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Altino (Ve). Riprendono gli incontri “Scavi aperti” nel primo parco archeologico del Veneto: i nuovi resti riportati in luce della città romana del I secolo rivelano tracce di attività metallurgica adiacente alla grande cloaca scavata nel 2022

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Pubblico numeroso agli appuntamenti “Scavi aperti” nel parco archeologico di Altino (foto vlman)

Ritrovamenti dell’assetto urbano di Altino nel I secolo dopo Cristo, un tratto della città romana e materiali residuali di un edificio con tracce di un’attività metallurgica adiacente alla grande cloaca scavata nel 2022. Sono questi i principali ritrovamenti degli scavi in corso nella zona del parco archeologico di Altino, che ora sono visitabili durante gli appuntamenti di “Scavi aperti” (prenotazioni 0422.789443 e drm-ven.museoaltino@cultura.gov.it). Il prossimo sarà giovedì 21 novembre 2024, alle 15.30. Il parco archeologico sta infatti collaborando con l’università di Padova (e in particolare con la prof. Rita Deiana) che si occupa di fare prospezioni geofisiche mirate all’apertura dei saggi di scavo. “Le prospezioni geofisiche sono indagini che non prevedono scavi (per questo sono dette «non invasive») ma attraverso impulsi elettrici o magnetici inviati nel sottosuolo restituiscono una sorta di radiografia di quello che c’è sotto – spiega la direttrice Marianna Bressan – i dati raccolti vanno interpretati, perché la prospezione rileva tanto il manufatto antico quanto il manufatto moderno, come un semplice tubo del gas, ma permette di capire dove concentrare gli scavi”.

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Quartiere residenziale augusteo di Altino (Ve): il cantiere di scavo nella cloaca (foto drm-veneto)

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Frammento di oggetto in vetro colorato dalla cloaca dell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

La cloaca. La cloaca scoperta nel 2022 è un’infrastruttura sotterranea del quartiere urbano conservato nell’area archeologica del decumano. Questo quartiere fu uno dei primi a essere scoperto dell’Altino romana, negli anni Sessanta; successivamente fu interessato da scavi a più riprese, fino ai primi anni Novanta, senza che ne venissero esaurite le potenzialità archeologiche. Nel 2022, nell’ambito del progetto tutt’ora in corso, si è presentata l’occasione di riprendere a scavare. Da lì le sorprese inaspettate. Durante gli scavi è emerso il corpo di un imponente manufatto funzionale allo smaltimento idrico che ha permesso di raccontare i dettagli della vita quotidiana degli abitanti della zona. “Questo ultimo scavo – chiarisce Marianna Bressan – è avvenuto su un’area mai indagata prima, scelta per il suo potenziale e con un duplice obiettivo: procedere con la risistemazione dell’area già aperta al pubblico, con la speranza, ampiamente ripagata, di trovare qualcosa di nuovo”. E quel qualcosa di nuovo non si è fatto attendere troppo.

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Bottiglie in vetro dalla cloaca romana dell’area archeologica di Altino, esposte nella mostra “Modus vivendi” al museo Archeologico nazionale di Altino (foto vlman)

altino_archeologico_mostra-modus-vivendi_logoI reperti. I reperti più interessanti ritrovati nella cloaca sono esposti nella mostra “Modus vivendi” inaugurata a maggio 2023 e ancora visibile al museo (La mostra è stata ideata in collaborazione con il MUB – museo della Bonifica di San Donà di Piave e P.ET.R.A. soc. coop con il contributo di Regione del Veneto L.R. 17/2019 “Legge per la cultura”, annualità 2022 e di ministero della cultura Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali). Nella mostra si possono vedere recipienti di vetro di colori vivaci, suppellettili di ceramica decorata che facevano parte dell’arredo della casa ma anche un raro balsamario blu con inserti in foglia d’oro che serviva a contenere profumi o unguenti per la cura del corpo (in tutto l’Impero romano se ne conoscono soltanto nove di simili). Dall’allestimento facevano capolino tre coppette decorate che vivacizzavano la tavola imbandita e le lucerne, piccole lampade portatili ma anche gli oggetti “preziosi”, perle in pasta di quarzo, a forma di melone, che facevano parte di collane di uso quotidiano o l’ago, anch’esso di osso, che era una forcina per capelli.

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Area archeologica di Altino intressata dagli scavi (foto vlman)

altino_parco-archeologico_logo_azzurroGli scavi sono ripresi grazie a un finanziamento ad hoc erogato per la prima volta da parte del ministero della cultura, in particolare della direzione generale Musei, e destinato proprio a campagne di scavo nei parchi archeologici nazionali (svolti oggi ad Altino dalla SAP Società archeologica). Il museo archeologico e l’area archeologica di Altino inoltre sono infatti ufficialmente diventati un Parco archeologico. Con il decreto del ministero della Cultura di marzo scorso (il decreto di istituzione del Parco è il numero 57 del 15 marzo 2024) il percorso cominciato tre anni fa è arrivato a compimento dando la spinta definitiva al nuovo progetto.

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Marianna Bressan, già direttore del museo nazionale e area archeologica di Altino, è ora direttore del musei Archeologici di Venezia e della laguna (foto drm-veneto)

Sarà un “museo all’aperto”, che unirà dunque la parte attualmente contenuta nel museo Archeologico con quella degli scavi, in un unico percorso più fruibile al pubblico che racconterà la storia di un luogo e del suo paesaggio in tutti i suoi aspetti. “Ogni parco archeologico – commenta il direttore generale Musei prof. Massimo Osanna – è espressione di un sistema integrato che vede resti archeologici e paesaggio come elementi inseparabili, un contesto in cui la memoria storica si intreccia con il valore paesaggistico e ambientale, nello spirito della Costituzione. Il parco archeologico di Altino assume così un ruolo chiave nella ricerca, conservazione e valorizzazione di questo peculiare ambito territoriale, in un’ottica di promozione e fruizione sostenibile dei luoghi della cultura, in quella prospettiva di rete che caratterizza il nostro Sistema museale nazionale”. Il parco archeologico di Altino è inoltre stato inserito nel nuovo istituto dotato di autonomia speciale denominato Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna, che comprende anche il museo archeologico nazionale di Venezia, il museo di Palazzo Grimani, il futuro museo Archeologico nazionale della laguna di Venezia sull’isola del Lazzaretto vecchio. Il nuovo istituto è diretto da Marianna Bressan.

Venezia. Allo scavo archeologico della villa romana di Lio Piccolo un mese intenso di incontri, visite guidate, aperitivi archeologici nel segno dell’archeologia pubblica e dell’archeologia di comunità. Ecco il programma

venezia_lio-piccolo_eventi-giugno-2024_locandinaQuello di giugno 2024 sarà un mese intenso di incontri, visite guidate, aperitivi archeologici, promossi dal dipartimento di Studi umanistici dell’università Ca’ Foscari di Venezia, con il Comune di Cavallino Treporti e la soprintendenza di Venezia e laguna, nello scavo della Villa Marittima di Lio Piccolo, il più grande scavo archeologico stratigrafico di epoca romana condotto all’interno nella laguna di Venezia: il tutto nel segno dell’archeologia pubblica e dell’archeologia di comunità. E di “patrimonio partecipato” si parlerà proprio nell’incontro del 7 giugno 2024 con Monica Calcagno, Diego Calaon, Cinzia Dal Maso. Archeologi, studenti, amministratori, cittadini costruiscono insieme una storia contemporanea fatta di elementi antichi per immaginare un futuro sostenibile per il turismo e la residenzialità in un ambiente delicato e unico. Gli eventi sono gratuiti. È necessaria la prenotazione a: vivereacqua@unive.it. La prenotazione dà diritto al pass per il passaggio nella ZTRU (Zona Tutelata a Rilevanza Urbanistica) di Lio Piccolo. Per ragioni di tutela ambientale, l’accesso è consentito a 50 persone ad ogni evento. Ad ogni appuntamento sono consentiti gli accessi di 20 autovetture. Al momento della prenotazione si otterrà un voucher che permetterà l’accesso alla zona traffico limitato. L’accesso allo scavo avviene attraverso il piazzale dell’Agriturismo Le Saline (via della Sparesera 4, Lio Piccolo). Non sono ammesse autovetture se non quelle in possesso del pass. In caso di maltempo l’evento sarà annullato con una comunicazione via mail entro le 19 del giorno precedente. Per informazioni vivereacqua@unive.it.

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Veduta da drone dell’antico magazzino per il sale a Lio Piccolo nello scavo della villa romana del progetto Vivere d’acqua (foto unive)

Lo scavo. Un eccezionale conformazione dell’argine lagunare ha permesso di conservare un sito molto particolare: da terra, anche se in mezzo alle acque, è possibile scavare quasi all’asciutto, grazie all’ausilio delle pompe, le profonde strutture di epoca imperiale (a 3 metri sotto il livello di calpestio) di una “azienda” antica per la produzione del sale e per l’allevamento del pesce. La struttura era collocata proprio sulla spiaggia antica, sul lido di epoca romana, e si affacciava su un ampio canale che connetteva il porto della città antica di Altino con il mare, e la sua bocca di porto. Individuata già quasi 25 anni fa ad Ernesto Canal, negli ultimi tre anni la struttura è stata scavata da terra. Le strutture fanno riferimento a una serie di edifici complessi con un’ampia cronologia dal I al VI secolo d.C. Le strutture abitative e produttive hanno cambiato forma nel tempo, e la parte residenziale, di grande pregio, sembra essere stata sostituita presto da aree artigianali e di lavoro dove i lavoratori dell’epoca, gli schiavi, sapevano trarre i frutti migliori dagli spazi salati delle lagune litoranee. Lo scavo di Lio Piccolo ci racconta qualcosa di raro: abitare in quella che è la laguna attuale non significava stare in un luogo marginale e rifugiarsi per scappare dai pericoli. Significava piuttosto scegliere di stare dove le rotte marine incontravano quelle fluviali. Dove la solida terra lascia spazio ad un ambiente molle, umido, solo apparentemente inospitale ma ricco di risorse: sale, pesce, boschi litoranei, legno e avifauna. Significava abitare in un luogo dove la relazione con l’ambiente cangiante è imprescindibile. Studiare e narrare Lio Piccolo significa conoscerci un po’ meglio, conoscere meglio la complessità dell’abitato lagunare antico, conoscere meglio il non sempre facile rapporto tra uomo e natura.

