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Trieste. Al museo di Antichità “J.J. Winckelmann” al via “Archeologia di Sera 2025 – Un centenario pieno di risorse: il Museo”: incontri preceduti da breve visita a tema e seguiti da canzoni e intermezzi musicali

Martedì 15 agosto 2025, alle 20.30, al civico museo di Antichità “J.J. Winckelmann”, in piazza della Cattedrale a Trieste (ingresso per persone con disabilità via San Giusto 4), il primo degli incontri “Archeologia di Sera 2025 – Un centenario pieno di risorse: il Museo”. Gli altri il 22, 29 luglio e il 5, 12 agosto 2025, sempre alle 20.30. In occasione di queste serate sono previste aperture straordinarie del museo dalle 19 alle 20.30, con una breve visita collegata al tema della conferenza alle 19.30. Ingresso libero.

Il programma. Martedì 15 luglio, 20.30 Emanuela Murgia, università di Trieste, “Pittura parietale ed età romana a Trieste e in Regione”; 21.30, “E” come Estri… ed Evviva!, Canzoni & Intermezzi strumentali delle Collezioni Schmidl. Martedì 22 luglio, 20.30, Nadia Pezzulla, Comune di Trieste, “Archeologia dell’infanzia in Friuli Venezia Giulia: uno stato dell’arte”; 21.30, “F” come Fin… de Secolo!, Canzoni & Intermezzi strumentali delle Collezioni Schmidl. Martedì 29 luglio, 20.30, Paola Maggi, Renata Merlatti, Gabriella Petrucci, “Sotto Trieste. Piccole storie di vita quotidiana dal passato”; 21.30, “G” come Gelosa de… la bela Gigugin!, Canzoni & Intermezzi strumentali delle Collezioni Schmidl. Martedì 5 agosto, 20.30, Livio Zerbini, università di Ferrara, “Le vie delle città romane”, in collaborazione con “Un Mare di Archeologia”; 21.30, “I” come Invito alla Polca… saltando la H!, Canzoni & Intermezzi strumentali delle Collezioni Schmidl. Martedì 12 agosto, 20.30, Marzia Vidulli, “21 aprile 1925: il nuovo museo”; 21.30, “L” come Lassé pur… o Novità?, Canzoni & Intermezzi strumentali delle Collezioni Schmidl. Il programma musicale “Serietà e Varietà dalla E alla… ELLE!”, Tesori & Curiosità Musicali tra le Canzoni Popolari Triestine del Museo teatrale “Carlo Schmidl” al quale si aggiungono componenti inediti è a cura del gruppo strumentale “Lumen Harmonicum”.

Todi (Pg). Al via Umbria antica Festival, per tre giorni, archeologi e storici raccontano le tante sfumature del mondo antico: dai popoli italici agli Etruschi, dalla Grecia classica a Roma. Inoltre una fiera del libro e visite guidate. Ecco il ricco programma

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_locandinaUmbria antica festival: tre giornate irrinunciabili per gli amanti dell’antichità. Dal 15 al 17 marzo 2024 Todi ospita alcuni tra i più grandi nomi legati all’archeologia e alla storia antica. Sede dell’evento è la Sala del Consiglio del Palazzo del Capitano in piazza del Popolo. Un nuovo nome, lo stesso obiettivo: divulgare la Storia attraverso le lezioni dei più importanti studiosi del settore. Per tre giorni, archeologi e storici si riuniscono a Todi per raccontare le tante sfumature del mondo antico: dai popoli italici agli Etruschi, dalla Grecia classica a Roma. Giovanni Brizzi, Andrea Carandini, Costantino d’Orazio, Valentino Nizzo, Marcella Frangipane, Livio Zerbini, Arnaldo Marcone, Nicola Mastronardi, Paolo Giulierini sono solo alcuni dei grandi ospiti che si alterneranno nella Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Todi dal 15 al 17 marzo 2024. Umbria Antica Festival è un’idea di associazione di promozione sociale Archè realizzato in collaborazione con la direzione regionale Musei Umbria con il patrocinio dell’università di Perugia, la rivista Archeo, e il Festival del Medioevo.

