Archivio tag | Khaled El-Anani

Egitto. Nella Grande Piramide di Cheope scoperto un nuovo corridoio dietro l’entrata principale: prende così forma quel “grande vuoto” individuato nel 2016 dal progetto Sp-Nfc. Zahi Hawass: “Porterà a svelare altri segreti. La tomba del faraone?”

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Prima immagine del nuovo corridoio scoperto dal progetto Sp-Nfc dietro l’entrata principale della Piramide di Cheope (foto ministry of tourism and antiquities)

 

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_presentazione-ministro-Ahmed-Issa_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Il ministro Ahmed Issa presenta la scoperta del nuovo corridoio ai piedi della Grande Piramide (foto ministry of tourism and antiquities)

È dal 2016, anno della sua scoperta col progetto “Sp-Nfc”, che quel “big void” (Grande Vuoto) nella Grande Piramide realizzata sulla piana di Giza 4500 anni fa per il faraone Cheope, non smette di arrovellare le menti degli egittologi con ipotesi e supposizioni. Ma ora c’è una certezza: dietro l’entrata principale della grande piramide di Khufu (Cheope) esiste un altro “corridoio”, “un tunnel”, di 9 metri di lunghezza, 2,10 di larghezza e 2,3 di altezza. L’annuncio è stato fatto dal ministro egiziano per il Turismo e le Antichità Ahmed Issa in una conferenza stampa tenuta sotto un tendone proprio ai piedi dei 139 metri della più vetusta ma meglio conservata delle sette meraviglie del mondo antico. Alla conferenza hanno partecipato l’archeologo Zahi Hawass, già ministro delle Antichità; Hani Hilal, ministro dell’istruzione superiore e della Ricerca scientifica e coordinatore del progetto di esplorazione delle piramidi ScanPyramids; Mamdouh Damati, già ministro delle Antichità; Khaled Al-Anani, ex ministro del Turismo e delle Antichità; Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, e Mohammed Al-Khasht, dell’università del Cairo; Hossamuddin Abdel Fattah, decano della Facoltà di Ingegneria dell’università del Cairo.

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_team-scan-pyramids-al-lavoro_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Il team del progetto Sp-Nfc sta “vedendo” il nuovo corridoio nella Piramide di Cheope (foto ministry of tourism and antiquities”

Utilizzando una tecnica chiamata radiografia a muoni a raggi cosmici, da Se’bastien Procureur dell’Université Paris-Saclay, e da Kunihiro Morishima dell’università di Nagoya, e colleghi hanno misurato in dettaglio le dimensioni, la forma e la posizione del corridoio della parete nord, senza entrarvi. Il corridoio misura circa 9 metri di lunghezza, ed ha una sezione trasversale di circa 2 metri per 2 metri. La tecnica rileva la radiazione cosmica che passa attraverso la piramide, consentendo agli autori di determinare la dimensione del corridoio perché una piramide solida consentirebbe a meno radiazioni di raggiungere i rivelatori rispetto allo spazio vuoto. Sebbene il corridoio sia stato scoperto alcuni anni fa, questo studio fornisce una visione più dettagliata della sua forma e posizione. Questo corridoio è stato raggiunto inserendo un piccolissimo telescopio con telecamera ad una delle aperture all’ingresso della piramide: non è rifinito ed è caratterizzato da monoliti che formano un soffitto spiovente.

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_ministro-Hani-Hilal_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Il ministro Hany Helal alla presentazione della scoperta del nuovo corridoio nella Grande Piramide (foto ministry of tourism and antiquities)

“L’ultima volta che è stato visto fu 4500 anni fa”, ha detto Hany Helal, sottolineando che quelle diffuse sono le prime immagini della misteriosa camera. La cavità del lato Nord della Grande Piramide è stata filmata da una sonda giapponese, una sorta di “endoscopio” introdotto attraverso una fessura di pochi millimetri. “Non chiedetemi perché questo corridoio sia qui”, ha detto Helal alimentando il mistero dopo che Hawass aveva comunque previsto che “porterà a svelare altri segreti”. “Crediamo che qualcosa sia nascosto sotto”, ha detto l’ex-ministro delle Antichità egiziano formulando una propria “opinione”: “la tomba di Cheope dovrebbe essere sotto quel tunnel” e quella appena annunciata “credo possa essere la scoperta più importante del secolo”.

I curatori di un video divulgativo hanno spiegato che la forma a “v rovesciata” del soffitto del corridoio, detta “tecnica dello chevron, fu introdotta per la prima volta” proprio nella piramide di Cheope e serve a proteggere “grandi stanze dal considerevole peso sovrastante”: insomma uno scarico di forze a tutela di quella che, secondo Hawass, sarebbe la tomba del faraone della IV dinastia. Il progetto di ricerca, in corso da otto anni, punta a studiare le piramidi dell’Antico regno usando “tecniche non-invasive” come la “radiografia muonica” che nel 2016 rilevò lo “ScanPyramids North Face Corridor” (Sp-Nfc) di cui ora sono state precisate le caratteristiche.

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_progetto-scan-pyramids-al-lavoro_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

L’individuazione del nuovo corridoio con il progetto Sp-Nfc alla Grande Piramide di Cheope (foto ministry of tourism and antiquities)

Il progetto Sp-Nfc. Lanciata nell’ottobre 2015, la missione ScanPyramids è un’iniziativa internazionale finalizzata all’utilizzo di tecniche non distruttive per esaminare le piramidi egizie. La missione è coordinata congiuntamente dalla Facoltà di Ingegneria dell’università del Cairo (Egitto) e dall’Istituto HIP (Francia) e ha riunito un gruppo eterogeneo e internazionale di partner provenienti da vari settori e paesi. Questi includono l’università di Nagoya (Giappone), la CEA (Commissione francese per le energie alternative e l’energia atomica, Francia), la KEK (Organizzazione per la ricerca sugli acceleratori ad alta energia, Giappone), l’università di Laval (Canada), Inria (Istituto francese per la ricerca in Computer Science and Automation), il CNRS (Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, Francia) e l’università tecnica di Monaco (Germania), nonché le società Dassault Systèmes, Whatever the Reality ed Emissive.

