Roma. In Curia Iulia presentazione, in presenza e on line, del libro “Strade, santuari e domus tra Palatino e Velia nella media età repubblicana (IV-III secolo a.C.). 1. Stratigrafie, contesti, ricostruzioni” di Antonio F. Ferrandes (Edizioni Quasar)

Lunedì 24 marzo 2025, alle 16.30, in Curia Iulia per iniziativa del parco archeologico del Colosseo, presentazione del libro “Strade santuari e domus tra Palatino e Velia nella media età repubblicana (IV-III secolo a.C.). 1. Stratigrafie contesti ricostruzioni” di Antonio F. Ferrandes, edito da Edizioni Quasar. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Daniele Malfitana, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania; Emanuele Papi, direttore della Scuola archeologica italiana di Atene. Sarà presente l’autore. ingresso da largo della Salara Vecchia. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti su https://ferrandes25.eventbrite.it. Diretta streaming sulla pagina Facebook del parco del Colosseo.
Il libro presenta lo studio delle stratigrafie medio-repubblicane (IV-III secolo a.C.) documentate durante le ricerche condotte dal dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza – università di Roma nel settore compreso tra il versante occidentale della valle del Colosseo e le vicine pendici del Palatino e della Velia (2001-2017). La complessa articolazione della sequenza di questa età e la qualità e quantità dei contesti hanno consentito di appoggiare a cronologie puntuali il racconto delle vicende insediative di uno dei luoghi più centrali della città antica e di ricostruire l’evoluzione di un paesaggio caratterizzato da una complessa rete viaria, da luoghi di culto di antichissima origine e da un’edilizia privata di prestigio. L’analisi delle diverse categorie/classi di reperti e il confronto con la documentazione nota per la città e il territorio hanno infine permesso di riesaminare la cultura materiale di Roma (produzioni, circolazioni, commerci, consumi di merci e di beni) in un periodo cruciale segnato, tra il 400 e il 200 a.C., dalla progressiva conquista dell’Italia e dell’intero Mediterraneo.
Roma. In Curia Iulia, in presenza e on line, la conferenza “I Marmi del Partenone: la bellezza eterna (The Parthenon Marbles: a timeless beauty)” col professor Nikolaos Stampolidis, direttore generale del museo dell’Acropoli. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria
Mercoledì 19 febbraio 2025, alle 16.30, la Curia Iulia ospita la conferenza “I Marmi del Partenone: la bellezza eterna (The Parthenon Marbles: a timeless beauty)” tenuta dal professor Nikolaos Stampolidis, direttore generale del museo dell’Acropoli. Introducono Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo; Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. Interviene Nikolaos Stampolidis, direttore generale del museo dell’Acropoli. Ingresso libero da largo Salaria Vecchia con prenotazione obbligatoria su eventbrite.it fino ad esaurimento posti. Diretta streaming su facebook.com/parcocolosseo. Il tema della conferenza è la grande questione relativa al furto delle sculture del Partenone, alla loro dispersione in vari musei europei, principalmente in Inghilterra ed in Francia, agli sforzi che vengono affrontati per poterli nuovamente riunire al corpo del Partenone all’interno del Nuovo Museo dell’Acropoli. Verranno così trattati gli argomenti relativi alla restituzione e alla riunione delle sculture partenoniche, con particolare riguardo alla qualità, all’estetica, all’innovativo significato del fregio in relazione all’idea di democrazia e ai tentativi che sono stati operati, in questa direzione, negli ultimi anni.
Roma. In Curia Iulia il convegno internazionale tematico “Horrea. Luoghi economia e società nel mondo romano” in occasione del restauro e del progetto di valorizzazione degli Horrea Piperataria lungo il vicus ad Carinas al Foro Romano. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
In occasione del restauro e del progetto di valorizzazione degli Horrea Piperataria situati lungo il vicus ad Carinas al Foro Romano, il parco archeologico del Colosseo organizza il convegno internazionale tematico “Horrea. Luoghi, economia e società nel mondo romano”, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Alessio De Cristofaro, Domenico Palombi. Comitato scientifico: Evelyne Bukowiecki, Maria Letizia Caldelli, Elio Lo Cascio, Filippo Coarelli, Cyrill Courier, Federico De Romanis, Julien Dubouloz, Andrea Giardina, Gian Luca Gregori, Nicolas Laubry, Emanuele Papi, Françoise Van Haeperen, Catherine Virlouvet, Fausto Zevi. Appuntamento in Curia Iulia nei giorni 10-11-12 dicembre 2024. Ingresso gratuito con prenotazione: martedì 10 dicembre, prima giornata, PRENOTA QUI: https://convegnohorrea_10dic.eventbrite.it; mercoledì 11 dicembre, seconda giornata, PRENOTA QUI: https://convegnohorrea_11dic.eventbrite.it; giovedì 12 dicembre, terza giornata, PRENOTA QUI: https://convegnohorrea_12dic.eventbrite.it.
Nella letteratura archeologica sono abitualmente definiti come horrea tutti quegli spazi architettonici, pubblici o privati, funzionali allo stoccaggio, alla conservazione e alla gestione di merci e beni mobili. Il termine, di incerta etimologia, è talvolta impiegato anche per identificare edifici che con gli horrea propriamente detti condividono, solo o in parte, il generale assetto plano-volumetrico, pur essendo destinati ad altre funzioni (produttive, burocratiche). Gli horrea, come modernamente intesi, rappresentano una categoria di testimonianze monumentali di rilevante importanza per la storia politica, economica e sociale del mondo romano, e un osservatorio privilegiato per analisi architettoniche, storico-topografiche e di cultura materiale di singoli contesti o aree di Roma e delle Province dell’Impero.

Horrea piperataria situati lungo il vicus ad Carinas al Foro Romano: disegno (foto PArCo)
Il Convegno si pone l’obiettivo di affrontare il tema degli horrea in contesti urbani e in modo comparativo, secondo punti di osservazione e prospettive metodologiche diverse, al fine di coordinare e correlare le più recenti e innovative ricerche sull’argomento in un quadro organico che possa costituire un proficuo spazio di condivisione e discussione di dati e opinioni. Lo scopo è quello di fare il punto su uno dei temi della cultura romana di età repubblicana e imperiale meno considerati dalla letteratura scientifica più recente, in un’ottica di archeologia globale. Particolare attenzione sarà riservata alle analisi archeologiche, architettoniche e topografiche finalizzate alla nuova e migliore conoscenza di contesti noti o inediti; alle ricerche filologiche o storico-antiquarie volte all’indagine etimologica del termine horreum, alla sua applicazione da parte dei Moderni e alla semiotica di questi spazi.
Le giornate del Convegno si concentreranno inoltre sul funzionamento, l’organizzazione e la gestione dei magazzini con particolare riguardo al funzionamento tecnico, alle capacità di stoccaggio e all’organizzazione a volte molto sofisticata, dallo scarico delle merci nelle aree di arrivo (a volte remote) all’organizzazione dello stoccaggio stesso, compresa la movimentazione all’interno dell’edificio. Tenendo conto della tipologia di merci e delle derrate immagazzinate, l’attenzione sarà rivolta al peso degli horrea nell’economia romana e al loro inserimento nelle reti commerciali. Allo stesso modo, particolare attenzione sarà dedicata ai mestieri dei magazzini, la “società degli horrea”, generalmente evidenziate nelle iscrizioni, con l’obiettivo di determinare il ruolo di queste figure professionali, di ricostruire le catene operative e commerciali, di evidenziare le gerarchie sociali e gli elementi di identità e coesione, anche religiosa.
Un’ultima serie di interventi potrebbe considerare gli horrea dal punto di vista giuridico: carattere privato o pubblico sia degli edifici che del loro sfruttamento; regolamentazione pubblica in materia di costruzione e uso delle strutture (risoluzione dei conflitti inerenti all’immagazzinamento e allo sfruttamento; stoccaggio e distribuzioni pubbliche). Non da ultimo l’attenzione del Convegno sarà rivolta alle ricerche sulla percezione emica di questi spazi nel mondo antico e sulla loro ricezione e reinterpretazione nella cultura europea di età moderna; ad analisi di casi studio inerenti interventi di restauro, conservazione e valorizzazione.

