C. con la fondazione di Cuma. Il museo civico di Procida ospiterà alcuni reperti provenienti da una delle tombe più antiche indagate proprio presso l’antica colonia greca di Cuma, i cui approfondimenti saranno affrontati presso le sedi espositive del parco archeologico dei Campi Flegrei.

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Oggetti in bronzo da Vivara conservati nella sezione Preistoria e Protostoria del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto giorgio albano)

Il racconto al Mann si articolerà nelle sezioni permanenti “Preistoria e Protostoria” e “L’isola d’Ischia”, mediante il dialogo tra una selezione di reperti e apparati didattici già in allestimento e oggetti custoditi nei depositi, svelati al pubblico per l’occasione. Il percorso prenderà avvio nella sala CXXIX con un’introduzione dedicata alla civiltà micenea, supportata da un piccolo saggio della sua arte: tre vasi di fattura egea appartenenti al ricchissimo patrimonio “sommerso” del Mann, accompagnati da brevi cenni sulla storia della loro acquisizione. Addentrandosi nella sezione “Preistoria e Protostoria”, la narrazione proseguirà nella sala CXLVII: qui si presenteranno i dati a disposizione sulle interazioni tra i Micenei e l’area del Golfo di Napoli durante l’età del Bronzo, partendo dalle testimonianze di Vivara (Bronzo medio) – in esposizione permanente – e, per l’entroterra, dai materiali archeologici provenienti dal sito di Afragola (Bronzo recente e finale), messi a disposizione dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Alcuni manufatti di provenienza egea, appartenenti a corredi funerari dalle necropoli di Capua e Cuma (sala CXXVII), offriranno lo spunto per illustrare la fase dei contatti tra Egeo e Campania nella prima età del Ferro. Nella sala CXXV della sezione “Isola d’Ischia”, infine, si descriverà la nascita di Pithekoussai, primo episodio della colonizzazione greca in Occidente.

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Oggetti da Cuma conservati al museo Archeologico dei Campi Flegrei nel castello di Baia (foto di vittorio infante)

Il percorso espositivo del PAFLEG riguarda il tema del consolidamento della presenza greca nel territorio flegreo e coinvolge il parco archeologico di Cuma e il museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia, con l’obiettivo di tracciare un percorso di approfondimento che racconti i luoghi connessi all’arrivo dei Greci a Cuma e le interrelazioni culturali che quest’approdo genera. Tale racconto si declina nel Museo in un’esperienza immersiva che interessa ciò che si suole definire “cultura materiale”, non luoghi ma oggetti, che custodiscono storie, serbano la memoria di viaggi e ripercorrono rotte marittime. In questo percorso tra le sale del Museo della sezione Cuma (in particolare, sale 5-10) sarà possibile scoprire come il “greco” è fatto di aspetti molto diversificati, di tante città che vantano prodotti di eccellenza e che in qualche modo nelle stive di navi si incontrano e approdano a Cuma e nelle isole. Qui, dove ogni cosa parla un linguaggio greco, dalle evidenze strutturali agli oggetti di uso quotidiano, avvengono ancora altri incontri con le genti dell’entroterra e si viene a creare un’eccezionale relazione interculturale, della quale gli oggetti conservano la memoria e registrano la diffusione, ma che di fatto è concepita da uomini.

Roma. Apre a Villa Caffarelli dei Musei Capitolini la grande mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” che in 100 opere da alcuni dei più importanti musei internazionali ed italiani racconta la complessità e i contrasti dell’ultimo imperatore della gens Flavia, amato e odiato in vita così come in morte

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Allestimento della mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” a Villa Caffarelli – Musei Capitolini di Roma (foto Monkeys video Lab)

Un percorso articolato in 15 sale per raccontare la storia di Domiziano, complessa figura di principe e tiranno non compresa dai contemporanei e successivamente dai posteri, che hanno basato il loro giudizio sulle fonti storiche e letterarie a lui, sostanzialmente, avverse. Più recentemente, l’analisi delle fonti materiali, in particolare epigrafiche, ha restituito l’immagine di un imperatore attento alla buona amministrazione e al rapporto con l’esercito e con il popolo, devoto agli dei e riformatore della moralità degli uomini. Un imperatore che non pretese e non incoraggiò la formula autocratica “dominus et deus”, ritenuta da molti la motivazione profonda del clima di sospetti, terrore e condanne a morte sfociato nella congiura nella quale egli perse la vita. La violenta damnatio memoriae che, secondo la drammatica testimonianza di Svetonio e Cassio Dione, avrebbe comportato subito dopo la sua morte l’abbattimento delle statue che lo ritraevano e l’erasione del suo nome dalle iscrizioni pubbliche, fu in realtà limitata ad alcuni contesti e non trova conferma nel numero di ritratti giunti fino a noi a Roma e in tutto l’Impero.

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L’ingresso della mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” a Villa Caffarelli – Musei Capitolini di Roma (foto Monkeys video Lab)

Dell’ultimo imperatore della gens Flavia, amato e odiato in vita così come in morte, la mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” racconta la complessità e i contrasti di questa figura e del suo impero: aperta al pubblico dal 13 luglio 2022 al 29 gennaio 2023, a Villa Caffarelli, la nuova sede espositiva dei Musei Capitolini a Roma che, dopo l’importante mostra “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori” (14 ottobre 2020 – 27 febbraio 2022), torna ad ospitare una grande esposizione di archeologia romana, coprodotta dalla sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dal Rijksmuseum van Oudheden della città olandese di Leiden. Essa è dunque il risultato di un accordo culturale di dimensione internazionale.

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Elmo in bronzo dal Rijksmuseum van Oudheden di Leiden (foto Dutch National Museum of Antiquities)

Wim Weijland, Nathalie de Haan, Eric M. Moormann, Aurora Raimondi Cominesi e Claire Stocks hanno ideato e curato l’esposizione “God on Earth. Emperor Domitian”, ospitata a Leiden dal 17 dicembre 2021 al 22 maggio 2022, cui la Sovrintendenza Capitolina ha partecipato con importanti prestiti. Curata da Claudio Parisi Presicce, Maria Paola Del Moro e Massimiliano Munzi, la mostra ai Musei Capitolini è promossa da Roma Culture, sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. L’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura. In continuità con la mostra di Leiden e riprendendo parte del progetto scientifico e dei prestiti, la sovrintendenza Capitolina ha elaborato nella nuova mostra una diversa articolazione del racconto e del percorso espositivo anche grazie all’aggiunta di nuove opere. Densa di significato è stata la scelta della sede espositiva, in un luogo fortemente legato all’imperatore e da lui restaurato lussuosamente dopo l’incendio dell’80 d.C.: il Tempio di Giove Capitolino, sulle cui fondamenta è stata costruita Villa Caffarelli.

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Ritratto in marmo di Domizia Longina, moglie dell’imperatore Domiziano (foto RMN-Grand Palais – musée du Louvre / Hervé Lewandowski)

Il racconto della vita di Domiziano è affidato alle 58 opere provenienti dalla mostra di Leiden e alle 36 aggiunte per l’edizione romana: ritratti in marmo ed in bronzo di personaggi imperiali e di divinità, elementi di decorazione architettonica in marmi bianchi e colorati e oggetti di piccole dimensioni in oro e bronzo. I musei che hanno collaborato alla mostra con i loro prestiti sono il British Museum di Londra, la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, il Musée du Louvre di Parigi, la Nederlandsche Bank, il Rijksmuseum van Oudheden di Leiden, il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, la Glyptothek di Monaco, i Musei Vaticani, il museo Archeologico dei Campi Flegrei, il museo Archeologico nazionale di Napoli, il parco archeologico di Ostia e, da Roma, il museo nazionale Romano e il parco archeologico del Colosseo – Antiquarium Palatino. Tra i prestiti, tutti importanti, risaltano l’aureo a nome di Domizia Longina, moglie dell’imperatore, con la rappresentazione del figlioletto divinizzato del British Museum; il ritratto sempre di Domizia Longina del Louvre; il rilievo del Mausoleo degli Haterii dei Musei Vaticani; le teste colossali di Vespasiano e di Tito divinizzati dal museo Archeologico nazionale di Napoli e i frammenti del Dono Hartwig del museo nazionale Romano.

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Ritratto femminile di età traianea (la cosiddetta “Dama Fonseca”) conservato ai Musei Capitolini di Roma (foto Roma Capitale / Zeno Colantoni)

L’esposizione è arricchita inoltre da opere della sovrintendenza Capitolina normalmente non esposte al pubblico. Tra i reperti dell’Antiquarium si segnala uno dei pannelli con affreschi della domus romana ricomposti all’inizio degli anni Duemila nella “sala E. Pastorelli” del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di via Genova, reso disponibile per la mostra grazie al rapporto di collaborazione tra le due istituzioni. Tra le sculture in marmo dei depositi capitolini spiccano due opere poco note provenienti dallo stadio di Domiziano: il torso della statua di Ermete che si slaccia un sandalo, visto solo nella mostra Lisippo a Palazzo delle Esposizioni nel 1995, e la testa di giovane satiro ridente coronato di pino. Tra quelle della collezione permanente dei Musei Capitolini ricordiamo il ritratto femminile della “Dama Flavia” (cd. “busto Fonseca”).

