Ischia (Na). A Lacco Ameno al via la seconda campagna di scavi archeologici nel quartiere artigianale di Mazzola a Pithekoussai, un’area di scavo chiave per la comprensione dell’economia, della società, delle attività artigianali, metallurgiche e ceramiche, delle manifestazioni sociali del più antico insediamento greco del Mediterraneo occidentale
Lunedì 1° settembre 2025 inizia la seconda campagna di scavi archeologici nel quartiere artigianale di Mazzola a Pithekoussai (Lacco Ameno, Ischia). E andrà avanti fino al 26 settembre 2025 con la direzione scientifica di Matteo D’Acunto (università di Napoli L’Orientale), Teresa Elena Cinquantaquattro (direzione generale Abap del ministero della Cultura), Maria Luisa Tardugno (soprintendenza Abap per l’area metropolitana di Napoli). Con le sue botteghe metallurgiche e abitazioni risalenti all’alba della Magna Grecia, Mazzola costituisce un’area di scavo chiave per la comprensione dell’economia, della società, delle attività artigianali, metallurgiche e ceramiche, delle manifestazioni sociali di Pithekoussai, il più antico insediamento greco del Mediterraneo occidentale. Responsabili della ricerca, che si svolge con la formula della concessione di scavo dal MiC, sono l’università di Napoli L’Orientale, la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Or.Sa.” dell’università di Salerno e dell’Orientale e la soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli. “Il progetto – spiega il prof. D’Acunto – si svolge in collaborazione e col sostegno del Comune di Lacco Ameno: ringraziamo, in particolare, il sindaco Giacomo Pascale e il vice-sindaco e assessore alla Cultura Carla Tufano, che, come sempre, col loro impegno ed entusiasmo ci assicurano tutto il sostegno necessario e un prezioso aiuto e incoraggiamento. Responsabili scientifici dello scavo e delle attività sul campo saranno Francesco Nitti, Chiara Improta e Cristiana Merluzzo (università di Napoli L’Orientale). Protagonisti delle attività sul campo e di classificazione dei reperti saranno gli allievi della Scuola di Specializzazione “Or.Sa.” e gli studenti dell’Orientale. Come già l’anno scorso, gli studenti del liceo di Ischia “Giorgio Buchner”, con un PCTO, parteciperanno in prima persona alle attività, collaborando con i membri della missione al primo trattamento e classificazione dei reperti, impadronendosi così delle conoscenze fondamentali nel riconoscimento e nell’interpretazione della ceramica, vero pane quotidiano dell’archeologo. Ciò è reso possibile grazie all’impegno e all’entusiasmo della preside, prof.ssa Assunta Barbieri, e dei docenti del Liceo, che seguiranno gli studenti. Un ringraziamento, per il sostegno, va alle compagnie di navigazione Medmar e SNAV. Durante la campagna di quest’anno – conclude D’Acunto – prevediamo di effettuare nuovi interventi di scavo, assai promettenti in quanto localizzati in aree precedentemente non indagate, e di portare avanti il fondamentale studio sistematico dei reperti e delle strutture murarie già messi in luce”.
Napoli. Alla Médiathèque de l’Institut français presentazione del libro “Terra sigillata della Baia di Napoli. Tipologia, produzione e diffusione” di Giovanni Borriello

