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A Montecchio Maggiore (Vi) quarta e ultima tappa della mostra itinerante “La scansia di casa mia. 2500 anni fa” con i reperti di un villaggio dell’età del Ferro scoperto nel 1981. In una delle case recuperiamo aspetti della vita alla metà del I millennio a.C.: nella “scansia” coppe, tazze e boccale, stoviglie in ceramica ben conservate

La mostra archeologica itinerante “La scansia di casa mia 2500 anni fa” si sposta a Montecchio Maggiore, alla Galleria Civica S. Vitale: quarta e ultima tappa di un “viaggio” che ha toccato Trissino, Castelgomberto e Sovizzo. Appuntamento sabato 5 febbraio 2022, alle 17, per l’inaugurazione, durante la quale sarà presentato e distribuito gratuitamente il fascicolo che raccoglie i pannelli esposti. La mostra, curata dal museo di Archeologia e Scienze Naturali “G. Zannato” – Sistema Museale Agno-Chiampo, sarà visitabile fino al 6 marzo 2022, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 19, con ingresso libero nel rispetto della normativa sanitaria vigente. “Questa mostra rende ancora una volta tangibile la capacità del Sistema Museale di valorizzare il patrimonio del nostro territorio”,  commenta l’assessore alla Cultura, Claudio Meggiolaro. “Un itinerario che ha permesso di trasmettere casa per casa la conoscenza dell’archeologia e dell’antico”. L’allestimento è stato curato da Annachiara Bruttomesso, conservatrice archeologa del museo Zannato e da Angela Ruta Serafini, già direttrice del museo nazionale Atestino, con la collaborazione dell’archeologa Fiorenza Bortolami e del conservatore naturalista Roberto Battiston, che ha curato la grafica della mostra e l’editing dei video.

Le ceramiche di 2500 anni fa, ben conservate, trovate nelle case del villaggio dell’età del Ferro (foto sabap-vr-vi-ro)

È un vero e proprio viaggio indietro nel tempo di 2500 anni, quello che la mostra propone, per entrare in una casa dell’antico villaggio di Trissino, scoperto nel 1981 durante i lavori di ampliamento del cimitero comunale e parzialmente messo in luce dagli scavi archeologici condotti fino al 1990. Le case del villaggio erano caratterizzate da profondi scassi nella roccia, che ospitavano probabilmente fresche cantine. Per alcune di esse, sigillate da incendi e molto ben conservate, si pensò alla musealizzazione in loco, poi non realizzata a causa della collocazione all’interno dell’attuale cimitero. Per questo tra il 2014 e il 2015, le strutture furono consolidate, restaurate e documentate con rilievo laser-scanner 3D e infine protette con tessuto non tessuto, sabbia e terra. Proprio perché l’antico villaggio non è più visibile, la mostra vuole restituirne la memoria, offrendo l’occasione di scoprire la vita di 2500 anni fa. La scansia del titolo, ricostruita sulla base dei dati di scavo con il suo servizio di coppe, tazze e boccale sorprendentemente conservati, è il focus della mostra. Un grande dolio sapientemente ricomposto da molti frammenti, la ricostruzione di un telaio e alcune macine completano il suggestivo angolo della casa. Reperti e pannelli ricostruiscono la vita quotidiana dell’antico villaggio veneto ai confini con il mondo dei Reti, mettendone in luce i diversi aspetti. Non mancano due brevi ma suggestivi video: “Immagini da una scoperta” che racconta la storia degli scavi e “Un filmato da una nuvola di punti” che propone le immagini ricavate dal rilievo laser scanner 3D dell’antico villaggio.

montecchio_museo-zannato_logoAnche per questa tappa conclusiva della mostra sono in programma alcuni incontri culturali. Ecco il calendario. Venerdì 18 febbraio 2022, alle 20.30: “Com’è arrivato un vaso greco a Trissino?”, incontro con l’archeologa Federica Wiel Marin, che prenderà spunto dal frammento di ceramica attica esposto in mostra per illustrare i rapporti commerciali e culturali tra la Grecia e il Veneto nell’antichità; giovedì 24 febbraio 2022, alle 20.30, incontro con il professor Michele Asolati, docente di numismatica all’università di Padova; sabato 5 marzo 2022, alle 16.30, incontro-laboratorio con Franco Mastrovita su lavorazione della lana nel mondo antico.