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La prima sala della mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” dedicata alla caducità della vita (foto Monkeys video Lab)

Prima opera e icona dell’esposizione, a Leiden come a Roma, è il celebre ritratto di Domiziano conservato nei Musei Capitolini. Da esso parte il percorso espositivo, articolato in 15 sale e sviluppato lungo cinque grandi tematiche: Domiziano, imperatore e caro agli dei; l’esaltazione della gens Flavia e la propaganda dinastica; i luoghi privati di Domiziano, dalla casa natale sul Quirinale al palazzo imperiale sul Palatino e alla villa di Albano; l’intensa attività costruttiva a Roma; l’impero protetto dall’esercito e retto dalla buona amministrazione. La statua del Genio di Domiziano è al centro della prima sala, dedicata alla caducità della vita, rappresentata idealmente da ritratti infantili, allusivi all’imperatore e al figlioletto morto prematuramente, e dalla vetrina “del tempo della vita”: sul quadrante di un orologio, soluzione concettuale e visiva per far percepire con immediatezza lo scorrere veloce ed inesorabile del tempo, otto oggetti-simbolo simboleggiano i momenti cruciali della vita dell’imperatore, indicati dal pugnale-lancetta che ucciderà Domiziano. La galleria dei ritratti mostra l’evoluzione dell’iconografia di Domiziano nel tempo. Accompagnano l’imperatore il padre Vespasiano e il fratello Tito, nonché le Auguste Giulia figlia di Tito e Domizia Longina, le cui ricercate acconciature sono emulate dalle dame di età flavia, ma anche la sua familia allargata, composta da liberti e schiavi. Alla damnatio memoriae decretata dal Senato all’indomani del suo assassinio riportano invece due iscrizioni e una moneta, sulle quali il suo ricordo è stato cancellato.

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Dettaglio del modellino dell’arco di Tito nella mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” (foto Monkeys video Lab)

Il concetto di continuità dinastica dominò gran parte delle azioni di Domiziano, arrivando all’esaltazione della gens Flavia attraverso l’erezione di archi onorari al fratello divinizzato e, sul luogo in cui sorgeva la casa natale, mediante la costruzione del Templum Gentis Flaviae, monumento di ripresa ma anche di rottura con il luogo e con la tradizione del Mausoleo di Augusto. L’eccezionale testa colossale di Tito divinizzato e i frammenti del Dono Hartwig mostrano la maestosità concettuale e dimensionale del complesso templare dedicato alla famiglia Flavia. La tematica dei luoghi privati dell’imperatore prende avvio dal contesto del Quirinale, il colle sul quale Domiziano nacque, per arrivare alla grandiosità architettonica e decorativa delle ville fuori Roma e, soprattutto, del Palazzo imperiale sul Palatino, opera dell’architetto Rabirio. È questo il luogo dove l’imperatore appariva come dominus e dove l’opulenza e il lusso flavio maggiormente si esprimono, grazie a nuovi linguaggi architettonici e decorativi, che ricorrono al massiccio impiego di marmi colorati.

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Lo spazio video immersivo nella mostra “Domiziano imperatore. Odio e amore” (foto Monkeys video Lab)

Il percorso attraverso i luoghi pubblici domizianei illustra l’intensa attività edilizia sviluppata sia nella ricostruzione degli edifici distrutti dall’incendio dell’80 d.C. sia nella realizzazione di nuovi monumenti funzionali alla propaganda imperiale. Tra questi il Foro Transitorio, costruito da Domiziano ma inaugurato dal successore Nerva, e la progettazione di una sistemazione urbanistica dell’area tra Quirinale e Campidoglio attraverso lo sbancamento della sella montuosa che univa i due colli. Sarà possibile avere la percezione di questo intervento attraverso un video immersivo realizzato appositamente per la mostra e destinato a diventare uno dei prodotti della comunicazione del Museo dei Fori Imperiali. Negli edifici per gli spettacoli (Stadio, Odeon, Anfiteatro Flavio) si manifestava maggiormente il consenso popolare; l’impressione e l’atmosfera che essi suscitavano nel pubblico sono evocate dal calco del sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo, morto a 11 anni, la cui iscrizione ricorda la brillante partecipazione del bambino prodigio al terzo agone capitolino di poesia greca, e dalla moneta in bronzo con l’effigie del rinoceronte, mai visto a Roma prima dei giochi nell’Anfiteatro voluti da Domiziano. Nella sezione su Domiziano “fuori da Roma, fuori dai confini”, introdotta dalla pianta dell’Impero, sono affrontati il rapporto con l’esercito e l’attività edilizia e monumentale nelle città e nei territori dell’impero, conferma di una coesione non solo militare ma anche sociale.

Notte europea dei Musei. Oltre duecento adesioni in Italia tra musei, complessi monumentali, parchi e siti archeologici statali al costo simbolico di 1 euro. Ecco alcune proposte da Cividale ad Agrigento, da Roma a Taranto

Sono più di 200 le adesioni dei luoghi della cultura statali in Italia alla “Notte europea dei Musei” che sabato 14 maggio 2022 si terrà in contemporanea in tutta Europa, con l’apertura serale straordinaria dei principali musei, complessi monumentali, parchi e siti archeologici statali al costo simbolico di un euro. Per accedere ai luoghi culturali statali non è più richiesto il possesso del green pass rafforzato, né di quello base, mentre l’utilizzo di mascherine chirurgiche è fortemente raccomandato. Il ministero della Cultura, guidato dal ministro Dario Franceschini, consiglia inoltre di consultare i siti dei musei e dei parchi archeologici prima di programmare la visita. Ecco qualche idea da Nord a Sud dell’Italia.

cividale_archeologico_notte-dei-musei_locandinaCominciamo da Cividale (Ud). Al museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli sabato 14 maggio 2022 è un giorno speciale con laboratori rivolti a bambini e famiglie sul riuso di materiali per guardare ad un futuro sostenibile nel quale “anche i musei hanno il potere di fare la loro parte” (RIUSO 2.0 ore 16.00, a cura di AnthropoiXXI – Per prenotazioni: 335 1067518). E poi… il Museo sarà aperto al pubblico con orario prolungato fino alle 22. Biglietteria e bookshop chiuderanno alle 21.30. Alle 20.30 percorso guidato alla collezione longobarda: Cividale del Friuli. I luoghi del potere. Spunti per osservare la città con altri occhi (visita compresa nel biglietto di ingresso al prezzo simbolico di 1 euro). Prenotazione: MAN Cividale 0432 700700; museoarcheocividale@beniculturali.it

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Passeggiate serali al sepolcreto romano do Aquileia con l’archeologo Cristiano Tiussi (foto fondazione Aquileia)

Aquileia (Ud), dove sono previste “Passeggiate serali al Sepolcreto di Aquileia”, alle 21 (si ripeterà anche il 10 giugno 2022). Il direttore della Fondazione Aquileia, l’archeologo Cristiano Tiussi, accompagna alla scoperta dell’unico tratto di necropoli attualmente visitabile ad Aquileia risalente al I sec. d.C.. Max 25 posti disponibili, prenotazione obbligatoria su Eventbrite https://www.eventbrite.it/…/biglietti-passeggiata-con… L’unico tratto di necropoli attualmente visitabile ad Aquileia è costituito da cinque recinti funerari, che si disponevano su una strada secondaria in uscita dalla città. Di dimensioni variabili in lunghezza ma di eguale profondità, essi appartenevano ad altrettante famiglie aquileiesi (Stazia, anonima, Giulia, Trebia, Cestia). Sulla base dei monumenti ancor oggi visibili e delle tombe che vi sono state scavate (1940-1941), i recinti vennero utilizzati a partire dal I secolo d.C. Nel caso della quarta area funeraria, l’uso si protrasse almeno fino al IV-V secolo, come testimoniano svariati sarcofagi tardo-antichi, taluni collocati su pilastrini in mattoni per rendere l’idea della quota originaria di ritrovamento.

portogruaro_archeologico_notte-dei-musei-2022_locandinaPortogruaro (Ve). Sabato 14 maggio 2022 il museo nazionale Concordiese sarà straordinariamente aperto con orario prolungato fino alle 22.30 (ultimo ingresso ore 22), con biglietto simbolico di 1 euro. Alle 20.45 conferenza “Sotto scacco”- Dati archeologici e curiosità sugli scacchi più antichi d’Europa, a cura del direttore Federico Bonfanti.

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Tramonto al museo Archeologico nazionale di Altino (foto drm-veneto)

Altino (Ve). Il 14 maggio 2022, al museo Archeologico nazionale di Altino, dalle 19.30 alle 22.30, con un’apertura straordinaria e biglietto di ingresso a 1 euro. “Scopri il fascino della storia di Altino… anche al tramonto!”.

este_archeologico_notte-dei-musei-2022_locandinaEste (Pd).  Apertura straordinaria del museo nazionale Atestino dalle 19 alle 22.30, ingresso al Museo con biglietto simbolico di 1 euro. La biglietteria chiude alle 22. Alle 20.30, “ILIOUPERSIS. ARCHETIPI EPICI LETTURE EPICHE AL MUSEO. LA MORTE DI ACHILLE. Parole, gesti, oggetti, ovvero i segni della memoria” a cura di Alberto Camerotto, Giovanna Gambacurta, Luigi Sperti, Angela Ruta Serafini, Benedetta Prosdocimi. Si consiglia la prenotazione allo 0429.2085.