Martedì 19 novembre 2024, alle 17.30, alla Médiathèque de l’Institut français Napoli, a Palazzo “il Grenoble” in via Francesco Crispi 86 a Napoli, presentazione del libro “Terra sigillata della Baia di Napoli. Tipologia, produzione e diffusione” di Giovanni Borriello che si propone una nuova tipologia basata sia sui rinvenimenti effettuati nel porto di Neapolis che sulle evidenze edite. Oltre a raccogliere un elevato numero di reperti bollati, vengono definite le principali officine attive nella realizzazione di tali prodotti e la diffusione nelle province romane. Dopo i saluti di Lise Moutoumalaya, Console Generale di Francia a Napoli; Valérie Huet e Priscilla Munzi, Centre Jean Bérard, (CNRS – EFR); Matteo D’Acunto, università di Napoli L’Orientale; Stefano lavarone, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il comune di Napoli; presentano Daniele Malfitana, università di Catania – Scuola Superiore; Laetitia Cavassa, CNRS, Centre Camille Jullian – Maison méditerranéenne des sciences de l’homme. Ne discutono con l’autore Gianluca Sorricelli, università del Molise; Marco Giglio, università di Napoli L’Orientale. Modera Marcella Leone, CNRS, Centre Jean Bérard. “Una bella occasione per riflettere sull’importanza degli studi sulla cultura materiale del mondo antico e sulle implicazioni storiche, politiche ed economiche che il frammento ceramico è in grado di dare. Un messaggio molto chiaro per gli studenti dei nostri corsi di laurea in archeologia”.
Napoli. A Palazzo Corigliano presentazione del libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editrice) di Daniela Giampaola ed Emanuele Greco
Martedì 18 aprile 2023, alle 11, nella Sala conferenze di Palazzo Corigliano, in piazza San Domenico Maggiore, verrà presentato il libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editrice) di Daniela Giampaola ed Emanuele Greco, per iniziativa di Or.Sa. la Scuola interateneo di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Salerno e dell’università di Napoli L’Orientale. Dopo i saluti istituzionali di Andrea Manzo, direttore del Daam – università di Napoli L’Orientale; Luca Cerchiai, direttore del Dispac – università di Salerno; e di Anna Filigenzi, vicedirettrice di Or.Sa.; introducono i lavori Fausto Longo, direttore di Or.Sa.; e Matteo D’Acunto, università di Napoli L’Orientale. Presentano il libro Bruno D’Agostino, università di Napoli L’Orientale; e Stefano De Caro, già direttore generale Iccrom.

Copertina del libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editrice) di Daniela Giampaola ed Emanuele Greco
Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope. Napoli, la città che secondo il mito era sorta lì dove una sirena si era lasciata morire, conserva, nel nome, il mistero di una doppia fondazione: Neapolis è, infatti, la città nuova, che succede a Parthenope, il più antico insediamento di origine cumana. Napoli, dunque, è la città che ricomincia, che rinasce, rispetto a un’altra Napoli che l’aveva preceduta. Ma come avviene tale rifondazione e perché? Per molti anni la ricostruzione storica delle vicende che da Parthenope portarono a Neapolis è stata fissata combinando fonti letterarie ed archeologiche dalle quali si ricavava una data di fondazione immediatamente successiva alla battaglia navale di Cuma del 474 a.C. Oggi il quadro di riferimento è mutato per effetto dei grandi scavi, successivi al terremoto del 1980 e a quelli per la metropolitana, che hanno portato alla luce straordinarie scoperte. Questo libro non si limita a definire la cronologia della Città, ma illustra le trasformazioni urbanistiche ed architettoniche che interessarono il nucleo originario, permettendoci di riscriverne profondamente la storia fino all’età romana, epoca a cui rimanda, ad esempio, la spettacolare scoperta del santuario dei Giochi Isolimpici. I Sebastà, famosi in tutto il Mediterraneo, furono istituiti nel 2 a.C. in onore dell’imperatore Augusto, ammiratore della cultura greca che Neapolis conservava come nessuna altra città dell’Italia antica. Questo lascito greco è tuttora visibile nell’impianto della città, la cui antichissima fondazione il proprio nome racconta.

L’archeologo Emanuele Greco
Emanuele Greco, già professore ordinario di Archeologia classica nell’università di Napoli L’Orientale, è stato direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. È autore di circa 300 pubblicazioni, tra cui Storia dell’urbanistica. Il mondo greco (Roma-Bari 1983), Archeologia della Magna Grecia (Roma-Bari 1992) e Ippodamo di Mileto. Immaginario sociale e pianificazione urbana nella Grecia classica (Paestum 2018).

