Firenze. Alla VII edizione di Firenze Archeofilm il pubblico premia il film “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro (che prende anche una menzione speciale dall’università di Firenze). Ecco tutti i film che hanno vinto gli altri premi o hanno ricevuto menzioni

Il regista Massimo D’Alessandro riceve il premio Firenze Archeofilm 2025 da Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, per il film “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” (foto beppe cabras / archeologia viva)

Le scoperte archeologiche in un pozzo ai piedi di Orvieto, gli ultimi Maasai del Kenya, le storie di “bibliotecari-eroi” e i monumenti preistorici mostrati per la prima volta al cinema sono gli argomenti sviluppati dai film premiati alla VII edizione di Firenze Archeofilm, il festival di Archeologia Arte e Ambiente organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore) al Cinema La Compagnia di Firenze dove, dal 5 al 9 marzo 2025, sono stati proposti al pubblico 80 film da tutto il mondo di cui oltre la metà anteprime.

Premio “Firenze archeofilm” 2025 al film “Campo della Fiera e il pozzo del temèpo” di Massimo D’Alessandro (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “FIRENZE ARCHEOFILM” 2025 al film più votato dal pubblico è stato assegnato a “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro (Italia 2025, 52’). Produzione: A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) ETS. Consulenza scientifica: Marco Cruciani, Danilo Leone, Mario Mazzoli, Silvia Simonetti, Simonetta Stopponi, Vincenzo Valenzano. Nel cuore dell’Italia centrale, ai piedi della rupe di Orvieto, si cela Campo della Fiera, un luogo dove sacralità e storia s’intrecciano da oltre duemila anni. Santuario federale degli Etruschi, poi centro spirituale dei Romani e infine dimora dei Francescani, questo sito è testimone di un’eredità millenaria. Grazie a decenni di scavi archeologici affiorano reperti straordinari: ceramiche pregiate, antichi templi e un pozzo misterioso che racchiude tesori dimenticati. Attraverso ricostruzioni emozionanti, interviste agli archeologi e riprese spettacolari, il documentario svela la vita, il declino e la rinascita di un luogo unico.
PRIMI 15 CLASSIFICATI FIRENZE ARCHEOFILM 2025 (Voto “film più gradito al pubblico” da 1 a 5)
1° Campo della Fiera e il pozzo del tempo (4,41)
Nazione: Italia – Regia: Massimo D’Alessandro
2° Threads of Heritage. Nel Tunnel dei Crimini d’Arte (4,40)
Nazione: Italia – Regia: Brian Parodi
3° Luigi De Gregori. Salvare la creatura (4,37)
Nazione: Italia – Regia: Tommaso Sestito, Lorenzo Chechi
4° Alhambra, il paradiso perduto / Alhambra, the lost paradise (4,32)
Nazione: Francia – Regia: Marc Jampolsky
5° Libano segreto: i tesori di Byblos / Secret Lebanon: the treasures of Byblos (4,30)
Nazione: Francia – Regia: Philippe Aractingi
6° Viaje a Itaca / Journey to Ithaca (4,29)
Nazione: Spagna – Regia: Juan Prado
7° Vangelo secondo Maria (4,27)
Nazione: Italia – Regia: Paolo Zucca
8° Langobardi – Grimoaldo, il primo re friulano (4,24)
Nazione: Italia – Regia: Sandra Lopez Cabrera
9° L’uomo di Val Rosna (4,234)
Nazione: Italia – Regia: Stefano Zampini
10° Donne di Miniera (4,230)
Nazione: Italia – Regia: Roberto Carta
11° Giordania biblica. Tra presenze remote e splendori nascosti (4,217)
Nazione: Italia – Regia: Alberto Castellani
12° Un altro mondo – L’esilio di Rolando Nannicini a Latronico (4,211)
Nazione: Italia – Regia: Daniela Zottola
13° Huarmis Sachamantas / Le donne del telaio (4,18)
Nazione: Italia – Regia: Federico Ferrario
14° La tomba della Sciamana / Das Grab der Schamanin (4,168)
Nazione: Germania – Regia: Christian Stiefenhofer
15° L’altro mondo dei dinosauri / L’autre monde des dinosaures (4,164)
Nazione: Francia – Regia: Pascal Cuissot

Il premio “Studenti UniFi” 2025 al film “Luigi De Gregori. Salvare la creatura” di Tommaso Sestito, Lorenzo Chechi (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “STUDENTI UNIFI” per il miglior cortometraggio è stato assegnato dalla giuria di studentesse e studenti dell’Università di Firenze a: “Luigi De Gregori. Salvare la creatura” di Tommaso Sestito, Lorenzo Chechi (Italia 2024, 18’). Produzione: Luca Pirolo, Tommaso Sestito. Roma, 1936. La Seconda Guerra Mondiale è all’orizzonte. Il governo italiano decide di attuare un piano di protezione antiaerea per salvaguardare il patrimonio artistico e culturale nazionale. La difesa dei materiali librari più preziosi della Capitale è affidata a Luigi De Gregori, bibliotecario di fama internazionale e punto di riferimento per i direttori di biblioteche di tutta Italia. Inizia così la ricerca di nascondigli sicuri.
2° classificato: “Lawrence of Moravia” di Jan Cechl (Repubblica Ceca, Portogallo 2024, 14’). Produzione: Radim Procházka, Irina Calado. 3° classificato: “Sui tetti di chi dorme” di Antonello Pisano Murgia (Italia 2024, 15’). Produzione: Fabio Fanni Marceddu.