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_team-scan-pyramids_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Il team che ha curato il progetto Sp-Nfc alla Grande Piramide di Cheope (foto ministry of tourism and antiquities)

Nel 2017, il team ha annunciato la scoperta di un grande vuoto sopra la Grande Galleria della Piramide di Cheope grazie ai muoni dei raggi cosmici (Morishima et al., 2017). Parallelamente, il team di ScanPyramids ha studiato altre parti della Piramide di Cheope e, in particolare, l’area che circonda lo spigolo della parete nord. Nel 2016, i team scientifici hanno rilevato anomalie termiche in quest’area. Successivamente hanno installato film di emulsione di muoni dell’Università di Nagoya nel corridoio discendente, situato sotto i galloni. Queste misurazioni hanno rivelato la presenza di un vuoto sopra il Corridoio Discendente. Questo vuoto, denominato ScanPyramids-North Face Corridor (SP-NFC), è stato quindi studiato utilizzando ulteriori film di emulsione di muoni per perfezionarne la posizione e le dimensioni. Tra il 2019 e il 2020, la CEA ha collocato i propri rilevatori di muoni in tempo reale sotto l’SP-NFC, oltre ai filmati dell’Università di Nagoya. Tra il 2020 e il 2022, l’Università tecnica di Monaco ha condotto campagne radar ed ecografiche sui galloni. Combinando i risultati di tutte le tecniche non distruttive impiegate nella piramide di Khufu, le piramidi di scansione si sono rese conto che l’SP-NFC poteva essere raggiunto con un endoscopio dietro i galloni.

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_tutto-il-team-scan-pyramids-al-lavoro_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Foto di gruppo dei partecipanti alla grande scoperta nella Piramide di Cheope (foto ministri of tourism and antiquities)

 

egitto_giza_piramide-di-cheope_scoperto-nuovo-corridoio_zahi-hawass_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

L’egittologo Zahi Hawass alla presentazione della grande scoperta nella Piramide di Cheope (foto ministry of tourism and antiquities)

Il 24 febbraio 2023, subito dopo aver presentato i risultati della ricerca al Comitato Scientifico presieduto da Zahi Hawass, il team di ScanPyramids ha mostrato con successo l’SP-NFC al Comitato: utilizzando un radar di penetrazione del terreno ad alta frequenza, il team di ScanPyramids ha trovato un’apertura nel giunto dietro i blocchi inferiori degli chevron, che ha permesso di introdurre un endoscopio di ultima generazione con un diametro di soli 5 mm. Il 2 marzo 2023, il team di ScanPyramids pubblica due articoli scientifici che descrivono in dettaglio questa scoperta, nonché la prima immagine del corridoio ScanPyramids-North Face.

Egitto. Il cda del Grand Egyptian Museum ha fatto il punto sull’andamento dei lavori: il museo completato al 99%. Al Gem già trasferiti oltre 55mila reperti; più di 4500 del tesoro di Tutankhamon in 85 delle 107 vetrine previste

Veduta panoramica del cantiere del Grand Egyptian Musem (Gem) del Cairo (foto ministry of Tourism and Antiquities)
egitto_cairo_gem_riunione-cda_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

La riunione del cda del Gem con il ministro del Turismo e delle Antichità Khaled El-Anany (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Il 99% dei lavori del Grand Egyptian Museum del Cairo è stato completato. Ben 85 delle 197 vetrine dedicate al tesoro di Tutankhamon sono state riempite. E complessivamente al Gem sono già stati trasferiti oltre 55mila reperti. È quanto emerso nella recente riunione del Consiglio di Amministrazione della Grand Egyptian Museum Authority, nella sede del ministero a Zamalek, presieduta dal ministro del Turismo e delle Antichità Khaled El-Anany. È stato il maggiore generale Atef Moftah,  supervisore generale del progetto del Grande Museo Egizio e dell’area circostante, a informare i membri del consiglio sui risultati raggiunti: il completamento del progetto del museo è giunto complessivamente al 99%. E nello specifico, l’implementazione dei sistemi elettromeccanici ha raggiunto il 96% e quella dei sistemi di comunicazione e assicurazione ICT al 90%. “Per quanto riguarda i lavori di valorizzazione dell’area circostante”, specificato sempre Atef Moftah, “i cantieri esterni e gli impianti sono stati completati al 98%, le strade circostanti al 92%, e il fronte verso le piramidi ha raggiunto oltre il 99%”. E intanto sono arrivati al 100% i lavori della struttura in cemento e metallo per il Museo delle barche di Cheope. E si sta cercando la soluzione architettonica per aumentare la capacità di parcheggio dei veicoli dagli attuali 1300 a 2000 posti auto. Infine Al-Tayeb Abbas, assistente ministro del Turismo e delle Antichità per gli Affari Archeologici del Gran Museo Egizio, ha passato in rassegna lo stato di avanzamento dei lavori all’interno: “L’ingresso e la grande scala sono al 99%,  e le finiture della sala del tesoro di Tutankhamon sono al 99%, e i manufatti sono stati collocati in 85 delle 107 vetrine, cioè più di 4500 reperti dei tesori del giovane re”.

“Luxor… la strada degli Arieti”: due ore di spettacolo stile Hollywood per l’apertura della grande strada processionale, il Viale delle Sfingi, dal tempio di Karnak al tempio di Luxor, dopo un decennale progetto di scavo archeologico, restauro e ricomposizione. Un grande promo dell’offerta turistica di Luxor sotto gli occhi del presidente al-Sisi. Ecco le immagini

egitto_luxor_viale-delle-sfingi_cerimonia-apertura_1_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

Il Viale delle Sfingi a Luxor durante la cerimonia di apertura (foto ministry of tourism and antiquities)


egitto_luxor_viale-delle-sfingi_cerimonia-apertura_presidente-al-sisi_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

Il presidente della Repubblica araba d’Egitto Abdel Fattah al-Sisi alla cerimonia di apertura della Viale delle Sfingi a Luxor (foto ministry of tourism and antiquities)


egitto_luxor_viale-delle-sfingi_cerimonia-apertura_4_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

I fuochi d’artificio hanno illuminato la notte di Luxor al termina della cerimonia di apertura del Viale delle Sfingi (foto ministry of tourism and antiquities)