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L’ingresso al percorso espositivo “Argilla. Storie di vasi” alle Gallerie d’Italia di Vicenza (foto intesa sanpaolo)

Vicenza. Palazzo Leoni Montanari – Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo propone l’ultimo fine settimana di visita alla mostra “Come saremo. L’Italia che ricostruisce”, con immagini fotografiche di positività della seconda metà del secolo scorso, dall’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo. All’interno del percorso espositivo anche un itinerario musicale ispirato alle immagini in mostra. Sarà visitabile fino al 22 maggio, la mostra dedicata alla rivoluzionaria mappa a volo d’uccello del ‘500, Venezia, che impresa! La grande veduta prospettica di Jacopo de’ Barbari, accompagnata anche da un percorso di “paesaggi sonori” elaborato dagli studenti di musica elettronica e nuove tecnologie del Conservatorio Pedrollo di Vicenza. A disposizione anche l’itinerario espositivo “Argilla. Storie di vasi”, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Padova e “Vedere l’invisibile. Icone russe” dalla collezione di Intesa Sanpaolo, in dialogo con l’artista Valery Koshlyakov. In occasione della Notte dei Musei viene proposta l’originale iniziativa “Sul tetto dell’Olimpo”, un affascinante itinerario notturno dall’Ade al Monte degli Dei per scoprire le figure mitologiche che vegliano sul Palazzo (visita evento, ore 22 e ore 23). Durante la serata viene proposto alle famiglie il family lab “Tutti gli indizi in un vaso”: un invito a diventare detective per una notte per risolvere il mistero che avvolge la collezione di ceramiche antiche, andando a caccia di dettagli per scoprire tutte le verità nascoste in un vaso! (età consigliata 5-12 anni, ore 20.30 e ore 21).

verona_archeologico_notte-dei-musei-2022_locandinaVerona. Sabato 14 maggio 2022 il museo Archeologico nazionale di Verona aderisce con un’apertura straordinaria serale dalle 19.30 alle 22.30 al prezzo simbolico di 1 euro. Vengono proposte al pubblico visite guidate gratuite, a cura dello staff del museo, alle ore 19.30 e alle ore 21.00. Negli stessi orari vi sarà inoltre “Caccia all’oggetto”, attività didattica dedicata ai bambini a cura di SAP società archeologica srl. È gradita la prenotazione (tel. 346 5033652)

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Un rilievo egizio esposto al museo Egizio che fa parte del museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Firenze. Sabato 14 maggio 2022 il museo Archeologico nazionale di Firenze sarà aperto dalle 20 alle 23, con ingresso al costo simbolico di 1 euro. Direttore e curatori saranno presenti per rispondere a tutte le vostre domande e curiosità. All’ingresso sarà distribuito un libro game, con una storia a bivi di cui i visitatori saranno protagonisti.

arezzo_archeologico_notte-dei-musei-2022_locandinaArezzo. Sabato 14 maggio 2022 il museo Archeologico nazionale e anfiteatro romano di Arezzo sarà visitabile in via straordinaria dalle 20 alle 23 al costo simbolico di 1 euro. Nell’arco della serata sarà inoltre possibile partecipare a due iniziative speciali: alle 20.15 e alle 21.30 visite al cantiere di restauro degli affreschi con le storie di San Benedetto distaccati dalle pareti del chiostro durante la Seconda Guerra Mondiale a cura del direttore dei lavori, Paola Ilaria Mariotti, funzionario restauratore. Da pochi giorni sono infatti stati consegnati al museo Archeologico nazionale di Arezzo alcuni frammenti del ciclo pittorico che decorava un’ala del chiostro dell’antico monastero di Santa Maria di Monte Oliveto, che oggi è l’ingresso del Museo. Gli affreschi, secondo la testimonianza fondamentale di Giorgio Vasari, furono iniziati dal fiorentino Lorenzo di Bicci e terminati da Marco da Montepulciano, che firmò l’opera datandola al 24 aprile 1448. Il ciclo, raffigurante le Storie di San Benedetto, già seriamente danneggiato, fu quasi completamente distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: dalla parete semi crollata del lato meridionale del chiostro adiacente alla Chiesa di San Bernardo, nel 1943 furono strappati alcuni frammenti, in parte chiaramente riconducibili a scene della vita del Santo, come la Tentazione di Benedetto, anche grazie al confronto con testimonianze fotografiche precedenti alla guerra. Restaurati immediatamente dopo il recupero, i frammenti furono brevemente esposti al museo d’Arte Medievale e Moderna, per poi essere collocati nei depositi della Soprintendenza locale. Dopo essere stati rintracciati in seguito ad un approfondimento degli studi sulla straordinaria storia dell’edificio del Museo archeologico, monastero medievale edificato sui resti dell’anfiteatro romano di Arezzo, gli affreschi sono stati consegnati dalla Soprintendenza alla Direzione regionale musei della Toscana con l’obiettivo di ricollocarli nel luogo di origine e di raccontarli al grande pubblico. Alle 21, presentazione del saggio dello storico Giorgio Franchetti “A tavola con gli Etruschi. Viaggio alla scoperta dei Rasenna attraverso il loro rapporto con il cibo”, con le musiche dal vivo e le danze del gruppo Phonomachoi, le ricostruzioni del gruppo storico Antichi popoli – Rievocazione etrusca, celtica, medievale e la degustazione gratuita di alcune pietanze elaborate dall’abile archeo-cuoca Cristina Conte, che ha collaborato al volume nella parte riservata alle ricette “all’etrusca”, accompagnate dal vino “etrusco” prodotto da Francesco Mondini in anfora sotterrata, processo che gli è valso un premio dell’UNESCO. Il volume è un viaggio nel passato alla scoperta degli antichissimi Rasenna osservandoli da un punto di vista inedito: quello del rapporto che ebbero con il cibo. Cosa mangiavano gli Etruschi? Come cucinavano gli alimenti? Quanto possiamo affidarci alle opere di autori greci e romani per ricostruire, anche solo parzialmente, abitudini e vita quotidiana di un popolo che non ha lasciato alcuno scritto su questo argomento? Per cercare di rispondere a queste e altre domande, l’autore ha messo a sistema le raffigurazioni dell’arte, specialmente quella pittorica funeraria, le fonti antiche che descrivono cibi e paesaggi, gli oggetti deposti nei corredi all’interno delle tombe e i reperti organici rinvenuti in contesti abitativi e funerari. Il tutto per cercare di fare luce su un aspetto sconosciuto di questa antica città e formulare delle ipotesi. Un viaggio davvero incredibile indietro nel tempo, per comprendere meccanismi sociali, antropologico-culturali e cultuali e riuscire a conoscere meglio questo affascinante e antichissimo popolo. L’ingresso al Museo per le visite autonome così come la partecipazione alle iniziative in programma sono consentiti fino a esaurimento posti. Prenotazione consigliata al 0575 21421 o a museoarcheologicoarezzo@gruppomosaico.com

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Il museo Archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto nella locandina con foto di Domenico Lanoce

Spoleto (Pg). Apertura straordinaria del museo Archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto dalle 20 alle 23 al costo simbolico di 1 euro (ultimo ingresso alle 22). Sabato 14 maggio 2022 il Museo ospiterà il 2° itinerario di SPOLIA 5. “Bestiario post/atomico” un progetto che vede coinvolti vari musei, chiese ed istituti culturali del territorio spoletino, a cura di Franco Troiani. Partirà alle 19.30 l’itinerario dedicato ed ispirato ad animali dipinti e/o scolpiti presenti nelle opere e nei reperti della Rocca Albornoz, Casa Romana, palazzo Mauri e Museo archeologico e teatro romano, affiancati da opere di artisti contemporanei ispirate alle varie simbologie di bestiari antichi, medioevali e moderni all’interno di vetrine e percorsi espositivi. Visita guidata alle 21.30 “Animali fantastici nei reperti di Piazza d’Armi” a cura della direttrice Silvia Casciarri. A conclusione un drink offerto da “Amici in Arte” Installazioni di Bruno Ceccobelli, Emanuele De Donno, Stefano Di Stasio, Myriam Laplante, Luca Pucci. Tre sculture di Anonimo contemporaneo. “Artisti, artieri, libri, bestiari e documenti in via di definizione…”, letture di Elisa Cappelli. Video di Matteo Pompili “Viaggiatori sulla Flaminia in FrecciaBianca Ravenna-Spoleto-Roma” 2021. Video di Roberto De Simone “Premio Yves Klein” Ippodromo di Capannelle Roma 2010 (Fotofinish della corsa. Una corsa di galoppo “immateriale” in omaggio a Yves Klein, commentata dallo storico cronista Piero Celli).

roma_casal-dei-pazzi_notte-dei-musei_2022-locandinaRoma Capitale aderisce all’iniziativa aprendo straordinariamente al pubblico in orario serale, dalle 20 alle 2 (ultimo ingresso all’una), gli spazi del Sistema Musei di Roma Capitale. Con ingresso a 1 euro (salvo che non sia diversamente indicato) si può assistere a un ricco programma di eventi e spettacoli dal vivo selezionati tramite l’apposito avviso concorrenziale “Notte dei Musei 2022”. Tra i musei civici coinvolti: musei Capitolini, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano – museo dei Fori imperiali, museo dell’Ara Pacis, museo di Scultura antica “Giovanni Barracco”, museo di Casal de’ Pazzi. In questi musei l’accesso è completamente gratuito per i possessori della MIC card. Ma la Notte dei Musei a Roma, è anche l’occasione per visitare moltissimi altri spazi della città che hanno deciso di aderire all’iniziativa come università, accademie italiane e straniere, ambasciate, Istituti di alta formazione, istituzioni e tanti luoghi della cultura e dell’intrattenimento eccezionalmente aperti in orario serale. Sono circa 80 spazi, diffusi sul territorio al cui interno prendono vita oltre 100 eventi, con più di 60 mostre pronte ad accogliere i visitatori.