L’archeologa Daniela Giampaola
Daniela Giampaola è stata funzionario nei ruoli del ministero della Cultura, con responsabilità della tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico del centro storico di Napoli. È autrice di numerose pubblicazioni dedicate all’archeologia della città di Napoli.
Giornate europee del Patrimonio al parco archeologico dei Campi Flegrei: gli eventi al parco archeologico di Cuma e al castello di Baia
Il parco archeologico dei Campi Flegrei aderisce alle Giornate europee del Patrimonio 2022, iniziativa promossa dal ministero della Cultura e dedicata alla partecipazione al patrimonio culturale estesa a tutti i cittadini. Lo slogan scelto per questa edizione è “Patrimonio culturale sostenibile: un’eredità per il futuro”. Sabato 24 settembre 2022 il Parco ospita nei suoi luoghi mostre, passeggiate archeologiche e aperture straordinarie dei siti.

Scavi archeologici nella città bassa di Cuma condotti dal Centre Jean Bérard (foto pa-fleg)
24 settembre 2022, parco archeologico di Cuma (dalle 9.30 alle 17). Il parco archeologico dei Campi Flegrei apre le porte della città bassa di Cuma a quanti vorranno visitare l’area e conoscere le novità e gli aggiornamenti che provengono dalle attività di scavo e ricerca condotte nel sito dall’università di Napoli “Federico II”, dall’università di Napoli L’Orientale” e dal Centre Jean Bérard. In particolare, l’équipe federiciana, diretta dalla professoressa Carmela Capaldi, illustrerà l’organizzazione del foro nella sua fase di funzionamento di età imperiale, con un focus sugli edifici di alta rappresentanza ubicati sul lato nord della piazza, di cui prosegue la progressiva messa in luce. Al contempo, un ampio saggio di approfondimento effettuato al di sotto del lastricato di età romana permetterà di aprire una “finestra temporale” sulle importanti testimonianze che stanno emergendo relativamente all’organizzazione di questo settore della città nelle sue fasi di età greca e sannitica. Con l’università L’Orientale, sotto la guida del professor Matteo D’Acunto, si potrà invece entrare nel vivo di un cantiere archeologico assistendo in diretta al lavoro dell’équipe e agli interventi di scavo che si stanno conducendo presso l’abitato romano posto a nord del Foro. Si potranno dunque osservare sul campo attività, tecniche e metodologie proprie della ricerca archeologica, con uno spazio di approfondimento dedicato ai materiali di scavo e al loro prezioso corredo informativo. Il Centre Jean Bérard con la dottoressa Priscilla Munzi accompagnerà il pubblico nella visita della necropoli romana posta all’esterno della cinta muraria, in prossimità della Porta Mediana. Le indagini effettuate negli ultimi anni hanno permesso di indagare numerose tombe monumentali a camera ipogea per inumazioni plurime ma anche tombe individuali a cremazione, fornendo così nuovi dati e informazioni sui costumi funerari adottati dalle diverse componenti della comunità cumana. Orari di visita: 10, 11.30, 13, 15.