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Una visita guidata allo scavo della villa romana di Lio Piccolo nella laguna di Venezia (foto unive)

Uno scavo aperto al pubblico. Le strutture archeologiche in corso di scavo sono collocate a una quota molto profonda, e per forza di cose dovranno essere ricoperte dal terreno stesso di scavo qualche settimana dopo la conclusione dei lavori di ricerca: questo è infatti l’unico modo per conservarle. Il team scientifico di Ca’ Foscari e l’amministrazione comunale di Cavallino Treporti, perciò, ha preso la decisione di trasformare il cantiere in un museo a cielo aperto, per permettere alla cittadinanza e ai visitatori di toccare con mano l’antico passato della laguna nord di Venezia, prima di Venezia. Si tratta di un evento unico, per comprendere letteralmente camminando dentro la storia come le donne e gli uomini antichi abbiano costruito, vissuto e prodotto in ambiente incomparabile, fatto quasi solo di acque. Ecco il programma.

Venerdì̀ 7 giugno 2024, alle 17: “Archeologia e Beni Culturali. Nuovi scenari possibili per un Patrimonio Partecipato. Il progetto NextGen Heritage” con Monica Calcagno, Diego Calaon, Cinzia Dal Maso e il team di CREST/CHANGES. Con aperitivo archeologico.

Sabato 8 giugno 2024, alle 17: “Alla ricerca della città Romana. Verso la nuova campagna di scavi dell’università̀ Ca’ Foscari Venezia – Venezia ad Altino” con Luigi Sperti, Eleonora Dalpozzo, Jacopo Paiano. Con aperitivo archeologico.

Domenica 9 giugno 2024, alle 11, apertura dello scavo al pubblico

Giovedì̀ 13 giugno 2024, alle 17: “Questa volta lo scavo lo faccio io!”, i bambini fanno gli archeologi. Visita archeologica “veri” presso l’area dello scavo. Visita archeologica per i genitori. Attività̀ di archeologia per i bambini 6-10 anni. Laboratorio su prenotazione.

Venerdì̀ 14 giugno 2024, alle 17, Giornate Europee dell’Archeologia: “Arrivano Nuove Notizie dalla Città: da Lio Piccolo a Altino” con Marianna Bressan (museo nazionale e area archeologica di Altino). Con aperitivo archeologico.

Sabato 15 giugno 2024, alle 17, Giornate Europee dell’Archeologia: “Tutela nella Laguna nord” con Sara Bini, della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Comune di Venezia e la laguna. Con aperitivo archeologico.

Giovedì̀ 20 giugno 2024, alle 17: “Ambiente lagunare: ville e sfruttamento delle risorse economiche in epoca romana: il caso di Lio Piccolo” con Marco Marchesini, Daniela Cottica, Fabio Lambertini. Giornate Europee dell’Archeologia: “Nuove scoperte: Le infrastrutture costiere degli Alberoni” con Cecilia Rossi, della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Comune di Venezia e la laguna. Con aperitivo archeologico.

Venerdì 21 giugno 2024, alle 17: “La villa marittima di Mutteron dei Frati a Bibione e il territorio circostante” con Maria Stella Busana, Alice Vacilotto. Con aperitivo archeologico.

Sabato 22 giugno 2024, alle 17: “Dall’archeologia alle Parole. Le storie di Lio Piccolo. Anteprima di Stampa: Abitare la sparesera AD 1689” con Pietro Santostefano, Sandro Bergamo. Con aperitivo archeologico.

Domenica 23 giugno 2024, alle 11: “Dall’archeologia alle Parole. Le storie di Lio Piccolo. Documenti e memorie del litorale” con Antonio Padovan. Con aperitivo archeologico.

Giovedì 27 giugno 2024, alle 17: “Fiumi delta e lagune: un sistema portuale prima di Roma” con Giovanna Gambacurta.

Venerdì 28 giugno 2024, alle 16.30: la “Carta di Altino” in visita a Lio Piccolo. Visita Archeologica Guidata allo scavo. Segue la presentazione del libro di Galatea Vaglio: “Afrodite. La verità della Dea” (Giunti Editore) con Marco Paladini che dialoga con l’autrice. Con aperitivo archeologico.

Sabato 29 giugno 2024, alle 17: “Lo scavo subacqueo del Sito di Lio Piccolo dell’università̀ Ca’ Foscari – Venezia” con Carlo Beltrame, Elisa Costa. A seguire la Festa di chiusura dell’attività̀ del 2024. Intervengono il sindaco del Comune di Cavallino Treporti, l’assessore alla Cultura, il direttore del dipartimento di Studi umanistici di Ca’ Foscari; la Prorettrice alla Terza Missione. Teatro con I Frullatorio DJ set.

Venezia. Con la nomina a direttore di Marianna Bressan sono nati ufficialmente i musei Archeologici nazionali di Venezia e della Laguna

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Marianna Bressan, già direttore del museo nazionale e area archeologica di Altino, è ora direttore del musei Archeologici di Venezia e della laguna (foto drm-veneto)

Con la nomina a direttore di Marianna Bressan (vedi Roma. Entrati in ruolo i vincitori del corso – concorso per dirigente tecnico del ministero della Cultura: ecco l’elenco dei nuovi direttori di musei e luoghi della cultura sul territorio o di uffici centrali della direzione generale Musei | archeologiavocidalpassato) sono nati ufficialmente i musei Archeologici nazionali di Venezia e della Laguna. Ne fanno parte il museo Archeologico nazionale di Venezia, Palazzo Grimani a Venezia, il museo Archeologico nazionale del Lazzaretto vecchio e il parco archeologico di Altino con il Museo. Il nuovo istituto, dotato di autonomia speciale, sarà diretto da Marianna Bressan, vincitrice del I corso-concorso per dirigenti tecnici del ministero della Cultura. Specializzata e dottore di ricerca in Archeologia classica all’università di Padova, dal 2012 ha lavorato come funzionaria archeologa per le soprintendenze di Padova e Venezia, il parco archeologico di Sibari e la direzione generale Musei. Dal 2019 al 2023 ha diretto il museo nazionale e area archeologica di Altino (Ve).

Roma. Entrati in ruolo i vincitori del corso – concorso per dirigente tecnico del ministero della Cultura: ecco l’elenco dei nuovi direttori di musei e luoghi della cultura sul territorio o di uffici centrali della direzione generale Musei

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Il ministro Gennaro Sangiuliano ha dato il benvenuto ai 49 nuovi dirigenti tecnici immessi nei ruoli del ministero della Cultura (foto mic)

Il 6 maggio 2024 il ministro Gennaro Sangiuliano ha dato il benvenuto ai 49 nuovi dirigenti tecnici immessi nei ruoli del ministero della Cultura, selezionati attraverso un corso-concorso. E qualche giorno dopo 17 di loro sono stati nominati nuovi direttori di altrettanti musei e luoghi della cultura sul territorio o di uffici centrali della direzione generale Musei. Ecco l’elenco ufficiale.

Direzione generale Musei

Servizio II. Sistema museale nazionale e valorizzazione del patrimonio culturale:
Roberto Vannata

Servizio III. Fruizione e comunicazione del patrimonio culturale:
Luca Mercuri

Abruzzo
Musei archeologici nazionali di Chieti – Direzione regionale Musei nazionali Abruzzo:
Massimo Sericola

Basilicata
Musei e parchi archeologici di Melfi e Venosa:
Tommaso Serafini

Emilia Romagna
Musei nazionali di Ravenna:
Andrea Quintino Sardo

Lazio
Direzione regionale Musei nazionali Lazio:
Elisabetta Scungio

Museo nazionale etrusco di Villa Giulia:
Luana Toniolo

Musei e parchi archeologici di Praeneste e Gabii:
Martina Almonte

Lombardia
Direzione regionale Musei nazionali Lombardia:
Rosario Maria Anzalone

Museo nazionale dell’Arte digitale:
Maria Paola Borgarino

Piemonte
Residenze reali sabaude – Direzione regionale Musei nazionali Piemonte:
Filippo Masino

