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Sambuca di Sicilia (Ag). A Palazzo Panitteri si inaugura il nuovo percorso espositivo con Il corredo funerario della Tomba della Regina di Monte Adranone, scoperto nel 1886 e rimasto per 136 nei depositi del museo Salinas di Palermo. Visite guidate speciali

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Parte del corredo della Tomba della Regina di Monte Adranone esposti a Palazzo Panitteri di Sambuca di Licata (Ag) (foto regione siciliana)

sambuca_archeologico_nuovo-percorso_corredo-tomba-della-regina-di-monte-adranone_locandinaIl corredo funerario della Tomba della Regina di Monte Adranone ritorna a casa dopo 136 anni: sedici pezzi, infatti, entreranno a fare parte del percorso museale di Palazzo Panitteri di Sambuca di Sicilia, nell’Agrigentino. Sarà inaugurato giovedì 21 marzo 2024, alle 11, a Palazzo Panitteri, a Sambuca di Sicilia, il nuovo percorso espositivo che comprende i 16 reperti del corredo funerario della Tomba della Regina, rinvenuti nella zona archeologica di Monte Adranone nel 1886 e fino a qualche giorno fa custoditi nel museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo. Interverranno l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato; il direttore del parco archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta; il sindaco di Sambuca, Giuseppe Cacioppo; la direttrice del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas”, Caterina Greco; e le archeologhe che hanno curato il progetto. I reperti sono stati rinvenuti nei depositi del museo “Antonino Salinas”, dove il grande archeologo e docente universitario a cui la struttura è intitolata volle trasferirli, intuendone il valore dopo i primi scavi del 1886. L’integrazione nel percorso espositivo è stata resa possibile dalla collaborazione tra il parco archeologico della Valle dei Templi, responsabile della valorizzazione dell’area di Monte Adranone, il museo palermitano e l’amministrazione comunale della città agrigentina. Un’occasione unica dunque per immergersi nella storia e ammirare da vicino reperti unici che tornano a splendere nella loro terra d’origine. Inoltre, dal 21 al 26 marzo 2024, si può vivere un’esperienza esclusiva con le visite guidate curate dall’archeologa del parco archeologico, Valentina Caminneci. Per informazioni e prenotazioni vcaminneci@parcovalledeitempli.it.

Archeologia in lutto. Si è spento improvvisamente a 82 anni Malcolm Bell III, luminare dell’archeologia classica a livello internazionale, specialista di Morgantina, nome indissolubilmente associato al suo da oltre 60 anni

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Il prof. Malcolm Bell III, l’archeologo di Morgantina, è morto a 82 anni a Roma

Archeologia in lutto. Il 7 gennaio 2024 si è spento a 82 anni, a Roma, in ospedale, portato via da un improvviso aggravarsi di una brutta influenza, l’archeologo Malcolm Bell III, luminare dell’archeologia classica a livello internazionale, specialista di Morgantina, nome indissolubilmente associato al suo da oltre 60 anni.  Era nato il 1° giugno 1941. L’Archeoclub Aidone Morgantina invita la comunità aidonese e chiunque abbia conosciuto e stimato il professore Malcolm Bell ad unirsi in preghiera domenica 14 gennaio 2024 alle 10.30 nella chiesa di Sant’Anna di Aidone, dove sarà celebrata una messa in suffragio del caro defunto.

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Il prof. Malcolm Bell III dell’università della Virginia (USA)

A ricordare la figura del professore Malcolm Bell III è l’archeologa siciliana Serena Raffiotta, ricercatrice nel museo Archeologico regionale di Aidone. “Malcolm Bell era l’amico di tutti”, scrive Raffiotta; “per me, prima ancora che un maestro, Mac era come un parente per la grande, forte e sincera amicizia che da sempre lega la mia alla sua famiglia. Quante calde estati trascorse negli anni Ottanta a Serra Orlando insieme ai suoi figli, ai tempi in cui bambini lo seguivano insieme alla moglie ad Aidone, trascorrendo in Sicilia qualche mese di vacanza mentre lui era dedito al suo lavoro e molto impegnato come direttore della missione americana a Morgantina. Dopo averlo sentito a Natale per i consueti auguri, lui felice di trascorrere le feste a Roma con figli e nipoti, lo avevo pensato proprio ieri pomeriggio, senza sapere che da qualche giorno si trovava ricoverato in ospedale per una pesante influenza. Avevo promesso a me stessa di impegnarmi personalmente per organizzare in primavera la presentazione ad Aidone del suo ultimo lavoro, la monumentale monografia sull’agorà di Morgantina edita un anno fa. Ne avevamo parlato mesi fa ma senza raggiungere un accordo, data l’incertezza sulla sua prossima trasferta in Sicilia a causa delle precarie condizioni di salute. Non avevo insistito, intuendo che non si sentiva sicuro di viaggiare soprattutto nella stagione fredda, ma in cuor mio non riuscivo ad accettare che non dovesse essere protagonista di una grande festa tutta per lui al museo, sapendo quali immani fatiche gli era costato lavorare a quest’ultima pubblicazione. E invece Mac ieri 7 gennaio 2024 è volato in cielo, così all’improvviso, nel silenzio e nella riservatezza che lo hanno sempre contraddistinto, lontano dalla sua cara Virginia, a Roma dove insieme alla moglie amava tanto stare e dove ha sempre avuto un’accoglienza speciale dagli amici dell’Accademia Americana, dove aveva vissuto da studente negli anni Sessanta e poi da docente negli anni Novanta e dove da qualche tempo trascorreva gran parte dell’anno, per poter stare più vicino ai suoi adorati figli e nipoti, residenti in Europa. È andato via senza prendersi i nostri accorati applausi, i nostri più bei complimenti e i nostri doverosi e dovuti ringraziamenti per aver investito la sua intera esistenza su Morgantina, per aver fatto di Aidone – dov’era amico di tutti – la sua seconda casa, per aver voluto tanto bene agli aidonesi da meritare nel 2008 la cittadinanza onoraria, per aver lavorato negli ultimi anni – impegnandosi senza sosta, notte e giorno, nonostante l’età avanzata – alla revisione dei dati di scavo in archivio e dei reperti nei depositi del museo di Aidone con l’obiettivo di regalare alla comunità scientifica mondiale il suo più importante studio su Morgantina, una monumentale e minuziosa opera – il volume VII dei Morgantina Studies – dedicata alle attività archeologiche nell’area dell’agorà. Il vuoto che lasci è incolmabile, mio carissimo Mac. E sono certa che la tua anima vivrà per sempre lì, tra le rovine di Morgantina, tra quelle pietre che le tue mani hanno accarezzato tante volte in cerca di risposte. Li a Serra Orlando, dove ogni giorno soffia un vento leggero che ristora, sono certa che ti rivedrò passeggiare, sorridente, calmo e paziente come sei sempre stato, immerso nella beatitudine che è dei buoni. Riposa in pace, Mac!”.

