Nell’anno del bicentenario della sua fondazione (1824-2024), il museo Egizio di Torino approda per la prima volta al cinema con “Uomini e dei. Le meraviglie del museo Egizio”, nelle sale italiane solo per due giorni, il 12 e 13 marzo, con la partecipazione straordinaria del Premio Oscar Jeremy Irons, che guida il pubblico in un viaggio alla scoperta dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia antica
Nell’anno del bicentenario della sua fondazione, il museo Egizio di Torino approda per la prima volta al cinema con “Uomini e dei. Le meraviglie del museo Egizio”, il film evento che è stato presentato in anteprima alla 41esima edizione del Torino Film Festival e che arriverà nelle sale italiane solo per due giorni, il 12 e 13 marzo 2024 (elenco cinema su nexodigital.it). Prodotto da 3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in collaborazione con il museo Egizio e diretto da Michele Mally, che firma il soggetto con Matteo Moneta, autore della sceneggiatura.
Il film vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar Jeremy Irons, che guida il pubblico in un viaggio alla scoperta dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia antica. Completa il viaggio visivo la colonna sonora originale, composta ed orchestrata dal pianista e compositore Remo Anzovino ed eseguita dall’autore con l’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis diretta da Valter Sivilotti, in uscita su etichetta Nexo Digital e distribuzione Believe nel 2024. Spiega Remo Anzovino: “La sfida era scrivere una colonna sonora che parlasse di una cultura di cui non conosciamo la musica. Comporre per “Uomini e Dei. Le Meraviglie del Museo Egizio” è stato davvero un viaggio spirituale alla scoperta del profondo significato che la morte aveva nell’Antico Egitto, ossia l’inizio di una nuova vita. In piena sintonia con il regista Michele Mally, l’uso della tecnica del corale a 4 parti bachiano – applicato sia alle sezioni della orchestra sia al pianoforte solo -, di movimenti fugati e di passaggi atonali, mi ha permesso di orientare il suono, per contrasto stilistico, verso il mistero che le immagini e il racconto sullo schermo suggeriscono. Ringrazio il maestro Valter Sivilotti e l’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis per avere splendidamente diretto e interpretato la mia musica”. La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. Per il 2024 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.
Reperti, studi scientifici e il dietro le quinte del Museo sono narrati in maniera corale non solo dalla presidente del museo, Evelina Christillin, e dal direttore Christian Greco, ma anche da alcuni dei curatori del museo come Cédric Gobeil, Beppe Moiso, Susanne Töpfer, Paolo Del Vesco, Federico Poole, Johannes Auenmüller, Enrico Ferraris, Alessia Fassone, Tommaso Montonati, dalle restauratrici Cinzia Oliva, Roberta Genta, Paola Buscaglia del Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale, dall’antropologo Pieter Ter Keurs, dal direttore dipartimento Egizio del Louvre Vincent Rondot, dal capo del dipartimento Egitto e Sudan del British Museum Daniel Antoine, dai curatori del British Museum Ilona Regulski e Marcel Maree, dalla direttrice del Ägyptisches und Papyrussammlung di Berlino Friederike Seyfried, dalla direttrice generale museo Egizio del Cairo Sabah Abdel Razik Saddik, dal Ceo di Ima Solutions Sarl Benjamin Moreno. Dal Louvre di Parigi al British Museum di Londra fino all’Ägyptisches Museum di Berlino: sono solo alcune delle importanti istituzioni museali mondiali da cui provengono i membri del comitato scientifico del Museo, che vanta oltre 90 collaborazioni scientifiche con musei, atenei e centri di ricerca internazionali.
Le collezioni custodite a Torino comprendono oltre 40mila reperti, che hanno una natura antiquaria – in quanto legati al collezionismo e al criterio di raccolta reperti di Bernardino Drovetti, diplomatico piemontese al servizio del governo francese che vendette a Carlo Felice di Savoia il primo nucleo delle collezioni del Museo per 400mila lire dell’epoca – e una natura archeologica, legata a campagne di scavo archeologico promosse da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina in Egitto all’inizio del Novecento. Con oltre un milione di visitatori nel 2023, il museo Egizio è il più antico al mondo dedicato alla civiltà degli antichi Egizi. Al museo Egizio di Torino dei 40mila reperti custoditi, 12mila sono esposti su 4 piani. Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti, sarcofagi, raccontano quasi 4000 anni di storia antica. Tra i reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re, noto all’estero come la Turin King List, l’unica lista che sia giunta fino a noi che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su papiro, o il Papiro delle Miniere, una delle più antiche carte geografiche conosciute. E ancora sculture come la statua del sacerdote Anen, quella di Ramesse II, quella della cosiddetta Iside di Copto, oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente alla costruzione delle tombe dei faraoni che insieme alla moglie Merit sarà tra i protagonisti di tutto il racconto.