Sardegna
Direzione regionale Musei nazionali Sardegna:
Valentina Uras

Toscana
Museo archeologico nazionale di Firenze:
Daniele Federico Maras

Ville e residenze monumentali fiorentine:
Federica Bergamini

Musei nazionali di Pisa:
Massimo Dadà

Parchi archeologici della Maremma:
Leonardo Bochicchio

Veneto
Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna:
Marianna Bressan

Roma. Al Collegio Romano (e in diretta su YouTube) il convegno “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”: in due giornate illustrati e discussi circa 40 progetti con oltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi

roma_mic_convegno-allestire-l-archeologia_locandinaOltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi si riuniscono il 26 e il 27 febbraio 2024 a Roma, al ministero della Cultura, al Collegio Romano, per il convegno organizzato dalla direzione generale Musei “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”. Nel corso delle due giornate verranno illustrati e discussi circa 40 progetti, studiati per realizzare ex novo o per rinnovare gli allestimenti di altrettanti musei e parchi archeologici nazionali di tutta Italia. I lavori si concluderanno con una tavola rotonda, coordinata da alcune tra le personalità attualmente più competenti per animare il dibattito intorno all’intreccio tra ricerca, comunicazione e musei. Diretta sul canale YouTube del Ministero della Cultura ai seguenti link: 26 febbraio https://www.youtube.com/watch?v=tXYIwEtPCUo ; 27 febbraio https://youtube.com/live/MT5Q9kEkrkY. Finanziati con gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (M1C3 Cultura 4.0), talora messi a sistema con altri finanziamenti del ministero della Cultura, i nuovi allestimenti dovranno saper rispondere a molteplici esigenze: la chiarezza, per veicolare nitidamente informazioni selezionate, con il ricorso, secondo opportunità, anche a supporti digitali; l’accessibilità, per includere ogni persona che intraprenda la visita; la sostenibilità, per inserirsi nel ciclo di conservazione e rigenerazione delle risorse del pianeta; la flessibilità e la praticità, per agevolare la rotazione delle collezioni esposte e la continuità della ricerca; l’estetica, per contribuire al benessere durante la permanenza; l’originalità, per permettere a ciascun contesto di emergere nella sua specificità e diversità. I contenuti scientifici e storici relativi al patrimonio archeologico trovano un decisivo canale di espressione negli allestimenti permanenti dei musei e dei parchi archeologici, attraverso i quali in pochi anni cambieranno l’impatto, l’attrattività e l’efficacia della comunicazione archeologica in Italia.

LUNEDÌ 26 FEBBRAIO 2024. Sala Spadolini: alle 9.30, saluti istituzionali. SESSIONE MATTUTINA “Paradigmi per il cambiamento”, presiede Alfonsina Russo. Alle 10, Andrea Viliani, “Museo delle Civiltà, il museo antropologico contemporaneo come ecosistema: nuovi allestimenti per esperienze accessibili e plurali, multidisciplinari e interspecie”; 10.15, Filippo Demma, Serena Guidone, Camilla Brivio, “#sibarinprogress: per una museologia del provvisorio”; 10.30, Andrea Bruciati, “Variae, Multiplices et Multiformes: le VILLÆ”; 10.45, Lorenza Campanella, Santino Alessandro Cugno, “MUVI Appia: il museo virtuale del Parco archeologico dell’Appia Antica. Opportunità e prospettive attraverso l’esempio offerto dal contesto delle tombe della via Latina”; 11, pausa.

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Nuovo allestimento del museo nazionale del Paleolitico di Isernia (foto mic)

“Nuovi allestimenti per la Preistoria”: alle 11.30, Pierangelo Izzo, Annarosa Di Nucci, Carlo Peretto, “Il riallestimento del Museo nazionale del Paleolitico di Isernia: tra archeologia, architettura, arte e design”; 11.45, Mari Hirose, Verena Frignani, Alessandro Sartori, “Un nuovo progetto di allestimento per il Museo archeologico nazionale di Mantova”. “Magna Grecia accessibile”: alle 12, Tiziana D’Angelo, Antonella Manzo, Teresa Marino, “Musei per tutti: nuovi progetti di allestimento, fruizione e accessibilità a Paestum”; 12.15, Fabrizio Sudano, Giuseppina Cassalia, Antonino Giordano, Elena Nicolò, Claudia Ventura, “Spazi inclusivi al MArRC: percorsi e strumenti narrativi per l’eliminazione delle barriere all’accessibilità culturale del patrimonio archeologico”; 12.30, dibattito; 13, pausa. SESSIONE POMERIDIANA “Terre etrusche”, presiede Simone Verde. Alle 14, Denise Tamborrino, Patrizia Cirino, Federica Timossi, Fabio Fornasari, “Patrimonio vivo: contemporaneità ed inclusione. Il nuovo riallestimento del Museo nazionale etrusco di Marzabotto”; 14.15, Giorgio Rocca, Alessandro Nocentini, “Verso la valorizzazione del patrimonio etrusco a Orvieto: dalla Necropoli al Museo”; 14.30, Alessandra Gobbi, Gabriella Musto, Daniela Borgese, “Percorsi veienti”; 14.45, Maria Cristina Tomassetti, Vincenzo Bellelli, Agostino Caterina, Melania Bisegna, “Il Museo archeologico nazionale di Tarquinia: work in progress”; 15, Lara Anniboletti, Giorgio Pala, Paolo Monesi, “Il progetto di riqualificazione e riallestimento del Museo archeologico nazionale di Civitavecchia”; 15.15, Mario Iozzo, Barbara Arbeid, “Il progetto di riallestimento del Museo archeologico nazionale di Firenze: 67 anni dopo l’alluvione del 1966”; 15.30, pausa.

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L’edificio che ospita il museo delle Navi romane di Nemi (foto mic)

“Emersi dall’acqua”: alle 16, Daniela De Angelis, Andrea Mandara, “Il nuovo allestimento del Museo delle Navi Romane di Nemi. Passato, presente e futuro”; 16.15, Andreina Contessa, Marta Novello, Francesca Condò, “Il nuovo Museo nazionale di Archeologia subacquea dell’Alto Adriatico di Grado (GO)”; 16.30, Daniele Ferrara, Maria Letizia Pulcini, Giulia Passante, Annunziata Genchi, “Da Hospitale a Museo. La nascita del nuovo Museo archeologico nazionale della Laguna di Venezia”; “Oltre l’Antico”: alle 16.45, Angela Borzacconi, “Il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli: nuove forme per consolidate identità. Rigenerazione di uno spazio espositivo che racconta le radici dell’Europa altomedievale”; 17, Alessandra Mongelli, Claudia Lucchese, “Alla corte del tempo. Costruire nuovi percorsi di visita al Castello Svevo di Bari fra esperienze immersive e allestimenti archeologici”; 17.15, dibattito.

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Il suggestivo allestimento della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

MARTEDÌ 27 FEBBRAIO 2024. Sala della Crociera: SESSIONE MATTUTINA “Sinergie moltiplicatrici”, presiede Francesca Cappelletti. Alle 9.30, Gabriele Nannetti, Ada Salvi, Federico Salvini, Jacopo Tabolli, Guglielmo Malizia, Roberto Vannata, “Dall’acqua al Museo: oltre la scoperta del santuario di Bagno Grande. Progetti e prospettive per il futuro Museo archeologico nazionale di San Casciano dei Bagni”; 9.45, Valeria Acconcia, Lara Anniboletti, Claudio Borgognoni, Alessandra Gobbi, Daniela Quadrino, Ursula Piccone, “Antichi popoli italici: dalla mostra temporanea al Museo archeologico nazionale di Veroli”; 10, Pietro Copani, Vincenzo Corrado, Anita Rocco, “Il nuovo Museo archeologico nazionale di Canosa di Puglia nell’edificio scolastico Mazzini”; 10.15, Massimo Osanna, Luigi La Rocca, Paolo Desideri, “Il Museo pompeiano al Real Albergo dei Poveri a Napoli”; 10.30, pausa. “Allestire l’archeologia in situ”: alle 11, Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Paola Quaranta, “Sotto un’altra luce. Progetti di accessibilità e innovazione tecnologica nel Parco archeologico del Colosseo”; 11.15, Alessandro D’Alessio, Cristina Genovese, “Spazi da esporre, spazi per esporre: i nuovi progetti di allestimento del Parco archeologico di Ostia antica”; 11.30, Enrico Rinaldi, Pierangelo Izzo, Michele Laurenzana, Lorenzo Romacciato, “Strategie innovative per i vari livelli di accessibilità nel Parco archeologico di Sepino”; 11.45, Marianna Bressan, Elisabetta Baldan, Francesca Farroni Gallo, “Allestire per aggregare. I progetti in corso ad Altino (Venezia)”; 12, Alessandra Guerrini, Marcella Mancusi, Massimo Molinelli, Antonella Traverso, “Museo nazionale e zona archeologica di Luni. L’accessibilità fisica e cognitiva: i progetti in corso”; 12.15, dibattito; 13, pausa.

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Depositi del museo Archeologico nazionale di Aquileia: Massimo Osanna, direttore generale musei; Andreina Contessa, direttrice regionale Musei del Friuli Venezia Giulia; Marta Novello, direttrice Man Aquileia (foto drm-fvg)

SESSIONE POMERIDIANA “Allestire l’archeologia nei musei”, presiede Luigi La Rocca. Alle 14, Stéphane Verger, “Presentazione del progetto “Urbs, dalla città alla campagna romana” e il nuovo percorso espositivo del Museo Nazionale Romano”; 14.15, Marta Novello, Elena Braidotti, Annalisa de Franzoni, Ilaria Fedele, “I nuovi depositi del Museo archeologico nazionale di Aquileia: strategie per una nuova narrazione museale”; 14.30, Daniele Ferrara, Annunziata Genchi, Marcella De Paoli, “Museo archeologico nazionale di Venezia. Il volto classico della Serenissima”; 14.45, Massimo Osanna, Francesco Sirano, Marialucia Giacco, Laura Forte, “Il progetto di riallestimento della Villa dei Papiri di Ercolano”; 15, Luigi Gallo, Diego Voltolini, “Restaurare, rifunzionalizzare, innovare. Il masterplan di intervento sul Museo archeologico nazionale delle Marche”; 15.15, Silvia Casciarri, Francesco Di Lorenzo, Silvia Dainese, Stefano Gris, “Nuovi percorsi espositivi al Museo archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto”; 15.30, pausa.