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Allestimento con videomapping del dipinto murale con veduta di Gerusalemme sopra la Porta Triumphalis del Colosseo (foto PArCo)

Roma. Il parco archeologico del Colosseo aderisce con un’apertura straordinaria del Colosseo. Al costo simbolico di 1 euro si potrà visitare in anteprima il nuovo allestimento con videomapping del dipinto murale con veduta di Gerusalemme. Si inaugura infatti la nuova installazione multimediale che, di giorno e in occasione di visite serali, offrirà al pubblico un’esperienza multisensoriale che restituisce la visione e il racconto del dipinto di Gerusalemme, un’importante testimonianza di una fase di vita del Colosseo meno nota, ma più duratura rispetto a quella di epoca romana. Durante l’Impero dalla Porta Triumphalis dell’Anfiteatro Flavio entrava in scena il corteo di gladiatori e animali che in occasioni di giochi e spettacoli si esibivano sul piano dell’arena. Secoli dopo, e precisamente nel corso del XVII secolo, sull’arco di fondo di questa porta veniva realizzato uno straordinario dipinto murale raffigurante una veduta della città di Gerusalemme, collegandola idealmente a Roma. La visita prevede l’ingresso dal varco consueto, l’esperienza con il videomapping, breve passeggiata con affaccio sul belvedere occidentale e uscita. Il biglietto, non prenotabile, potrà essere acquistato in ordine di arrivo presso la biglietteria in piazza del Colosseo. L’accesso avverrà dall’ingresso riservato allo staff e il percorso di visita sarà limitato all’accesso all’ambiente del dipinto (durata della visita 20 minuti circa). Orario: dalle 20 alle 23 con ultimo ingresso alle 22.30 (slot orari di 50 ingressi ogni 15 minuti). Apertura biglietteria alle 19.45.

roma_notte-dei-musei-2022_ssabap_locandinaRoma. La Soprintendenza Speciale di Roma sabato 14 maggio 2022 apre al pubblico alcuni dei siti archeologici più suggestivi: Terme di Caracalla, Villa di Livia, Arco di Malborghetto, Mitreo Barberini, Area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme, Area archeologica Nuovo Mercato di Testaccio. Tutte le modalità di prenotazione a questo link https://bit.ly/3Lcf5t6. “Con queste aperture straordinarie confermiamo la volontà della Soprintendenza di impegnarsi a rendere il più possibile aperti al pubblico e fruibili i suoi gioielli archeologici”, ha dichiarato Daniela Porro soprintendente speciale di Roma. Il programma è articolato e offre diverse opportunità di visita dal centro alle periferie. 

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Veduta aerea del complesso delle Terme di Caracalla a Roma (foto Mibact)

Una passeggiata alle Terme di Caracalla. Tra le opere pubbliche che egli lasciò a Roma, vi furono le magnifiche Terme che portano il suo nome, la cui sala per i bagni caldi è costruita, secondo gli architetti, con una tecnica che non si può riprodurre con nessun tipo di imitazione. Così nella Historia Augusta si descrivono le magnifiche Terme di Caracalla. Queste sono uno dei complessi termali più grandi e meglio conservati dell’antichità, realizzate nella parte meridionale della città e inaugurate per iniziativa di Caracalla nel 216 d.C. La pianta rettangolare è tipica delle grandi terme imperiali e le imponenti strutture, articolate nei diversi ambienti, riescono ancora ad evocare la vita e le attività degli antichi frequentatori e suggeriscono il lusso che le caratterizzava. Le terme, infatti, non erano solo un edificio per il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. Si entrava nel corpo centrale dell’edificio da quattro porte sulla facciata nord-orientale. Sull’asse centrale si possono osservare in sequenza il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e la natatio. Ai lati di questo asse sono disposti simmetricamente altri ambienti attorno alle due palestre. Ancora oggi le distese dei mosaici, i resti delle vasche e della decorazione architettonica, conservata negli estesi sotterranei, suggeriscono chiaramente il programma decorativo originario che le rende uno dei gioielli di Roma antica. Per l’approvvigionamento idrico fu creato un ramo speciale dell’Aqua Marcia, l’Aqua Antoniniana.  Nella serata del 14 maggio 2022 sarà possibile accedere, senza prenotazione, dalle 19.30 alle 22.30, con quattro momenti di “orientamento alla visita” curati da Coopculture.

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Il modellino dell’Arco quadrifronte inglobato nel Medioevo in una chiesa fortificata, esposto nell’Antiquarium dell’Arco di Malborghetto (foto ssabap-roma)

Il sogno prima della battaglia. L’Arco di Malborghetto è legato all’imperatore Costantino in ricordo del suo sogno premonitore alla vigilia della battaglia contro Massenzio del 28 ottobre 312. Intorno ad esso, nei secoli, sorse un piccolo borgo e si perse la memoria dell’imperatore, poi ritrovata grazie a studi recenti della Soprintendenza.  Nell’Arco è situato un piccolo Museo contenente materiali provenienti dagli scavi nell’area di Roma Nord che sarà possibile vedere con visite libere sabato 14 maggio 2022 dalle 19.30 alle 22.30, ingresso gratuito senza prenotazione.

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Una stanza della Villa di Livia, sulla via Flaminia, riportata in luce dagli scavi della soprintendenza (foto ssabap-roma)

La prima villa imperiale. Sabato 14 maggio 2022 sarà aperta al pubblico dalle 18 alle 21 la Villa di Livia, l’elegante residenza suburbana realizzata nel 38 a. C. dall’imperatore Augusto e da sua moglie Livia Drusilla costituendo il primo esempio di villa imperiale. Eretta su un poderoso terrazzamento all’incrocio tra la Via Flaminia e la via Tiberina, è ricordata dagli autori antichi come ad Gallinas Albas. La villa si contraddistingue per l’alternarsi di numerose zone destinate al verde, predilette dalla coppia imperiale, e blocchi edilizi articolati in settori funzionali collegati tra loro da lunghi corridoi: il giardino grande con il boschetto di allori, il giardino piccolo di fronte alle stanze da letto (cubicula) di Augusto e Livia, il quartiere privato articolato attorno a un atrio, quello di rappresentanza prospiciente un peristilio, il quartiere degli ospiti, il complesso termale di età flavia ristrutturato in età severiana. Di particolare rilievo è il triclinio semipogeo affrescato con una pittura continua di giardino dalla valenza simbolica. Le numerose ristrutturazioni dimostrano che la villa visse almeno fino al V-VI secolo d. C. Dopo l’abbandono a partire dal Seicento l’area fu soggetta a spoliazioni per la ricerca di antichità. Il rinvenimento nel 1863 della statua di Augusto e della sala semipogea le diedero notorietà ma non le garantirono protezione. Soltanto dal 1982, con l’acquisizione statale della sommità della collina, la Villa è stata sottoposta a tutela e ad indagini archeologiche proseguite fino al 2010 che hanno restituito numerosi reperti conservati nel suo Antiquarium. Oggi Villa di Livia rappresenta uno degli esempi più importanti di villa imperiale, caratterizzata da pregevoli pitture e pavimenti in mosaico e opus sectile, costituendo un’oasi archeologica in una zona di Roma ormai urbanizzata e deteriorata. Le visite sono libere, gratuite e senza prenotazione.

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Mosaici pavimentali visibili nell’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma (foto ssabap-roma)

Una serata all’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. Sabato 14 maggio 2022 dalle 19 alle 22 sarà aperta al pubblico l’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme che si attesta sul palazzo imperiale (“Ad Spem veterem”) di età severiana poi ampliato e da Costantino (“Sessorium”) e abitato soprattutto dalla madre Elena, di cui comprende al suo interno o appena oltre i suoi confini resti consistenti: aule monumentali, anche inglobate nella chiesa di S. Croce, il Circo Variano e l’Anfiteatro Castrense (edifici da spettacolo ad uso della famiglia imperiale e della corte), la basilica civile (per l’amministrazione della giustizia), le domus dei funzionari di corte. A far da sfondo l’Acquedotto Claudio e le Mura Aureliane. Le visite, due turni alle 19 e alle 20.30, a cura della responsabile dell’area, l’archeologa Simona Morretta, sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo – Posti esauriti.

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L’affresco con il dio Mitra all’interno del Mitreo Barberini a Roma (foto ssabap-roma)

Notte dei Musei al Mitreo Barberini. Nell’ambiente seminterrato della Palazzina Savorgnan di Brazzà, sede del Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia, si cela un luogo di culto sotterraneo, conosciuto come Mitreo Barberini. Tutto della sala sotterranea, con volta a botte e banchine laterali dove si distendevano i fedeli, richiama il culto mitraico particolarmente diffuso tra le legioni romane soprattutto nel medio e tardo impero. Il Mitreo è stato rinvenuto casualmente nel 1936 e presenta una complessa e rara decorazione ad affresco (sono solo tre gli affreschi mitraici nel mondo!) in cui si possono ammirare i segni dello zodiaco nella volta celeste, dieci quadretti che raccontano la nascita di Mitra nella caverna e le sue imprese e la scena centrale dell’uccisione rituale del toro. Il ciclo di affreschi è stato sottoposto a un accurato intervento di restauro seguito dalla Soprintendenza Speciale di Roma ed è tenuto costantemente sotto controllo. Le visite guidate a cura dell’archeologa Antonella Bonini sono con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo. Sono tre i turni di visita previsti alle 19, alle 20 e alle 21 – Posti esauriti.

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Anfore nell’area archeologica sotto il Nuovo Mercato Testaccio (foto ssabap-roma)

Notte al mercato. Apertura straordinaria in occasione della Notte dei Musei dell’area archeologica sottostante il Nuovo Mercato di Testaccio. Il sito archeologico scavato per la realizzazione del Nuovo Mercato Testaccio, ha restituito una sequenza continua di livelli di occupazione umana dall’inizio dell’era volgare ad oggi. In particolare sono stati individuati strati databili tra il I e il V secolo d.C. con i resti di strutture utilitarie (magazzini, discariche organizzate) che raccontano il paesaggio legato all’economia di Roma antica, l’area logistica della città alle spalle del porto fluviale. Il sito archeologico è stato scavato e conservato sotto il complesso del nuovo mercato del rione. Nella parte visitabile del sito archeologico si vedono i resti, risalenti alla prima età imperiale, di un sistema di ambienti coperti e cortili scoperti, con una viabilità di servizio che risultano peculiari per il materiale da costruzione utilizzato. Tutti i “muri” del sistema sono infatti realizzati con anfore svuotate e reimpiegate impilate le une sulle altre. Allo stato attuale questo sistema di ambienti è stato identificato, nel settore nordorientale come un’ampia area di discariche per materiale edilizio di reimpiego, costituito per la maggior parte da frammenti di anfore e materiale laterizio. Il percorso permette di visitare parte degli scavi che saranno a breve interessati da lavori di restauro e di allestimento espositivo. Le visite, a cura del responsabile del sito Renato Sebastiani, sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo. Tre i turni di visita previsti per un massimo di 25 partecipanti per turno alle 19, alle 20 e alle 21.

