Al via a Paestum la XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: allo stand del Mann l’anteprima della grande mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse del Mediterraneo”, quattrocento reperti riemersi dalle acque che dialogano con tecnologia e ricostruzioni

La XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico si tiene a Paestum dal 14 al 17 novembre 2019
Dodici eventi unici al mondo tutti in una Borsa, 70 tra conferenze e incontri, con la partecipazione di 300 relatori e 100 operatori dell’offerta: al via la XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si svolgerà a Paestum, tra Centro Espositivo Savoy Hotel, Basilica, Museo nazionale, Parco archeologico da giovedì 14 a domenica 17 novembre 2019. Promossa e sostenuta da Regione Campania, Città di Capaccio Paestum, Parco Archeologico di Paestum, ideata e organizzata dalla Leader srl con la direzione di Ugo Picarelli, la BMTA si conferma un format di successo, testimoniato dalle prestigiose collaborazioni di organismi internazionali quali UNESCO, UNWTO e ICCROM: per quattro giorni sarà l’occasione di incontro e di approfondimento e divulgazione di temi dedicati al turismo culturale e al patrimonio per gli addetti ai lavori, per gli operatori turistici e culturali, per i viaggiatori, per gli appassionati, oltre che opportunità di business con il Workshop con i Buyer esteri selezionati dall’ENIT e i Buyer nazionali dell’offerta del turismo culturale ed archeologico.
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L’efebo in bronzo, uno dei tesori recuperati dal relitto di Antykithera, oggi conservato al museo Archeologico nazionale di Atene
Parte dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, il viaggio del Mann verso la mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse del Mediterraneo”: non è un caso, infatti, che l’esposizione, in programma al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 5 dicembre 2019 al 9 marzo 2020, trovi un primo ed importante momento di divulgazione proprio nell’ambito della prestigiosa manifestazione di Paestum. Dal 14 al 17 novembre 2019 lo stand del Mann racconta al pubblico del Salone, tramite pannelli e video promo, i contenuti, le caratteristiche e le innovazioni tecnologiche che hanno portato alla realizzazione della mostra “Thalassa”: quattrocento reperti, provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed internazionali (tra queste, il museo Archeologico di Atene, che presta circa trenta opere provenienti dal famoso relitto di Antikythera, prima imbarcazione scoperta nel Mediterraneo proprio agli albori del Novecento) tracceranno la natura polisemantica di un Mare nostrum che, già nell’antichità, aveva un profondo valore simbolico, culturale ed economico.

La firma del protocollo d’intesa per la mostra “Thalassa” nel luglio 2018 tra Paolo Giulierini (per il museo Archeologico nazionale di Napoli e il Parco Archeologico dei Campi Flegrei), Sebastiano Tusa, purtroppo scomparso tragicamente nel marzo 2019 (per l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Regione Sicilia) e Salvatore Agizza (per Teichos- servizi e tecnologie per l’archeologia)
“Thalassa non è solo una mostra sul Mediterraneo antico ma è, soprattutto, un esempio di metodo”, spiega il direttore del Museo, Paolo Giulierini, che ha inaugurato lo stand. “Al centro del nostro lavoro ci sono la ricerca scientifica, il sostegno tra enti statali e territoriali, l’apporto delle Università, le professionalità dei giovani archeologi, le azioni innovative di aziende tecnologiche private. Le costellazioni del cosmo celeste dell’Atlante Farnese, simbolo della mostra, non sono dunque solo un riferimento alle rotte nel mondo antico ma, per noi, equivalgono ad una guida verso un nuovo corso. Nelle molte sezioni troverete temi legati al Mediterraneo antico, nelle quali dialogano reperti archeologici riemersi dalle acque, tecnologia, ricostruzioni: dai tesori al commercio, dal mito all’economia, dalla vita di bordo alle ville d’otium fino ai rinvenimenti nelle acque profonde il visitatore potrà avere un quadro aggiornato dello stato dell’arte dell’archeologia subacquea del Meridione. Vi saranno naturalmente anche le nuove scoperte provenienti dall’area portuale di Neapolis. “Thalassa” disegna, nel complesso, rotte culturali tra tanti siti campani, del Meridione e di altri paesi mediterranei. Si tratta di una connessione storica che però deve rafforzare l’idea che il Mare Nostrum sia un ponte e non una separazione. In questo senso vanno intese anche le mostre collaterali, che ci parlano di migranti napoletani e Ischitani fra fine Ottocento e primi del Novecento”.

