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Melilli (Sr). Omaggio a Luigi Bernabò Brea, grande archeologo e funzionario della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, con il convegno “Luigi Bernabò Brea e la Sicilia. Bilancio e prospettive di ricerca a un quarto di secolo dalla sua scomparsa”: due giorni in presenza e on line

melilli_convegno-luigi-bernabò-brea-e-la-sicilia_piccola-locandinaOmaggio a Luigi Bernabò Brea (1910-1999), studioso visionario e innovativo, animato da un rigoroso senso dello Stato e del bene collettivo, capace di trasformare l’archeologia siciliana in un laboratorio permanente di sfide e conquiste scientifiche. Appuntamento a Melilli (Sr), nell’ala consiliare, il 17 e 18 febbraio 2024, per il convegno di archeologia “Luigi Bernabò Brea e la Sicilia. Bilancio e prospettive di ricerca a un quarto di secolo dalla sua scomparsa” organizzato dall’associazione Italia Nostra Melilli, in collaborazione con l’amministrazione comunale, con la partecipazione di funzionari e docenti universitari italiani e stranieri, attivi o in pensione, insieme ad Accademie, Istituti di cultura, Musei e Soprintendenze provenienti da tutta Italia.

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L’archeologo Luigi Bernabò Brea (Genova, 27 settembre 1910 – Lipari, 4 febbraio 1999) (foto regione siciliana)

A venticinque anni dalla scomparsa di Luigi Bernabò Brea (Genova, 27 settembre 1910 – Lipari, 4 febbraio 1999), illustre archeologo e funzionario della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, noto per la sua influenza rivoluzionaria nei campi degli scavi e delle pubblicazioni archeologiche, è giunto dunque il momento di fare il punto su quanto si è sviluppato in questo quarto di secolo e di mettere in evidenza la sua eredità scientifica. L’anniversario offre l’opportunità di esplorare, con una prospettiva aggiornata, uno dei periodi più entusiasmanti della storia e dell’archeologia recenti, durante il quale l’intera area della Sicilia orientale, sia ionica che tirrenica, è stata protagonista di campagne archeologiche di rilievo nel Mediterraneo. Le indagini condotte da Luigi Bernabò Brea rimangono ancor oggi fondamentali per gli studi sulla storia e l’archeologia dell’occidente greco.

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L’archeologo Luigi Bernabò Brea (foto giuseppe e luigi santi agnello)

Il convegno si svolge sabato 17 e domenica 18 febbraio 2024: dalle 9.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19. Per vedere la diretta dell’evento: www.magnetofono.it/streaming/melilli e sulla pagina Facebook di Italia Nostra Melilli (cliccare qui). All’evento saranno presenti l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, e il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, oltre ai sindaci dei Comuni limitrofi con competenza su importanti siti archeologici legati a Luigi Bernabò Brea. Parteciperanno Francesco Italia per Siracusa, Giuseppe Di Mare per Augusta e Megara Iblea, Vincenzo Parlato per Sortino e Pantalica, Giuseppe Gianni per Priolo e Thapsos. Tra gli altri partecipanti figurano il direttore del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, Carmelo Bennardo; il soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, Salvatore Martinez; il direttore del parco archeologico di Leontinoi e Megara, Carla Mancuso; e il direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, Rosario Vilardo.