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Affresco con il dio Mitra all’interno del Mitreo di Marino (foto ssabap-roma)

Marino (Rm). Sabato 14 maggio 2022 sarà possibile visitare il Mitreo di Marino (Rm) di sera, dalle 19 alle 22, grazie alle visite guidate gratuite dei funzionari della Soprintendenza (visite guidate: ore 19.15 e 21.15, max 15 persone per volta. Posti esuriti). Le pitture del Mitreo di Marino, individuato casualmente nel corso di lavori edilizi nel Secondo Dopoguerra, rappresentano sicuramente uno degli episodi più rilevanti e suggestivi della pittura romana di epoca imperiale. L’ottimo stato di conservazione, miracoloso date le condizioni ambientali dell’edificio, ricavato in una cisterna scavata nel banco tufaceo al piede del rilievo su cui sorge il paese, consente di apprezzare in tutto il suo sviluppo il ciclo iconografico caratteristico del racconto salvifico della religione di origine persiana incentrata su Mitra, in cui il giovinetto, ispirato dal Sole compie il rito, allusivo alla fecondità, del sacrificio del toro (tauroctonia), alla presenza dei suoi alfieri Cautes e Cautopates e della Luna che pare ritrarsi di fronte alla rivelazione divina, mentre sui lati una serie di quadretti illustranti la teologia del Mitraismo, nonché di apprezzare l’altro livello artistico della pittura antica ancora a fine II secolo d.C., pure in un episodio senza dubbio secondario e marginale sia per dislocazione che per committenza. Proprio questo ultimo aspetto è illustrato dalle iscrizioni con i nomi dei donatori della decorazione e di altre sistemazioni dell’edificio, personaggi di modesta condizione sociale ma evidentemente facoltosi al punto di finanziare i lavori. Sulla pertinenza del monumento sono state avanzate diverse ipotesi, la più suggestiva quella secondo cui si doveva trattare del luogo di culto riservato agli operai e al personale delle vicine cave di peperino (lapis Albanus).

cagliari_archeologico_notte-dei-musei-2022_locandinaCagliari. Sabato 14 maggio 2022 il museo Archeologico nazionale di Cagliari si può visitare fino alle 23. Per la serata saranno esposti i giavellotti in ferro dal tempio di Antas (Fluminimaggiore) recentemente restaurati e ora nuovamente visibili al pubblico. I reperti votivi sono relativi alla fase punica del tempio dedicato al dio Sid e sono datati al IV-III sec. a.C. Dalle 20 l’ingresso al Museo avverrà al costo simbolico di 1 euro. La biglietteria chiuderà alle 22.

campi-flegrei_parco_notte-dei-musei-2022_locandinaCampi Flegrei (Na). Anche il Parco archeologico dei Campi Flegrei aderisce alla Notte Europea dei Musei. Sarà possibile, nella serata del 14 maggio 2022, accedere straordinariamente al museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia al costo simbolico di 1 euro. Per l’occasione verrà proiettato il cortometraggio originale “Partenopellade. Avventura da Cuma a Neapolis tra mito e realtà” che ha visto tra le location protagoniste anche il Parco archeologico di Cuma e la Piscina Mirabilis a Bacoli. Il corto è stato realizzato dai ragazzi di Marano di Napoli per il Piano Triennale delle Arti promosso dal ministero della Cultura, in collaborazione con il museo Archeologico di Napoli, il parco archeologico dei Campi Flegrei, l’istituto comprensivo statale ICS “Socrate-Mallardo” di Marano, l’associazione Musicon-l’oro, la proloco Marano Flegrea, e la Scuola Secondaria di primo grado “Massimo D’Azeglio” di Marano.

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L’Ermes a riposo, bronzo da Ercolano, conservato nella Collezione della Villa dei Papiri al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Luigi Spina)

Napoli. Sabato 14 maggio 2022 dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso alle 22), il biglietto del museo Archeologico nazionale di Napoli avrà il costo simbolico di 1 euro. “I nostri tesori vi aspettano”, ricordano alla direzione. E stasera (e anche domenica) sarà possibile ammirare l’installazione “Mosaici di carta” di Caroline Peyron nella sala dell’Ercole Farnese.

ercolano_parco_notte-dei-musei_locandinaErcolano (Na). Il parco archeologico di Ercolano partecipa all’evento europeo con l’apertura straordinaria serale del percorso sotterraneo del Teatro Antico con tre turni di visita – alle 20.00, 21 e 22 – aperti per gruppi di massimo 10 persone per ciascun turno; la durata della visita sarà di circa 50 minuti. Il costo del biglietto sarà di 1 euro, salvo le gratuità previste dalla normativa. L’acquisto dei biglietti potrà avvenire on line al sito www.ticketone.it (prevendita 1,50 euro) e in biglietteria. La vendita per la visita al Teatro terminerà, sia on line, sia in biglietteria, alle 18 del 14 maggio 2022. I visitatori sono invitati a presentarsi all’ingresso del teatro, in corso Resina n. 187, con 10 minuti di anticipo rispetto all’orario di inizio della visita. Si ricorda che il percorso è dedicato solo a chi ha compiuto 18 anni. A causa del numero dei posti limitati si consiglia di programmare in anticipo l’acquisto del biglietto. Si ricorda inoltre che il costo del biglietto di accesso al Teatro Antico per le visite diurne rispetterà le consuete tariffe e che in occasione della Notte Europea dei Musei l’area archeologica non sarà visitabile.

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Visione notturna del tempio di Giove nel Foro di Pompei (foto parco archeologico di pompei)

Parco archeologico di Pompei. Sabato 14 maggio 2022, il sito di Pompei, la villa di Poppea ad Oplontis, il museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” presso la Reggia di Quisisana e la Villa Regina a Boscoreale, saranno aperti in via straordinaria dalle 20 alle 23 (chiusura biglietterie ore 22) con ingresso a 1 euro (gratuito a Boscoreale e per i minori di 18 anni in tutti i siti, come da normativa vigente).

pompei_antiquarium_notte_musei_2022_locandinaPompei. A Pompei, entrando da Porta Marina si potrà visitare l’area monumentale del Foro Civile – illuminata a cura di Enel Sole e con un accompagnamento sonoro di sottofondo – dove si affacciano tutti i principali edifici pubblici per l’amministrazione della città e della giustizia, per la gestione degli affari, per le attività commerciali, come i mercati, oltre ai principali luoghi di culto cittadino. Il percorso si conclude con la visita all’Antiquarium, edificio dell’’800 che ospita uno spazio museale dedicato all’esposizione permanente di reperti che illustrano la storia di Pompei. Uscita da Piazza Esedra.

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La villa di Poppea a Boscoreale, illuminata per le visite serali (foto cesare abbate)

Villa Regina a Boscoreale. Alla Villa Regina a Boscoreale sono previste 2 visite guidate (alle 20.30 e alle 21.30) a cura degli archeologi di Coopculture. La visita condurrà alla scoperta degli ambienti della Villa Regina, che costituisce un esempio tra i meglio conservati di fattoria rustica adibita alla produzione del vino, con i numerosi dolia interrati, usati per la conservazione del vino.

Reggia di Quisisana

Visite serali anche al museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” nella Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia (foto Francesco Squeglia)

Museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi – Reggia di Quisisana. Passeggiata libera alla Reggia di Quisisana che ospita il Museo Archeologico “Libero D’Orsi” di Castellammare di Stabia, nuovo spazio museale dedicato all’esposizione di numerosi e prestigiosi reperti del territorio stabiano.

torre-annunziata_oplontis_notte_musei_2022_locandinaVilla di Poppea a Oplontis/Torre Annunziata. Ad Oplontis è prevista l’apertura della Villa di Poppea, tra i più splendidi esempi di villa dell’aristocrazia romana, attribuita a Poppea Sabina, moglie dell’imperatore Nerone. L’Archeoclub d’Italia APS – sede di Torre Annunziata “Mario Prosperi”, organizza per l’occasione “Musica e strumenti musicali presso gli antichi”, itinerario guidato nella villa con intermezzi musicali a cura degli studenti del Liceo Musicale Pitagora. Prenotazione consigliata all’indirizzo mirella.azzurro@gmail.com. Biglietti acquistabili presso i singoli siti (Pompei- Porta Marina, Oplontis e Museo D’Orsi) e/o on line sul sito www.ticketone.it (con prevendita di 1,50 euro).

paestum-velia_parco_notte-dei-musei-2022_locandinaPaestum e Velia (Sa). Per l’occasione il parco archeologico di Paestum e Velia organizza due visite guidate tematiche. A Paestum, il direttore Tiziana D’Angelo accompagnerà il pubblico in una visita nel Santuario meridionale sulle orme del Grand Tour, il viaggio di istruzione dei giovani benestanti di tutta Europa in Italia, intrapreso dalla fine del XVI secolo e per tutto il Settecento. Paestum fu una tappa obbligata nell’itinerario per approfondire gli studi classici: con i suoi tre templi dorici ancora ben conservati era possibile, infatti, ammirare la cultura greca, ma senza recarsi in Grecia. A Paestum e al Grand Tour si legano importanti nomi come Winkelmann che elaborò proprio qui la sua teoria sull’arte greca; Giovanni Battista Piranesi che fece dell’area archeologica il soggetto di superbe incisioni e Johann Wolfgang Goethe che credette di riconoscere nei templi dorici pestani la perfezione dell’arte classica. Per calarsi meglio nell’atmosfera settecentesca, le visite avverranno alla luce di piccole lanterne date ai visitatori per seguire il percorso di visita. A Velia, il vero protagonista delle visite tematiche sarà il porto antico e, in particolare, il rapporto che da sempre ha legato la città con il mare: dal mare arrivarono i Focei che fondarono la colonia di Elea; nel mare si sono concentrati gli interessi economici della comunità; grazie al mare si strinsero importanti relazioni e scambi di saperi. La visita tematica si concentrerà nella città bassa, ovvero nel quartiere a ridosso della spiaggia antica, e sarà a cura dell’archeologo Francesco Uliano Scelza. Anche qui la visita tematica avverrà con le lanterne per ripercorrere le tappe più importanti di questo binomio città- mare dalle origini fino all’età romana.

