Museo di Aidone. Samonà: “Gli Argenti di Morgantina resteranno per sempre in Sicilia”. È uno degli effetti dell’accordo di collaborazione siglato fra il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo e il Metropolitan Museum di New York che prevede lo scambio di reperti tra i due musei

Gli argenti di Morgantina al museo di Aidone (foto regione siciliana)
“Gli Argenti di Morgantina resteranno per sempre in Sicilia, al museo di Aidone”. È questo uno degli effetti dell’accordo di collaborazione siglato nei giorni scorsi fra il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, e il Metropolitan Museum di New York, diretto da Max Hollein. Lo annuncia l’assessore regionale Alberto Samonà: “Un’intesa che ho fortemente voluto e che modifica il punto della Convenzione sottoscritta nel febbraio del 2006, in base al quale i preziosi argenti ogni quattro anni venivano trasferiti da Aidone al museo newyorkese, e apre ad una prestigiosa collaborazione fra i due musei. In base alla nuova convenzione, siglata ai sensi dell’articolo 67, comma 1, lettera d) del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, il Metropolitan e il Salinas danno vita a uno scambio di reperti, grazie al quale nel museo siciliano, per tre anni, saranno esposte opere appartenenti alle collezioni del Met e in cambio, i visitatori del museo di New York, per un tempo di pari durata, potranno scoprire, con opere del Salinas, la ricchezza del patrimonio culturale siciliano. L’accordo, inoltre, è parte di un duraturo programma di cooperazione culturale su beni archeologici e altre opere d’arte, che il museo Salinas e il Met intendono consolidare anche mediante l’organizzazione di iniziative comuni e progetti di collaborazione, quali mostre, conferenze e ricerche scientifiche. In pratica, dopo la collaborazione con il museo dell’Acropoli di Atene, siglata nei mesi scorsi sempre su mio impulso, per il museo archeologico regionale ha inizio, in questo modo, una nuova prestigiosa sinergia con un altro fra i principali musei del mondo”.

Un vasi di ceramica cipriota arcaica che sarà esposto al museo di Aidone proveniente dal Met di New York (foto regione siciliana)
Grazie all’accordo, firmato dalla direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas”, Caterina Greco, e dal direttore del Metropolitan Museum of New York, Max Hollein, in Sicilia arriveranno dal museo newyorkese alcuni reperti particolarmente significativi: si tratta di quattro rari esemplari di ceramica greca, di produzione cipriota e di età arcaica (750-600 a.C.). In cambio, a New York giungeranno dal Salinas alcuni materiali selinuntini (un’arula in terracotta, una lucerna arcaica in marmo, un rilievo figurato), la cui esposizione presso uno dei più importanti musei del mondo costituirà una prestigiosa occasione di conoscenza e comunicazione dell’archeologia della Sicilia.

Le autorità intervenute alla consegna ufficiale del “Reperto Fagan”: da sinistra, il direttore del museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis; il primo ministro della Repubblica Greca Kyriakos Mitsotakis; l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà; la direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, Caterina Greco; la ministra della Cultura Lina Mendoni (foto museo acropoli atene)
“L’accordo siglato fra il Metropolitan Museum di New York e il Museo Salinas di Palermo – commenta Samonà – è un grande risultato per la Sicilia, perché non soltanto realizza la nostra volontà di mantenere gli Argenti di Morgantina ad Aidone, ma dà vita a una prestigiosa collaborazione scientifica e culturale fra il nostro Museo Salinas e il Met (uno dei più importanti musei al mondo). Come ebbi a dire mesi fa, infatti, la via maestra è proprio la politica degli scambi culturali – che sta già dando effetti molto positivi con la Grecia e i suoi musei – che è la grande opportunità dei prossimi anni: ciò consente di far conoscere al mondo il nostro patrimonio culturale e permette di avviare collaborazioni che porteranno effetti positivi alla Sicilia per la ricerca, la valorizzazione e la promozione dei musei e dei parchi archeologici dell’Isola”.
Sicilia. Anche i musei e i parchi archeologici regionali partecipano alle Giornate Europee del Patrimonio. Ecco alcune iniziative nelle singole province
Tornano sabato 24 e domenica 25 settembre le GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa. Così come avviene nel resto d’Italia per i musei statali, in Sicilia l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana aderisce all’iniziativa, con un calendario di eventi che, come nelle precedenti edizioni, amplia la normale offerta. In particolare, le due giornate saranno arricchite da un pacchetto di iniziative che prevede per molti siti anche l’apertura serale dei musei e dei luoghi della cultura siciliani al prezzo straordinario di 1 euro. Ecco alcune iniziative per provincia.
Agrigento. Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Sabato 24 settembre 2022, alle 17, visita gratuita (max 40 persone) all’Ipogeo Giacatello, infrastruttura idrica di epoca greca unica nel suo genere accompagnati dagli archeologi di CoopCulture e dagli speleologi dell’associazione Agrigento Sotterranea. Un mix tra arte natura e sapori dove a seguire vi sarà una degustazione di alcuni prodotti del marchio Diodoros, dopo aver visitato il vicino Agrumeto curato dall’associazione FILI’, vero scrigno di biodiversità all’interno della Valle dei Templi di Agrigento da dove provengono alcune tra le materie prime con le quali vengono realizzati i prodotti del marchio.
Caltanissetta. Parco archeologico di Gela. Sito archeologico di Bosco Littorio. Mostra “Ulisse in Sicilia. I luoghi del Mito”. Visita della mostra con biglietto al costo di 1 euro (orari di apertura: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 24). La mostra, allestita in un padiglione in prossimità del Museo del Mare, si snoda in un percorso ideale e immaginario attraverso l’esposizione di manufatti e produzioni artistiche antiche e moderne provenienti da vari musei regionali e nazionali, simboleggiando le varie tappe solcate da Ulisse in Sicilia e come il suo mito sia stato recepito.

