Verona. Al museo di Storia naturale presentazione del libro “Il darwinista infedele. Lombroso e l’evoluzione” di Paolo Mazzarello, ultimo appuntamento dell’anno per il ciclo “La Biblioteca di Nemo. Dialoghi di storia e di scienza al museo di Storia naturale di Verona”, a cura di Massimo Saracino e Andrea Tenca
Giovedì 18 dicembre 2025, alle 17, nella sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo di Storia naturale di Verona, ultimo appuntamento dell’anno per il ciclo “La Biblioteca di Nemo. Dialoghi di storia e di scienza al museo di Storia naturale di Verona”, a cura di Massimo Saracino e Andrea Tenca, con la presentazione del libro “Il darwinista infedele. Lombroso e l’evoluzione” di Paolo Mazzarello (Hoepli editore). La “Biblioteca di Nemo” quest’anno si è aperta con la presentazione di un libro dedicato ad Achille Forti, naturalista di spicco e illustre mecenate veronese, e si chiude con un’altra figura veronese, fondamentale per la comprensione della sua epoca: il successo delle teorie lombrosiane, a dir poco contraddittorie e discutibili, racconta con straordinaria efficacia la fine dell’Ottocento e riconoscere il loro rapporto con la teoria darwiniana ci permette di comprendere le complesse relazioni tra scienza, società e ideologia. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. L’iniziativa è realizzata dai Musei Civici di Verona – Museo di Storia Naturale di Verona e Servizio Biblioteche Specialistiche e Archivi Storici dei Musei, in collaborazione con il Dipartimento di Culture e Civiltà dell’Università di Verona e con il patrocinio della Società Italiana di Storia della Scienza.
Il darwinista infedele. Lombroso e l’evoluzione. Una traduzione traditrice, un’opera capitale per la storia del pensiero e due protagonisti della scienza. L’opera in questione è l’Origine delle specie di Darwin. La traduzione è quella francese, apparsa nel 1862, di Clémence Royer, una filosofa liberale e progressista, che giunse nelle mani di un giovane Lombroso, medico militare in procinto di partecipare alla spedizione per la repressione del banditismo in Calabria. A contatto con un mondo aspro e selvaggio, lo scienziato fu tra i primi – se non il primo – ad applicare concretamente in Italia la teoria di Darwin allo studio della natura. Diventato docente a Pavia e poi a Torino, Lombroso non smise mai di utilizzare l’evoluzione come strumento cognitivo. Da una sorgente lontana scaturivano le gerarchie razziali, le popolazioni, i comportamenti abnormi e criminali, l’inferiorità mentale della donna. È su queste basi che Paolo Mazzarello rilegge la visione antropologica di Lombroso, offrendone un’interpretazione suggestiva e originale, che gli consente anche di gettare nuova luce sulla precoce diffusione in Europa delle teorie darwiniane.
Aosta. Al Mega Museo, per “Aostae 2025”, RICORDI DI SCAVO, giornata di studio in ricordo degli archeologi che hanno trasformato la loro passione in eredità culturale: Antonina Maria Cavallaro, Patrizia Framarin, Rosanna Mollo e Franco Mezzena. Ecco il programma
Per la rassegna Aostae 2025, che celebra i 2050 anni della fondazione di Augusta Praetoria, sabato 8 novembre 2025, dalle 9.30 alle 17, al Mega Museo – Area megalitica, RICORDI DI SCAVO, giornata di studio in ricordo degli archeologi che hanno trasformato la loro passione in eredità culturale. Attraverso la presentazione di studi scientifici e ricordi personali, verranno omaggiati Antonina Maria Cavallaro, Patrizia Framarin, Rosanna Mollo e Franco Mezzena, gli archeologi scomparsi che hanno fatto la storia della soprintendenza regionale e della ricerca archeologica non solo valdostana. I colleghi di una vita, che con loro hanno condiviso scavi, esperienze, studi, fatiche e successi, si riuniranno nel loro ricordo in una giornata di emozioni e memoria.