Il Premio “Università di Firenze” 2025 al film “Maasai Eunoto” di Kire Godal (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “UNIVERSITÀ DI FIRENZE” è stato assegnato dalla giuria composta da tre docenti dell’università di Firenze: Sara Casoli docente di Cinema, fotografia e televisione, Domenico Lo Vetro docente di Archeologia preistorica, Silvia Pezzoli docente di Sociologia della Comunicazione, a: “Maasai Eunoto” di Kire Godal (Kenya 2024, 34’). Produzione: Angela Fisher, Carol Beckwith, Kire Godal. Gli indigeni Masai lottano ancora oggi per mantenere vive le loro tradizioni. Attraverso le voci di guerrieri e anziani durante il loro emotivo rito di passaggio nel 2022, Maasai Eunoto segue il passaggio del guerriero Masai allo stadio di anziano, rivelando il passato e il presente nascosti di una delle cerimonie di iniziazione culturale più importanti dell’Africa.
MOTIVAZIONE: “Maasai Eunoto dipinge con grande forza narrativa e potenza visiva la cultura e le tradizioni del popolo Maasai, raccontando con vividezza e sensibilità il passaggio del guerriero Masai allo stadio di anziano. Le immagini realizzate dalla documentarista Kire Godal, di grande poesia ed eleganza, si amalgamano efficacemente con le voci narranti dei protagonisti, che raccontano in prima persona il significato del rito di passaggio che si accingono a compiere, in una forma di autorappresentazione ancora troppo rara nei documentari etnografici”.
MENZIONE SPECIALE ad “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (Italia 2024, 45’). Produzione: Lorenzo Scaraggi per Omero su Marte. Consulenza scientifica: Nicolò Carnimeo
MOTIVAZIONE: “Approdi è un viaggio “geopoetico” che prende spunto dal Breviario Mediterraneo di Pedrag Matvejevic. Attraverso la metafora del viaggio e gli approdi nei porti pugliesi, lo spettatore viene accompagnato ad approfondire ad ogni tappa temi diversi, aiutato da voci esperte di studiosi, artisti, giornalisti e intellettuali. La narrazione di alta qualità, il linguaggio poetico, la fotografia e la voce fuori campo del regista svelano i legami tra i valori storico-archeologici dei porti e il loro significato contemporaneo”.
MENZIONE SPECIALE a “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro (Italia 2025, 52’). Produzione: A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) ETS. Consulenza scientifica: Marco Cruciani, Danilo Leone, Mario Mazzoli, Silvia Simonetti, Simonetta Stopponi, Vincenzo Valenzano
MOTIVAZIONE: “Una storia secolare riscoperta grazie a 20 anni di ricerche archeologiche condotte al Campo della Fiera sotto la rupe di Orvieto. Con abilità narrativa, e grazie al montaggio sapiente delle immagini e all’uso delle nuove tecnologie, il documentario ripercorre le affascinati vicende di questo luogo della memoria in un filo continuo che dagli etruschi conduce al medioevo. Fulcro della narrazione sono le recenti indagini nel profondo pozzo medievale del convento di San Pietro in Vetere da cui, grazie alla sinergia tra archeologi e speleologi, emergono inaspettate meraviglie”.

