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Firenze. A Tourisma presentato il nuovo Servizio gestione parchi della Sicilia: in tutto sono 14, diffusi su tutto il territorio regionale organizzati attorno alle grandi realtà archeologiche e siti Unesco. Parello: “Una sfida ambiziosa”

Patrimonio archeologico della Sicilia: in alto, la mappa dei 14 grandi archeologici; sotto, i 14 nuovi parchi archeologici (foto Graziano Tavan)

Vent’anni. Sono passati vent’anni dall’istituzione del sistema regionale dei parchi archeologici con la legge regionale 20/2000 ma finalmente in Sicilia qualcosa si sta muovendo per giungere alla sua applicazione. “In termini anche migliorativi”, assicura Giuseppe Parello intervenuto a Tourisma 2020 nella nuova sezione “A Spasso nel tempo” dedicata alle nuove proposte per la fruizione dei parchi archeologici e ambientali. “Se oggi possiamo parlare di sistema parchi siciliani dobbiamo ringraziare l’opera preziosa di Sebastiano Tusa, scomparso prematuramente nel disastro aereo in Etiopia nel marzo 2019”, spiega Parello, già direttore del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, ora dirigente del neonato Servizio gestione parchi e siti Unesco della Regione Siciliana. E proprio dalla denominazione dell’ente si capisce la novità e l’evoluzione rispetto al dettato originario della legge 20/2000: l’inclusione dei siti Unesco nel parco archeologico di riferimento. “Complessivamente abbiamo individuato ben 14 parchi regionali, diffusi capillarmente sull’intero territorio dell’isola, una vera sfida per il Servizio gestione parchi che ha il compito di gestione e coordinamento; orientamento e monitoraggio delle attività degli istituti sul territorio; razionalizzazione e ottimizzazione delle proposte e delle risorse; elaborazione di modelli, standard e linee guida in materia di gestione e valorizzazione, nonché di parametri qualitativi e quantitativi diretti a valutare la qualità dei servizi erogati; costruzione di un piano strategico di sviluppo regionale”. Per capire come cambia la gestione del patrimonio archeologico regionale basta guardare la cartina “aggiornata” della Sicilia dove ai 14 punti corrispondenti alle altrettante grandi realtà archeologiche, ora compaiono una serie di punti, aggregati a quei 14 poli e distinti da diversi colori: è il nuovo sistema parchi. “Il vero problema da risolvere”, ammette Parello, “è che il sistema deve funzionare dal punto di vista economico, e al momento sono in pochi a poterlo garantire, cioè Agrigento, Taormina, Piazza Armerina…. E questo fa capire quanto la nostra sia una sfida ambiziosa”. Ecco dunque come sono organizzati i nuovi 14 parchi regionali della Regione Siciliana da cui si capisce la portata della sfida.

Una visione d’insieme della famosa Valle dei Templi ad Agrigento

1. Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi (Agrigento). Il parco comprende il museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento; l’area archeologica e il museo di Sant’Angelo Muxaro; la villa Romana di Realmonte; l’area archeologica, l’antiquarium e il teatro di Eraclea Minoa; l’area archeologica di Monte Adranone a Sambuca di Sicilia; l’antiquarium di monte Kronio a Sciacca; la necropoli di Contrada Tranchina a Sciacca; il museo archeologico regionale della Badia a Licata; l’area archeologica di Monte Sant’Angelo a Licata; l’area archeologica di contrada Canale a Naro; l’area archeologica di Monte Saraceno a Ravanusa; il museo archeologico “Lauricella” di Ravanusa; il museo archeologico “Palazzo Panitteri” a Sambuca di Sicilia; l’antiquarium “Di Pisa Guardì” a Castetermini.

Orecchini d’oro conservati al museo archeologico regionale di Gela

2. Parco archeologico di Gela – Mura Timoleontee – Acropoli – Molino a Vento. Il parco comprende il museo archeologico regionale di Gela; l’area archeologica Bagni Greci a Gela; il Bosco Littorio a Gela; il museo archeologico di Marianopoli; il museo interdisciplinare di Caltanissetta.