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Le Cisterne Romane sotto piazza del Popolo a Todi (foto Umbria antica)

Non solo lezioni di storia, ma anche una speciale serata al Teatro Comunale con protagonista Umberto Galimberti e una Fiera del Libro in collaborazione con le principali case editrici di saggistica (Laterza, Il Mulino, Carocci). Inoltre, nel corso delle giornate, saranno organizzate speciali visite guidate alle Cisterne Romane (Todi Cisterne Romane) e al Museo Civico, per valorizzare e far conoscere al pubblico il patrimonio archeologico tuderte. “Il cuore verde d’Italia batte al ritmo della storia” è il tema di quest’anno. Un battito lento e costante, ma mai fuori tempo pur parlando di epoche passate, perché l’umanità ha affrontato da sempre le stesse sfide universali: guerra e pace, progresso e declino, democrazia e tirannide, vita e morte, piacere e dovere. Questa è la sfida culturale che da tre anni porta avanti Umbria Antica: far conoscere l’immenso patrimonio storico e archeologico italiano, spesso considerato scontato, raccontandolo senza un atteggiamento cattedratico e snob per avvicinare un pubblico ampio ed eterogeneo.

“Ci sono tanti motivi per parlare di storia in Umbria”, spiegano gli organizzatori. “Per i suoi borghi incastonati tra monti e colline. Per gli archi etruschi, i teatri romani e millenarie tavole di bronzo. Basta percorrere le antiche strade o seguire il corso dei fiumi per ammirare le silenti tracce lasciate da antiche civiltà. Ma la vera ragione per parlare di storia in Umbria è che di tutti i suoi tesori conserva ancora il più prezioso: il valore del tempo”.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_brizzi_locandinaProgramma di venerdì 15 marzo 2024. Alle 17.30, inaugura Umbria antica festival Giovanni Brizzi con la presentazione del suo ultimo lavoro: “Imperium. Il potere a Roma” (Laterza 2024). Con l’occhio critico e abile dello storico, Brizzi ripercorre la vicenda di Roma lungo tutto il suo percorso millenario alla luce di concetto fondamentale, su cui l’Urbe basa la sua stessa esistenza – ed evoluzione – politica: quello espresso dalla parola imperium, densissima e quasi intraducibile in italiano senza tradirne l’essenza. Questo vocabolo traduce infatti il rapporto tra il potere nella sua accezione più alta e la sua responsabilità. Il libro sarà disponibile per l’acquisto presso Fiera del Libro, allestita nella Sala delle Pietre di Palazzo del Capitano ne giorni del Festival dalla Libreria Ubik di Todi.

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Copertina del libro “Imperium. Il potere a Roma” di Giovanni Brizzi