“La strada per Menfi e per Tebe passa da Torino” scrisse Jean-François Champollion che nel 1824, due anni dopo aver decifrato i geroglifici, venne nella capitale sabauda. Ma perché proprio a Torino, nel 1824, si decise di aprire un museo che non aveva uguali al mondo, dedicato a una civiltà ancora in via di svelamento? Chi fu il primo a vedere nelle Alpi il profilo delle piramidi? Per scoprire le origini del museo in “Uomini e dei. Le meraviglie del museo Egizio” risaliremo così il corso del Nilo sulle tracce dei suoi grandi esploratori ed archeologi del passato: Donati, Drovetti, Schiaparelli. Visiteremo i luoghi da cui provengono i principali reperti delle collezioni torinesi, da Giza a Luxor fino all’antico villaggio di Deir el-Medina, abitato dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re e delle Regine. E viaggeremo a ritroso nel tempo, alla metà del 1500, quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, per dare prestigio alla loro capitale riscrissero il mito delle origini egizie di Torino, sovrapponendo il toro, simbolo della città, col dio Api, che aveva le sembianze di toro ed era venerato nell’antico Egitto. Attraverso i sarcofagi e gli oggetti del corredo funebre della tomba di Kha e Merit racconteremo invece il viaggio dell’architetto Kha nell’Oltretomba, dal momento della mummificazione ai funerali, fino al giudizio di fronte ad Osiride e alla vita nell’Aldilà, seguendo le pagine del Libro dei Morti.
Frascati. Al centro ricerche dell’Enea il workshop “Ricerca sviluppo e applicazioni per i Beni Culturali. Dai risultati del progetto VADUS alle future collaborazioni”: due giorni di confronti
A chiusura del progetto VADUS per la fruizione virtuale 3D di Beni Culturali non accessibili, ma anche soluzioni innovative come microrganismi per il biorestauro di opere quali la “Madonna del Parto” del Sansovino, dalle 9 del 9 maggio alle 17 del 10 maggio 2023 il laboratorio FSN-TECFIS-DIM organizza al Centro Ricerche ENEA di Frascati “Ricerca, sviluppo e applicazioni per i Beni Culturali. Dai risultati del progetto VADUS alle future collaborazioni”, in cui saranno presentate le attività svolte e i risultati raggiunti nell’ambito del progetto. Il Workshop intende compiere, invitando gli stakeholder del settore, un’operazione di diffusione delle attività che ENEA svolge nel campo dei Beni Culturali, e, allo stesso tempo, offrire l’opportunità di un confronto delle competenze presenti nei vari Dipartimenti/Divisioni ENEA sulla tematica dei Beni Culturali, a favore di un processo di comunicazione e collaborazione interno. Tra le ricadute aspettate c’è quella di avviare un’azione sinergica per la predisposizione di nuove proposte progettuali competitive a livello nazionale ed europeo. Interverranno, tra gli altri, Enrico Ferraris, curatore del museo Egizio di Torino, Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, insieme ad altri esperti, ricercatori e rappresentanti di musei, soprintendenze, istituzioni culturali e piccole e medie imprese. La partecipazione all’evento è su invito.
Torino. Al museo Egizio conferenza dell’egittologa Martina Terzoli su “Oggetto e materialità in dialogo: Amuleti e faïence nella collezione del Museo Egizio”. Incontro in presenza e on line
Il museo Egizio di Torino conserva un corpus di circa 2000 amuleti, realizzati in materiali diversi: in gran parte faïence, ma anche avorio, legno, osso, bronzo, argilla, cera, blu egizio e pietre dure. I reperti giungono nella collezione del museo in tempi diversi, principalmente attraverso acquisti e donazioni, mentre solo una piccola parte proviene da scavo. Lo studio di questi oggetti è reso pertanto difficoltoso dalla carenza di informazioni, derivata principalmente dal fenomeno della vendita nel mercato antiquario. Giovedì 1° dicembre 2022, alle 18, nella sala Conferenze nuovo appuntamento con le conferenze scientifiche a cura del Dipartimento Collezione e Ricerca del museo Egizio. Martina Terzoli, egittologa del museo Egizio, guida alla scoperta di amuleti e faïence con la conferenza “Oggetto e materialità in dialogo: Amuleti e faïence nella collezione del Museo Egizio”. Introduce: Enrico Ferraris, curatore del museo Egizio. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino.