Le fondamenta del tempio di Atena conservate nel museo archeologico regionale di Camarina (foto Regione Siciliana)

3. Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica. Il parco comprende l’area archeologica Caucana di Santa Croce Camerina; il parco Forza a Ispica; il museo regionale e area archeologica di Camarina (Ragusa); il museo archeologico Ibleo a Ragusa; il convento della Croce a Scicli; l’abitato e la necropoli sicula di Castiglione (Ragusa); la villa rustica dei Margi a Giarratana; la necropoli arcaica di contrada Rifriscolaro di Camarina; le miniere di asfalto di Castelluccio di Ragusa; l’abitato e la necropoli sicula di contrada di Monte Casasta a Monterosso Alma.

Veduta dall’alto del parco archeologico della Neapolis a Siracusa, dominato dal teatro greco

4. Parco archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro. Il parco comprende il ginnasio romano di Siracusa; il castello Eurialo di Siracusa; il museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa; il tempio di Giove a Siracusa; l’area archeologica di Akrai e Palazzo Cappellani di Palazzolo Acreide; la villa del Tellaro a Noto.

Il manifesto del museo archeologico di Leontinoi

5. Parco archeologico di Leontinoi. Il parco comprende il museo archeologico di Lentini; area archeologica di monte San Basilio a Lentini; area archeologica di Megara Hyblaea ad Augusta.

Una veduta aerea del centro di Catania: ben visibili le strutture romane antiche

6. Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, teatro antico e Odeon. Il parco comprende l’anfiteatro romano di Catania; le terne della Rotonda a Catania; le terme dell’Indirizzo a Catania; l’ipogeo romano a Catania; la mostra permanente Katane a Catania; l’area archeologica Santa Venera al Pozzo di Acicatena; il museo della Ceramica di Caltagirone; l’area archeologica e il museo di Adrano; il Dongione Normanno di Adrano; le mura dionigiane di Adrano.

Il teatro greco nel sito archeologico di Morgantina (Aidone, Enna)

7. Parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale. Il parco comprende il museo archeologico di Aidone; il museo interdisciplinare di Enna; l’area archeologico di Sofiana.

Suggestiva veduta del teatro antico di Taormina (foto parco archeologico Naxos Taormina)

8. Parco archeologico di Naxos e Taormina. Il parco comprende il museo archeologico di Naxos e Giardini Naxos; l’arsenale navale di Naxos a Giardini Naxos; il teatro antico di Taormina; l’Odeon di Taormina; Castel Tauro a Taormina; le Terme di Taormina; l’Isola Bella a Taormina; il monastero e la chiesa basiliana dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò a Casalvecchio; l’area archeologica di Francavilla di Sicilia.

L’area archeologica di Tindari (foto Regione Siciliana)

9. Parco archeologico di Tindari. Il parco comprende l’area archeologica Halaesa Arconidea e Antiquarium di Tusa; Antiquarium, casermette ed ex quartieri spagnoli a Milazzo; l’area archeologica di Viale dei Cipressi villaggio preistorico a Milazzo; l’area archeologica di Capo d’Orlando; la villa romana di Patti Marina; la villa romana di San Biagio – 7 Terme di Vigliatore; l’area archeologica Antica Apollonia a San Fratello; la necropoli in contrada Cardusa a Tripi; il sito archeologico di Gioiosa Guardia a Gioiosa Marea; la Grotta San Teodoro ad Acquedolci; l’area archeologica dell’antica Caronia Kalé Akté.

Le acque blu del mare dell’isola di Lipari nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia

10. Parco archeologico delle isole Eolie. Il parco comprende il Castello e museo “Luigi Bernabò Brea” di Lipari; area archeologica contrada Diana a Lipari; le Saline di Lingua a Salina; le terme San Calogero a Lipari; il villaggio archeologico Filo Bracco a Filicudi; il villaggio preistorico di Punta Milazzese a Panarea; contrada Barone a Salina; il sito neolitico di Rincedda a Salina; il museo “Luigi Bernabò Brea” a Filicudi; il villaggio preistorico Capo Graziano a Filicudi.

La statua di Zeus conservata al museo archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo

11. Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato. Il parco comprende l’area archeologica di Solunto; l’area archeologica di Monte Iato; l’antiquarium e museo “Pirro Marconi” a Termini Imerese; l’antiquarium di Solunto; l’area archeologica di Monte Maranfusa a Roccamena; l’area archeologica del villaggio dei Faraglioni a Ustica; l’area archeologica Montagnola – museo della Valle dell’Eleuterio al Castello Beccadelli Bologna a Marineo. All’interno del parco c’è poi il museo archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo che ha una propria autonomia.

