Torino. Il museo Egizio fa il bilancio del 2024, anno del bicentenario: più di un milione di visitatori, nuove aperture e riallestimenti culminati con la nuova Galleria dei Re e della Cappella rupestre di Ellesiya. E il 2025 porterà la Piazza Egizia
Per il museo Egizio di Torino è tempo di bilanci: il 2024 è stato l’anno del bicentenario, che ha segnato una tappa fondamentale nel rinnovamento del museo Egizio: “Abbiamo inaugurato nuove gallerie e riallestito spazi che arricchiscono l’esperienza di visita, sempre all’insegna della ricerca, dello studio del passato per capire il presente e progettare il futuro. E Il 2025 si preannuncia altrettanto ambizioso: i festeggiamenti per il bicentenario proseguiranno, culminando con l’inaugurazione della Piazza Egizia, che segnerà la conclusione di una serie di trasformazioni architettoniche e curatoriali senza precedenti”, scrivono Evelina Christillin e Christian Greco, rispettivamente presidente e direttore dell’Egizio, nel ringraziare il milione e più di visitatori del 2024 formulando i migliori auguri di un felice anno nuovo con “l’obiettivo di rendere l’istituzione che abbiamo l’onore di dirigere un luogo sempre più aperto, permeabile e accessibile. Un’agorà contemporanea, uno spazio vivo a disposizione di tutti”.

Il direttore Christian Greco, il presidente Sergio Mattarella e il ministro Alessandro Giuli nella Galleria dei Re del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Nel 2024 sono stati 1.036.689 i visitatori, compresi i partecipanti agli eventi istituzionali, a fronte dei 1.061.157 ingressi nel 2023. Un risultato non scontato, vista la chiusura al pubblico del Museo di un mese, a cavallo tra giugno e luglio 2024, per poter avviare i cantieri e altri lavori di riallestimento della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya (vedi Torino. Il museo Egizio chiude un mese per i lavori della copertura della piazza che diventerà il nuovo centro nevralgico del museo | archeologiavocidalpassato). Cantieri che hanno obbligato il museo a riorganizzare i percorsi di visita, a partire dallo scorso aprile (vedi Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti | archeologiavocidalpassato). Il mese che ha registrato un maggiore afflusso di pubblico è stato marzo 2024 (con 117.678 visitatori, +19,3% rispetto all’analogo mese del 2023). L’incremento maggiore di visitatori, rispetto all’analogo mese dell’anno scorso, lo ha registrato novembre con 105.112 (+ 24% rispetto a novembre 2023), complice anche la celebrazione del bicentenario del Museo, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro della Cultura, Alessandro Giuli (vedi Torino. Al museo Egizio il presidente Mattarella col ministro Giuli apre i festeggiamenti per il bicentenario: consegnato alla città e all’Italia il tempio di Ellesiya e riaperta la Galleria dei Re che stupisce e convince anche i più prevenuti | archeologiavocidalpassato). Solo in occasione del Festival 200, una notte bianca e due giorni di eventi ed happening gratuiti in Museo a cavallo tra il 20 e il 22 novembre 2024, hanno fatto ingresso in Museo 23.004 persone (vedi Torino. Al museo Egizio per la tre giorni “speciale compleanno del bicentenario” ben 23mila visitatori: il grazie dello staff | archeologiavocidalpassato). Ottime performance di incremento di visitatori anche per febbraio con 95.532 (+10,3%). Sono 484.394 i follower totali dei social del museo Egizio (con una crescita del 10.9% rispetto al 2023). La reach totale dei post è aumentata del 128% rispetto all’anno precedente, arrivando a 28.082.943 di utenti unici che hanno visto i contenuti pubblicati sui profili ufficiali del museo. Tra le varie piattaforme, è ancora Facebook quella che garantisce la maggiore reach.

Il nuovo allestimento della Galleria dei Re nel museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Il più antico museo Egizio al mondo nell’anno del suo bicentenario ha voluto puntare i riflettori sulla natura contemporanea dei musei archeologici, luoghi di scambio culturale e di ricerca, entità vive, in continua evoluzione e in dialogo con la società. È proseguito in questo solco il percorso di rinnovamento, sotto il profilo architettonico e sotto il profilo scientifico e di riallestimento delle collezioni, iniziato con l’inaugurazione della Galleria della Scrittura nel dicembre 2023 (vedi Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato” | archeologiavocidalpassato), e proseguito quest’anno con il riallestimento della Sala Deir-El Medina, la creazione della Sala dei Tessuti, il lancio dei Giardini Egizi sul Roof Garden, la creazione della sala dedicata al corredo della Regina Nefertari, a 120 anni dalla scoperta della sua tomba, e non ultimo l’allestimento permanente di un’ala del museo dal titolo “Materia – Forma del tempo” (vedi Torino. Il presidente Mattarella presenzierà alle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio. Il direttore Greco annuncia interventi ed eventi: dalla sala Nefertari (9 agosto) alla Galleria “Materia. Forma del Tempo”, dalla consegna all’Italia del Tempio di Ellesiya (20 novembre) alla nuova Galleria dei Re, dalla piazza Egizia all’Egitto immersivo (2025) | archeologiavocidalpassato). La sintesi plastica del nuovo corso del museo Egizio, che intende coniugare la progettazione architettonica alla ricerca archeologica, è costituita proprio dalla nuova Galleria dei Re (vedi Torino. Il direttore del museo Egizio Christian Greco ci introduce alla nuova Galleria dei Re: ecco l’allestimento “dall’oscurità alla luce” | archeologiavocidalpassato) e dalla Cappella Rupestre di Ellesiya, il cui nuovo ingresso da via Duse, nel retro del Museo, ha rimodellato il palazzo seicentesco dell’ex Collegio dei Nobili e l’esperienza di visita della Cappella.

I pannelli tattili installati al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Il Museo Egizio e il Pnrr. Il Museo ha poi realizzato a settembre 2024 un progetto di accessibilità, con un investimento di 499.767 euro nell’ambito del PNRR. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di lavoro interdipartimentale del museo Egizio, in stretta collaborazione con diverse realtà del territorio torinese, coinvolgendo attivamente stakeholder e associazioni di persone con disabilità visive e uditive (UICI di Piemonte e Torino, Istituto dei Sordi) e Fondazione Paideia, in riferimento a persone con bisogni comunicativi complessi. Questo progetto ha reso il museo Egizio più accogliente, dotato di nuovi strumenti e anche di una rinnovata attenzione per tutte le forme di disabilità. “Ogni nostro futuro allestimento terrà conto di queste, sfaccettate, esigenze”, assicura Greco (vedi Torino. Al museo Egizio l’incontro “Il museo risponde: bisogni, ascolto, strumenti” dedicato al racconto e alla condivisione del progetto di accessibilità del museo Egizio, finanziato dal PNRR. Prenotazione obbligatoria. Ecco il programma | archeologiavocidalpassato).
Il Museo fuori dal Museo. L’Egizio ha inoltre consolidato il suo ruolo proattivo nel tessere rapporti con altri enti culturali e produrre eventi di alto profilo, che hanno coinvolto fotografi, artisti, musicisti e scrittori del calibro di Orhan Pamuk, in collaborazione con il Salone del Libro, Gallerie d’Italia Torino e Sistema Musica del Comune di Torino, con cui per la prima volta ha dato vita ad un festival trimestrale di musica classica e jazz dal titolo “Incanto Egizio” (vedi Torino. Nell’anno del bicentenario del museo Egizio, al via “Incanto Egizio: un viaggio in 13 appuntamenti per riscoprire il fascino millenario dell’Egitto e la sua influenza sulla musica classica e contemporanea | archeologiavocidalpassato).

Christian Greco, Evelina Christillin e Michele Coppola alla presentazione del progetto “Paesaggi/Landscapes” alle Gallerie d’Italia di Torino (foto graziano tavan)
La fotografia e la video arte hanno incontrato l’archeologia e l’antico Egitto nell’ambito di “Paesaggi/Landscapes” una installazione immersiva accompagnata da un ciclo di incontri che si sono svolti in Gallerie d’Italia Torino a cavallo tra giugno e settembre 2024, frutto di un accordo triennale tra la Fondazione Museo delle Antichità Egizie e Intesa Sanpaolo, su iniziative di sviluppo e diffusione della cultura e dell’arte (vedi Torino. Alle Gallerie d’Italia la video-installazione immersiva “Paesaggi/Landscapes”, progetto culturale ideato dal museo Egizio – in partnership con Intesa Sanpaolo – in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto: anticipazione di ciò che i visitatori del museo Egizio potranno sperimentare con “Egitto immersivo” nel 2025 | archeologiavocidalpassato).