Quando non c’erano i droni: Franco Mezzena sulla scala per le foto sull’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta all’inizio degli anni Ottanta del Novecento (foto graziano tavan)
Programma. Alle 9.30, caffè di benvenuto; 10, saluti istituzionali; 10.30, L’ARCHEOLOGIA VALDOSTANA TRA PASSATO E FUTURO (sala Civica): tavola rotonda moderata da Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva. Interventi: “Percorrendo la via delle Gallie: gli studi sulla strada e i ponti romani di Bard” di Maria Clara Conti (già università di Torino) e Alessandra Armirotti (soprintendenza Regione Autonoma Valle d’Aosta); “Quattro interpreti dell’archeologia valdostana, tra impegno scientifico e civile” di Andrea Vanni Desideri (università di Firenze); “Une collaboration exemplaire de part et d’autre des Alpes” di François Wiblé (ancien archéologue cantonal du Valais – Suisse); “Incontri ravvicinati: maestri e compagne di viaggio” di Maria Cristina Ronc (già soprintendenza RAVA); “Rosanna Mollo e il grande progetto stratigrafico del foro” di Sandro Caranzano (Centro Studi Archeologici Herakles); “In ricordo di Rosanna Mollo, Antonina Maria Cavallaro, Patrizia Framarin e Franco Mezzena. I pionieri e i paladini dell’archeologia valdostana” di Gaetano De Gattis (già soprintendenza RAVA); “Dalla pietra all’acqua. Viaggio nella preistoria della Sardegna” di Giorgio Murru (Museo di Laconi – Or); “Un magistero in levare” di Stefano Mammini, (archeologo e giornalista); “Quarant’anni di archeologia, scienza, passione e persone” di Lorenzo Appolonia, (già soprintendenza RAVA); “La fotografia per la promozione della conoscenza dei beni archeologici” di Nicola Castangia (fotografo e libero professionista); “Non citra nec ultra: un’archeologia di frontiera” di Paolo Güll (università del Salento); “Francesco Zorzi e Franco Mezzena tra scavi e scoperte al servizio del Museo di Storia Naturale di Verona” di Massimo Saracino (Musei civici di Verona); 13.30, pausa pranzo; 15, IN RICORDO DEGLI ARCHEOLOGI: dialogo condotto da Alessandra Armirotti, Gianfranco Zidda e Marcello Mezzena. Intervengono i colleghi di una vita: Lorenzo Appolonia, Giorgio Avati, Laura Berriat, Laura Caserta, Elisabetta Corni, Alda Dal Santo, Luciano David, Battista De Gattis, Gaetano De Gattis, Cristina De La Pierre, Roberto Domaine, Nathalie Dufour, Luciano Finessi, Enrichetta Jorioz, Dante Marquet, Francesca Martinet, René Monjoie, Sandra Moschella, Corrado Pedelì, Renato Perinetti, Enrico Peyrot, Sara Pinacoli, Tonino Sergi, Chantal Trèves, Massimo Vantini; 17, momento conviviale.
Verona. Al museo di Storia naturale presentazione del libro “Storia naturale del viaggio di Marco Polo in Oriente” di Francesco Mezzalira, quarto incontro del ciclo “La Biblioteca di Nemo. Dialoghi di storia e di scienza al museo di Storia naturale di Verona”
Giovedì 25 settembre 2025, alle ore 17, nella sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo di Storia naturale di Verona, col quarto appuntamento, riprendono dopo la pausa estiva gli incontri del ciclo “La Biblioteca di Nemo. Dialoghi di storia e di scienza al museo di Storia naturale di Verona” con la presentazione del libro “Storia naturale del viaggio di Marco Polo in Oriente” di Francesco Mezzalira (TGBook 2024). L’autore discuterà assieme a Luca Ciancio (università di Verona) e a Leonardo Latella (musei civici di Verona) in merito alle interessanti e talvolta bizzarre vicende zoologiche e botaniche che il celebre viaggiatore veneziano ebbe modo di vivere durante il suo viaggio e di raccontare nel Milione. Il racconto del viaggio di Marco Polo in Oriente come documento della flora e della fauna dell’Asia nel XIII secolo. Il libro propone un nuovo, originale e accurato studio botanico e zoologico complessivo del Milione con una proposta critica di identificazione delle specie di piante e animali descritte in una delle opere più interessanti e ricche di fascino della letteratura medioevale. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. L’iniziativa realizzata dai Musei civici di Verona – museo di Storia naturale di Verona e Servizio Biblioteche specialistiche e Archivi storici dei Musei, in collaborazione con il dipartimento di Culture e Civiltà dell’università di Verona e con il patrocinio della Società italiana di Storia della Scienza.
