Un libro al giorno. “Principi imperatori vescovi. La ricerca disegna città e territorio a Canosa” di Raffaella Cassano e Giuliano Volpe: aggiornamento delle conoscenze su Canosa e il suo territorio nelle fasi pre-protostorica, daunia, romana, tardoantica e medievale

Copertina del libro “Principi imperatori vescovi. La ricerca disegna città e territorio a Canosa” di Raffaella Cassano e Giuliano Volpe
È uscito per i tipi di Edipuglia, disponibile anche in open access, il libro “Principi imperatori vescovi. La ricerca disegna città e territorio a Canosa” di Raffaella Cassano e Giuliano Volpe. Nel 1992 si tenne a Bari nel complesso di Santa Scolastica la mostra “Principi imperatori vescovi. Duemila anni di storia a Canosa” e fu pubblicato un corposo catalogo (Marsilio, Venezia). A distanza di oltre trent’anni questo volume presenta un’ampia sintesi dei risultati conseguiti dalle ricerche più recenti e un aggiornamento delle conoscenze su Canosa e il suo territorio nelle fasi pre-protostorica, daunia, romana, tardoantica e medievale, grazie anche all’apporto di nuovi filoni d’indagine, alle attività di tutela e valorizzazione degli istituti territoriali del ministero della Cultura e ai progetti di ricerca sistematica condotti dalle équipe archeologiche delle università di Bari e di Foggia, di altri atenei e istituti di ricerca italiani e stranieri. Quella presentata in questo libro è “una straordinaria microstoria che contribuisce a ripercorrere secoli di vicende e di uomini che hanno segnato l’Italia meridionale, e non solo, e la cui memoria deve essere conservata e trasmessa, perché strumento per prendere consapevolezza di una identità complessa” (dalla Premessa di Angela Pontrandolfo). “Merita di essere sottolineata l’importanza che in questo contesto rivela la città di Canosa, il cui patrimonio storico, archeologico e paesistico si presta ad essere protagonista di un progetto organico e multivocale proprio in virtù della quantità e della qualità delle ricerche che lo hanno contraddistinto in questa ultima generazione” (dalla Prefazione di Daniele Manacorda).
Archeologia in lutto. Si è spenta a 93 anni Ida Baldassarre, figura di primo piano dell’archeologia italiana, allieva di Ranuccio Bianchi Bandinelli. Impegnata in Egitto e Libia, e sull’Isola sacra di Ostia antica. La sua monumentale edizione “Pompei. Pitture e Mosaici” resta un punto di riferimento

L’archeologa Ida Baldassarre, professoressa all’università L’Orientale di Napoli. si è spenta a 93 anni (foto saia)
Archeologia in lutto. Si è spenta a 93 anni l’archeologa Ida Baldassarre. “Una grandissima archeologa”, come la ricorda Giuliano Volpe dell’università di Bari, “un pezzo importante della storia dell’archeologia italiana, della grande scuola di Ranuccio Bianchi Bandinelli. Originaria di Terlizzi (cosa che ci legava e sulla quale avevamo scherzato varie volte) si è spenta a Corato (sempre in provincia di Bari). Una grande perdita”. A ricordarla “con gratitudine” la Scuola archeologica italiana di Atene – SAIA: “Allieva della Scuola nel 1961 e collaboratrice del direttore Doro Levi, studiosa di grande competenza e rigore, ha dedicato la sua vita alla ricerca archeologica e all’insegnamento, contribuendo in modo significativo agli studi sull’antichità e alla formazione di nuove generazioni di studiosi. La Scuola ne onora la memoria con profonda stima”.