Il museo Egizio ha dato avvio a un ampio progetto di ricerca, che muove le basi da una prima e approfondita analisi di carattere egittologico. Lo studio dei reperti è poi integrato da una serie di indagini scientifiche condotte sugli amuleti in faïence, in collaborazione con ISPC-CNR di Catania, MIT di Boston e Università di Torino. L’interpretazione combinata dei dati emersi permetterà di ottenere nuovi dati utili alla ricostruzione dei processi di produzione, mostrando come la cooperazione tra egittologia e archeometria sia ormai fondamentale nel panorama della ricerca scientifica.
Torino. Al museo Egizio evento on line “Il mondo Martini ai tempi di Aida” con Enrico Ferraris, curatore della mostra “Aida, figlia di due mondi”, e Anna Scudellari, heritage curator di Casa Martini
Cosa lega la mostra “Aida, figlia di due mondi” e il brand Martini & Rossi? Mercoledì 4 maggio 2022, alle 18, il curatore della mostra Enrico Ferraris (vedi Torino. Al museo Egizio (aperture speciali a Pasqua e Pasquetta) la mostra “Aida, figlia di due mondi” racconta l’avventura creativa di “Aida” e il clima culturale e politico in cui nacque l’opera di Giuseppe Verdi | archeologiavocidalpassato) e Anna Scudellari, Heritage Curator di Casa Martini, nell’incontro “Il mondo Martini ai tempi di Aida” racconteranno avvenimenti, aneddoti e curiosità che hanno fatto intrecciare le vicende storiche all’origine dell’opera verdiana con il noto brand Martini & Rossi. La conferenza verrà trasmessa solamente in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio di Torino. Dalle 18.45 in poi l’evento sarà dedicate esclusivamente ai member You&Me per una virtual cocktail experience realizzata da Casa Martini. Per maggiori informazioni sul programma membership clicca QUI. L’evento è realizzato in collaborazione con Casa Martini e Archivio Martini.
Torino. Al museo Egizio (aperture speciali a Pasqua e Pasquetta) la mostra “Aida, figlia di due mondi” racconta l’avventura creativa di “Aida” e il clima culturale e politico in cui nacque l’opera di Giuseppe Verdi
Le note della Marcia trionfale risuonano al terzo piano del museo Egizio di Torino, dove sono previste aperture speciali a Pasqua 2022 (ore 9-21), Pasquetta (ore 9-18.30) e 25 aprile 2022 (ore 9-21) . È quello forse uno dei brani più iconici di una delle opere liriche più famose al mondo: Aida. Ambientata nell’antico Egitto, racconta la storia travagliata e piena di passione della giovane principessa etiope Aida, prigioniera degli egizi, e del condottiero Radamès. Amore, passione, fedeltà, tradimento, tragedia, magnificenza si mescolano nel libretto dell’opera verdiana che voleva celebrare la grande storia dell’Antico Egitto. Ma come nasce Aida? cosa si nasconde dietro quest’opera eterna? Fino al 5 giugno 2022 la mostra “Aida, figlia di due mondi”, con cui il museo Egizio celebra il 150mo anniversario del debutto di “Aida”, avvenuto al Cairo il 24 dicembre 1871 e alla Scala di Milano l’8 febbraio 1872, anni in cui il dialogo e lo scambio culturale tra Europa ed Egitto erano intensi, racconta l’avventura creativa di “Aida” e il clima culturale e politico in cui nacque l’opera di Giuseppe Verdi.