Verona. Al museo Lapidario Maffeiano il reading di Abel Ferrara delle poesie di Gabriele Tinti “Canti di pietra”: un’occasione unica per poter approfondire la conoscenza delle iscrizioni e rilievi latini del Museo
Sabato 13 settembre 2025, alle 19, il museo Lapidario Maffeiano di Verona (POSTI DISPONIBILI ESAURITI) ospita, nel suo suggestivo cortile, il reading di Abel Ferrara delle poesie di Gabriele Tinti “Canti di pietra”: un’occasione unica per poter approfondire la conoscenza delle iscrizioni e rilievi latini del Museo e, più in generale, del mondo dell’epigrafia antica. Proprio con questo spirito, le poesie di Tinti raccoglieranno le suggestioni delle parole di pietra, delle epigrafi romane del Museo Maffeiano, restituendo lo scandalo della morte, il dolore dei vivi, quel “mai più”, quell’“alzati! Alzati!” cui alcun morto potrà mai rispondere. Dallo smarrimento della mancata risposta, dal timor mortis, dall’irrimediabile assenza, nacquero infatti i threnoi, i canti funebri, il planctus, la lamentazione così come l’ictus delle iscrizioni su pietra, tutti linguaggi attraverso i quali gli antichi di ogni parte del mondo affidavano la propria resistenza alla morte, la volontà di conservazione della vita umana nel tempo. La proposta rientra nel progetto complessivo dello scrittore Tinti, centrato sui capolavori dell’arte. Progetto che ha visti coinvolti negli ultimi anni alcuni importanti attori (tra i quali Willem Dafoe, Kevin Spacey, Malcolm McDowell, Abel Ferrara) e alcuni dei maggiori Musei al mondo come sono il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e di Palazzo Altemps, la Gliptoteca di Monaco i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli, il Parco Archeologico del Colosseo e molti altri ancora. L’evento si avvale dell’Hospitality Partner – Vista Hotel.
Il visitatore medio passa soltanto dai quindici ai trenta secondi di fronte ad un’opera d’arte. Questo progetto rappresenta un’occasione unica per entrare in una differente relazione e conoscenza con il mondo antico. Abel Ferrara – regista e attore noto per le sue storie drammatiche, di travaglio interiore – darà voce alle epigrafi antiche in un gesto di evocazione e ascolto, restituendo loro la forza originaria. Un incontro attraverso il quale la parola incisa torna viva, un reading che intende rendere presente ciò che sembrava perduto. L’iniziativa rientra nella serie di scrittura ecfrastica che è il frutto del culto delle immagini dello scrittore e poeta Gabriele Tinti, recentemente celebrato dal Times e dal Guardian, che da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte e ai luoghi del mito. Le letture hanno l’obiettivo di riattivare l’aura dell’arte del passato attraverso la composizione poetica e l’interpretazione, in questo caso, di una personalità importante com’è Abel Ferrara.
Gabriele Tinti è un poeta, traduttore e critico d’arte italiano. Ha scritto ispirandosi ad alcuni capolavori dell’arte antica collaborando con Istituzioni come il Museo Archeologico di Napoli, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Museo dell’Ara Pacis, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Metropolitan di New York, il LACMA di Los Angeles, il Parco archeologico del Colosseo e la Glyptothek di Monaco. Le sue poesie sono state lette da attori come Willem Dafoe, Kevin Spacey e Abel Ferrara. Nel 2016 ha pubblicato “Last words” (Skira Rizzoli) in collaborazione con l’artista americano Andres Serrano. Nel 2020 è uscita la sua raccolta di poesie in collaborazione con l’artista Roger Ballen per i tipi di Powerhouse Books (New York). Nel 2021, 24 Ore Culture ha raccolto in un volume per i tipi di Libri Scheiwiller (Milano) il progetto “Rovine”. L’edizione inglese è uscita in contemporanea a cura dell’editore Eris Press (Londra / New York). Nel 2022 la sua raccolta di poesie “Sanguinamenti” è stata pubblicata da La Nave di Teseo (Milano) e – nel 2023 – da Contra Mundum Press (New York). Nel 2023 è uscita “Confessions” (Eris Press, Londra/ New York), una raccolta di poesie in lingua inglese con i disegni inediti di Andres Serrano e nel 2024 “Hungry Ghosts” (Eris Press, Londra/New York).