Ida Baldassarre a Cirene con la famiglia libica della casa della missione (2001)_ foto da “La dimensione del passato. Scritti di archeologia e cultura di Ida Baldassare” (2020, Università degli Studi di Napoli L’Orientale)
Amici e colleghi di OrSA, la Scuola interateneo di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Salerno e di Napoli L’Orientale, partecipano con affetto al ricordo di Ida Baldassarre che è scomparsa in silenzio, con la discrezione che l’ha sempre contraddistinta. “Figura di primo piano dell’archeologia italiana Ida è stata allieva di Ranuccio Bianchi Bandinelli, con il quale ha condiviso l’esperienza straordinaria della rivista Dialoghi di Archeologia. È stata una delle protagoniste della stagione più fervida dell’archeologia italiana, quando, per un tempo breve, sembrò che gli studi del mondo antico potessero contribuire al rinnovamento del clima culturale del nostro paese. Ha partecipato a importanti progetti di scavo in Egitto e in Libia: dal salvataggio dei monumenti di Assuan in seguito alla costruzione della diga, alle ricerche sulle città antiche di Antinoe e Cirene. In quest’ultima impresa ha saputo aggregare una valida équipe di ricerca, nella convinzione che lo scavo archeologico dovesse necessariamente implicare una pratica collettiva di formazione e circolazione di conoscenze: un’esperienza che ha applicato con successo in altri progetti italiani, quali lo scavo della necropoli dell’Isola Sacra a Ostia e gli interventi avviati per affrontare i danni inferti al patrimonio archeologico dal terremoto del 1980, operando prima a Pompei o poi nel centro antico di Napoli dove condivise la grande stagione dell’archeologia urbana che ha trasformato il volto della città antica. Va anche ricordato che Ida Baldassarre ha curato la serie “Pompei: Pitture e mosaici” per la Enciclopedia Italiana Treccani, un repertorio a tutt’oggi fondamentale per lo studio della documentazione pompeiana. Docente di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana presso l’università di Napoli “L’Orientale”, Ida è stata per numerose stagioni una maestra eccezionale e amatissima dai suoi allievi e, al tempo stesso, una studiosa raffinata quanto distante da ogni vanità accademica, nella consapevolezza del valore sociale della ricerca in quanto strumento indispensabile a formare le coscienze”.

La monumentale edizione “Pompei Pitture e Mosaici” curata da Ida Baldassarre per l’Enciclopedia Italiana Treccani
Il direttore Francesco Sirano e tutto lo staff del museo Archeologico nazionale di Napoli esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Ida Baldassarre: “figura autorevole dell’archeologia italiana e docente universitaria per lunghi anni presso l’istituto universitario l’Orientale di Napoli, la professoressa Baldassarre è stata punto di riferimento per generazioni di studiosi. Redattrice dell’Enciclopedia dell’Arte Antica della Treccani già dai tempi della specializzazione ad Atene, ha scritto pagine fondamentali sulla pittura pompeiana e ha accoppiato la profondità d’indagine a una visione globale della disciplina archeologica. Oltre al suo magistero universitario, ai numerosi interventi con i quali animava convegni e alle pubblicazioni sulla pittura ellenistica, le necropoli romane, su Cirene, sui grandi temi dell’emeneutica della storia dell’arte romana – aggiunge il direttore Francesco Sirano – Ida Baldassarre ha curato con Giovanni Pugliese Carratelli per l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana la monumentale edizione Pompei Pitture e Mosaici, ancora oggi un punto di riferimento e momento di svolta per la ripresa degli studi per la ricontestualizzazione degli apparati decorativi delle domus pompeiane in parte oggi al Mann”.
Anche il parco archeologico di Ostia Antica si unisce nel cordoglio per la scomparsa di Ida Baldassarre: “La ricordiamo in particolare per il suo importante contributo alla conoscenza della Necropoli di Porto all’Isola Sacra, della quale diresse gli scavi negli anni 1969-1989, consentendo di approfondire la conoscenza del contesto sociale, antropologico e storico delle persone che tra il I e il III secolo d.C. furono sepolte nella necropoli. Sit tibi terra levis”.
“Ieri nel pomeriggio (7 ottobre 2025, ndr) Ida Baldassarre ci ha lasciati”, scrive l’archeologo Bruno D’Agostino. “Eravamo amici da 66 anni, da un viaggio in Egitto finanziato dall’università (Civis), lei reduce da un viaggio a Londra con Bianchi Bandinelli e i suoi allievi. Abbiamo condiviso le nostre piccole battaglie di una vita, a partire da Dialoghi di Archeologia all’insegnamento all’Orientale che aveva appena aperto le ‘frontiere’ al Mondo Classico. Ma di lei, e del suo ‘stile’, ci ritroveremo a lungo a parlare, anche con gli allievi più giovani, ai quali ha insegnato un rapporto nobile e diretto con la vita”.

