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Un libro al giorno. “Gando il cestaio e Arcto l’ubriacone. Una storia dell’Età del Bronzo a Fiavè” di Giuliana Borghesani: il lago di Fiavè (Tn) è uno scrigno dei preziosi reperti che ci testimoniano la vita di tanti popoli

Copertina del libro “Gando il cestaio e Arcto l’ubriacone. Una storia dell’Età del Bronzo a Fiavè” di Giuliana Borghesani

È uscito per i tipi di Dielle Editore il libro “Gando il cestaio e Arcto l’ubriacone. Una storia dell’Età del Bronzo a Fiavè” di Giuliana Borghesani. Forse è spontaneo pensare a un popolo che attraverso i millenni abbia abitato nel medesimo luogo, invece è il luogo che resta lo stesso, i popoli cambiano, arrivano, si fermano e poi ripartono. Il lago di Fiavé Carera nel tempo si è ridotto, il suo bacino si è impaludato e la torba è diventata lo scrigno dei preziosi reperti che ci testimoniano la vita di un popolo. Anzi, di tanti popoli, perché i primi che sono giunti in questa valle amena sono poi svaniti nel tempo della Storia, altri sono arrivati, che ignoravano come loro fossero solo secondi a scoprire la comodità del lago e della valle, e sono stati dispersi dal vento, e poi ancora altri, e altri ancora. In fondo siamo solo noi che indaghiamo il lago e la terra perché ci raccontino di quelli che prima di noi qui hanno vissuto. Sono genti senza nome, almeno per noi, sono esseri che hanno vissuto e lavorato, amato e odiato. Gente onesta, pelandroni, ladruncoli o generosi, come noi, ma non siamo noi. Qui ricordiamo i cacciatori del Mesolitico, le genti neolitiche che allevavano bestie e coltivavano la terra, uomini che sapevano forgiare i metalli, sempre più vicini a noi, sempre, però, ancora tanto lontani.

Roma. Al Circo Massimo “Incontri con gli scrittori” nell’ambito degli eventi culturali promossi dal Gruppo storico Romano per il Natale di Roma 2025 (DIES NATALIS 2778 a.V.c.) Ecco il ricco programma del weekend

Nell’ambito degli eventi culturali promossi dal Gruppo storico Romano per il Natale di Roma 2025 (DIES NATALIS 2778 a.V.c.), sabato 19 e domenica 20 aprile 2025, dalle 11 alle 14, al Circo Massimo, si tiene l’Incontro con gli Scrittori, un’occasione speciale per assistere alla presentazione di libri che raccontano Roma, la storia, i miti, e la rievocazione in tutte le sue forme. Modera: Giancarlo Carlone

SABATO 19 APRILE 2025

Copertina del libro “Il mestiere della rievocazione storica” di Andrea Buccolini

Andrea Buccolini, “Il mestiere della rievocazione storica” (Dielle editore). L’opera guida il lettore attraverso le sfide, le tecniche e il fascino della rievocazione storica, con particolare attenzione al periodo romano. Il libro si distingue per la meticolosa ricerca e la passione che l’autore infonde, offrendo sia ai neofiti sia agli esperti una panoramica completa di questa disciplina. L’opera è strutturata in capitoli che affrontano vari aspetti della rievocazione, tra cui l’importanza delle fonti storiche, il valore dell’archeologia sperimentale, e il ruolo cruciale del lavoro in rete con altre associazioni e istituzioni. Buccolini esplora anche temi come la gestione delle risorse, la logistica, e l’educazione del pubblico, fornendo consigli pratici e metodologici basati sulla sua esperienza. Un elemento centrale è la valorizzazione dei luoghi storici e la rappresentazione di figure realmente vissute. Buccolini approfondisce la scelta di concentrarsi su personaggi come Gaio Afonio Tigellino e Quinto Marcio Turbone, legando le loro vicende alle dinamiche politiche e sociali dell’epoca. Questo approccio non solo arricchisce la rievocazione, ma consente di umanizzare il passato, offrendo al pubblico una prospettiva più intima e tangibile.