Dettaglio dei pavimenti musivi della Villa del Casale a Piazza Armerina (foto mae-mic)
Enna. Villa Romana del Casale e Museo della Città e del Territorio “Palazzo Trigona”. Orario continuato dalle 9 alle 19.30 e dalle 20 alle 23 al prezzo di 1 euro. La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina, in Sicilia, è l’esempio supremo di villa di lusso romana tardo-imperiale e simboleggia l’utilizzo del territorio da parte dei Romani in quanto centro della grande proprietà sulla quale si basava l’economia rurale dell’Impero d’Occidente. La Villa del Casale è una delle più lussuose del suo genere ed è famosa per la ricchezza e la qualità dei suoi mosaici (IV secolo d.C.), che vengono riconosciuti come i mosaici romani in situ più belli. Questo tesoro musivo testimonia le abitudini di vita della classe dominante romana e mostra le influenze reciproche tra le culture e gli scambi nel Mediterraneo antico – tra mondo romano e area nordafricana. La villa si sviluppa in 48 ambienti (circa 3500 metri quadri di superficie) ricoperti da mosaici in perfetto stato, forse eseguiti da maestri africani, che permettono di ripercorrere la storia del più grande fra gli Imperi, con le scene di vita quotidiana, le raffigurazioni di eroi e divinità, le scene di caccia e di giochi.

La Dea di Morgantina, trafugata in Sicilia nella seconda metà del Novecento e restituita a seguito di una lunga trattativa internazionale dal Paul Getty Museum (foto RDCA)
Museo regionale di Aidone. Apertura con biglietto regolare e orario continuato dalle 9 alle 19.30. Dalle 19.30 alle 23 ingresso al prezzo straordinario di 1 euro. Il Museo, ubicato nel seicentesco convento dei Padri Cappuccini con annessa la chiesa dedicata a San Francesco, illustra la storia del sito archeologico di Morgantina, dall’età del bronzo all’età romano-repubblicana, i cui scavi furono effettuati a partire dagli anni ’50. Le collezioni, esposte in undici sale secondo criteri cronologici e tematici, constano di ceramiche, argenti, acroliti delle dee, elementi architettonici e termali di Morgantina. Tra i reperti più significativi troviamo la Venere di Morgantina, ovvero una statua di scuola fidiaca in calcare con tecnica acrolitica, in cui si ravviserebbe la dea Demetra.