La professoressa Ida Baldassarre nel ricordo delle sue allieve (foto dal profilo FB di Mirtella Taloni)
“È mancata ieri (7 ottobre 2025, ndr) Ida Baldassarre, nostra maestra e amica carissima”, scrive Mirtella Taloni, a nome di un gruppo di ex alieve che si firmano in calce: Anna G., Anna Maria D., Chiara M., Clelia C., Franca M., Franca T., Irene B., Mirtella T, Rosella D.P. “Ti abbiamo conosciuto nella Facoltà di Lettere della Sapienza, quando la contestazione studentesca muoveva i primi passi: tu eri docente, noi giovani matricole. E siamo cresciute con te, appassionandoci agli studi dell’archeologia classica, acquisendo gli strumenti necessari per l’analisi storica, allargando i nostri orizzonti culturali e ideali. La tua guida è stata, per tutte noi, fondamentale. Ci hanno chiamate “Portolane”, le alunne del seminario sulla Necropoli di Porto all’Isola Sacra e delle numerose campagne di scavo che ne sono seguite. Una stagione felicissima, piena di interessi, di scambi culturali, di entusiasmo per il rinnovamento sociale. Da quegli anni lontani, e nonostante tutti i cambiamenti che la vita ci ha riservato, il nostro legame ha superato i confini ristretti del rapporto insegnante – studente, rendendo ininfluente anche la differenza d’età. È stata la tua personalità, l’intelligenza, la sensibilità, l’animo nobile, la saggezza, la profondità del pensiero che hanno fatto nascere, in tutte noi, un sentimento di affetto verso la tua persona; un legame che non si è mai interrotto e che ha costituito il cemento della nostra amicizia. Ciao, carissima Ida, ti conserveremo sempre nel nostro cuore”. Irene Berlingò: “Che dispiacere. Mi ha seguito per la tesi. Quando morì Becatti, fu lei che andò da Adriani a garantire per me, visto che ero una loro laureanda e Adriani non si fidava, non conoscendo nessuno all’Istituto di Archeologia alla Sapienza. Sapevo che non stava bene. Una signora di altri tempi”.
Anna D’Agostino: “Ieri (7 ottobre 2025, ndr) ci ha lasciato Ida Baldassarre. Che grande tristezza. Il suo stile, il suo modo di essere, il suo affetto verso di noi sono nel mio cuore. Spero che ti incontrerai con Mamma per continuare a studiare insieme come in questa foto”.
Un libro al giorno. “Patrimonio culturale e comunità in trasformazione” a cura di Velia Polito e Giuliano Volpe: una selezione di esperienze significative, in corso in Italia, che guardano al patrimonio in chiave interculturale

Copertina del libro “Patrimonio culturale e comunità in trasformazione” a cura di Velia Polito e Giuliano Volpe
È uscito per i tipi di Edipuglia il libro “Patrimonio culturale e comunità in trasformazione” a cura di Velia Polito e Giuliano Volpe. Quando usiamo le parole ‘patrimonio’ e ‘comunità’ richiamiamo, anche senza volerlo, il legame profondo con le nostre origini e presunte identità. Sappiamo bene che il patrimonio culturale appartiene a tutti, ma allo stesso tempo sentiamo di poterlo definire ‘nostro’, senza saper esplicitare fino in fondo a chi spetti identificare quel ‘nostro’. Il patrimonio richiama un complesso di risorse che ereditiamo dal passato, nel presente e per il futuro. Ma cosa significa, oggi, essere eredi, in un mondo globalizzato in cui le migrazioni sono sistemiche e le società sempre meno omogenee? Come si configura il patrimonio culturale per le comunità di oggi, dinamiche, caleidoscopiche, composite, e per quelle di domani che possiamo solo immaginare? Cosa può fare oggi il Patrimonio per favorire un dialogo fra culture differenti e per ridefinirsi nella società contemporanea? Guidato da domande e dalla volontà di capire e mettere in discussione più che di fornire risposte, il volume propone una selezione di esperienze significative, in corso in Italia, che guardano al patrimonio in chiave interculturale, con particolare riferimento all’ambito archeologico: se il confronto è sempre necessario, in questo caso diventa assolutamente indispensabile.
Archeologia in lutto. È morto a 65 anni, dopo malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana all’università Orientale di Napoli. Il cordoglio di colleghi, amici ed ex-studenti