Copertina del libro “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” di Marina Lo Blundo

Marina Lo Blundo, “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” (Dielle editore). Il libro ha il duplice scopo di affrontare per la prima volta compiutamente in una monografia un tema solitamente toccato in maniera puntuale, dal punto di vista ora storico, ora giuridico, ora epigrafico, ma mai letto in una visione d’insieme. L’altro scopo è quello di dare voce alle donne romane, solitamente mute e narrate da autori uomini, attraverso le voci delle quattro autrici. Qual era la condizione della donna nel Diritto Romano? Quali gli stereotipi di genere che la avvolgevano? Come esprimevano la loro sessualità? E poi: quali sono i casi noti di femminicidio nella storia romana, sia in quella più antica, dove si fonde e confonde col mito, che in quella della tarda repubblica e dell’impero? Cosa ci racconta l’epigrafia a proposito di femminicidi e della condizione delle donne? E come l’arte esprime la violenza su di esse? Queste le domande che le quattro autrici si sono poste e alle quali daranno risposta in un volume che vuole essere innanzitutto di carattere divulgativo, per raggiungere quante più persone, donne e uomini, studentesse e studenti, nella convinzione che la conoscenza del passato è la chiave per comprendere il presente e per scrivere il futuro.

Copertina del libro “101 storie svelate” di Carlotta Caruso

Carlotta Caruso, “101 Storie svelate” (museo nazionale Romano). Le storie raccolte in questo libro nascono dal ricchissimo patrimonio del museo nazionale Romano: personaggi reali, storie immaginate, possibili, tratte dalle poche parole che gli antichi hanno scelto di affidare a qualcosa che potesse durare a lungo, possibilmente per sempre: un’epigrafe. Attraverso lo strumento dello storytelling, un accurato lavoro di ricostruzione storica e un po’ di immaginazione, quelle poche parole rivivono, recuperano il loro potere di comunicare, di raccontare e permettono di entrare in contatto con il mondo antico e con le persone che lo hanno popolato. Nate nei mesi di lockdown del 2020, sulla rubrica social #StoriedaMNR dei canali del Museo, queste storie svelano il fascino delle epigrafi anche a un pubblico di non “addetti ai lavori”.

Copertina del libro “Non auro ded fero”

Francesco Vacca, autore di fumetti in Latino. Piemontese trapiantato a Roma, lavora per “Topolino” (Disney/Panini Comics) e insegna sceneggiatura presso la Scuola Romana dei Fumetti. Tra i fondatori di Nubes, casa editrice dedicata alla Storia e alle lingue antiche, ha lavorato a “Origines Pictae”, “Medeae Daemones”, “Maxentius – Postremus Romulus” e “Ammianus, vesper mundi”.

DOMENICA 20 APRILE 2025

Giancarlo Carlone, Giuseppe Barbera e Salvatore Pagano raccontano “La nascita di Roma tra storia e leggenda”.

Copertina del libro “La Via Flaminia” di Giuseppe Cascarino

Giuseppe Cascarino, “La via Flaminia. Roma alla conquista del Nord” (Il Cerchio editore). La via Flaminia non è solo una delle tante strade consolari che s’irradiano da Roma. Nel corso di oltre 2000 anni, e di fatto fino all’apertura attorno al 1960 dell’Autostrada del Sole, è stata la via più semplice e facilmente percorribile per raggiungere il nord Italia e il resto d’Europa. L’avventura di un gruppo di rievocatori storici appassionati dell’antica Roma, che in 14 giorni ha ripercorso a piedi l’antico tracciato da Roma a Rimini, alla riscoperta di testimonianze e tesori dimenticati della nostra grande storia, indica una via per la rinascita e la valorizzazione di quella che fu una delle strade più importanti del mondo. Il testo, arricchito da oltre 150 disegni, schemi, foto, tabelle e utili appendici, nonché da 56 tavole topografiche a colori, analizza il tema delle strade romane in generale e della storia della via Flaminia in particolare, e descrive nel dettaglio le 14 tappe giornaliere in cui è stato suddiviso il percorso, con l’obiettivo di costituire una vera e propria guida per percorrere a piedi l’antica strada, esattamente come avveniva nell’antichità romana.