Il premio “Museo e istituto fiorentino di Preistoria” al film “Rondelle: 7000 anni di mistero / Roundels: the 7000 years old mystery” di Krzysztof Paluszyński (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “MUSEO E ISTITUTO FIORENTINO DI PREISTORIA” al miglior film di archeologia preistorica è stato assegnato dalla giuria composta da: Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura Provincia di Firenze, membro del CdA del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria), Maddalena Chelini (archeologa, responsabile dei Servizi educativi e comunicazione del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria), Fabio Martini (archeologo, già docente all’università di Firenze e presidente del museo e istituto fiorentino di Preistoria) a “Rondelle: 7000 anni di mistero / Roundels, the 7,000 years old mystery” di Krzysztof Paluszyński (Polonia 2021, 54’). Produzione: PFS PalFilmStudio – Consulenza scientifica: Lech Czerniak, Jacek Wierzbicki. Il film è un viaggio attraverso il territorio polacco ed europeo che risale a circa 7000 anni fa. Le scene svolte all’aperto, le accurate inquadrature, l’uso di ricostruzioni, rievocatori e animazioni in 3D faranno rivivere quel mondo lontano. Protagoniste sono le rondelle, ancora poco conosciute e studiate, tra i più antichi esempi di architettura monumentale in Europa.
MOTIVAZIONE: “Il filmato ricostruisce con accuratezza e rigore scientifico un fenomeno che ha interessato l’intera Europa nella Preistoria recente, una pionieristica architettura monumentale neolitica della quale sono rimaste tracce importanti per la loro descrizione ed evidenze più labili che vanno interpretate. Il risultato dell’operazione di ricostruzione storica, proposta in chiave accessibile e divulgativa, è di ottimo livello informativo ed educativo. La narrazione è organica e tiene un ritmo molto apprezzabile. La comunicazione si avvale di ricostruzioni, animazioni 3D e rievocazione che utilizzano con rigore e prudenza il dato archeologico”.
MENZIONE SPECIALE a “L’Uomo prima dei Neanderthal / Humans before Neanderthals” di Emma Baus (Francia 2024, 52’). Produzione: Anne Labro / Tangerine Productions. Consulenza scientifica: Amélie Vialet
MOTIVAZIONE: “Il più antico popolamento dell’Europa, a seguito dei processi migratori fuori dall’Africa, viene affrontato sulla base della documentazione archeologica disponibile che viene presentata e interpretata con competenza e rigore scientifico. Il pregio del film, oltre ad una innegabile perizia tecnica, sta nella sensibilità e nella capacità di offrire allo spettatore un quadro storico talora labile nel quale vengono ricostruite le capacità cognitive di quei nostri antichi antenati e alcuni caratteri che ancora oggi definiscono il nostro essere umani”.
Agrigento-Licata-Lampedusa. Ad Agrigento e Licata terza e ultima giornata di ALL festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”. A Lampedusa secondo talk e proiezioni. Ecco il programma nelle tre sedi
Ad Agrigento e Licata terza e ultima giornata (con annuncio del film vincitore del premio del pubblico), mentre a Lampedusa c’è la seconda giornata di ALL festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”, organizzato da RAM film festival di Rovereto e promosso dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento e dalla soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento per Agrigento capitale italiana della Cultura 2025. L’ALL festival nasce come un viaggio attra verso cinema documentario, patrimonio culturale e dialogo, abbracciando i temi delle migrazioni, dei paesaggi e delle visioni che definiscono i popoli in cammino, di ieri e di oggi.

Andrea Artusi a ALL festival con Supermigranti (foto fmcr)
AGRIGENTO, museo Archeologico regionale “Pietro Griffo”. Al mattino, ATTIVITÀ PER LE SCUOLE: “Supermigranti”, con Andrea Artusi, come il fumetto racconta e reinterpreta il fenomeno delle migrazioni. Da Superman ad Actarus, protagonista di Atlas UFO Robot, il fumetto e il cinema d’animazione è disseminato di migranti, esuli e apolidi il cui ruolo è spesso salvifico. In un excursus ricco di sorprese, l’incontro con Andrea Artusi dimostra come la tematica della migrazione sia un topos ricorrente nella narrazione della nona arte che provoca nei lettori reazioni spesso opposte alla narrativa di questo fenomeno proposta in ambito sociale e nei mass media.

Frame del film “La grande sete” di Piero Badaloni
Alle 17.30, apre il film “Wodaabe. Herdsmen at Sunset Wodaabe / pastori al tramonto” di Yuri Palma (Germania-Italia, 2023, 35’). Un viaggio alla scoperta dell’ultima popolazione transumante al mondo, i Wodaabe del Chad, e delle loro tradizioni. Le parole dei membri della tribù ci accompagnano nella vita quotidiana dei Wodaabe: gli spostamenti giornalieri, le difficoltà di integrazione con il mondo globalizzato che si sta insediando nella nazione, la ricerca quotidiana del bene più importante, l’acqua. Uno stile di vita a lungo dimenticato dalla società occidentale. Segue il film “La grande sete” di Piero Badaloni (Italia, 2022, 45’). Negli ultimi cento anni il consumo di ac qua è aumentato vertiginosamente, ma per gran parte della popolazione dei paesi più poveri l’accesso all’acqua potabile resta un miraggio: il rischio che nascano guerre fra Stati è grande. Il film, in collaborazione con l’organizzazione di volontariato “Ho avuto sete”, analizza questo problema globale evidenziando il consumo, il ruolo dell’Italia e degli altri stati, il problema del degrado e dell’inquinamento idrico e il divario crescente tra Nord e Sud del mondo. Chiude il film “The returned / I ritornati” di Pieter De Vos (Belgio, 2021, 36’). Nel 1993, migliaia di rifugiati guatemal techi tornarono dal Messico. Erano fuggiti dal conflitto armato e dal genocidio contro la popolazione indigena Maya. Oggi, “I Ritornati” stanno difendendo le loro terre agricole e il loro territorio nella giungla di Alta Verapaz contro la costruzione di una diga idroelettrica. Fanno leva sulle loro esperienze passate per mobilitare le nuove generazioni. Il film è in collaborazione con la comunità Copal AA La Esperanza.