Abel Ferrara è uno degli artisti contemporanei più controversi e apprezzati. Nato a New York, nel Bronx, il 19 luglio 1951, ha diretto il suo primo Super 8 da ragazzo per poi collaborare con gli sceneggiatori Nicholas St. John e John McIntyre. A cavallo degli anni ’70 e ’80 ha iniziato a dirigere i suoi primi film, The Driller Killer (1979) e L’angelo della vendetta (1981). Negli anni ’90 i suoi successi internazionali comprendono King of New York (1990), Il cattivo tenente (1992), Ultracorpi – L’invasione continua (1993), The Addiction (1995) e Fratelli (1996). Il cattivo tenente, con Harvey Keitel, è stato presentato al Festival di Cannes nel 1992 in ‘Un Certain Regard’. L’anno dopo Ferrara è ritornato a Cannes con Ultracorpi – L’invasione continua. The Addiction, con Christopher Walken, è stato selezionato alla Berlinale nel 1995, mentre Fratelli, con Benicio Del Toro, Christopher Walken e Isabella Rossellini, ha vinto due premi alla Mostra di Venezia nel 1996. Mary, con Juliette Binoche, Forest Whitaker e Heather Graham, ha vinto quattro premi a Venezia nel 2005. Nel 2011 Ferrara ha ottenuto il ‘Pardo d’onore’ a Locarno. Gli anni 2010 hanno segnato la collaborazione di Ferrara con Willem Dafoe, che ha interpretato 4:44 L’ultimo giorno sulla Terra (2012), presentato a Venezia, Pasolini (2014), pure presentato a Venezia, Alive in France (2017), presentato a Cannes alla Quinzaine, Tommaso (2019) e Siberia, proiettato all’ultima Berlinale. Recentemente è stato premiato con il “Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker” della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. Diventato virale il suo ultimo film su “Padre Pio” con Shia LaBeouf che recupera i temi cristiani cari all’artista.
Verona. Al giro di boa della terza campagna di scavo alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro, all’interno del cortile di Castelvecchio, i Musei civici organizzano quattro turni di visite guidate gratuite condotte dagli archeologi
A poco più di tre settimane dall’inizio dello scavo (12 maggio 2025) alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro, all’interno del cortile di Castelvecchio a Verona, e quando la campagna di sei settimane è al giro di boa, i Musei Civici di Verona organizzano quattro turni di visite guidate gratuite condotte dagli archeologi impegnati nelle attività di scavo: appuntamento il 5 giugno 2025, ore 16; il 10 giugno 2025, ore 10; il 19 giugno 2025, ore 16; il 24 giugno 2025, ore 10. Prenotazione obbligatoria alla Segreteria didattica dei Musei Civici alla mail segreteriadidattica@comune.verona.it, o ai numeri +39 045 8036353 – +39 045 597140 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, il sabato dalle 9 alle 13.

Castelvecchio di Verona: scavo alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro. Fasi della terza campagna 2025 (foto i-muv)
La campagna 2025 alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro prevede l’apertura della nuova area per indagare la navata centrale della chiesa di S. Martino in Aquaro e la riapertura e pulizia del settore già indagato nel 2023, per proseguire in estensione l’indagine stratigrafica. L’obiettivo è aprire l’area della navata centrale della chiesa, probabilmente coincidente con la prima chiesa altomedievale, e di riuscire a chiarire cosa vi fosse nel luogo dove sorse l’unica chiesa di Verona dedicata a San Martino, santo caro ai Franchi, a Carlo Magno e a suo figlio Pipino che fu spesso presente a Verona. Il progetto, avviato nel 2023 e della durata di tre anni, intende portare nuovamente alla luce il sito e i resti archeologici della chiesa di San Martino in Aquaro per approfondire lo studio e la valorizzazione del sito, proponendo alla cittadinanza e ai visitatori l’esperienza del cantiere aperto.

L’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Primi risultati e prospettive dell’indagine archeologica di San Martino in Aquaro a Castelvecchio. Gli scavi nel cortile del museo di Castelvecchio sono iniziati nell’autunno 2023. Il progetto vede la collaborazione dei Musei civici di Verona, del dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona, della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza e del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano e intende approfondire lo studio e la valorizzazione del sito e i resti archeologici della chiesa di San Martino in Aquaro. L’edificio religioso, attestato già tra VIII e IX secolo, proseguì la sua funzione anche dopo essere stato inglobato all’interno del recinto difensivo scaligero, trasformandosi in cappella castrense, fino alla completa distruzione avvenuta nel corso dell’ammodernamento del complesso dei primi anni dell’Ottocento.