Copertina del libro “Hic Alaricus – Il Tesoro dei Goti” di Cristiano Kurstermann

Cristiano Kurstermann, “Hic Alaricus – Il Tesoro dei Goti” (Ed. ETABETA, Aprile 2025). Nel 414 d.C. il Re visigoto Atawulf e Galla Placidia, sorella dell’Imperatore Onorio, si sposano a Narbonne. Agli invitati viene mostrato il Tesoro rubato a Roma nel 410 dall’Orda di Alarico. Galla si accorge che mancano alcune Reliquie importantissime per la Cristianità e organizza una Missione segreta in Italia per recuperarle, ripercorrendo le orme di Alarico fino al suo sepolcro a Cosenza. Mentre Atawulf mira a indennizzare le città depredate, in vista di un trattato con Onorio che dia ai Goti la Terra Promessa, la Regina persegue una santa alleanza tra Regno di Gothia e Impero Romano, che le Reliquie renderanno invincibile. Sullo sfondo le tensioni tra Chiesa di Roma e Ariani, e quelle provocate dall’eresia pelagiana. Ma nobili Goti e Romani tramano contro il sogno di Atawulf e Galla.

Copertina del libro “Feronia Vacuna Angitia – Divinità salutari dell’Italia preromana” di Paola Vittoria Merletta

Paola Vittoria Marletta, “Feronia Vacuna Angitia – Divinità salutari dell’Italia preromana” (Dielle editore). Feronia, Vacuna e Angitia sono divinità dell’Italia preromana che presentano diversi punti in comune: il bosco sacro come luogo di culto, il legame con l’acqua, il carattere di divinità guaritrici e la loro presenza all’interno del santuario di Trebula Mutuesca in epoche diverse. Nel testo vengono analizzate sia le caratteristiche comuni sia le peculiarità di ciascuna divinità, oltre a presentare alcune ipotesi di messa in scena di cerimonie rituali.

Grosseto. Alla biblioteca comunale Chelliana presentazione del libro “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” a cura di Marina Lo Blundo che ad archeologiavocidalpassato.com ricorda come è nato il libro, illustra la sua articolazione in capitoli (fonti giuridiche, epigrafiche, letterarie, storiche e anche iconografiche) e come il tema sia affrontato per la prima volta in modo organico

grosseto_biblioteca_libro-femminicidio-e-violenza-di-genere-nell-antica-roma_locandinaQuale era la condizione della donna nel Diritto Romano? Quali gli stereotipi di genere che la avvolgevano? E ancora: quali sono i casi di femminicidio più famosi nella storia romana? Attuale nel dibattito contemporaneo e nelle cronache quotidiane, quello del femminicidio e della violenza di genere è un fenomeno che affonda le sue radici molto indietro nella storia. L’analisi della situazione in età romana permette di comprendere come, pur se in un panorama giuridico nettamente cambiato, molte dinamiche di violenza, di sottomissione, di possesso, fossero ben presenti allora come oggi. Sabato 8 marzo 2025, alle 17, alla biblioteca comunale Chelliana in via Mazzini 36 a Grosseto, presentazione del libro “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” a cura di Marina Lo Blundo, edito da DieLLe Editore. Intervengono le autrici Marina Lo Blundo, funzionaria archeologa al parco archeologico di Ostia Antica; Alessandra Randazzo, giornalista pubblicista, divulgatrice di archeologia e social media manager; Giulia Santini, studentessa di Conservazione e Valorizzazione dei Beni culturali all’università internazionale Uninettuno. Modera l’incontro Enrico Pizzi, giornalista ed editorialista per tv9 Telemaremma. Ingresso libero. In esclusiva per archeologiavocidalpassato.com Marina Lo Blundo spiega come è nato il progetto del libro, come è articolato col contributo delle diverse autrici, e perché la violenza di genere nell’antica Roma è la prima volta che viene affrontato sotto ogni punto di vista in modo organico.

Femminicidio e violenza di Genere nell’antica Roma”, spiega Marina Lo Blundo ad archeologiavocidalpassato.com, “nasce come idea il 25 novembre 2023 a seguito dell’omicidio di Giulia Cecchettin. E sulla scia della suggestione di un’iscrizione che è conservata nei depositi del parco archeologico di Ostia antica di Prima Florentia che è una giovane donna, sposa, di 16 anni e mezzo, uccisa dal marito Orfeo che l’ha gettata nel Tevere. Da questo caso di femminicidio ho cominciato a parlare con quelle che sono diventate le altre autrici del libro, che sono Giulia Santini, Alessandra Randazzo ed Elisa Mancini, ed è venuta fuori proprio l’idea di scrivere un libro che a partire dall’idea di questa iscrizione interrogasse un po’ il passato, interrogasse la storia delle donne romane, e andasse a cercare se effettivamente nelle fonti di qualsiasi tipo – quindi giuridiche, epigrafiche, letterarie, storiche e anche iconografiche – se fosse trattato il tema della violenza di genere e del femminicidio. Uso queste parole moderne, queste definizioni moderne per parlare di tempi antichi, perché l’idea del libro è quella proprio di calarci nel passato, leggere il passato, cercando di trovare delle chiavi di lettura per comprendere anche il presente. Quindi da qui viene questo titolo anche se appunto il termine femminicidio è molto moderno. È entrato solo di recente nel nostro vocabolario. E quindi nasce con questo intendimento”.

