Verona. Al museo civico di Storia naturale giornata di studi “Francesco Zorzi (1900-1964). L’uomo e lo studioso” celebra lo storico direttore del museo di Storia naturale di Verona in occasione del 60° anniversario dalla morte
Sono tanti gli interventi nella giornata di studi “Francesco Zorzi (1900-1964). L’uomo e lo studioso” in programma venerdì 24 maggio 2024 nella sala “Sandro Ruffo” del museo civico di Storia naturale di Verona, per celebrare lo storico direttore del museo di Storia naturale di Verona in occasione del 60° anniversario dalla morte, con un evento organizzato in collaborazione con l’associazione Naturalisti Veronesi “Francesco Zorzi” e l’associazione Consiglieri Emeriti del Comune di Verona, e patrocinato dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, di cui Zorzi fu tra i fondatori, dalla Fondazione Fioroni, di cui fu il primo direttore, e dall’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Partecipa all’iniziativa la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza. La partecipazione è libera fino a esaurimento dei posti disponibili in sala. Non è necessaria la prenotazione.
Programma della giornata. Alle 10, accoglienza dei partecipanti; 10.30, saluti delle autorità e introduzione alla giornata della direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi. SESSIONE MATTUTINA, modera Alessandra Aspes, già museo di Storia Naturale: 10.45, Fedra Alessandra Pizzato, università di Verona, “‘Na scaiéta se strenze in le man. Francesco Zorzi combattente, animatore e guida tra ricerca e impegno socio-politico”; 11, Leonardo Latella, museo di Storia naturale di Verona, “Zorzi, Pasa e Ruffo: il trio che ha fatto grande il Museo di Verona”; 11.15, Nicoletta Martinelli, museo di Storia naturale di Verona, “Zorzi e le palafitte: gioie e dolori di una relazione ventennale”; 11.30, Massimo Saracino, museo di Storia naturale di Verona, “Le indagini di Zorzi sull’età del Ferro veronese fra castricoli e Atestini”; coffee break; 12, Antonio Curci, università di Bologna, “Tra un piroscafo e l’altro… Le ricerche di Francesco Zorzi alle Tremiti e la loro attualità”; 12.15, Fiorenza Gulino, università di Pavia, Cristiano Putzolu, università di Bologna, Paola Salzani, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Vicenza e Rovigo, Umberto Tecchiati, università di Milano, “Gli scavi dell’Università di Milano (2019-) nel villaggio preistorico delle Colombare di Negrar a settant’anni dalla sua scoperta”; 12.30, discussione e chiusura sessione mattutina. SESSIONE POMERIDIANA: alle 15, presentazione del libro “Francesco Zorzi e la ricostruzione del Museo Civico di Storia Naturale di Verona” di Ettore Curi, introduce Silvano Zavetti, associazione Consiglieri Comunali Emeriti del Comune di Verona, dialoga con l’autore Federico Melotto, direttore Fondazione Fioroni; 16, Margherita Frigo Sorbini, associazione Naturalisti Veronesi “Francesco Zorzi”, “Francesco Zorzi, una vita per la divulgazione delle Scienze Naturali”; 16.15, presentazione del montaggio di filmati “Zorzi in Super 8”, a cura di Massimo Saracino, museo di Storia naturale di Verona; 16.30, chiusura dei lavori.

Francesco Zorzi, paletnologo, storico direttore del museo civico di Storia naurale di Verona (foto comune vr)
Francesco Zorzi nacque il 2 luglio 1900 a Verona. La sua giovinezza fu segnata da eventi importanti: prese parte alla prima guerra mondiale come volontario nei reparti d’assalto, conquistando una medaglia d’argento dal valore militare, nel 1920 divenne funzionario della Civica Amministrazione e il 16 dicembre 1930 entrò a far parte del personale del museo civico di Storia naturale di Verona come assistente, quando era allora direttore Vittorio Dal Nero con cui instaurò una profonda amicizia. Nel 1933 succedette a quest’ultimo con la carica di conservatore del museo di Storia naturale con funzioni direttive, cercando di trasformare il Museo secondo le sue vedute: da semplice organismo statico e raccoglitore di materiali, sistemazione che rispecchiava la tradizione museologica ottocentesca di cui Dal Nero fu portavoce, a centro dinamico in cui si svolgevano attività di ricerca e didattiche.
Durante i primi anni del suo nuovo incarico cercò di ampliare lo spazio destinato alle collezioni del Museo, in quanto palazzo Pompei allora era sede anche del Liceo Artistico, dell’Accademia Cignaroli e della Galleria d’Arte Moderna, riuscendo, dopo numerose trattative, nel suo intento. Contemporaneamente al suo lavoro da direttore, Zorzi portò avanti anche le sue ricerche, orientandosi in particolare verso la Paletnologia, allo scavo metodico e allo studio della zona palafitticola di Barche di Solferino, i cui importanti risultati vennero da lui pubblicati solo nel 1940. Stessa sorte toccò alle ricerche intraprese nei depositi archeologici identificati nelle cave di Quinzano, in cui rintracciò anche un antico occipitale umano fossile. Con l’avvento della seconda guerra mondiale, i suoi studi dovettero subire una battuta d’arresto momentanea, in quanto Zorzi fu impegnato in prima persona nel conflitto, prima come ufficiale di Commissariato addetto alla Croce Rossa Italiana e poi dal settembre del 1943 nella Resistenza.
Finita la guerra, iniziò il periodo più fecondo e produttivo per Zorzi: divenne direttore del Museo, si dedicò alla sua risistemazione (il palazzo aveva subito gravi danni a causa dei bombardamenti), impostando ex novo le collezioni didattiche, arricchendo quelle di studio, consolidando i laboratori di ricerca e la biblioteca, prima praticamente inesistenti, nel 1946 fondò la Società Naturalisti Veronesi, nel 1951 ottenne la libera docenza in Paletnologia e inoltre riprese in modo attivo le sue ricerche di stampo preistorico, spesso in collaborazione con l’amico e collega Angelo Pasa. Tra le campagne di studio svolte assieme dai due naturalisti, una delle più importanti e gratificanti fu quella che fecero in Puglia, poiché fruttò non solo il ritrovamento di significativi giacimenti con industrie e faune del Paleolitico, ma soprattutto condusse nel 1962, all’interno della Grotta Paglicci presso Rignano Garganico, all’importantissima scoperta delle prime pitture parietali paleolitiche rinvenute in Italia. Non trascurò però il territorio veronese, dove condusse ricerche archeologiche sia su necropoli e palafitte della pianura, sia su insediamenti e siti ricchi di resti litici della Lessinia.
Durante gli ultimi anni di vita fu afflitto da una grave malattia, che lo portò a lasciare il suo amato lavoro nel dicembre del 1963; morì l’11 maggio 1964 a Verona, solo pochi mesi prima dell’inaugurazione del nuovo Museo per cui Zorzi aveva tanto lavorato.