Frame del cortometraggio animato “Thalassa” di Gianfrancesco Iacono
Alle 20.30, il cortometraggio “Thalassa” In anteprima assoluta: il regista e animatore siciliano Gianfrancesco Iacono presenta il suo nuovo corto animato “Thalassa”, con le musiche originali del compositore Alessandro Arrigo, realizzato ad hoc per ALL festival e prodotto dalla soprintendenza ai Beni Archeologici di Agrigento e dal parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento. Odisseo, viaggiatore incantato ed eterno, naufraga su di una terra ignota. Ad accoglierlo è Nausicaa, candida adolescente ispirata da Atena. Così, l’immortale poema di Omero e la forza universale del mito, incarnata nell’immagine del mare siculo e lampedusano, divengono cassa di risonanza delle sfide di oggi: i movimenti dei popoli, le pene e le speranze del singolo individuo immerso nel flusso inarrestabile della Storia.
Segue “Di acqua & di terra”, conferenza-spettacolo di Stefano Allievi. Tra nomadismo e mobilità umane contemporanee, tra Neanderthal e Unione Europea, tra l’epopea dell’emigrazione italiana e la nuova immigrazione, tra Ellis Island e l’Africa, tra squilibri demografici e climate change, tra merci e persone, tra cultura e biologia, tra suggestioni letterarie e immagini d’ambiente, tra vie d’acqua e percorsi terrestri: un affascinante viaggio nel mondo delle migrazioni e del movimento di popolazioni, capace di collegarne le cause con gli effetti, i paesi d’origine con quelli di destinazione, il passato con il presente – con equilibrio e delicatezza, al di là delle contrapposizioni ideologiche contingenti. Stefano Allievi è professore ordinario di Socio logia all’Università di Padova, specializzato nello studio dei fenomeni migratori, in sociologia delle religioni e in studi sul mutamento culturale e politico.

Stefano Allievi ad ALL festival con “Sguardi sulle migrazioni” (foto fmcr)
LICATA, al teatro Re Grillo. Al mattino, ATTIVITÀ PER LE SCUOLE: “Sguardi sulle migrazioni” con Stefano Allievi, professore di sociologia all’università di Padova, scrittore e divulgatore, è specializzato nello studio dei fenomeni migratori, in sociologia delle religioni e in studi sul mutamento culturale e politico. Incontrerà le ragazze e i ragazzi delle scuole per parlare delle migrazioni di ieri e di oggi, esplorando le cause e gli effetti delle popolazioni in movimento al di là delle contrapposizioni ideologiche con tingenti. A seguire, proiezione del film “A nord di Lampedusa” di Alessandro Rocca e Da vide Demichelis.
Alle 17.30, al teatro Re Grillo, sezione di proiezioni uguale a quella in contemporanea ad Agrigento (vedi): i film “Wodaabe, pastori al tramonto”, “La grande sete”; e “I ritornati”.

Frame del film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi
Alle 20.30, al teatro Re Grillo, apre il film “Un seme in città” di Francesco Bocchieri (Italia, 2024, 55’). Il racconto dell’esperienza di urbanistica partecipata dall’associazione “Insieme in città” intrapresa per arginare lo spopola mento del centro storico di Ragusa superiore. Un percorso di consapevolezza, che passa dall’analisi di diversi aspetti tecnici, sociali e artistici, per arrivare alla creazione di una mappa di comunità. Un’esperienza civica confluita ora nell’istituzione dell’Ecomuseo Carat. Segue il film “Future Tense / Tempo futuro. Conversazioni al Museo di Manchester” di Ero Sevan (Regno Unito, 2023, 22’). Il film racconta di come la violenza colonialista sia alla base di molte collezioni museali. Il dibattito sulla restituzione degli oggetti saccheggiati e decontestualizzati viene inquadrato attraverso l’esperienza del conservatore Njabulo Chipangura e di Erinma Bell, pacifista e rappresentante per la comunità nigeriana nella contea metropolitana della Grande Manchester. Quindi il film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (Italia, 2024, 45’). Approdi è un viaggio geopoetico tra tempi e luoghi. Ispirato da “Breviario Mediterraneo” di Predrag Matvejević, lo scrittore Nicolò Carnimeo intraprende un viaggio lungo le coste pugliesi con la sua barca a vela insieme a scrittori, giornalisti e intellettuali, narrando di popoli, navigatori e migranti, da Platone a oggi, raccontando gli approdi che non ci sono più e descrivendo la vita di musicisti nomadi, il rapporto col mare e l’importanza del porto e dei fari per i naviganti. Chiude la serata il film “Gown / Abito” di Hyunji Park (Regno Unito, 2023, 8’). Kirushthiga, membro della comunità Tamil, fuggita alla guerra civile in Sri Lanka, de scrive con passione il significato degli abi ti tradizionali tamil, intesi come un potente mezzo per mantenere il suo legame cultura le e la sua identità anche vivendo a Londra.
LAMPEDUSA, aula magna dell’istituto d’istruzione superiore “E. Majorana”. Alle 17.30, il talk “Identità in movimento”: incontro con l’antropologo e scrittore Marco Aime, che ha insegnato Antropologia culturale all’università di Genova. In un’epoca caratterizzata dal risorgere di identitarismi forti, che richiamano pericolosamente sinistri echi del passato, che tendono a legare “sangue e suolo”, è importante riflettere sul concetto di identità come costruzione e non come dato ascritto. Uno sguardo sulla storia dell’umanità serve a comprendere come ogni cultura sia in realtà multiculturale, perché frutto di scambi millenari e come il movimento sia la chiave principale di tutte le vicende umane, oggi come ieri. Partecipazione gratuita con prenotazione online sul sito http://www.ramfilmfestival.it Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Afri ca occidentale da cui sono nati diversi libri. Sul piano teorico ha affrontato tematiche inerenti alle costruzioni identitarie e al razzismo contemporaneo.
Alle 20.30, sezione di proiezioni uguale a quella in contemporanea ad Agrigento (vedi): i film “Wodaabe, pastori al tramonto”, “La grande sete”; e “I ritornati”.
Agrigento-Licata-Lampedusa. Ad Agrigento e Licata seconda giornata di ALL festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”. A Lampedusa primo talk e proiezioni. Ecco il programma nelle tre sedi
Ad Agrigento e Licata seconda giornata, mentre a Lampedusa c’è la prima giornata di ALL festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”, organizzato da RAM film festival di Rovereto e promosso dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento e dalla soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento per Agrigento capitale italiana della Cultura 2025. L’ALL festival nasce come un viaggio attra verso cinema documentario, patrimonio culturale e dialogo, abbracciando i temi delle migrazioni, dei paesaggi e delle visioni che definiscono i popoli in cammino, di ieri e di oggi.