Il tempio greco di Segesta

12. Parco archeologico di Segesta. Il parco comprende la grotta Scurati di Custonaci; l’area archeologica di San Miceli a Salemi; l’area archeologica di Mokarta a Salemi; l’area archeologica di Monte Castellazzo a Poggioreale; la Rocca di Entella a Contessa Entellina.

La sala del museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala che ospita la nave punica

13. Parco archeologico di Lilibeo-Marsala. Il parco comprende il museo archeologico di Lilibeo “Baglio Anselmi” a Marsala; la grotta del Pozzo a Favignana.

Il cosiddetto Tempio C nel parco archeologico di Selinunte

14. Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria. Il parco comprende il museo del Satiro nella chiesa di Sant’Egidio a Mazara del Vallo; il castello Grifeo a Partanna; le Cave di Cusa a Campobello di Mazara.

412 a.C.: l’agrigentino Esseneto trionfa ai giochi di Olimpia. Al Parco della Valle dei Templi di Agrigento rievocazione storica con il “Trionfo di Esseneto”: dagli allenamenti alle discipline sportive insolite, e poi la vita quotidiana ad Akragas come la cucina, il simposio, l’artigianato

Rievocazione storica con soldati punici davanti al Tempio della Concordia nella Valle dei Templi di Agrigento (foto P.Ricotta)

Due Giorni a tu per tu con un campione dei Giochi di Olimpia. Un tuffo indietro nel tempo di 2500 anni con una living history nella Valle dei Templi che ci permetterà di assistere agli allenamenti, conoscere e cimentarsi in discipline sportive insolite, riproposte con abiti e attrezzi dell’epoca, scoprire la vita quotidiana ad Akragas come la cucina, il simposio, l’artigianato. Il 6 e 7 ottobre 2018, nella Valle dei Templi, ad Agrigento, torna di scena la storia con la rievocazione di un evento importante del passato illustre di Akragas: il trionfo di Esseneto, atleta di Akragas e campione ai giochi olimpici. “La manifestazione, promossa dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi”, ricorda il direttore del Parco, Giuseppe Parello, “intende riproporre la fortunatissima esperienza del maggio 2017 quando presso il Tempio di Giunone fu rievocato l’assedio della città da parte dei Romani. Ideatori e organizzatori dell’iniziativa sono gli archeologi dell’associazione Pastactivity, Laura Danile, Giovanni Virruso e Zelia Di Giuseppe affiancati dal direttore artistico Andrea Moretti, con la collaborazione delle associazioni culturali Figli del Sole, Simmachìa Ellenon, Legio XV Apollinaris e The Phoenicians”. Saranno due giorni interamente dedicati alla divulgazione e alla didattica della storia. Dimostrazioni e laboratori tematici consentiranno di rivivere l’atmosfera che si respirava ad Akragas nel V secolo a.C., quando Esseneto, campione per due Olimpiadi consecutive nella corsa dello stadion, celebrò il suo trionfo in città nel 412 a.C.

Rievocazione di una battaglia nella Valle dei Templi di Agrigento

Con l’associazione Pastactivity, sotto la direzione artistica di Andrea Moretti, torneremo nel V secolo a.C., quando Akragas era ricca, potente ed era considerata “la più bella città dei mortali” dal poeta Pindaro. I fasti di quel periodo saranno racchiusi all’interno del campo storico ricostruito in ogni dettaglio. Lì sarà possibile immergersi nell’atmosfera di ricchezza e ospitalità che rese famosa questa città. I visitatori scopriranno usi e costumi degli antichi abitanti con i quali potranno dialogare per conoscere tante curiosità storiche. Le emozioni non mancheranno: sarà possibile prendere parte ad un simposio, assaggiare i cibi, distendersi su una kline, assistere a un addestramento militare e a una gara sportiva, partecipare a una processione e portare offerte agli dei. Queste sono soltanto alcune delle esperienze coinvolgenti che sarà possibile vivere ad Agrigento in questi due giorni. Il culmine della manifestazione sarà la domenica, quando accoglieremo l’eroe Esseneto che rientra trionfante in città dopo aver vinto alle Olimpiadi del 412 a.C. la corsa (stadion).