Le indagini archeologiche agli Horrea Agrippiana nell’angolo nord-occidentale del Palatino (foto PArCo)
PROGRAMMA 10 DICEMBRE 2024. Alle 9.30, saluti istituzionali; introduzione generale del Convegno: Alfonsina Russo (capo dipartimento per la Valorizzazione del patrimonio culturale, direttore parco archeologico del Colosseo). TEMI GENERALI presidente Andrea Carandini (professore emerito Sapienza Università di Roma): 9:50, Catherine Virlouvet (Aix-Marseille Université/Centre Camille Jullian) “Da Geoffrey Rickman agli horrea piperataria: mezzo secolo di ricerca sullo stoccaggio”; 10.10, Federico De Romanis (università di Roma Tor Vergata) “Horrea granari in modalità dinamica”; 10.30, Françoise van Haeperen (Université catholique de Louvain) “Dèi, culti e horrea”; 10.50, Giovanna Di Giacomo (università di Roma Tor Vergata) “Epigrafia degli horrea in Roma. Proprietari, operatori, negozianti, merci”; 11.10, Mattia Pietro Balbo (università di Torino) “Assistenzialismo o incentivo economico? I prezzi del grano e la politica frumentaria nella repubblica romana secondo Dureau de la Malle”; 11.30, coffee break. ROMA presidente: Carlo Pavolini (socio corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia): 12, Urbano Cristini (ricercatore indipendente) “Horrea a Roma e Costantinopoli in età tardo antica”; 12.20, Fabiana Battistin (università della Tuscia) “Tornando a cercare “horrea” sui frammenti della Forma Urbis marmorea”; 12.40, Gian Luca Gregori (Sapienza Università di Roma), Francesco Di Bartolomeo (Sapienza Università di Roma) “La dedica al Genius degli horrea Agrippiana e il paesaggio del sacro negli horrea urbani”; discussione; 13, pausa pranzo. ROMA presidente: Carlo Pavolini (socio corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia): 14.30, Alessia Palladino (ricercatore indipendente) “I sacra degli Horrea Seiana. Alcune osservazioni sul rapporto tra magazzini e religione romana”; 14.50, Roberta Alteri (parco archeologico del Colosseo) “Il paesaggio orreario tra Velia, Foro Romano e Palatino”; 15.10, Dora Cirone (Paideia), Alessio De Cristofaro (soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma) “Gli Horrea Agrippiana rivisitati. I nuovi dati dalle indagini del Signum Vortumni Project”; 15.30, Mattia Ippoliti (Sapienza Università di Roma) “Horrea Vespasiani. La pendice settentrionale del Palatino tra l’incendio del 64 d.C. e l’Alto Medioevo”; 15.50, Domenico Palombi (Sapienza Università di Roma) “Horrea Piperataria”; 16.10, Rita Volpe (già Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) “Lungo il Tevere: questioni di approdi, commerci e magazzini”; 16.30, coffee break; 16.50, Fulvio Coletti (parco archeologico del Colosseo), Alessia Contino (Segretariato regionale per il Lazio), Renato Sebastiani (già soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma), Lucilla D’Alessandro (Istituto Villa Adriana e Villa d’Este), Barbara Rossi (soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma) “La piana sub aventina a Roma: il quartiere commerciale e logistico dell’Urbs, le attività manifatturiere e lo stoccaggio delle merci. Il caso emblematico degli Horrea del Nuovo Mercato Testaccio”; 17.10, Linda Stoeßel (Johannes Gutenberg-Universität Mainz) “A unique type of horrea for the urbs. Architecture, Decor and Topography of the horrea for the retail trade in Rome in the early Imperial Period”; 17.30, Daniel P. Diffendale (Scuola Superiore Meridionale di Napoli), Pauline Ducret (École française de Rome) “Et iacentia permaneant in locis patentibus: lo stoccaggio dei materiali di costruzione nella Roma repubblicana e augustea”; discussione.

Disegno ricostruttivo degli Horrea di Ostia antica visti da nord (I. Gismondi) (foto parco archeologico ostia antica)
PROGRAMMA 11 DICEMBRE 2024. I PORTI DI ROMA: OSTIA, PORTUS, PUTEOLI presidente: Nicolas Laubry (Université Paris-Est Créteil/CRHEC): 9.30, Alessandro D’Alessio (parco archeologico di Ostia antica), Claudia Tempesta (parco archeologico di Ostia antica) “Per una topografia del grano ad Ostia: i luoghi di stoccaggio, misurazione e distribuzione”; 9.50, Evelyne Bukowiecki (École française de Rome) “La pianificazione tecnica e logistica degli horrea del sistema portuario Ostia-Portus”; 10.10, Maria Letizia Caldelli (Sapienza Università di Roma) “Organizzazione degli horrea a Portus in età tardo antica: status quaestionis”; 10.30, Giuseppe Camodeca (università di Napoli Orientale) “Gli horrea di Puteoli nei documenti dell’archivio dei Sulpicii”; 10.50, Enrico Gallocchio (parco archeologico dei Campi Flegrei) “Il Portus Julius di Puteoli: dai lussi agli horrea e ritorno”; 11.10, Michele Stefanile (Scuola Superiore Meridionale), Michele Silani (università della Campania Luigi Vanvitelli), Maria Luisa Tardugno (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli) “Horrea e granai nel porto di Puteoli”; 11.30, coffee break. ITALIA presidente: Antonio Pizzo (Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – EEHAR-CSIC): 11.50, Marina Pizzi (università di Regensburg) “Immagazzinamento e rifornimenti nella Tarda Antichità: le strutture di stoccaggio dell’Italia suburbicaria”; 12.10, Davide Gorla (università Cattolica di Milano), Luca Polidoro (direzione regionale Musei nazionali Lombardia) “Dalla campagna alla città: Horrea rurali tardo antichi dell’Italia nord-occidentale”; 12.30, Bruno Brunella (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo Vicenza), Giuliana Cavalieri Manasse (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo Vicenza) “Gli horrea di Verona”; discussione; 13, pausa pranzo. ITALIA presidente: Antonio Pizzo (Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – EEHAR-CSIC): 14.30, Daniela Cottica (università Ca’ Foscari Venezia), Cristiano Tiussi (direttore Fondazione Aquileia), Andrea Cipolato (università Ca’ Foscari Venezia) “Gli spazi di stoccaggio ad Aquileia: nuovi dati e riflessioni”; 14.50, Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano) “Immagazzinamento e distribuzione del cibo ad Ercolano, piccola città dell’Impero”; 15.10, Ivo van der Graaff (University of New Hampshire), John R. Clarke (University of Texas at Austin), Michael Thomas (Edith O’Donnell Institute of Art History, University of Texas at Dallas), Jennifer Muslin (Loyola University Chicago), Zoe Schofield (Touchstone Archaeology, Essex, UK), Nayla Muntasser (University of Texas at Austin) “Daily Operations and Development of a Commercial Warehouse at Oplontis Villa B”; 15.30, Gabriel Zuchtriegel (parco archeologico di Pompei), Serena Guidone (parco archeologico di Pompei), Alessandro Russo (parco archeologico di Pompei), Giuseppe Scarpati (parco archeologico di Pompei) “L’economia di Pompei attraverso i suoi spazi: gli horrea dell’Insula Meridionalis”; 15.50, coffee break; 16.10, Maximilian F. Rönnberg (Albert-Ludwigs-Universität Freiburg) “New Research in the Horreum of Cosa”; 16.30, Giovanni Di Stefano (università della Calabria) “Camarina. Granai e misure di aridi”; discussione.