Vito Fiorino e Alessandro Rocca a ALL festival (foto fmcr)
AGRIGENTO, museo Archeologico regionale “Pietro Griffo”. Al mattino, ATTIVITÀ PER LE SCUOLE: “A nord di Lampedusa”. Accompagnati dal film “A nord di Lampedusa”, un incontro che intreccia immagini e riflessioni con il protagonista di questa storia, Vito Fiorino, che la notte tra il 2 e il 3 ottobre 2013 salva in mare 47 migran ti in uno dei più terribili naufragi accaduti nel Mediterraneo. Assieme a lui sul palco, anche i due registi Alessandro Rocca e Davide Demichelis, che a 10 anni di di stanza lo hanno accompagnato in un incredibile viaggio alla ricerca di alcune delle persone cui quella notte ha regalato una seconda vita.
Alle 17.30, il talk “L’altra faccia dell’immigrazione”: incontro con i registi Alessandro Rocca e Davide Demichelis e il protagonista del film Vito Fiorino. Come rappresentano le migrazioni i media e come realmente riescono a raccontare tutta la complessità e la varietà di esperienze legate a questo fenomeno globale? Se ne parla insieme al protagonista e agli autori del film “A nord di Lampedusa” in programma al Festival. In questo contesto, si cercherà di stimolare una riflessione su come i film e le storie raccontate attraverso il cinema possano offrire una visione più umana e completa delle migrazioni rispetto a quella proposta dai tradizionali canali mediatici.

Frame del film “A nord di Lampedusa” di Davide Demichelis e Alessandro Rocca
Alle 20.30, apre il film “Àwòrán. A Yoruba Heritage Mural / Àwòrán. Un film sul murale del patrimonio Yoruba” di Bayo Akanbi (Regno Unito, 2024, 22’). Il film Àwòrán, “rappresentazione visiva” nella lingua yoruba, documenta il proget to “Yoruba Heritage Mural” di CultureTree a Londra, e segue la realizzazione dello splendido murale che visualizza la storia e la cultura degli immigrati Yoruba. Esplora i temi di identità e appartenenza, evidenziando il processo artistico e il coinvolgi mento della comunità. Sottolinea l’importanza culturale e comunitaria dietro questa notevole opera d’arte. Segue e chiude la serata il film “A nord di Lampedusa” di Davide Demichelis e Alessandro Rocca (Italia, 2024, 85’). “Quelle urla che salivano dall’acqua mi sembravano versi di gabbiani, invece era no uomini”. Sono le parole di Vito Fiorino che il 3 ottobre del 2013, in rada, in attesa dell’alba per uscire a pesca con un gruppo di amici, si è accorto di essere circondato da naufraghi che chiedevano disperatamente aiuto. Dieci anni dopo, partendo da Lampedusa, l’isola che è diventata la seconda casa di Vito, intraprendiamo un viaggio alla ricerca di alcune di quelle persone a cui ha regalato una seconda vita. Con lui viaggia l’amico Davide Demichelis (che per RAI3 ha realizzato e condotto Radici, Timbuctu e altri programmi di viaggio). Nasce così un road movie attraverso l’Europa, che dall’Italia arriva in Norvegia, passando per i Paesi Bassi e la Svezia.

Andrea Artusi a ALL festival con Supermigranti (foto fmcr)
LICATA, al teatro Re Grillo. Al mattino, ATTIVITÀ PER LE SCUOLE: “Supermigranti”, con Andrea Artusi, come il fumetto racconta e reinterpreta il fenomeno delle migrazioni. Da Superman ad Actarus, protagonista di Atlas UFO Robot, il fumetto e il cinema d’animazione è disseminato di migranti, esuli e apolidi il cui ruolo è spesso salvifico. In un excursus ricco di sor prese, l’incontro con Andrea Artusi dimostra come la tematica della migrazione sia un topos ricorrente nella narrazione della nona arte che provoca nei lettori reazioni spesso opposte alla narrativa di questo fenomeno proposta in ambito sociale e nei mass media
Alle 17.30, al museo della Badia, il talk “Invasioni: di ieri, di oggi”: incontro con Riccardo Ginevra, esperto di lingue antiche, e Luca Misculin, giornalista del Post, autori del podcast “L’invasione”. Quali sono i punti di contatto tra le gran di migrazioni del passato e quelle più recenti? Un confronto tra ieri e oggi, partendo dall’esperienza del podcast “L’invasione”, che ha come protagonista la lingua protoindoeuropea e le persone che arrivarono in Europa 5.000 anni fa, portandosi dietro l’antenata delle lingue che parliamo oggi, ma non solo.