La locandina della mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” a Forte dei Marmi (Lu) dal 1° agosto 2024 al 2 febbraio 2025, prorogata al 2 aprile 2025
Dal 1° agosto 2024 inoltre è visitabile a Forte dei Marmi (Lucca) la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, che, fino al 2 aprile 2025, propone un viaggio nel tempo, dall’Epoca Predinastica (3900 – 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. – 395 d.C.), attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri, reperti di grande valore provenienti dai depositi del Museo (vedi Forte dei Marmi (Lu). Aperta al Fortino, alla presenza del ministro degli Esteri Tajani, la mostra “Gli Egizi e il dono del Nilo”: 24 preziosi reperti (molti inediti) dal museo Egizio di Torino propongono un viaggio nel tempo, dall’epoca Predinastica all’età greco-romana attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri | archeologiavocidalpassato).
I direttori dei grandi musei internazionali sono stati ancora protagonisti del ciclo di conferenze “What is a Museum?” e sono tornati a Torino a metà dicembre, in occasione del Simposio internazionale “Memory is our future”, che ha visto confrontarsi a una settantina di archeologi, egittologi, studiosi internazionali e di esperti di digital humanities (Torino. Al museo Egizio, in presenza e on line, il convegno internazionale “Memory is our future”: per tre giorni oltre 70 studiosi di fama mondiale si riuniscono per discutere del presente e del futuro della disciplina archeologica e dei musei | archeologiavocidalpassato).
Infine è approdato in libreria “La memoria è il nostro futuro. 200 anni di Museo Egizio” (Franco Cosimo Panini), una pubblicazione scientifica corale, curata dal direttore del Museo, Christian Greco, con interventi di curatori dell’Egizio e di altre istituzioni internazionali, ricercatori, storici ed egittologi. Un libro disponibile anche in inglese, che potrà essere acquistato al bookshop del Museo, ad un prezzo speciale il 6 gennaio 2025.
Torino. Il direttore del museo Egizio Christian Greco ci introduce alla nuova Galleria dei Re: ecco l’allestimento “dall’oscurità alla luce”

Il nuovo allestimento della Galleria dei Re nel museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
È stato uno dei momenti più attesi, il 20 novembre 2024, delle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio di Torino, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la riapertura, dopo il restauro e il riallestimento, della Galleria dei Re: “From darkness to light” non è solo il titolo del progetto, ma è l’effetto – stupefacente – che fa sul visitatore, e che sta facendo alle centinaia di migliaia di persone che dalla sera del 20 novembre 2024 accedono – magari un po’ prevenuti – alla Galleria dei Re, curata da Johannes Auenmüller, Paolo Del Vesco, Alessandro Girardi, Cédric Gobeil, Federico Poole e Martina Terzoli. sapendo che non avrebbero più trovato l’allestimento “hollywoodiano” di Dante Ferretti (del quale un po’ tutti ci eravamo innamorati) (vedi Torino. Al museo Egizio il presidente Mattarella col ministro Giuli apre i festeggiamenti per il bicentenario: consegnato alla città e all’Italia il tempio di Ellesiya e riaperta la Galleria dei Re che stupisce e convince anche i più prevenuti | archeologiavocidalpassato). Intesa Sanpaolo è main partner del riallestimento della Galleria dei Re, con il contributo di Alpitour World
A introdurre gli appassionati alla visita della “nuova” Galleria dei Re è il direttore del museo Egizio, Christian Greco. “La nuova Galleria dei Re”, spiega il direttore Christian Greco ad archeologiavocidalpassato.com, “è dall’oscurità alla luce: nel luogo in cui siamo che le finestre ci permettono di sbirciare all’interno, di sera si potrà passeggiare fuori e vedere dentro e – l’ho documentato – si vede il nostro Seti II, si vede Ptah, si vede Ramses II. E poi queste pareti in metallo che sono pareti di un materiale diverso che non vanno in contraddizione, in competizione con l’elemento materico della pietra, diafane, che permettono di specchiare ma non proprio. Ci fanno intravedere come fossero un eidolon (immagine) platonico una forma che noi cerchiamo di afferrare. Ci ricordano che noi il passato lo conosciamo per sineddoche, in modo granulare, e quello che è oltre le pareti è tutto ciò che noi abbiano perso, e con la ricerca dobbiano cercare di ricostruire. 
Nuova Galleria dei Re al museo Egizio di Torino: per la prima volta le statue di Thitmosi III e Ramses II al centro (foto graziano tavan)
“E poi è la prima volta in 200 anni – continua Greco – che Thutmosi III e Ramses II sono posti al centro; che possiamo girare attorno a queste statue monumentali, che possiamo guardare il nostro Horemheb e Amon in tutto il loro splendore. C’è un elemento che ci fa capire perché andava cambiato: prima del riallestimento il colore del nostro Horemheb era questo (tassello grigio scuro, ndr), era praticamente nero, ma non lo si vedeva nell’oscurità. Adesso nella luce, l’abbiamo pulito, l’abbiano restaurato, è ritornato a risplendere e lo possiamo guardare negli occhi, e quasi ci sentiamo parte di questo mondo divino che si è abbassato e noi tra i grandi Re dell’antico Egitto finalmente possiamo camminare”.

Galleria dei Re al museo Egizio di Torino: la statua di Ramses II e le grandi finestre riaperte (foto graziano tavan)
L’architettura originale dello statuario monumentale risalente al XVII secolo è stata completamente riportata a vista dallo Studio OMA – Office for Metropolitan Architecture, un ritorno alle origini che valorizza le volte e le alte finestre che caratterizzano lo spazio e che fa tornare visibili due importanti iscrizioni che celebrano i natali del Museo, entrambe fatte apporre nella seconda metà dell’Ottocento dall’allora ministro Luigi Cibrario, una in memoria di Bernardino Drovetti, il console francese che ha venduto a Carlo Felice di Savoia il primo nucleo di reperti del Museo, e l’altra in onore di Jean-François Champollion, colui che decifrò i geroglifici, diventando il padre dell’Egittologia, tra i primi a giungere a Torino per studiare la collezione Drovetti.

Dettaglio della statua di Ramses II nella Galleria dei Re al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Sotto il profilo egittologico, visitare la Galleria dei Re è quasi un viaggio ideale all’interno di un antico tempio egizio. La posizione delle statue, non più su piedistalli, ma ribassate sul pavimento, richiama quella originale, che si nota nei cortili dei grandi templi dell’antico Egitto, dove le divinità e i faraoni, pur manifestando la propria ieraticità e autorevolezza, mantenevano uno stretto legame con i fedeli, un contatto vis-à-vis, come quello che avrà il pubblico del Museo con le statue della Galleria. La maggiore vicinanza dei visitatori alle statue permette loro di cogliere nuovi dettagli dei reperti, che prima non erano fruibili, come le iscrizioni geroglifiche sulla parte alta del trono della statua di Thutmosi I o come la parte posteriore del copricapo del sovrano Horemheb. Al centro della prima sala campeggia la statua di Ramesse II, attorno al quale ruotano tutte le altre dei faraoni, esposte per la prima volta in ordine cronologico. Jean-François Champollion, il padre dell’egittologia quando vide per la prima volta la statua a Torino ne rimase colpito e la definì l’Apollo del Belvedere egizio. In una lettera del 1824, Champollion scrive a proposito del Ramesse II, esposto a Torino: “ne sono innamorato e arriverò a Parigi con una buona copia in gesso dell’intero busto di questa statua. Vedrete allora se la mia passione non è legittima. La testa è divina, i piedi e le mani sono ammirevoli, il corpo è morbido; lo chiamo l’Apollo del Belvedere egizio”.

Le statue delle dee Sekhmet e, in fondo, la statua colossale di Seti II nella Galleria dei Re al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Non sono solo i faraoni ad essere protagonisti della Galleria dei Re, ma anche le dee Sekhmet. Anche per le 21 statue delle Sekhmet si è puntato ad una ricontestualizzazione archeologica, ispirata al tempio funerario di Amenhotep III a Tebe, l’odierna Luxor, loro sito di provenienza. La serie di statue mette in evidenza la ritmicità seriale e al contempo, osservandole da vicino e immerse nella luce naturale, saltano all’occhio i dettagli che differenziano ogni statua. Nel nuovo riallestimento costituiscono davvero “Una litania monumentale di granito”, come recita il titolo di una delle più celebri pubblicazioni dedicate alle Sekhmet dell’egittologo francese Jean Yoyotte.
Torino. Al museo Egizio per la tre giorni “speciale compleanno del bicentenario” ben 23mila visitatori: il grazie dello staff


