Cortona. Due libri per raccontare il mondo antico: “Stupor mundi” di Paolo Giulierini e “Il destino di Velia” di Eleonora Sandrelli
Due libri per raccontare il mondo antico: sabato 5 marzo 2022, alle 16.30, nel Salone Mediceo di Palazzo Casali a Cortona, si presentano “Stupor mundi” di Paolo Giulierini e “Il destino di Velia” di Eleonora Sandrelli. Il giornalista Massimo Pucci modera l’incontro.

La copertina del libro “Stupor mundi. Storia del Mediterraneo in trenta oggetti” di Paolo Giulierini
Stupor mundi. Storia del Mediterraneo in trenta oggetti (Rizzoli, 2021). Dalle popolazioni preistoriche agli etruschi, dai romani ai bizantini, dai greci ai normanni, e ancora arabi, cinesi, indiani: nel corso dei secoli il Mediterraneo è stato luogo e strumento d’incontro – o di scontro – tra civiltà diverse e distanti, che ne hanno solcato le acque per commerciare e depredare, per condividere e conquistare. Quella del Mare Nostrum è dunque una storia che ci parla tanto di noi italiani quanto del nostro rapporto con gli “altri”; un rapporto testimoniato dalle cronache e dai documenti, ma soprattutto dagli oggetti che hanno attraversato i flutti del tempo. Perché gli oggetti persistono, resistono, superano le nostre esistenze e si presentano secoli dopo come testimoni di un tempo che fu. A raccontare la loro storia a chi è capace di farli parlare. Paolo Giulierini, archeologo e direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, ha scelto dall’imponente collezione del museo trenta di questi oggetti emblematici, per raccontarci come nasce la grande bellezza italiana. Un percorso tra statue, affreschi, collane, vasellame, maschere, bronzi resti di esistenze passate capaci di farci viaggiare da Troia a Samarcanda, dall’Egitto a Cartagine, da Pompei a Creta; attraverso il mito e attraverso la storia, da Achille a Medea, da Alessandro Magno ad Augusto e Tiberio. L’obiettivo, come dice Giulierini, è tornare a «stupirsi di quanto, dietro alle apparenti diversità, ci sia un’umanità accomunata dalla voglia di crescere, di migliorarsi». E così riscoprire qualcosa di noi e della nostra cultura, già globale quando ancora non poteva nemmeno dirsi «italiana», per provare a capire dove stiamo andando.

Copertina del libro “Il destino di Velia” di Eleonora Sandrelli
Il destino di Velia (Castelvecchi, 2021). Fine del terzo secolo prima della nostra era. Superate le Alpi, sconfitti i Romani sul Ticino e sulla Trebbia, Annibale vuole portare la guerra a Roma. Per farlo, deve necessariamente passare in Etruria. Terra grandiosa ma di civiltà al tramonto, ancora libera ma sempre più romanizzata. Al fanum Voltumnae, il santuario per ora scampato alla devastazione dei legionari, i principes Rasna discutono in gran fretta le sorti di un intero popolo. Appoggiare Roma o Cartagine? Nell’intreccio di intrighi e interessi dei potenti, la giovanissima sacerdotessa di Uni Velia è la prescelta che leggerà nei fulmini la volontà degli dèi, e deciderà le sorti politiche delle città-Stato etrusche. Divisa tra la dedizione alla propria missione sacra e le passioni sentimentali e politiche, Velia andrà incontro al proprio destino. Dovrà seguire, inesorabile, quello della sua città e del suo popolo?
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