Due ore di spettacolo stile Hollywood, anche un po’ kitsch, ma certo di forte presa sul grande pubblico, per l’apertura del Viale delle Sfinge, la straordinaria strada processionale che già 3500 anni fa i pellegrini percorrevano dal tempio di Luxor al tempio di Karnak accompagnati nei loro passi da una teoria di statue leonine con testa umana (per celebrare il faraone di turno) o di arieti (in onore del dio Amon), a seconda del periodo: sono le sfingi, che un decennale progetto di scavo, restauro e ricomposizione ha riportato all’antico splendore. In tutto 2700 metri che il presidente della Repubblica araba d’Egitto Abdel Fattah al-Sisi accompagnato dal ministro al Turismo e alle Antichità Khaled el-Anani hanno percorso fino al cortile colonnato di Amenofi III del tempio di Luxor dove è stata creata una platea per le autorità con un enorme schermo sul quale hanno potuto seguire tutta la cerimonia: balletti, coreografie, musiche, cori, immagini spettacolari con interventi dai monumenti più famosi dell’antica Tebe, sulle sponde Est e Ovest del Nilo, dal regno di vivi al regno dei morti. Fino all’ultima, spettacolare processione con la barca solare sacra ad Amon portata da Karnak a Luxor, a ricordare la Festa di Opet, durante la quale la triade tebana, composta dalle statue di Amon, la sposa Mut e il figlio Khonsu, usciva dal tempio di Karnak e veniva portata nella cappella del Sud del grande tempio di Luxor costruito principalmente per la celebrazione di questa ricorrenza.

Primi turisti nel Viale delle Sfingi a Luxor (foto ministry of tourism and antiquities)

egitto_luxor_tebe-ovest_tempio-di-hatshepsut_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Il tempio di Hatshepsut a Tebe Ovest (foto ministry of tourism and antiquities)


egitto_luxor_tempio-di-karnak_pannelli-turistici_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Nuovi pannelli per i turisti al tempio di Karnak a Luxor (foto ministry of tourism and antiquities)

Così l’evento “Luxor… La strada degli arieti” del 25 novembre 2021 è diventato l’occasione per un eccezionale promo sull’offerta turistica di Luxor, dalle attrazioni ai grandi alberghi, dai templi alle più famose tombe della Valle dei Re e delle Regine. E non è un caso che, nei ringraziamenti ufficiali, il ministro el-Anani abbia definito Luxor, con l’apertura del Viale delle Sfingi, il più grande museo all’aperto del mondo. E se l’evento ha avuto una copertura mediatica globale, gli effetti sono stati evidenti. Così già il giorno dopo, come annuncia trionfalmente il sito del ministero del Turismo e delle Antichità, la grande strada processionale, il Viale delle Sfingi, era già percorsa da migliaia di turisti e cittadini egiziani per visitare questa strada con la nuova bigliettazione del tempio di Luxor e dei templi di Karnak, che non prevede l’aumento di prezzo.

Egitto. Torna al suo antico splendore il Viale delle Sfingi, la strada processionale che 3500 anni fa collegava il tempio di Karnak col tempio di Luxor: dopo un lunghissimo progetto di scavo archeologico, recupero e ripristino delle 1200 statue leonine con testa umana, i 2700 metri del viale sacro è protagonista del grande evento mediatico inaugurale “Luxor… La strada degli arieti”

Prova generale per la celebrazione della riapertura del Viale delle Sfingi a Luxor (foto ministry of Tourism and Antiquities)

egitto_luxor-riapre-viale-delle-sfingi_locandinaCi siamo. Dopo l’ennesimo rinvio (l’ultimo è del 5 novembre scorso) oggi, giovedì 25 novembre 2021, dopo un decennale progetto di ricerca archeologica e restauro, sarà riaperta la via processionale delle sfingi che 3500 anni fa collegava il tempio di Luxor con il tempio di Karnak, ideata dal faraone della XVIII dinastia Amenhotep-Amenofi III (1386-1349 a.C.) e utilizzata fino al tramonto della civiltà egizia. Appuntamento alle 19.30 (18.30, ora italiana) con l’evento “Luxor…La strada degli arieti”. E sarà “un evento spettacolare in una delle mete turistiche più famose e più belle dell’Egitto che promuoverà il turismo a Luxor e le sue diverse realtà, non solo archeologiche. A conclusione di uno dei più grandi progetti archeologici realizzati nel Medio Oriente che farà di Luxor il più grande museo all’aperto del mondo”, parola del ministro del Turismo e delle Antichità Khaled el-Anani che nei giorni scorsi ha ispezionato i templi di Luxor e Karnak seguendo da vicino i preparativi per l’evento “Luxor…La strada degli arieti”. Khaled el-Anani è stato accompagnato durante la visita dai suoi assistenti, dal soprintendente generale allo Sviluppo dei Servizi nei siti e musei Archeologici al Consiglio Supremo delle Antichità, il capo dell’amministrazione centrale delle Antichità dell’Alto Egitto, il direttore generale delle Antichità dell’Alto Egitto, il direttore generale delle Antichità di Luxor e il direttore generale delle Antichità di Karnak.

La nuova illuminazione al Ramesseum nel tempio di Luxor (foto ministry of Tourism and Antiquities)
egitto_luxor_ministro-el-anani-al-tempio-di-karnak_1_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

Il ministro Khaled el-Anani nel sopralluogo al tempio di Karnak (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Il ministro el-Anani ne è convinto: l’evento “Luxor…La strada degli arieti” affascinerà il mondo per la bellezza e le attrazioni turistiche e archeologiche di Luxor e farà luce sull’antica civiltà egizia, soprattutto grazie al completamento dei lavori di sviluppo e miglioramento dell’efficienza delle infrastrutture nel governatorato e sviluppo e abbellimento della Corniche, delle sue strade e piazze. E le immagini delle prove generali della grande festa sembrano confermarlo. Il progetto di restauro ha coinvolto la sala ipostila con le grandi colonne nei templi di Karnak, i sistemi di illuminazione nel tempio di Luxor, la sala di 14 pilastri nel tempio di Luxor. “Si potrà così riscoprire il percorso delle grandi processioni conosciute come il Viale degli Arieti”.