Visitatori all’inizio del percorso permanente del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Speedy lecture nella Galleria dei Re nel museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
“23.004 volte grazie, tante quante il numero di persone che ha visitato il Museo Egizio nei tre giorni del Festival 200. È stato il più bel compleanno che potessimo immaginare”: allo staff del museo Egizio bastano 145 battute per esprimere tutta la soddisfazione per il successo di un’iniziativa unica. Non si è trattato, infatti, solo di una notte e due giorni a ingresso gratuito per permettere alla città e agli ospiti di “scoprire” le molte novità, i nuovi allestimenti, e soprattutto la “nuova” Galleria dei Re. Ma nell’arco delle giornate di apertura speciale è stato organizzato un articolato programma di laboratori, performance e conferenze: tutti sold out gli appuntamenti – prenotati on line nei giorni precedenti. Particolarmente gradite le speedy lectures, brevi visite guidate in partenza ogni 20 minuti in punti strategici del museo: era sufficiente fermarsi vicino allo stendardo e attendere qualche minuto il racconto dell’esperto. Bastava aggirarsi tra le sale dei nuovi allestimenti per cogliere i pareri favorevoli dei visitatori: meraviglia e stupore erano palpabili sui loro volti. Ora tutti gli appassionati aspettano l’ultimo capitolo del rinnovamento del museo Egizio per il bicentenario della fondazione: l’apertura della corte Egizia e della sala immersiva. Ma per l’ultimo taglio di nastro di questa lunghissima festa di compleanno bisognerà attendere ancora qualche mese.
Torino. Al museo Egizio il presidente Mattarella col ministro Giuli apre i festeggiamenti per il bicentenario: consegnato alla città e all’Italia il tempio di Ellesiya e riaperta la Galleria dei Re che stupisce e convince anche i più prevenuti

Il direttore Christian Greco (con la presidente Evelina Christillin) illustra al presidente Sergo Mattarella e al ministro Alessandro Giuli la sala dei vasi dell’ala “Materia. Forma del tempo” (foto museo egizio)
Un mese e mezzo fa, lo ricordate, in occasione dell’apertura dell’ala “Materia. Forma del tempo”, l’ultimo allestimento del museo Egizio di Torino in ordine di tempo in vista dei festeggiamenti del bicentenario, il direttore Christian Greco aveva descritto la sala delle ceramiche, con l’esposizione di 5mila vasi, un vero coup de théâtre che lascia a bocca aperta il visitatore (vedi Torino. Il direttore Christian Greco ci introduce a “Materia. Forma del tempo”, il nuovo allestimento permanente che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.) | archeologiavocidalpassato).

Il presidente Sergio Mattarella tra i vasi dell’allestimento “Materia. Forma del tempo” (foto museo egizio)
Mercoledì 20 novembre 2024, a rimanere sbalordito davanti a questa monumentale “libreria” di vasi è stato un ospite d’eccezione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che insieme al ministro della Cultura Alessandro Giuli, al ministro del Turismo e delle Antichità dell’Egitto Hurgada Sherif Fathy e al Secretary General of the Supreme Council of the Antiquities of the Arab Republic of Egypt Khaled Mohamed Ismail, ha aperto ufficialmente la tre giorni – 20-22 novembre 2024 – di festeggiamenti per il bicentenario del museo Egizio di Torino (1824 – 2024), la più antica esposizione di antichità egizie del mondo.

Il direttore Christian Greco, il presidente Sergio Mattarella e il ministro Alessandro Giuli nella Galleria dei Re del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Ma il direttore Christian Greco non finisce mai di stupire. Perché la festa del bicentenario è coincisa con la conclusione di uno dei cantieri più discussi e più attesi del complesso e articolato progetto architettonico firmato dallo Studio Oma – Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam, che prevede una piazza, un giardino e una sala immersiva; nuove gallerie e nuovi servizi (vedi 1824-2024: Bicentenario dell’Egizio di Torino. Il museo cambia pelle con il progetto architettonico di OMA: si apre alla città, con una piazza, un giardino e una sala immersiva; nuove gallerie e nuovi servizi. Ecco il ricco programma delle celebrazioni già iniziate. Greco: “Un nuovo inizio” | archeologiavocidalpassato).

Galleria dei Re: le sfingi contrapposte a ricreare la strada processionale di Luxor (foto graziano tavan)
Parlo della riapertura, dopo il restauro e il riallestimento, della Galleria dei Re: “From darkness to light” non è solo il titolo del progetto, ma è l’effetto – stupefacente – che fa sul visitatore, e che farà alle centinaia di migliaia di persone che dalla sera del 20 novembre 2024 accederanno – magari un po’ prevenuti – alla Galleria dei Re sapendo che non avrebbero più trovato l’allestimento “hollywoodiano” di Dante Ferretti (del quale un po’ tutti ci eravamo innamorati).

Il presidente Sergio Mattarella nella Galleria dei Re del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
E sicuramente, come ha provato in anteprima il presidente Mattarella, rimarranno favorevolmente impressionati: la luce domina le due grandi aule, dove sono stati recuperati i soffitti a botte e sono state tolte le tamponature delle finestre che ora permettono l’affaccio su piazza Carignano. La luce accarezza le statue, le avvolge, rimbalza diafana sulle pareti in alluminio dove la teoria di Sekhmet o le sfingi finalmente contrapposte a ricordare la grande strada processionale di Luxor diventano riflessi evanescenti che danno più volume alle sculture.

Effetti speciali sul tempio di Ellesiya al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Mercoledì 20 novembre 2024 è stato anche il giorno della restituzione ufficiale del Tempio di Ellesiya alla città e all’Italia, con una consegna simbolica al Capo dello Stato: così il dono del governo egiziano all’Italia per aver contribuito al salvataggio dei templi nubiani non è più un “bene” del museo, ma un “bene” della comunità. A distanza di oltre mezzo secolo – il Tempio di Ellesiya era giunto a Torino nel 1966 – il museo Egizio, nell’ambito del rinnovamento per il bicentenario, ha scelto di rendere accessibile gratuitamente al pubblico la Cappella rupestre, che avrà un suo ingresso indipendente da via Duse e alla fine dei lavori anche dalla corte coperta del Museo – la corte Egizia -, liberamente fruibile dai visitatori.
Ciliegina sulla torta di questa festa speciale, alla vigilia della celebrazione del bicentenario, è stata la conferma per altri quattro anni, fino al 2028, di Evelina Christillin alla presidenza del museo Egizio da parte del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Ed è stato proprio il ministro, nel breve saluto alla stampa, a congratularsi con Christilin per il suo rinnovo alla presidenza dell’Egizio: “Voglio confermare la dichiarazione di amore personale per ciò che rappresenta questo straordinario museo dal valore mondiale e tutta la comunità che gli sta intorno e lo alimenta, lo tiene vivo, lo anima, e ogni giorno lo rende più prezioso”.

Il nuovo allestimento della Galleria dei Re nel museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

La presidente del museo Egizio Evelina Christillin e il direttore Christian Greco (foto graziano tavan)
“Celebrare il bicentenario del Museo Egizio è un esercizio sia di memoria sia di proiezione verso il futuro”, hanno dichiarato la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco. “Il progetto architettonico di OMA nasce da una nuova visione del Museo come istituzione di ricerca di livello mondiale e luogo inclusivo dove tutti i visitatori sono invitati a scoprire il mondo dell’antico Egitto. È con grande orgoglio che presentiamo la Galleria dei Re rinnovata e offriamo per la prima volta l’accesso gratuito al Tempio di Ellesiya, che fu a sua volta un dono del governo egiziano al popolo italiano. Basandoci sulla grande trasformazione completata nel 2015, i lavori di ristrutturazione in corso sosterranno il museo Egizio nel nostro obiettivo di aprirci al mondo e raccontare ai visitatori non solo la cultura materiale, ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell’antico Egitto. Per il bicentenario, abbiamo deciso di riflettere sul ruolo del Museo, ponendoci domande difficili: il museo è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa ci manca ancora a 200 anni dalla nostra fondazione? Sono queste domande che hanno guidato la nostra strategia per la prossima fase della storia di questa straordinaria istituzione e collezione”.

Il presidente della Repibblica Sergio Mattarella con il direttore Christian Greco, la presidnete Evelina Christillin e tutto lo staff del museo Egizio di Torino (foto quirinale)
Dal discorso di Christian Greco alla presenza del Presidente della Repubblica: “La squadra – coordinata dalla guidata sapiente e attenta della presidente Evelina Christillin – ha lavorato senza risparmiarsi per trasformare il Museo e perché l’Egizio possa essere: di anch mi Ra dj.t. Ovvero: dotato di vita come il dio sole per sempre”.
Torino. Il presidente Mattarella presenzierà alle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio. Il direttore Greco annuncia interventi ed eventi: dalla sala Nefertari (9 agosto) alla Galleria “Materia. Forma del Tempo”, dalla consegna all’Italia del Tempio di Ellesiya (20 novembre) alla nuova Galleria dei Re, dalla piazza Egizia all’Egitto immersivo (2025)

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta gli interventi per il bicentenario (foto museo egizio)
Sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 20 novembre 2024 ad aprire ufficialmente la tre giorni di celebrazioni del bicentenario del museo Egizio di Torino (1824-2024). In realtà l’anno del bicentenario è già iniziato nell’ultimo scorcio del 2023 e continuerà per quasi tutto il 2025. A ripercorrere quanto già fatto e ad annunciare il grosso degli eventi che ci aspettano nei prossimi mesi è stato il direttore del museo Egizio Christian Greco.

