Catania. Il film “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo vince il Premio Catania Archeofilm 2025, e al prof. Paolo Matthiae il premio Sebastiano Tusa

Catania Archeofilm 2025: da sinistra, Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva; l’archeologa Giulia Falco; Giulai Pruneti, direttrice del festival; Giuseppe D’Urso, direttore del parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci (foto antonio Parrinello)

Frame del film “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo
A vincere il Premio Catania Archeofilm 2025, al termine della prima edizione del Catania Archeofilm, tre serate con il meglio del cinema documentaristico internazionale, è stato il docufilm prodotto da Rai Cultura “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni”, diretto da Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo, sequel del precedente e pluripremiato “Come un fulmine nell’acqua”. Un racconto dedicato all’ultima campagna di scavo nel sito archeologico del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Siena) che, conclusa nell’ottobre 2024, ha rivelato scoperte eccezionali. A valutare i film in concorso è stata come sempre la giuria popolare, con il pubblico – italiani e stranieri, alcuni per la prima volta al Teatro Antico di Catania – che ogni sera ha seguito con partecipazione le proiezioni e gli incontri con gli studiosi e ha poi espresso il proprio voto su apposite schede. Il premio “Catania Archeofilm” per i registi Farioli Vecchioli e Gullo è stato consegnato simbolicamente a Piero Pruneti, direttore della testata Archeologia Viva, da Giuseppe D’Urso, direttore del parco archeologico di Catania e della Valle dell’Aci, e dall’archeologa Giulia Falco.

Frame del film “La Grotte Cosquer, un chef d’oeuvre en sursis / La grotta Cosquer, un capolavoro in pericolo” di Marie Thiry
Secondo in classifica il film francese “I misteri della Grotta Cosquer” sui graffiti preistorici di 27mila anni fa scoperti nel 1985 nel sud della Francia; terzo posto per l’inglese “Il mondo perduto dei Giardini Pensili” con il racconto di Ninive, l’antica capitale degli Assiri. Fra gli ospiti del festival gli archeologi Daniele Malfitana (direttore della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici – UNICT) e Massimo Cultraro (dirigente di ricerca ISPC-CNR e docente Preistoria e Archeologia egea – UNIPA).