Una nereide su pistrice proveniente dalla villa romana imperiale sommersa del Pausilypon (Posillipo) di età augustea, sarà esposta in “Thalassa” (foto Mann)

Elmo in bronzo dal relitto della nave romana di Albenga (foto soprintendenza Archeologia della Liguria)
Molteplici, dunque, i filoni tematici che saranno approfonditi dalla mostra “Thalassa”: se un focus ad hoc sarà dedicato all’archeologia subacquea, dagli albori degli studi negli anni Cinquanta del Novecento (tra i primi ritrovamenti, le statue del porto di Baia, le migliaia di lucerne dal porto di Pozzuoli, l’elmo dal relitto di Albenga) alla sperimentazione tecnologica del terzo millennio (grazie a robot e strumentazioni raffinate, è possibile oggi conoscere la ricchezza degli abissi del Tirreno), l’esposizione si connoterà come una vera e propria enciclopedia, per immagini, della vita e della cultura antica dedicata al mare. Indispensabile, per delineare questa summa di significati, l’analisi dei carichi delle imbarcazioni che sono affondate in epoca antica: in “Thalassa”, sarà possibile ammirare raffinati gioielli in oro, pregiate coppe di vetro, parti di statue bronzee ed oggetti della vita di bordo del relitto di Antykithera, così come sezioni di nave ed anfore vinarie del relitto rinvenuto nel 1990 a largo di Punta Licosa.
Il mare era, dunque, la via per eccellenza dei commerci, la sconfinata distesa d’acqua che veniva solcata da costa a costa o con traversate più lunghe: a questa dimensione sarà legata la presenza, nel percorso di visita, di utensili per la preparazione e conservazione del cibo, anfore per il trasporto di olio, vino e garum, così come di lingotti di piombo che, dalla penisola iberica, raggiungevano Roma, testimoniando la ricchezza dei più importanti mercati delle province romane; eccezionale l’esposizione di lingotti in oricalco, prezioso materiale citato da Platone nei racconti su Atlantide. Eppure il Mediterraneo era, per gli antichi, non soltanto trait d’union, reale e simbolico, tra popolazioni diverse (testimoniano una suggestiva prassi di contaminazione culturale l’applique d’oro del sito protostorico di Vivara, le coppette del II millennio a.C. provenienti dal relitto di Lipari, la dea Lakshmi in avorio proveniente da Pompei), ma base per il sostentamento delle comunità locali: nella sezione dedicata a “Il mare e le sue risorse”, saranno esposti strumenti provenienti da Pompei, Ercolano e dalle acque di Pantelleria, utilizzati per pesca di cetacei, tonno e corallo; su un’anfora saranno leggibili addirittura resti di pesce, forse garum. Naturalmente, il Mare Nostrum sarà anche raccontato attraverso i luoghi dell’otium, grazie alle sculture ritrovate sui fondali della Grotta Azzurra, ninfeo di età romana, così come ai raffinati affreschi provenienti da Pompei, Ercolano e Stabiae.
Eppure la mostra “Thalassa” andrà oltre la matrice archeologica, per promuovere un messaggio dall’alto valore culturale e didattico, ben incardinato nella programmazione culturale dell’Archeologico, come sottolinea il direttore Paolo Giulierini: “Il mare è anche avventura, fascino dell’esotico, crocevia di culture: per questo ‘Verso thalassa’ abbiamo ospitato la mostra su Corto Maltese nel quadro del progetto Obvia e questo spiega il calendario di eventi che accompagnerà i giorni iniziali dell’ esposizione. Il mare è, infine, ambiente da tutelare: nel percorso si succedono le fasi antiche e quelle future del Mediterraneo mentre, praticamente a fianco, la mostra -Capire il cambiamento climatico-, realizzata con il National Geographic, ci parla di quanto le plastiche e le altre forme di inquinamento insidino le nostre acque”. Il progetto espositivo di “Thalassa” è nato nel più ampio framework di collaborazione con l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana: questa rete di ricerca è stata resa possibile dall’impegno del prof. Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, scomparso tragicamente nella sciagura aerea di marzo 2019. “Teichos. Servizi e tecnologie per l’archeologia”, ancora, ha promosso l’esposizione, che è stata realizzata anche in sinergia con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. La mostra ha ottenuto il patrocinio morale di: ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Campania, Comune di Napoli ed Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale (Napoli-Salerno-Castellammare di Stabia).
Giornate europee dell’archeologia: gli eventi in programma al museo Archeologico nazionale di Napoli. Alle grandi mostre (Canova e Corto Maltese) si affianca la nuova esposizione “Sotto mentite spoglie”: con le foto di Luciano e Marco Pedicini viaggio alla scoperta di poesia e potere evocativo dei dettagli della scultura antica