Visite guidate col prof. Carlo Rescigno e i colleghi dell’università Vanvitelli a Cuma (foto pa-fleg)
Il programma di sabato 24 settembre 2022 abbraccia anche l’Acropoli dove l’équipe dell’università della Campania Luigi Vanvitelli diretta dal professor Carlo Rescigno, illustrerà i risultati delle ricerche condotte presso la Rocca Cumana e, in particolare, gli esiti dell’ultima campagna di scavo, che ha interessato l’ampio spazio verde adiacente la terrazza inferiore. Qui è stato messo in luce, per una parte del suo sviluppo, un edificio ecclesiale absidato con annesso sepolcreto, il cui ritrovamento va ad arricchire di ulteriori tasselli il racconto e la conoscenza delle fasi medievali della città di Cuma. Orari di visita: 9.30, 11, 12.30, 14, 16. La prenotazione non è obbligatoria. Per entrambi gli eventi si accede con regolare biglietto di ingresso al sito.
24 settembre 2022, Castello di Baia (alle 11.30). Inaugurazione della mostra “TERRAMADRE riaffiora la vita” a cura di Premio Campi Flegrei 2022. La mostra porta a compimento la VI edizione del Premio Campi Flegrei, concorso fotografico curato dall’associazione culturale Flegrea Photo. Sono stati circa 40 i fotografi che hanno partecipato con oltre 200 immagini, selezionate dalla Giuria del Concorso, formata da Luigi Spina fotografo artista e presidente della stessa, Fabio Pagano direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei e Francesco Soranno presidente di Flegrea Photo. Si accede con regolare biglietto di ingresso al sito.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Lo scaffale del Mann” presentazione, in sala conferenze e on line, del libro “Ialiso I. la necropoli: gli scavi italiani (1916-1934). Il periodo protogeometrico e geometrico (950-690 a.C.)” di Matteo d’Acunto

Per il ciclo “Lo scaffale del Mann”, appuntamento mercoledì 12 gennaio, alle 16, in sala conferenze del museo Archeologico nazionale di Napoli per la presentazione del libro “Ialiso I. la necropoli: gli scavi italiani (1916-1934). Il periodo proto-geometrico e geometrico (950-690 a.C.)” (2020, Scuola archeologica italiana Atene) di Matteo d’Acunto, professore di Archeologia classica all’università di Napoli “L’Orientale”. È possibile seguire l’incontro anche da remoto, tramite il link: meet.google.com/irs-avsd-ebk. Intervengono con l’autore: Paolo Giulierini, direttore del Mann; Andrea Manzo, direttore del dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo dell’università di Napoli “L’Orientale”; Teresa E. Cinquantaquattro, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli, docente all’Orientale; Emanuele Papi, direttore della Scuola archeologica di Atene; Luca Cerchiai, università di Salerno.

Matteo D’Acunto (università L’Orientale di Napoli)
Il volume inaugura l’edizione scientifica aggiornata degli scavi delle necropoli di Ialysos condotti dapprima dalla Missione Archeologica Italiana e poi dalla Soprintendenza durante l’occupazione di Rodi, negli anni dal 1916 al 1934. Esso considera le tombe databili al periodo protogeometrico e geometrico (X-VIII sec. a.C.); grazie alla liberalità degli archeologi greci esso tiene conto dei risultati dei loro scavi, e si propone di definire la fisionomia di Ialysos nel quadro degli altri siti coevi del Dodecaneso, della Grecia, di Cipro e del Vicino Oriente.
Napoli. Il museo Archeologico nazionale di Napoli chiude per Dpcm, ma non si ferma. Giulierini: “Proseguono restauri, cantieri, l’allestimento di due mostre, la progettazione. Nuovi prodotti digitali per dialogare con il pubblico, le scuole, le istituzioni di tutto il mondo”

Domani mattina il portone del museo Archeologico nazionale di Napoli non aprirà. Da giovedì 5 novembre sino al prossimo 3 dicembre 2020, il Mann – come tutti i musei in Italia – sarà chiuso al pubblico, secondo le misure appena varate dal Governo per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus. “Dietro il portone chiuso del museo Archeologico nazionale di Napoli la nostra comunità è a lavoro per quegli obiettivi annunciati pochi giorni fa nel Piano Strategico 2020/2023 (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2020/11/02/mann-at-work-il-museo-che-cresce-presentato-il-piano-strategico-2020-23-del-museo-archeologico-nazionale-di-napoli-che-fa-i-conti-con-il-covid-19-il-direttore-giulierini/)”, commenta il direttore Paolo Giulierini. “Sentiamo fortissima la responsabilità del momento. Sappiamo che tutti noi possiamo fare la differenza, con i nostri comportamenti e il nostro impegno, onorando così lo sforzo dei sanitari e delle istituzioni. Mann at work quindi, con sempre più passione. Proseguono importanti attività di restauro, i cantieri, l’ allestimento di due mostre, la progettazione. Con nuovi prodotti digitali manterremo vivo il dialogo con il pubblico, le scuole, le istituzioni di tutto il mondo per promuovere il nostro patrimonio. Vi aspettiamo il 4 dicembre”.