“Nel volume sono raccolti i contributi miei, e delle altre autrici”, illustra Marina Lo Blundo ad archeologiavocidalpassato.com. “Partiamo dalle fonti giuridiche. Quindi il primo capitolo è dedicato alle fonti giuridiche che regolano la condizione della donna nell’antica Roma. Passiamo poi agli stereotipi di genere che aleggiavano sulle donne, e che ci sono noti anche dalla letteratura – principalmente dalle Satire di Giovenale – ma da qualunque altro tipo di fonte letteraria e storica che noi possiamo andare a interrogare. Poi passiamo a parlare della sessualità. E questi due capitoli sugli stereotipi e la sessualità li ha scritti Elisa Mancini. La sessualità delle donne, la sessualità in senso ampio – perché è molto sottile la linea di confine tra piacere e sopruso, quando si parla di sesso, a maggior ragione nell’antica Roma. Poi passiamo a interrogare le fonti letterarie per andare a vedere i miti legati a Roma. Cosa succede, quali donne sono legate ai miti romani della fondazione della città, e quali sono le storie di queste donne. E poi le fonti storiche e quindi più “cronachistiche”. Ci affidiamo a Tacito e a Svetonio che ci raccontano le storie delle donne della famiglia imperiale; di casi di femminicidio, di violenza di genere. Abbiamo solo due iscrizioni note per il mondo romano che parlano esplicitamente di un uomo che uccide la propria moglie. Però questi sono stati due punti di partenza per poi andare a indagare il fenomeno nel suo complesso. Poi passiamo alle fonti iconografiche perché la storia dell’arte romana è ricca di rappresentazioni delle donne e soprattutto della violenza perpetrata alle donne attraverso episodi del mito. Infine – conclude Lo Blundo – facciamo una gita a Roma, una sorta di viaggio, di topografia dei luoghi in cui si sono consumati o si ricordano femminicidi. E quindi andiamo sulla rupe Tarpea; andiamo nel luogo di sepoltura delle Vergini Vestali che venivano condannate per incesto; e andiamo poi sulla via Appia dove c’è il cenotafio di Annia Regilla, uccisa per volontà del marito Erode Attico”.

“È la prima volta che il tema del femminicidio, della violenza di genere nel mondo romano”, spiega Marina Lo Blundo ad archeologiavocidalpassato.com, “viene affrontato da tutti questi punti di vista che ho detto fin qui, perché fino adesso sono stati affrontati magari puntualmente ora dal punto di vista giuridico, ora dal punto di vista storico, ora dal punto di vista letterario, ma mai era stata realizzata un’opera completa che racchiudesse tutti questi temi. Inoltre il taglio che abbiamo voluto dare, noi autrici – siamo tutte divulgatrici dell’antico principalmente sui social e sul web -, è stato un taglio principalmente divulgativo, quindi un’opera che si rivolge a tutti non necessariamente appassionati di storia, non necessariamente esperti del settore, ma proprio a un pubblico il più ampio possibile, perché l’idea è quella che leggendo le esperienze del passato di ragionare sul presente”.

Libri sotto l’albero. È uscito il libro “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” a cura di Marina Lo Blundo (Dielle Editore)

Copertina del libro “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” a cura di Marina Lo Blundo (Dielle Editore)

È uscito il libro per i tipi di Dielle Editore, “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” a cura di Marina Lo Blundo e con i contributi di Giulia Santini, Elisa Mancini, Alessandra Randazzo. “L’idea è sorta un anno fa, nel novembre 2023”, spiega la curatrice, l’archeologa Marina Lo Blundo. “Nell’introduzione al volume spiego com’è andata: da un post sui social del Parco archeologico di Ostia antica, in cui si parlava dell’iscrizione funeraria della giovane Prima Florentia, uccisa dal marito, rinvenuta nel corso degli scavi della Necropoli di Porto all’Isola Sacra, si è ingenerato su instagram un dialogo virtuoso e propositivo con quelle che sono diventate le altre giovanissime e competentissime autrici del volume: le archeologhe Giulia Santini, Alessandra Randazzo, ed Elisa Mancini. Da lì a proporre l’idea all’editrice, la straordinaria Cinzia Rosati, è stato un attimo e così eccoci qui, dopo un anno, con la copia in mano e quasi non crederci di essere riuscite a farlo”.