aidone_epigrafe-lutto-malcolm-bell-IIIMolte le partecipazioni al lutto. A cominciare dal sindaco di Aidone, Annamaria Raccuglia, insieme all’amministrazione comunale e al consiglio comunale: “Con grande rammarico abbiamo appreso la triste notizia della dipartita del prof. Malcolm Bell. Profondamente riconoscenti per l’impegno profuso nel corso della sua carriera per Aidone e Morgantina, partecipiamo al cordoglio della famiglia. Il 26 giugno 2008, il Comune di Aidone conferì la cittadinanza onoraria a Malcolm Bell III, professore di Storia dell’Arte all’università della Virginia, direttore degli scavi americani a Morgantina dal 1980, riconoscendo con gratitudine il suo fondamentale contributo alla conoscenza di Morgantina attraverso le ricerche scientifiche e le pubblicazioni sulla città antica. Di lui ricordiamo il garbo e l’entusiasmo nell’approccio con la comunità aidonese che ha sempre nutrito grande stima nei suoi confronti”. L’associazione Ecomuseo di Aidone “I semi di Demetra” ricorda il prof. Malcolm Bell III che “ha servito con passione e generosità la nostra Morgantina. Lo ricorderemo con tantissimo affetto per lo spessore umano e per le capacità professionali che lo hanno distinto, oltre a essergli profondamente riconoscenti per quanto ha fatto per tutta la comunità di Aidone”. I soci dell’Archeoclub Aidone-Morgantina lo ricordano con affetto e stima “grati della sua disponibilità anche quando ci accompagnava nelle interessanti Archeopasseggiate in cui ci faceva partecipi delle ultime scoperte inerenti Morgantina. Grazie Professore”. E scrivono: “Il suo amore per Aidone, la sua appassionata attività di ricerca dedicata a Morgantina, la sua gentilezza e disponibilità incondizionate e la sua affettuosa vicinanza alla nostra associazione saranno il più caro ricordo che custodiremo in eterno”.

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Il prof. Malcolm Bell III nel museo Archeologico di Aidone

Molti anche gli attestati in ricordo del “prof”. Caterina Greco, direttore del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo: “Con grande dolore apprendo della morte di Malcolm Bell, grande studioso di Morgantina (e non solo), cui la ricerca archeologica in Sicilia deve moltissimo. Nei primi anni 2000 stilammo insieme una convenzione di studio tra la Soprintendenza di Enna (il parco ancora non esisteva) e la Virginia University, in modo da dare continuità e il dovuto riconoscimento istituzionale al rapporto ultra decennale che legava la Missione Americana a Morgantina. E il suo ruolo fu fondamentale per il rientro in Sicilia di tanti preziosissimi cimeli illecitamente sottratti all’archeologia siciliana, in primis gli acroliti arcaici e gli argenti della casa di Eupolemos. Un grande studioso e un uomo riservato e gentile, amante della musica e dell’arte, cui mi hanno legato stima reciproca e amicizia sincera. E soprattutto un uomo integro e di principi saldi e incrollabili, che perseguiva con ammirevole tenacia. Ci mancherai molto Mac!”. Flavia Zisa, professore associato di Archeologia classica all’università Kore di Enna: “Mi dispiace davvero molto.  Studioso illuminato ed intuitivo. Le nostre vite si sono intrecciate in varie occasioni e in vari luoghi tra America e Italia. A lui devo l’amore per Morgantina e l’onore di aver scavato nell’agora con lui. Non sono stata sempre in sintonia con lui, ma non ho fatto in tempo a dirgli che invece ero d’accordo con lui su una ipotesi, che però lui stesso ha silenziato. Non la dirò più neanche io: era l’unico con cui avrei avuto il piacere di discuterne. Mi rimarrà la questione aperta… Raffinato, gentile, colto, amava moltissimo la Sicilia, pur rimanendo un perfetto americano in tutto e per tutto. Lo ringrazio per tante cose, per la città antica ci ha svelato ma, personalmente, lo ringrazio per quella giornata bellissima e indimenticabile trascorsa con mio padre, mia madre e mia nonna. C’era il sole, la luce, l’aria bella e i profumi. Buon viaggio, Malcolm dagli occhi sorridenti”. Ezio Di Serio di Enna: “Scompare un grande archeologo di fama internazionale che ha legato molto della sua vita al sito archeologico di Morgantina (Aidone). Addio grande Malcolm Bell III”. L’archeologa palermitana Francesca Spatafora: “Un’altra dolorosa perdita per tutti noi e per l’archeologia”.