Nel mese di chiusura, su Facebook e YouTube, saranno proposti gli Incontri di Archeologia, già inseriti nell’annunciata programmazione 2020: il 12 novembre 2020 (alle 16), Antonio Scognamiglio racconterà tecniche e saperi del restauro, il 26 novembre 2020 (alle 16) Matteo D’Acunto tratterà delle origini di Cuma. Non si interromperà neanche la comunicazione con gli abbonati OPENMANN, che non soltanto recupereranno il periodo di chiusura con un rinvio della scadenza della card, ma riceveranno anche le notizie dei principali eventi social. Ancora, su Facebook ed Instagram, gli internauti potranno trovare contenuti scientifici e divulgativi dedicati alle collezioni permanenti del Mann, alla mostra sugli Etruschi ed ai nuovi allestimenti: guardando al futuro, sarà possibile ripercorrere le pagine del Piano Strategico 2020/2023, anticipando la “visione digitale” di alcuni reperti che saranno inseriti nella Sezione Campania Romana, nella Sezione Tecnologica e nelle nuove Collezioni Pompeiane del Museo.

Itinerari d’autore, alla scoperta delle collezioni del Mann, saranno costruiti online con le fotografie di Luigi Spina, che dedica un prezioso lavoro di studio e ricerca agli allestimenti permanenti del Museo: sempre con Spina, attendendo la mostra “Sing Sing. Il corpo di Pompei”, focus sui ricchissimi depositi dell’Archeologico. In versione digitale, saranno proposti alcuni scatti dell’esposizione “Kene/Spazio”: con 55 fotografie, il giovane autore Mohamed Keita racconta il progetto educativo realizzato per le comunità del Mali (le immagini, per sostenere il programma sociale di Keita, sono acquistabili dal sito web: http://www.studiokene.org). Particolare attenzione sarà dedicata anche ai giovani fan e follower: sempre sui canali social, sarà possibile sfogliare il fumetto “Missione Magna Grecia”, realizzato dalla Scuola Italiana di Comix per raccontare la collezione del Mann, così come conoscere, in anteprima, alcuni contenuti dedicati ai Gladiatori.

Al museo si lavorerà, naturalmente, alle attività da realizzare con la riapertura: per celebrare il quarantennale del terremoto del 1980, il Mann programmerà la mostra “19.34 – Quaranta anni dopo/La storia in presa diretta”; l’esposizione svelerà parte dell’archivio fotografico inedito, realizzato dalla regista Antonietta De Lillo agli esordi di carriera come fotoreporter. L’esposizione si inserirà, così, nel percorso ‘Il Mann e la memoria’, pensato per rafforzare sempre più il legame del Museo con il suo territorio e le sue comunità. Ancora, nelle sale della Sezione Preistoria e Protostoria, sarà allestito l’exhibit “Lucy. Sogno di un’evoluzione”, a cura di COMICON nell’ambito del progetto universitario Obvia: “Lucy” è uno dei più importanti progetti di Tanino Liberatore, che ha dedicato anni di lavoro allo studio delle figure degli australopitechi ed alla ricostruzione delle foreste lussureggianti dell’antichità. Per fine anno, prevista anche la nuova tappa della World Press Photo Exhibition 2020 al Mann.












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