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: l’ingresso (foto graziano tavan)
Galleria della Scrittura. “Il bicentenario è già iniziato”, esordisce Greco, “e noi l’abbiamo iniziato il 19 dicembre 2023 aprendo la prima sala che è la Galleria della Scrittura: con la scrittura declinata in tutte le sue valenze” (vedi Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato” | archeologiavocidalpassato). Il progetto espositivo della Galleria della Scrittura è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo.

L’allestimento temporaneo “Verso la nuova Galleria dei Re” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Verso la nuova Galleria dei Re. Per consentire il riallestimento della Galleria dei Re, le statue della Galleria dei Re sono protagoniste dal 23 aprile 2024 di un nuovo allestimento temporaneo nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze, dal titolo “Verso la nuova Galleria dei Re” (vedi Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti | archeologiavocidalpassato). L’esposizione, frutto della collaborazione tra le due istituzioni, offrirà fino a ottobre 2024 ai visitatori una suggestione dell’origine del museo, 200 anni fa, quando arrivarono a Torino le grandi sculture di faraoni e divinità. Nel 1823 queste, infatti, assieme a migliaia di reperti della collezione Drovetti, varcarono la soglia del palazzo barocco che oggi ospita il museo Egizio e l’Accademia delle Scienze e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo nacque a Torino il primo museo Egizio al mondo.

Una delle sale dello statuario con l’allestimento di Dante Ferretti, per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (foto museo egizio)
“Il primo ripensamento – spiega Greco – è stato innanzitutto il basamento, perché forse tutti noi siamo sempre stati colpiti da quell’immagine che ci ha regalato Dante Ferretti, che venne in aiuto del museo nell’anno delle Olimpiadi (2006), arrivavano le delegazioni straniere, non c’erano soldi per rifare il museo, e quindi bisognava regalare un sogno. E questo sogno ce l’ha regalato, che era l’Egitto di Hollywood che rimarrà nella memoria di tutti, ed è documentato sul nostro sito. Però forse – continua – ci siamo dimenticati a essere una relazione intima con le statue a vederle. Oggi le vediamo tutte ribassate, e riusciamo finalmente a vederne i volti”. “Quando ho deciso al progetto della nuova Galleria dei Re– confessa Greco – ho pensato che questo sarà il mio licenziamento! Perché tutti adoravano la Galleria dei Re e in genere un direttore deve venire incontro a quello che vuole il visitatore e invece noi l’abbiamo cambiata”. Il progetto si chiama “Dall’oscurità alla luce”: “Queto è il concetto fondamentale: l’Egitto che torna con la sua luce. Già oggi al tramonto le Sekhmet acquistano una luce particolare che sembra davvero di rivederle nelle loro corti in Egitto”.
Giardino funerario e orto. “Il 1° maggio 2024 abbiamo aperto un piccolo giardino funerario” (vedi Torino. Al museo Egizio apre al pubblico un nuovo allestimento permanente “Giardini egizi: l’orto e il giardino funerario” | archeologiavocidalpassato). “Quello del museo Egizio – spiega Greco – riproduce il giardino funerario proposto nel Djehuty Project dal professor José Manuel Galán, ritrovato difronte a due tombe del Medio Regno (1991-1965 a.C.): una specie di griglia fatta in argilla rialzata con piante messe a dimora dentro questi cubi di terra e utilizzate nei rituali funerari. È l’ultimo omaggio a quelle persone che sotto quella sala riposano perché le mummie sono persone che riposano e mai avrebbero immaginato di essere oggi a Torino e che in quel giardino ritrovano uno degli elementi del paesaggio che hanno perso”. Dall’altra parte c’è un tipico orto così come viene rappresentato in una tomba di Beni Hasan, anch’esso realizzato con una specie di griglia dove si portava l’acqua a mano perché le piante sui diversi terrazzamenti potessero essere annaffiate.

La sala immersiva delle Gallerie d’Italia di Torino con la video-installazione “Paesaggi/Landscapes” (foto graziano tavan)
Paesaggi / Landscapes. “Paesaggi/Landscapes” è l’installazione immersiva, che dal 13 giugno al 12 settembre 2024 si può vedere gratuitamente, al mattino, alle Gallerie d’Italia di Torino, parte del progetto culturale ideato dal museo Egizio in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto. A corollario della video-installazione, e in concomitanza della chiusura del museo Egizio (17 giugno – 12 luglio 2024) per i lavori di copertura del cortile barocco, c’è stato un ciclo di dialoghi a ingresso libero che metterà a confronto fotografi, artisti ed egittologi saranno i protagonisti di “Paesaggi/Landscapes” (vedi Torino. Alle Gallerie d’Italia la video-installazione immersiva “Paesaggi/Landscapes”, progetto culturale ideato dal museo Egizio – in partnership con Intesa Sanpaolo – in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto: anticipazione di ciò che i visitatori del museo Egizio potranno sperimentare con “Egitto immersivo” nel 2025 | archeologiavocidalpassato). “È un primo assaggio di quello che vogliamo sia l’Egitto immersivo che vedremo nel 2025”, sottolinea Greco, “ovvero 200 anni dopo la nascita del museo Egizio ci siamo interrogati e ci siamo chiesti: cosa manca al museo Egizio? L’Egitto. E l’ambiente un po’ lo ricreiamo con il giardino e un po’ con un Egitto immersivo, ovvero cercando di far capire come il paesaggio sia un palinsesto in cui l’elemento antropico ha operato cercando di ricostruire il paesaggio”.

Il direttore Greco presenta il manifesto che annuncia l’apertura della sala Nefertari al museo Egizio (foto museo egizio)

La locandina della mostra “Queen Nefertari: eternal Egypt” al Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City
Nefertari. Il primo appuntamento del bicentenario è il 9 agosto 2024. Innanzitutto alla sera il museo Egizio avrà l’onore di ospitare il prof. Tarek Tawfik, presidente dell’associazione internazionale degli Egittologi, che parlerà su “La tomba di Nefertari. Incontro con la regina”, In occasione dell’inaugurazione della nuova sala del museo Egizio per il corredo della tomba della regina Nefertari, scoperta 120 anni fa da Ernesto Schiaparelli durante gli scavi della Missione Archeologica Italiana, tra 1903 e 1905. Nefertari, la sposa di Ramses II non si vede al museo Egizio da 8 anni. Ha fatto parte di una mostra itinerante che ha toccato prima l’Ermitage di San Pietroburgo, facendo 2 milioni e mezzo di visitatori (vedi “Nefertari e la Valle delle Regine. Dal museo Egizio di Torino”: all’Ermitage in mostra i capolavori conservati nella città sabauda parte delle ricche collezioni Drovetti e Schiaparelli | archeologiavocidalpassato), poi è andata a Leiden (vedi Il corredo della tomba di Nefertari del museo Egizio di Torino star della mostra “Le Regine del Nilo” a Leiden, in Olanda, prima esposizione temporanea all’estero del direttore Greco | archeologiavocidalpassato), quindi è approdata negli Stati Uniti (vedi Usa. Nonostante il contesto internazionale condizionato dalla pandemia, terza tappa nordamericana della mostra “Le Regine del Nilo” con 250 reperti del museo Egizio di Torino. Al Kimbell Art Museum di Fort Worth (Texas) proposto un nuovo allestimento dal titolo “Queen Nefertari’s Egypt”. Il direttore Greco: “Seguite tutte le operazioni di allestimento da remoto” | archeologiavocidalpassato) e in Canada (vedi Apre al Canadian Museum of History di Gatineau (Ottawa, Québec) la mostra “Queens of Egypt”, con 250 reperti del museo Egizio di Torino: dopo Kansas City e Fort Worth in Texas, i reperti delle collezioni torinesi proseguono il viaggio in Nord America e arrivano in Canada | archeologiavocidalpassato) per 5 anni. Dal 1° agosto 2024 la città di Torino è tappezzata col manifesto che riproduce uno degli oggetti più belli della Tomba di Nefertari, il Pilastro Djed-Zed. Sono state recuperate le vetrine volute da Schiaparelli arricchite da foto che ci riportano alla Valle delle Regine di inizio Novecento.

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta la nuova galleria “Materia. Forma del Tempo” (foto museo egizio)
Galleria “Materia. Forma del Tempo”. “Un museo deve mettere al centro la materia: ecco quindi una serie di nuove biblioteche che verranno aperte in questa sala – anticipa Greco -. “La biblioteca dei legni: quali legni erano conosciuti nell’Antico Egitto? Quali pigmenti erano conosciuti? Perché i legni sono fondamentali e ci permettono all’interno dell’archeologia di datare, e quindi impareremo a cosa serve la Dendrocronologia. E poi la biblioteca della ceramica per rendere visibile quello che è l’elemento portante in archeologia: senza la ceramica noi non possiamo datare i vari strati. Sono 5600 vasi del museo Egizio che non sono mai stati esposti nella loro totalità, verranno presentati in un vetrinone che come una libreria. Ci sarà una scala che porta al secondo piano per poter vedere tutti i vasi in sequenza, ordinati per topografia – quindi nei luoghi in cui sono stati trovati – e poi in ordine cronologico. E in questo siamo precursori a livello internazionale”.