Il viale delle Sfingi a Luxor dopo il lungo progetto di scavo, restauro e ricollocamento (foto ministry of Tourism and Antiquities)
egitto_luxor_viale-delle-sfingi_prova-cerimonia-inaugurale_3_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

Prova generale per la celebrazione della riapertura del Viale delle Sfingi a Luxor (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Si ricorda il Viale degli Arieti, ma oggi si parla di Viale delle Sfingi: perché? Fu la regina Hatshepsut (XVIII dinastia, regnò dal 1506 al 1493 a.C. circa) a costruire porre sulla strada processionale sfingi a sua somiglianza. Ma venne spesso modificata a cominciare dal faraone Amenhotep-Amenofi IV (Akhenaten) che alternò le sfingi con immagini sue alternate a quelle della regina Nefertiti; dopo di lui, Tutankhamon fece modificare quelle immagini facendo scolpire teste di ariete proprio in onore al dio Amon, di cui aveva ripristinato il culto. Invece risale al faraone Nectanebo I, fondatore dell’ultima dinastia faraonica (regnò dal 380 al 362 a.C. circa), il viale che è giunto fino a noi con una teoria di sfingi tipiche del Periodo Tardo. A dimostrazione, spiegano gli egittologi, il fatto che queste sfingi ricordano i lineamenti di Nectanebo e mostrano il tipico sorriso delle sculture della XXX dinastia.

Fase dello scavo del Viale delle Sfingi a Luxor (foto maurizio zulian)

egitto_luxor_viale-delle-sfingi_4_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

Fase dello scavo del Viale delle Sfingi a Luxor (foto maurizio zulian)


egitto_luxor_viale-delle-sfingi_fasi-dello-scavo-archeologico_1_foto-maurizio-zulian

Fase dello scavo del Viale delle Sfingi a Luxor (foto maurizio zulian)

Dei lavori di ideazione, scavo, restauro e ricollocamento in situ delle sfingi, nonché la musealizzazione di tutto il percorso, si parla dall’inizio degli anni 2000. E come molti altri progetti archeologici dell’Egitto ha dovuto affrontare e superare molti ostacoli finanziari e amministrativi che hanno inevitabilmente causato la sospensione dei lavori. Nelle immagini di Maurizio Zulian, curatore onorario per le antichità egizie alla fondazione museo civico di Rovereto, si può seguire l’andamento dei lavori che hanno obbligato le autorità a modificare la viabilità, eliminando i tratti stradali che passavano proprio sopra il tracciato sacro, e ad abbattere molti edifici anche pubblici (tra cui la sede del Governatore e una moschea), con lo fratto e lo spostamento di più di 800 famiglie. Oggi il Viale delle Sfingi rappresenta una passeggiata eccezionale di 2700 metri dal X pilone del tempio di Amon-Ra a Ipet Sut (l’antico nome del Tempio di Karnak) al grande portale alto 24 metri costruito da Ramesse II a Ipet Resyt (l’antico nome del Tempio di Luxor) fiancheggiata da circa 1200 statue leonine che attirerano – le autorità egiziano lo sperano convinte – tantissimi turisti.

Egitto. Il 3 aprile sarà inaugurato il nuovo museo nazionale della Civiltà egizia a Fustat, proprio nel giorno della grande parata reale col trasferimento di 22 mummie reali dal museo Egizio di piazza Tahrir. La sala delle mummie sarà visitabile dal 18. Ecco alcuni dei re e regine protagonisti del corteo

Iniziative promozionali per l’inaugurazione del museo nazionale della Civiltà egizia a Fustat (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Il 3 aprile 2021 sarà un giorno importante per il Cairo e tutto l’Egitto. Ci sarà la parata reale dei faraoni: cioè il trasferimento di 22 mummie reali dal museo Egizio di piazza Tahrir al museo nazionale della Civiltà egizia a Fustat. Ma quello sarà il giorno proprio dell’inaugurazione del nuovo museo alla periferia del Cairo. Proprio nell’ambito del piano del ministero del Turismo e delle Antichità per promuovere il museo nazionale della Civiltà Egizia a Fustat dopo la sua apertura, il prossimo 3 aprile 2021, Khaled el-Anani, ministro del Turismo e delle Antichità, ha concesso un 50% riduzione sul prezzo del biglietto per egiziani e stranieri per un periodo di due settimane, dal 4 al 17 aprile 2021, per visitare l’esposizione. Sarà inoltre consentita la visita alla Royal Mummies Hall, a partire dal 18 aprile 2021, che coincide con la Giornata del Patrimonio Mondiale. Infatti proprio nelle due settimane successive all’apertura del museo, la sala sarà allestita e le mummie saranno collocate all’interno delle loro due visualizzare le volte.

La posizione e l’assonometria del deposito reale (TT320) a Deir el Bahari (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Intanto cresce l’attesa per la processione delle mummie reali del 3 aprile 2021. Intanto il ministero del Turismo e delle Antichità dà qualche informazione in più sulle mummie reali che andranno a stare nella nuova dimora a Fustat: 10 delle 22 mummie, che saranno trasferite dal museo Egizio al museo nazionale di Civiltà egizia sono state trovate nel 1881 nel nascondiglio di Deir al-Bahari, che è stato il primo a essere scoperto in Egitto. Si tratta della tomba TT320, nota anche come “deposito reale”, situato vicino a Deir al-Bahari nel cimitero di Taiba, a ovest di Luxor.

La tomba di Amenhotep II (KV35) nella valle dei Re dove fu trovato il secondo nascondiglio di mummie reali (foto ministry of Tourism and Antiquities)

Nel 1898, l’egittologo francese Victor Loret trovò un altro deposito di mummie reali nella tomba del re Amenhotep II (KV35), nella Valle dei Re a Luxor. All’interno di questo nascondiglio sono state trovate altre 10 delle 22 mummie che saranno trasferite dal museo Egizio al museo nazionale della Civiltà egizia.

La mummia del re Seqenenre Taa II fu scoperta nel deposito di Deir el Bahari (TT320) (foto ministry of Tourism and Antiquities)

La mummia di Seqenenre Taa II, stata scoperta nel deposito di Deir El-Bahari (TT320), a ovest di Luxor nel 1881, è una delle 22 mummie reali che saranno trasferite nella parata reale dal museo Egizio di Tahrir al museo nazionale della Civiltà egizia. Il re Seqenenre Taa II era il sovrano di Tebe (l’odierna Luxor). La storia ricorda Seqenenre Taa come il re che iniziò la guerra di liberazione contro gli Hyksos, una guerra che continuò con i suoi figli Kamose e Ahmose I.