Il prof. Fabrizio Pesando (foto paerco)
Archeologia in lutto. La mattina dell’11 agosto 2023, è morto, a 65 anni, a San Benedetto del Tronto, dopo una lunga malattia, Fabrizio Pesando, uno dei pompeianisti più noti, studioso appassionato dell’archeologia romana e vesuviana, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane, all’università Orientale di Napoli. Per decenni Pesando è stato uno degli animatori e promotore anche presso le nuove generazioni di studiosi di ricerche e pubblicazioni. La notizia è giunta improvvisa e ha lasciato attonito il mondo dell’archeologia. A esprimere cordoglio per la scomparsa del professore Fabrizio Pesando sono intervenuti a livello istituzionale la direzione del parco archeologico di Pompei e del parco archeologico di Ercolano, e la direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli. Anche la Fondazione Paestum ha appreso con sgomento la notizia della scomparsa di un grande studioso ed indimenticabile amico come il prof. Fabrizio Pesando: “Con immensa tristezza partecipa al lutto della famiglia e della comunità scientifica tutta”.

Il prof. Fabrizio Pesando (foto parco archeologico pompei)
“La direzione generale del Parco di Pompei, a nome di tutto il personale, saluta un importante studioso ed una figura di grande spessore culturale, profondo conoscitore della storia archeologica di Pompei, esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia”. E il direttore di Ercolano, Francesco Sirano: “La notizia della morte di Fabrizio Pesando lascia una grande tristezza e crea un vuoto difficile da colmare sul piano delle ricerche scientifiche. Con Fabrizio avevamo un rapporto di lunga data che è diventato di leale collaborazione professionale e vicinanza di pensiero negli anni della sua presenza nel Comitato scientifico del parco al quale ha dato un contributo fondamentale. Archeologo tra i più apprezzati da colleghi e studenti, di spiccato acume e dai molti interessi ha lavorato lungamente sul sito di Ercolano. Perdiamo un prezioso collega nell’azione di tutela, valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, ancora nel pieno della sua attività professionale”. Anche il team HCP ricorda il trentennale impegno che Fabrizio Pesando ha messo in campo per la conoscenza e la valorizzazione dei siti vesuviani. Lo staff intero del Parco di Ercolano insieme ai colleghi dell’Herculaneum Conservation Project si stringe nel dolore della grave perdita. Il direttore e lo staff del Mann “esprimono il loro cordoglio per la morte di Fabrizio Pesando, professore ordinario all’università di Napoli l’Orientale, punto di riferimento per l’archeologia dell’Italia romana”.

Conferenza del prof. Fabrizio pesando all’Orientale di Napoli (foto Freie Universität Berlin)
Nato a Ivrea (Torino) il 23 gennaio 1958, dottore di Ricerca in Archeologia (Archeologia Greca e Romana, 1996), è stato professore ordinario all’università “L’Orientale” di Napoli per il settore L-ANT/07 (Archeologia Classica). Ha insegnato Archeologia e Storia dell’Arte Romana e Archeologia delle Province Romane. Se ne va uno dei più grandi studiosi di Pompei, direttore della rivista Vesuviana. An International Journal on Pompeii and Herculaneum. Ha diretto scavi e ricerche a Pompei (2001-2011) e scritto alcuni dei volumi più importanti per conoscere e scoprire la città antica, tra cui: «Domus». Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C., monografie della soprintendenza Archeologica di Pompei 12, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, Roma 1997; F. Pesando (a cura di), L’Italia Antica. Culture e forme del popolamento nel I millennio a.C., Carocci Editore, Roma 2005; F. Coarelli, F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei I. L’insula 10 della Regio VI, Roma, L’ ‘Erma’ di Bretschneider, 2006; F. Pesando (a cura di), Rileggere Pompei III. Ricerche sulla Pompei sannitica. Campagne di scavo 2006-2008, Pompei 2010; Pompei. L’arte di abitare, Milano, Il Sole24 Cultura, 2013; F. Pesando, M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX, Roma 2017.