Imperium. Il potere a Roma. Cos’era il potere a Roma antica? Un console, un tribuno, un triumviro, di quale autorità erano provvisti e per quali fini? Come veniva giustificata l’esistenza stessa di un uomo al comando e a chi doveva rendere conto? L’imperium di Cesare era diverso da quello di Augusto o di Giustiniano? Il potere a Roma nello studio originale e innovativo di uno dei più grandi storici dell’antichità. La vicenda di Roma, lungo tutto il suo percorso millenario, è accompagnata da un concetto particolarissimo e originale: quello espresso nel termine imperium. Questo vocabolo traduce il rapporto tra il potere nella sua accezione più alta e la sua responsabilità. Nel gestire questa gravosa incombenza il potere deve confrontarsi con una serie di doveri. Ab origine, la responsabilità verso il popolo romano è subordinata a una serie di valori addirittura anteriori alla nascita stessa dell’Urbe, come quello di fides, il rispetto delle regole. A questo concetto sono costretti a rapportarsi tutti i grandi di Roma. Camillo, cui viene attribuita una prima definizione del diritto naturale, che vieta ogni atto in contrasto con la natura dell’uomo; Scipione, il primo imperator, che proclama la superiorità di un singolo sulle strutture. Muove all’azione Silla, l’idealista in cerca di impossibili ritorni al passato; accende Cicerone nella sua teoresi; lo reclama per sé Cesare senza poter conservare né il potere né la vita; lo struttura mirabilmente Augusto, nel nuovo patto con gli dei (la pax Augusta) da cui nascerà la monarchia. L’intero corso della storia imperiale assiste poi a un costante dibattito, che impegna tanto gli stoici quanto la propaganda di corte, gli imperatori-soldati come il pensiero cristiano. Da quest’ultimo ambito uscirà, infine, la struttura tetragona e proiettata nei secoli a venire dell’impero cristiano.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_galimberti_locandinaSerata al Teatro Comunale di Todi. Alle 21, Umberto Galimberti presenta il suo libro “L’uomo nell’Età della tecnica”. Ancora una volta tocchiamo con mano che la tecnica non è più un mezzo a disposizione dell’uomo, ma è l’ambiente, all’interno del quale, anche l’uomo subisce una modificazione, per cui la tecnica può segnare quel punto assolutamente nuovo nella storia, e forse irreversibile, dove la domanda non è più: “che cosa possiamo fare noi con la tecnica?”, ma: “che cosa la tecnica può fare di noi?” (U. Galimberti). Psicanalista e filosofo, Galimberti è professore emerito di Filosofia della storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha insegnato anche Psicologia dinamica, Filosofia morale e Antropologia culturale. Dal 1985 è membro ordinario dell’International Association of Analytical Psychology.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_d-orazio_locandinaProgramma di sabato 16 marzo 2024, mattino. Alle 10, Costantino d’Orazio, nuovo direttore della Galleria nazionale dell’Umbria e dei musei nazionali di Perugia – direzione regionale Musei Umbria, con la conferenza “La sottile linea d’Umbria, tra antico e contemporaneo”, ci porterà alla scoperta del patrimonio artistico e archeologico umbro e della sua visione di Museo, all’insegna delle parole chiave di “ricerca”, “accessibilità” e “coinvolgimento”.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_frangipane_locandinaAlle 11, Marcella Frangipane, archeologa e docente di Preistoria e Protostoria del Vicino e Medio Oriente all’università “La Sapienza” di Roma, con la conferenza “Un frammento alla volta: gli oggetti che raccontano la Storia”, porterà al Festival la sua esperienza del “far parlare” i frammenti, raccontando come i resti materiali possano raccontare la storia di antiche civiltà – altrimenti senza voce.

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Copertina del libro “Un frammento alla volta. Dieci lezioni dell’archeologia” di Marcella Frangipane

Un frammento alla volta. Dieci lezioni dell’archeologia. Gli oggetti hanno un’anima e una storia che passa attraverso le mani degli artigiani che li hanno forgiati e di coloro che li hanno usati. Ecco il senso dell’archeologia: far parlare il tempo attraverso le cose, per ricostruire l’impossibile fotografia del passato. Frammenti di vita quotidiana, tracce di rituali religiosi, di attività economiche e di relazioni tra persone e con l’ambiente: gli oggetti portano il segno di quanto avvenuto nel tempo in cui furono creati e delle loro funzioni all’interno della comunità. Come schegge di uno specchio ci restituiscono l’immagine di quello che siamo stati e ci aiutano a dar forma al passato. Per riannodare i fili di questi mondi lontani e poco riconoscibili è necessario un lavoro lungo anni. Oltre quaranta sono quelli che Marcella Frangipane ha trascorso sul sito di Arslantepe in Anatolia, dove sorge il palazzo pubblico più antico del mondo: un viaggio nel tempo – che risale al V millennio a.C. e oltre – e nello spazio – esteso a tutto il territorio della Mezzaluna fertile – alla scoperta delle prime civiltà umane e di quei fenomeni politici e sociali che ancora regolano le nostre vite. Dieci lezioni dall’archeologia dei tempi più antichi per capire come siamo arrivati fin qui e come potrebbe essere il nostro domani.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_carandini_locandinaA chiudere la mattina, alle 12, Andrea Carandini, archeologo che condusse – tra gli altri – il celebre scavo sul Palatino che riportò alla luce le tracce della cinta muraria della “prima” Roma (quella di Romolo). Carandini, in dialogo con il suo allievo Nicolò Squartini, presenterà il suo ultimo libro: Io, Nerone, edito da Editori Laterza.