Palermo. Al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” apre la mostra “Sicilia//Grecia//Magna Grecia. E dunque quello che cercavo sono (Odisseo Elitis)”: un dialogo tra i capolavori del Salinas, del museo dell’Acropoli di Atene e del museo nazionale di Ruvo di Puglia, e da altri musei dell’Italia meridionale

“Sicilia//Grecia//Magna Grecia. E dunque, quello che cercavo sono (Odisseo Elitis)” è il titolo della mostra che cita il poeta greco, premio Nobel per la letteratura nel 1979. La mostra allestita nel museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo sarà inaugurata alle 21 di mercoledì 20 dicembre 2023 e sarà visitabile fino al 31 marzo 2024 (dal martedì al sabato dalle 9 alle 18, domenica e festivi 9-13.30). Alla presentazione saranno presenti l’assessore regionale ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato; l’assessore alla Cultura del Comune di Palermo, Gianpiero Cannella; l’assessore al Centro storico del Comune di Palermo, Maurizio Carta; la direttrice del museo Salinas, Caterina Greco, curatrice della mostra insieme alla professoressa di Storia greca dell’università di Lecce, Flavia Frisone, e alla ricercatrice di Museologia dell’università di Bari Elisa Bonacini. La mostra, finanziata dal ministero della Cultura con fondi europei del Pon “Cultura e sviluppo” (Fesr 2014-2020), fa parte di un programma di interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana, per i quali l’assessorato regionale dei Beni culturali ha sottoscritto un accordo con il Comune di Palermo.

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Caterina Greco, direttrice del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo nella sala delle metope del Tempio E di Selinunte (foto regione siciliana)

Filo conduttore della mostra è “Il viaggio”, come racconta lo stesso logo. Una barca che solca le onde del mare, quelle “strade liquide” capaci di creare una fitta rete di relazioni sociali, culturali ed economiche fra Grecia, Sicilia e Magna Grecia, aree nelle quali si sviluppò il grande fenomeno della grecità occidentale che sta a fondamento della cultura europea. Un “dialogo” fra i capolavori del museo Salinas, dai sarcofagi della Cannita alle metope dei Templi di Selinunte, e quelli dell’arte greca, come il rilievo dell’Atena pensosa proveniente dal museo nazionale dell’Acropoli di Atene, e dell’arte magno-greca, come il monumentale cratere apulo del pittore di Licurgo, in prestito dal museo nazionale di Ruvo di Puglia. Tanti gli altri preziosi reperti provenienti dai numerosi musei prestatori siciliani, che in questa occasione hanno fatto rete intorno al museo palermitano, in una narrazione corale da oriente a occidente in Sicilia. La mostra sarà accompagnata da narrazioni digitali di differente tecnologia, dall’esperienza immersiva in realtà virtuale a brochure interattive e corredate di video storie animate e podcast, realizzate dalle aziende del gruppo Vodafone Italia.

 

Palermo. Al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” conferenza “La mummia del museo Salinas. L’abate Paternostro e i primordi dell’Egittologia in Sicilia”: storia di un ritrovamento nei depositi e della connessione tra Sicilia e Antico Egitto

palermo_archeologico_conferenza-la-mummia-del-museo-salinas_locandinaNascosta tra i numerosi reperti non esposti al pubblico che il Salinas conserva nei suoi magazzini, quasi dimenticata e sconosciuta a seguito dello scorrere del tempo, riemerge dal passato una preziosa mummia egizia. La ricerca scientifica sul ritrovamento, di grande rilevanza culturale, è stata affidata all’antropologo siciliano Dario Piombino-Mascali, e viene adesso, per la prima volta, presentata alla comunità cittadina. Se ne parla venerdì 22 settembre 2023, alle 17.30, al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, nella conferenza “La mummia del museo Salinas. L’abate Paternostro e i primordi dell’Egittologia in Sicilia”. Relatore Dario Piombino-Mascali (università di Vilnius). Introduce Caterina Greco (museo Salinas). Interverranno Selima Giorgia Giuliano (soprintendenza BB.CC.AA. Palermo), Laura Anello (fondazione Le Vie dei Tesori). Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Ripercorrendo la storia e l’evoluzione della pratica dell’imbalsamazione nell’antico Egitto, attraverso il fascino esercitato dalla terra dei faraoni nella Sicilia preunitaria, l’indagine della mummia del Salinas arricchisce il patrimonio culturale del più antico museo dell’isola. Sarà una straordinaria avventura nel tempo, mentre si scopre insieme l’affascinante connessione tra la Sicilia e l’Egitto antico. Un’opportunità unica per immergersi nella storia e nell’Egittologia in Sicilia.