Catania Archeofilm 2025: Valeria Livigni consegna il premio Sebastiano Tusa al prof. Paolo Matthiae (foto antonio parrinello)
Nel corso dell’ultima serata del Catania Archeofilm, sabato 27 settembre 2025, è stato assegnato anche il Premio Sebastiano Tusa, promosso dalla Fondazione Sebastiano Tusa alla memoria dell’insigne archeologo siciliano: Valeria Livigni, presidente della Fondazione e moglie dell’archeologo, lo ha consegnato al grande archeologo Paolo Matthiae – al quale si deve proprio nel settembre di cinquanta anni fa, la scoperta dell’archivio reale dell’antica città di Ebla in Siria (III millennio a.C.).
“Catania Archeofilm 2025” è stato organizzato dal parco archeologico di Catania e Valle dell’Aci della Regione Siciliana con Archeologia Viva/Firenze Archeofilm (Giunti editore), in collaborazione con università di Catania – Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, e Fondazione Sebastiano Tusa. Scenario del festival, e sua location privilegiata, la straordinaria cavea del Teatro antico di Catania, complesso monumentale che, insieme all’Odèon, è custodito fra i caseggiati d’epoca di via Vittorio Emanuele. Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore D’Urso: “Per la prima volta – ha detto – dopo il teatro, la musica e la danza il Teatro Antico di Catania ha ospitato una rassegna di cinema, in questo caso a tema archeologico. Un linguaggio trasversale, quello della settima arte, che vuole essere una forma di apertura verso il grande pubblico per coinvolgerlo nella conoscenza del patrimonio archeologico siciliano e universale”. La terza serata, complice il meteo incerto, si è spostata in via Crociferi, nella Chiesa barocca di San Francesco Borgia che, fra i capolavori del Settecento e la preziosa collezione di argenti e corredi liturgici dell’ordine dei Gesuiti, ha accolto il numeroso pubblico del Catania Archeofilm.
Catania. Al teatro antico al via la prima edizione del Catania Archeofilm: 9 film in concorso per il premio del pubblico; incontri con studiosi e archeologi di fama; assegnazione del Premio “Sebastiano Tusa” per la divulgazione scientifica all’archeologo Paolo Matthiae. Ecco il programma
Il meglio del cinema internazionale di archeologia, arte e ambiente approda anche a Catania, fra le gradinate del Teatro Antico, uno dei luoghi archeologici più “parlanti” della Sicilia, che dal 25 al 27 settembre 2025 si trasforma in una straordinaria arena cinematografica sotto le stelle. L’occasione è quella della prima attesa edizione di “Catania Archeofilm”, Festival internazionale del Cinema di Archeologia, Arte, Ambiente. Un progetto, a ingresso libero e gratuito, del parco archeologico di Catania e Valle dell’Aci in collaborazione con Archeologia Viva / Firenze Archeofilm (Giunti editore), e l’università di Catania – Scuola di specializzazione in Beni archeologici, e Fondazione Sebastiano Tusa, pensato per il grande pubblico, le famiglie, gli appassionati, con il meglio della produzione cinematografica mondiale sui temi del nostro passato antico e recente, ma anche opportunità di incontro con studiosi e archeologi di fama. Il tutto con quello stile narrativo semplice e avvincente che contraddistingue il “Firenze Archeofilm” e le sue ben nove tappe in tutta la Penisola tra cui – dopo il capoluogo toscano – Aquileia, Cuneo, Grosseto, Mont’e Prama, Ustica, Varese, Cividate Camuno e Vieste. Due i premi che saranno consegnati nella straordinaria cornice del Teatro Antico nella serata finale del 27 settembre: il “Catania Archeofilm 2025” attribuito dal pubblico, in qualità di giuria popolare, che ogni sera potrà esprimere il proprio voto su apposite schede scegliendo il film preferito; e il “Premio Sebastiano Tusa” assegnato dall’omonima fondazione, presieduta da Valeria Livigni, alla personalità italiana o straniera che si è distinta nella comunicazione dei beni culturali.
“Un evento pensato per il grande pubblico, le famiglie e gli appassionati”, assicura l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, “con il meglio della produzione cinematografica mondiale sui temi del nostro passato antico e recente, ma anche opportunità di incontro con studiosi e archeologi di fama”. Sul valore sociale e culturale della manifestazione interviene Giuseppe D’Urso, direttore del parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci: “Siamo lieti di aprire al Firenze Archeofilm le gradinate del Teatro Antico di Catania, un complesso monumentale dal fascino unico, abbracciato dalla città barocca e che, dopo fondamentali interventi di recupero, un poco alla volta ritrova la sua funzione originale: quella di luogo di aggregazione e imponente contenitore d’arte e spettacolo. Dopo la musica e il teatro, oggi tocca al cinema archeologico, un’occasione di svago e di informazione culturale “formato famiglia” e totalmente gratuita che siamo certi sarà apprezzata anche dalle migliaia di turisti di questo scorcio di fine estate”.