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Copertina del libro “Io, Nerone” di Andrea Carandini

Io, Nerone. Chi era Nerone? Andrea Carandini, uno dei più grandi studiosi di Roma antica, ne racconta vita e gesta in prima persona, ricostruendo la figura di uno dei più originali e controversi principi di Roma. “Dovevo fare i conti prima o poi con Nerone. Lo avevo già affrontato di lato, semplificandolo nel male, similmente a come si tende sempre più a fare semplificandolo nel bene”, confessa Andrea Carandini. Chi si è occupato di Roma antica non può evitare di confrontarsi con quell’uragano che è stato Nerone. Per interpretare una personalità del passato romano fuori misura, come quella di Nerone, occorre con una parte di sé entrare nella sua logica, mentre con l’altra avversarla, evitando la soluzione facile e deludente del tiranno democratico e individuando i modelli a cui s’ispirava. Un progetto ambizioso che Andrea Carandini porta a compimento, dopo aver scritto la biografia della madre Agrippina, anch’essa in prima persona.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_marcone_locandinaProgramma di sabato 16 marzo 2024, pomeriggio. Il sabato pomeriggio dedicato alla Storia romana e in particolare a due personalità opposte di imperatori. Da un lato Vespasiano, colui che risollevò l’impero dopo la crisi del 69 d.C., raccontato alle 17 da Arnaldo Marcone, autore del nuovissimo saggio dedicato a questa figura storica fondamentale, nella conferenza “Vespasiano. L’inaspettato salvatore dell’Impero”.

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Copertina del libro “Vespasiano” di Arnaldo Marcone

Vespasiano (Salerno editore). Nato in un villaggio dell’Alta Sabina da una famiglia estranea alla vita politica romana, Vespasiano fu imperatore inaspettato. Riuscì a trarre vantaggio dalle competenze militari di cui diede prova nella guerra di Giudea e con un’attenta strategia si assicurò consensi nell’esercito e in politica. Agli eccessi dei Giulio-Claudi contrappose la modestia, chiave del successo del suo principato. Tra le pagine di questo libro riviviamo le tappe della sua ascesa e la determinazione con la quale elaborò il suo progetto dinastico.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_zerbini_locandinaDall’altro Commodo, una di quelle figure che segnarono negativamente la storia del principato: prepotente, stravagante, crudele. A parlarcene alle 18 sarà Livio Zerbini in “Commodo. L’imperatore gladiatore”, che presenterà in anteprima assoluta il suo nuovo libro (in uscita prossimamente per Salerno Editrice).

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_nizzo_locandinaProgramma di domenica 17 marzo 2024. La mattina sarà dedicata alla storia di Todi. Si aprirà alle 10 con la lezione di Valentino Nizzo “Tuder/Tular: città, persone, confini”, dedicata allo stretto legame tra la città di Todi e il concetto di “confine”, insito sin nel nome, a partire da quello che racconta l’archeologia tuderte. “Non era mai accaduto che parlassi della città dove sono nato, nella città in cui sono nato”, confessa Nizzo, etruscologo, già direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ora docente all’Orientale di Napoli. “La cosa un po’ mi emoziona perché, nonostante le trame della vita non mi abbiano consentito di viverci, nei pochi momenti dell’adolescenza che ho trascorso in questa splendida cittadina, ho avuto modo di appassionarmi alla storia e ai monumenti del suo passato, conoscere persone appassionate come don Pericoli che mi affascinò rivelandomi prima ancora che fosse edito quanto aveva riportato alla luce sotto la chiesa di Santa Maria in Camucia. Mi sono sempre sentito molto legato al Marte di Todi, rinvenuto non molto lontano dalla mia casa paterna e finito anche lui come me a Roma, tra le opere più ammirate del Museo Gregoriano del Vaticano. Per non parlare del meraviglioso “nicchio” di Todi, l’edicola sacra di epoca giulio-claudia ritrovata agli inizi del ‘500 a Pontecuti, non lontano da casa, e finita anch’essa in Vaticano, che mi faceva sognare, perché si favoleggiava della sua connessione con un ipotetico tempio sacro a Tiberino, il dio eponimo del fiume che mi ha sempre incantato per la sinuosità delle sue curve che intravvedevo dalla finestra oltre i campi di girasole”.