L’antiquarium dell’area archeologica di Halaesa Arconidea (foto regione siciliana)
Nel sito archeologico di Halaesa Arconidea (Tusa), all’Antiquarium di Milazzo, alle Terme Romane di Capo d’Orlando e alla Villa Romana di Patti Marina, orario diurno regolare con pagamento del biglietto. Orario serale dalle 20 alle 23 con biglietto di 1 euro. Il Parco territoriale archeologico Valle dell’Halaesa se pur istituito di recente, costituisce già un’attrattiva nota e apprezzata. Al museo Antiquarium di Alesa Arconidea di Tusa sono esposti reperti dell’area archeologica di Alesa, sculture, lapidari. Le terme di Capo d’Orlando quasi certamente erano annesse ad una villa del territorio di Agathirnum. Costituite da otto vani furono colpite da due eventi sismici che colpirono la Sicilia tra il IV e il V sec. d.C. Costruita agli inizi del IV sec. d.C. a seguito della demolizione di un precedente edificio risalente al II-III sec. d.C., a sua volta impiantato su strutture del II-I sec. a.C., la villa di Patti Marina, costituisce un interessante documento dell’assetto del territorio della Sicilia in epoca tardoantica, quando si realizzano, conseguentemente all’affermazione del latifondo, vasti complessi architettonici, che associano la funzione abitativa con quella produttiva.
Palermo. Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” aperto e visitabile in via straordinaria dalle 20 fino a mezzanotte (ultimo ingresso alle 23. Biglietto al costo di 1 euro). Possibilità di effettuare a pagamento le iniziative organizzate da CoopCulture: alle 19.30 visita gioco e laboratorio didattico per bimbi dai 5 ai 10 anni alla scoperta del museo più antico della Sicilia. Un’opportunità per apprendere in maniera divertente la ricca storia del Salinas e delle sue collezioni. Ore 21:15 e ore 22:15 – Percorso didattico per adulti che affronta il tema dell’importanza delle operazioni di conservazione, restauro, riuso e recupero di materiali.
Ragusa. Museo Archeologico regionale di Kamarina. Apertura antimeridiana dalle 9 alle 13.30 e dalle 15 alle 18.30 con pagamento del biglietto di ingresso. Apertura serale dalle 19 alle 22 con biglietto ad 1 euro. Il sito archeologico di Kamarina, fra i più importanti della Sicilia, costituisce un prezioso patrimonio di archeologia terrestre e sottomarina. Kamarina, il cui nome secondo Strabone significa “Abitata dopo molta fatica”, fu un’importante colonia di Siracusa, costruita alla foce del fiume Ippari in Provincia di Ragusa.
Siracusa. Museo “Paolo Orsi” (24 e 25 apertura dalle 19 alle 22. Biglietto 1 euro). Museo Archeologico di Palazzo Cappellani a Palazzolo Acreide. Apertura dalle 19 alle 22. Alle 19 e alle 20.30 visite guidate ad opera dell’associazione Meraki. Area Archeologica di Akrai. Alle 10.30 visita guidata ad opera dell’Associazione Meraki.

La Casa del Navarca a Segesta (foto parco segesta)
Trapani. Parco archeologico di Segesta. Apertura diurna del Parco con regolare biglietto di ingresso. “Vivere da Segestani come Eraclio – visita alla casa del Navarca”. Visita dell’area archeologica a piedi, dalla biglietteria fino alla casa del navarca, lussuosa abitazione romana risalente al I sec. a.C. appartenuta al Navarca Eraclio, personaggio storico del quale parla Cicerone nelle Verrine. Ingresso serale al Parco gratuito. Visita alle 10 organizzata da CoopCulture a pagamento. “Segesta sotto le stelle”. 24 e 25 settembre alle 21 e 22.15 visita notturna guidata al Tempio di Segesta con archeologo al prezzo ridotto di 1 euro.

I templi di Selinunte illuminati per le visite serali (foto regione siciliana)
Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria – aderisce il 24 settembre all’apertura straordinaria serale del sito al prezzo simbolico di 1 euro e propone due esperienze didattiche per famiglie e bambini, tra racconti di archeologi e giochi che hanno come tema il rispetto dell’ambiente.

La nave punica esposta al museo Archeologico regionale Lilibeo-Marsala
Parco Archeologico Lilibeo-Marsala. Il museo di Baglio Anselmi e il parco Lilibeo propongono il 24 e 25 visite a cantiere aperto agli scavi condotti dall’università di Ginevra con biglietto di ingresso durante le ore diurne (10-12 e 16-18). Sabato dalle 21 alle 24 apertura serale straordinaria di Baglio Anselmi con biglietto a 1 euro.
Palermo. Presentata la nuova guida del museo Archeologico regionale “A. Salinas” edita da Skira e curata dalla direttrice Caterina Greco