Gli horrea romani di Narbonne in Francia (foto wp)
PROGRAMMA 12 DICEMBRE 2024. IMPERO presidente: Maria Letizia Caldelli (Sapienza Università di Roma): 9.30, Javier Salido Domínguez (Universidad Autónoma de Madrid) “Sulla capacità degli horrea nell’Occidente romano: una prospettiva archeologica del rapporto città-campagna”; 9.50, Olivier Ginouvez (Inrap, UMR5140 ASM), Julien Ollivier (DRAC Occitanie, UMR5608 Traces), Corinne Sanchez (CNRS, UMR5140 ASM), Grégory Vacassy (Inrap, UMR5140 ASM), Maria Luisa Bonsangue (Université de Picardie Jules Verne, UR4284 TrAme) “Les horrea de Narbonne”; 10.10, Marine Lépée (École française de Rome) “Édifices de stockage et construction du tissu urbain : regards croisés sur les entrepôts de la vallée du Rhône et de la vallée du Pô (Ier-IVe s. apr. J.-C.)”; 10.30, Emanuele Papi (Scuola Archeologica Italiana di Atene, Università di Siena) “Magazzini per il grano degli Ateniesi”; 10.50, Marcello Spanu (università Roma Tre) “Aspetti topografici e sociali dei depositi ellenistici e romani in Asia Minore”; 11.10, Fatma Keshk (The American University in Cairo) “Houses’ open spaces as functional activity areas in ancient and modern Egypt”; 11.30, coffee break; 11.50, Mohamed-Riadh Hamrouni (Université de Kairouan, Université de Sousse, Tunisie) “Les horrea de l’Afrique romaine : état et bilan de la recherche sur la documentation épigraphique et archéologique découverte en Tunisie”; 12.10, Francesco Martorella (università della Basilicata) “Magazzini dell’Africa romana in contesti mauretani e numidici”; discussione; 13, pausa pranzo. SEZIONE POSTER presidente Sessione Poster: Filippo Coarelli (professore emerito): 14.30, ROMA: Casi studio. Discute: Paolo Liverani (Università degli Studi di Firenze); Luca Masciale (Sapienza Università di Roma) “Merci e funzionamento degli horrea di Roma: una ricognizione delle fonti scritte”; Federica Michela Rossi (Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali), Carla Termini (Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali), Rita Volpe (già Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) “Una struttura al servizio delle Terme di Traiano: l’horreum delle Sette Sale”; Fulvio Coletti (parco archeologico del Colosseo), Alessia Contino (Segretariato regionale per il Lazio) “Un horreum per lo stoccaggio, la trasformazione e la vendita delle anfore da destinare al mercato edilizio nella valle Sub-aventina, a sud del monte Testaccio”; Marzia Di Mento (ricercatore indipendente), Filippo Salamone (ricercatore indipendente) “L’horreum dall’hotel Ambasciatori Palace di Via Vittorio Veneto (Roma). Nuove prospettive di ricerca per il settore di servizio degli Horti Sallustiani”; Franco Tella (ricercatore indipendente) “Edifici a cellae nel sottosuolo di via Giovanni Branca a Testaccio: nuove considerazioni”. OSTIA E PORTUS: Casi studio. Discute Fausto Zevi (Accademia dei Lincei); Dario Daffara (parco archeologico di Ostia antica), Davide I. Pellandra (ricercatore indipendente) “Il “grande e robusto edificio” presso Tor Boacciana a Ostia: un probabile horreum e la sua trasformazione in età tardo-antica”; Cristian D’Ammassa (università di Huelva), Renato Sebastiani (già soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma) “Portus. Strutture utilitarie e di magazzino tardo-antiche e alto-medievali presso la Fossa Traiana”; Mariangela Maura (ricercatore indipendente) “Gli horrea sotto il cd. “Casalone”: riesame del contesto archeologico per una definizione del paesaggio suburbano di Ostia”. L’ITALIA E L’IMPERO: Casi studio. Discute: Carlo Pavolini (socio corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia), Anna Maria Fedeli (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano), Furio Sacchi (università Cattolica del Sacro Cuore Milano), Leonardo Santarelli (università Cattolica del Sacro Cuore Milano) “L’horreum tardoantico di via dei Bossi a Milano: riesame di una scoperta della seconda metà del Novecento”; Gloria Bolzoni (museo Archeologico Val Tidone), Antonino Crisà (Prince Mohammad Bin Fahd University, Saudi Arabia), Enrico Croce (università di Milano), Federica Grossi (università di Milano), Stefano Nava (università di Milano), Lorenzo Zamboni (università di Milano) “A subterranean warehouse in Bedriacum (CR). Storage and resilience in a rural small town in Cisalpine Gaul”; Jacopo Bonetto (università di Padova), Giovanna Falezza (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza), Simonetta Bonomi (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza), Wieke de Neef (Universität Bamberg), Caterina Previato (università di Padova) “L’horreum della Mansio Hadriani: indagini multidisciplinari su un grande edificio per il commercio antico nel Delta del Po”; Simonetta Menchelli (università di Pisa), Paolo Sangriso (università di Pisa) “Gli horrea dei Vada Volaterrana in loc. San Gaetano: gestione e funzionamento”; Francesca Letizia Rizzo (CNR-ISPC) “Magazzini, infrastrutture e retroterra produttivo nella media valle del Tevere: la villa romana di Campo La Noce (Graffignano – Vt)”; Maria Diletta Colombo (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Molise), Chiara Casale (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Molise) “Horrea, celle doliarie e produzioni artigianali nel territorio di Pozzilli (IS): dati di scavo e proposte per la valorizzazione”; Marc Bouzas Sabater (Universitat de Girona), Josep Burch i Rius (Universitat de Girona), Elisabet Moner Coll (Universitat de Girona), Javier Salido Domínguez (Universidad Autónoma de Madrid), David Vivó Codina (Universitat de Girona) “Forms of grain storage in the Republican rural settlement of Collet”; Carmelo Malacrino (università Mediterranea di Reggio Calabria) “Gli horrea in Asia Minore. I complessi di Andriake e Patara tra conservazione e musealizzazione”; Cyrille Ducourthial (Service archéologique de la Ville de Lyon) “Le réseau de galeries en « arêtes de poisson » : des horrea subterranea liés au sanctuaire des Trois Gaules?”.
Siracusa. Al museo Archeologico regionale “Paolo Orsi” il convegno internazionale “Corinto e Siracusa. Relazioni, Scambi, Influenze”, in presenza e on line. Tre giorni di dialogo interdisciplinare tra studiosi, archeologi e ricercatori, esplorando il ricco e complesso rapporto tra Corinto e Siracusa dal periodo arcaico a quello tardo-classico
Dal 5 al 7 dicembre 2024, al museo Archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, convegno internazionale “Corinto e Siracusa. Relazioni, Scambi, Influenze”, un evento di grande rilevanza scientifica e culturale, con l’opportunità di creare un momento di dialogo e di scambio tra studiosi. L’evento, in presenza e on line (https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_ZGE0ZGRhYjktMjJlOS00YTk4LWJhY2YtYTE4ZDkwMzUxMDkx%40thread.v2/0?context=%7b%22Tid%22%3a%22573eb6de-99ca-4c3e-8388-30b36e09b3cb%22%2c%22Oid%22%3a%220b686650-54dd-48d4-b454-0be8d40bbff5%22%7d), vede la collaborazione del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, dell’American School for Classical Studies at Athens, della Scuola Archeologica Italiana di Atene e della Scuola Normale Superiore. Il convegno mira a favorire un dialogo interdisciplinare tra studiosi, archeologi e ricercatori, esplorando il ricco e complesso rapporto tra Corinto e Siracusa dal periodo arcaico a quello tardo-classico. L’evento si concentrerà su molteplici aspetti delle due città, tra cui: Commercio e storia politica, architettura urbanistica, culti e religione ed infine arti e artigianato. L’iniziativa rappresenta un’importante occasione per condividere nuove scoperte e prospettive, con la partecipazione di esperti e istituzioni accademiche di rilievo internazionale. Il programma prevede interventi e dibattiti che approfondiranno le influenze reciproche tra le due città, evidenziando il ruolo di Siracusa come punto di riferimento nel Mediterraneo antico.
PROGRAMMA GIOVEDÌ 5 DICEMBRE. Alle 9.30, saluti istituzionali: Carmelo Bennardo (parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai), Gianfranco Adornato (Scuola Normale Superiore), Panagiota Kassimi (Εφορεία Αρχαιοτήτων Κορινθίας – Eforia alle Antichità di Corinto), Antonino Lutri (soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Siracusa), Emanuele Papi (Scuola Archeologica Italiana di Atene), Bonna Daix Wescoat (American School of Classical Studies at Athens), Ioulia Tzonou (American School of Classical Studies at Athens, Corinth Excavations). Alle 10.30, relazione di apertura: Panagiota Kassimi (Eforo alle Antichità di Corinto – Εφορεία Αρχαιοτήτων Κορινθίας), “New investigations in Corinth and the Corinthian plain. An overview”; 11, pausa caffè. Sessione 1. Paesaggio e urbanistica. Presiede Ioulia Tzonou: 11.30, Gian Michele Gerogiannis, “Città tra due mari. Corinto e le apoikiai in Occidente”; 11.50, Giulio Amara, “The ‘outer city’: ‘foundation’ and earliest settlement of Syracuse”; 12.10, Eleni Korka, Paraskevi Evaggeloglou, Dimitris Bartzis, “Tenea, a flourishing archaic city, co-founder of Syracuse”; 12.30, Elena Flavia Castagnino Berlinghieri, “Siracusa antica e il suo sistema portuale. Un quadro generale”; 12.50, Discussione; 13.15, pausa pranzo. Sessione 2. Contatti e commercio. Presiede Gianfranco Adornato: 15, Pascal Warnking, “Corinth and Syracuse – The Maritime Ties That Bind”; 15.20, Jean-Christophe Sourisseau, “L’originalità strutturale della rete di scambi corinzia verso Siracusa e la Sicilia orientale (VIII-VI secolo a.C.)”; 15.40, Haley Bertram, “Corinthian Ceramics at Syracuse: Re-framing the Narrative”; 16, Spencer Pope, “Syracuse, the Peloponnese, and the Sicilian hinterland”; 16.20, Discussione; 16.30, pausa caffè. Sessione 3. Architettura e pratiche funerarie. Modera Daniele Malfitana: 17, Reine-Marie Bérard, “Siracusa, Corinto, e le due Megara: qualche riflessione sull’evoluzione delle pratiche funerarie in contesto coloniale in epoca arcaica”; 17.20, Franco De Angelis, Valentina Mignosa, David Scahill, “Chiseling Connections: Architecture and Epigraphy Between Corinth and Syracuse”; 17.40, Philip Sapirstein, “Monolithic columns and the exchange of engineering technologies in Archaic Syracuse and Corinth”; 18, Discussione.
PROGRAMMA VENERDÌ 6 DICEMBRE. Sessione 4. Cultura materiale. Presiede Emanuele Papi: 9.30 Xenia Charalambidou, Christopher Pfaff, Ioulia Tzonou, Anno Hein, “Pottery Production and Technology in Geometric and Archaic Corinth”; 9.50, Lou de Barbarin, “The best, or at least, the best-known. The Fusco type kraters: local workshops and foreign potters in Syracuse in the 7th century BC”; 10.10, Marina Albertocchi, “Coroplastica corinzia a Siracusa? Alcuni spunti di riflessione”; 10.30, Giuseppina Monterosso, “Pissidi a tripode corinzie del Museo Paolo Orsi”; 10.50, Pausa caffè; 11.30, Agostina Musumeci, “Vasi plastici corinzi dalle necropoli arcaiche di Siracusa”; 11.50, Gabriella Ancona, Elena Messina, “Ceramica protocorinzia dagli scavi di Palazzo della Provincia a Ortigia (Siracusa)”; 12.10, Massimo Cultraro, “Siracusa, Corinto e l’Etruria: la classe di asce bipenni miniaturizzate in contesti di età arcaica”; 12.30, Discussione; 13, Pausa pranzo. Sessione 5. Religione e culti. Presiede Bonna Daix Wescoat: 15, Nadia Aleotti, Beatrice Risposi, “A colonial Artemis? Aspects of the cult of the goddess in Syracuse and Corcyra”; 15.20, Lavinia M.S. “Fallea, Pane e devozione. Un confronto tra Corinto e Siracusa nel culto di Demetra e Kore”; 15.40, Andrew F. Ward, “Aniconism at Corinth and its Colonies: Disentangling Narratives of Ritual Practice”; 16., Anita Crispino, “Il santuario di Apollo Temenite a Siracusa: una revisione degli scavi degli anni ‘50”; 16.20, Pausa caffè; 17, Maria Elena Gorrini, “Le Ninfe tra Corinto e Siracusa: luoghi, immagini, materiali votivi”; 17.20, Alessandra Castorina, Lorenzo Zurla, Giulio Amara, “Un nuovo santuario a Ortigia? Evidenze da recenti indagini presso la Caserma Abela”; 17.40, Angela Ziskowski, Lee L. Brice, “Athena and the Bellerophon Myth on Coins from Corinth and Beyond”; 18, Discussione.
PROGRAMMA SABATO 7 DICEMBRE. Sessione 6. Epigrafia e tradizione storiografica. Presiede Rosa Lanteri: 9.30, Ennio G.A. Biondi, “Corinto e Siracusa: alcune riflessioni sull’evoluzione della tradizione storiografica”; 9.50, Cristoforo Grotta, “Circolazione di alfabeti e di scritture fra Corinto e Siracusa”; 10.10, Joseph U. Miller, “Mainland presences in the early alphabets of Syracuse and her apoikiai (ca. 700-500 BCE)”; 10.30, Discussione; 11, Conclusioni
Roma. Al Complesso del San Michele la giornata di studi “Il Geoportale Nazionale per l’Archeologia. Primo bilancio e prospettive”, in presenza e on line, a sei mesi dall’accessibilità del GNA realizzato dall’Istituto Centrale per l’Archeologia
Si avvicina l’appuntamento con “Il Geoportale Nazionale per l’Archeologia. Primo bilancio e prospettive”, venerdì 26 gennaio 2024, dalle 9.30 alle 16.30, nella sala conferenze della Biblioteca delle Arti nel Complesso del San Michele a Roma, la giornata dedicata a presentarvi l’impatto di questi primi sei mesi di vita del portale e a condividerne, grazie agli interventi dei principali attori che lo hanno reso possibile e che lo stanno implementando, le prospettive future. L’ingresso sarà consentito fino all’esaurimento dei posti, ma sarà fruibile in diretta anche online sul canale YouTube dell’Istituto centrale per l’archeologia (https://www.youtube.com/@istitutocentraleperlarcheo6112). Il Geoportale segna una tappa importante all’interno di un lungo percorso di studio e di progettazione svolto dall’Istituto centrale per l’archeologia in sinergia con importanti istituzioni di ricerca e tutela del patrimonio culturale. La piattaforma è stata realizzata grazie alla collaborazione delle soprintendenze del ministero della Cultura e al contributo di altri enti di ricerca e degli archeologi che hanno partecipato alla sperimentazione.