Gea 2021-Ica: “Archeologia e inclusione”. Contributo 14: “AMASILI PROJECT IN ROSETTA” (Egitto) con il restauro del complesso ottomano di Casa Amasili

istituto-centrale-per-l-archeologia_logoPer l’edizione 2021 delle Giornate Europee per l’Archeologia, l’ICA – Istituto centrale per l’Archeologia propone il tema guida dal titolo “Archeologia e inclusione. Missioni archeologiche italiane all’estero e comunità locali dei paesi ospitanti: interazioni, coinvolgimento, formazione”. Quattordicesimo contributo: “AMASILI PROJECT IN ROSETTA – Michele Asolati, Mohamed Kenawi, Cristina Mondin”.

La città di Rosetta (al-Rashid), nota soprattutto per il rinvenimento della famosa stele, è sede di numerosi edifici storici, tra i quali spicca il complesso architettonico ottomano di Casa Amasili. Su questo dal 2018 s’incentra un progetto di conservazione e valorizzazione da parte dell’università di Padova, in concorso con il ministero delle Antichità egiziano e l’American Research Center in Egitto, con lo scopo di creare un centro culturale e un’area espositiva dedicata all’archeologia del Delta occidentale del Nilo.

The city of Rosetta (al-Rashid), best known for the discovery of the famous stele, is home to numerous historical buildings, among which the Ottoman architectural complex of Amasili House stands out. This is the focus of a conservation and enhancement project by the University of Padua since 2018, in association with the Egyptian Ministry of Antiquities and the American Research Center in Egypt, with the aim to create a cultural center and an exhibition area dedicated to the archaeology of the western Nile Delta.

(14 – continua)

Al museo civico di Montebelluna “Archeologia del territorio a Montebelluna”: giornata di studi archeologici dalla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” dopo un’impegnativa campagna di studi sulle nuove scoperte archeologiche del territorio e la revisione delle collezioni nei depositi. Webinar gratuito su Zoom

Archeologia del territorio a Montebelluna: giornata di studi archeologici dalla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg”, a cura di Emanuela Gilli e Benedetta Prosdocimi. Evento on line organizzata dal museo civico di Montebelluna (Tv) insieme alla competente soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per parlare di archeologia, ricerca, tutela e valorizzazione. Partner scientifici: università di Padova – Dipartimento di Beni Culturali; università di Ferrara – Dipartimento di Studi Umanistici; università Ca’ Foscari Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici; università di Verona – Dipartimento di Culture e Civiltà. Tutto questo grazie alla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” allestita al Museo Civico di Montebelluna dopo un’impegnativa campagna di studi sulle nuove scoperte archeologiche del territorio e la revisione delle collezioni nei depositi. Appuntamento mercoledì 31 marzo 2021, mattino: 10.15-12.30 / pomeriggio: 16.30-18.30. Webinar gratuito su piattaforma Zoom. È possibile iscriversi ad entrambe le sessioni oppure ad una soltanto. Iscrizione obbligatoria a info@museomontebelluna.it oppure chiamando lo 0423300465. PROGRAMMA. Ore 10.15: Apertura dei lavori e saluti istituzionali, interviene Fabrizio Magani soprintendente ABAP-Ve-Met; ore 10.30-12.30 | SESSIONE 1 – Pre-Protostoria: “Valorizzare il patrimonio tra tutela, ricerca e comunicazione. Il caso della mostra Sapiens. Da cacciatore a cyborg” con Emanuela Gilli (museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna), Benedetta Prosdocimi (soprintendenza ABAP-Ve-Met) e Giorgio Vaccari (museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna). “Art Bonus per lo studio delle collezioni litiche preistoriche del museo civico di Montebelluna” con Nicolò Scialpi (università di Ferrara), Marco Peresani (università di Ferrara). “L’indagine di strutture con indicatori di attività artigianale dell’Età del ferro a Montebelluna-Via Mercato Vecchio” con Veronica Groppo archeologa, Gaspare De Angeli archeologo, Paolo Reggiani (Paleostudy). “Lo studio della tomba 410 dell’Età del Ferro dalla necropoli di Montebelluna-Posmon. Dati archeologici e antropologici a confronto” con Benedetta Prosdocimi funzionario archeologo SABAP-Ve-Met, Nicoletta Onisto antropologa. Ore 16:30-18:30 | SESSIONE 2 – Età Romana: “Montebelluna, una società multiculturale: il caso delle spade celtiche da tombe romane dalla necropoli di Posmon” con Pier Giorgio Sovernigo archeologo. “Microstorie di romanizzazione. Lo studio della tomba 304 dalla necropoli di Montebelluna-Posmon” con Claudia Casagrande archeologa, Giovannella Cresci Marrone (università Ca’ Foscari Venezia), Anna Marinetti (università Ca’ Foscari Venezia), Nicoletta Onisto archeologo (antropologo) professionista, e Michele Asolati (università di Padova). “La fucina romana di Montebelluna. Dallo scavo alla ricostruzione virtuale” con Maria Stella Busana (università di Padova), Denis Francisci (università di Padova), Emanuel Demetrescu (istituto di Scienze del Patrimonio Culturale-CNR). “Nuovi dati sul centro romano di Montebelluna. Il fondo Amistani a Mercato Vecchio” con Attilio Mastrocinque (università di Verona), Luca Arioli archeologo, e Alfredo Buonopane (università di Verona).