La copertina della nuova guida del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo (edizioni Skira)
Al museo Archeologico regionale “A. Salinas” è stata presentata la nuova Guida alle collezioni del Salinas, curata dalla direttrice Caterina Greco ed edita da Skira. La guida è un viaggio all’interno del più antico museo della Sicilia, istituito nel 1820 come museo dell’università di Palermo. Con un’impronta collezionistica tipicamente settecentesca, il museo fu realizzato grazie alle donazioni di alcuni nobili palermitani, primo fra tutti Giuseppe Emanuele Ventimiglia principe di Belmonte, che affidò all’ex convento dei Padri Filippini la sua collezione di quadri, disegni e stampe. La guida sarà uno strumento indispensabile per scoprire nei dettagli uno dei musei più interessanti della Sicilia che annovera nelle sue collezioni pezzi straordinari, come la Pietra di Palermo o le gronde leonine del tempio della Vittoria di Himera e la grande maschera gorgonica del tempio C di Selinunte o ancora la scultura acefala di Athena proveniente dall’Area del Partenone e concessa dal Museo dell’Acropoli di Atene. La nuova guida è già disponibile nel bookshop del Museo.
Dopo il “Salinas” di Palermo anche l’Etrusco di Bugliano (Calcinaia, Pi) restituirà un prezioso frammento del Partenone, giunto in Toscana nel 1817, e di cui poi si era persa memoria. Nizzo: “Speriamo l’esempio possa contribuire alla restituzione del nucleo ben più corposo custodito al British Museum”

Il frammento dal fregio del Partenone giunto in Toscana nel 1817 e conservato al museo civico Etrusco di Bugliano (Calcinaia, Pi) (foto MuCEB)
“Il museo restituirà ad Atene un frammento del Partenone” Ad annunciarlo è lo stesso direttore Valentino Nizzo sulla sua pagina Fb. Ma non parliamo del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ma del museo civico Etrusco di Bugliano nel Comune di Calcinaia (Pi) di cui Nizzo è direttore dal 2020. “Spinto dell’esempio virtuoso del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo”, scrive Nizzo, “anche il comune di Bugliano restituirà al Museo dell’acropoli di Atene un prezioso frammento del Partenone custodito dal 1865 in quello che sarebbe poi diventato nel secolo seguente il celebre museo civico Etrusco di Bugliano”. Il direttore è riuscito finalmente a convincere il sindaco dopo anni di trattative. Sindaco e direttore confidano che l’esempio dato dal MuCEB possa contribuire a favorire la restituzione del nucleo ben più corposo gelosamente custodito dal British Museum.

La lastra del fregio del Partenone senza il frammento conservato a Bugliano (Calcinaia, Pi) (foto MuCEB)
“Il prezioso reperto – ricorda – era giunto in Toscana nel 1817 per circostanze fortuite. Un antiquario francese Pipin de la Chapelle per contrasti economici con Lord Elgin aveva trattenuto con sé il raro frammento sottratto a una delle metope raffiguranti la lotta tra lapiti e centauri. Giunto a Firenze con il proposito di venderlo al granduca di Toscana, di passaggio da Bugliano era stato raggirato da Leopolda Filibui, che era riuscita a sottrarlo al malcapitato facendo leva sulle sue ben note grazie dopo una serata allegra trascorsa alla locanda del Papero offeso. Passato di mano in mano, mano a mano si perse la cognizione della sua originaria prestigiosa provenienza, accertata solo di recente grazie ad approfondite ricerche archivistiche e ad analisi al microscopio al poliuretano che hanno accertato l’identità del marmo con quelli utilizzati per il celebre tempio ateniese”.
Il Reperto Fagan, frammento del fregio del Partenone, resterà per sempre in Grecia: la Regione Siciliana ha detto sì. Manca solo il sì formale del Mic. Il grazie del Governo ellenico. La Sicilia fa così da apripista al ritorno in Grecia dei reperti del fregio del Partenone

La posizione del “reperto Fagan” nel blocco Vi del fregio orientale del Partenone (foto museo acropoli atene)
Il frammento del Partenone proveniente da Palermo resterà per sempre in Grecia. La Regione Siciliana ha già detto sì. Ora manca solo quello del ministero della Cultura. E il cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento della lastra appartenente al fregio orientale del Partenone che raffigura il piede di Artemide (Dea della Caccia) seduta in trono non tornerà più in Sicilia. Il governo della Regione Siciliana, infatti, con delibera di Giunta, ha dato il proprio consenso alla cosiddetta “sdemanializzazione” del bene, cioè l’atto tecnico che si rendeva necessario per la restituzione definitiva del frammento, dopo avere incassato nelle settimane precedenti il via libera dell’Avvocatura Generale dello Stato alla procedura di “sdemanializzazione” da parte della Sicilia ai fini della restituzione alla Grecia e l’ok del ministero della Cultura sulla competenza della Regione Siciliana a procedere in tal senso. Si attende adesso solamente il “nulla osta” finale del Mic, che a questo punto potrebbe arrivare in tempi molto rapidi. La Sicilia fa, così, da apripista al ritorno in Grecia dei reperti del fregio del Partenone, dando il proprio contributo determinante al dibattito in corso da tempo a livello internazionale. Ad avviare il percorso al ministero della Cultura era stata proprio la Regione Siciliana che, su proposta dell’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, aveva inoltrato la richiesta al “Comitato per il recupero e la restituzione dei Beni Culturali” istituito presso lo stesso Ministero. Un atto fortemente voluto dallo stesso assessore Samonà, insieme al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, e condiviso con il ministro greco della Cultura e dello Sport, Lina Mendoni (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/01/07/accordo-storico-tra-il-museo-dellacropoli-di-atene-e-il-museo-archeologico-regionale-a-salinas-di-palermo-il-frammento-del-partenone-conservato-in-sicilia-il-rep/).