matera_museo-nazionale_notte-dei-musei_2022_locandinaMatera. Sabato 14 maggio 2022 il museo nazionale di Matera apre dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22) con ingresso a 1 euro per tutti. A partire dalle 21, in collaborazione con l’associazione culturale ‘R. D’Ambrosio’, al museo Archeologico nazionale ‘Domenico Ridola’, nella sala dedicata alla sezione magnogreca e classica al primo piano, si esibirà il Quintetto di fiati Lucus. Un’occasione imperdibile per ripercorrere la storia del territorio e delle nostre radici, in cui l’eco del passato risuonerà in armonia con la musica, fondendosi in un’esperienza sensoriale davvero unica.

taranto_archeologico_notte-dei-musei_2022_locandinaTaranto. Sabato 14 maggio 2022 l’ingresso al museo Archeologico nazionale di Taranto costa 1 euro. Apertura serale straordinaria, dalle 20 alle 23 (con ultimo accesso alle 22.30). In programma numerose attività. Oltre alle visite in autonomia, sarà possibile ammirare da vicino i “Tesori mai visti dai depositi del MArTA” nella sala incontri del museo tarantino. Sarà l’archeologa Serena D’Alfonso dell’università di Bari ad accompagnare i visitatori alla scoperta delle “Storie di terracotta. Dall’archeologia della produzione al restauro archeologico”. L’operatore tecnico del laboratorio di restauro del MArTA, Mario Pazzano, invece condurrà i visitatori dietro le quinte del Museo svelando le tecniche che servono ad arrestare il degrado e a valorizzare le testimonianze provenienti dal passato. Nel Chiostro nel frattempo si potrà assistere al Workshop a cura degli operatori del mare tarantini. All’interno del progetto FISH&C.H.I.P.S. e in concomitanza con la mostra figitale su “Taras e i doni del mare”, al MArTA la Cooperativa dei mitilicoltori aderenti alla ConfCommercio di Taranto, presieduta da Luciano Carriero, terrà laboratori sulle attività di pesca e mitilicoltura di Taranto. Sarà anche possibile visitare le tre mostre temporanee in corso: quella di arte contemporanea dell’artista Federico Gori, dal titolo “L’Età dell’Oro”, la mostra fi-gitale “Taras e i doni del mare”, e la mostra “Taras e Vatl”.

reggio-calabria_archeologico_notte-dei-musei_2022_locandinaReggio Calabria. Per l’occasione il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria ha previsto una serie di iniziative culturali per rendere più suggestiva la visita dopo il tramonto, un primo assaggio delle attese Notti d’Estate al MArRC. A partire dai percorsi guidati di visita museale “Nottetempo. Aree sacre e rituali nel mondo greco”, programmati alle 21 e alle 21.30, e offerti gratuitamente al pubblico. “Sarà un viaggio emozionante, volto alla scoperta di antichi santuari atipici“, spiega il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. “Si tratta degli spazi sacri entro cui si svolgevano alcuni riti notturni, che saranno presentati attraverso una accurata selezione di straordinari reperti: dall’area sacra di Griso Laboccetta a Reggio Calabria, fino al santuario locrese della Mannella e a quello di loc. Calderazzo a Rosarno. Ringrazio le dott.sse Roberta Eliodoro e Cristiana La Serra, collaboratrici ai Servizi Educativi del Museo, e il funzionario archeologo Daniela Costanzo che coordina l’iniziativa”. I percorsi, di circa 1 ora (inclusa una visita finale ai Bronzi di Riace e di Porticello), saranno aperti a un massimo di 20 partecipanti, con ritrovo in piazza Paolo Orsi, atrio del MArRC. Per partecipare è necessario inviare una mail a man-rc.didattica@beniculturali.it. “Alle 20.30 apriremo eccezionalmente al pubblico la magnifica terrazza affacciata sullo Stretto”, spiega ancora Malacrino. “Grazie alla preziosa collaborazione con il Planetario “Pythagoras”, guidato dalla prof.ssa Angela Misiano, sarà possibile ammirare la volta celeste con i telescopi e gli strumenti astronomici”. Per la professoressa Misiano: “Condizioni luminose permettendo, data la presenza della Luna in fase quasi piena, si potranno vedere l’ammasso globulare M13 nella costellazione dell’Ercole e la stella doppia Algieba, della costellazione del Leone”. E poi la magnifica collezione di circa 50 capolavori vascolari, giunti appositamente dal bellissimo museo nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, per la mostra “Il vaso sui vasi”, inaugurata il 12 maggio 2022 al Livello E del MArRC. Al museo si accede senza prenotazione ed è fortemente raccomandato l’uso della mascherina chirurgica.

Sicilia. Sabato 14 maggio 2022 nuova straordinaria opportunità di visitare i beni culturali siciliani con il biglietto d’ingresso al prezzo simbolico di 1 euro. A partire dalle 19 e fino alle 23 (in alcuni siti alle 24) sarà possibile visitare, quindi, i principali musei regionali della Sicilia, molti dei quali, per l’occasione, proporranno visite guidate e allestimenti particolari. Per celebrare la serata, molti dei musei siciliani hanno programmato iniziative speciali. In particolare si segnalano:

Agrigento. Il museo Archeologico Griffo di Agrigento sarà aperto dalle 19 alle 22 con il seguente programma: alle 19, nel giardino del Museo concerto della U.S. Naval Forces Europe and Africa Band; alle 20 e alle 20.45, visita guidata all’itinerario tematico “L’etica della guerra nel mondo greco antico, alle 20.30 e alle 21.45, nella Sala Zeus, Gaetano Aronica legge “Omero, Iliade” di Alessandro Baricco.

Catania. In provincia di Catania aperti dalle 20 alle 22: il museo di Adrano e le Mura Dionigiane. Il museo della Ceramica di Caltagirone sarà visitabile dalle 18.30 alle 21.

Enna. Il parco archeologico di Piazza Armerina e della Villa Romana del Casale propone la visita della Villa Romana, del museo di Palazzo Trigona ad Aidone e del museo regionale di Aidone. Inoltre, alle Terme della Villa del Casale alle 21 si terrà una conversazione per illustrare il mosaico pavimentale del Tepidarium con resti di scena di ludi, tra cui la corsa con le fiaccole. La conversazione sarà tenuta dal prof. Paolo Barresi dell’università Kore di Enna e dal dott. Rosario Patanè, responsabile delle attività di valorizzazione del Parco archeologico.

Messina. Al MuMe – Museo Interdisciplinare di Messina (apertura dalle 20 alle 24) sarà allestita una piccola sezione espositiva e didascalica del culto mariano della Lettera, patrona di Messina, la cui festività ricorre il 3 giugno. Alle opere già esposte nel circuito museale del primo piano si aggiungerà una trascrizione in cinese del XVII secolo della lettera della Madonna ai messinesi (42 d.C.) e alcune opere artistiche tra cui due Cartagloria del XVII secolo in argento bulinato e sbalzato. Durante la serata le guide turistiche della provincia di Messina effettueranno visite guidate approfondite con gratuità per i giovani fino a 18 anni di età. Sempre in provincia di Messina aperto (dalle 20 alle 24) il parco archeologico di Tindari dove sarà possibile visitare: l’Antiquarium di Milazzo, a Tusa l’area archeologica di Halaesa Arconidea limitatamente all’Antiquarium, al Lapidarium e alla Chiesa di Santa Maria delle Palate. A Patti negli stessi orari aperta l’area archeologica e l’Antiquarium di Tindari e la Villa romana. A Capo d’Orlando ingresso libero dalle 20 alle 24 per l’area archeologica di Bagnoli. A Taormina, dalle 20 alle 23 sarà aperto il Teatro Antico e a Giardini Naxos apertura, sempre dalle 20 alle 23, per il museo Archeologico. Nell’Isola di Lipari il museo Archeologico Eoliano Bernabò Brea resterà aperto alle visite dalle 20 alle 23.

Palermo. Al museo Archeologico regionale A. Salinas apertura fino a mezzanotte. Con un sovrapprezzo è possibile prenotare la visita guidata alla collezione del Museo e alla statua di Athena, proveniente dal museo dell’Acropoli di Atene, e gustare un calice di vino. Richieste dirette al personale di Coopculture. Al museo regionale di Palazzo Abatellis apertura dalle 20 alle 24: Notturno a Palazzo Abatellis “Umanità del MedioEvo nel Trionfo della Morte” e “Umanità del Rinascimento in Laurana e Gagini”. Palazzo Mirto resterà aperto, sempre dalle 20 alle 24, con “L’arte di ricevere nei saloni di primo piano” e “L’arte di vivere il quotidiano negli ambienti del secondo piano.

Ragusa. Aperto dalle19 alle 22 il Convento della Croce a Scicli.