Una schermata del Geoportale nazionale per l’Archeologia (foto ica)
Il Geoportale nazionale per l’Archeologia, realizzato dall’Istituto Centrale per l’Archeologia come punto di raccolta e condivisione dei dati esito delle indagini archeologiche condotte sul territorio italiano, è online dal 10 luglio 2023, accessibile a tutti all’indirizzo https://gna.cultura.gov.it. A sei mesi dalla pubblicazione, è parso opportuno compiere una prima riflessione “a consuntivo”, dando voce all’ICA ma soprattutto agli altri attori e testimoni del percorso, in una giornata di studio e confronto anche sulle prospettive. Nell’occasione, si presenterà un’ulteriore novità: finalmente, tutti gli interventi archeologici sul territorio saranno inseriti direttamente da coloro che hanno condotto le indagini sul campo e saranno pubblicati in tempo reale nel Geoportale, permettendo di condividere subito i nuovi dati con tutti gli utenti. Il portale, nato con l’obiettivo di offrire una carta archeologica dinamica, implementabile nel tempo, di accesso libero e di facile consultazione, aperta al riuso e all’integrazione da parte di tutti gli utenti, rappresenta un nuovo strumento che censisce e pubblica in modo uniforme tutte le indagini archeologiche (archeologia preventiva; interventi di tutela; progetti di ricerca archeologica in Italia; progetti di ricerca italiani all’estero).