Tra gli ospiti l’archeologo Paolo Matthiae cui sarà assegnato il Premio “Sebastiano Tusa” per la divulgazione scientifica (foto parc-arch-ct)
Gli ospiti: ogni sera, fra le due proiezioni è in programma una parentesi di approfondimento con interviste a cura di Piero Pruneti, fondatore e direttore della rivista Archeologia Viva (Giunti Editore) a grandi personalità della cultura. A dare il benvenuto al pubblico con un focus sul Teatro Antico di Catania e sul patrimonio del Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, giovedì 25 settembre, sono il direttore Giuseppe D’Urso e l’archeologa del Parco Giulia Falco, cui segue un intervento di Daniele Malfitana, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Catania. Venerdì 26 settembre si parla invece di preistoria: ospite Massimo Cultraro, dirigente di ricerca CNR, docente di Preistoria e Archeologia Egea all’Università di Palermo e dal 2015 responsabile di un progetto di ricerca nel Caucaso. Special guest sabato 27 settembre Paolo Matthiae, celebre archeologo al quale si deve, nel 1975, la più grande scoperta del XX secolo: la città di Ebla in Siria e l’archivio reale di migliaia di tavolette con testi di scrittura cuneiforme del terzo millennio a.C.
GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2025. Alle 21, apre il film “La prossima Pompei / The next Pompeii” di Duncan Bulling (Regno Unito, USA, 53’). All’ombra del Vesuvio, un vulcano meno noto minaccia il territorio: i Campi Flegrei. Un’eruzione potrebbe mettere in pericolo i milioni di residenti della città di Napoli. Gli scienziati ottengono nuove informazioni su ciò che è accaduto nella vicina Pompei e proseguono gli studi sulla geologia unica dei Campi Flegrei. Riusciranno a scoprire se il terreno in continua evoluzione sta raggiungendo un punto di rottura? E un innovativo sistema di allarme eruzioni può impedire a Napoli di diventare la prossima Pompei? Segue la conversazione con Giuseppe D’Urso, direttore parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, e Giulia Falco, funzionaria archeologa del Parco. Interviene: Daniele Malfitana, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni archeologici (università di Catania). Chiude la serata il film “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli Vecchioli, Brigida Gullo (Italia, 56′). Il documentario racconta l’ultima campagna di scavo presso il sito archeologico del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Si), finita a ottobre 2024, che ha rivelato scoperte eccezionali. L’aspirazione più alta per uno studioso quella di produrre conoscenza: ovvero interrogare i reperti e restituire al pubblico la loro storia.

Frame del film “La Grotte Cosquer, un chef d’oeuvre en sursis / La grotta Cosquer, un capolavoro in pericolo” di Marie Thiry
VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2025. Alle 21 apre il film “I misteri della grotta Cosquer” di Marie Thiry (Francia, 56’). A più di 35 metri sotto il mare, nel Parco Nazionale dei Calanchi, si nasconde l’ingresso di uno dei più grandi capolavori dell’arte rupestre: la grotta Cosquer. Poco nota, in quanto accessibile solo ai subacquei, questa incredibile grotta custodisce dipinti di 27.000 anni. Oggi è però minacciata dall’innalzamento delle acque. Il film ripercorre l’incredibile storia di una delle grotte dipinte più importanti d’Europa. Segue la conversazione con Massimo Cultraro, dirigente di ricerca Cnr-Ispc, docente università di Palermo. Quindi tre corti: il film “La Grotta preistorica di Cala dei Genovesi, 1953” di Luca Bachechi e Guido Melis (Italia, 12′). La Grotta di Cala dei Genovesi a Levanzo e la vita al campo nelle riprese filmate in 16 mm. nel 1953 da Paolo Graziosi. Il film “Le ossa raccontano / Stories through bone” di Matthew Wilbur (Stati Uniti, 10′). Ambientato nel Bacino Big Horn del Montana, il breve documentario si concentra sul lavoro sul campo dei paleontologi. Li seguiamo da vicino nell’attività di scavo… Chiude il film “Stromboli: a provocative island” di Pascal Guérin (Francia, 11’). Il corto è incentrato sugli scavi diretti dagli archeologi Sara Levi e David Yoon sull’isola di Stromboli. La scoperta di una chiesa crollata e di alcune sepolture è la dimostrazione di una occupazione medievale, precedentemente sconosciuta, del XIV secolo.