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Rendering dei nuovi allestimenti del museo Archeologico di Stabia “Libero d’Orsi” (foto parco archeologico di pompei)

“Allestire l’archeologia nei musei”: alle 16, Addolorata Bilardi, Antonio Salerno, Marco Magni, Valeria Parisi, “Il Museo archeologico di Calatia a Maddaloni (CE): nuove opportunità espressive del sistema spazio-collezione-tecnologia”; 16.15, Maria Rispoli, “Il progetto di ampliamento del Museo archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: il museo che indaga e interpreta”; 16.30, Annamaria Mauro, “La rete museale statale della Basilicata. Nuovi orizzonti: accessibilità, inclusione e fruizione dei luoghi e delle collezioni”; 16.45, Francesco Muscolino, Luana Toniolo, Luciano Cannas, “Spazi ripensati: il nuovo allestimento del Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari”; 17, Tavola rotonda conclusiva: interverranno prof. Nadia Barrella, università della Campania “Luigi Vanvitelli”; prof. Maria Luisa Catoni, IMT Scuola Alti Studi Lucca; prof. Paolo Coen, università di Teramo; arch. Mario Cucinella. Mario Cucinella Architects; prof. Christian Greco, Museo Egizio di Torino; prof. Carlo Rescigno, università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Modera prof. Massimo Osanna, direttore generale Musei.

Altino (Ve). Marianna Bressan, dopo quattro anni e mezzo, chiude il suo incarico alla direzione del museo nazionale e dell’area archeologica. Nell’annunciarlo, traccia un breve bilancio, con qualche ricordo, qualche ringraziamento e qualche auspicio (il parco archeologico)

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Marianna Bressan, direttrice del museo Archeologico nazionale e dell’area archeologica di Altino (foto graziano tavan)

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Il giardino del museo Archeologico nazionale di Altino: è l’rea dove è stato scoperto il santuario del dio Altino (foto drm-veneto)

“Quattro anni e mezzo di lavoro intenso e appassionante”: così Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e dell’area archeologica di Altino (Ve), sintetizza il suo mandato nell’annunciare la conclusione del suo incarico il 30 maggio 2023. “Nuove sfide mi impegnano altrove, ma un pezzetto di cuore resta ad Altino, città sepolta e paesaggio immobile, museo del passato e parco del futuro”. E traccia un breve bilancio, con qualche ricordo, qualche ringraziamento e qualche auspicio. “Dal 2019, sotto l’occhio severo degli Antenati Altinati, con una squadra di colleghi esigua di numero, ma forte nelle competenze e nella passione, e rafforzatasi strada facendo, abbiamo lavorato per riallacciare i fili allentati tra istituto nazionale e territorio, tra archeologia e paesaggio, tra patrimonio archeologico e persone” (vedi Altino (Ve). Marianna Bressan, direttrice del museo Archeologico nazionale, presenta “Stratigrafie sonore”, installazione sonora e visiva degli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, che arricchisce la mostra “Antenati, Altinati” e dà voce agli antichi altinati sepolti lungo le vie consolari che entravano in Altino | archeologiavocidalpassato).

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Nell’area del quartiere residenziale augusteo dell’area archeologica di Altino (Ve) scoperte tracce di strutture piro-tecnologiche (foto drm-veneto)

altino_archeologico_mostra-modus-vivendi_logo“Nei due anni di pandemia”, ricorda Bressan, “quando non si poteva aprire al pubblico, abbiamo approfittato per progettare e gettare le basi dei lavori, di cui oggi si vedono i primi frutti. Il progetto di allestimento della sezione della necropoli romana, scritto con De Paoli De Franceschi Baldan architetti, è concluso e i lavori avviati. Le aree archeologiche hanno conosciuto nuovi scavi (a cura di P.ET.R.A. società cooperativa) e i primi risultati sono esposti nella mostra “Modus vivendi” in collaborazione con il museo della Bonifica di San Donà di Piave e la Regione del Veneto (vedi Altino. Al museo nazionale e area archeologica “Modus vivendi”: giornata speciale per la Notte europea dei Musei. Visita allo scavo della cloaca, inaugurazione mostra sulla vita quotidiana nella città antica attraverso i reperti da poco scoperti, apertura serale straordinaria | archeologiavocidalpassato). Il nuovo deposito in Sala Colonne è allestito e operativo, mentre un profondo riordino è in corso nei depositi storici, grazie alla collaborazione della ditta Malvestio & C. snc con Giovanna Sandrini e Silva Bernardi. L’area della città antica è stata dichiarata di interesse archeologico e, in virtù del vincolo, alcuni terreni sono stati acquisiti alla proprietà demaniale e per altri si sono avviate le trattative. Abbiamo concesso in uso agrario i terreni privi di resti archeologici a vista, indicando in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna rigorose prescrizioni di tutela, e individuato come concessionario Anticamente – Pane coraggioso e farine combattenti, giovane azienda agricola del territorio che fa agri-cultura“.

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Rendering dello spazio riorganizzato davanti all’Altino Lab nel progetto dello Studio di Architettura ddba

“L’attenzione intorno al sito – continua la direttrice uscente – si è risvegliata, anche grazie al lavoro della nostra social media manager Eleonora Brunori, del nostro Ufficio Stampa Alice D’Este, dell’immagine coordinata curata da Mirko Visentin. Il ministero della Cultura, cui l’istituto altinate afferisce, ha investito per svilupparne le potenzialità culturali, sociali ed economiche e nel 2021 l’ha finanziato come cantiere della cultura. Grazie a questi fondi, nel giro di pochi mesi Altino diventerà più accessibile anche per le persone con disabilità in virtù dello studio di Francesca Farroni, nelle aree archeologiche si aggiorneranno percorsi e arredi, si costruirà un nuovo deposito, che – come la Sala Colonne – sarà un luogo aperto alla ricerca e al pubblico, e porterà nuova linfa al comparto novecentesco del museo, composto da AltinoLab, dai depositi storici e dal loro nesso con l’area archeologica (progetto De Paoli De Franceschi Baldan architetti). Stiamo lavorando al GIS di Altino con Archeozoom di Alessandro Pellegrini e al sistema informativo correlato con Sputnik”.

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Un animato laboratorio didattico al museo Archeologico nazionale di Altino (foto museo di Altino)

“Abbiamo cercato di metterci in sintonia con le persone”, sottolinea Bressan. “Bambine e bambini, persone con disabilità, persone interessate non specialiste, studiosi e studiose: abbiamo messo a disposizione professionisti di didattica museale per le esigenze di ciascuno (Studio D archeologia didattica museologia, Tramedistoria), attivato l’abbonamento al Museo, programmato il calendario degli eventi mese per mese. Ci siamo divertiti con l’archeologia sperimentale di Tramedistoria all’AltnoFest (vedi Al museo nazionale e area archeologica di Altino (Ve) l’artigianato dei Veneti antichi prende vita ad Altino-fest, il primo festival di archeologia imitativa. Quattro laboratori aperti a tutti (argilla, ambra, lamina, tessitura) e due forni per la fusione del bronzo e la lavorazione del vetro | archeologiavocidalpassato), con la

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Danza e lirica tra i reperti al museo Archeologico nazionale di Altino con gli artisti di Fuoriclassico (foto drm-veneto)

danza di Fuoriclassico APS, con la mostra fotografica di associazione IRIS APS, con la performance visiva e sonora di Accademia di Belle arti di Venezia, come lo faremo il 17 giugno 2023 con l’oculus realizzato in collaborazione con BigRock e Fondazione di Venezia. Tutte le manifestazioni performative hanno sempre avuto un’unica direzione artistica: intrecciarsi sempre con il patrimonio archeologico altinate, rappresentare un linguaggio diverso, insolito, inaspettato per comunicarlo. Abbiamo camminato al fianco del Comune di Quarto d’Altino (vedi Altino. Si inaugura la pista ciclo-pedonale che porta al museo nazionale, step importante verso il parco archeologico | archeologiavocidalpassato), lavorato con tutte le scuole e in particolare con l’IC Roncalli di Quarto d’Altino, iniziato un percorso di sviluppo turistico grazie allo studio in corso a cura di Sophia Management”.

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Suggestiva immagine del museo Archeologico nazionale di Altino ai margini della laguna di Venezia (foto drm-veneto)

A Marianna Bressan rimane un sogno: “Per ora nel cassetto – ammette -, non ancora realizzato: trasformare l’istituto da museo nazionale e area archeologica di Altino a parco archeologico di Altino. L’istanza è depositata presso gli uffici preposti del ministero della Cultura, non resta che attendere la decisione in merito, con le dita incrociate (vedi Parco archeologico di Altino: presentato il progetto finanziato dal Mic che fonde museo e area archeologica in un unico percorso più fruibile al pubblico per raccontare la storia di un luogo e del suo paesaggio speciale. Due anni per realizzarlo | archeologiavocidalpassato). Le persone che ho incontrato durante questi anni, colleghi e colleghe del Museo, professioniste e professionisti esterni all’ufficio, sono state decisive per raggiungere questi risultati. A ognuna di loro, una per una, va il mio più riconoscente ringraziamento, in particolare a quelle tra loro che hanno contribuito ogni giorno a creare e mantenere un clima sereno, che ci ha permesso di lavorare in armonia nonostante le difficoltà e i sovraccarichi”.

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Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino (foto graziano tavan)

È il momento dei saluti. “Buon lavoro a chi verrà e buona Altino a tutte e tutti voi, visitatori e visitatrici, studiosi e appassionati, cittadini del territorio e del mondo. Questo patrimonio è di tutti e di ciascuno, e solo con la nostra cura quotidiana e costante si potrà dire veramente valorizzato nel presente e trasmesso alle generazioni future”.