Siracusa. Alla Galleria regionale di Palazzo Bellomo in mostra “Le figure del presepe” in collaborazione con il Liceo artistico Gagini di Siracusa. Aperti anche l’Ipogeo di Piazza Duomo (dalle 20 alle 24) e il museo Archeologico Paolo Orsi (dalle 19 alle 23). Aperto anche il Castello Maniace (dalle 20 alle 24) dove, nella Sala Ipostila, si potrà ammirare la mostra “Passi” di Alfredo Pirri. A Palazzolo Acreide dalle 19 alle 23 si può visitare Palazzo Cappellani. A Lentini, dalle 16 alle 22, visitabile con un euro l’area archeologica di Monte San Basilio – San Mauro e il parco archeologico di Leontinoi che resterà aperto fino alle 22.00

Trapani. L’area monumentale del parco archeologico di Selinunte resta aperta dalle 19 alle 24. Stesso orario per il Museo del Satiro che si trova nella chiesa di S. Egidio a Mazara del Vallo. Al parco archeologico di Segesta apertura straordinaria dalle 20 alle 24. A Marsala restano aperti 19.30 alle 22.30 il parco archeologico Lilibeo e il museo Archeologico di Baglio Anselmi.

Al museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia va in scena la premiazione della quinta edizione del concorso Campi Flegrei in Fiore

Il castello aragonese domina Baia: è la sede del museo Archeologico dei Campi Flegrei

baia_castello_Premiazione Campi Flegrei in fiore_locandinaChiude la quinta edizione di Campi Flegrei in Fiore, una gara aperta a persone, enti pubblici e aziende commerciali dei Campi Flegrei e delle isole del golfo per premiare l’addobbo floreale più bello come espressione d’amore verso la natura e l’ambiente e invito per un mondo più green. Sabato 6 novembre 2021, alle 11, si terrà la premiazione dei vincitori nella sala conferenze del museo Archeologico dei Campi Flegrei nello splendido Castello aragonese di Baia. Numerosissimi gli amanti dei colori e dei profumi della natura che si sono cimentati nel design degli addobbi floreali armati di macchina fotografica per inviare la testimonianza del proprio lavoro alla giuria del concorso. A dare il benvenuto agli ospiti del parco archeologico dei Campi Flegrei, il direttore Fabio Pagano e il funzionario responsabile del Castello Pierfrancesco Talamo. il presidente della commissione giudicante del concorso Pierluigi Sanfelice di Bagnoli e l’associazione L’Immagine del Mito, promotrice della manifestazione. “Siamo lieti di ospitare nel Castello di Baia la premiazione del Concorso Campi Flegrei in Fiore 2021, che ha visto coinvolta l’intera comunità flegrea, privati cittadini e operatori commerciali, associazioni ed enti pubblici, in una gara di forme, colori e profumi, volta a regalare spazi e scorci che arricchiscono ed esaltano la bellezza dei Campi Flegrei. Una bella e partecipata iniziativa, dovuta  alla determinazione e passione degli organizzatori, che rappresenta un’importante occasione di promozione di valori ambientali e di valorizzazione territoriale, e rafforza la consapevolezza e l’impegno da parte delle istituzioni per lo sviluppo di progetti condivisi orientati al miglioramento della qualità dei nostri luoghi per accrescere il benessere sociale e l’attrattività del territorio”. Al termine dei lavori della commissione costituita Camilla Aulisio, Maria Cristina Caracciolo di Brienza, Isabella Libonati, Alessandra Sottile d’Alfano e Nunzia Gilardi, la consegna delle targhe offerte dall’assessore alla Cultura e Tempo Libero di Pozzuoli Stefania De Fraia. A sottolineare lo spirito e gli scopi della manifestazione interverranno la giornalista e scrittrice Donatella Trotta, curatrice di un raffinato progetto editoriale ispirato al libro “L’anima dei fiori” di Matilde Serao, e Tiziana Di Monaco, direttrice editoriale della casa editrice Spartaco. Un insieme d’amore per la natura e per la cultura raccolto in sei deliziosi volumetti. E ancora, a dar voce all’amore per la natura, interverrà Livia Coletta della compagnia teatrale “Il teatro in casa” che presenta “Il papavero è anche un fiore”: letture di Caterina Pontrandolfo tratte da “Il giardino segreto” di Cristina Lagopesole. La parola alla scienza, con l’intervento di Daniele Naviglio, docente del Dipartimento di Chimica dell’Università Federico II di Napoli, sulla produzi one rapida di estratti derivanti da agrumi, fiori e tanto altro attraverso un estrattore di propria invenzione. Per il ruolo e l’impegno della scuola per stimolare l’amore e il rispetto dei giovani verso la natura e l’ambiente la parola ai dirigenti scolastici Rossella Tenore dell’Istituto Giovanni Falcone e Francesco Gentile dell’Istituto Paolo di Tarso. Esporranno Davide Carnevale con le sue ceramiche raku, la ceramista Libera Colandrea, l’associazione di ricami e agopittura Ars Mirabilis. Le degustazioni made in Campi Flegrei sono affidate alle Cantine Quarto Miglio, all’Istituto Giovanni Falcone, al Panificio Merone e all’ Estrattore Naviglio. L’acquisizione, il montaggio e la proiezione delle immagini a concorso durante la cerimonia sono a cura dell’Associazione Gruppo Archeolgico Kyme.

Il parco archeologico dei Campi Flegrei per la Notte europea dei Musei apre l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli (proiezioni sui gladiatori) e il museo Archeologico al castello di Baia (con presentazione della Rivista del Parco). Al mattino visita con speleologi alla Terme Ipogee di Baia. Orario prolungato al Macellum di Pozzuoli

Anche il parco archeologico dei Campi Flegrei aderisce alla Notte europea dei Musei. Sarà possibile, nella serata del 3 luglio 2021, accedere straordinariamente al museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia e all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli. I siti resteranno aperti al costo simbolico di 1 euro. Tutte le info sui percorsi e le modalità di prenotazione su www.pafleg,it

Proiezioni all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli per la Notte dei Musei (foto pa-fleg)

Chi intende visitare l’Anfiteatro puteolano, potrà godere di un suggestivo percorso “al buio” nei sotterranei della nota arena romana. I visitatori saranno muniti di torcia e potranno passeggiare negli spazi ipogei dove i gladiatori attendevano prima di entrare in azione nell’arena. E a proposito di gladiatori qui è allestita una parte del nuovo percorso espositivo Proiezioni. I gladiatori armati diventano una viva presenza attraverso le immagini visualizzate da monitor a tutta altezza, mentre un tappeto sonoro evoca ciò che verosimilmente doveva percepire chi all’epoca si fosse addentrato in quegli ambienti: versi di animali che nelle gabbie attendevano di essere issati nell’arena per i combattimenti, rumore di spade che venivano affilate nelle fasi preparatorie degli scontri, il clamore della folla che era sugli spalti e, infine, il sottofondo musicale che accompagnava  con i suoi ritmi cadenzati lo svolgimento dei giochi. I visitatori potranno ammirare anche due plastici dell’Anfiteatro, oggetto di un recente intervento di recupero e sistemazione. Sono previsti 8 ingressi da 20 visitatori, uno ogni 20 minuti con primo ingresso alle 21 e ultimo ingresso alle 23.20. Il costo d’ingresso è di 1 euro (restano valide le gratuità in essere). Prenotazione obbligatoria sul sito di Coopculture.

La piazza d’Armi del Castello di Baia illuminata per la Notte dei musei (foto pa-fleg)

Coloro che invece sceglieranno il Castello di Baia potranno vedere illuminata, oltre che la terrazza, la sala dedicata al Rione Terra. Sarà una anteprima del nuovo sistema di illuminazione che riguarderà tutto il percorso museale che verrà portato a termine entro l’anno. Sarà presentato contemporaneamente il primo volume di “Puteoli Cumae Misenum. Rivista di Studi e Notiziario del Parco archeologico dei Campi Flegrei” edita da Valtrend e disponibile in tutte le librerie e store online dal 27 giugno 2021. La presentazione avverrà alle 21 sulla piazza d’armi del Castello alla presenza del direttore Fabio Pagano e del prof. Giuseppe Camodeca, condirettore scientifico insieme a Pagano della rivista. L’ingresso sarà consentito a partire dalle 20 per un massimo di 30 persone ogni 15 minuti. Ultimo ingresso alle 22.15. Il costo d’ingresso è di 1 euro (restano valide le gratuità in essere). Prenotazione obbligatoria sul sito di Coopculture.

La Notte dei Musei sarà anticipata da un’opportunità eccezionale. Sabato 3 luglio 2021, alle 10 e alle 15, sarà possibile visitare le Terme Ipogee all’interno della Sezione della Sosandra nel parco archeologico delle Terme di Baia. L’edificio rappresenta un bagno romano scavato all’interno della collina, per captare il massimo calore del naturale vapore curativo per cui era famosa Baia. Un gruppo di speleologi dell’associazione Cocceius, che da anni collabora con il Parco, accompagnerà i visitatori alla scoperta di questo nuovo ambiente sotterraneo. Sarà inoltre prolungato l’orario di apertura del Macellum di Pozzuoli, di recente riaperto al pubblico grazie all’attivazione del partenariato pubblico-privato sottoscritto dal Parco con l’ATI Macellum, che chiuderà alle 21.