Una schermata del sistema ArcheoDb dell’Emilia – Romagna (foto mic-er=
Il programma. I lavori sono articolati in tre sessioni. Ore 9.30-10: INTRODUZIONE AI LAVORI. Intervengono Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio – DG ABAP; Carlo Birrozzi, direttore dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione – ICCD; Simonetta Buttò, già direttore Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane – ICCU; Elena Calandra, direttore dell’Istituto centrale per l’archeologia – ICA. Ore 10-11.15: STRATEGIE, STRUMENTI E FUNZIONALITÀ. Modera Laura Moro, dirigente del Servizio II della DG ABAP. Intervengono Elena Calandra, “Il GNA: un ambiente collaborativo”; Valeria Boi, ICA, e Ada Gabucci, Francesco Marucci, sviluppatori GNA, “Strumenti per una carta archeologica sostenibile: gli interventi di tutela”; Annalisa Falcone, ICA, e Francesco Mangiacrapa, Pasquale Pagano, CNR-ISTI, “Strumenti per una carta archeologica sostenibile: le indagini di ricerca”; Valeria Acconcia, Domenico Marino, Miriam Taviani, Chiara Travaglini, ICA, “Aspetti editoriali e formazione”. Ore 11.15-11.30: pausa. Ore 11.30-12.30: UNO SGUARDO AL FUTURO. Modera Simonetta Buttò. Intervengono Laura Moro, “Prospettive di integrazione dei dati geografici dei beni culturali”; Paolo Carafa, Sapienza università di Roma, “Lazio Antico. Atlante del Lazio meridionale”; Renata Cantilena, Giacomo Pardini, Federico Carbone, università di Salerno, “Il progetto Coin Finds Hub”; Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, “Il Geoportale Nazionale per l’Archeologia: il caso di Gortyna”; Ore 12.30-13.30: Discussione e presentazione della sessione poster. Ore 13.30-14.30: pausa. Ore 14.30-16: LA COSTRUZIONE DI UN LINGUAGGIO COMUNE. Modera Carlo Birrozzi. Intervengono Matteo Frassine, soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso, e Stefania De Francesco, SABAP per le province di Bergamo e Brescia, “Il progetto RAPTOR”; Mirella Serlorenzi, soprintendenza speciale ABAP di Roma, “Il progetto SITAR”; Ilaria Di Cocco, segretariato regionale MiC per l’Emilia-Romagna, “Il Webgis dei Beni Culturali dell’Emilia-Romagna e ArcheodB”; Maria Luisa Marchi, università di Foggia, “Il progetto Censimento”; Gabriele Gattiglia, Francesca Anichini, università di Pisa, “Il progetto Mappa”. Ore 16–16.30: conclusioni e discussione con Carlo Birrozzi, Simonetta Buttò, Elena Calandra, Laura Moro.
Roma. Al Teatro Argentina la decina edizione di “Luce sull’Archeologia” dal titolo “La “villeggiatura” nell’antica Roma: l’otium come sentimento sublime di bellezza ed esperienza di civiltà”: sette incontri con approfondimento del tema da un punto di vista letterario, teatrale, giornalistico e con rimandi al tempo presente
“Luce sull’Archeologia” dal titolo “La “villeggiatura” nell’antica Roma: l’otium come sentimento sublime di bellezza ed esperienza di civiltà” torna per la decima edizione sul palcoscenico del Teatro Argentina che, dopo i successi delle passate edizioni, continua ad alimentare la sete di conoscenza e la grande passione per la millenaria storia di Roma. Sette appuntamenti, dal 14 gennaio al 14 aprile 2024, alle 11, per approfondire il rapporto dei romani con la terra e la natura, quando alla fine dell’età repubblicana ragioni storico-politiche e culturali determinarono la trasformazione della mentalità e del costume dell’élite sociale romana, che prediligeva sempre più una vita lontano dalla città e dal centro del potere. Si desiderava vivere una vita agiata e i piaceri del paesaggio in contesti extra urbani: otium cum dignitatem tempo libero da poter dedicare, con tranquillità, alle proprie attività intellettuali, ma anche al disbrigo degli affari politici e degli interessi economici. Residenze che nel tempo si sono arricchite di nuovi spazi, destinati non solo al piacere del corpo, come gli impianti termali, ma anche dello spirito, come i giardini per passeggiare, conversare, leggere.