Iscrizione proveniente dalla Necropoli di Porto all’Isola Sacra che testimonia il femminicidio di Prima Florentia, giovanissima sposa uccisa dal marito che la gettò nel Tevere (foto parco ostia antica)

Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma ha il duplice scopo di affrontare per la prima volta compiutamente in una monografia un tema solitamente toccato in maniera puntuale, dal punto di vista ora storico, ora giuridico, ora epigrafico, ma mai letto in una visione d’insieme. L’altro scopo è quello di dare voce alle donne romane, solitamente mute e narrate da autori uomini, attraverso le voci delle quattro autrici. Qual era la condizione della donna nel Diritto Romano? Quali gli stereotipi di genere che la avvolgevano? Come esprimevano la loro sessualità? E poi: quali sono i casi noti di femminicidio nella storia romana, sia in quella più antica, dove si fonde e confonde col mito, che in quella della tarda repubblica e dell’impero? Cosa ci racconta l’epigrafia a proposito di femminicidi e della condizione delle donne? E come l’arte esprime la violenza su di esse? Queste le domande che le quattro autrici si sono poste e alle quali daranno risposta in un volume che vuole essere innanzitutto di carattere divulgativo, per raggiungere quante più persone, donne e uomini, studentesse e studenti, nella convinzione che la conoscenza del passato è la chiave per comprendere il presente e per scrivere il futuro.

 

Verona. All’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere presentazione del libro di Patrizia Carassai “Il mercante di Sumer”, un viaggio attraverso territori e tempi lontani alla scoperta di città e popoli del Vicino Oriente di più di 4500 anni fa

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Un viaggio attraverso territori e tempi lontani alla scoperta di città e popoli del Vicino Oriente di più di 4500 anni fa. Un viaggio pieno di insidie, tradimenti, avventure sino alla meta finale, una terra da chiamare casa. È questo il filo conduttore del romanzo storico “Il mercante di Sumer” (2023, Dielle editore) di Patrizia Carassai, veronese, medico plurispecialista con la passione per l’archeologia e la storia, già responsabile di unità operativa complessa di coordinamento centrale, medico legale a Roma. Patrizia Carassai sarà ospite dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, in via Leoncino 6: mercoledì 10 gennaio 2024, alle 17, presenterà il suo libro in dialogo con Mauro Daccordi, membro dell’Accademia, e Graziano Tavan, giornalista, curatore di archeologiavocidalpassato.com.

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Copertina del libro “Il mercante di Sumer” di Patrizia Carassai

Il mercante di Sumer. Romanzo con puntuali riferimenti storico archeologici, ambientato in località che hanno visto nascere la civiltà urbana in un periodo assai remoto. La vicenda si svolge nel 2600 a.C. e s’incentra su un immaginato e avventuroso viaggio intrapreso, per scopi paradossalmente non commerciali, da un mercante sumerico. Partendo dall’antica Kish (Mesopotamia, odierno Iraq centrale), la carovana raggiunge, con un percorso di circa 3000 km, la città di Shahr-e Sokhta, nel Sistan iraniano ai confini con il Pakistan. Il romanzo riporta in vita personaggi, quotidianità, modi di pensare, di essere, di vivere, paesaggi e città di allora, visti con la mente e gli occhi di chi, con quella carovana, stava viaggiando, sino a realizzare l’incontro delle due civiltà sumerica (attuale Iraq) ed elamita (attuale Iran) del III millennio a.C. Il libro ha la prefazione del prof. Enrico Ascalone, direttore, sotto l’egida dell’università del Salento, del progetto archeologico multidisciplinare internazionale relativo al sito di Shahr-e Sokhta; incaricato dell’insegnamento di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico all’università di Roma Tre.