Altino. Al museo nazionale e area archeologica “Modus vivendi”: giornata speciale per la Notte europea dei Musei. Visita allo scavo della cloaca, inaugurazione mostra sulla vita quotidiana nella città antica attraverso i reperti da poco scoperti, apertura serale straordinaria

altino_archeologico_eventi-13-maggio_locandinaLa Notte Europea dei Musei al museo nazionale e area archeologica di Altino si festeggia alla grande. Sabato 13 maggio 2023 è in programma una giornata ricca di eventi. Si inizia alle 17.30, con “Modus Vivendi – Lo scavo”: visita allo scavo della cloaca, scoperta durante le indagini archeologiche del 2022, a cura della direttrice Marianna Bressan. La visita, su prenotazione, è gratuita per gli abbonati e ha il costo di 1 euro per gli altri. Quindi alle 19, “Modus vivendi”: inaugurazione della mostra “Modus vivendi”, evocativo allestimento di una selezione di reperti provenienti dalla cloaca scoperta con gli scavi del 2022. La mostra è stata curata dal museo nazionale e area archeologica di Altino, in collaborazione con il museo della Bonifica di San Donà di Piave, Petra soc. coop. e co-finanziato dalla Regione Veneto (L.R. 17/2019 “Legge per la cultura” annualità 2022) e dal ministero della Cultura – Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali. Coordinamento scientifico e testi: Marianna Bressan. Collaborazione scientifica: Francesca Ballestrin, Leonardo Bernardi, Sara Campaner, Paolo Marcassa, con il contributo di Francesca Mombelli. L’evento è gratuito per gli abbonati e incluso nel biglietto d’ingresso per gli altri. Infine, dalle 19 alle 22, “Notte Europea dei Musei”: il museo di Altino festeggia la Notte Europea dei Musei con un’apertura serale straordinaria, con ingresso a 1 euro.

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Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino (foto graziano tavan)

Mostra “Modus vivendi”. Una tavola imbandita, una luce fioca e diverse persone vestite in modo elegante in attesa della cena. Tra i reperti emersi dalla cloaca scoperta nel 2022 nell’area archeologica di Altino non manca davvero nulla per immaginare quei momenti. La vita quotidiana si svela attraverso gli oggetti e racconta un mondo. Ci sono i profumi e gli unguenti per la cura del corpo, le perle in pasta di quarzo che ornavano collane e pendenti, le forcine per capelli dalle quali scendevano fili colorati ma anche le lucerne (piccole lampade portatili) decorate che servivano ad illuminare gli ambienti chiusi, diverso vasellame in ceramica o vetro, pettini di legno di bosso e perfino pedine, gocce di vetro blu e nero, per «giocare» nel tempo libero e un calamaio (probabilmente prodotto nel sud della Gallia). “Questa mostra è per noi il primo passo per condividere con i nostri visitatori quello che è emerso dagli scavi in corso”, spiega Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino, “si tratta di una selezione di reperti che ci permettono di raccontare la vita quotidiana altinate ma allo stesso tempo la rivoluzione che sta avvenendo al Museo. Grazie alle collaborazioni con gli enti istituzionali e privati l’accesso agli scavi sarà sempre più agile e la conoscenza delle scoperte sarà sempre più accessibile e approfondita in vista della nascita del Parco Archeologico”.

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Frammento di oggetto in vetro colorato dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

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Lucerna dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

I reperti. La mostra partirà proprio dagli oggetti di uso quotidiano, che in una sorta di istantanea del I secolo d.C. saranno in grado di raccontare la vita delle persone che frequentavano il quartiere. I reperti saranno esposti in un allestimento evocativo, pensato per mostrare al pubblico gli oggetti rinvenuti sul fondo della cloaca scoperta con gli scavi del 2022. Ci sono recipienti di vetro di colori vivaci, suppellettili di ceramica decorate che facevano parte dell’arredo della casa ma anche un raro balsamario blu con inserti in foglia d’oro che serviva a contenere profumi o unguenti per la cura del corpo. In tutto l’Impero romano se ne conoscono soltanto nove di simili, ma questo è l’unico che proviene con sicurezza da un contesto archeologico urbano datato con precisione. La mostra esporrà inoltre tre coppette decorate che vivacizzavano la tavola imbandita e le lucerne, piccole lampade portatili, qui in due esemplari decorati a rilievo. Non mancano gli oggetti “preziosi”. Le perle in pasta di quarzo, a forma di melone, che facevano parte di collane. L’ago, anch’esso di osso era una forcina per capelli: i fori potevano accogliere piccole spille di metallo o fili colorati, per impreziosire le acconciature femminili.

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Una perla dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

La dieta e l’ambiente. I resti vegetali e animali che, insieme agli oggetti, si sono conservati sul fondo della cloaca grazie alle condizioni di forte umidità, sono, oggi, eloquenti testimoni del modo di vivere dei nostri antenati altinati. Ci sono ad esempio resti di suini in giovane età con tracce di macellazione su alcune mandibole che fanno intuire l’apprezzamento di tagli di carne particolari, come il “guanciale” ma la dieta includeva parecchi molluschi di mare: ostriche, murici, canestrelli. Questo possibilità di lettura del passato ha ispirato l’idea della collaborazione tra il museo nazionale e area archeologica di Altino e il MUB – Museo della Bonifica di San Donà di Piave: il primo custodisce la memoria degli abitanti dell’area altinate nel millennio a cavallo della nostra era, il secondo conserva le attestazioni delle tradizioni culturali e materiali di età moderna dei territori restituiti con le bonifiche ottocentesche; i due sono dunque legati da un filo sottile e resistente, che cuce tra loro manifestazioni lontane della vita umana, nelle somiglianze e nelle differenze.

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Lucerna dalla cloaca scoperta nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

La cloaca. La cloaca scoperta nel 2022 è un’infrastruttura sotterranea del quartiere urbano conservato nell’area archeologica del decumano. Questo quartiere fu uno dei primi a essere scoperto dell’Altino romana, negli anni Sessanta; successivamente fu interessato da scavi a più riprese, fino ai primi anni Novanta, senza che ne venissero esaurite le potenzialità archeologiche. Nel 2022, nell’ambito del progetto tutt’ora in corso, che mira a qualificare Altino come parco archeologico, si è presentata l’occasione di riprendere a scavare. Ad occuparsi degli scavi è stata la società P.ET.R.A. soc. coop (direzione lavori Massimo Dadà della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna). Da lì le sorprese inaspettate. Quello che all’inizio sembrava un residuo di muretti mal conservati si è rivelato il corpo di un imponente manufatto funzionale allo smaltimento idrico che ha permesso e oggi di raccontare i dettagli della vita quotidiana degli abitanti della zona.

Altino. Riapre al pubblico l’area archeologica: la porta approdo “si svela” senza copertura, nuova cartellonistica. Riprendono gli scavi. E al museo c’è “Altino a puntate”. La direttrice Bressan: “Primi passi verso il parco archeologico”

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La porta d’approdo, senza la tensostruttura per la visione al pubblico, nell’area archeologica di Altino (foto drm-veneto)

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Nuova cartellonistica all’ex museo Archeologico di Altino (foto drm-veneto)

Riapre al pubblico, sabato 1° aprile 2023, l’area archeologica di Altino (Ve) che si mostrerà “rimessa a nuovo”. In queste settimane infatti alla sostituzione delle balaustre in legno e della scalinata dell’area archeologica del decumano ma ad accogliere i visitatori ci sarà una nuova cartellonistica con la grafica del museo: si vedranno le antiche pavimentazioni e la porta approdo finalmente liberata della tensostruttura che ne rendeva complicata la visita ma anche la già conosciutissima Casa della Pantera e presto anche la cloaca di recente scoperta. “Si vedono i primi passi di un percorso a lungo termine di quello che sarà il parco archeologico di Altino”, dice Marianna Bressan, direttrice del museo nazionale e area archeologica di Altino (direzione regionale Musei Veneto): “le aree archeologiche stanno cambiando pelle e questo è solo l’inizio di un percorso di cambiamento che sarà ancora a medio termine e rivoluzionerà la fruizione degli spazi”.

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Visite guidate nel cantiere aperto dell’area residenziale di Altino con l’iniziativa “Scavi Aperti” (foto drm-veneto)

Contestualmente alla riapertura ricominceranno gli scavi in vista della creazione di un allestimento ad hoc della parte della cloaca pensato per lasciarla a vista per la pubblica fruizione. Scoperta negli scavi più recenti la cloaca è un’infrastruttura a volta (di cui sono rimasti alcuni mattoni d’attacco) con spallette, anche quelle in mattoni alte un metro e mezzo ben visibili e una pavimentazione di lastroni di trachite. Sul fondo, durante gli scavi, sono emersi oggetti di uso quotidiano, pettini, oggetti in osso per la cura del corpo, vasellame da mensa e piccole lucerne decorate, oggetti in osso per la cura del corpo, frammenti in vetro, piccoli strumenti in bronzo, pezzi di attrezzi da artigiani (come ad esempio un manico di mannaia) finiti nella fognatura attraverso gli ampi tombini dell’epoca.