Il tempio di Ellesiya ricostruito nelle sale del museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)
Tempio di Ellesiya. Il 20 novembre 2024 arriverà al museo Egizio il presidente Mattarella. “Per noi è molto importante che venga il presidente – sottolinea Greco – perché il presidente rappresenta tutti, rappresenta l’unità del nostro Paese. E noi restituiremo al presidente per restituirlo all’Italia il Tempio di Ellesiya, donato dal presidente Nasser all’Italia. Però c’era una cosa che doveva essere portata a termine del progetto iniziato da Silvio Curto: restituire questo tempio alla nazione. Il tempio non è del museo Egizio, il tempio è stato donato all’Italia. Ci sono stati altri tre Paesi che hanno ricevuto un tempio: gli Stati Uniti, i Paesi Bassi e la Spagna. La Spagna ha optato per l’esposizione in un parco, il Metropolitan ce l’ha all’interno del Met ma c’è un cubo di vetro che permette a chi è a Central Park di vedere all’interno, a Leiden si decise di coprire una piazza per rendere questo tempio fruibile. Noi stiamo per avviare i lavori per aprire una porta su via Duse e il tempio sarà fruibile gratuitamente per tutti. Lo consegneremo al Presidente della Repubblica, e dopo, nel pomeriggio del 20 novembre, apriremo il museo fino alle 21 per la comunità scientifica nazionale e internazionale. E poi fino alle 2 di notte avremo una prima notte bianca gratuita. La gratuità e la restituzione a Torino del museo Egizio continueranno poi il 21 e il 22 novembre in un festival di tre giorni che sarà per restituire a tutti il museo che è di tutti. E voglio che sia una festa che coinvolgerà tutti, voglio coinvolgere l’università, il Politecnico, voglio che vengano i giovani e che capiscano che questo museo in primis è loro”.

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta gli allestimenti multimediali al Tempio di Ellesiya (foto museo egizio)
Il tempio di Ellesiya sarà raccontato. “Ci saranno due modalità in cui il tempio verrà raccontato”, spiega Greco. “Ci sarà un video-mapping sulle superfici del tempio che ci racconterà le varie parti del tempio e poi ci sarà una proiezione che darà una spiegazione invece sulla storia del museo. Una storia – continua Greco – che ci permette di nuovo di raccontare, di declinare una memoria sotto una valenza diversa, perché non esiste una memoria unica. In archeologia si deve dimenticare la parola identità. Non esistono identità, esistono caratteristiche diverse, esistono ibridazioni, e non si può pensare che ci sia un qualcosa di unico, un bianco e un nero, ma ci sono diverse gradazioni”.

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta il nuovo allestimento della Galleria dei Re (foto museo egizio)
Galleria dei Re. “Innanzitutto recuperiamo l’ingresso monumentale Museum – spiega Greco – con una porta in legno bellissima arricchita di elementi esoterici che ci testimonia anche il sentire di Torino di fine ‘800. Si rivede la volta, si rivedono le due lapidi, una che ci ricorda di Drovetti e l’altra in lettere d’oro che ci ricorda della visita di Jean-Françoise Champollion, e che finalmente saranno esposte. Cambia la concezione: finestre aperte sulla corte interna, finestre aperte su piazza Carignano e luce. Le statue sono tutte abbassate e saranno in un contatto molto più intimo. Da metà piazza Carignano guardando verso il museo, con le luci accese, di sera si riuscirà a vedere le statue all’interno. La statua di Seti II sarà nella luce, con una parete dietro graficata che ci farà vedere da dove lui arriva perché lo sforzo di contestualizzazione lo faremo anche qui. La statua di Seti II è stata trovata difronte alla cappella di Seti II nel gran cortile del Tempio di Karnak. appena si entra dalla porta monumentale di Nectanebo I immediatamente a Nord c’è il suo fratello gemello che si trova al Louvre – il nostro però è più bello – e quindi finalmente ci sarà questo tentativo di contestualizzazione. Lo stesso avverrà con le Sfingi, esposte in una maniera diversa. Non più che guardano il pubblico ma che si guardano loro e che dovranno in prospettiva anche ricordare quel dromos che collegava il tempio di Karnak e il tempio di Luxor”.

Bicentenario museo Egizio: rendering della piazza Egizia, veduta zenitale (foto OMA Rotterdam)
Piazza Egizia. Per consentire tutti i singoli interventi è stato necessario coprire la corte, attraverso un bando internazionale cui hanno partecipato 38 progetti da 34 Paesi. È stato scelto un progetto olandese (vedi Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo | archeologiavocidalpassato). È una copertura leggera e completamente reversibile, perché non entra nelle pareti e quindi si potrà togliere in qualsiasi momento. È in vetro e acciaio che nell’ottica degli architetti ricorda quella che doveva essere la griglia di scavo. “Questo ci permetterà di avere una piazza”, spiega Greco, “dove avverranno una serie di cose. Ma la piazza con tutti i servizi annessi non sarà pronta per novembre, quando verrà il Presidente della Repubblica, ma sarà completata tra giugno e settembre 2025”. InfoPoint. Nel 2025 ci sarà un infopoint condiviso che sarà museo Egizio e Accademia delle Scienze, “perché il valore è che questo museo continua a essere all’interno di questo palazzo dove l’Accademia delle Scienze ha avuto il primo curatorio dove l’Accademia delle Scienze ancora c’è e dove insieme accoglieremo il pubblico per dire qui c’è un luogo congiunto e ci sono delle cose che si possono fare. Il mio sogno è di poter unire un giorno il patrimonio tangibile e intangibile, Accademia delle Scienze e museo Egizio per tentare assieme di valorizzare questo, quindi non solo le collezioni ma anche il palazzo in cui sono i saperi che si sono accumulati per cercare di far partecipare il museo Egizio a una candidatura Unesco.

Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering del bookshop accessibile dalla piazza Egizia (foto OMA Rotterdam)
La copertura della piazza ci ha permesso finalmente di stamponare le arcate del portico che è il portico di un palazzo barocco, così da poter percepire questa idea di interno ed esterno. Ci sarà la libreria, ricordando un po’ i portici di carta di Torino, prima di entrare nella Galleria dei Re. Questa piazza diventerà un luogo in cui chi entra, un po’ in piccolo date le nostre dimensioni, possa decidere dove andare. Si può andare al Tempio di Ellesiya, che è gratuito; si può andare sotto, nell’Egitto immersivo, che è gratuito; si può andare alla Galleria dei Re, o alla Galleria Materia Forma del Tempo; oppure prendere la scala mobile, raggiungere il secondo piano e cominciare il percorso cronologico. Quindi un museo che diventa molto più permeabili”. Continua Greco: “Toglieremo finalmente la scala mobile che porta adesso nell’ipogeo, perché oggi questa scala mobile oscura completamente il muro romano. La nuova scala, molto più leggera, utilizzabile anche per piccole conferenze, permetterà di far vedere tutto il muro romano su cui è costruito tutto l’edificio”.

Progetto OMA: rendering del giardino Egizio al livello -1 della piazza Egizia del museo Egizio di Torino (foto OMA Rotterdam)
Giardino egizio ed Egitto immersivo. Sarà pronto nel 2025. “In molte tombe tebane del Nuovo Regno – riprende Greco – il giardino viene rappresentato come un luogo in cui soggiornare. Così noi ricreeremo un giardino antico egizio e questo giardino è una parte della ricostruzione del paesaggio, perché dal giardino si entrerà in quello che è l’Egitto immersivo. Qui non saranno solo immagini, ma ci saranno anche reperti esposti vicino al loro paesaggio. E lì accanto c’è la sezione della Storia del Museo, anche questa gratuita. È il passato e il futuro del museo in dialogo tra loro”.
Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti

Lo spostamento delle statue degli dei e dei faraoni dalla Galleria dei re nell’atrio e sotto le arcate del museo (foto museo egizio)

Una delle sale dello statuario con l’allestimento di Dante Ferretti, per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (foto museo egizio)
Le statue di dei e faraoni della Galleria dei Re del museo Egizio di Torino in questi giorni hanno lasciato la loro sede, un po’ la loro casa, quella dove il pubblico ha imparato a riconoscerli e ad “amarli” soprattutto in quello che doveva essere un allestimento temporaneo realizzato dal premio oscar Dante Ferretti in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. Temporaneo, si diceva. Quasi vent’anni dopo, proprio nell’anno del Bicentenario del museo Egizio, è arrivato il momento di affrontare il nuovo allestimento. Così, per consentire i lavori, le statue della Galleria dei Re sono protagoniste dal 23 aprile 2024 di un nuovo allestimento temporaneo nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze, dal titolo “Verso la nuova Galleria dei Re”. L’esposizione, frutto della collaborazione tra le due istituzioni, offrirà fino a ottobre 2024 ai visitatori una suggestione dell’origine del museo, 200 anni fa, quando arrivarono a Torino le grandi sculture di faraoni e divinità. Nel 1823 queste, infatti, assieme a migliaia di reperti della collezione Drovetti, varcarono la soglia del palazzo barocco che oggi ospita il museo Egizio e l’Accademia delle Scienze e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo nacque a Torino il primo museo Egizio al mondo.