Il “reperto Fagan” nella Sala del Partenone nel nuovo museo dell’Acropoli di Atene (foto museo acropoli atene)
Il reperto archeologico, giunto all’inizio del XIX secolo nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze non del tutto chiarite, alla morte di questi fu lasciato in eredità alla moglie che, successivamente, lo vendette tra il 1818 e il 1820 al Regio Museo dell’università di Palermo, di cui il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” è l’odierno epigono. Dallo 10 gennaio 2022, il frammento si trova già al Museo dell’Acropoli di Atene, dove nel corso di una cerimonia, a cui ha preso parte il Premier greco Kyriakos Mitsotakis, è stato ricongiunto al fregio originale da cui era stato asportato.

Le autorità intervenute alla consegna ufficiale del “Reperto Fagan”: da sinistra, il direttore del museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis; il primo ministro della Repubblica Greca Kyriakos Mitsotakis; l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà; la direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, Caterina Greco; la ministra della Cultura Lina Mendoni (foto museo acropoli atene)
Il ritorno ad Atene è stato possibile in base all’accordo, nato dalla proficua interlocuzione fra il Governo siciliano – con l’assessore Samonà – e il Governo di Atene – con il ministro Mendoni – siglato nei mesi scorsi dal museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, e dal museo dell’Acropoli di Atene, diretto da Nikolaos Stampolidis, ai sensi dell’articolo 67 del nostro Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che prevede il trasferimento pluriennale e lo scambio di reperti archeologici tra le due istituzioni museali. In base all’accordo, infatti, a febbraio 2022 da Atene è arrivata a Palermo un’importante statua acefala della dea Atena, databile alla fine del V secolo a.C., che ha già riscosso notevole successo di visitatori e che resterà esposta al museo Salinas per quattro anni; al termine di questo periodo, giungerà un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII secolo a.C. che potrà essere ammirata per altri quattro anni nelle sale espositive del museo Archeologico regionale. L’intesa, suggellata proprio a febbraio nel capoluogo siciliano alla presenza del ministro della Repubblica Greca, Lina Mendoni e del sottosegretario alla Cultura, senatrice Lucia Borgonzoni, prevede anche l’organizzazione di mostre e altre iniziative in comune che saranno realizzate in collaborazione fra la Sicilia e la Grecia su temi d’interesse culturale di respiro internazionale (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/01/07/accordo-storico-tra-il-museo-dellacropoli-di-atene-e-il-museo-archeologico-regionale-a-salinas-di-palermo-il-frammento-del-partenone-conservato-in-sicilia-il-rep/).

Alberto Samonà, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, accanto al “Reperto Fagan” al museo Salinas (foto museo salinas)
“La restituzione definitiva del frammento del Partenone”, sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, “è la conferma di quel sentimento di fratellanza culturale che lega Sicilia e Grecia, due terre unite dalle comuni radici mediterranee e da antichissimi e profondi legami. Con il presidente Musumeci abbiamo condiviso questo importante gesto, nella consapevolezza che proprio sulla Cultura si debbano fondare nuove relazioni tra Paesi che intendono puntare sul proprio patrimonio culturale per costruire un futuro stabile. Come ho detto anche a gennaio ad Atene, abbiamo posto le basi per la nascita di una Europa della Cultura, fondata su valori antichi e universali: in un’epoca di guerre e incertezze, siamo fortemente convinti che proprio dalla Cultura possa arrivare quel messaggio di pace che unisca i popoli su principi comuni e su una visione di futuro di cui c’è fortemente bisogno. Vorrei ringraziare il ministero della Cultura, che ha condiviso questo percorso fin dal primo momento, non facendo mai mancare il proprio sostegno e, in particolare, il sottosegretario Borgonzoni che, anche per il suo ruolo relativo alle materie Unesco, ha offerto alla Sicilia il supporto necessario”.