Frame del cortometraggio animato “Thalassa” di Gianfrancesco Iacono
Alle 20.30, al teatro Re Grillo, il cortometraggio “Thalassa” In anteprima assoluta: il regista e animatore siciliano Gianfrancesco Iacono presenta il suo nuovo corto animato “Thalassa”, con le musiche originali del compositore Alessandro Arrigo, realizzato ad hoc per ALL festival e prodotto dalla soprintendenza ai Beni Archeologici di Agrigento e dal parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento. Odisseo, viaggiatore incantato ed eterno, naufraga su di una terra ignota. Ad accoglierlo è Nausicaa, candida adolescente ispirata da Atena. Così, l’immortale poema di Omero e la forza universale del mito, incarnata nell’immagine del mare siculo e lampedusano, divengono cassa di risonanza delle sfide di oggi: i movimenti dei popoli, le pene e le speranze del singolo individuo immerso nel flusso inarrestabile della Storia.
Segue “Di acqua & di terra”, conferenza-spettacolo di Stefano Allievi. Tra nomadismo e mobilità umane contemporanee, tra Neanderthal e Unione Europea, tra l’epopea dell’emigrazione italiana e la nuova immigrazione, tra Ellis Island e l’Africa, tra squilibri demografici e climate change, tra merci e persone, tra cultura e biologia, tra suggestioni letterarie e immagini d’ambiente, tra vie d’acqua e percorsi terrestri: un affascinante viaggio nel mondo delle migrazioni e del movimento di popolazioni, capace di collegarne le cause con gli effetti, i paesi d’origine con quelli di destinazione, il passato con il presente – con equilibrio e delicatezza, al di là delle contrapposizioni ideologiche contingenti. Stefano Allievi è professore ordinario di Socio logia all’Università di Padova, specializzato nello studio dei fenomeni migratori, in sociologia delle religioni e in studi sul mutamento culturale e politico.

Gionata Stancher, ricercatore della fondazione museo civico di Rovereto (foto fmcr)
LAMPEDUSA, aula magna dell’istituto d’istruzione superiore “E. Majorana”. Alle 17.30, il talk “Migranti naturali”. Incontro con Gionata Stancher, ricercatore della Fondazione museo civico di Rovereto e divulgatore scientifico. Nella storia naturale le isole sono pro duttrici di diversità e innovazioni, il motore dell’evoluzione e della diversità. Gli ecosistemi, ad esempio, anche quando non presentano chiari confini fisici, sono pur sempre delle “isole” dotate di regole proprie e di particolari interazioni tra le specie che ne compongono la biodiversità. Cosa succede agli equilibri biologici quando dei migranti approdano su un’isola? In che modo la natura ripristina gli equilibri?

Frame del film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi
Alle 20.30, apre il film “Un seme in città” di Francesco Bocchieri (Italia, 2024, 55’). Il racconto dell’esperienza di urbanistica partecipata dall’associazione “Insieme in città” intrapresa per arginare lo spopola mento del centro storico di Ragusa superiore. Un percorso di consapevolezza, che passa dall’analisi di diversi aspetti tecnici, sociali e artistici, per arrivare alla creazione di una mappa di comunità. Un’esperienza civica confluita ora nell’istituzione dell’Ecomuseo Carat. Segue il film “Future Tense / Tempo futuro. Conversazioni al Museo di Manchester” di Ero Sevan (Regno Unito, 2023, 22’). Il film racconta di come la violenza colonialista sia alla base di molte collezioni museali. Il dibattito sulla restituzione degli oggetti saccheggiati e decontestualizzati viene inquadrato attraverso l’esperienza del conservatore Njabulo Chipangura e di Erinma Bell, pacifista e rappresentante per la comunità nigeriana nella contea metropolitana della Grande Manchester. Quindi il film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (Italia, 2024, 45’). Approdi è un viaggio geopoetico tra tempi e luoghi. Ispirato da “Breviario Mediterraneo” di Predrag Matvejević, lo scrittore Nicolò Carnimeo intraprende un viaggio lungo le coste pugliesi con la sua barca a vela insieme a scrittori, giornalisti e intellettuali, narrando di popoli, navigatori e migranti, da Platone a oggi, raccontando gli approdi che non ci sono più e descrivendo la vita di musicisti nomadi, il rapporto col mare e l’importanza del porto e dei fari per i naviganti. Chiude la serata il film “Gown / Abito” di Hyunji Park (Regno Unito, 2023, 8’). Kirushthiga, membro della comunità Tamil, fuggita alla guerra civile in Sri Lanka, de scrive con passione il significato degli abi ti tradizionali tamil, intesi come un potente mezzo per mantenere il suo legame cultura le e la sua identità anche vivendo a Londra.
Licodia Eubea (Ct). All’archeologo Tsao Cevoli il premio Antonino Di Vita, al film “Le cime di Asclepio” il premio Archeovisiva e al film “Approdi” il premio Archeoclub d’Italia: ma con la cerimonia di premiazione il XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico non ha chiuso: ci sarà un’appendice sul cinema siciliano a Chiaramonte Gulfi