Massimo Osanna direttore generale Musei, protagonista del primo incontro di “Luci sull’Archeologia” (foto graziano tavan)
Come per le precedenti edizioni, ogni incontro si comporrà come un viaggio di testimonianze, ricerche, riflessioni e immagini con il contributo esclusivo di storici, archeologi e studiosi d’arte, che guideranno il pubblico. “Luce sull’Archeologia” è un progetto del Teatro di Roma – Teatro Nazionale in collaborazione con la direzione generale Musei del ministero della Cultura e con il contributo dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, del periodico mensile Archeo e di Dialogues Raccontare L’arte. La decima edizione arricchisce i sette incontri di un nuovo contributo per una prospettiva multifocale, dal titolo La parola oltre il sipario, un momento di riflessione e approfondimento del tema da un punto di vista letterario, teatrale, giornalistico e con rimandi al tempo presente. Introduce Massimiliano Ghilardi con le anteprime del passato di Andreas M. Steiner e con i contributi di storia dell’arte di Claudio Strinati.
GLI INCONTRI. 14 gennaio 2024: Maurizio Bettini, università di Siena, su “Villa rustica: il paesaggio sonoro di un otium campestre”; Massimo Osanna, direttore generale Musei MiC, su “Tiberio a Capri. Nuovi progetti”; Paolo Di Paolo, scrittore, su “Il fondale è un paesaggio”. 21 gennaio 2024: Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, su “La sublime bellezza di Baia, tra memorie emerse e patrimoni sommersi”; Francesca Rohr, università di Venezia, su “Tra villeggiatura e politica: soggiornare in campagna nella tarda repubblica”; Fabio Pierangeli, università di Roma Tor Vergata, su “Le vacanze di Palomar – Itinerari d’otium di Italo Calvino”; 11 febbraio 2024: Ivano Dionigi, università di Bologna, su “Lucrezio: un rivoluzionario a Roma”; Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, su “Elogio del tempo perso: la Villa dei Papiri di Ercolano”; Dacia Maraini, scrittrice, su “L’ozio della lettura con lo sguardo contemporaneo”. 25 febbraio 2024, Alberta Campitelli, storica dell’arte e dei giardini, su “L’eredità del passato nelle ville romane tra Rinascimento e Barocco: modelli e stili di vita”; Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta, su “Dal piacere al potere: l’evoluzione dei giardini alla Reggia di Caserta”; Lina Bolzoni, Scuola Normale Superiore di Pisa, su “L’ozio creativo della lettura e della conversazione”. 3 marzo 2024: Francesca Romana Berno, università di Roma La Sapienza, su “Le smanie per la villeggiatura. Seneca in vacanza, tra ville al mare e riflessione filosofica”; Filippo Demma, direttore della direzione regionale Musei Calabria e del parco archeologico di Sibari, su “Eno/oìno. E dove non è vino non è amore, né alcun altro diletto hanno i mortali”; Ritanna Armeni, scrittrice, su “La rivoluzione dell’ozio femminile”. 10 marzo 2024: Francesca Ceci, sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali, su “Bellezza e otium attraverso i capolavori dei Musei Capitolini”; Emanuele Papi, università di Siena e direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, su “Erode Attico e le ville di un milionario in Grecia”; Matteo Nucci, scrittore, su “Perdere tempo per vivere il tempo: la scholè che vince la morte”. 14 aprile 2024: Giuliana Calcani, università di Roma Tre, su “Immagini dell’otium. Tra realtà e ricerca della perfezione”; Monica Salvadori, università di Padova, su “L’otium e l’arte di vivere nelle case romane”; Paolo Di Paolo, scrittore, su “Il tempo pieno e vuoto del teatro”.
Catania. Il Centro di Archeologia Cretese (CEARC) dell’università celebra il quarto di secolo con la mostra “Nell’Isola di Dedalo: i 25 anni di attività del CEARC” con gli scavi di Haghia Triada, Festòs e Priniàs, ma anche di Gortina e Cnosso. C’è anche la visita virtuale del Quartiere Sud-Ovest del Palazzo di Festòs

La missione archeologica italiana a Festòs (Creta): il gruppo di lavoro 2022 diretto dal prof. Pietro Militello (con la lavagnetta in mano) (foto cearc)
È il 1998 quando all’università di Catania viene costituito il Centro di Archeologia Cretese (CEARC). E non fu un caso. Dietro c’era una peculiare esperienza catanese a Creta. Proprio in quell’isola greca l’ex istituto di Archeologia, poi dipartimento SAFIST, infine dipartimento di Scienze umanistiche e il dipartimento di Scienze della Formazione hanno due missioni archeologiche: la prima a Priniàs, provvista di propria sede e attiva dal 1969, la seconda a Festòs (con i due siti di Festòs e Haghia Triada), in concessione da parte della Scuola Archeologica Italiana di Atene e attiva dal 1977. Da queste due missioni sono nati filoni di ricerche e due generazioni di studiosi, oltre a una rete di rapporti internazionali che hanno giustificato la creazione di un Centro dedicato all’archeologia cretese, intesa nel senso più ampio del termine, dalla preistoria al medioevo, ma anche in una prospettiva più generalmente culturale, come studio delle ricerche a Creta, specialmente da parte italiana, e dell’influsso che esse hanno avuto nella cultura contemporanea.
Sono passati 25 anni, e il CEARC ha deciso di ricordare il quarto di secolo di attività con la mostra “Nell’Isola di Dedalo: i 25 anni di attività del CEARC” che celebra appunto i 25 anni (1998-2023) di ricerca del Centro di Archeologia Cretese istituito dall’università di Catania col coinvolgimento di centinaia tra studiosi e accademici dell’archeologia cretese: dalle missioni archeologiche, agli scavi, alle innovazioni tecnico-scientifiche. La mostra “Nell’isola di Dedalo. I 25 anni di attività del Centro di Archeologia Cretese” viene inaugurata lunedì 22 maggio 2023 a Catania, alle 12, al museo dei Saperi e delle Mirabilia, Palazzo Centrale d’Ateneo in piazza Università, dove rimarrà aperta fino al 30 giugno 2023. Saranno presenti per i saluti il rettore dell’università di Catania, prof. Francesco Priolo, e, in remoto, il prof. Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, e la prof.ssa Vasiliki Sythiakaki, direttrice dell’Eforia di Heraklion. Sarà anche presente il console onorario della Grecia per la Sicilia, Arturo Bizzarro Coutsogeorgou. La mostra è organizzata dal CEARC in collaborazione con il SIMUA. L’allestimento è a cura di SkenArte. Il progetto è stato finanziato con fondi del DISUM e del DISFOR dell’universitá di Catania e del CNR-ISPC. Hanno collaborato studiosi delle università di Bologna, Genova, UniNettuno e Ca’ Foscari. Il CEARC ringrazia la Scuola Archeologica Italiana di Atene e la Eforia alle antichità di Herakleion che rendono possibile le ricerche e gli scavi del Centro a Creta. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30 e il martedì e mercoledì anche il pomeriggio, dalle 15.30 alle 18.