Palermo. Al museo Archeologico regionale “A. Salinas” presentazione del libro “La Terra dei Giganti. Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino” (Angelo Mazzotta editore) a cura di Alfonso Lo Cascio e Antonino Filippi

palermo_archeologico_libro-la-terra-dei-giganti_presentazione_locandinaMartedì 16 maggio 2023, alle 17.30, al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, sarà presentato il libro “La Terra dei Giganti. Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino” (Angelo Mazzotta editore) a cura di Alfonso Lo Cascio, giornalista pubblicista, e Antonino Filippi, archeologo, segue progetto di dottorato di ricerca sulla Protostoria siciliana all’università di Roma “Tor Vergata”.  L’opera presenta il contributo di 19 studiosi: Giuseppina Battaglia, Alberto Cazzella, Massimo Cultraro, Franco D’Angelo, Rosanna De Simone, Sara Di Salvo, Antonino Filippi, Rossella Giglio Cerniglia, Caterina Greco, Domenico Laudicina, Alfonso Lo Cascio, Giuseppe Lo Iacono, Marcello A. Mannino, Ferdinando Maurici, Giulia Recchia, Alberto Scuderi, Francesca Spatafora, Sebastiano Tusa, Stefano Vassallo. Dopo i saluti della direttrice Caterina Greco, intervengono Ferdinando Maurici, soprintendente del Mare, e Francesca Spatafora, già direttrice del museo Archeologico regionale “Salinas”. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

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Copertina del libro “La Terra dei Giganti. Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino” (Angelo Mazzotta editore) a cura di Alfonso Lo Cascio e Antonino Filippi

La Terra dei Giganti. Le dinamiche storiche e archeologiche che hanno interessato la Sicilia e l’Isola di Malta dalla Preistoria al Medioevo sono il tema dei contributi che arricchiscono questo volume, scritto da specialisti del settore, con approfondimenti sulle più recenti scoperte, frutto di scavi, indagini nel territorio e nei magazzini dei musei siciliani. Si scopre così che le nostre conoscenze sulle antiche culture testimoniate nell’Isola si legano strettamente all’attività di ricerca di un uomo, Giovanni Mannino, che per oltre mezzo secolo è stato uno dei protagonisti della cultura siciliana e al quale, come dimostra la sua lunga bibliografia, molto dobbiamo sulle attuali conoscenze in diverse discipline, dall’Archeologia alla Speleologia.

Palermo. Al museo Archeologico regionale “A. Salinas” presentazione del libro “La Sicilia e il Mediterraneo dal Tardoantico al Medioevo. Prospettive di ricerca tra archeologia e storia”, Atti del Convegno del 2018, a cura di Lucia Arcifa e Cristina Rognoni

palermo_salinas_la-sicilia-e-il-mediterraneo-dal-tardoantico-al-medioevo_presentazione-libro_locandina“La Sicilia e il Mediterraneo dal Tardoantico al Medioevo. Prospettive di ricerca tra archeologia e storia”, Atti del Convegno Internazionale di studi dedicato a Fabiola Ardizzone Lo Bue (Palermo 11-13 ottobre 2018) a cura di Lucia Arcifa e Cristina Rognoni, edito da Palermo University Press, è il titolo del libro che sarà presentato giovedì 4 maggio 2023, alle 17.30, al museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Dopo i saluti di Caterina Greco (museo Salinas), Michele Cometa (università di Palermo) e Aurelio Burgio (università di Palermo), introdurrà Oscar Belvedere (università di Palermo). Presenterà il libro Alessandra Molinari (università di Roma Tor Vergata). Saranno presenti le curatrici. Il volume raccoglie i lavori presentati nel corso delle giornate di studio “La Sicilia e il Mediterraneo dal Tardoantico al Medioevo. Prospettive di ricerca tra archeologia e storia”, tenutesi a Palermo dall’11 al 13 ottobre 2018 e dedicate a Fabiola Ardizzone Lo Bue. Ripercorre, attraverso i contributi di colleghi e allievi, i temi di ricerca sviluppati da Fabiola Ardizzone Lo Bue nel corso della sua carriera, che la ha vista protagonista di una stagione importante, se non di svolta, per l’archeologia medievale siciliana. I saggi raccolti in sezioni cronologiche (età tardoantica, età bizantina, età islamica e età normanna) affrontano questioni legate alla cultura materiale, alle reti di scambio mediterranee, al mondo rurale, alle città contribuendo a disegnare un quadro articolato e complesso dello stato della ricerca sulla Sicilia, nel contesto mediterraneo, dal tardoantico al medioevo. Costituisce infine uno stimolo alla riflessione sull’archeologia medievale siciliana e sul suo futuro, sul possibile ruolo sociale, “pubblico”, della ricerca archeologica e storica.

Atene. Al museo dell’Acropoli la cerimonia di consegna dei tre frammenti del Partenone conservati ai Musei Vaticani voluta da Papa Francesco. L’arcivescovo ortodosso di Atene ringrazia Papa Francesco per la donazione “tangibile prova dei frutti prodotti dai rapporti fraterni che esistono tra noi cristiani” e invita altri a seguire l’esempio del Pontefice

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Museo dell’Acropoli di Atene: il posizionamento di uno dei frammenti del Partenone restituiti dal Vaticano (foto Paris Tavitian / Acropolis Museum)

L’annuncio Papa Francesco l’aveva fatto a Natale 2022:  “Il Santo Padre Francesco”, si sottolineava nell’annuncio ufficiale del Vaticano, “quale segno concreto del sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico di testimonianza della Verità, ha deciso di dare a Sua Beatitudine Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, tre frammenti del Partenone, che da secoli sono custoditi con grande cura nelle collezioni del Pontefice e nei Musei Vaticani, e che sono stati ammirati da milioni di visitatori da tutto il mondo” (vedi Vaticano. Papa Francesco restituisce alla Grecia tre frammenti del Partenone esposti dall’Ottocento nelle Collezioni dei Musei Vaticani: “Segno concreto del sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico di testimonianza della Verità” | archeologiavocidalpassato). Il 24 marzo 2023 dopo oltre due secoli i tre frammenti del Partenone custoditi dai Musei Vaticani sono tornati ad Atene con una cerimonia di riunificazione definitiva con le altre sculture del tempio esposte al Museo dell’Acropoli della capitale greca.