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“Altino a puntate”: visite guidate al museo Archeologico nazionale di Altino (foto drm-veneto)

Intanto anche nella sede del Museo continuano le novità: mentre gli esterni sono stati impreziositi con nuovi reperti lapidei (la stele di Axia, la base di statua onoraria di Carminio) è cambiato anche l’approccio al pubblico. Tra le altre iniziative è partita infatti una nuova modalità di visita, “Altino a puntate” organizzata come una sorta di serie tv: ad episodi. “Offriamo una visita al mese a cura del personale del museo e un’altra con me nei depositi o in scavo”, spiega Bressan. “Questo ha avuto l’effetto immediato di fidelizzare le persone, che si sono abbonate per seguire gli appuntamenti fissi”. La fidelizzazione insomma sta funzionando, anche a giudicare dai dati degli abbonamenti raddoppiati rispetto al 2023. I lavori sono nati nell’ambito del Grande Progetto Beni Culturali con il quale il ministero della Cultura ha finanziato le attività necessarie a trasformare Altino in un parco archeologico, sono stati affidati alla ditta PETRA di Padova con la direzione lavori di Massimo Dadà della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e laguna.

8 marzo 2023, Giornata internazionale della donna: non solo ingresso gratuito per le donne. Ecco alcune iniziative da Cividale ad Agrigento. Qualche idea anche da enti civici o privati

ministero-cultura_8-marzo-2023_locandinaMercoledì 8 marzo 2023, Giornata internazionale della donna, su proposta del ministro della Cgiornata ultura, Gennaro Sangiuliano, l’ingresso per le donne in musei, parchi archeologici, complessi monumentali, castelli, ville e giardini storici e altri luoghi della cultura statali sarà gratuito. Numerose iniziative sono state organizzate per sensibilizzare e riflettere sull’importanza culturale della Giornata. Ecco qualcuna, da Nord a Sud.

cividale_archeologico_8-marzo_locandinaCIVIDALE Al museo Archeologico nazionale mercoledì 8 marzo 2023 un regalo Speciale per donne Speciali: ingresso gratuito con la possibilità di usufruire di due visite guidate: alle 10.30 e alle 16.

altino_archeologico_8-marzo_locandinaALTINO Al museo Archeologico nazionale oltre all’ingresso gratuito per le donne durante tutta la giornata, sono in programma importanti novità: alle 17, sarà inaugurata la nuova sala conferenze, alla presenza della direttrice Marianna Bressan, del sindaco del Comune di Quarto d’Altino Claudio Grosso e di Cristina Gasparini, assessore alla cultura del Comune di Quarto d’Altino. Per l’occasione è prevista una conferenza di Francesca Ghedini, professoressa emerita di Archeologia classica all’università di Padova, dal titolo: “Donne di potere nella Roma Imperiale”. Seguirà un brindisi a cura del Comune di Quarto d’Altino e della Pro loco di Quarto d’Altino. L’evento, su prenotazione, è gratuito per le donne e gli abbonati, mentre è incluso nel biglietto d’ingresso per tutti gli altri. Info: drm-ven.museoaltino@cultura.gov.it | 0422789443.

ravenna_classis_8-marzo_locandinaRAVENNA Al Museo Classis: la fortuna è donna? In occasione della Festa della Donna, mercoledì 8 marzo 2023, ingresso ridotto per tutte le donne al Museo Classis. Inoltre, alle 16, RavennAntica propone la conversazione “… tutto l’oro ch’è sotto la luna: la fortuna è donna?”: protagoniste Letizia Lodi, direttrice del museo nazionale di Ravenna, e Francesca Masi, direttrice della Fondazione RavennAntica. Partendo dai versi di Dante Alighieri, si affronteranno alcune riflessioni sul legame che intercorre tra il fato e le figure femminili, sia analizzando le vicende di alcune celebri eroine della storia sia attraverso i reperti contenuti in museo, a partire dal volto della Tyche, la personificazione della dea Fortuna, divinità che garantiva la floridezza di una città e il suo destino, rinvenuta negli scavi dell’area di Classe e divenuta il simbolo di Ravenna. Conversazione ad ingresso libero. Prenotazione consigliata: tel. 0544 473717 (tutti i giorni 10 – 17).

roma_capitale_8-marzo_locandinaROMA CAPITALE Mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della Donna, tante le iniziative della Sovrintendenza Capitolina dedicate alla valorizzazione del talento femminile nell’arte e nella cultura e alle protagoniste della vita culturale e sociale della città lungo le vie, nei musei e nei siti archeologici. Appuntamenti anche con traduzione in Lingua dei segni italiana – LIS. La visita al museo della Repubblica Romana mette in scena le figure femminili che svolsero un ruolo di primo piano nella difesa di Roma nel 1849. Ai Musei Capitolini sono di scena figure di donne, sante, eroine e dee, dai capolavori della Pinacoteca Capitolina. Di grande suggestione anche le vicende di alcune donne tra Medioevo ed epoca barocca, rievocate con una passeggiata ai Fori Imperiali, mentre nella Galleria d’Arte Moderna si svolge un appassionante storytelling sui corpi e i volti delle donne che emergono dalle esposizioni in corso; il Museo della Scuola Romana di Villa Torlonia omaggia le artiste che hanno rinnovato l’ambiente culturale romano interbellico e al Museo Napoleonico sono di scena le numerose figure femminili che popolano l’immaginario visivo del museo stesso. Ancora, alla Centrale Montemartini le opere di arte antica raccontano di donne comuni e di principesse, imperatrici e dee, mentre l’incontro al Museo delle Mura è dedicato alla Spiritualità e devozione femminile nelle Mura Aureliane, luogo dove furono assicurati, con la diffusione del Cristianesimo, spazi devozionali, in particolare proprio per le donne. Infine, al Museo di Roma è rievocata la figura della poetessa e femminista ante litteram del Settecento, Petronilla Paolini. Nel ricco programma non mancano itinerari per le vie della città: “Come diventare donne rispettabili”, sul ruolo sociale della donna nel passato attraverso un percorso nell’area del Campo Marzio, mentre “Donne tra mito e realtà” a S. Urbano alla Caffarella si concentra su alcune figure che hanno lasciato traccia nella storia del tempio antico, poi trasformato in chiesa. Il percorso “Street art a San Lorenzo: tra Resistenza e diritti civili” pone, invece, l’attenzione sulle principali opere di Street art nello storico quartiere, raccontandone la storia e l’identità attraverso temi quali la Resistenza, l’accoglienza, la solidarietà e i diritti civili. Infine, appuntamento a piazza di Porta Capena per “Egeria e le altre ninfe” che secondo gli antichi abitavano l’area e nel rione Campo Marzio, Meretrici, partorienti, mammane e modelle, una passeggiata per ripercorrere la storia attraverso le vicende delle figure femminili tra il XVI e il XIX secolo.

roma_parco_8-marzo_locandinaROMA / PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO In occasione della Giornata Internazionale della Donna l’ingresso al Parco archeologico del Colosseo è gratuito per tutte le donne con prenotazione del biglietto gratuito senza costi aggiuntivi sul sito del concessionario CoopCulture selezionando la data di mercoledì 8 marzo e successivamente l’opzione “Biglietto gratuito per le donne”. Attenzione: il biglietto gratuito può essere utilizzato durante tutto l’orario di apertura del monumento. L’orario indicato per la prenotazione e sul biglietto è l’ultimo orario di accesso consentito per il giorno prenotato.

roma_dialoghi-in-curia_8-marzo_locandinaInoltre, mercoledì 8 marzo 2023, alle 11, la Curia Iulia ospita la presentazione del volume “Non è un Paese per madri” di Alessandra Minello (Editori Laterza). Introduce Alfonsina Russo, direttrice del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Alessandra Minello, università di Padova; Giulia Pedrucci, università di Verona; Stefania Solare, UNICEF Italia, Coordinatrice programma “Insieme per l’allattamento”. Modera Maria Lombardi, Il Messaggero. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti via eventbrite https://www.eventbrite.it/e/565183778897. Ingresso da Largo della Salara Vecchia, 5. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming dalla Curia Iulia sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo. Il libro: in Italia nascono sempre meno bambini, aumentano le donne senza figli, chi diventa madre lo fa sempre più tardi. Perché una dimensione della vita che dovrebbe essere semplice è diventata così complicata? Per rispondere bisogna affrontare sia gli aspetti culturali sia quelli strutturali che pesano sulle spalle delle italiane. Tra i primi, il mito della maternità che esercita una pressione fortissima nel nome di un ideale di perfezione. Tra gli aspetti strutturali, mancanza di servizi per l’infanzia, congedi parentali non equamente distribuiti e incertezza lavorativa. In questo saggio – informatissimo e ricco di dati – idee e proposte per superare la crisi demografica e per immaginare una società in cui vita professionale e vita privata siano in armonia.

roma_villa-giulia_8-marzo_questione-di-stile_locandinaROMA / MUSEO DI VILLA GIULIA Mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della donna, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia l’ingresso per le donne sarà gratuito. Inoltre, alle 11, visita guidata speciale “QUESTIONE DI STILE. Acconciature antiche al Museo ETRU” per scoprire la moda etrusca in fatto di pettinature, attraverso le opere del Museo e la performance live dell’hair stylist Paolo Fasulo. Vi siete mai chiesti come si pettinavano le donne etrusche? Quali potevano essere le loro acconciature e le tecniche per realizzarle? Un tema certamente curioso e affascinante che ci svela un aspetto delle abitudini e delle tendenze in fatto di moda, in voga al tempo degli Etruschi. Acconciature elaborate, capigliature ribelli, domate in crocchie o divise in trecce elaborate, insomma alla moda. Le acconciature antiche sono ancora oggi oggetto di grande fascino e curiosità. E noi oggi come possiamo leggerle e capirle? È davvero tutta una questione di stile? Sarà un evento corale per vivere il mondo etrusco al femminile con una visita guidata tematica a più voci, introdotta dal direttore Valentino Nizzo e condotta dall’archeologa Romina Laurito e dall’hair stylist Paolo Fasulo. Un itinerario attraverso le opere che, con le loro acconciature, hanno molto da raccontare del mondo antico e ci svelano tutta la loro modernità, in fatto di stile. Al termine della visita, l’emiciclo si animerà di una performance live di acconciature antiche a cura dell’hair stylist Paolo Fasulo e della makeup artist Rossella Zeppetella. Prenotazione richiesta all’indirizzo mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it

roma_museo-delle-civiltà_8-marzo_locandinaROMA / MUSEO DELLE CIVILTà Il Museo delle Civiltà a Roma Eur aderisce alla proposta del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, riservando a tutte le donne l’ingresso gratuito per l’intera giornata di apertura, dalle 8 alle 19 (ultimo ingresso ore 18.30). Le visite guidate e i laboratori a cura di Aditum Cultura sono a pagamento e con prenotazione. Alle 16.30, “La Venere paleolitica. Dee, donne e madri”: visita guidata e laboratorio per bambini e bambine dai 6 anni: costo 12 euro. Una visita alla scoperta delle rappresentazioni femminili più antiche, le veneri gravettiane, e delle loro forti connessioni con la natura. Partendo dalle osservazioni sui manufatti trattati durante la visita guidata saranno poi riprodotti, in laboratorio, alcuni modelli delle statuine in argilla.