Frame del film “Il mondo perduto dei Giardini Pensili / Lost world of the Hanging Gardens” di Duncan Bulling
SABATO 27 SETTEMBRE 2025. Alle 21 apre il film “Il mondo perduto dei Giardini Pensili / Lost world of the Hanging Gardens” di Duncan Bulling (Regno Unito, 54’). Per tre anni lo Stato islamico ha terrorizzato Mosul, l’antica capitale degli Assiri, Ninive, e distrutto inestimabili reperti. Ora gli archeologi stanno portando alla luce nuove testimonianze, risolvendo alcuni enigmi di questa civiltà: come è stato forgiato il primo impero dell’umanità? Quali progressi hanno permesso loro di costruire una città di oltre 100.000 abitanti? Ninive potrebbe essere la sede di una delle sette meraviglie del mondo ovvero i Giardini Pensili di Babilonia? Segue la conversazione con Paolo Matthiae già ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente antico alla Sapienza Università di Roma e scopritore della città siriana di Ebla. Quindi assegnazione Premio “Catania Archeofilm 2025” al film più votato dal pubblico, e assegnazione Premio “Sebastiano Tusa” per la divulgazione scientifica all’archeologo Paolo Matthiae. Chiudono la serata e il Catania Archeofilm due corti: il film “Water is Life” di Anıl Gök (Turchia, 5’). L’incredibile storia di persone che portano acqua, l’ancora di salvezza, ai pesci che cercano di sopravvivere in un lago prosciugato della Turchia… E il film “Greenland response” di Alice Watterson (Islanda, 21’). Il film esplora le archeologie del cambiamento climatico nell’area della Kujataa, in Groenlandia. I siti archeologici nel nord circumpolare si stanno rapidamente degradando a causa dell’aumento delle temperature globali. Questo cortometraggio racconta la sfida contro il tempo per documentare e salvare ciò che resta e racconta gli scavi di insediamenti agricoli norvegesi (vichinghi) risalenti al X-XIV secolo, esplorando al contempo le connessioni tangibili con le odierne comunità agricole Inuit che lavorano nelle stesse terre.
Roma. In Curia Iulia presentazione, in presenza e on line, del libro “Strade, santuari e domus tra Palatino e Velia nella media età repubblicana (IV-III secolo a.C.). 1. Stratigrafie, contesti, ricostruzioni” di Antonio F. Ferrandes (Edizioni Quasar)

Lunedì 24 marzo 2025, alle 16.30, in Curia Iulia per iniziativa del parco archeologico del Colosseo, presentazione del libro “Strade santuari e domus tra Palatino e Velia nella media età repubblicana (IV-III secolo a.C.). 1. Stratigrafie contesti ricostruzioni” di Antonio F. Ferrandes, edito da Edizioni Quasar. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Daniele Malfitana, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania; Emanuele Papi, direttore della Scuola archeologica italiana di Atene. Sarà presente l’autore. ingresso da largo della Salara Vecchia. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti su https://ferrandes25.eventbrite.it. Diretta streaming sulla pagina Facebook del parco del Colosseo.
Il libro presenta lo studio delle stratigrafie medio-repubblicane (IV-III secolo a.C.) documentate durante le ricerche condotte dal dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza – università di Roma nel settore compreso tra il versante occidentale della valle del Colosseo e le vicine pendici del Palatino e della Velia (2001-2017). La complessa articolazione della sequenza di questa età e la qualità e quantità dei contesti hanno consentito di appoggiare a cronologie puntuali il racconto delle vicende insediative di uno dei luoghi più centrali della città antica e di ricostruire l’evoluzione di un paesaggio caratterizzato da una complessa rete viaria, da luoghi di culto di antichissima origine e da un’edilizia privata di prestigio. L’analisi delle diverse categorie/classi di reperti e il confronto con la documentazione nota per la città e il territorio hanno infine permesso di riesaminare la cultura materiale di Roma (produzioni, circolazioni, commerci, consumi di merci e di beni) in un periodo cruciale segnato, tra il 400 e il 200 a.C., dalla progressiva conquista dell’Italia e dell’intero Mediterraneo.
Napoli. Alla Médiathèque de l’Institut français presentazione del libro “Terra sigillata della Baia di Napoli. Tipologia, produzione e diffusione” di Giovanni Borriello