Il prof. Fabrizio Pesando (foto università orientale napoli)
È l’università “L’Orientale” di Napoli a ripercorrere la sua lunga attività di docente e archeologo. Professore ordinario di Archeologia classica, ha ricoperto il ruolo di direttore del dipartimento di Studi classici e del Mediterraneo antico, di presidente del centro interdipartimentale di Servizi di Archeologia dell’Orientale (CISA) e di vice-direttore del dipartimento Asia Africa Mediterraneo. Ha insegnato Antichità pompeiane ed ercolanesi, Topografia dell’Italia antica, Archeologia della Magna Grecia, Archeologia e storia dell’arte romana e Archeologia e storia dell’arte romana e delle province, nei corsi di studio triennale e magistrale. Numerose sono state le attività archeologiche sul campo, che ha diretto per conto dell’Orientale, organizzate come momenti di ricerca e formazione per gli studenti: Pompei (regio VI, regio IX e regio I), Alba Fucens (via del miliario e assi viari secondari), Sperlonga (villa di Tiberio), Aveja (abitato antico e fortificazioni), San Demetrio de’ Vestini (fortificazioni), Paestum (isolato 4-6) ed infine Cupra Maritima (edifici monumentali del foro). Con lui scompare uno dei più autorevoli studiosi dell’edilizia domestica greca e romana, dell’urbanistica antica, del fenomeno dell’ellenismo e della sua ricezione a Roma, della romanizzazione, in particolare della Spagna, e in generale della storia dell’arte e dell’iconografia romana.

Copertina della guida “Pompei Oplontis Ercolano Stabiae” di Fabrizio Pesando e Maria Paola Guidobaldi
È autore di numerosissime pubblicazioni; limitandosi solo ad alcune delle monografie, si segnalano: La casa dei Greci (1989, 2. ed. 2006); Libri e biblioteche, Vita e costumi dei Romani antichi (1994); Edilizia privata e società pompeiana tra III e I secolo a.C. (1997); con M. Giglio, Rileggere Pompei V. L’insula 7 della Regio IX (2017); con F. Pompei, Archeomarche 1. Le valli e i porti del Piceno antico (2019); Cinque pezzi facili sulla casa romana. Studi e conferenze – 1999-2018 (2020); Cupra Marittima, Guida al Parco Archeologico (2022). È autore, con M. P. Guidobaldi, della guida archeologica di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae (ultima ristampa 2022). Docente molto amato dagli studenti per la capacità di trasmettere metodo critico e capacità di analisi accompagnati dall’entusiasmo che lo contraddistingueva, sia durante le lezioni e i seminari in aula sia nella lunga e intensa attività didattica sul campo, momenti in cui, con il suo costante sorriso e leggerezza, riusciva a coinvolgere tutti i partecipanti. Il suo magistero e il suo spessore di studioso e ricercatore, che hanno così profondamente segnato gli studi dell’archeologia classica all’Orientale, mancheranno molto a studenti e colleghi.