L’archeologa Lina G. Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Grecia
“La procedura seguita dal governo regionale della Sicilia e dal ministero della Cultura della Repubblica Italiana per il rimpatrio definitivo ad Atene del Frammento Fagan”, osserva la ministra della Cultura e dello Sport dello Stato Ellenico, Lina Mendoni, “mostrano chiaramente e moralmente quale sia la strada da seguire per il ritorno delle sculture del Partenone ad Atene. La riunificazione delle sculture di Fidia costituisce un obbligo morale per l’Europa, nel contesto della tutela del suo comune patrimonio culturale, della Democrazia, della prosperità dei suoi popoli. Viviamo in un’epoca di grandi sfide, di sfide costanti e di conquiste. Oggi investire nei valori e nei principi dell’Umanesimo è diventato più che mai necessario. Siamo grati al governo regionale della Sicilia e al suo presidente Nello Musumeci e soprattutto all’assessore regionale per i Beni culturali e per l’Identità siciliana Alberto Samonà per la loro iniziativa e per la loro generosità. Il ministro della Cultura della Repubblica Italiana Dario Franceschini e il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni hanno sostenuto con forza la richiesta della Sicilia. Li ringrazio calorosamente. La volontà politica espressa conferma i lunghi legami di pertinenza culturale e di reale riconoscimento della nostra comune identità mediterranea”.
Palermo. Per gli incontri del mese al museo Archeologico regionale “A. Salinas” presentazione del libro “La Sicilia archeologica di Tommaso Fazello” di Ferdinando Maurici, direttore della soprintendenza del Mare
Questo mese nell’Agorà del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, per il ciclo di appuntamenti con studiosi ed esperti di varie discipline organizzati dal Salinas, Ferdinando Maurici della Soprintendenza del Mare parlerà di Tommaso Fazello, considerato uno dei padri fondatori della topografia storica e dell’archeologia. Al domenicano originario di Sciacca e al suo paziente e tenace lavoro di ricerca si deve infatti l’identificazione di numerose città antiche della Sicilia che ha permesso di dare un volto alla carta, fino ad allora pressoché vuota, della Sicilia antica. Il suo De rebus siculis decades duæ, inoltre, è stato e rimane uno strumento quotidiano di lavoro per chiunque studi la Sicilia antica, e non solo: la prima decade può essere considerata anche il primo grande libro di viaggio in Sicilia, la prima opera che – dal Grand Tour all’odierno turismo di massa – ha guidato per secoli generazioni di visitatori. Appuntamento dunque al museo “Salinas” di Palermo mercoledì 18 maggio 2022, alle 17.30, per la presentazione del libro di Ferdinando Maurici “La Sicilia archeologica di Tommaso Fazello”. Dialogheranno con l’autore Caterina Greco, direttrice del Salinas, e Aurelio Burgio dell’università di Palermo. Ingresso libero da piazza Oivella con mascherina FFP2, fino a esaurimento dei posti disponibili.

Copertina del libro “La Sicilia archeologica di Tommaso Fazello”
La Sicilia archeologica di Tommaso Fazello. Tommaso Fazello (Sciacca, 1498 – Palermo, 1570) percorse la sua terra descrivendone attentamente le rovine – che egli definì cadavera – e riuscì a individuare e a identificare correttamente la maggior parte delle principali località archeologiche mettendo sullo stesso piano le città antiche, i monumenti della Sicilia greca e poi romana e persino alcuni siti medievali. Al di là di qualche errore e alcune approssimazioni quasi inevitabili, la grandezza di Fazello sta anche nell’impegno profuso nella salvaguardia e nella difesa del patrimonio culturale. Ferdinando Maurici ci accompagna così in questo viaggio, attraverso un ideale colloquio tra passato e presente.