La mummia della regina Ahmose Nefertari fu scoperta nel nascondiglio di Deir el Bahari (TT320) (foto ministry of Tourism and Antiquities)

La mummia della regina Ahmose Nefertari, scoperta nel nascondiglio di Deir el-Bahari (TT 320) nel 1881, è una delle 22 mummie reali che saranno trasferite dal museo Egizio di Tahrir al museo nazionale della Civiltà egizia di Fustat. Potente e influente durante la sua vita, Ahmose Nefertari mantenne il suo potere durante il regno di suo figlio, Amenhotep I; madre e figlio furono venerati come coppia divinizzata dagli egiziani, specialmente nella necropoli di Deir el-Medina.

La mummia del re Amenhotep I fu scoperta nel nascondiglio di Deir el Bahari (TT320) (foto ministry of Tourism and Antiquities)

La mummia del re Amenhotep I, scoperta nel nascondiglio di Deir el-Bahari (TT 320), a ovest di Luxor nel 1881, sarà tra 22 mummie reali trasferite in una grande parata dal museo Egizio di Tahrir al museo nazionale Egizio civiltà. Il secondo faraone della XVIII dinastia, Amenhotep I, era un bambino quando divenne re e governò con l’assistenza di sua madre, la regina Ahmose Nefertari. Amenhotep I ha condotto diverse campagne militari. Ha anche iniziato o completato molti progetti di costruzione. Ricordato come un grande sovrano, fu divinizzato dopo la sua morte insieme a sua madre.

La mummia della regina Ahmose Merit Amon fu scoperta nella tomba TT358 a Deir el Bahari (foto ministry of Tourism and Antiquities)

La mummia della regina Ahmose Merit Amon, figlia del re Ahmose e della regina Ahmose-Nefertari, scoperta nel 1930 nella tomba numero (TT 358) a Deir el-Bahari, a ovest di Luxor, è una delle mummie che verrà trasportata nella parata delle mummie reali che il mondo sta aspettando.

Egitto. Nella necropoli di Saqqara la missione egiziana scopre 100 sarcofagi inviolati e sigillati di 2500 anni fa, 40 statue dorate di Ptah Soker, 20 scatole di legno di Horus, e poi statuette, amuleti, ushabti e 4 maschere in cartonnage dorato. I sarcofagi andranno tra il Grand Egyptian Museum, il National Museum of Egyptian Civilization, il museo della Nuova Capitale Amministrativa e il museo Egizio di piazza Tahrir. Le mummie al National Museum of Egyptian Civilization

I sarcofagi in legno inviolati e sigillati, risalenti a 2500 anni fa, scoperti dalla missione egiziana nella necropoli di Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquities)
egitto_saqqara_scoperti-100-sarcofagi_ministro-el-anany_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

Il ministro al Turismo e alle Antichità Khaled el Anani parla davanti alla distesa di sarcofagi scoperti a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquities)

Cento sarcofagi in legno di 2500 anni fa, inviolati e sigillati, ancora in ottime condizioni, contenenti mummie ben conservate, alcune accompagnate con ricchi ornamenti all’interno di pozzi funerari; quaranta statue (alcune dorate) di Ptah Soker, dio della necropoli di Saqqara, venti scatole di legno del dio Horus, due statue di “Phnomus “, una alta 120 cm e l’altra 75 cm, in legno di acacia. Oltre a numerose statuette, amuleti, ushabti e 4 maschere in cartonnage dorato. I ritrovamenti risalgono all’epoca delle dinastie dal VI al IV secolo a.C. e alla dinastia dei Tolomei (IV-I sec. a.C.). È l’ultima scoperta archeologica della missione egiziana dalla necropoli di Saqqara annunciata dal ministro al Turismo e alle Antichità Khaled el Anani alla presenza del maggiore generale Ahmed Rashid, governatore di Giza; l’ambasciatore Badr Abdel Aty, assistente ministro degli Affari Esteri per gli Affari Europei; Mostafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità; il maggiore generale Atef Moftah, supervisore del Grand Egyptian Museum e l’area circostante, e Ahmed Ghoneim, CEO del National Museum of Civilization; Al-Tayeb Abbas, viceministro per gli Affari archeologici presso il Grand Egyptian Museum, e un certo numero di funzionari del ministero, oltre ad alcuni personaggi pubblici e artisti egiziani.

Le statue dorate di Ptah Soker, dio della necropoli di Saqqara, trovate dalla missione egiziana a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquities)

L’area di Saqqara – nota al mondo per la piramide a gradoni di Djoser – non finisce mai di stupire. “È la terza grande scoperta fatta negli ultimi tre anni di campagna di scavo nella stessa zona da archeologi egiziani nell’ambito di una missione egiziana”, ha sottolineato con un certo orgoglio il segretario dello Sca, Mostafa Waziri. “Un’area già nota per i ricchi ritrovamenti in passato, come le tombe dei nobili, in cui è stata ritrovata la sacra necropoli di gatti, animali e uccelli. Senza dimenticare la grande scoperta fatta questa primavera della tomba di Wahty, un sacerdote della V dinastia, che ha fatto il giro del mondo”.

egitto_saqqara_scoperti-100-sarcofagi_restauro-statuetta-ptah_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

La pulitura delle statue di Ptah Soker scoperte a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquities)

È toccato al ministro Khaled el Enani introdurre la scoperta con la proiezione di un cortometraggio sui momenti del ritrovamento. “Questa nuova scoperta rappresenta una continuazione dell’ultima scoperta annunciata lo scorso ottobre, e non siamo certo alla fine della ricerca. Altri ritrovamenti saranno annunciati a breve. Ma prima dobbiamo completare l’estrazione dei sarcofago già individuati per poter poi continuare l’esplorazione dei pozzi al momento ostruiti proprio dalle casse di legno”. I cento sarcofagi appena scoperti saranno distribuiti tra il  Grand Egyptian Museum, il National Museum of Egyptian Civilization, il museo della Nuova Capitale Amministrativa e il museo Egizio di piazza Tahrir. Quelli che saranno trasferiti in quest’ultimo museo arricchiranno la mostra di sarcofagi aperta per celebrare il 118° anniversario della fondazione del museo.