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_zuddas_locandinaA seguire alle 11 Enrico Zuddas che nella conferenza “Il Bellum Perusinum e la colonia di Tuder” parlerà della colonia di Tuder in relazione al Bellum Perusinum (41-40 a.C.). Dottore di ricerca in Storia antica, insegna Lettere al liceo “Properzio” di Assisi. Svolge attività di tutorato per le Cattedre di Epigrafia latina e di Storia romana dell’università di Perugia. È responsabile del Gruppo di Perugia per la schedatura del materiale epigrafico di area umbra nella banca dati EDR (Epigraphic Database Roma). Due sono i suoi principali campi di ricerca: la storia e le istituzioni dell’Umbria romana e l’epoca costantiniana. 

todi_palazzo-del-capitano_umbria-antica-2024_paolucci_locandinaA chiudere alle 12 Nicoletta Paolucci, con una lezione sulle cisterne romane di Todi (protagoniste della visita guidata di sabato pomeriggio). Due grandi cisterne collocate al di sotto della piazza del Popolo, rispettivamente in corrispondenza del lato est e del lato ovest, costituivano il perno del sistema idrico della città antica ed avevano l’altrettanto importante funzione di sostegno del foro sovrastante. Le cisterne presenti sotto il lato est, non visitabili, sono suddivise in 12 ambienti e furono rinvenute nel 1262 in occasione dei lavori di ripavimentazione della piazza, come ricordato in una cronaca locale del XVI secolo. Le cisterne del lato ovest, accessibili al pubblico da via del Monte, sono invece state rintracciate casualmente nel 1996 durante lavori di restauro di un locale commerciale. Sono anch’esse suddivise in 12 vani secondo lo schema delle camere parallele comunicanti a pianta rettangolare. Il duplice complesso, databile nella seconda metà del I sec. a.C., venne eretto contemporaneamente scavando una enorme quantità di terreno ed utilizzando la medesima tecnica costruttiva: entrambi i manufatti poggiano infatti su una piattaforma in opera cementizia resa impermeabile con un composto di materiali fittili e malta grassa. 

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Il glottologo Augusto Ancillotti

Il programma di domenica 17 marzo 2024, pomeriggio, chiude la tre giorni di Umbria antica festival. Apre alle 15.30, Augusto Ancillotti con la conferenza “Il nome di Todi e il nome del Tevere. Implicazioni culturali”. Ancillotti ha insegnato Glottologia e Linguistica Generale in tre università, Milano, Mogadiscio e Perugia, dove è stato anche prorettore e presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Nell’ambito della ricerca scientifica si è occupato di teoria della linguistica genetica e di formazione delle lingue indeuropee (cassitico, trace, umbro). È autore di un centinaio di pubblicazioni accademiche fra cui spiccano la completa traduzione commentata delle Tavole Iguvine (Augusto Ancillotti – Romolo Cerri, “Le tavole di Gubbio e la civiltà degli Umbri”, Edizioni Jama 1996), il saggio “E parlano ancora” (Edizioni Jama 2021) e il manuale universitario “Elogio del variabile. Introduzione alla linguistica storica: l’indeuropeistica” (Guerini e Associati 2005). 