In libreria “L’Oasi di Gara. Egitto, nuove ricerche nel deserto occidentale” di Mohamed Kenawi e Francesca Simi (DieLLe Editore): il primo libro dedicato a una delle più piccole oasi dell’Egitto

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Copertina del libro “L’Oasi di Gara. Egitto, nuove ricerche nel deserto occidentale” di Mohamed Kenawi e Francesca Simi (DieLLe Editore)

Novità in casa DieLLe Editore. È uscito il libro “L’Oasi di Gara. Egitto: nuove ricerche nel deserto occidentale” di Mohamed Kenawi e Francesca Simi. Traduzione a cura di Giulia Raimondi. Questo volume è il primo libro dedicato a Gara, una delle più piccole oasi dell’Egitto che oggi conta circa 700 abitanti. La storia, l’archeologia e il paesaggio dell’oasi vengono raccontati nel dettaglio e arricchiti con un corposo appartato fotografico e di mappe. L’oasi di Gara si trova a 110 km a Nord-Est di quella di Siwa, nel Deserto Occidentale, e rimane un importante nodo di transito che collega il Delta del Nilo con le culture occidentali dell’Egitto e della Libia. Nel IV secolo a.C., Alessandro Magno nel viaggio per raggiungere il Tempio di Amon a Siwa attraversò probabilmente l’oasi di Gara. Da quel momento quest’oasi è nota, presso i locali, come il nome di “Campo di Alessandro”. L’ interesse per quest’oasi prende l’avvio nel 2012, consultando un vecchio inventario del museo Greco-Romano di Alessandria, Mohamed Kenawi (università di Leicester) ha notato una statua romana proveniente da Qasr al-Gamil. Ciò lo spinse ad approfondire le informazioni sul luogo di rinvenimento. La ricerca sul campo ha avuto inizio solo nel gennaio 2021, quando Mohamed Kenawi ha effettuato una prima visita esplorativa di un giorno. Nel dicembre dello stesso anno, accompagnato da Francesca Simi (università di Udine), ha esplorato nuovamente Gara e la sua regione cogliendone la magia raccontata in questo libro.

Roma. Alle Terme di Diocleziano presentazione del libro “101 Storie Svelate. Le iscrizioni del Museo Nazionale Romano raccontano Roma” di Carlotta Caruso, nato dalla raccolta delle storie raccontate sui social durante il lockdown 2020: il fascino delle epigrafi per non “addetti ai lavori”

roma_nazionale-romano_libro_101-storie-svelate_le iscrizioni del museo nazionale romano_presentazione_locandina“L’uomo lo ascoltò continuando a scolpire parole. Fu felice di sapere che qualcuno comprendesse davvero il senso del suo lavoro: quelle parole, incise faticosamente, avevano il compito di tramandare la storia delle loro vite alle generazioni del futuro”. Comincia così il libro “101 Storie Svelate. Le iscrizioni del Museo Nazionale Romano raccontano Roma” di Carlotta Caruso nato dalla raccolta delle storie comparse nella rubrica dei canali social del museo nazionale Romano (#StoriedaMNR) e pubblicato nell’ambito dei progetti condivisi del Servizio Educativo e dell’Ufficio Social Media. Domenica 13 novembre 2022, alle 16.30, il libro “101 Storie Svelate” (Dielle editore) viene presentato nella sala delle Piccole Mostre alle Terme di Diocleziano che fanno parte del museo nazionale Romano. Intervengono Stéphane Verger, direttore del museo nazionale Romano; Cinzia Vismara, già docente di Archeologia delle province romane nell’università di Cassino; Clara di Fazio, CNR; e l’autrice Carlotta Caruso, assistente tecnico del museo nazionale Romano. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

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Concetta Caruso con il libro “101 Storie Svelate” (foto mnr)

“101 Storie Svelate”. Le storie raccolte in questo libro nascono dal ricchissimo patrimonio del museo nazionale Romano: personaggi reali, storie immaginate, possibili, tratte dalle poche parole che gli antichi hanno scelto di affidare a qualcosa che potesse durare a lungo, possibilmente per sempre: un’epigrafe. Attraverso lo strumento dello storytelling, un accurato lavoro di ricostruzione storica e un po’ di immaginazione, quelle poche parole rivivono, recuperano il loro potere di comunicare, di raccontare e permettono di entrare in contatto con il mondo antico e con le persone che lo hanno popolato. Nate nei mesi di lockdown del 2020, sulla rubrica social #StoriedaMNR dei canali del Museo, queste storie svelano il fascino delle epigrafi anche a un pubblico di non “addetti ai lavori”.