La mostra è curata da Enrico Ferraris, egittologo del museo Egizio e ideatore di un progetto transmediale che travalica i confini dell’Egizio e coinvolge diverse istituzioni culturali, in un percorso che spazia tra opera, teatro, egittologia, storia, letteratura e cinema, frutto di un progetto scientifico firmato a quattro mani dal direttore del museo Egizio, Christian Greco e dal curatore, Enrico Ferraris. Main partner dell’esposizione è l’Archivio Storico Ricordi, mentre l’Istituto nazionale di Studi Verdiani e il Teatro Regio di Torino sono i partner scientifici. L’università di Torino, insieme al museo nazionale del Cinema, all’Aiace, al Teatro Regio di Torino e al Conservatorio, ha curato un palinsesto trimestrale di incontri, approfondimenti e rassegne cinematografiche, dedicati ad “Aida” e all’Egitto antico e contemporaneo, nell’ambito del progetto UniVerso. Al Circolo dei lettori poi è previsto un Gruppo di lettura dedicato, a partire da fine marzo e ad aprile un incontro col giallista Giancarlo De Cataldo, che propone una riflessione sul melodramma come teatro di tutti i sentimenti umani. Dallo scenario originale di “Aida” ai bozzetti di costumi, scenografie e gioielli, usciti dalla matita dell’egittologo Auguste Mariette, artefice del primo museo di antichità Egizie al Cairo, fino alle diverse stesure del libretto e degli spartiti di Giuseppe Verdi: la mostra ripercorre la genesi dell’opera, attraverso documenti, memorabilia, reperti, lettere e spartiti provenienti da 27 tra archivi e musei di tutta Europa, dal Louvre all’Archivio di Stato di Parma. Ricostruzioni filologiche di scene e costumi del debutto di “Aida”, realizzate dal Teatro Regio di Torino, ma anche podcast, videogame, pillole video, incontri e rassegne cinematografiche accompagnano il visitatore in un periodo storico che va dagli anni Quaranta agli anni Settanta dell’Ottocento.
È l’inizio di giugno del 1870, quando Giuseppe Verdi, dopo una lunga trattativa, accetta dal viceré d’Egitto, Ismail Pascià, un compenso senza precedenti per comporre “Aida”, un’opera lirica, in lingua italiana, ambientata al tempo dei faraoni. L’Egitto punta sulla lirica per rispolverare il proprio passato glorioso e allo stesso tempo portare alla ribalta internazionale il proprio desiderio di modernità ed emancipazione dall’Impero Ottomano. E se l’Egitto nell’Ottocento guarda all’Europa come modello di modernità, nel Vecchio Continente già a partire dal 1809 la pubblicazione della “Déscription de l’Egypte” accende la passione per faraoni, papiri e reperti antichi. Esattamente 200 anni fa, nel 1822, con la decifrazione dei geroglifici, ad opera di Jean François Champollion, nasce l’Egittologia e due anni dopo, nel 1824 a Torino vede la luce il primo museo al mondo dedicato interamente alle antichità egizie, primo nucleo dell’attuale Museo Egizio. Due mondi, l’Egitto e l’Europa, che nel 1800 si intersecano e si intrecciano a più riprese. Ed è proprio questo intreccio di culture che la mostra “Aida, figlia di due mondi” vuole indagare.
Il percorso espositivo si divide in due sezioni. La prima è dedicata al committente e all’ideatore di “Aida”, rispettivamente il viceré d’Egitto, Ismail Pascià, e il suo funzionario, l’egittologo e direttore degli scavi in Egitto, Auguste Mariette. Dalla nascita del Museo di Boulaq (1863), primo nucleo del Museo delle Antichità Egizie del Cairo, cui diede i natali lo stesso Mariette, all’Esposizione Internazionale di Parigi (1867), dove l’Egitto debuttò con i suoi imponenti padiglioni, tra cui il “Tempio di Hathor”, una ricostruzione scenografica di diversi templi e reperti egizi, ideata sempre da Mariette, fino all’inaugurazione del Canale di Suez e del nuovo Teatro Khediviale del Cairo (1869): sono le tappe del progetto di modernizzazione sostenuto dal viceré d’Egitto, Ismail Pascià. È proprio all’Esposizione Universale di Parigi che Ismail Pascià rimane colpito dal “Don Carlos” di Verdi. E due anni dopo, per dare lustro al nuovo Teatro Khediviale del Cairo, il viceré d’Egitto pensa proprio al maestro di Busseto. Un clima che per Mariette sarà decisivo per dare i natali ad “Aida” e, più in generale, per raccontare al mondo il passato glorioso dell’Egitto e codificarne una nuova immagine internazionale.