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio direttori artistici del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) (foto graziano tavan)
Il pubblico si emoziona col film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (premio Archeoclub), la giuria di qualità riconosce la valenza del film “Le cime di Asclepio” di Filippo Ticozzi (premio Archeovisiva) e quella del premio “Antonino Di Vita” l’impegno dell’archeologo Tsao Cevoli: con la cerimonia di consegna dei riconoscimenti si è ufficialmente chiuso il XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct), con la direzione artistica di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, nato dalla sinergia tra le associazioni culturali ArcheoVisiva e Archeoclub di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto” e sostenuto da Sicilia Film Commission e MIC – Direzione generale Cinema e audiovisivo. “È stata un’edizione che ha mantenuto le premesse”, il commento di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, “siamo soddisfatti della qualità dei lavori presentati e del premio che la giuria, dopo molto discutere, ha assegnato privilegiando l’aspetto autoriale del film. Le cime di Asclepio, infatti, è un film concettuale che racconta lo smantellamento di un museo attraverso diversi punti di vista. È un film che tocca le corde emozionali, ed è anche in linea con il fil rouge di questa edizione del festival che, ci piace ricordarlo, non è solo un festival divulgativo ma, per la sua varietà, un festival conoscitivo rivolto a quanti amano il cinema”.
Ma il Festival, in realtà non ha chiuso i battenti del tutto, perché quest’anno, per la prima volta, ci sarà un’appendice sabato 19 ottobre 2024 a Chiaramonte Gulfi che ospiterà una finestra sul cinema documentario siciliano di cui sarà ospite la regista palermitana Costanza Quatriglio.

Margherita Peluso nella performance “Terra Euboea” al castello Santapau (foto graziano tavan)
Quella 2024, dal 9 al 13 ottobre, è stata un’edizione ricca con un programma articolato tra proiezioni (molte in prima nazionale o assoluta); eventi speciali all’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara come la mostra “Nescienza” di Daniele Cascone e la proiezione-concerto per pianoforte “Cinema in Note” del maestro Salvino Strano, o come la performance artistica di Margherita Peluso “Terra Euboea” al castello Santapau; laboratori didattici per studenti di ogni ordine e grado con Concetta Caruso; masterclass di regia con Massimo D’Alessandro e di critica cinematografica con Fabio Fancello; visite guidate in centro storico con l’Archeoclub; e soprattutto “L’incontro con l’Antico” che ha sviluppato in modo trasversale il leitmotiv del XIV festival “Un patrimonio da salvare”.

Incontro con l’Antico al Festival di Licodia Eubea: da sinistra, Lidia Vignola, Nadia Mondini, Serena Raffiotta, Tsao Cevoli, Fabrizio Mutarelli (foto graziano tavan)
Proprio l’ultimo di questi incontri, domenica pomeriggio, la tavola rotonda “Rubare il passato. Tombaroli, ladri e cacciatori di tesori: il reale e immaginario”, ha rappresentato il gran finale, quasi a tirare i fili, sul tema del festival raccontando il ruolo dei musei e la loro condotta etica rispetto al mercato illegale di opere d’arte. Un tema importante, delicato e di grande attualità sul quale hanno dibattuto – moderati dall’archeologa Serena Raffiotta – il luogotenente Fabrizio Mutarelli del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Siracusa; l’archeologo e giornalista Tsao Cevoli (direttore della rivista scientifica Archeomafie); la giornalista Rai Dania Mondini; l’archeologa Lidia Vignola (presidente dell’Osservatorio Internazionale Archeomafie).

Festival di Licodia Eubea: Massimo D’Alessandro e Giulia Iannello, membri della giuria di qualità, tra i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto graziano tavan)