Planimetria di Castelvecchio a Verona con tratteggiata la chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo (foto archivio carlo scarpa – castelvecchio)
Obiettivo della ricerca è anche quello di approfondire la conoscenza del contesto urbano nel quale l’edificio insisteva, mettendo in relazione le nuove acquisizioni di scavo con i ritrovamenti di età romana, alto medievale e scaligera venuti alla luce nella zona, per chiarire la storia e l’evoluzione di uno snodo di fondamentale importanza del tessuto urbano cittadino. Il sito venne superficialmente indagato negli anni Sessanta del Novecento, quando una campagna di scavo rintracciò parte del perimetro dell’edificio, nel quale erano reimpiegati numerosi elementi di età romana ancora conservati in situ. Nonostante Carlo Scarpa avesse cominciato a ragionare sulla valorizzazione dei resti archeologici, questi vennero per la maggior parte interrati, e l’area rimase di fatto uno spazio non del tutto risolto all’interno del limpido disegno del cortile elaborato dall’architetto veneziano.
Verona. Pasqua e Pasquetta al museo. Riapre l’Arena al pubblico. Aperture straordinarie per il lungo fine settimana
È tutto pronto ai Musei civici veronesi per accogliere in numerosi turisti e visitatori attesi in città nel prossimo lungo fine settimana pasquale. Ad attenderli una importante riapertura, dopo i molti cantieri per l’adeguamento alle cerimonie delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 (vedi Verona. Oggi ultimo giorno di visita dell’anfiteatro Arena. Poi chiude per un mese per i lavori di restauro in vista delle olimpiadi Milano-Cortina 2026 | archeologiavocidalpassato). Dal 19 aprile 2025, infatti, l’Anfiteatro Arena torna visitabile, con ingressi dalle 9 alle 19, da martedì a domenica, eccetto nelle giornate di spettacolo. Tutti i musei e monumenti civici saranno aperti per le festività pasquali, con l’apertura straordinaria di tutte le sedi lunedì 21 aprile 2025. Tutti gli spazi espositivi saranno aperti regolarmente anche venerdì 25 aprile e giovedì 1° maggio 2025, con i consueti orari.
Verona. Al museo di Storia Naturale presentazione del libro “Achille Forti. Botanica, fotografia e arte” di Claudia Addabbo, primo degli incontri “La Biblioteca di Nemo. Dialoghi di storia e di scienza al Museo di Storia Naturale di Verona” a cura di Massimo Saracino e Andrea Tenca

Con la presentazione del libro “Achille Forti. Botanica fotografia e arte” di Claudia Addabbo prendono il via giovedì 27 marzo 2025, alle 17, nella sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo di Storia naturale a Palazzo Pompei in lungadige Porta Vittoria 9 a Verona, gli incontri “La Biblioteca di Nemo. Dialoghi di storia e di scienza al Museo di Storia Naturale di Verona” realizzati dal museo di Storia naturale di Verona e dal Servizio Biblioteche specialistiche e Archivi storici dei Musei, in collaborazione con il dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona e con il patrocinio della Società italiana di Storia della Scienza. Un’occasione per presentare al pubblico testi di recente e recentissima pubblicazione scritti e curati da specialiste e specialisti i cui interessi di ricerca intrecciano i terreni di indagine del museo di Storia naturale, con un occhio di particolare riguardo per il taglio comunicativo, interdisciplinare e storicizzato del sapere scientifico. In programma, nel 2025, sette appuntamenti a cura di Massimo Saracino e Andrea Tenca. In un’ottica di disseminazione del sapere e di interdisciplinarietà all’interno di Musei, Archivi e Biblioteche come hubs culturali e punti di incontro per la cittadinanza, e nell’ambito delle attività in corso e relative allo sviluppo del progetto per la nuova sede di Biblioteche e Archivi presso la Palazzina di Comando dell’ex Arsenale, “La Biblioteca di Nemo” mette in contatto istituzioni museali e universitarie, autrici e autori di volumi relativi alle scienze naturali e alla loro storia, studiose e studiosi, non solo con lo scopo di far conoscere le opere presentate, ma anche di vivere il Museo come esperienza partecipativa a 360 gradi. Gli incontri si svolgono il giovedì pomeriggio, tra le 17 e le 18.30: in programma, nel 2025, sette appuntamenti. Ogni intervento, della durata di un’ora e mezza, sarà strutturato in maniera seminariale e discorsiva, con una breve presentazione dell’opera, un dialogo con uno o più discussants e uno spazio finale dedicato alle domande del pubblico.