Ferdinando Maurici è il nuovo soprintendente del Mare della Regione Siciliana
Ferdinando Maurici è direttore della Soprintendenza del Mare, è stato direttore del Parco archeologico di Monte Iato, del Museo Interdisciplinare di Terrasini, della Fototeca del Centro Regionale Inventario e Catalogazione e delle sezioni archivistica e bibliografica della Soprintendenza di Trapani. Specializzato in Archeologia Cristiana e Medievale, ha al suo attivo oltre trecento pubblicazioni e diverse docenze universitarie, dottorati di ricerca, oltre a diverse attività di coordinamento e ricerca per conto della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. In particolare, come dirigente per i beni archeologici della Soprintendenza del Mare – nata nel 2004 dall’intuizione e dalla volontà di Sebastiano Tusa – ha seguito le prospezioni in alto fondale nell’isola di Ustica con la scoperta di un relitto di epoca romana; le indagini di archeologia subacquea in alto fondale nel mare delle Isole Egadi a bordo della nave oceanografica Hercules della RPM Nautical Foundation, che hanno portato lo scorso anno alla scoperta di due nuovi rostri e di un relitto tardoantico-bizantino. Sempre per la Soprintendenza del Mare, ha collaborato all’individuazione di un nuovo possibile itinerario sommerso a Marettimo. E ancora, ha collaborato nell’estate del 2021 con i subacquei altofondalisti della SDSS nel recupero di altri rostri nello specchio di mare della battaglia delle Egadi del 241 a.C.; ha coordinato le attività svolte in collaborazione con la Bayerische Gesellschaft für Unterwassearchäologie (Società Bavarese per l’Archeologia Subacquea) a Mozia e Eraclea Minoa. È co-progettista dei lavori di scavo e indagine preliminare del relitto romano denominato “Marausa 2”.
Sicilia. Grandi numeri per la Notte europea dei Musei: oltre 10mila i visitatori nei musei e nei parchi archeologici della Regione Siciliana. In testa il museo Archeologico A. Salinas di Palermo

In coda per entrare al museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, il più visitato in Sicilia nella Notte europea dei Musei (foto regione siciliana)
Sono stati oltre diecimila i visitatori che hanno trascorso la serata del 14 maggio 2022 nei musei e nei parchi archeologici della Regione Siciliana, aperti al pubblico nell’ambito della “Notte Europea dei Musei”, con l’ingresso al prezzo simbolico di un euro. Uno straordinario successo che conferma il crescente interesse dei siciliani, e non solo loro, verso i luoghi della cultura. Iniziative come la Notte Europea dei Musei o gli ingressi gratuiti nella prima domenica del mese sono occasioni che spingono verso una sempre maggiore sensibilizzazione all’arte e alla cultura, incentivando soprattutto le famiglie alla visita nei Musei e nei parchi archeologici della Sicilia. Stimolare e potenziare la conoscenza dei luoghi della cultura è importante per educare alla bellezza e alla riappropriazione della propria storia, di cui il patrimonio culturale è espressione tangibile.

Visitatori al museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento nella Notte dei Musei (foto regione siciliana)
Grandi numeri, quindi, che vedono svettare il museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo con 1739 ingressi, seguito dall’Ipogeo di piazza Duomo a Siracusa con 1.446, dal museo interdisciplinare di Messina con 1170 e dal Palazzo Mirto a Palermo con 1109. Il museo d’Arte moderna e contemporanea di “Palazzo Riso” ha registrato 800 ingressi, 594 al Castello Maniace di Siracusa, 584 alla galleria regionale di Palazzo Abatellis, 563 all’area archeologica di Selinunte, 526 al Teatro Antico di Taormina, 400, sempre a Siracusa, alla galleria regionale di Palazzo Bellomo, 340 al museo Archeologico Pietro Griffo di Agrigento.

Visitatori al museo del Satiro danzante di Mazara del Vallo nella Notte dei Musei (foto regione siciliana)
L’area archeologica di Segesta si è attestata a 251 visitatori, mentre il museo del Satiro di Mazara del Vallo ha fatto registrare 220 presenze. Nell’area archeologica di Monte San Basilio (San Mauro) all’interno del Parco di Leontinoi sono stati registrati 190 ingressi e 189 alla Villa Romana del Casale. Sono stati 120 i visitatori che hanno girato le sale del museo Archeologico eoliano “Bernabo’ Brea” e altrettanti quelli che si sono recati a visitare il Convento della Croce di Scicli. Diverse decine di visitatori anche al museo Archeologico di Centuripe, a Palazzo Trigona Museo del territorio e della città di Piazza Armerina, nell’area archeologica e Antiquarium di Tindari, al museo di Adrano e alle Mura Dionigiane, nel museo Archeologico di Giardini Naxos, alla Villa Romana di Patti, al museo Archeologico di Aidone, a Palazzo Cappellani di Palazzolo Acreide, nell’area archeololgica di Halaesa Arconidea e al museo della Ceramica di Caltagirone e negli altri siti aperti per l’occasione.
“Gli Argenti di Morgantina potranno restare in Sicilia”: l’assessore regionale Alberto Samonà annuncia di aver ricevuto una lettera del direttore del Met dove spiega che ritiene “obsoleto” l’accordo del 2006 e che sia meglio sospendere questo scambio per la fragilità dei reperti, e auspica una rinnovata collaborazione tra il Metropolitan e il “Salinas” di Palermo


Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana
Gli Argenti di Morgantina potranno restare in Sicilia. Il Metropolitan Museum di New York, infatti, ha fatto sapere di non volere indietro i preziosi reperti che ogni quattro anni, in base a un accordo del 2006, venivano trasferiti da Aidone al museo newyorkese. Lo annuncia Alberto Samonà, assessore regionale alla Cultura e all’identità siciliana: “Ho ricevuto una lettera dal direttore del Metropolitan Museum, Max Hollein, nella quale definisce “obsoleto l’accordo del 2006”, aderendo, in pratica, alla richiesta che avevamo avanzato anche di recente, di far restare gli Argenti nel museo Archeologico di Aidone, in cui sono esposti”. E continua: “Nella lettera indirizzatami, Max Hollein scrive di ritenere che sia meglio sospendere questo scambio, vista anche l’importanza degli Argenti per il Museo nel quale sono ospitati e per la fragilità degli stessi. Aspetti, questi, che avevamo evidenziato lo scorso mese di gennaio in una nostra lettera inviata al ministero della Cultura”. Il direttore del Met inoltre, nella nota, si è detto disponibile a una modifica dell’accordo, che passi da una rinnovata partnership che coinvolga il Metropolitan e il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, finalizzata a sancire una collaborazione fra le due istituzioni “attraverso prestiti che possano far conoscere ai visitatori del Museo statunitense la ricchezza del patrimonio culturale siciliano”. Molto positivo il commento dell’assessore regionale: “Accolgo con grande soddisfazione la lettera del direttore del Metropolitan Museum di New York che viene incontro alle richieste del Governo regionale, tenendo conto delle mutate condizioni storiche e riconoscendo la legittima esigenza del museo di Aidone a mantenere gli Argenti di Morgantina. Una disponibilità per cui ringrazio il direttore Max Hollein e in virtù della quale si gettano le basi per una prestigiosa collaborazione scientifica e culturale fra il Met e il nostro museo Salinas. Ritengo, infatti, che la politica degli scambi culturali, che sta già dando effetti molto positivi con la Grecia e i suoi musei, sia la grande opportunità dei prossimi anni, per valorizzare al meglio il nostro patrimonio culturale e dar vita a iniziative comuni, in grado di garantire una vetrina di vasta risonanza internazionale alla Sicilia e ai nostri musei e parchi archeologici”.
Palermo. Al via i lavori per il nuovo allestimento del primo e secondo piano del museo Archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo, il più antico della Sicilia


Il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo
Partono i lavori per il nuovo allestimento del primo e secondo piano del museo Archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, che consentiranno di completare e rendere fruibile l’intero percorso espositivo. Lo annuncia Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Le opere, aggiudicate all’impresa REPIN s.r.l. di Acicatena per un importo di € 1.357.515,93, saranno realizzate nell’arco di un anno. A dirigere i lavori sarà Eliana Mauro, dirigente dell’Unità Operativa ricerche, restauri e valorizzazione del museo Salinas. Nel periodo dei lavori Il museo resterà aperto al pubblico.

Il nuovo allestimento, secondo il progetto elaborato dall’architetto Stefano Biondo, racconterà la storia del Museo, il più antico della Sicilia, a partire dal primo piano dove si potrà conoscere il percorso che ha portato alla nascita del Salinas, a partire dal Regio Museo dell’Università istituito nel 1820 e fino al primo museo nazionale della Sicilia riconosciuto dopo l’Unità d’Italia; un periodo di estremo interesse che intercetta sia le politiche di tutela e conservazione di epoca borbonica, sia i fermenti nazionali che animarono la costruzione risorgimentale dei nuovi musei pubblici italiani.

Il secondo piano sarà dedicato all’attività scientifica svolta nella Sicilia Occidentale nel ‘900 dalla Soprintendenza Archeologica di cui il museo fu, per quasi un secolo, parte integrante e ospiterà le collezioni preistoriche e protostoriche, i reperti provenienti dai vari siti indigeni e da quelli fenicio-punici, le testimonianze delle epoche bizantina e medievale, con una esposizione fondata sulla combinazione ragionata dei criteri topografici e cronologici.
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