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Shyama Tara (Tara “verde”), scultura in lega metallica dorata del XVII secolo, proveniente da Tibet o Nepal, parte delle Collezioni delle Arti e Culture Asiatiche (foto muciv)

Tra le tante opere che celebrano il femminile presenti nelle collezioni del museo delle Civiltà,  in occasione della Giornata Internazionale della Donna il Muciv sceglie di raccontare Il bodhisattva femminile Shyama Tara (Tara “verde”), una scultura in lega metallica dorata del XVII secolo, proveniente da Tibet o Nepal, parte delle Collezioni delle Arti e Culture Asiatiche. Considerata come dea madre nel Buddhismo indo-tibetano, il nome di questa divinità ha almeno due connotazioni che concorrono a definirne il carattere protettivo: stella, e quindi guida dei viaggiatori, e salvatriceTara è colei che salva dalle acque degli oceani fisici e dalla sofferenza ciclica, simboleggia la conoscenza e la saggezza, e ci proteggerà dal pericolo dell’ignoranza guidandoci sul sentiero del risveglio (bodhi). Tara è il potere dei buddha e l’energia femminile primordiale, la saggezza madre di tutti buddha i vittoriosi.

napoli_mann_8-marzo_locandinaNAPOLI Il museo Archeologico nazionale, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, propone alle 16.30 una visita speciale “Il filo di Arianna”, gratuita di un’ora: percorso narrante che tratta storie di donne protagoniste o vittime di vicende dolorose, sanguinose o fantastiche, nelle quali i personaggi femminili sono stati sconfitti o ne sono usciti vittoriosi. Un modo per riflettere ulteriormente sulla condizione della donna, l’origine e il tramandarsi di ataviche tradizioni. Sarà affidato ai partecipanti un filo, un simbolico filo che dovrà condurre il gruppo fuori dal labirinto dei luoghi comuni, dei cliché, delle tradizioni che riguardano la donna. Si comincia con Minosse, incarnazione della violenza, dei pregiudizi della sopraffazione, nei confronti della donna, per esorcizzarlo, e stanarlo. Ogni mito, narrato prendendo spunto da un’opera, tratterà di un argomento o di una condizione nella quale ciascuna in qualche modo potrà riconoscersi, per riflettere e discutere. E allora Dirce, Medea, Andromeda, le figlie di Niobe, Europa e per finire Arianna, tutte ci raccontano la storia di se… per liberarci.

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Valeria Amoretti, funzionaria antropologa del Parco Archeologico di Pompei (foto parco archeologico di pompei)

POMPEI Il parco archeologico mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della “Giornata internazionale della donna”, prevede ingresso gratuito a tutte le donne e visite speciali riservate alle donne titolari della My Pompeii card e un accompagnatore, al Laboratorio di ricerche applicate del Parco, centro di ricerche e analisi del Parco, custode di reperti organici unici rinvenuti nell’area vesuviana.

taranto_archeologico_8-marzo_locandinaTARANTO Al museo Archeologico nazionale per la Giornata Internazionale della Donna, ingressi gratuiti per le donne, visite guidate e laboratori didattici per bambini dedicati all’universo femminile. Dalle 10.30 alle 12.30 i visitatori potranno partecipare a “Bellezza e forza. Storie di donne greche e romane”: visita guidata multisensoriale con approfondimenti sulla moda, la cosmesi, la cura del corpo e le donne nella Taranto greca e romana (prenotarsi scrivendo all’indirizzo mail man-ta.didattica@cultura.gov.it  ACQUISTA IL BIGLIETTO). Dalle 17 alle 19 per i bambini dai 6 agli 11 anni sarà possibile partecipare a “Storie di principesse, dee e bambine”: visita tematica e al laboratorio didattico sulle fanciulle greche e romane (PRENOTA IL BIGLIETTO: BAMBINI  ACQUISTA IL BIGLIETTO: ACCOMPAGNATORE). Per maggiori informazioni e per prenotare il proprio biglietto, consultare il link: https://bit.ly/8-marzo-al-marta. “L’intento è quello di creare sempre nuove occasioni di fruizione e di rendere la realtà museale accessibile per tutti, con proposte culturali diversificate che possano coinvolgere anche chi non abbia la possibilità di dedicare le proprie risorse alla cultura”, afferma il direttore regionale Musei Puglia, nonché delegato alla direzione del MArTA, Luca Mercuri. Tra i molteplici obiettivi dell’Agenda 2030 proclamati dall’Unione Europa, di rilevante importanza risulta infatti quello dell’accessibilità, concepito anche in termini di uguaglianza dei diritti e di partecipazione a tutti i livelli della società. Sebbene la parità di genere e l’empowerment femminile abbiano consentito di ottenere significativi progressi nella scolarizzazione delle donne e nell’inserimento delle stesse in ambito lavorativo, le indagini ISTAT nazionali dimostrano che ancora oggi i dati di consumo e di fruizione culturale, in particolar modo nel sud Italia, sono inferiori alla media nazionale ed europea.

reggio-calabria_archeologico_8-marzo_locandinaREGGIO CALABRIA Al museo Archeologico nazionale mercoledì 8 marzo 2023 ingresso gratuito per tutte le donne. L’iniziativa, promossa dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, viene arricchita al MArRC con due importanti appuntamenti. “Anche il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria vuole festeggiare questa giornata dedicata alle donne”, commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. “Il MArRC consolida la sua identità di luogo di cultura per tutta la comunità del territorio. Ed è proprio attraverso la cultura, nel senso più ampio del termine, che si vincono pregiudizi e stereotipi e si prende coscienza del valore delle persone, indipendentemente dal genere. Ringrazio lo staff del Museo e il CIS Calabria per condividere con entusiasmo l’impegno per la diffusione della conoscenza”. La mattina alle 11, le scuole in visita al Museo potranno partecipare al percorso tematico “Dee di Magna Grecia. Religione mito e figure femminili”, condotto da Daniela Costanzo, funzionario archeologa del Museo, e ideato con la collaborazione di Maria Domenica Lo Faro, archeologa e funzionario amministrativo. Sarà un percorso diffuso, con un focus su alcuni reperti esposti al livello B nella sezione dedicata ai santuari della Calabria greca. Il pomeriggio, invece, appuntamento in sala conferenze, alle 17, per l’incontro promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria dal titolo “La donna nell’antichità Classica”. Si parlerà di condizione e status sociale della donna a partire dall’epos omerico fino alla tarda età romana, nelle evidenze archeologiche, storiche e letterarie. Relatrici dell’incontro saranno la prof.ssa Paola Radici Colace, ordinario di Filologia classica al DiCAM dell’università di Messina, nonché presidente onorario e direttore scientifico del CIS, e la prof.ssa Rosa Santoro, aggregato di Letteratura latina nel medesimo Dipartimento. Introdurrà i lavori, dopo i saluti istituzionali del direttore Carmelo Malacrino, Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS Calabria. “Ripercorrere la storia delle donne non è semplice curiosità erudita”, afferma la prof.ssa Radici Colace. “Nonostante i radicali mutamenti oggi intervenuti, con la conquista della parità formale, rivisitare il retaggio di una plurimillenaria ideologia discriminatoria consente di individuare nelle organizzazioni sociali dell’antichità il momento nel quale la divisione dei ruoli venne teorizzata e praticata non solo come fatto culturale, ma anche come conseguenza di una differenza biologica, tradotta in una inferiorità di genere codificata dalle leggi. È nell’antichità greca e romana che nascere femmina è passato da differenza biologica ad asimmetria e subalternità culturale.  Ed è in tali società che vanno ricercate le radici di certi stereotipi ancora oggi responsabili di pregiudizi nei confronti delle donne”. Sarà un viaggio nella storia al femminile, attraverso la formazione delle donne, il matrimonio, lo stato civile, la dote, l’eredità, il divorzio, l’adulterio, nonché le categorie di genere e la codificazione dell’inferiorità, sullo sfondo delle riflessioni filosofiche, giuridiche e religiose nell’antichità classica.

agrigento_valle-dei-templi_8-marzo_locandinaAGRIGENTO Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza annuale della festa della donna aderisce all’evento “8 marzo al Museo” che prevede l’ingresso gratuito per le donne nei musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali, promuovendo inoltre un itinerario di visita tematico “Storie di donne e dee al museo Griffo” tra le vetrine del museo Archeologico regionale “Pietro Griffo”. Non tutti lo sanno o ci hanno mai fatto caso, ma tanti tra i reperti del museo “Pietro Griffo” di Agrigento raccontano delle storie tutte al femminile. Non si tratta soltanto dei preziosi vasi sui quali campeggiano bellissime figure che immortalano eroine, creature mostruose, guerriere e dee, ma anche di reperti che restituiscono uno spaccato della vita quotidiana di donne vissute anche più di 2500 anni fa: tra monili, epigrafi, “portagioie”, porta profumi e porta trucchi, ex voto di diverse fogge e materiali, pesi da telaio e tanti altri oggetti ancora, i visitatori avranno modo di riflettere sulla condizione sociale e culturale delle donne ai tempi di Akràgas ed Agrigentum condotti dagli archeologi Coopculture (azienda che gestisce i servizi aggiuntivi). Appuntamento alla biglietteria del museo Griffo alle 17.