Al centro della seconda sezione la genesi vera e propria dell’opera, da quando cioè il nome di Aida compare per la prima volta, in una lettera datata 27 aprile 1870, fino alla sua prima rappresentazione al Cairo e poi a Milano. Per volere di Ismail Pascià, Mariette scrive, infatti, di suo pugno al librettista del “Don Carlos”, Camille Du Locle, svelandogli una storia dal “titolo curioso, Aida”. È l’inizio di un carteggio tra il Cairo, Parigi e Busseto, che in parte è possibile ammirare in mostra a Torino, grazie ai prestiti dell’Archivio Storico Ricordi. I bozzetti originali di Mariette, conservati alla Bibliotèque National de France, hanno preso vita grazie al Teatro Regio. Per questa mostra i Laboratori artistici del Regio hanno realizzato appositamente un modellino in legno del Teatro dell’Opera del Cairo dove andò in scena l’opera verdiana.
Torino. Apre al museo Egizio la mostra “AIDA, figlia di due mondi” per i 150 anni dell’opera verdiana. Giovedì 17, apertura straordinaria e gratuita dalle 19 alle 22, con prenotazione obbligatoria
Per celebrare i 150 anni di Aida, il museo Egizio di Torino con la mostra “AIDA, figlia di due mondi “ racconta la genesi, il contesto storico e le relazioni che hanno accompagnato la nascita dell’opera verdiana, un capolavoro frutto del dialogo fra due mondi, Europa ed Egitto, che la musica unisce sottolineando il legame imprescindibile fra le due sponde opposte del Mediterraneo. È l’inizio di giugno del 1870 e Giuseppe Verdi accetta dal viceré d’Egitto, Ismail Pascià, un compenso senza precedenti per comporre un’opera lirica, in lingua italiana, ambientata al tempo dei faraoni: Aida. Caso unico nella storia della lirica, l’opera è celebrata da due “prime”, al Cairo il 24 dicembre 1871 e a Milano l’8 febbraio 1872, ed è oggi tra i lavori più celebrati di Verdi. Il progetto culturale, a cura di Enrico Ferraris, propone una riflessione critica sul ruolo che il componimento lirico assume nel disegnare l’Egitto moderno. Il museo Egizio di Torino festeggia l’inaugurazione della mostra il 17 marzo 2022 con un’apertura straordinaria e gratuita dalle 19 alle 22. Prenotare la fascia oraria preferita è obbligatorio: museoegizio.it. Ingressi disponibili fino ad esaurimento posti. All’ingresso della mostra, inquadrando il QR Code si può fare la visita accompagnati dalla voce del curatore Enrico Ferraris. La mostra “AIDA. Figlia di due mondi” sarà visitabile fino al 5 giugno 2022 ed è parte di un più ampio progetto transmediale ricco di appuntamenti sviluppati in collaborazione con partner che hanno reso possibile l’ampliamento di una esperienza innovativa, molto articolata, che mette in connessione musica, immagini, architettura, cinema, dialoghi e archivi storici, podcast, video e visite guidate: Teatro Regio, Archivio Ricordi, Istituto nazionale di Studi Verdiani, l’università di Torino, Aiace, Museo del Cinema, Biblioteca Braidense, Circolo dei Lettori, Libreria Gilibert.
Torino. Al via le “Conferenze 2021-2022 del Museo Egizio”, due cicli di incontri con egittologi provenienti da tutto il mondo (nove appuntamenti) e con i curatori del Museo (undici appuntamenti). La maggior parte in presenza, sempre on line
Al via il 14 ottobre 2021 le “Conferenze 2021-2022 del Museo Egizio”, due cicli di incontri con egittologi provenienti da tutto il mondo e con i curatori del Museo. Alla base dell’iniziativa l’idea di mantenere vivo il dialogo con la comunità scientifica internazionale e divulgare le ricerche e gli studi, condotti in ambito accademico e dai curatori del museo Egizio, non solo sui reperti conservati a Torino, ma anche su scavi archeologici e archivi. Dopo i mesi difficili della pandemia, la maggior parte degli incontri saranno in presenza, ma con la possibilità di seguire gli interventi di eminenti studiosi italiani e stranieri anche in live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo. L’ingresso è gratuito.
Il 14 ottobre 2021, alle 18, si apre il ciclo “Museo e ricerca: scavi, archivi, reperti”, undici incontri con protagonisti gli egittologi curatori del museo Egizio. A fare gli onori di casa il direttore del museo, Christian Greco, che poi passerà la parola a Paolo Marini, curatore e coordinatore delle mostre itineranti ideate dall’Egizio. Marini approfondirà il tema “Botteghe regali e botteghe templari nell’Egitto di Età Ramesside”. Seguirà il 4 novembre 2021 “Fondamenti e limiti del potere del faraone”, appuntamento a cura di Federico Poole, che si occupa dell’editoria scientifica dell’istituzione torinese e dirige la Rivista del Museo Egizio.