La pulitura di un sarcofago scoperto a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquities)

“La scoperta che oggi illustriamo”, ha ribadito il ministro, “non sarà l’ultima nel 2020. Il dottor Zahi Hawass mi ha informato pochi giorni fa di un nuovo ritrovamento a Saqqara. Ma ci vorranno alcune settimane per poterlo presentare al mondo. Lo faremo entro la fine di dicembre o l’inizio del 2021. Ed entro l’anno – ha continuato – apriremo le gallerie Centrale e delle Mummie nel museo nazionale della Civiltà Egizia: evento che sarà accompagnato da una grande parata per trasportare le mummie reali dal museo Egizio di Tahrir alla loro nuova sede”.

egitto_saqqara_scoperti-100-sarcofagi_radiografia-mummia_foto-ministry-of-tourism-and-antiquities

I tecnici procedono alla radiografia della mummia durante la presentazione della scoperta archeologica a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquities)

Durante la presentazione della scoperta archeologica, è stato aperto un sarcofago e la mummia al suo interno è stata scansionata con una radiografia. Il segretario dello Sca, Mostafa Waziri, ha sintetizzato il risultato dell’esame radiografico: “Si tratta di un maschio, la sua altezza oscillava tra 165 e 175 cm, era in buona salute durante la sua vita e probabilmente è morto tra i 40 anni e 45 anni”.

4 novembre 1922 – 4 novembre 2020: nel 98.mo anniversario della scoperta del secolo, ingresso scontato nella tomba di Tutankhamon. Il ministro El-Anani: “L’anno prossimo tutto il tesoro del faraone bambino esposto al Grand Egyptian Museum”

Un dettaglio della stanza affrescata con il sarcofago all’interno della camera funeraria della tomba d Tut
foto44_tut_Carter

Howard Carter e Lord Carnarvon nella tomba di Tutankhamon scoperta nella Valle dei Re nel novembre 1922

nyt_scoperta-tut

La prima pagina del New York Times del febbraio 1923 con la notizia della scoperta della tomba di Tutankhamon

“Era venuto il momento decisivo. Con mani tremanti praticammo una piccola apertura nell’angolo superiore sinistro…”

“Potete vedere qualche cosa?”

“Sì, cose meravigliose”

È il 24 novembre 1922. Siamo nella Valle dei Re, a Tebe Ovest, quindi sulla sponda occidentale del Nilo, davanti a Luxor, sulla riva opposta. Quel breve dialogo, che è passato alla storia dell’archeologia, intercorre tra l’archeologo Howard Carter e il suo finanziatore Lord Carnarvon, e sancisce la conferma di una scoperta che avrebbe lasciato il segno non solo negli studi egittologici ma nel costume della società: la tomba del faraone Tutankhamon. Ma solo il successivo 17 febbraio 1923, quando l’anticamera era stata sgombrata, furono ammessi i primi visitatori per assistere all’apertura della tomba: membri del governo e scienziati. E la notizia fece il giro del mondo.

Howard Carter davanti al sarcofago con la mummia del faraone Tutankhamon

In realtà la scoperta della sepoltura del re bambino era avvenuta all’inizio del mese di novembre 1922. Il 1° novembre 1922, Carter fece spostare il campo di scavo proprio dinanzi all’ingresso della tomba KV9 di Ramses VI, faraone della XX dinastia, in un settore di forma triangolare dove aveva già lavorato parecchi anni prima, ma che aveva incomprensibilmente abbandonato. Qui erano precedentemente stati rinvenuti i resti (ritenuti archeologicamente privi di importanza) di alcune capanne costruite dagli operai che avevano lavorato alla tomba KV9 e proprio in quel punto, tre giorni dopo, il 4 novembre 1922, fu scoperto il primo gradino di una scala di accesso a un ipogeo: la tomba intatta di Tutankhamon, nota come KV62, giovanissimo sovrano della XVIII dinastia che salì al trono a 9 anni e morì a 18, poco prima di compierne 19, divenuta famosa per la ricchezza del suo corredo e dei sarcofagi che proteggevano la mummia reale, che costrinse le autorità egiziane dell’epoca a rivedere l’organizzazione degli spazi del museo Egizio del Cairo, riservando un’intera ala al faraone bambino.

Il manifesto del ministero del Turismo e delle Antichità egiziane nel 98.mo anniversario della scoperta della Tomba di Tutankhamon

Il 4 novembre 2020, per celebrare il 98° anniversario della scoperta della tomba del faraone d’oro Tutankhamon, il ministro del Turismo e delle Antichità, Khaled el-Anani, ha concesso una riduzione del 50% sui prezzi dei biglietti per entrare nella Tomba del Giovane Re, sulla terraferma occidentale a Luxor, per egiziani e stranieri. E poi ha annunciato: “Quando aprirà il prossimo anno, il Grand Egyptian Museum ospiterà i tesori del re Tutankhamon”, trovati all’interno della tomba, oltre 5mila reperti, che si stanno progressivamente trasferendo dal museo di piazza Tahrir alla nuova sede del Gem con vista sulle piramidi di Giza.

Egitto. Sopralluogo del Primo ministro al Grand Egyptian Museum: “Il cantiere non sarà fermato. Il museo sarà concluso”. Già trasferiti 54mila pezzi, 52mila restaurati: e più di 5mila sono del tesoro di Tutankhamon

il maggiore generale Atef Moftah, supervisore generale del Grand Egyptian Museum, mostra il plastico del Gem al Primo ministro Mostafa Madbouly e al ministro del Turismo e delle Antichità Khaled Al-Anani (foto Ministry of Tourism and Antiquities)
egitto_cairo_sopralluogo-al-gem_3_foto-ministry-of-Tourism-and-Antiquities

Il primo ministro Mostafa Madbouly e il ministro Khaled el-Anani in sopralluogo al Grand Egyptian Museum del Cairo (foto Ministry of Tourism and Antiquities