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Testa di adolescente, frammento dal fregio che avvolgeva la cella del tempio del Partenone, conservata ai Musei Vaticani e restituita da Papa Francesco alla Grecia (foto musei vaticani)

I tre frammenti provengono ciascuno da una diversa parte del tempio, fatto costruire da Pericle tra il 447 e il 432 a.C. e sono stati scolpiti dal grande scultore Fidia, che fu anche il sovrintendente del cantiere. Il primo raffigura una testa di cavallo ed è parte del frontone parte del frontone raffigurante la disputa tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica. Il secondo è una testa di fanciullo portatore di focacce, che ricorda la festa per la fondazione di Atene e si trovava nella cella più interna del Partenone. Il terzo frammento è invece la testa di uomo barbuto e faceva probabilmente parte di una delle metope che raffiguravano una centauromachia nel frontone sud.

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Sua Beatitudine Ieronymos II, arcivescovo della chiesa ortodossa di Atene, alla cerimonia al museo dell’Acropoli di Atene (foto Paris Tavitian / Acropolis Museum)

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Testa virile barbuta, frammento dalle metope sud del Partenone, dove era raffigurata la Centauromachia, conservata ai Musei Vaticani e restituita da Papa Francesco alla Grecia (foto musei vaticani)

Grande emozione e gioia è stata espressa da Sua Beatitudine Ieronymos II, arcivescovo della chiesa ortodossa di Atene, che si è commosso “per la realizzazione dell’iniziativa del nostro caro fratello” Papa Francesco, che con il suo gesto ecumenico e di pace, ha fatto ritrovare ai frammenti “il loro spazio naturale” nella Sala del Partenone del Museo dell’Acropoli. La restituzione, ha affermato, “è una tangibile prova dei frutti prodotti dai rapporti fraterni che esistono tra noi cristiani, guidati dalla verità, dall’amore, dal reciproco rispetto e comprensione”, e dimostra “che sono possibili delle soluzioni a qualsiasi problema e disaccordo esistenti, purché ci sia buona volontà e sincero desiderio di collaborare”. Attraverso questo atto, inoltre, “si ripristina la verità e vengono curate quelle ferite e traumi che risalgono al passato”, che si ricongiungono “in questo unico monumento del patrimonio culturale mondiale come sue inscindibili parti “. L’augurio di Ieronymos II è che questa iniziativa “trovi altri imitatori”, perché Papa Francesco ha mostrato che questo “è possibile e tangibile”.

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La cerimonia di consegna dei frammenti del Partenone del Vaticano al museo dell’Acropoli (foto Paris Tavitian / Acropolis Museum)

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Testa di cavallo, frammento dal frontone occidentale del Partenone, conservata ai Musei Vaticani e restituita da Papa Francesco alla Grecia (foto musei vaticani)

Presente anche una delegazione vaticana, composta da monsignor Brian Farrell, segretario del Dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani, e dal sottosegretario Andrea Palmieri, dal nunzio apostolico in Grecia monsignor Jan Romeo Pawloksi e dalla direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta. La presenza del Dicastero che si occupa delle relazioni fraterne tra le Chiese, ha sottolineato monsignor Farrell, fa sì che la restituzione “si manifesta come un gesto ecclesiale, culturale e sociale di amicizia e solidarietà con il popolo greco” e ha quindi “un significato particolare nell’affermare sempre più fortemente l’amicizia e la vicinanza spirituale tra le nostre Chiese”.

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Le autorità intervenute alla consegna ufficiale del “Reperto Fagan”: da sinistra, il direttore del museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis; il primo ministro della Repubblica Greca Kyriakos Mitsotakis; l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà; la direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, Caterina Greco; la ministra della Cultura Lina Mendoni (foto museo acropoli atene)

Alla cerimonia anche l’ex assessore regionale ai Bei culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà: “Sono felice e onorato per aver preso parte, ieri pomeriggio, su invito personale del Ministro della Cultura e dello Sport della Repubblica di Grecia, Lina Mendoni – con cui si è instaurato nel tempo un solido legame di amicizia – alla cerimonia ufficiale che si è tenuta al Museo dell’Acropoli di Atene, per presentare i tre frammenti del Partenone, restituiti alla Grecia dal Vaticano per volontà di Papa Francesco. L’emozione per aver preso parte alla cerimonia nella Capitale Ellenica è accresciuta dal fatto che la Sicilia, riportando, lo scorso anno, ad Atene il cosiddetto “Frammento Fagan”, ha fatto da apripista a livello mondiale sul tema del rientro in Grecia dei marmi del Partenone, permettendo, così, di attivare questo circolo virtuoso che sta dando i suoi frutti”. Su invito del governo ellenico, ha partecipato alla cerimonia anche Caterina Greco, direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, che aveva seguito tutta la procedura relativa al Frammento Fagan e nel gennaio del 2022 ha siglato con il Museo dell’Acropoli uno storico accordo di collaborazione, grazie al quale poco tempo dopo è arrivata a Palermo un’importante statua della Dea Atena (vedi Atene. Cerimonia di consegna ufficiale del “reperto Fagan”, frammento del Partenone, dal museo Antonino Salinas di Palermo al museo dell’Acropoli: in attesa di essere inserito nel Blocco Vi del fregio orientale, è esposto provvisoriamente in una vetrina. Il primo ministro greco: “È la prima scultura del Partenone che rientra in Grecia” | archeologiavocidalpassato).