Il video-messaggio del regista Filippo Ticozzi al Festival di Licodia (foto graziano tavan)
PREMIO ARCHEOVISIVA (assegnato dalla giuria di qualità composta dall’autore e regista Massimo D’Alessandro; Giulia Iannello, project manager di Magma – mostra di cinema breve; Maria Turco, funzionaria archeologa della soprintendenza dei Beni culturali di Catania e dal regista greco Vasileios Loules) al film “Le cime di Asclepio” (Italia 2024, 18′) di Filippo Ticozzi (che ha mandato un video-messaggio di ringraziamento). Un museo si sta svuotando. Ciò che normalmente lo abita cambi a posizione e prospettiva. Possono oggetti, statue, cimeli morire? Questa la motivazione: “Per l’eleganza, la sobrietà, l’essenzialità di un racconto che non ha bisogno di parole ma che, con la potenza delle immagini, dà vita alle opere d’arte e ci ricorda che la bellezza non vuole essere ingabbiata”.
Menzione speciale al film “Villa Rosa” (Italia 2023, 23′) di Alessandro Tricarico. Produzione: Alessandro Tricarico. Villa Rosa è un cortometraggio sperimentale che abbraccia l’arte urbana, la rovina, la fiction, il documentario, il romanzo storico, la fotografia e molto altro ancora. Gli eventi raccontati risalgono al 1943, quando Foggia fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti alleati. In quegli anni si costruiva Villa Rosa, il cui nome è una dedica del proprietario alla memoria della moglie che, morta prematuramente, non riuscì a vederla ultimata. Motivazione: “Un film onirico eppure profondamente realista, un inno ai luoghi in cui sopravvivono le anime di chi li ha abitati”.
Menzione speciale al film “Artémis le temple perdu” (Svizzera 2023, 52′) di Sébastien Reichenbach. L’ubicazione del santuario di Artemide ad Amarynthos è stata a lungo uno degli ultimi grandi enigmi archeologici dell’antichità greca. Questo grande Artemision è menzionato in vari testi antichi, che addirittura specificano la distanza tra il santuario e la città di Eretria. Nonostante gli sforzi delle tante spedizioni scientifiche a partire dalla fine del XIX secolo, nessuna traccia del santuario o del suo tempio è stata mai trovata, lasciando il mistero irrisolto. Motivazione: “Per la capacità di offrire un ritratto a tutto tondo dell’archeologo e della sua professionalità, finendo con l’essere non solo un documentario archeologico ma un film sull’esistenza umana”.

Il regista Lorenzo Scaraggi con il premio Archeoclub d’Italia, consegnato da Giacomo Caruso dell’Archeoclub di Licodia Eubea, per “Approdi” il film più votato dal pubblico del XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (foto graziano tavan)
PREMIO ARCHEOCLUB D’ITALIA assegnato dal pubblico al film “Approdi” (Italia 2024, 45′) di Lorenzo Scaraggi con un voto medio di 9.6 (uno dei più alti mai registrati al festival di Licodia Eubea). Approdi è un viaggio geopoetico lungo le coste pugliesi ispirato a Breviario Mediterraneo di Matvejević. Nicolò Carnimeo, a bordo della sua barca a vela, incontra intellettuali e scrittori: Alessandro Vanoli a Monopoli, Rita Auriemma a Egnazia, Roberto Soldatini a Trani, Lucio Caracciolo a Bari, Enrica Simonetti a Giovinazzo, Bjorn Larsson a Brindisi. Approdi è una dichiarazione d’amore al mare della Puglia, ai suoi porti e alle sue coste.
Al secondo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,4: “Guercino. Uno su Cento” di Giulia Giapponesi e “Palombara il borgo delle ciliegie” di Diego D’innocenzo. Terzo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,3: “Franco Mezzena, l’Archeologia raccontata con il sorriso” di Nicola Castangia e Andrea Fenu, e “Artemis, le temple perdu” di Sebastien Reichemback.

La proclamazione del premio Antonino Di Vita al XIV festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea: da sinistra, Lorenzo Daniele, Massimo Frasca, Alessandra Cilio (foto graziano tavan)
PREMIO ANTONIO DI VITA assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico dal comitato scientifico (composto da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità italiche all’università di Macerata; Massimo Frasca, archeologo già docente all’università di Catania; Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea; Alessandra Cilio, archeologa, e Lorenzo Daniele, regista, direttori artistici del Festival di Licodia). Il prestigioso riconoscimento è andato all’archeologo Tsao Cevoli, che solo poco prima era stato uno dei protagonisti della tavola rotonda sulle Archeomafie. A consegnare il premio, una scultura dell’artista Santo Paolo Guccione, diversamente da come avvenuto nelle tredici precedenti edizioni, quando è sempre stata presente la professoressa Maria Antonietta Rizzo Di Vita, moglie di Antonino, bloccata a Macerata da un impedimento fisico, è stato il professor Frasca.

XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea: Massimo Frasca consegna il premio Antonino Di Vita a Tsao Cevoli (foto fcca)
Questa l’articolata motivazione: “Chi si occupa di archeologia e di patrimonio storico-artistico dovrebbe sempre tenere bene a mente che il suo dovere, tanto professionale quanto etico, è di occuparsi non solo di ricerca ma anche, anzi soprattutto, di tutela e salvaguardia. Proteggere il patrimonio culturale significa custodire la nostra memoria e la nostra identità. Trasversalmente significa preservare noi stessi e i nostri figli, il nostro futuro. Farlo bene richiede passione, impegno, dedizione e coraggio. Tanto, specie quando si vive e si opera in territori difficili dove il contrasto alle archeomafie è una lotta, ed una lotta spesso ad armi impari. Per l’impegno costante nella protezione, nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale nazionale; per la grande attenzione prestata alla formazione di figure professionali altamente qualificate che supportino le Istituzioni preposte nelle attività investigative in contrasto al traffico illecito dei beni culturali. Per la difesa dei diritti dei professionisti dei beni culturali, ed in particolare degli archeologi”.

Lo staff del XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea sul palco del teatro della Legalità (foto graziano tavan)
Il festival della Comunicazione e del Cinema archeologico dà l’appuntamento a ottobre 2025.
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