Martedì 19 novembre 2024, alle 17.30, alla Médiathèque de l’Institut français Napoli, a Palazzo “il Grenoble” in via Francesco Crispi 86 a Napoli, presentazione del libro “Terra sigillata della Baia di Napoli. Tipologia, produzione e diffusione” di Giovanni Borriello che si propone una nuova tipologia basata sia sui rinvenimenti effettuati nel porto di Neapolis che sulle evidenze edite. Oltre a raccogliere un elevato numero di reperti bollati, vengono definite le principali officine attive nella realizzazione di tali prodotti e la diffusione nelle province romane. Dopo i saluti di Lise Moutoumalaya, Console Generale di Francia a Napoli; Valérie Huet e Priscilla Munzi, Centre Jean Bérard, (CNRS – EFR); Matteo D’Acunto, università di Napoli L’Orientale; Stefano lavarone, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il comune di Napoli; presentano Daniele Malfitana, università di Catania – Scuola Superiore; Laetitia Cavassa, CNRS, Centre Camille Jullian – Maison méditerranéenne des sciences de l’homme. Ne discutono con l’autore Gianluca Sorricelli, università del Molise; Marco Giglio, università di Napoli L’Orientale. Modera Marcella Leone, CNRS, Centre Jean Bérard. “Una bella occasione per riflettere sull’importanza degli studi sulla cultura materiale del mondo antico e sulle implicazioni storiche, politiche ed economiche che il frammento ceramico è in grado di dare. Un messaggio molto chiaro per gli studenti dei nostri corsi di laurea in archeologia”.
Roma. Per il ciclo “Dialoghi in Curia” del parco archeologico del Colosseo incontro in presenza e on line con Daniele Malfitana e Antonino Mazzaglia su “Tutelare per conoscere: questioni di metodo”, un’occasione per una riflessione sul tema della tutela dei beni culturali e sulle sue applicazioni