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Museo dell’Acropoli di Atene: il posizionamento di uno dei frammenti del Partenone restituiti dal Vaticano (foto Paris Tavitian / Acropolis Museum)

La decisione di restituire i tre frammenti maturò in Papa Francesco durante la sua visita in Grecia nel dicembre 2021. “Le persone di buona volontà”, ha ribadito monsignor Farrell “possono vedere in questo evento l’espressione di una speranza condivisa che le nostre diverse culture, e l’arte stessa, saranno sempre uno strumento privilegiato di dialogo e di incontro tra i popoli”.   “In questo scambio”, ribadisce, “ci arricchiamo a vicenda, nella meravigliosa diversità delle nostre storie, delle nostre conquiste e dell’aspirazione universale alla pace e alla fraternità”. Ora, che “siamo testimoni della mancanza di pace nel mondo, soprattutto per quanto riguarda il nostro continente, l’Europa”, l’’incontro tra culture diverse può essere il mezzo che permette alla famiglia umana di fiorire nel rispetto delle nostre differenze e sensibilità”.

Museo di Aidone. Samonà: “Gli Argenti di Morgantina resteranno per sempre in Sicilia”. È uno degli effetti dell’accordo di collaborazione siglato fra il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo e il Metropolitan Museum di New York che prevede lo scambio di reperti tra i due musei

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Gli argenti di Morgantina al museo di Aidone (foto regione siciliana)

“Gli Argenti di Morgantina resteranno per sempre in Sicilia, al museo di Aidone”. È questo uno degli effetti dell’accordo di collaborazione siglato nei giorni scorsi fra il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, e il Metropolitan Museum di New York, diretto da Max Hollein. Lo annuncia l’assessore regionale Alberto Samonà: “Un’intesa che ho fortemente voluto e che modifica il punto della Convenzione sottoscritta nel febbraio del 2006, in base al quale i preziosi argenti ogni quattro anni venivano trasferiti da Aidone al museo newyorkese, e apre ad una prestigiosa collaborazione fra i due musei. In base alla nuova convenzione, siglata ai sensi dell’articolo 67, comma 1, lettera d) del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, il Metropolitan e il Salinas danno vita a uno scambio di reperti, grazie al quale nel museo siciliano, per tre anni, saranno esposte opere appartenenti alle collezioni del Met e in cambio, i visitatori del museo di New York, per un tempo di pari durata, potranno scoprire, con opere del Salinas, la ricchezza del patrimonio culturale siciliano. L’accordo, inoltre, è parte di un duraturo programma di cooperazione culturale su beni archeologici e altre opere d’arte, che il museo Salinas e il Met intendono consolidare anche mediante l’organizzazione di iniziative comuni e progetti di collaborazione, quali mostre, conferenze e ricerche scientifiche. In pratica, dopo la collaborazione con il museo dell’Acropoli di Atene, siglata nei mesi scorsi sempre su mio impulso, per il museo archeologico regionale ha inizio, in questo modo, una nuova prestigiosa sinergia con un altro fra i principali musei del mondo”.

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Un vasi di ceramica cipriota arcaica che sarà esposto al museo di Aidone proveniente dal Met di New York (foto regione siciliana)

Grazie all’accordo, firmato dalla direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas”, Caterina Greco, e dal direttore del Metropolitan Museum of New York, Max Hollein, in Sicilia arriveranno dal museo newyorkese alcuni reperti particolarmente significativi: si tratta di quattro rari esemplari di ceramica greca, di produzione cipriota e di età arcaica (750-600 a.C.). In cambio, a New York giungeranno dal Salinas alcuni materiali selinuntini (un’arula in terracotta, una lucerna arcaica in marmo, un rilievo figurato), la cui esposizione presso uno dei più importanti musei del mondo costituirà una prestigiosa occasione di conoscenza e comunicazione dell’archeologia della Sicilia.

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Le autorità intervenute alla consegna ufficiale del “Reperto Fagan”: da sinistra, il direttore del museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis; il primo ministro della Repubblica Greca Kyriakos Mitsotakis; l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà; la direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, Caterina Greco; la ministra della Cultura Lina Mendoni (foto museo acropoli atene)

“L’accordo siglato fra il Metropolitan Museum di New York e il Museo Salinas di Palermo – commenta Samonà – è un grande risultato per la Sicilia, perché non soltanto realizza la nostra volontà di mantenere gli Argenti di Morgantina ad Aidone, ma dà vita a una prestigiosa collaborazione scientifica e culturale fra il nostro Museo Salinas e il Met (uno dei più importanti musei al mondo). Come ebbi a dire mesi fa, infatti, la via maestra è proprio la politica degli scambi culturali – che sta già dando effetti molto positivi con la Grecia e i suoi musei – che è la grande opportunità dei prossimi anni: ciò consente di far conoscere al mondo il nostro patrimonio culturale e permette di avviare collaborazioni che porteranno effetti positivi alla Sicilia per la ricerca, la valorizzazione e la promozione dei musei e dei parchi archeologici dell’Isola”.