Quadro di Marco Nicolosino rappresentante lo statuario intorno al 1830 nella sala a sinistra del cortile, prima del suo trasferimento nelle attuali sale. museo Egizio (foto museo egizio)

L’allestimento temporaneo “Verso la nuova Galleria dei Re” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
L’allestimento richiama la posizione originale delle statue nei cortili dei grandi templi dell’antico Egitto, dove le divinità e i faraoni, pur manifestando la propria ieraticità e autorevolezza, mantenevano uno stretto legame con i fedeli. In questo nuovo allestimento il visitatore potrà cogliere dettagli dei reperti, che prima non erano fruibili, come le iscrizioni geroglifiche sulla parte alta del trono della statua di Tutmosi I o come la parte posteriore del copricapo del sovrano Horemheb o il suo naso, che da lontano dà la falsa impressione di essere all’insù a causa di un restauro ottocentesco. La maggiore vicinanza alle statue permette al visitatore di fruirle meglio, senza nulla togliere alla loro imponenza. Da 200 anni museo Egizio e Accademia delle Scienze condividono il palazzo barocco già Collegio dei Nobili, intrecciano attività, iniziative, studi e ricerche; condividono uomini e studiosi, da Bernardino Drovetti a Jean François Champollion e persino alcuni direttori dell’Egizio: da Ernesto Schiaparelli a Silvio Curto, ma soprattutto sono chiamati insieme a mantenere e valorizzare un patrimonio di collezioni e di storia.

Una delle sale dello statuario all’epoca della direzione di Ernesto Schiaparelli, a inizio ‘900 (foto museo egizio)

Una delle sale dello statuario all’epoca della direzione di Anna Maria Donadoni-Roveri, anni ‘90 – inizio Duemila (foto museo egizio)
La mostra è l’occasione per fare il punto sull’evoluzione degli allestimenti delle statue al Museo in due secoli di storia e per riportare l’attenzione sui documenti ottocenteschi originali, di una delle collezioni egittologiche più importanti al mondo, custoditi e visibili al Museo e all’Accademia delle Scienze. Raffigurazioni, pitture e foto storiche, lungo il percorso espositivo, richiamano i momenti salienti della collezione di reperti monumentali. All’Accademia sono invece conservate alcune lettere del padre dell’egittologia Jean François Champollion, i carnet di viaggio di Carlo Vidua e altri documenti, che ci hanno permesso di ricostruire l’intreccio di vicende e personaggi storici e accademici che contribuirono a dare i natali al museo Egizio. Un primo catalogo manoscritto che riporta l’inventario della collezione venduta dal console generale di Francia Bernardino Drovetti (1776-1852), socio dell’Accademia delle Scienze, a Carlo Felice di Savoia, per la cifra da capogiro per l’epoca di 400mila lire è conservato in duplice copia al museo Egizio e all’Accademia delle Scienze e riporta suddivisi per materiale più di 8300 reperti, di cui 3007 tra medaglie e monete.

L’allestimento temporaneo “Verso la nuova Galleria dei Re” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
“Questo allestimento permette finalmente di guardare in viso le statue”, dichiarano la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco. “Si coglie il loro valore storico artistico, si notano dettagli fino ad oggi preclusi alla vista a causa del posizionamento su alti piedistalli. Al pomeriggio quando il sole lambisce le Sekhmet penetrando tra le arcate del portico del museo Egizio, esse sembrano tornare alla loro collocazione originaria nel tempio funerario di Amenhotep III a Tebe, l’odierna Luxor. Si nota la ritmicità seriale e al contempo, osservandole da vicino e immerse nella luce naturale, si possono scrutare i dettagli e la resa dissimile di ciascuna. Costituiscono davvero, come afferma il professor Jean Yoyotte, una splendida litania di pietra”.

Incisione di Giuseppe Chiappori di una delle sale dello statuario nel 1851, all’epoca della direzione di Francesco Barucchi (da Stefani e Mondo, Torino e Suoi Dintorni, 1852) (foto museo egizio)
“In occasione dell’allestimento temporaneo della Galleria dei Re”, sottolinea Massimo Mori, presidente dell’Accademia delle Scienze, “abbiamo pensato di condividere i documenti originali che hanno dato vita al Museo come valore aggiunto per meglio comprendere il clima di grande fermento che in quegli anni caratterizzava la vita culturale e intellettuale di Torino: in particolare, l’intervento degli Accademici, mossi da interesse di studio scientifico, è stato fondamentale nel determinare l’arrivo dell’Egitto a Torino. Infatti, all’Accademia non soltanto è custodito il Catalogue originale, ossia l’inventario del fondo Drovetti, ma è conservato tutto il fondo archivistico di Bernardino Drovetti. Si possono inoltre consultare le lettere della corrispondenza di Drovetti, Champollion, Vidua e di altri grandi studiosi dell’egittologia. Si può osservare la copia della monumentale opera Description de l’Égypte raccolta di tavole disegnate tra il 1809 e il 1829 con le indicazioni di tutte le aree di scavo e con la riproduzione a colori dei geroglifici su cui Champollion si formò prima di recarsi in Egitto per la prima volta”.
“L’Accademia delle Scienze sempre più, nel futuro, si vede come un luogo aperto al confronto sui temi scientifici e umanistici di attualità che attraversano la società contemporanea”, dichiara il direttore Chiara Mancinelli, “e siamo consapevoli che per diffondere e condividere i nostri contenuti culturali sia necessario un cambio di linguaggio, di comunicazione e di interazione con il pubblico senza snaturare la vocazione di studio dell’Accademia. Proprio per questo motivo abbiamo prodotto e dedicato a Bernardino Drovetti il primo di una serie di documentari dedicati alle storie che l’Accademia può raccontare (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2023/12/13/torino-allaccademia-delle-scienze-presentazione-del-documentario-il-grande-viaggio-di-giulio-cavallini-sulla-collezione-drovetti-acquistata-dai-savoia-che-avrebbe-creato-il-museo-egiz/). Il grande viaggio è disponibile sul nostro canale YouTube, che conta oggi più di 12.000 iscritti e 1 milione e mezzo di visualizzazioni, affinché l’accessibilità alla conoscenza sia garantita a un vasto pubblico. L’Accademia ha anche lanciato due serie podcast dal titolo La scienza, che storia! che hanno riscontrato grande consenso anche tra i più giovani. Si organizzano poi annualmente molti appuntamenti di divulgazione scientifica gratuiti aperti al pubblico su temi di attualità, approfonditi da studiosi, ricercatori e accademici”.

Il diplomatico Bernardino Drovetti da Barbania (To) (foto museo Egizio)
Originario di Barbania, nel Canavese, Bernardino Drovetti (1776-1852) intraprende la carriera politica e diplomatica dapprima a Torino durante gli anni della Rivoluzione francese, poi, dal 1803 in Egitto, dove opera per il corpo diplomatico francese. Viene nominato Console di Francia nel 1811. In questi anni comincia ad avvicinarsi alle antichità egizie. Grazie anche ai permessi concessi da Mohamed Ali, viceré d’Egitto, avvia una serie di scavi lungo il Nilo al fine di riunire una propria collezione. Questo periodo, denominato “l’età d’oro dei consoli”, vede diversi diplomatici europei competere per acquisire il maggior numero di antichità, da vendere poi ai grandi musei d’Europa. Negli anni della sua permanenza in Egitto, Drovetti riunisce una prima importante collezione di antichità che vende poi nel 1824 ai Savoia. Nell’area del grande tempio di Amon a Karnak (Luxor) dove, a partire dal 1811, Drovetti e i suoi collaboratori riunirono statue di divinità e sovrani, risalenti principalmente al Nuovo Regno (1539-1076 a.C.).

Bernardino Drovetti, al centro, tra le rovine di Tebe nel 1818 (foto museo egizio)
All’inizio del 1820 Bernardino Drovetti incontra al Cairo un viaggiatore e collezionista piemontese, il conte Carlo Vidua (1785-1830). Questo incontro favorisce la riuscita dell’affaire Drovetti, l’arrivo a Torino di una collezione egizia che avrebbe segnato la nascita del museo Egizio. Senza la lungimiranza e la tenacia del giovane conte di Conzano, le antichità di Drovetti sarebbero finite probabilmente in un’altra e più importante capitale europea. “Desidero, che i forestieri non possano più dire: Turin est une ville fort jolie, fort régulière, mais il n’y a presque rien à voir (Torino è una città molto carina, molto regolare, ma non c’è quasi nulla da vedere)”, scriveva Vidua all’epoca.