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Paolo Giulierini, già direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)


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Copertina del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” di Paolo Giulierini

Alle 16.30, Paolo Giulierini, già direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, presenta il suo libro “L’Italia prima di Roma: sulle tracce degli antichi popoli italici” (Rizzoli). Il nostro Paese ci appare il più delle volte come l’erede per eccellenza della civiltà romana. Non c’è nulla di più vero, ma se ci mettessimo in viaggio percorrendo l’Italia da nord a sud scopriremmo che prima ancora che Italiani siamo stati Italici: in ogni regione la toponomastica, i monumenti, i reperti archeologici, le tradizioni etnografiche, persino le abitudini alimentari e culinarie raccontano la storia di popoli antichi che a partire dall’Età del ferro si sono frequentati, confrontati, scontrati. Celti, Veneti, Liguri, Etruschi, Sardi, Latini, Sanniti, Lucani, Piceni, Campani, Punici, Enotri, Siculi e molti altri hanno lasciato ovunque nella penisola tracce profonde, preziose per capire com’era l’Italia prima dell’avvento di Roma. Con la competenza dell’esperto e il passo avvincente del divulgatore, Paolo Giulierini ci accompagna in un viaggio affascinante, ci presenta gli Italici che siamo stati, ne approfondisce il rapporto con il territorio, le modalità insediative, la religione, la lingua e la scrittura, senza tralasciare il fondamentale incontro con i Romani e quello che ne è seguito. Corredato da immagini, questo libro è al tempo stesso un saggio sulla meravigliosa complessità della storia del nostro Paese e una guida per innamorarsi, oltre che di tutte le sue bellezze, anche delle genti che lo hanno abitato in tempi remoti, e che ancora oggi ci parlano: non solo di loro ma anche di noi, da sempre popolo in cammino che a ogni tappa aggiunge un viandante alla carovana.

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Lo studioso Nicola Mastronardi

Chiude Umbria antica Festival, alle 17.30, Nicola Mastronardi con “I Sanniti e la nascita di Italia”. Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze – Indirizzo Storico-Internazionale. Membro dell’Accademia dei Georgofili, è studioso delle civiltà semi nomadi dell’Appennino italiano e del Mediterraneo. Da venti anni alterna la libera professione nel campo dei reportages di turismo escursionistico, agli interessi di storia antica (sannita) e contemporanea. “Viteliú, il nome della libertà” è stato il suo noto romanzo d’esordio cui seguirà una trilogia sulle guerre sannitiche del IV e III secolo avanti Cristo. “I Figli del Toro” è il primo di questi.

 

Firenze. Conto alla rovescia per la settima edizione di TourismA 2021, il salone dell’Archeologia e del Turismo culturale. Ecco qualche appuntamento spulciato dal ricco programma di tre giorni di eventi e incontri

Il Palacongressi di Firenze gremito per TourismA 2020 (foto AV)

firenze_tourisma_foto-archeologia-vivaOrmai ci siamo. È iniziato il conto alla rovescia. Mancano una decina di giorni alla settima edizione di TourismA 2021, il salone dell’Archeologia e del Turismo culturale in scena al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 17 al 19 dicembre 2021, per un’immersione totale nella storia e nelle testimonianze del passato: decine di incontri e centinaia di relatori, dalle grandi scoperte alle proposte di musei e parchi, dall’arte all’ambiente ai borghi e siti Unesco, ai nuovi itinerari, alle tecnologie d’avanguardia. Ingresso gratuito. Verifica green pass e registrazione obbligatoria all’ingresso (vedi modalità di accesso). Prenotazioni solo per le scuole. Novità e grandi ritorni tra i “big”: Franco Cardini, Andrea Carandini, Louis Godart, Giuliano Volpe, Cristoforo Gorno, Giorgio Manzi, Massimo Osanna, Mario Tozzi, Paolo Giulierini, Alberto Angela… E per i più piccoli i laboratori di archeologia sperimentale (prenotazione diretta). Importante appuntamento per il turismo culturale: spazi espositivi e proposte di valorizzazione / promozione sono al centro di “tourismA 2021” con Stand e Box poster di operatori e agenzie turistiche, parchi, poli museali, editoria e università; Buy Cultural Tourism. A “tourismA 2021” il 4° Workshop del Turismo Culturale riservato a buyers e sellers; viaggi di cultura e archeologia. Programmi di viaggio con interventi dei vari curatori scientifici nella Rassegna di itinerari turistico-culturali. Vediamo qualche proposta di TourismA 2021, spulciando nel ricco programma.