Palermo. Al museo Archeologico “Salinas” lectio magistralis su “Eleutherna, dallo scavo al museo” di Nikolaos Stampolidis, direttore generale dell’Acropolis Museum di Atene, nell’ambito dell’accordo culturale tra Sicilia e Grecia

palermo_archeologico_conferenza-eleutherna-dallo-scavo-al-museo_stampolidis_locandinaIl prof. Nikolaos Stampolidis, direttore generale dell’Acropolis Museum di Atene, sarà il protagonista martedì 6 settembre 2022, alle 18, terrà al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” con una Lectio Magistralis sul tema “Eleutherna, dallo scavo al museo”. Ingresso libero. “Siamo onorati di poter ascoltare dalla viva voce del prof. Nikolaos Stampolidis il racconto delle sue importantissime scoperte nel sito cretese di Eleutherna, uno degli scavi archeologici più affascinanti ed emblematici della Grecia”, commenta la direttrice Caterina Greco. L’incontro rientra nelle iniziative sancite dall’accordo quadriennale stipulato tra il Salinas di Palermo e il museo ateniese, in un quadro di rinnovati e intensi rapporti di collaborazione culturale tra la Sicilia e la Grecia (vedi Accordo storico tra il museo dell’Acropoli di Atene e il museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo: il frammento del Partenone conservato in Sicilia, il “Reperto Fagan, torna in Grecia per 4 anni (per ora), in cambio di una statua della dea Atena e un’antica anfora geometrica. Un segnale concreto di amicizia. E si pensa ai marmi Elgin conservati al British museum | archeologiavocidalpassato).

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Aerofotografia del settore Est della città sul sito di Eleutherna a Creta (foto bollettino di archeologia / beniculturali)

Il sito archeologico di Eleutherna, riconosciuto tra i siti Unesco della Grecia, si trova a Creta, in prossimità di Rhetymno, sulle propaggini del Monte Ida, e dal 1985 è oggetto degli scavi realizzati dall’Università di Creta sotto la direzione dallo stesso prof. Stampolidis. Il sito vanta un’ininterrotta continuità insediativa dall’era minoica fino al tardo periodo bizantino, e le rovine monumentali della città, che fiorì particolarmente in epoca ellenistico-romana e successivamente con il cristianesimo in età bizantina, hanno guadagnato a Eleutherna l’inserimento nella lista dei luoghi della cultura sotto l’egida dell’Unesco.

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Il prof. Nicholas Stampolidis sul sito di Eleutherna a Creta (foto euronews)

Di particolare importanza, perché uniche nel loro genere, le vestigia della necropoli monumentale della prima età del ferro, con pire funebri e ricchissimi corredi funerari risalenti al X-VII sec. a.C., situata ad Orthi Petra, che ha consentito agli archeologi greci di ricostruire le ritualità dei culti funerari di epoca “omerica”, appannaggio dell’aristocrazia guerriera dominante in quella fase della storia arcaica greca. Il moderno museo, inaugurato nel 2016 ed allestito a cura del prof. Stampolidis, è oggi uno dei più importanti attrattori archeologici dell’isola di Creta.

Il Reperto Fagan, frammento del fregio del Partenone, resterà per sempre in Grecia: la Regione Siciliana ha detto sì. Manca solo il sì formale del Mic. Il grazie del Governo ellenico. La Sicilia fa così da apripista al ritorno in Grecia dei reperti del fregio del Partenone

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La posizione del “reperto Fagan” nel blocco Vi del fregio orientale del Partenone (foto museo acropoli atene)

Il frammento del Partenone proveniente da Palermo resterà per sempre in Grecia. La Regione Siciliana ha già detto sì. Ora manca solo quello del ministero della Cultura. E il cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento della lastra appartenente al fregio orientale del Partenone che raffigura il piede di Artemide (Dea della Caccia) seduta in trono non tornerà più in Sicilia. Il governo della Regione Siciliana, infatti, con delibera di Giunta, ha dato il proprio consenso alla cosiddetta “sdemanializzazione” del bene, cioè l’atto tecnico che si rendeva necessario per la restituzione definitiva del frammento, dopo avere incassato nelle settimane precedenti il via libera dell’Avvocatura Generale dello Stato alla procedura di “sdemanializzazione” da parte della Sicilia ai fini della restituzione alla Grecia e l’ok del ministero della Cultura sulla competenza della Regione Siciliana a procedere in tal senso. Si attende adesso solamente il “nulla osta” finale del Mic, che a questo punto potrebbe arrivare in tempi molto rapidi. La Sicilia fa, così, da apripista al ritorno in Grecia dei reperti del fregio del Partenone, dando il proprio contributo determinante al dibattito in corso da tempo a livello internazionale. Ad avviare il percorso al ministero della Cultura era stata proprio la Regione Siciliana che, su proposta dell’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, aveva inoltrato la richiesta al “Comitato per il recupero e la restituzione dei Beni Culturali” istituito presso lo stesso Ministero. Un atto fortemente voluto dallo stesso assessore Samonà, insieme al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, e condiviso con il ministro greco della Cultura e dello Sport, Lina Mendoni (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/01/07/accordo-storico-tra-il-museo-dellacropoli-di-atene-e-il-museo-archeologico-regionale-a-salinas-di-palermo-il-frammento-del-partenone-conservato-in-sicilia-il-rep/).

