Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “Siria. Il patrimonio archeologico perduto” con Matteo Riccò, secondo incontro del ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma
Secondo incontro del ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta, che per il 2025 dedicherà ampio spazio alla celebrazione del centenario della morte del parmigiano Luigi Pigorini, il più noto fra i padri fondatori dell’archeologia preistorica italiana. Appuntamento giovedì 6 febbraio 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni, complesso monumentale della Pilotta, con la conferenza “Siria. Il patrimonio archeologico perduto” di Matteo Riccò che racconterà la storia di questo gioiello dall’ultimo atto della terribile guerra fra Roma e la Persia (603-627). La Siria è stata definita da Paolo Matthiae come “una terra di passaggio”, sospesa com’è fra il Mediterraneo e il mondo mesopotamico, fra l’Anatolia e il deserto. La Siria (in senso lato e non solo la Repubblica Araba di Siria) è riconosciuta quale una delle culle della civiltà, ruolo ulteriormente ribadito dalle recenti scoperte archeologiche nella zona dell’antica Edessa, a Ebla e Mari. La Siria è stata anche una terra in cui tre culture (quella siriaca, quella greca è quella mesopotamica) si sono interfacciate per secoli e mescolate fra loro, in un unicum in tutto il bacino del Mediterraneo. Un gioiello conteso per 700 anni fra Roma e la Persia. Usando quale ideale fil rouge l’ultimo atto della terribile guerra fra Roma e la Persia (603-627) assisteremo così alla fine dell’antichità ed alla nascita del primo Califfato, nonché all’inizio vero e proprio del medioevo.
Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “Cadalo! Chi era costui?” con il prof. Sergio Olivati apre il nuovo ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma
Prende il via il nuovo ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta, che per il 2025 dedicherà ampio spazio alla celebrazione del centenario della morte del parmigiano Luigi Pigorini, il più noto fra i padri fondatori dell’archeologia preistorica italiana. Appuntamento giovedì 16 gennaio 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni, complesso monumentale della Pilotta. Il primo incontro “Cadalo! Chi era costui?” con il prof. Sergio Olivati sarà dedicato alla figura di Cadalo, vescovo di Parma candidato al soglio pontificio. L’inizio anticipato di 30 minuti rispetto al solito consentirà di dedicare più tempo alle domande e alla discussione. Ingresso libero fino al raggiungimento della capienza della sala.
Parma. Al Complesso monumentale della Pilotta conferenza della prof.ssa Maria Bernabò Brea su “Le statuette femminili neolitiche in Italia e non solo”: riflessione sul mondo simbolico del neolitico attraverso la cultura materiale: dalle figurine femminili del Vicino Oriente e dell’Europa, ai ritrovamenti del territorio italiano
Per le conferenze di Arkheoparma giovedì 12 dicembre 2024, alle 17, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta a Parma, la conferenza “Le statuette femminili neolitiche in Italia e non solo” con la prof.ssa Maria Bernabò Brea, promossa in collaborazione con l’associazione Amici della Pilotta. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La prof.ssa Bernabò Brea, già direttrice del museo Archeologico di Parma, oggi ispettrice onoraria della SABAP di Parma e Piacenza e membro del direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, proporrà una riflessione sul mondo simbolico del neolitico attraverso la cultura materiale: dalle figurine femminili del Vicino Oriente e dell’Europa, ai ritrovamenti del nostro territorio.
Le civiltà che non hanno conosciuto l’uso della scrittura possono essere indagate solo con i metodi dell’archeologi grazie alle testimonianze della cultura materiale. Sono rarissimi i reperti che consentano uno sguardo più approfondito nel loro mondo simbolico e, tra questi, sono particolarmente interessanti le figurine antropomorfe, in grandissima percentuale femminili. Molte di esse sono attribuibili alle prime civiltà agricole del Vicino Oriente, dell’Europa sud-orientale e, in minor misura, dell’Italia, tanto da poter essere considerate un elemento fondante dell’ideologia di quelle civiltà.
Il periodo di cui parliamo ha complessivamente una lunga durata (dal IX-VIII al IV millennio a.C.) e l’area presa in considerazione è estremamente estesa. È quindi naturale che le figurine siano stilisticamente differenziate, diventando, in ogni luogo e in ogni tempo, oggetti emblematici di culture molto diverse tra loro. La maggior parte di esse è realizzata in ceramica, ma ve ne sono anche in pietra, in osso, in avorio; talvolta i tratti sono tendenzialmente naturalistici, benché spesso esagerati, altre volte invece sono fortemente stilizzati. Tra esse si riconoscono alcune vere e proprie opere d’arte, accanto a moltissimi piccoli oggetti senza pregio artistico, o che paiono solo alludere alla forma antropomorfa.
Il dibattito sul loro significato, acceso fin dai primi rinvenimenti nel XIX secolo, è tutt’ora irrisolto, tra credenza nel culto universale di una “Grande Madre” o “Madre Terra” e interpretazioni quali talismani, rappresentazioni di defunte/i, oggetti propiziatori. La riflessione, dopo un accenno ai possibili -antichissimi- progenitori paleolitici, verterà sulle più famose figurine neolitiche del Vicino Oriente e dell’Europa, senza dimenticare i ritrovamenti neolitici nel nostro territorio.
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