Il sassofonista Stefano Cocco Cantini (foto AV)

17 dicembre 2021, alle 9.15, Auditorium: LA MUSICA PERDUTA DEGLI ETRUSCHI. Grande ritorno a “tourismA 2021” del sassofonista Stefano “Cocco” Cantini e dell’etruscologa Simona Rafanelli. I due esperti apriranno il XVII Incontro Nazionale di Archeologia Viva nel grande auditorium del Palacongressi di Firenze.

L’area archeologica di Cirene in Libia (foto AV)

17 dicembre 2021, alle 11.45, sala Onice: RITORNO IN LIBIA. La settima edizione di “tourismA” si apre con il convegno ITER sulla ricerca italiana all’estero nel ricordo del suo ideatore Ettore Janulardo. Fra i relatori è Oscar Mei (Università di Urbino) direttore della Missione a Cirene e Tripoli con un intervento su “Archeologia in Libia (dopo dieci anni di guerra)”.

Il sito preistorico di Poggetti Vecchi frequentato dall’uomo di Neanderthal e da elefanti (foto AV)

17 dicembre 2021, alle 12.00, Auditorium: NEANDERTHAL VS ELEFANTI. A “tourismA” l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria presenta la mostra virtuale “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. Neanderthal ed elefanti nella Maremma toscana, la sfida del clima” con una spettacolare “visita guidata” sul grande schermo dell’auditorium del Palacongressi di Firenze.

Il parco archeologico di Ostia antica presente alla settima edizione di TourismA (foto AV)

17 dicembre 2021, alle 14.15, sala Onice: OSTIA ANTICA Il Parco archeologico: patrimonio culturale, società e territorio: dal ruolo del parco alle opportunità per il territorio di Fiumicino, dal nuovo museo delle Navi al marchio europeo del Patrimonio.

Ricerche archeologiche subacquee nei fondali pugliesi (foto AV)

17 dicembre 2021, alle 15.00, Auditorium: LA PUGLIA E IL MARE. Un nuovo centro di ricerche per conoscere e valorizzare i paesaggi costieri e subacquei: ne parlano a “tourismA” Rita Auriemma, Luigi De Luca, Danilo Leone, Maria Turchiano e Giuliano Volpe, nell’ambito del XVII Incontro Nazionale di Archeologia Viva.

Ricostruzione del forno preistorico per la produzione di rame sul passo Redebus ad Acqua Fredda (foto AV)

17 dicembre 2021, alle 15.40, sala Limonaia: TURISMO NELLA PREISTORIA. A tourismA 2021, convegno dell’IIPP sulle potenzialità turistiche delle aree preistoriche. Spettacolari i casi di studio in programma, fra cui il sito di Passo Redebus in Trentino con forni per la produzione del rame presentati da Franco Marzatico e Luisa Moser.

Panorama del Montenegro (foto AV)

18 dicembre 2021, alle 9.40, Auditorium: BERE E FUMARE AI CONFINI DELL’IMPERO. A “tourismA 2021” convegno SCAVARE IL PRESENTE a cura di Giuliano Volpe. Interviene fra gli altri Sauro Gelichi: “Tabacco e caffè in una città del Montenegro in età moderna”.