Il parco archeologico dei Campi Flegrei lancia il progetto ImmaginAzione, una nuova strategia di rete per l’educazione al patrimonio culturale del Parco di scuole e famiglie

Ragazzi e bambini nell’anfiteatro flavio di Pozzuoli (foto pafleg)

campi-flegrei_ImmaginAzione_logo_foto-paflegCostruire un ampio programma di iniziative educative e didattiche, sviluppate mediante molteplici forme e linguaggi, orientate a promuovere la conoscenza, la consapevolezza e la condivisione del patrimonio flegreo. ImmaginAzione, il progetto del parco archeologico dei Campi Flegrei vuole rilanciare la propria strategia partecipativa per la valorizzazione del territorio flegreo. Un nuovo avviso pubblico (fino al 21 giugno 2021) apre uno scenario, innovativo nel panorama italiano, per la progettazione condivisa dell’offerta educativa che il Parco vuole indirizzare verso due target specifici di pubblico: le scuole e le famiglie. Undici gli ambiti di attività: archeologia sperimentale; arti creative; comunicazione e mediazione linguistica; danza e movimento espressivo; innovazione digitale; letteratura, memoria e filosofia; musica; living history; scienza e natura; sport; teatro. “Un ulteriore importante passo in avanti è stato compiuto con questo avviso verso l’attuazione della nostra strategia”, dichiara il direttore del Parco Fabio Pagano. “Il parco archeologico dei Campi Flegrei vuole rafforzare la sua capacità di interpretare l’educazione al patrimonio culturale nello spirito della Convenzione di Faro.  Lo faremo costruendo una nuova rete, fondata su una visione comune, legata da nodi partenariali con enti del terzo settore, con lo scopo di costruire una nuova e articolata offerta educativa per imparare e divertirsi all’interno dei luoghi del Parco”.

Le Terme Romane nel parco archeologico di Baia (foto Pafleg)

Gli spazi che accoglieranno le attività sono il museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia, il parco archeologico delle Terme di Baia, il parco archeologico di Cuma, l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli. L’avviso è rivolto esclusivamente a enti del terzo settore attivi in ambito culturale, per rafforzare la dimensione di relazione tra il pubblico e il non-profit nell’ottica della comune missione di utilità sociale, e rappresenta la prima esperienza di Partenariato pubblico privato su beni culturali statali ideato in ambito educativo costruito sulla base delle nuove norme contenute nel Codice del Terzo Settore. In attuazione del principio di sussidiarietà è infatti riconosciuta agli enti del terzo settore una specifica attitudine a partecipare, insieme ai soggetti pubblici, alla realizzazione dell’interesse generale. In linea con tale principio nell’implementazione del partenariato pubblico privato il Parco ritiene prevalente il perseguimento di obiettivi legati all’inclusione sociale, alla partecipazione attiva dei cittadini all’eredità culturale del patrimonio pubblico, alla promozione della diversità culturale e alla lotta alle diverse forme di povertà educativa. Nelle prossime settimane il Parco organizzerà degli eventi di presentazione dell’iniziativa per illustrarne i dettagli, motivarne lo spirito e incontrare le realtà interessate alla partecipazione per fornire tutti i chiarimenti necessari. Tutte le informazioni sono visionabili sul sito ufficiale del Parco www.pafleg.it

Al via A.M.A. Archeo, Music & Art, sei concerti realizzati nei di luoghi storici e paesaggistici del territorio flegreo durante il lockdown in collaborazione con il parco archeologico dei Campi Flegrei: visibili on line a cadenza quindicinale sui canali social dell’associazione Jazz and Conversation

Gli interni dell’anfiteatro flavio di Pozzuoli set di una performance di Archeo Music and Art (foto Jazz and Conversation)

AMA_archeo-music-and-arts_logoArtisti d’eccezione, del mondo jazz contemporaneo e non solo, si sono esibiti nel parco archeologico dei Campi Flegrei in alcuni suggestivi siti per regalare momenti unici di musica con la visione di bellezze straordinarie, di luoghi storici e paesaggistici del territorio flegreo. Un’occasione importante per poter continuare a godere delle emozioni delle arti, in questo momento di sospensione delle attività dal vivo e di chiusura dei luoghi di cultura, a causa dell’emergenza sanitaria in corso. È nato così A.M.A. Archeo, Music & Art, tre parole che racchiudono il senso del nuovo format musicale e artistico nei siti archeologici e monumentali dei Campi Flegrei. Un incontro tra arte, musica e archeologia da fruire on-line. E dal 22 marzo 2021 sui canali social (Fb e YouTube) dell’associazione Jazz and Conversation, saranno on-line ogni quindici giorni, le sei registrazioni delle performance realizzate in questo periodo di lockdown.

Carmine Ioanna, straordinario fisarmonicista, all’Anfiteatro Flavio, Pozzuoli; Eleonora Strino, talento assoluto chitarra jazz, al cosiddetto Tempio di Serapide, Pozzuoli; Marco De Tilla, Virginia Sorrentino, speciale coppia di artisti (contrabbasso e voce), al Rione Terra, Pozzuoli; Pietro Condorelli, grande maestro e docente di chitarra jazz al Conservatorio di Napoli, al Museo archeologico dei Campi Flegrei, Castello di Baia; Daniele Sepe, straordinario sassofonista, alla Piscina Mirabilis, Bacoli; Flo, singolare e accattivante talento vocale, alle Antiche Terme romane di Baia, Bacoli.

L’antro della sibilla a Cuma, set di una performance di Archeo Music and Art (foto Jazz and Conversation)
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Concerto di De Tilla e Sorrentino nell’anfiteatro flavio di Pozzuoli (foto Jazz and Conversation)

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Pietro Condorelli nel museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello di Baia (foto Jazz and Conversation)

Il progetto e la produzione sono a cura dall’associazione di promozione sociale Jazz and Conversation, impegnata da anni a manifestare la cultura nei Campi Flegrei, attraverso un percorso in cui la musica incontra il territorio ed è capace di fare del monumento, della sua storia e del suo paesaggio, un vero e proprio tempio della musica. Il format proposto si è concretizzato grazie alla collaborazione del parco archeologico dei Campi Flegrei, che ha consentito la realizzazione dei numerosi eventi nei siti archeologici flegrei. L’obiettivo, oltre a quello di contribuire alla diffusione delle manifestazioni culturali che non è stato possibile svolgere in presenza a causa della pandemia, è anche quello di dare un piccolo, ma concreto e immediato, sostegno al settore dello spettacolo dal vivo che, da oltre un anno, ha visto interrotte le proprie attività. Si ringraziano, inoltre, per il patrocinio morale e per la disponibilità logistica il Comune di Pozzuoli, il Comune di Monte di Procida e il Comune di Bacoli.

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Il fisarmonicista Carmine Ioanna (foto Jazz and Conversation)

Gli artisti. Carmine Ioanna, 33 anni, è un musicista irpino con uno spiccato talento per la fisarmonica. Oggi ha una fama internazionale ed è impegnato in tour fuori confine. Conosciamolo meglio. “Sono originario di Ponteromito”, dice, una piccola frazione tra i comuni di Nusco e Montemarano. Le sue sono melodie che ama definire sincere, pure, come estratte da una radice creativa viva e autentica, come questa terra, che lo ha influenzato e arricchito di tradizioni: “Mi basterebbe che arrivasse questo a chi si ferma per ascoltarmi. L’Irpinia segna le mie origini e le origini te le porti addosso in modo indelebile, per sempre. Ho cominciato proprio così, dai canti e dalle musiche popolari e credo sia stata una buona palestra, fondamentale”.

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Eleonora Strino, chitarrista jazz (foto Jazz and Conversation)

Eleonora Strino. Ha iniziato a suonare la chitarra da adolescente e dalla prima volta che ha sentito Jim Hall suonare con Bill Evans ha capito che voleva diventare una chitarrista jazz. Ha studiato al conservatorio di Napoli, poi al Conservatorium Van Amsterdam con Martin Van Itterson, Jesse Van Ruller e Maarten Van de Gritten. Eleonora ha iniziato la sua carriera professionale come prima chitarra nell’orchestra del compositore italiano Roberto De Simone, oggi è un talento assoluto nel panorama della chitarra jazz. 

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Marco De Tilla e Virginia Sorrentino, contrabbasso e voce (foto Jazz and Conversation)

Marco De Tilla e Virginia Sorrentino, due importanti figure della musica jazz italiana, rispettivamente contrabbasso e voce, hanno deciso di unire le loro straordinarie doti artistiche in questa originale esperienza musicale (dopo la scelta di vivere insieme come coppia anche nella vita), regalando al pubblico sempre nuove emozioni, senza tralasciare le esperienze professionali con le loro formazioni di origine.

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Pietro Condorelli, maestro jazzista (foto Jazz and Conversation)

Pietro Condorelli, maestro riconosciuto del jazz italiano, dal 1980 svolge attività concertistica e professionale sia in Italia che all’estero. Ha collaborato con importanti esponenti del jazz internazionale come Lee Konitz, Paolo Fresu, Franco Cerri, Giulio Capiozzo, Gary Bartz, George Cables, Jimmy Wood, Fabrizio Bosso, Charles Tolliver, Bob Mover, segnalandosi come uno dei migliori chitarristi jazz italiani. È inoltre titolare della cattedra di jazz presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

Daniele-Sepe_Foto-Natalino-RussoDaniele Sepe. Originale e poliedrico musicista campano, apprezzato a livello nazionale e internazionale. La sua musica, sempre in bilico tra reggae, folk, world music, jazz, rock, fusion, blues, musica classica. Una sua caratteristica costante è il modo quasi “zappiano” di affrontare la scrittura e l’arrangiamento. Daniele Sepe così definisce il proprio stile: “La musica è fatta di tante cose molto diverse fra di loro, così come fa un bravo regista affrontando diversi generi, pensa a Kubrick, dall’horror alla fantascienza ad un film storico, tutti fatti bene, io spero di fare cose molto diverse fra di loro e tutte fatte bene”.

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Flo, cantautrice e attrice (foto Jazz and Conversation)

Flo. Cantautrice, attrice di teatro e imprevedibile entertainer, Flo è un’artista che seduce grazie ad una vocalità viscerale e una scrittura originale e suadente. Instancabile avventuriera, nella musica e nella vita, viaggia alla continua ricerca di confini da oltrepassare, storie da ascoltare ed emozioni da sfidare. Le sue performance sono ritmo che coinvolge, racconto che affascina, rito, danza, impulsi di vitalità e passione. Un affascinante equilibrio tra l’estasi, la malinconia e la teatralità tipiche del Sud Italia.