Il 13 gennaio 2022 sarà la volta della curatrice responsabile della collezione di papiri del museo Egizio, Susanne Töpfer con “Un passaporto per l’aldilà al femminile: le donne e i libri dei morti”. In collegamento da Il Cairo Heba Ab del Gawad illustrerà il 27 gennaio 2022 un progetto congiunto tra il museo Egizio di Torino e quello de Il Cairo. L’incontro dal titolo “Transforming Egyptian Museum in Cairo” sarà in lingua inglese, così come quello tenuto da Johannes Auenmüller su “A Chapel and its visitors: Secondary Stelae and graffiti at Ellesija”, previsto il 17 febbraio. Il 10 marzo 2022 sarà il momento di approfondire “I vasi in terracotta del Museo Egizio: contesti di provenienza, tipologie e studi in corso” con l’egittologa Federica Facchetti.
“Mariette e Aida: Viaggio negli archivi” è l’appuntamento del 28 aprile 2022 con Enrico Ferraris, curatore della mostra in corso “Archeologia invisibile”. Beppe Moiso, che si occupa di ricerche archivistiche legate alla formazione della collezione torinese, il 12 maggio terrà un incontro dedicato a “Gebelein: un’area archeologica vasta e complessa”. Il 19 maggio sarà la volta di Cédric Gobeil, egittologo specializzato in archeologia della vita quotidiana e cultura materiale del Nuovo Regno di stanza al Museo torinese, con una conferenza in inglese dal titolo “The third Cataract Project in Sudan. Archeological entanglement on the Nile Valley”. “Ernesto Schiaparelli a Tebe. Dai primi viaggi ai primi scavi archeologici” è invece il tema affrontato il 16 giugno dal Paolo Del Vesco, vice direttore della missione italo-olandese (Museo Egizio, Universiteit Leiden, Rijksmuseum van Oudheden) nella necropoli del Nuovo Regno a Saqqara. Chiude il ciclo il 30 giugno 2022 l’egittologo archivista Tommaso Montonati con un incontro dedicato a “Il sito archeologico di Qau El Kebir”.
Nove incontri con accademici internazionali compongono invece il ciclo “Lectures 2021-2022”, organizzato dal Museo in collaborazione con Acme (Amici collaboratori del Museo Egizio di Torino). Si parte il 26 ottobre 2021, alle 18, con un collegamento in live streaming da Montreal con Jean Revez, docente del dipartimento di Storia dell’università del Quebec, dedicato a “The Anastylosis of An Ancient Monument: Evaluating the Modern Reconstruction of the Hypostyle Hall at Karnak”. Seguirà il 23 novembre un intervento del direttore del museo Egizio Christian Greco dal titolo “Egitto fra storia e memoria: Il ruolo dei musei”. Il 25 novembre sarà la volta de “Il suono della rugiada” a cura di Alberto Rizzuti, dell’università di Torino. Il 30 novembre è attesa a Torino, dall’ArScan Laboratory di Nanterre in Francia, Gersande Eschenbrenner-Diemer, protagonista dell’incontro “From the Basement to the archaeological fieldwork: rediscovering Deir El-Medina woodcraft from a comprehensive study”.
Il 18 gennaio 2022 sarà la volta di Bettina Bader (Austrian Academy of Science) con un intervento su “Objective identities. How Egyptian is Egyptian material culture?”. Il 29 marzo si collegherà da Il Cairo Salima Ikram (American University) per un focus su “The Museo Egizio’s animal mummies”. “Western Thebes in the Early Islamic Period: Archaelogy and coptic texts” è il tema che verrà affrontato da Jennifer Cromwell della Manchester Metropolitan University, attesa a Torino il 5 aprile. In collegamento dalla Cina (United International College di Beijing e Normal University di Zhuhai) ci sarà il 24 maggio Julien Cooper con un intervento dal titolo “Between the Nile and the Sea: The History and Archaelogy of Eastern Sudan From the Neolithic to the Medieval Period”. Chiuderà il ciclo il 31 maggio 2022 Luigi Prada dell’università di Uppsala con “Il Guardiano dei coccodrilli: alla scoperta delle origini antico-egizie di una leggenda plurimillenaria”.
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