Si comincia dunque 27 marzo 2025, alle 17, con la presentazione del libro “Achille Forti. Botanica, fotografia e arte” di Claudia Addabbo (ETS, 2024). Saluti istituzionali e presentazione della rassegna: Marta Ugolini, assessore a Cultura, Turismo, Rapporti con l’Unesco; Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici; Emanuela Gamberoni, dipartimento Culture e Civiltà università di Verona; Elena Canadelli, presidente Società Italiana di Storia della Scienza; Leonardo Latella, responsabile delle Collezioni naturalistiche del museo di Storia naturale di Verona; Fausta Piccoli, responsabile del Servizio Biblioteche e Archivi Storici e Fotografici dei Musei. Discutono con l’autrice Andrea Campalto (Musei Civici di Verona) e Gian Paolo Romagnani (Università di Verona).

Copertina del libro “Achille Forti. Botanica, fotografia e arte” di Claudia Addabbo (ETS)
Achille Forti. Botanica, fotografia e arte. Il libro racconta la figura e l’opera del botanico veronese Achille Forti attraverso un’ampia galleria di immagini, testi e oggetti d’arte e di scienza. Vissuto a Verona tra il 1878 e il 1937, si laureò nel 1900 in Scienze naturali all’università di Padova, studiando con alcuni grandi naturalisti del tempo, tra i quali Pier Andrea Saccardo, Caro Massalongo e Giovanni Battista De Toni. Dedicò la sua vita allo studio delle alghe, ma fu anche un mecenate appassionato di arte, storia e fotografia, al centro di una fitta rete di collaborazioni e scambi con studiose e studiosi del suo tempo. Legato a Verona e a Padova, Forti designò come erede universale la prima, lasciando all’università di Padova le sue collezioni botaniche e i suoi volumi e opuscoli relativi all’algologia e alle scienze naturali. Attraverso lo sguardo e l’attività di Achille Forti si delineano immagini e percorsi inediti della scienza e della cultura italiana, di scienza tra Otto e Novecento.
CALENDARIO DEGLI INCONTRI
17 aprile 2025, alle 17, “Ripensare l’Antropocene. Oltre natura e cultura” di Paola Govoni, Maria Giovanna Belcastro, Alessandra Bonoli, Giovanna Guerzoni (Carocci, 2024). Discutono con le autrici Luca Ciancio (università di Verona) e Massimiliano Badino (università di Verona). 15 maggio 2025, alle 17, “Roma preistorica” di Alessandro Guidi (Carocci, 2024). Discutono con l’autore Massimo Saracino (Musei Civici di Verona) e Alfredo Buonopane (università di Verona). 25 settembre 2025, alle 17, “Storia naturale del viaggio di Marco Polo in Oriente” di Francesco Mezzalira (Tg Book, 2024). Discutono con l’autore Leonardo Latella (Musei Civici di Verona) e Luca Ciancio (università di Verona). 23 ottobre 2025, alle 17, “Da cimeli a beni culturali. Fonti per una storia del patrimonio scientifico italiano” a cura di Elena Canadelli e Paola Bernadette Di Lieto (Editrice Bibliografica, 2024). Discutono con le autrici Nicoletta Martinelli (Musei Civici di Verona) e Fedra Alessandra Pizzato (università di Verona). 20 novembre 2025, alle 17, “Il tempo profondo dell’umanità. Prospettive transdisciplinari per lo studio della preistoria” a cura di Luca Ciancio, Massimo Cultraro e Fedra Alessandra Pizzato (Carocci, 2025). Dialogo tra curatori e autori del volume. 18 dicembre 2025, alle 17, “Il darwinista infedele. Lombroso e l’evoluzione” di Paolo Mazzarello (Hoepli, 2024). Discutono con l’autore Monica Ghidoni (Comune di Verona) e Pietro Schirò (università di Verona).




































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