La locandina della rievocazione storica “Il trionfo di Esseneto”

Il programma. Sabato 6 ottobre 2018, dalle 15 alle 20, apertura al pubblico del campo storico presso l’area del tempio di Zeus: living history e didattiche (riti, sacrifici, addestramento militare, giochi, cucina, banchetti, kottabos). Domenica 7 ottobre 2018, dalle 9.30 alle 14, apertura al pubblico del campo storico presso l’area del tempio di Zeus: living history e didattiche (riti, sacrifici, addestramento militare, giochi, cucina, banchetti, kottabos). Pillole rievocative e gare sportive tra i rievocatori. Dalle 14.30 alle 17.30, spettacolo conclusivo lungo la Via Sacra e il Cardo I: il trionfo di Esseneto. Ingressi consigliati: Porta V e Giunone. La partecipazione è gratuita domenica 7 ottobre. Sabato 6 ottobre l’ingresso è a pagamento secondo le tariffe previste dal Parco.

I reperti dell’antica Agrigento sono tornati a casa: a Villa Aurea, la residenza di sir Hardcastle, nel cuore della Valle dei Templi, la mostra “Tesori di Akragas. Le collezioni del British Museum”

Il manifesto della mostra “Tesori di Akragas. Le collezioni del British Museum” aperta a Villa Aurea, nella Valle dei Templi

In mostra un’anfora a figure nere della bottega di Nikosthenes, singolare figura di vasaio che opera ad Atene intorno alla metà del VI secolo avanti Cristo, con scene di lotta tra atleti. E poi lo straordinario vaso attribuito al Gruppo di Polignoto. E ancora il Rilievo di Paride, Pelope o Ierone I, che costituisce ancora oggi un vero e proprio giallo archeologico. Sono solo alcuni dei “Tesori di Akragas. Le collezioni del British Museum” in mostra a Villa Aurea, la residenza di sir Hardcastle, nel cuore della Valle dei Templi, fino al 13 ottobre.  “La mostra vuole riallacciare il filo che già in passato ha legato la Valle dei Templi ed il suo patrimonio al Regno Unito”, spiega il direttore del parco archeologico della Valle dei Templi, Giuseppe Parello, “che si è estrinsecata nella sua forma più alta attraverso la presenza dell’ammiraglio inglese, sir Alexander Hardcastle, ad Agrigento a cui la città deve un degno riconoscimento per la preziosa attività sostenuta a favore della ricerca e della conservazione del patrimonio della città antica”. Ma sono esposti anche i disegni originali fatti nel 1812 sull’architettura greca di Akragas con uno studio specifico sul tempio di Zeus olimpico per capire come dovevano essere inseriti i telamoni. “Sono disegni importantissimi”, interviene l’archeologa del parco Maria Concetta Parello, “perché costituiscono il punto di partenza degli studi fatti sui telamoni e sulla loro collocazione nella struttura architettonica del tempio”.

Un prezioso cratere esposto nella mostra “Tesori di Akragas. Le collezioni del British Museum”

“Nella politica di promozione del Parco”, sottolinea Parello, “la realizzazione della mostra rappresenta un’occasione importante per ampliare la nostra offerta culturale. La diffusione di una conoscenza sempre più ampia del patrimonio del Parco, anche attraverso quella parte che nei secoli passati è stata trasferita in importanti istituzioni culturali straniere, rappresenta un’opportunità di crescita, sviluppo e visibilità della Valle dei Templi”. La ventina di reperti provenienti dagli scavi della Valle e presenti in mostra erano stati riportati alla luce e venduti al British Museum dove ora sono conservati. Ma non sono gli unici provenienti da Akragas: al dipartimento di arte Greca e Romana risultano presenti 157 opere d’arte di cui 154 provenienti proprio dagli scavi di Akragas. Tra questi alcuni di quelli esposti adesso a Villa Aurea: una testa in marmo raffigurante la dea Hera o Giunone del periodo romano, copia dell’originale greco del 420 avanti Cristo, acquistata dal British Museum nel 1875 dall’antiquario romano Alessandro Castellani e un’anfora trovata ad Agrigento del 550 avanti Cristo, raffigurante due lottatori durante un combattimento. Inoltre sempre al British Museum si può ammirare la famosa patera d’oro trovata a Sant’Angelo Muxaro ed acquistata nella seconda metà del Settecento da Sir William Hamilton ambasciatore inglese nel Regno di Napoli e tornata ad Agrigento (a tempo determinato) lo scorso anno.