Il prof. Fabrizio Pesando con l’archeologo Michele Stefanile (foto dal profilo FB di Stefanile)
E poi ci sono i ricordi “privati”. Michele Stefanile, archeologo: “Io e Fabrizio Pesando ci siamo conosciuti esattamente vent’anni fa, alla fine dell’estate del 2003, e per buona parte di questi vent’anni siamo stati praticamente inseparabili: insieme abbiamo accumulato migliaia di km, migliaia di bottiglie, migliaia di risate; a lui devo la mia prima tesi, il mio Erasmus, Sperlonga, Gaeta, l’idea di base della mia seconda tesi (che poi è diventata dottorato e monografia), ma anche il mio divano, il pelouche di un pupazzo strano che secondo lui mi assomigliava, e soprattutto vent’anni di insegnamenti e di archeologia. Di lui ho sempre ammirato la genialità delle interpretazioni unita alla capacità di vivere ogni progetto, ogni scavo, ogni studio con entusiasmo e leggerezza; a vederlo all’opera sembrava tutto facile e divertente, e invece era il frutto di una cultura vastissima, di una solidissima formazione classica e della dote sempre più rara di muoversi con disinvoltura tra le fonti letterarie antiche come fra gli strati archeologici. Oggi con lui si spegne prematuramente una luce. Mancherà a tanti”. Giuliano Volpe (università di Bari): “Una notizia tristissima e dolorosissima. È scomparso Fabrizio Pesando, un caro amico e un ottimo collega archeologo, docente all’Orientale di Napoli. Ha lottato a lungo contro la malattia e ha lavorato fino all’ultimo. Grande studioso di Pompei, dell’edilizia residenziale, delle città antiche. Una perdita gravissima”. Francesco Sirano, direttore dl parco archeologico di Ercolano: “Ecco così voglio ricordare Fabrizio Pesando. Un grande studioso, una persona seria ma dotata di una grande ironia e capacità di trovare ovunque il positivo. Ha affrontato la malattia con forza e determinazione impressionanti e la raccontava con una disarmante semplicità dietro la quale c’è un grande uomo. Grazie Fabrizio per tutto quello che ci hai dato e insegnato. È stato un onore e un privilegio poterti conoscere e apprezzare”.

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con l’archeologo Filippo Demma (foto dal profilo FB di Demma)
Filippo Demma, direttore parco di Sibari: “Quando decise di cambiare vita e trasferirsi stabilmente nelle Marche, mi chiamò e scesi a San Benedetto a salutarlo. Ci conoscevamo da sempre. All’epoca lavoravo alla Soprintendenza delle Marche ed ero responsabile della tutela archeologica nell’Ascolano. Chiacchierammo tutto il giorno e – tra tutto l’altro, che non era poco- impostammo il lavoro di ricognizione a Grottammare e nell’ager di Cupra, che avrebbe portato lui ed i ragazzi dell’Orientale a indagare il tempio del foro. In questa foto siamo a tavola con Enrico, Francesco, Francesco, che pure in quel periodo stavano iniziando a Monterinaldo, e Tiziana che lavorava con me da tempo. Fabrizio Pesando è stato un grande archeologo, un perfetto gentiluomo ed un Amico leale. Sempre. Il che, in questo ambiente, non è per niente poco. Che la terra, dopo tante sofferenze, gli sia lieve”. Valeria Perseca Cerasa, ex studentessa: “C’ho impiegato una giornata intera per trovare le parole ma in realtà sono rimasta proprio senza. Mio caro professore solo una parola: Grazie. Grazie per avermi portato la prima volta a visitare gli scavi di Pompei (ricordo tutto dalla prima all’ultima virgola). Grazie per avermi fatto fare il mio primo scavo archeologico (o forse no visto che sono ancora qui!!) credo di non essermi mai divertita così tanto imparando! Grazie per aver pranzato con noi alunni seduto sotto ad un albero, abbiamo condiviso panini e storie meravigliose che porterò nel mio cuore. Grazie per aver stemperato la mia tensione ad ogni singolo esame! Porterò il suo sorriso contagioso sempre nel mio cuore! Grazie di tutto Prof!”. Mario Grimaldi, archeologo: “… oggi è un giorno triste … Fabrizio era per noi la generazione di riferimento … quello sui cui manuali abbiamo studiato tutti noi pompeianisti come ci definiscono … un vero studioso di Pompei e non solo … ci mancherà tanto … “. Nicoletta, guida turistica: “Oggi salgono al cielo persone importanti, anche il caro Prof. Fabrizio Pesando. Ho seguito 3 corsi con lui, di cui ne ricordo uno specifico su Pompei ed Ercolano. Ha decisamente contribuito alla mia formazione ed alla mia passione nel lavoro”. Anna Grossi, Rione Terra a Pozzuoli: “Ho dei ricordi bellissimi delle lezioni del prof. Pesando soprattutto riguardo le antichità pompeiane e l’archeologia della Magna Grecia. Ricordo la sua chiarezza e il suo entusiasmo, un’immensa preparazione delle fonti letterarie legate ai risultati degli scavi archeologici. Ricordo le escursioni a Paestum e a Pompei dove, essendo la più bassina del gruppo, mi indicò come quella più adatta ad alcuni scavi perché avrei potuto intrufolarmi dappertutto senza fare danni. Ma io di scavi non ne ho mai fatti né mi sono mai sentita in grado di farli nonostante la laurea in archeologia… ero più affascinata, e lo sono ancora, a scoprire cosa di reale si cela dietro il mito, come quello che il prof Pesando sapeva raccontare con eleganza e passione. Sono stata fortunata ad averlo come professore”.