Il manifesto della mostra “Canova e l’Antico” al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 28 marzo al 30 giugno 2019
Con la mostra fotografica di Luciano e Marco Pedicini per riscoprire al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra di Canova in dialogo con le collezioni museali. Tornano, dal 14 al 16 giugno 2019, le “Giornate dell’Archeologia” (#JNArcheo e #GiornateArcheologia gli hashtag per condividere il proprio racconto sui social), un evento europeo ormai consolidato che, con il coordinamento dell’istituto nazionale francese di ricerca archeologica preventiva, mette in rete, per il decimo anno consecutivo, musei ed appassionati di cultura antica. Il Mann si prepara all’appuntamento proponendo al proprio pubblico, in primis, le grandi mostre in calendario: tra queste, naturalmente, “Canova e l’antico” (visitabile sino al 1° luglio) e “Corto Maltese. Un viaggio straordinario”, dedicata al misterioso marinaio che ha reso noto in tutto il mondo il genio di Hugo Pratt. Per gli appassionati di arte contemporanea, da non perdere, nella sala del Plastico di Pompei, la personale di Blub “L’arte sa nuotare” e, nella sala del Toro Farnese, l’exhibit “Senza tempo” del creatore di immagini Gianluigi Gargiulo.

Poesia e potere evocativo dei dettagli della grande scultura antica nelle fotografie di Luciano e Marco Pedicini

La locandina della mostra fotografica “Sotto mentite spoglie. Riflessioni su Canova e l’Antico” al Mann dal 13 giugno al 30 agosto 2019
Non mancheranno, però, le novità espositive, promosse proprio durante le Giornate dell’Archeologia: sarà dedicata a Canova ed al dialogo con le collezioni del Mann, la mostra fotografica “Sotto mentite spoglie. Riflessioni su Canova e l’Antico”, che i fotografi Luciano e Marco Pedicini costruiranno, tramite ventinove scatti, nelle sale 94 e 95 del Museo. Un viaggio per scoprire poesia e potere evocativo dei dettagli (frammenti di mani, panneggi, acconciature ed intrecci di corpi), alla ricerca di quei punti di vista che, pur rappresentando veri e propri saggi di scultura, spesso sfuggono ad un osservatore poco attento: la mostra di Luciano e Marco Pedicini, in programma sino al 30 agosto 2019 (vernissage giovedì 13 giugno 2019, alle 17), seguirà il percorso creativo tracciato dai fotografi al Museo, in un continuo rimando fra la tradizione classica e la cultura moderna. Luciano Pedicini, che insegna Fotografia di Beni culturali all’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha realizzato personali in vari musei napoletani, così come a Parigi, Madrid e Pamplona. Sue fotografie sono pubblicate da editori di molti paesi del mondo. Tra i tanti suoi lavori, necessario ricordare Ritorno al Barocco (arte’m), L’Aquila, i monumenti da salvare (FMR), Mosaiques grecques et romaines (Citadelles & Mazenod), Herculaneum (Imprimerie Nationale), Pompeji. Götter, Mythem, Menschen (Bucerius Kunst Forum), Roman Wall Painting in Pompeji (The Tokyo Shimbun). Marco Pedicini, dopo la laurea in lettere moderne conseguita all’università di Napoli “Federico II”, ha deciso di dedicarsi alla fotografia. Tra i lavori cui ha partecipato, si citano L’Armeria Reale nella Galleria Beaumont (Fondazione CRT), Mosaici greci e romani (Arsenale editrice), Emilio Notte (arte’m), San Gregorio Armeno (Fridericiana Editrice), Rocco Molinari. Viaggio nella materia (Art Studio Paparo). Ha realizzato, inoltre, insieme al fratello Matteo, il documentario Il Viaggio di Nettuno, sulla fontana Medina di Napoli.
Dal 15 giugno al 10 luglio 2019, ancora, sarà in calendario “Desiderio d’arte”, mostra/concorso di pittura, scultura, grafica e fotografia: l’evento, organizzato, tra l’altro, in collaborazione con la Direzione Generale Ufficio Scolastico Regionale della Campania, ha previsto la realizzazione, da parte degli allievi di istituti di scuola secondaria di II grado, di un’opera d’arte ispirata al patrimonio culturale del nostro territorio. Saranno due, infine, i laboratori in programma: sabato 15 giugno 2019 (alle 10), nuovo appuntamento con il workshop di fotografia, a cura di Luigi Spina, per valorizzare, tramite l’obiettivo, il fascino del marmo antico; domenica 16 (alle 11), spazio ai più piccoli con la visita/laboratorio “Alla maniera di Canova”, che mette in rete i Servizi Educativi del Mann e la Scuola Italiana di Comix per raccontare il genio di Possagno attraverso le sue opere (dai gessi alle crete, dai marmi alle tempere). Per le attività didattiche, è obbligatoria la prenotazione ai Servizi Educativi (dal lunedì al venerdì: 0814422124) o all’Infopoint del Museo (sabato e domenica: 0814422149).





















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