Festòs 2022: un momento dell’attività di ricerca della missione archeologica italiana (foto cearc)
La mostra vuole fare conoscere la civiltà cretese dalla prima occupazione fino all’età romana attraverso l’esperienza di 25 anni di ricerca del Centro negli scavi di Haghia Triada, Festòs e Priniàs, ma anche nei siti dove operano alcuni dei suoi membri, Gortina e Cnosso. La mostra comprende, oltre ai poster, video, riproduzioni sperimentali, modelli 3D e la visita virtuale e immersiva del Quartiere sud-ovest del Palazzo di Festós. Il CNR ISPC è presente con due sale: la prima dedicata alle attività della Missione archeologica italiana di Priniàs, diretta da Antonella Pautasso, dirigente di ricerca del CNR ISPC sede di Catania. Le attività della Missione sono illustrate da poster e riproduzioni video. Hanno collaborato all’allestimento dell’esposizione: Antonella Pautasso, Salvatore Rizza, Giacomo Biondi, Rossella Gigli, Tania Marchesini e Orazio Pulvirenti. La seconda sala è dedicata al Laboratorio archeologico congiunto internazionale W.A.L.(L.) e alle attività di rilievo digitale a Festòs, diretti da Francesca Buscemi, prima ricercatrice del CNR ISPC sede di Catania. La ricerca scientifica a Creta è illustrata mediante due video, un poster e una navigazione immersiva nel modello virtuale 3D del Quartiere sud-ovest del Palazzo di Festòs. Hanno collaborato all’allestimento: Marianna Figuera, Serena D’Amico, Giovanni Gallo, Thea Messina, Erica Platania, Flavia Toscano.
La visita virtuale del Quartiere Sud-Ovest del Palazzo di Festòs (a posti limitati) prevede la prenotazione al seguente link almeno 24h prima della visita: https://www.eventbrite.com/…/virtual-tour-del-quartiere… Si può così vivere l’esperienza unica e irripetibile di percorrere i passi degli antichi abitanti del Palazzo di Festòs. Grazie al Virtual Reality, ci si può immergere all’interno delle stanze labirintiche del Quartiere di S-W del Palazzo, oggi altrimenti inaccessibile al pubblico. Il palazzo di Festòs è uno dei più importanti siti della civiltà minoica; che si sviluppa a Creta tra la fine del III millennio e la fine del II a.C. Il Primo Palazzo (1900-1700 a.C.) fu distrutto da un terremoto. I resti del quartiere Sud-Ovest, che ha un elevato di 3 piani, dopo il terremoto furono completamente interrati per consentire la costruzione del Secondo Palazzo. Più di 3000 anni dopo, il quartiere è stato riportato alla luce perfettamente conservato. Ora c’è l’occasione di visitarlo grazie al modello 3D, realizzato dall’università di Catania, grazie a una collaborazione tra il DISUM e DICAR. L’esperienza immersiva sarà disponibile tutti i lunedì e venerdì dalle 10 alle 13 e tutti i martedì e mercoledì dalle 16 alle 18.
Milano. Alla Fondazione Luigi Rovati, incontro di studi “Gli Etruschi e Lemno: un secolo di ricerche archeologiche italiane” con la Scuola Archeologica di Atene in occasione della mostra sulla Stele di Kaminia, una delle iscrizioni più dibattute dell’antichità classica, in prestito dal museo nazionale di Atene


La mostra “La stele di Kaminia, Gli Etruschi e l’isola di Lemno” al museo d’Arte della Fondazione Luigi Rovati di Milano (foto fondazione rovati)
La stele di Kaminia, una delle iscrizioni più dibattute dell’antichità classica, è al centro dell’incontro di studi “Gli Etruschi e Lemno: un secolo di ricerche archeologiche italiane” che si tiene lunedì 6 marzo 2023, alle 17, al museo d’Arte della Fondazione Luigi Rovati in corso Venezia 52 a Milano in occasione del prestito temporaneo della stele di Kaminia al museo d’Arte dal National Archaeological Museum / Εθνικό Αρχαιολογικό Μουσείο di Atene (21 dicembre 2022 – 16 luglio 2023). Gli studiosi della Scuola Archeologica di Atene tra cui il direttore Emanuele Papi, racconteranno la storia delle ricerche archeologiche italiane a Lemno, indagando il rapporto tra gli Etruschi e l’isola. L’incontro è gratuito e a ingresso libero fino a esaurimento posti. Per prenotare, inviare una mail a prenotazioni@fondazioneluigirovati.org. Saluti e introduzione: Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione Rovati; S.E. Eleni Sourani, ambasciatore di Grecia in Italia; Salvatore Settis, accademico dei Lincei; Gemma Sena Chiesa, prof. Emerita di Archeologia classica all’università Statale di Milano; Giulio Paolucci, curatore della Fondazione Rovati. Incontro di studi “Gli Etruschi e Lemno: un secolo di ricerche archeologiche italiane”: coordina Salvatore Settis, accademico dei Lincei, con Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene; Carlo De Domenico, università Statale di Milano, SAIA; Riccardo Di Cesare, università di Foggia, SAIA; Germano Sarcone, Scuola Normale Superiore di Pisa, SAIA. Conclusioni: Giuseppe Sassatelli, istituto nazionale di Studi etruschi e italici.