Tutte le monete ritrovate nel territorio di Este e Montagnana: il volume di Andrea Stella “Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Este” è presentato al museo nazionale Atestino

La locandina dell’incontro al museo Atestino di Este del volume “Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Este”

È il sedicesimo titolo della collana “Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto” (Esedra Edizioni, 2018). Curato da Andrea Stella, è dedicato alle collezioni pubbliche e private del territorio di Este. Si va dalle sporadiche documentazioni di esemplari, appartenenti a zecche greche, giunti forse al seguito dei torbidi della Seconda Guerra Punica, alle evidenze celtiche, soprattutto di imitazione massaliota alle monete romane repubblicane ed imperiali fino al 1000, cioè includendo anche le tenui testimonianze di numerario barbarico e bizantino. Venerdì 13 settembre 2019, alle 21, il volume verrà presentato nella Sala VIII del museo nazionale Atestino di Este. Interverranno Federica Gonzato, direttore del museo Atestino; Roberta Gallana, sindaco della Città di Este; Giovanni Gorini, già docente di Numismatica Antica all’università di Padova; Michele Asolati, docente di Numismatica Antica all’università di Padova. Sarà presente l’autore Andrea Stella che, al termine, illustrerà il Medaglione aureo di Augusto.

La copetina del volume “Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia di Padova: Este” (Esedra Edizioni, 2018)

“Questo volume”, spiega Giovanni Gorini nella Premessa, “è completamente dedicato alla descrizione delle monete rinvenute nel corso dei decenni nei centri di Este e di Montagnana, comprensivi delle località facenti parte dei due siti in età antica. Esso rappresenta la prima dettagliata indagine condotta per un’area di particolare interesse, quella di un centro dell’Italia Settentrionale, che se non è degno di competere con i maggiori come Altinum, Verona o Aquileia, ha tuttavia una sua risonanza in quanto centro di una civiltà preromana che ha riverberato le sue caratteristiche fino all’età imperiale. Inoltre si tratta di un’opera che affronta per la prima volta la serie dedicata alla provincia di Padova, in attesa che un ulteriore volume relativo alla città di Patavium, venga a completare il quadro di quest’area centrale della regione. Esso inoltre segna un’ulteriore tappa del percorso scientifico portato avanti dagli altri volumi dedicati alle monete rinvenute nelle diverse province del Veneto, che sta avviandosi alla conclusione. Questa nuova ricerca, che ha subito una lunga gestazione, in quanto affidata in anni lontani al sottoscritto e poi proseguita con ulteriori aiuti, è giunta a compimento per opera del dott. Andrea Stella, giovane dottore di ricerca, che ha profuso le sue migliori energie per fornire uno strumento utile, corretto e il più possibile completo, di quanto rinvenuto nella città di Este e nel suo territorio”.