Giulio Cordero di San Quintino da Mondovì (Cuneo) (foto museo egizio)

La statua monumentale di Seti II al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Vittorio Emanuele I di Savoia, spinto da diversi esponenti dell’élite culturale sabauda, anche rappresentata dai Soci dell’Accademia delle Scienze, mostra un interesse già nel 1820, anno in cui è datata la decisione sovrana di acquisto della collezione in favore dell’università di Torino. I moti del 1821, il cambio del re e dei ministri e la distanza geografica con l’Egitto rallentano l’intera procedura di acquisto e soltanto alla fine del 1823 i primi carri colmi di antichità arrivano a Torino. Dopo aver eseguito il primo riscontro inventariale della collezione a Livorno, Giulio Cordero di San Quintino si occupa del trasporto delle antichità a Torino. I reperti, dopo essere stati imbarcati da Livorno a Genova, vengono trasportati a Torino su carri d’artiglieria, in parte forniti dall’Arsenale Militare, trainati da buoi e cavalli da tiro. San Quintino affronta non poche difficoltà a causa dello stato delle strade in terra battuta e del peso delle antichità: il gigantesco colosso di Seti II viene issato su un carro costruito appositamente e trainato da 16 cavalli da tiro.

Appunti autografi di Jean-François Champollion conservati al museo Egizio di Torino ed esposti nella mostra “Champollion e Torino” (foto museo egizio)
Non possediamo la data ufficiale dell’apertura del museo Egizio, sappiamo però che nei primi allestimenti le statue sono sistemate in una grande sala al piano terreno, in cortile e in una manica dell’arcata del palazzo. E sappiamo che nel 1824 per ammirare la collezione Drovetti giunse a Torino Jean-François Champollion, il padre dell’egittologia, colui che decifrò i geroglifici. “Questa è cosa stupenda!” esclama entrando per la prima al Collegio dei Nobili. Invitato a Torino dall’Accademia delle Scienze, Champollion per quasi nove mesi studia senza tregua tantissimi reperti e papiri del museo Egizio, che costituiscono per lui la prima vera possibilità di entrare in contatto diretto con i geroglifici. Torino ormai si avvia a diventare una delle capitali mondiali dell’egittologia, come certifica la frase di Champollion: “La strada per Menfi e Tebe, passa da Torino”.
Torino. Accordo quadriennale tra Alpitour World e il museo Egizio: Alpitour World in quattro anni investe 800mila euro per sostenere progetti culturali e di rinnovamento dell’Egizio per il bicentenario del 2024. Le interviste di Christian Greco e Pier Ezhaya

Accordo museo Egizio – Alpitour World: da sinistra, Tommaso Bertini, Pier Ezhaya e Christian Greco (foto graziano tavan)
Il viaggio è iniziato. Con una tappa prestigiosa da raggiungere al meglio, cioè il bicentenario della nascita del museo Egizio di Torino, il più antico al mondo sulla civiltà dei faraoni, e un obiettivo ambizioso: portare il museo fuori dal museo e la città e il mondo dentro il museo, trasmettendo il valore della scoperta, del viaggio – fisico e simbolico – e della cultura. Si può leggere così l’accordo di collaborazione siglato fra Alpitour World e il museo Egizio: entrambe le realtà, infatti, pur essendo radicate storicamente a Torino, hanno un orizzonte internazionale e sono mosse dalla volontà di creare occasioni di incontro per costruire ponti tra popoli, culture e Paesi. Entrambe inoltre hanno intrapreso un percorso di trasformazione, fondato sui valori di innovazione, responsabilità, centralità e inclusione delle persone.


Rendering della Piazza Egizia, nuova piazza urbana coperta, al museo Egizio di Torino (progetto OMA di Rotterdam)
Il museo Egizio ogni anno richiama visitatori da tutto il mondo: solo nel 2022 ha sfiorato i 900mila ingressi, risultando il museo più visitato della città e superando anche i risultati del 2019. Terzo museo più visitato in Italia nel 2021, il museo Egizio è nato nel 1824 e vanta la seconda collezione di antichità egizie del mondo, nonché la più importante al di fuori dell’Egitto. Nell’aprile 2015, il Museo ha portato a compimento un importante progetto di rinnovamento, coniugando le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico. Attualmente lo spazio museale è di circa 10600 mq e presenta 11mila oggetti esposti secondo un criterio cronologico che va dal 4900 a.C. al 750 d.C., su circa 44mila reperti conservati. Ora il Museo si appresta nuovamente a cambiare volto: il piano per il bicentenario del 2024 impegnerà 20 milioni di euro (vedi Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo | archeologiavocidalpassato).

Il tempio di Ellesiya ricostruito al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Il viaggio che unirà Alpitour World, il primo gruppo turistico italiano, al più antico museo di antichità egizie del mondo, il museo Egizio, prevede un piano strategico di quattro anni, del valore di 800mila euro, durante i quali Alpitour World sosterrà alcuni importanti progetti culturali e di rinnovamento dell’Egizio, in vista del bicentenario del Museo nel 2024. Un’iniziativa storica per Alpitour World che, per la prima volta, stanzia un investimento così importante per essere parte di un percorso culturale, di cambiamento e innovazione intrapreso dall’Egizio, un progetto di ampio respiro e di restituzione alla città, che ridisegnerà lo spazio di accesso al Museo, la Galleria dei Re, l’ipogeo e il Tempio di Ellesija, per farli divenire sempre più luoghi di incontro, di scambio, di condivisione e anelli di congiunzione tra digitale e fisico, in un continuum con la città e il territorio. “Siamo grati ad Alpitour World di averci preso a bordo e di averci selezionato come un compagno di viaggio affidabile per i prossimi 4 anni”, commenta la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin. “Questo accordo è la rappresentazione plastica di come cultura e turismo non viaggino su binari paralleli, ma anzi insieme possano concretizzare progetti di divulgazione, inclusione di nuovi pubblici e innovazione”.
“Oggi”, spiega il direttore dell’Egizio Christian Greco ad archeologiavocidalpassato.com, “siamo a celebrare un partenariato importante che vede il museo Egizio intraprendere un nuovo viaggio assieme ad Alpitour che ha voluto sposare il nostro progetto culturale, ha creduto a tre parole chiave della nostra programmazione culturale, ovvero inclusione accessibilità e condivisione, e ci aiuterà in questi anni a rendere più aperto e accessibile il museo Egizio. E cominceremo subito questa estate con sette serate che vengono offerte a coloro che non avranno modo di andare in vacanza e che potranno venire in museo gratuitamente a fruire delle nostre collezioni, e al contempo con loro avremo durante quest’estate anche la possibilità di condividere la ricerca che facciamo con dei totem che permetteranno di vedere la digitalizzazione della nostra collezione. Poi Alpitour ci aiuta in un altro nostro progetto importantissimo che è quello di portare il museo fuori dal museo. Molto spesso – lo abbiamo visto durante il periodo del Covid – il museo era quasi un fortino chiuso. Noi abbiamo una serie di iniziative che ci portano fuori. Da anni andiamo nelle scuole, andiamo negli ospedali. Ma adesso, grazie ad Alpitour, andremo anche nei villaggi turistici facendo progetti di formazione per i bambini che si trovano nei villaggi e che possono quindi avere un accrescimento culturale, imparare il luogo in cui sono, imparare l’importanza la complessità della storia e la sua stratificazione. E poi un viaggio che ci accompagnerà – sempre in quest’ottica di apertura, di rendere il museo accessibile aperto a tutti – anche nei lavori di ristrutturazione del 2024. Quindi un viaggio che inizia oggi e che ci porta a lavorare assieme a loro in un’ottica di condivisione de risultati”.
“Oggi è un giorno molto importante”, conferma ad archeologiavocidalpassato.com Pier Ezhaya, direttore generale tour operating Alpitour World, “perché questa alleanza con il museo Egizio è il primo passo di un percorso che è iniziato il 24 novembre 2022 col nuovo logo e la nuova corporate identity del gruppo che mira a far sì che l’azienda non si occupi solo di produrre come deve fare i risultati economici ma anche di occuparsi di ciò che accade attorno a lei. Quindi la cultura è sicuramente un tema molto importante e il museo rappresenta uno spazio formidabile per poter dare corpo a queste nobili intenzioni che son appunto nate con il nuovo percorso del 24 novembre”. E Tommaso Bertini, direttore marketing Alpitour World, dichiara: “Mi piace pensare ad Alpitour World come a un mecenate culturale – dichiara – un’azienda che guarda al valore umano, oltre che a quello di business. Ci sono molti modi per viaggiare: partendo con un aereo verso un paese straniero, oppure volando indietro di millenni, a pochi passi da casa, per ammirare opere, manufatti e usanze di altre epoche. Qualunque sia la sua forma, viaggiare è ciò che più apre la mente: siamo orgogliosi di poter prendere parte a questo intreccio virtuoso che unisce realtà del territorio alla città di Torino”.