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Il “reperto Fagan” nella Sala del Partenone nel nuovo museo dell’Acropoli di Atene (foto museo acropoli atene)

Il reperto archeologico, giunto all’inizio del XIX secolo nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze non del tutto chiarite, alla morte di questi fu lasciato in eredità alla moglie che, successivamente, lo vendette tra il 1818 e il 1820 al Regio Museo dell’università di Palermo, di cui il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” è l’odierno epigono. Dallo 10 gennaio 2022, il frammento si trova già al Museo dell’Acropoli di Atene, dove nel corso di una cerimonia, a cui ha preso parte il Premier greco Kyriakos Mitsotakis, è stato ricongiunto al fregio originale da cui era stato asportato.

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Le autorità intervenute alla consegna ufficiale del “Reperto Fagan”: da sinistra, il direttore del museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis; il primo ministro della Repubblica Greca Kyriakos Mitsotakis; l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà; la direttrice del museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, Caterina Greco; la ministra della Cultura Lina Mendoni (foto museo acropoli atene)

Il ritorno ad Atene è stato possibile in base all’accordo, nato dalla proficua interlocuzione fra il Governo siciliano – con l’assessore Samonà – e il Governo di Atene – con il ministro Mendoni – siglato nei mesi scorsi dal museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, e dal museo dell’Acropoli di Atene, diretto da Nikolaos Stampolidis, ai sensi dell’articolo 67 del nostro Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che prevede il trasferimento pluriennale e lo scambio di reperti archeologici tra le due istituzioni museali.  In base all’accordo, infatti, a febbraio 2022 da Atene è arrivata a Palermo un’importante statua acefala della dea Atena, databile alla fine del V secolo a.C., che ha già riscosso notevole successo di visitatori e che resterà esposta al museo Salinas per quattro anni; al termine di questo periodo, giungerà un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII secolo a.C. che potrà essere ammirata per altri quattro anni nelle sale espositive del museo Archeologico regionale. L’intesa, suggellata proprio a febbraio nel capoluogo siciliano alla presenza del ministro della Repubblica Greca, Lina Mendoni e del sottosegretario alla Cultura, senatrice Lucia Borgonzoni, prevede anche l’organizzazione di mostre e altre iniziative in comune che saranno realizzate in collaborazione fra la Sicilia e la Grecia su temi d’interesse culturale di respiro internazionale (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/01/07/accordo-storico-tra-il-museo-dellacropoli-di-atene-e-il-museo-archeologico-regionale-a-salinas-di-palermo-il-frammento-del-partenone-conservato-in-sicilia-il-rep/).

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Alberto Samonà, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, accanto al “Reperto Fagan” al museo Salinas (foto museo salinas)

“La restituzione definitiva del frammento del Partenone”, sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, “è la conferma di quel sentimento di fratellanza culturale che lega Sicilia e Grecia, due terre unite dalle comuni radici mediterranee e da antichissimi e profondi legami. Con il presidente Musumeci abbiamo condiviso questo importante gesto, nella consapevolezza che proprio sulla Cultura si debbano fondare nuove relazioni tra Paesi che intendono puntare sul proprio patrimonio culturale per costruire un futuro stabile. Come ho detto anche a gennaio ad Atene, abbiamo posto le basi per la nascita di una Europa della Cultura, fondata su valori antichi e universali: in un’epoca di guerre e incertezze, siamo fortemente convinti che proprio dalla Cultura possa arrivare quel messaggio di pace che unisca i popoli su principi comuni e su una visione di futuro di cui c’è fortemente bisogno. Vorrei ringraziare il ministero della Cultura, che ha condiviso questo percorso fin dal primo momento, non facendo mai mancare il proprio sostegno e, in particolare, il sottosegretario Borgonzoni che, anche per il suo ruolo relativo alle materie Unesco, ha offerto alla Sicilia il supporto necessario”.

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L’archeologa Lina G. Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Grecia

“La procedura seguita dal governo regionale della Sicilia e dal ministero della Cultura della Repubblica Italiana per il rimpatrio definitivo ad Atene del Frammento Fagan”, osserva la ministra della Cultura e dello Sport dello Stato Ellenico, Lina Mendoni, “mostrano chiaramente e moralmente quale sia la strada da seguire per il ritorno delle sculture del Partenone ad Atene. La riunificazione delle sculture di Fidia costituisce un obbligo morale per l’Europa, nel contesto della tutela del suo comune patrimonio culturale, della Democrazia, della prosperità dei suoi popoli. Viviamo in un’epoca di grandi sfide, di sfide costanti e di conquiste. Oggi investire nei valori e nei principi dell’Umanesimo è diventato più che mai necessario. Siamo grati al governo regionale della Sicilia e al suo presidente Nello Musumeci e soprattutto all’assessore regionale per i Beni culturali e per l’Identità siciliana Alberto Samonà per la loro iniziativa e per la loro generosità. Il ministro della Cultura della Repubblica Italiana Dario Franceschini e il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni hanno sostenuto con forza la richiesta della Sicilia. Li ringrazio calorosamente. La volontà politica espressa conferma i lunghi legami di pertinenza culturale e di reale riconoscimento della nostra comune identità mediterranea”.