“Il cantiere del Grande Museo Egizio non sarà fermato. Si andrà avanti fino alla conclusione dei lavori”: parola del primo ministro egiziano Mostafa Madbouly  durante il sopralluogo al Gem- Grand Egyptian Museum per conoscere a che punto sono arrivati i lavori di costruzione del museo e per organizzare l’area intorno al museo, realizzato su un’area di 500mila metri quadri. Nel suo tour il Primo ministro è stato accompagnato da Khaled el-Anani, ministro del Turismo e delle Antichità; Asim el-Jazzar, ministro dell’Edilizia abitativa, dei Servizi pubblici e delle Comunità urbane; il maggiore generale Ahmed Rashid, governatore di Giza; Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità; e il maggiore generale Atef Moftah, supervisore generale del Grand Egyptian Museum e dell’area circostante. Mostafa Madbouly ha dato assicurazioni a tutti i lavoratori che col loro impegno stanno contribuendo alla realizzazione del Grand Egyptian Museum, un monumento di interesse globale, archeologico, culturale e turistico: “Lo Stato non costruisce solo un museo, ma un grande complesso per la cultura, le antichità e la civiltà egiziana, un progetto che gode della massima attenzione di Sua Eccellenza il Presidente Abdel Fattah El-Sisi”.

Non si fermano i lavori di allestimento del Grand Egyptiam Museum (Gem) al Cairo (foto Ministry of Tourism and Antiquities)

Da parte sua, il ministro el-Anani ha fatto il punto sul Grande Museo Egizio, aggiornato al mese scorso: 352 manufatti trasferiti e 892 pezzi restaurati, portando il numero totale di manufatti trasferiti a 54055 pezzi archeologici e il numero totale di pezzi restaurati a 52577 manufatti. “I manufatti trasportati dalla seconda barca solare di Cheope sono 47 pezzi e il numero di manufatti trasferiti dalla collezione del re Tutankhamon ha raggiunto i 5340 pezzi. Infine i pezzi trasportati per essere esposti sulla Grande Scalinata sono 65, di cui 52 già posizionati”.

Egitto. La missione archeologica egiziana nella necropoli di Saqqara ha scoperto 27 sarcofagi di epoca tarda, risalenti a 2500 anni fa, ancora sigillati. Il ministro el-Anani: “Una scoperta molto emozionante. E penso siamo solo all’inizio”. E ora gli egittologi sperano di trovare all’interno intatto anche il corredo

Il gruppo della missione archeologica egiziana che opera nella necropoli di Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

“Una scoperta molto emozionante. E penso siamo solo all’inizio”. Ai primi di settembre 2020 l’annuncio è arrivato in un brevissimo video da un emozionato Khaled el-Anani, ministro del turismo e delle antichità: lo scavo della missione archeologica egiziana nella necropoli di Saqqara, diretta da Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità, aveva individuato un pozzo sacro in fondo al quale, a una profondità di 11 metri, si vedevano alcuni sarcofagi dipinti che sembravano inviolati. L’entusiasmo del ministro egiziano non era fuori luogo. A meno di due settimane dall’avvio delle ricerche nel pozzo sacro nella necropoli di Saqqara, a una trentina di chilometri a Sud del Cairo, l’annuncio ufficiale dal ministero del Turismo e delle Antichità egiziano: scoperti 27 sarcofagi di epoca tarda (risalgono a 2500 anni fa) ancora completamente sigillati. “Si ritiene che Saqqara sia stata la necropoli di Menfi, capitale dell’antico Egitto”, ricorda el-Anani. “In questo luogo vennero seppelliti i morti per circa 3mila anni: si tratta infatti di un luogo di grande interesse archeologico. Nel corso dei millenni, molte di queste tombe sono state saccheggiate, è quindi facile capire che trovare un deposito di sarcofagi rimasti indisturbati e non aperti per millenni è una notizia di notevole interesse che lascia sperare gli studiosi che all’interno sia ancora presente l’originale corredo funerario”.

Il ministro Khaled el-Anani (al centro) e il segretario dello Sca Mustafa Waziri (a destra) nel sopralluogo in fondo al pozzo sacro a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

Il ministro egiziano Khaled el-Anani si cala nel pozzo sacro per il sopralluogo (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

“Il 6 settembre 2020 – comunica il ministero egiziano – il ministro Khaled el-Anani, accompagnato dal segretario dello Sca Mustafa Waziri, ha ispezionato gli scavi della missione archeologica egiziana operante nell’area delle antichità di Saqqara, che hanno portato alla scoperta di un profondo pozzo sepolcrale con più di 13 sarcofagi chiusi da più di 2500 anni. Il pozzo è lungo circa 11 metri, e al suo interno sono state trovate bare di legno colorato accatastate l’una sull’altra. Il ministro era ansioso di andare in fondo al pozzo con Waziri per ispezionare la scoperta e poterla annunciare al mondo. El-Anani ha anche ringraziato i lavoratori del sito per aver lavorato in condizioni difficili pur rispettando le misure precauzionali”.

Alcuni dei sarcofagi scoperti in un pozzo sacro nella necropoli di Saqqara dalla missione archeologica egiziana diretta da Waziri (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

I sarcofago dipinti accatastati uno sull’altro in fondo al pozzo sacro a Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

I primi studi indicano che questi sarcofagi sono completamente chiusi e non sono stati aperti da quando sono stati sepolti all’interno del pozzo. Per ora l’identità e le posizioni dei proprietari di questi sarcofagi, o il loro numero totale, non sono state determinate, ma a queste domande verrà data risposta continuando lo scavo. I risultati, nei programmi del ministero del Turismo e delle Antichità, saranno promossi e pubblicati a breve.

Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità, accanto a un sarcofago dipinto scoperto nel pozzo sacro nella necropoli di Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

Uno dei 27 sarcofagi dipinti trovati in un pozzo sacro nella necropoli di Saqqara (foto Ministry of Tourism and Antiquites)

Il 19 settembre 2020 il nuovo annuncio. “Due giorni fa, la missione archeologica egiziana guidata da Mustafa Waziri, è stata in grado di scoprire un altro pozzo con 14 sarcofagi, portando il numero di bare scoperte a 27 sarcofagi sigillati. I primi studi confermano che questi sarcofagi sono completamente chiusi e non sono stati aperti da quando sono stati sepolti e che non sono gli unici, è probabile che altri si trovino all’interno delle nicchie ai lati dei pozzi, dove al loro interno sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici e casse di legno. Finora l’identità dei sepolti non è stata individuata. È probabile che le tombe possano ospitare non solo gli esponenti delle classi nobiliari ma anche persone della classe media o operaia”.