Il prof. Fabrizio Pesando in gruppo con il prof. Francesco Casagrande (foto dal profilo FB di Casagrande)
Francesco Casagrande, università “Gabriele d’Annunzio” e museo del Mare di San Benedetto: “La mestizia ci raggiunge e ci addolora profondamente ma la sua diligenza intellettuale ed umanità benevola condivisa con molti rimarrà un caposaldo da mantenere desto nei giorni a venire. Personalmente non so come ringraziarla per l’enorme arricchimento che mi ha apportato nel frequentarla e la stima rivoltale rimarrà imperitura. Onoreremo sempre la sua memoria ed il suo lascito di competenze non verrà mai meno e correntemente incrementato. Riposo in pace professor Fabrizio Pesando la accolga il Signore fra le sue braccia”. Fai Giovani – San Benedetto del Tronto: “Esprimiamo il nostro cordoglio per la scomparsa del prof. Fabrizio Pesando, grande archeologo e studioso della storia di Pompei, professore di archeologia classica all’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli, che tanto si è speso per i beni archeologici del nostro territorio, a partire dal parco archeologico naturalistico “Civita” di Cupra Marittima di cui era direttore, fino agli scavi della Villa Marittima del Paese Alto di San Benedetto del Tronto”.










































La manifestazione propone tre serate – tutte a ingresso gratuito – all’insegna del grande cinema di documentazione. Tanti i temi che permetteranno al pubblico di viaggiare indietro nel tempo a partire dai fossili di dinosauro (raccontati attraverso lo spericolato business delle ossa) passando per la vera storia dei pirati lontano dalle fantasie hollywoodiane, fino all’eccezionale rinvenimento di alcune stele-menhir dal misterioso significato in Portogallo. Due film-capolavoro arricchiscono il programma di Vieste Archeofilm 2023: quello dedicato alla spettacolare cattedrale voluta da Gaudì ovvero la Sagrada Familia di Barcellona e, spostandosi in Egitto, il documentario sulla città d’oro di Luxor con uno sguardo alle ultime novità sulla vita dei grandi faraoni e del loro popolo. Tanta Puglia. Occhi puntati in questa edizione sulla storia della Puglia più antica. Ecco allora il film sulla Villa di Faragola (nel territorio di Ascoli Satriano – FG) una tra le più lussuose dimore romane erette tra III e IV sec. d.C. ripercorsa attraverso i fasti dei suoi ambienti e le sue peculiarità architettoniche. Mentre, una pellicola ad hoc è incentrata proprio sulla storia, lunga 2500 anni, dell’Isola di Sant’Eufemia, esattamente davanti a Vieste che nel corso del tempo ha ospitato il santuario-grotta intitolato a Venere Sosandra (salvatrice degli uomini). Attesa per i grandi nomi. Molti gli ospiti attesi per le consuete conversazioni /interviste a cura di Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, tra un film e l’altro, tra cui l’archeologo Giuliano Volpe che conduce gli scavi nel già citato Santuario di Venere Sosandra a Vieste (cui è dedicato peraltro il numero speciale di Archeologia Viva che verrà distribuito in omaggio nelle serate del festival), Rita Auriemma archeologa subacquea dell’università del Salento, e il noto filologo e saggista Luciano Canfora che chiuderà la kermesse.
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