Il Fondo Zorzi conservato al museo civico di Storia naturale di Verona (foto comune vr)
Fondo Zorzi, 1964. Acquisizione: gli ultimi anni di vita di Francesco Zorzi furono interamente dedicati alla ricostruzione del Museo e al riallestimento della parte espositiva in vista della riapertura al pubblico. Nel 1963 tuttavia fu costretto dalla malattia ad abbandonare il lavoro, morì nel 1964 lasciando in Museo tutto il suo patrimonio di studi, ricerche e corrispondenza. Consistenza e composizione: Zorzi lasciò in Museo una serie di cartelle numerate progressivamente ma senza una organizzazione cronologica o tipologica del materiale. Si è deciso perciò un riordino, tuttora in corso, che ha prodotto finora 16 faldoni di archivio così suddivisi: materiale che riguarda siti di scavo preistorici e romani, corrispondenza, appunti, bibliografie, manoscritti, segnalazioni, fotografie, cartoline, disegni, contabilità, fatture.
Legnago (Vr). Apre alla Fondazione Fioroni la mostra “L’ultima mecenate: Maria Fioroni e la ‘sua’ Legnago” nel 52° anniversario della morte della sua fondatrice

Venerdì 13 marzo 1970, alle ore 17.15, Maria Fioroni salì a passi lenti il grande scalone del palazzo di famiglia per ritirarsi nella propria stanza. All’improvviso avvertì una forte stretta al petto, il campo visivo si annebbiò e lo spazio attorno si fece confuso. Le forze le mancarono e le gambe cedettero. Si accasciò al suolo e lì rimase per qualche minuto, da sola. La trovarono i domestici, ormai priva di vita. Domenica 15 marzo, nel pomeriggio, si svolsero i funerali, solenni ma austeri, come lei stessa aveva voluto. La Fondazione Fioroni, in occasione del 52° anniversario dalla sua morte, ha voluto ricordare la “signorina” di Legnago con una mostra a lei dedicata: “L’ultima mecenate: Maria Fioroni e la ‘sua’ Legnago”. Vernice domenica 13 marzo 2022, alla Fondazione Fioroni, in via Matteotti 39 a Legnago (VR), alle 16.30. Ingresso libero.

“Ero ancora bambina, quando nelle valli che si estendono a Sud di Legnago, vennero alla luce delle tombe romane. Mi sembrava racchiudessero la storia di misteriosi antichi popoli e fui felice, quando, per le mie insistenze, potei avere un vasetto di vetro verde. […] Da quel vasetto che ancora conservo, e da quella passione di bambina ebbe origine il museo”. Si apre così la mostra dedicata a Maria Fioroni, dove si può scoprire qualcosa di nuovo sulla straordinaria Maria, la cui opera è ancora viva. La mostra sarà visitabile anche nei giorni successivi al 13 marzo 2022, seguendo gli orari di apertura del museo, ma acquistando il biglietto di ingresso. Orari: dal martedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13; il mercoledì anche dalle 15 alle 19; la domenica dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì e il sabato. Biglietto: intero 3.50 euro; ridotto 2 euro; under 14 gratis. L’ingresso è consentito previa presentazione Green Pass rafforzato e con mascherina FFP2.
Legnago (Vr). Incontro su “Sua maestà la Tavola: archeologia e modernità” con Tiziana Busato: la storia raccontata dagli oggetti, riti, pratiche, usanze e tradizioni attraverso i secoli

Gli oggetti “parlano”, raccontano storie nella Storia. Anche la tavola ha molto da raccontare, dalla preistoria ai giorni nostri: ci sorprenderà con la “posateria” ed i suoi addobbi nelle varie epoche. Scopriamola insieme all’esperta di stile e storia Tiziana Busato, insegnante al liceo Classico di Thiene ed appassionata di usi e costumi nel tempo, master in cerimoniale e protocollo diplomatico, specializzata in business etiquette internazionale, nell’incontro “Sua maestà la Tavola: archeologia e modernità” promosso dalla Fondazione Fioroni e dal Centro Ambientale Archeologico Museo Civico: la storia raccontata dagli oggetti, riti, pratiche, usanze e tradizioni attraverso i secoli. Appuntamento al Centro Ambientale Archeologico Museo Civico di Legnago (Vr) domenica 13 febbraio 2022, alle 17. Ingresso libero con Green Pass Rafforzato. Per informazioni: 044220052 – museo@fondazione-fioroni.it.








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