Dettaglio della Stele di Kaminia, conservata al museo Archeologico nazionale di Atene, ed esposta in mostra alla Fondazione Luigi Rovati di Milano (foto Daniele Portanome / Fondazione Luigi Rovati)
Con l’occasione sarà presentata anche l’omonima pubblicazione, disponibile anche nella libreria e nello shop online della Fondazione Rovati. La storia della stele, e del popolo di cui era espressione, è narrata in questo libro e nella mostra ora in corso alla Fondazione Luigi Rovati fino al 18 luglio 2023, promossa in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene, che a Lemno conduce scavi e ricerche da cento anni. Il volume presenta quattro testi, oltre all’introduzione di Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, firmati da Carlo De Domenico, Riccardo Di Cesare, Germano Sarcone e ancora Emanuele Papi. La stele di Kaminia, conservata al museo Archeologico nazionale di Atene è una delle tre iscrizioni, tra le più illustri dell’antichità, che hanno guidato generazioni di italiani nell’Ellade alla ricerca del passato. Creata nel VI secolo a.C. come segnacolo di una tomba, e recuperata tra il 1883 e il 1885 nell’isola di Lemno, era originariamente alta un paio di metri ma oggi rimane solo la metà superiore, con il profilo di un uomo che impugna lancia e scudo e che si era distinto nella società per le sue virtù di combattente. Intorno alla figura e sul lato destro della pietra furono incise duecento lettere dell’alfabeto greco: in tutto trentatré parole su undici righe scritte in direzione alternata, dall’alto in basso e di seguito dal basso in alto, oppure da destra a sinistra e poi viceversa. Ma la lingua scritta in greco non è greca né indoeuropea e appartiene alla stessa famiglia dell’etrusco e del retico, che si parlava e scriveva in una zona ai confini tra Austria, Svizzera e Germania. Gli archeologi, gli storici e i linguisti che si occupano della stele di Kaminia e del suo contesto sono alle prese con una questione ancora irrisolta. Ci si chiede infatti se gli abitanti di Lemno, testimoniati dalla stele e dalle altre iscrizioni, siano della stessa stirpe degli Etruschi migrati dall’Anatolia, con un gruppo stanziato a Lemno e un altro arrivato in Etruria, oppure se si tratti di Etruschi giunti a Lemno dall’Italia, per fondare una colonia o una stazione commerciale e di pirati nell’Egeo. Non è facile sapere cosa sia successo. La comunità che scriveva sulla pietra e sulla terracotta nella lingua lemnia non si distingue da altri eventuali gruppi sociali ed etnici dell’isola, con i quali poteva condividere la stessa cultura materiale e figurativa, tecnologie, riti religiosi e funerari, modi di vivere. Se i Tirreni di Lemno sono venuti dall’Etruria, non hanno mantenuto molti contatti con la madrepatria a giudicare dalla completa assenza di oggetti fabbricati in Italia. Per l’ipotesi della migrazione dall’Anatolia siamo completamente all’oscuro del luogo di provenienza, della cultura e delle tradizioni di origine. “La verità nessun la vide, non c’è che l’opinione” (Simonide di Ceo).
Roma. All’Archivio centrale dello Stato apre la mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo” che racconta 70 anni di missioni archeologiche italiane in Cirenaica, Tripolitania, Fezzan a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso col contributo delle fonti archivistiche

Locandina della mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo”: all’Archivio centrale dello Stato dal 9 al 30 giugno 2022
I paesaggi archeologici della Libia, che coincidono con i luoghi dove ancora oggi sono attive le missioni operanti in seno al Dipartimento di Antichità della Libia (DoA), rappresentano un patrimonio che negli anni dell’occupazione italiana della Libia (1911-1943) si è prestato a lungo a narrazioni retoriche con finalità apertamente propagandistiche. A partire dagli anni Cinquanta il confronto con questa eredità si è espresso in un dialogo sempre più costruttivo tra il DoA e le missioni archeologiche italiane: il processo di rinnovamento è stato segnato da ricerche che esulano totalmente dalla tradizione coloniale e che sono ancora oggi sostanziate dal proficuo scambio con altre missioni straniere presenti in Libia. La ricerca archeologica, senza dimenticare il passato – le fonti documentarie sono lì a ricordarlo – si presenta oggi totalmente rinnovata negli obiettivi, nelle metodologie e nell’assunzione di nuove responsabilità sotto il segno di una nuova cooperazione. Giovedì 9 giugno 2022, alle 9.30, a Roma. all’Archivio centrale dello Stato, verrà inaugurata la mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo” organizzata dall’Archivio centrale dello Stato, l’ISMEO e la Fondazione MedA col patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Con l’occasione sarà presentato il catalogo della mostra “Libia-Italia: un’archeologia condivisa” (Tripoli, 22 settembre-22 dicembre 2021). Il programma. Dopo i saluti istituzionali, intervengono: alle 10.15, Mohamed Faraj al-Faloos, presidente Dipartimento di Antichità della Libia; 10.30, Giorgio Sobrà, Istituto centrale per il restauro – MiC; 10.45, Mirco Modolo, Archivio Centrale dello Stato – MiC; 11, Mustafa A. Turjman, Dipartimento Antichità della Libia; 11.15, Bashir O. Galgham, Dipartimento Antichità della Libia. Presentazione catalogo mostra “Libia-Italia: un’archeologia condivisa” (Tripoli: 22 settembre-22 dicembre 2021); 12, Andrea Manzo, ISMEO; 12.30, Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. A seguire: visita alla mostra e buffet. La mostra è allestita nell’atrio della sede monumentale di piazzale degli Archivi e si propone il duplice scopo di raccontare 70 anni di missioni archeologiche italiane in Cirenaica, Tripolitania, Fezzan a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso e di mettere in evidenza il ruolo delle fonti archivistiche per ricostruire la storia della ricerca archeologica italiana in Libia. Ne sono un esempio i fondi archivistici dell’Archivio centrale dello Stato e le fotografie della Biblioteca IsIAO (Biblioteca nazionale centrale di Roma), che aprono il percorso espositivo. La mostra resterà aperta al pubblico, con accesso gratuito, dal 9 al 30 giugno 2022, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Lo scaffale del Mann” presentazione, in sala conferenze e on line, del libro “Ialiso I. la necropoli: gli scavi italiani (1916-1934). Il periodo protogeometrico e geometrico (950-690 a.C.)” di Matteo d’Acunto

Per il ciclo “Lo scaffale del Mann”, appuntamento mercoledì 12 gennaio, alle 16, in sala conferenze del museo Archeologico nazionale di Napoli per la presentazione del libro “Ialiso I. la necropoli: gli scavi italiani (1916-1934). Il periodo proto-geometrico e geometrico (950-690 a.C.)” (2020, Scuola archeologica italiana Atene) di Matteo d’Acunto, professore di Archeologia classica all’università di Napoli “L’Orientale”. È possibile seguire l’incontro anche da remoto, tramite il link: meet.google.com/irs-avsd-ebk. Intervengono con l’autore: Paolo Giulierini, direttore del Mann; Andrea Manzo, direttore del dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo dell’università di Napoli “L’Orientale”; Teresa E. Cinquantaquattro, soprintendente ABAP per l’area metropolitana di Napoli, docente all’Orientale; Emanuele Papi, direttore della Scuola archeologica di Atene; Luca Cerchiai, università di Salerno.

Matteo D’Acunto (università L’Orientale di Napoli)
Il volume inaugura l’edizione scientifica aggiornata degli scavi delle necropoli di Ialysos condotti dapprima dalla Missione Archeologica Italiana e poi dalla Soprintendenza durante l’occupazione di Rodi, negli anni dal 1916 al 1934. Esso considera le tombe databili al periodo protogeometrico e geometrico (X-VIII sec. a.C.); grazie alla liberalità degli archeologi greci esso tiene conto dei risultati dei loro scavi, e si propone di definire la fisionomia di Ialysos nel quadro degli altri siti coevi del Dodecaneso, della Grecia, di Cipro e del Vicino Oriente.
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