Antico Egitto. Eccezionale scoperta a sud della piramide di Unas a Saqqara: in fondo a un pozzo profondo 30 metri trovato un antico laboratorio di mummificazione, ancora con i contenitori e i prodotti usati per l’imbalsamazione. E poi 35 mummie, cinque sarcofagi e una maschera funeraria in argento dorato. Il ministro: “È solo l’inizio. Sveleremo i segreti delle mummie”

La maschera funeraria in argento dorato in una teca alla presentazione delle scoperte della missione egiziano-tedesca a Saqqara

Il sito archeologico di Saqqara con la posizione delle principali piramidi

L’emozione del ministro egiziano delle Antichità, Khaled al Anani, è palpabile quando si presenta al mondo per annunciare la nuova grande scoperta portata alla luce dalla missione archeologica egiziano-tedesca dello Sca (Supremo Consiglio delle Antichità) e dell’università di Tübingen nella necropoli di Saqqara (a circa 30 chilometri a sud del Cairo): rinvenuto a 30 metri di profondità un antico laboratorio di mummificazione che risale alla XXVI e XXVII dinastia (tra il VI e il V secolo a.C.), dove sono stati trovati cinque sarcofagi, 35 mummie, una bara di legno e diversi vasi per gli oli usati nella mummificazione. La missione è iniziata nel marzo 2016, e solo a metà maggio 2018 è riuscita a rilevare i pozzi: ma il lavoro di scavo della missione continua. “È solo l’inizio”, conferma Khaled al-Anani, durante l’annuncio della scoperta: “questa scoperta porterà nuovi importati risultati, ma bisognerà lavorare ancora a lungo nel sito: bisognerà dissotterrare almeno 55 mummie e alcuni scavi devono ancora essere svolti”. La scoperta è stata fatta a sud della piramide Unas a Saqqara, dove è stata trovata una mummia ornata di una maschera sepolcrale d’oro e pietre dure, oltre a 3 mummie e un certo numero di vasi canopi costruiti con calcite e altri reperti. La piramide di Unas è l’ultima delle piramidi edificate nella V dinastia. Nonostante le sue piccole dimensioni, è considerata una delle più importanti piramidi egizie in quanto è la prima struttura in cui sono stati iscritti i Testi delle Piramidi, formule di carattere funerario e religioso che avrebbero permesso la resurrezione del defunto tra le stelle imperiture.

Le decine di statuette di ushabti in faience trovati dalla spedizione egiziano-tedesca a Saqqara

“Questa scoperta è importante perché fornirà nuove informazioni sui segreti dell’imbalsamazione degli antichi egizi”, spiega il ministro. “Qui siamo di fronte a un laboratorio integrato per l’imbalsamazione, dove sono stati trovati alcuni vasi di ceramica che contengono ancora i resti di oli e prodotti usati nel processo di imbalsamazione con i nomi di questi prodotti scritti sopra i contenitori: un fatto eccezionale. E poi non dimentichiamo che, insieme a un notevole numero di statuette di ushabti e a cinque sarcofagi, è stata rinvenuta una maschera funeraria in argento dorato, un pezzo unico”. È dal 1900 che a sud della piramide di Unas non si effettuavano scavi, ricorda Mustafa Waziri, segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità: “Il primo pozzo scoperto era profondo 30 metri e in uno dei cinque sarcofagi scoperti è stata trovata una mummia decorata con perline”.

Come si vede nel video qui sopra, la missione ha iniziato la registrazione e la documentazione archeologica e fotografica, nonché la registrazione tridimensionale del laser delle iscrizioni delle camere funerarie nella regione. “C’è un gruppo di chimici e archeologi della missione egiziano-tedesca”, interviene il capo della missione, Ramadan Badri, “al lavoro sui resti di sostanze chimiche e oli che sono stati scoperti: una grande opportunità per sapere i segreti della mummificazione”.

La preziosa maschera funeraria in argento dorato trovata a Saqqara dalla missione egiziano-tedesca

Alcuni vasi canopi in “alabastro egiziano” esposti alla presentazione della scoperta a Saqqara

Maschere funerarie. Le camere funerarie, scavate nella roccia, sono state trovate in fondo a un pozzo profondo 30 metri. Lì si sono presentati agli occhi degli egittologi mummie, bare di legno e sarcofagi. In una di queste bare, con incredibile sorpresa dei ricercatori della missione, è spuntata una maschera d’argento che copre il viso, molto probabilmente, di un uomo appartenente alla casta sacerdotale della XXVI dinastia. “Pochissime maschere di metalli preziosi sono state conservate fino ai giorni nostri, perché le tombe della maggior parte degli antichi dignitari egiziani sono state saccheggiate nel passato”, afferma il ministro. E il capo della missione Ramadan Badri: “Questa maschera, di un sacerdote dell’epoca Sawi, ha un’importanza rara perché è di argento dorato, e si sa che l’argento nell’Antico Egitto era uno dei metalli rari, importato da Paesi come la Grecia, e perciò più prezioso dell’oro è stato importato da alcuni paesi come la Grecia”. La missione ha anche trovato una maschera di una mummia coperta con pietre semi-preziose, e una serie di vasi canopi in calcite “alabastro egiziano” e una serie di statuette in faience e oli per l’imbalsamazione con scritte in lingua egizia antica.

Le mummie trovate in fondo al pozzo di 30 metri a sud della piramide di Unas a Saqqara

Laboratorio di mummificazione. Sempre dentro il sito archeologico è stato rinvenuto un vero e proprio laboratorio per la mummificazione contenente tutto il necessario per l’imbalsamazione. Gli antichi abitanti delle rive del Nilo ritenevano che la preservazione della salma consentisse allo spirito del defunto di riappropriarsene in tempi successivi. Reperti come vasi di ceramica contenenti viscere, misurini e oli usati per la preparazione dei corpi sono ora sotto il vaglio degli scienziati. “Siamo di fronte a una miniera d’oro di informazioni sulla composizione chimica di questi oli”, conclude il capo della missione tedesco-egiziana.