Visitatori alla Galleria dei Re al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Oltre a partecipare al progetto di rivisitazione dell’allestimento storico-scientifico della Galleria dei Re (per il quale, per ora, non c’è ancora un rendering disponibile), Alpitour World ha previsto anche delle iniziative per favorire l’inclusione, l’accesso alle visite e alla formazione dei più piccoli. Attività realizzate nello specifico dal Brand Francorosso, marchio di Tour Operating nato nel 1953 a Torino, specializzato sull’Egitto sin dagli anni ’70 e con un approccio di ricerca, rispetto e curiosità verso i luoghi e le popolazioni visitate.
Fra luglio e agosto, Francorosso organizzerà “Speciale Estate by Francorosso”, un ciclo di sette appuntamenti gratuiti al museo Egizio; realizzerà dei progetti di edutainment insieme al team scientifico e didattico del Museo per raccontare le civiltà del passato agli ospiti più piccoli dei suoi SeaClub. Allo studio, infine, una collaborazione sul progetto espositivo “Liberi di imparare”, che prevede in mostra le copie di alcuni reperti del Museo, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, nell’ambito di un progetto didattico realizzato dal Museo con l’istituto penitenziario “Lorusso Cutugno” e l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Torino.
Torino. “Una notte al Museo Egizio. Music & drink”: dalle 19 alle 24 accesso alla Galleria dei Re, al 1° e al 2° piano. Drink e quiz culturali nel “Cortile aperto”. Flash tour guidati a tema

Musica nella Galleria dei Re del museo Egizio di Torino con Andrea Marini alla consolle (foto museo egizio)
Una notte tra faraoni e divinità nel museo Egizio più antico al mondo alla scoperta dell’affascinante cultura egizia, con music & drink. Succede a Torino, mercoledì 12 ottobre 2022, dalle 19 alle 24, con “Una notte al Museo Egizio. Music & drink”, format di eventi ideato e realizzato da Club Silencio per valorizzare e promuovere il patrimonio storico-culturale dei musei e degli edifici storici d’Italia. Durante la serata si può visitare la Galleria dei Re, il 1° piano del museo e, per la prima volta in un evento di Club Silencio, il 2° piano dove si trovano capolavori come la Tomba di Iti e Neferu, la tomba degli ignoti e la mummia naturale predinastica risalente al IV millennio a.C. Alla consolle ci saranno Andrea Marini nella maestosa Galleria dei Re e Cobra (TDC Castelli) nel “Cortile Aperto: Flora dell’antico Egitto”, un allestimento ispirato agli antichi giardini egizi. Sempre nel cortile sarà presente il nostro cocktail bar dove potrai gustare un drink Martini e le craft beer di BrewDog. Ingresso al museo + drink: 15 euro. Accredito obbligatorio – posti limitati: vai al link bit.ly/EGIZIO_CS. Durante la serata Flash tour guidati a tema (prenotazione in loco, posti limitati) e Quiz culturali a tema. Per partecipare all’evento, realizzato senza l’utilizzo di materiali plastici usa e getta con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, si entra al museo Egizio da via Accademia delle Scienze 6, Torino.

Drink in allegria nel “Cortile aperto” del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Torino. Al museo Egizio la mostra “Champollion e Torino” del ciclo “Nel laboratorio dello studioso” a cura di Beppe Moiso e Tommaso Montonati, a un mese dal bicentenario della decifrazione dei geroglifici, ad opera di Jean-François Champollion, padre dell’egittologia. E a settembre sarà esposto il Canone Regio, studiato da Champollion

L’ingresso della mostra “Champollion e Torino” al museo Egizio di Torino per il ciclo “Nel laboratorio dello studioso” (foto museo egizio)

La stele dedicata ad Amenhotep I e Ahmose Nefertari della collezione Drovetti esposta nella mostra “Champollion e Torino” (foto museo egizio)
A un mese dal bicentenario della decifrazione dei geroglifici, ad opera di Jean-François Champollion, padre dell’egittologia, il museo Egizio di Torino racconta e approfondisce con la mostra “Champollion e Torino” un inedito aspetto della vita dello studioso francese, che nel 1824 giunse a Torino per collaborare all’ordinamento dei reperti della collezione del Museo Egizio, appena fondato. E davanti alla ricca collezione egittologica esclamò la frase divenuta famosa: “La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”. In particolare, Champollion restò estasiato dalla statua di Ramses II, oggi esposta nella Galleria dei Re. Di essa, lo studioso francese disse: “In breve, ne sono innamorato”. La mostra “Champollion e Torino” curata da Beppe Moiso e Tommaso Montonati, curatori del museo Egizio e dell’Archivio Storico fotografico del museo, apre il 26 agosto 2022. L’esposizione fa parte del ciclo “Nel laboratorio dello studioso”, una serie di mostre bimestrali che accompagnano i visitatori dietro le quinte dell’Egizio, alla scoperta dell’attività scientifica, condotta dai curatori ed egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca del museo. La mostra, aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2022, è visitabile al primo piano del museo. E il 27 settembre 2022, in occasione del bicentenario della decifrazione dei geroglifici, il museo osserverà un orario di apertura speciale, fino alle 22, con ingresso gratuito a partire dalle 18.30.

L’allestimento della mostra “Champollion e Torino” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Jean François Champollion ritratto da Leon Cogniet nel 1831
Champollion, l’uomo che ci ha permesso di comprendere i testi dell’antico Egitto, dai papiri alle iscrizioni, decifrando i geroglifici nel 1822, arriva a Torino il 7 giugno 1824 e da subito si concentra sul riordino e sullo studio dei reperti egizi della collezione di antichità egizie, riunite dal console francese Bernardino Drovetti e giunta a Torino dopo essere stata acquistata da re Carlo Felice di Savoia. Appena giunto in città, Champollion alloggia all’hotel Féder in strada della Zecca 8 (l’attuale via Verdi), si trasferisce poi presso l’amico Ludovico Costa, in via Barra di Ferro (attuale via Bertola). La sua permanenza in città si protrae fino al marzo 1825, mesi durante i quali visita i luoghi di cultura cittadini, studia la collezione del museo e tesse legami con diversi intellettuali torinesi. Anche se non mancheranno le frizioni con Giulio Cordero di San Quintino, conservatore del museo, che si occupa della prima catalogazione della collezione Drovetti, quando ancora è stivata al porto di Livorno.

Appunti autografi di Jean-François Champollion conservati al museo Egizio di Torino ed esposti nella mostra “Champollion e Torino” (foto museo egizio)
All’arrivo di Champollion alcuni dei reperti oggi esposti al museo Egizio erano ancora conservati nelle casse in cui arrivarono a Torino dall’Egitto. Il suo lavoro dapprima si concentra sul riconoscimento dei nomi reali all’interno dei cartigli, riportati sia in geroglifico sia in ieratico. La collezione del museo Egizio per lui fu una folgorazione. In una lettera al fratello scrisse in italiano: “Questo è cosa stupenda” e trascorre le sue giornate torinesi a catalogare, decifrare e a prendere appunti. Pubblicazioni ottocentesche e lettere autografe di Champollion, reperti e statuette sono gli ingredienti principali della mostra che ricostruisce i 9 mesi del padre dell’egittologia nel capoluogo piemontese.

Alcuni frammenti del papiro dei Re o Canone Regio conservato al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
A Champollion si deve un primo studio del Canone Regio, papiro che è arrivato a noi in numerosi frammenti e che è famoso nel mondo perché riporta sul retro l’elenco dei faraoni fino a Ramses II (vedi #iorestoacasa. “Passeggiate del Direttore”: nel quinto incontro il direttore del museo Egizio ci ricorda il ruolo di Vidua nella nascita del museo, ci riporta alle atmosfere dell’Ottocento con le sale storiche, e ci fa conoscere il Canone Regio | archeologiavocidalpassato). Il Papiro, conservato a Torino, tornerà in esposizione a fine settembre 2022, dopo essere stato restaurato, grazie all’opera di un team di studiosi e restauratori internazionali, una triangolazione tra Torino, Berlino e Copenaghen, sotto la supervisione della responsabile della Papiroteca del museo Susanne Töpfer.










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Poi abbiamo iniziato un’attività, che tutti voi conoscete, “What is a museum” (vedi 
“L’ha già detto la presidente, il 1° gennaio 2024 la Città di Torino regala il concerto di Capodanno in piazza Castello con l’orchestra Filarmonica di Torino con protagonista l’Egizio, in diretta televisiva su Sky Classica.




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