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Ostrakon con scena di allattamento, conservato al museo del Louvre di Parigi, ed esposto nella mostra “I creatori dell’Egitto eterno” (foto marsilio)

VICENZA Mercoledì 8 marzo 2023, in occasione della Giornata internazionale della donna, tutte le donne potranno visitare la mostra “I creatori dell’Egitto eterno” con il biglietto ridotto da 11 euro. È possibile acquistare il biglietto direttamente in Basilica palladiana, il giorno stesso o online al link https://www.ticketlandia.com/m/i-creatori-dell-eterno-egitto. La mostra è aperta dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). “L’8 marzo, Giornata internazionale della donna, proponiamo l’ingresso ridotto a tutte le donne che entreranno in mostra”, dichiarano il sindaco Francesco Rucco e l’assessore alla Cultura Simona Siotto. “Un piccolo riconoscimento che vuole essere un modo per invitare le donne a visitare l’esposizione che sta ricevendo riconoscimenti a livello internazionale”. I visitatori avranno a disposizione l’audioguida gratuita. Sarà sufficiente inquadrare il qrcode con il proprio smartphone per seguire il percorso accompagnati dalla voce del curatore della mostra e direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco. Si consiglia di portare gli auricolari. L’esposizione – curata da Christian Greco, Corinna Rossi, Paolo Marini e Cédric Gobeil. – è ideata e promossa dal Comune di Vicenza e dal museo Egizio, con il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La promozione e l’organizzazione sono curate da Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo. I partner dell’esposizione sono Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia – Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, AGSM AIM, Confindustria Vicenza, LD72, Beltrame Group ed Euphidra. Informazioni: https://www.mostreinbasilica.it/it/.

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Visita a lume di lucerna del criptoportico di Corte Sgarzerie a Verona (foto archeonaute)

VERONA L’associazione Archeonaute in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, propone una visita guidata archeologica del Criptoportico di Corte Sgarzerie a lume di… lucerna. Appuntamento mercoledì 8 marzo 2023, alle 18. Durata: 1 ora circa. Costo: 5 euro. Prenotazione obbligatoria (Prenota Ora). Posti limitati.

gallerie-d-italia_logoGALLERIE D’ITALIA In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, mercoledì 8 marzo 2023, tutte le donne potranno avere una riduzione del biglietto di ingresso per visitare le Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Inoltre, sono previste in tutte le sedi visite guidate speciali legate al tema dell’universo femminile nell’arte.

Le Gallerie d’Italia di Milano propongono alle 17.30 la visita guidata “Donne dentro e fuori la cornice”: un percorso ricco di luoghi e volti, dalle filande ottocentesche animate dal lavoro di giovani ragazze ai nobili rampolli ritratti da Angelica Kauffmann. Informazioni e prenotazioni: 5 euro a persona, escluso biglietto d’ingresso. Sarà applicata la tariffa di ingresso ridotta per ogni donna. L’attività sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o via mail all’indirizzo milano@gallerieditalia.com.

Alle Gallerie d’Italia di Napoli è in programma alle 12.30 e alle 16 la visita guidata “La donna nell’arte”, dedicata alle figure femminili protagoniste di tante opere esposte in collezione e all’evoluzione della rappresentazione della donna nell’arte, dal XVII secolo ai primi anni del XX secolo. Informazioni e prenotazioni: 7 euro a persona, incluso il biglietto d’ingresso. L’attività sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o via mail all’indirizzo napoli@gallerieditalia.com.

Alle Gallerie d’Italia di Torino è prevista alle 19 la visita guidata “Donnarte”, focalizzata sul progetto artistico di JR “Women are Heroes” e sulla condizione sociale delle donne nei campi di rifugio. La visita si concluderà in Archivio Publifoto ripercorrendo gli scatti più significativi di grandi personalità femminili della storia sociale italiana e internazionale. (Informazioni e prenotazioni: 5 euro a persona, escluso biglietto d’ingresso.  Ingresso ridotto per tutte le donne. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o scrivendo a torino@gallerieditalia.com.

Le Gallerie d’Italia di Vicenza propongono alle 18 la visita guidata con degustazione “Un simposio al femminile”: le forme e le raffigurazioni pittoriche delle ceramiche antiche diventano occasione di un viaggio alla scoperta degli spazi e dei tempi della donna. Un itinerario che scandisce i diversi momenti della sua vita nell’Antica Grecia: dalla moda alla cura del corpo, dai rituali della seduzione e del matrimonio alla vita nello spazio domestico. Il percorso all’interno della mostra Argilla. Storie di viaggi si concluderà con un aperitivo “in rosa”. (Informazioni e prenotazioni: 10 euro a persona, incluso biglietto d’ingresso e aperitivo. Prenotazione obbligatoria al numero verde 800.167619 o vicenza@gallerieditalia.com.

Altino. Al museo Archeologico nazionale danza e lirica tra i reperti: due ballerine e una cantante lirica accompagneranno la visita guidata tematica con la direttrice Marianna Bressan. Evento gratuito per gli abbonati

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Danza e lirica tra i reperti al museo Archeologico nazionale di Altino con gli artisti di Fuoriclassico (foto drm-veneto)

Danza e lirica tra i reperti: due ballerine e una cantante lirica accompagneranno una visita guidata tematica.  Appuntamento con una performance coreutica e musicale mercoledì 21 dicembre, alle 16, al museo Archeologico nazionale di Altino, in via S. Eliodoro 56 a Quarto D’Altino, primo evento prima di Natale di un progetto che continuerà in futuro. L’evento è gratuito per gli abbonati (gli altri pagheranno l’ingresso al museo) anche grazie al contributo della Regione Veneto. È necessaria la prenotazione (su http://bit.ly/3i8Yv4v) o inviando una mail a: indifesadellacultura@gmail.com o via sms al 3459955826. Alla fine dell’evento verrà offerto un piccolo rinfresco da Anticamente pizzeria Capri che verrà fatto in aula didattica, un modo anche questo per aprire e far conoscere ai presenti tutti gli spazi frequentabili del museo. Il progetto intende porsi come punto di avvio per la creazione di una rete locale che coinvolga Istituzioni museali ma anche scuole, associazioni (ANFFAS Ca’ de le Crete, Iris); sponsor, eventuali imprenditori locali, artisti (locali e non). Il progetto intende poi allargarsi alla provincia di Venezia, al Veneto fino ad un’ottica internazionale (lo spettacolo non parlato consente di essere intesi anche dove non c’è linguaggio comune).

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Danza e lirica tra i reperti al museo Archeologico nazionale di Altino con gli artisti di Fuoriclassico (foto drm-veneto)

L’azione artistica vedrà le incursioni di due danzatrici (Alexandra Foffano e Giorgia Bortoloso) e di una cantante lirica (Arianna Cimolin) dell’associazione Fuoriclassico accompagnare i visitatori nelle sale del museo per una visita guidata tematica. Il percorso si snoderà nelle due sale dell’esposizione, al piano terra e al primo piano, poi proseguirà attraversando il giardino per arrivare nella mostra. Le movenze delle danzatrici, partendo dalla base tecnica del balletto classico, faranno immergere completamente gli spettatori in un’atmosfera antica legata alla storia delle persone che popolavano i luoghi in cui sono stati rinvenuti i reperti del Museo. Le sonorità della voce esalteranno il dialogo tra antico e contemporaneo, tra ciò che è stato e ciò che è. 

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Danza e lirica tra i reperti al museo Archeologico nazionale di Altino con gli artisti di Fuoriclassico (foto drm-veneto)

A condurre la visita guidata che accompagnerà la performance sarà la stessa Marianna Bressan, direttrice del museo e dell’area archeologica di Altino, che spiega: “È solo una prima proposta. Ci auguriamo di realizzare una serie di visite teatralizzate itineranti nel Museo. Vogliamo porre in particolare l’accento sulle persone, sugli antenati altinati. Hanno lasciato tracce molto evidenti e talvolta commoventi del loro passaggio nelle immagini e nelle epigrafi dei monumenti funerari che ci raccontano la loro vita”.

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Danza e lirica tra i reperti al museo Archeologico nazionale di Altino con gli artisti di Fuoriclassico (foto drm-veneto)

“Abbiamo costruito un dialogo tra antico e contemporaneo con l’obiettivo di sfatare i luoghi comuni sui musei, quelli archeologici in particolare”, spiega Giorgia Bortoloso di Fuoriclassico, “riprenderemo l’atmosfera antica esaltando un luogo ancora vivo, muovendoci in un’architettura contemporanea che accoglie reperti che hanno molto da raccontare. Operazioni di questo tipo fuori Italia sono molto comuni, qui sono meno frequenti. Ci piacerebbe iniziare un progetto più ampio”.