Lo scavo di Campo 65 di Altamura in Puglia (foto AV)

18 dicembre 2021, alle 10.00, Auditorium: SCAVARE IL PRESENTE. In Puglia il Campo 65 di Altamura: prima campo di prigionia, poi campo di addestramento di partigiani titini, infine campo profughi. Ne parlerà Giuliano De Felice (Università di Bari) a “tourismA” nell’ambito del convegno “Scavare il presente” curato da Giuliano Volpe e dallo stesso De Felice.

L’iscrizione rupestre di età romana a Trenčín in Slovacchia (foto AV)

18 dicembre 2021, alle 10.00, sala Onice: LA SLOVACCHIA A TOURISMA. Clima, Patrimonio Unesco, i confini dell’Impero romano sul Danubio centrale e una storia nascosta: la veduta di Bratislava in Palazzo Vecchio.

Il laboratorio dell’Opificio delle Pietre dure a Firenze (foto AV)

18 dicembre 2021, alle 10.20, sala Verde: CONSERVARE IL PATRIMONIO. Marco Ciatti, soprintendente Opificio delle Pietre Dure, e James Bradburne, direttore Pinacoteca di Brera, sono in programma a “tourismA 2021” nel convegno “Conservare e valorizzare il patrimonio culturale” a cura 4CH.

Cristoforo Gorno, autore e conduttore televisivo: a lui è stato assegnato il premio Francovich 2021 (foto AV)

18 dicembre 2021, alle 12.00, Auditorium: RAVENNA E GORNO PREMIATI A TOURISMA. Il Premio “R. Francovich” 2021, per la comunicazione museale e la divulgazione del Medioevo, attribuito dalla SAMI – Società Archeologi Medievisti Italiani, è andato al Museo Classis Ravenna, realizzato dalla Fondazione RavennaAntica, e all’autore e conduttore televisivo Cristoforo Gorno. Il prestigioso riconoscimento verrà consegnato dal presidente SAMI prof. Paul Arthur nell’ambito del prossimo “tourismA”.

Particolare della Colonna Traiana a Roma (foto AV)

18 dicembre 2021, alle 16.20, Auditorium: TRAIANO PRINCIPE IDEALE. Ne parlerà a “tourismA” il professor Livio Zerbini presentando il suo ultimo libro nell’ambito del XVII Incontro Nazionale di Archeologia Viva.

Scavo archeologico di un sito indigeno in Corsica (foto AV)

19 dicembre 2021, alle 9.30, sala Onice: CORSICA INDIGENA. Domenica 19 dicembre l’Università e la Collettività di Corsica organizzano a “tourismA” (Palacongressi di Firenze) un convegno su “Mobilità e contatti nel Tirreno durante il I millennio a.C.”.

Copertina del libro “L’ultimo Neanderthal racconta. Storie prime della storia” (Il Mulino) di Giorgio Manzi

19 dicembre 2021, alle 11.30, Auditorium: L’ULTIMO NEANDERTHAL. Ne parlerà Giorgio Manzi, paleoantropologo alla Sapienza Università di Roma, nell’ambito del XVII Incontro Nazionale di Archeologia Viva.

Simona Rafanelli, direttrice del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, ed Eva Degl’Innocenti, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, all’inaugurazione della mostra “Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia” (foto MArTa)

19 dicembre 2021, alle 14.30, sala Onice: TARAS E VATL, Città di mare e antichi porti del Mediterraneo. Simona Rafanelli, direttore museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, ed Eva Degl’Innocenti, direttore museo Archeologico nazionale di Taranto, parlano del progetto culturale Taras e Vatl, delle due mostre rispettivamente a Vetulonia e Taranto, e del convegno al MArTa.

Alberto Angela e Piero Pruneti a TourismA 2020 (foto AV)

19 dicembre 2021, alle 17.00, Auditorium: ALBERTO ANGELA. Come da tradizione, il divulgatore scientifico e scrittore, Intervistato da Piero Pruneti direttore di Archeologia Viva, chiuderà l’Incontro Nazionale di Archeologia Viva. Ma quest’anno, l’intervento non sarà in presenza ma da remoto a evitare rischi di contagio per probabili assembramenti.