Nuovo appuntamento promosso dal parco archeologico del Colosseo per il ciclo “Dialoghi in Curia”. Giovedì 10 febbraio 2022, alle 16.30, in presenza e on line, incontro con Daniele Malfitana e Antonino Mazzaglia su “Tutelare per conoscere: questioni di metodo”, un’occasione per una riflessione sul tema della tutela dei beni culturali e sulle sue applicazioni. Introduce e modera Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Daniele Malfitana (università di Catania – presidente Comitato Tecnico Scientifico per l’Archeologia – MiC) e Antonino Mazzaglia (CNR – ISPC, Catania) approfondiranno il ruolo specifico della tutela e di tutte le attività che permettono di riconoscere, proteggere e conservare i beni del nostro patrimonio per offrirli alla pubblica fruizione. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti QUI. Ingresso da largo della Salara Vecchia, 5. All’ingresso del PArCo sarà richiesto di esibire, oltre all’invito, il Super Green Pass e di indossare la mascherina. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming dalla Curia Iulia sulla pagina Facebook del PArCo: https://www.facebook.com/parcocolosseo
Il Cnr scopre il falsario che ha seminato finti vasi antichi in molti musei e ingannò pure Mussolini
Li presentava come preziosi reperti del mondo antico, ma era soltanto dei falsi, degli ottimi falsi: così ben fatti da superare l’esame autoptico di fior d esperti, ma non le sofisticate tecnologie degli scienziati del Cnr che sono riusciti a dare un nome al falsario che seminò finti vasi in molti musei anche prestigiosi, e ingannò pure Benito Mussolini: si tratta di Antonino Biondi. Uno studio infatti dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam-Cnr) ha svelato l’identità del falsario di alcuni vasi e terrecotte del museo di Archeologia dell’Università di Catania, avanzando sospetti sull’autenticità di altre opere ospitate in vari musei nazionali ed esteri e in collezioni private. Secondo i ricercatori si tratta di Antonino Biondi, lo stesso autore che riprodusse sette ritratti policromi di stile ellenistico, donati a Benito Mussolini nel 1939.
Tutto è iniziato con la necessità di “ristudiare” gli oggetti antichi dell’istituto catanese diretto da Daniele Malfitana in vista della pubblicazione della collezione del museo Archeologico dell’università di Catania. È in questa occasione che viene affidata a Giacomo Biondi, archeologo classico dell’Ibam-Cnr, coordinatore dello studio, una campagna di analisi con metodologie non distruttive (Xrd e Pixe-alpha) su alcune opere. Contemporaneamente, Edoardo Tortorici dell’Università, in collaborazione con Graziella Buscemi, ha studiato il carteggio tra gli archeologi dell’epoca in contatto con Centuripe, cittadina siciliana sede in quegli anni di un’agguerrita “scuola” di falsari: provvidenziale si è rivelato il taccuino di Biondi, noto falsario-ricettatore sul quale sin dall’inizio delle ricerche ricadevano i maggiori sospetti. In alcuni schizzi, infatti, si riconosce la mano che ingannò il responsabile della collezione catanese e addirittura Mussolini.
La truffa ai danni di Mussolini è tutta da raccontare. I ritratti dipinti su tondi in terracotta furono infatti personalmente consegnati al Duce da un non disinteressato mecenate che li aveva acquistati per una somma considerevole sul mercato antiquario, dietro intermediazione e consulenza del senatore Pietro Fedele, presidente del Poligrafico dello Stato e della Consulta Araldica e accademico dei Lincei. Nel 1939 furono poi donati, con un’apposita cerimonia, dal ministro all’Educazione nazionale Giuseppe Bottai al Museo di Napoli, ritenuta degna sede delle nuove acquisizioni. Ma dopo la pubblicazione delle opere nella serie dei “Monumenti della pittura antica scoperti in Italia”, nel 1940, uno studioso ne mise però in dubbio l’autenticità causando una vivace disputa accademica, chiusa dalle successive analisi chimico-fisiche che appurarono la modernità dei ritratti, verosimilmente dipinti su supporti antichi e provenienti dall’ambiente centuripino.
Ma – come si diceva – i “colpi” di Antonino Biondi sono stati sicuramente più di uno. Il Cnr ne ha scoperto un altro dell’abile contraffattore. “Le analisi chimiche e fisiche hanno inoltre permesso di distinguere pigmenti antichi e moderni, difficili da individuare in ritocchi e integrazioni di pitture originali con un semplice esame autoptico”, spiega Malfitana. “L’esame dell’epistolario dei collezionisti Paolo Orsi e Guido Libertini ha consentito di ricostruire alcuni retroscena del periodo, in cui nuove leggi (tra cui la famosa legge del 1939, che segna l’introduzione del reperto antico come bene dello Stato) vietarono scavi e compravendita di materiali da parte di privati, leciti fino ad allora”.

Statuine in terracotta ricavate da matrici appartenute allo stesso Biondi e usate dai discendenti per produrre falsi
Grazie a indagini in loco, infine, sono state rintracciate statuine in terracotta ricavate da matrici appartenute allo stesso Biondi e usate dai discendenti per produrre lecitamente copie destinate ad appassionati e turisti. “L’esame delle repliche moderne di statuette fittili ellenistiche, conosciute anche grazie a foto d’epoca, ha permesso di risalire al falsario-ricettatore, il quale, una volta venduta l’opera originale, smerciava vari falsi ricavati con la tecnica del surmoulage (tecnica dello stampaggio)”, precisa Malfitana. “Il caso più emblematico è una maschera di sileno, autentica, venduta negli anni ’30 al museo Archeologico di Siracusa. Una replica è esposta nel museo di Centuripe, che la acquistò negli stessi anni e altre prodotte lecitamente circolano ancora”.




Manca pochissimo all’apertura ufficiale della dodicesima edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico a Licodia Eubea (Ct), in programma dal 12 al 16 ottobre 2022. E la prima domanda che ti viene spontanea è: perché cinque giorni di eventi anziché i canonici quattro di proiezioni? E la risposta sono gli stessi organizzatori a darla dando la misura della continua crescita della manifestazione licodiese. “L’edizione 2022 del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea si apre con una giornata dedicata ai progetti editoriali e alle diverse forme di comunicazione audiovisiva dei Beni Culturali”, spiegano le curatrici Alessandra Cilio e Stefania Berutti, rispettivamente co-direttore artistico del festival e archeologa. “Articolata in tre sessioni, questa occasione di dialogo tra professionisti della comunicazione del patrimonio materiale e immateriale vuole offrire esempi di interdisciplinarietà, spesso elaborati nell’ambito di allestimenti museali o di mostre tematiche. Le esperienze presentate testimoniano la necessità di un approccio complesso per abbattere barriere e aprire alla fruizione completa del nostro patrimonio culturale”. La Giornata di Studi “Dialoghi in Badia. Strategie e best practices nella comunicazione del patrimonio culturale” si svolgerà nel corso della mattina e del primo pomeriggio di mercoledì 12 ottobre 2022 (dalle 9 alle 16) all’interno della ex Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, già sede delle proiezioni del Festival e delle iniziative culturali a esso correlate.
La giornata di studi è stata fortemente voluta dagli organizzatori del Festival, i quali hanno in tal modo voluto completarne la vocazione, creando un’occasione di incontro tra le diverse figure che animano la manifestazione: gli operatori dei Beni Culturali, i protagonisti della comunicazione audiovisiva del patrimonio storico-artistico italiano e internazionale, le figure istituzionali che agiscono sul territorio siciliano promuovendone la storia e le arti, i soggetti privati che operano nelle strutture di accoglienza e intrattenimento di Licodia Eubea e dei comuni limitrofi, le istituzioni scolastiche che partecipano alle iniziative di laboratorio didattico organizzate a latere delle proiezioni, gli studiosi ed esperti che, costituiti in comitato scientifico, visionano e valutano i film e documentari in concorso, il pubblico che segue le proiezioni e viene direttamente coinvolto come giuria popolare nell’assegnazione di uno dei premi.
“Dialogare e far dialogare fra loro tutte queste realtà”, spiegano ancora Cilio e Berutti, “è lo scopo principale di chi, da anni, si impegna per portare a Licodia Eubea un’occasione di crescita sociale e un’opportunità per far conoscere un’identità culturale tra le più composite. Il paese di Licodia Eubea ha infatti una lunga tradizione di centro di studi e scavi archeologici, sito in un’area di densa abitazione che, senza soluzione di continuità, abbraccia una serie di epoche comprese tra la Preistoria e l’Età moderna, come testimonia la ricchezza di reperti ed emergenze architettoniche. La stessa sede delle proiezioni del Festival, nella quale si avvicenderanno i relatori della Giornata di studi, è una chiesa sconsacrata che, restaurata dalla Soprintendenza catanese, ha conosciuto diverse destinazioni d’uso e ora, grazie anche alla cura dell’Archeoclub di Licodia Eubea è sede di mostre temporanee di respiro internazionale, e dunque punto di aggregazione della vita culturale locale, ma anche di quella extra-territoriale che sposa le suddette manifestazioni”. Tre le sessioni in programma: 9-9.30, registrazione dei partecipanti; 9.30-11, Editoria; 11.30-13, Comunicazione audiovisiva; 14-15.30, Comunicazione “oltre i confini”. I protagonisti della giornata di studi presenteranno uno speech di 15 minuti, avvicendandosi sul palco della ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara. Al termine di ogni sessione, i relatori saranno riuniti sul palco e, prendendo spunto dai reciproci interventi e dalle domande del pubblico, alimenteranno un dialogo destinato a offrire nuovi spunti di riflessione in merito alle tematiche trattate. A conclusione dell’evento, sarà rilasciato un attestato di partecipazione. La partecipazione all’evento è gratuita, ma l’iscrizione è obbligatoria al seguente link 









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