IL PROGRAMMA DI SABATO 18 FEBBRAIO 2024: 9.30-10-30, introduzione di Giuseppe Immè, docente, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia e consulente scientifico del Comune di Melilli, e saluti delle autorità. 10.30-13, modera Lorenzo Guzzardi. Intervegono: Maria Bernabò Brea, già soprintendenza archeologica dell’Emilia Romagna, “Ricordo di Luigi Bernabò Brea”; Paola Pelagatti, accademia nazionale dei Lincei, “Luigi e Chiara Bernabò Brea tra Genova e Siracusa: dallo sbarco alleato alla ricostruzione della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”; Massimo Cultraro, CNR e università di Palermo, “Luigi Bernabò Brea e la Preistoria siciliana: la coerenza di un percorso scientifico”. Dopo la pausa caffè, modera Massimo Frasca. Intervengono: Rosa Maria Albanese, università di Catania (DISUM), “Il crepuscolo del re Hyblon. Mobilità e dinamiche territoriali nella Sicilia protostorica e arcaica”; Gioconda Lamagna, già direttrice del parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, “Luigi Bernabò Brea ad Adrano tra ricerca, tutela e conservazione del patrimonio archeologico”. Dopo la pausa pranzo, dalle 16.30 alle 19, modera Massimo Cultraro. Intervengono: Elvia Giudice e Giada Giudice, università di Catania (DISUM) e Universität München (Germania), “Un cratere a calice frammentario da Leontinoi conservato al Museo “P. Orsi” di Siracusa e il ruolo della colonia calcidese nei commerci attici in Occidente nella seconda metà del V sec. a.C.”; Massimo Frasca, già direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania, “L’archeologia a Lentini e Luigi Bernabò Brea”. Dopo la pausa caffè, Concetta Ciurcina, già soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Luigi Bernabò Brea e lo studio delle terrecotte architettoniche di Gela”; Michel Gras, Accademia nazionale dei Lincei, già direttore dell’École française de Rome (Francia), “Passeggiando per Siracusa”.

IL PROGRAMMA DI DOMENICA 18 FEBBRAIO 2024: 9.30-13, modera Michel Gras. Intervengono: Giovanni Di Stefano, università della Calabria e università di Roma Tor Vergata, “Le “altre” archeologie di Luigi Bernabò Brea”; Maria Costanza Lentini, già direttrice del parco archeologico di Naxos e Taormina, “Milazzo e le ricerche di Luigi Bernabò Brea nella Sicilia tirrenica”; Giuseppe Immè, docente, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia e consulente scientifico del Comune di Melilli, “Luigi Bernabò Brea e Nino Lamboglia: incontri tra archeologi nella costa tirrenica della Sicilia”; Elena Flavia Castagnino, funzionaria archeologa della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Il ruolo-chiave di Luigi Bernabò Brea nella ricerca e nella tutela del patrimonio archeologico sottomarino: una ‘immersione’ inedita nell’archivio storico della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”; dopo la pausa caffè, Maria Clara Martinelli, funzionaria archeologa del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Luigi Bernabò Brea nelle Isole Eolie. Dalle prime ricerche all’apertura del Museo di Lipari (1942-1954)”; Umberto Spigo, già direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Luigi Bernabò Brea a Tindari. Capisaldi per la ricerca e per la tutela in parallelo con l’attività della Soprintendenza alle Antichità di Siracusa in altri centri di età ellenistico-romana”; Rosario Vilardo, direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Prospettive di conservazione e valorizzazione del patrimonio nel Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea a Lipari”. Dopo la pausa pranzo, dalle 16.30 alle 19, modera Maria Bernabò Brea. Intervengono: Rosa Lanteri, dirigente U.O.2 del S. 39 parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e la difficile stagione della tutela”; Alessandra Castorina, funzionaria archeologa della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Luigi Bernabò Brea e la tutela dei siti indigeno-ellenizzati della Sicilia centro[1]meridionale. Nuovi dati dall’archivio storico della Soprintendenza di Siracusa”; Giuseppina Monterosso, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e il Museo Archeologico di Siracusa: da Piazza Duomo a Villa Landolina”; Angela Maria Manenti, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e la numismatica: il medagliere e la sua organizzazione”. Dopo la pausa caffè, Agostina Musumeci, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Dal secondo conflitto mondiale alla Commissione Franceschini: Luigi Bernabò Brea e la catalogazione”; Mariella Musumeci, già dirigente della U.O. Beni archeologici della soprintendenza BB.CC.AA., “L’attività di Luigi Bernabò Brea tra tutela e valorizzazione: alle origini dei parchi archeologici nella provincia di Siracusa”; Ermelinda Storaci, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e il Giappone”.

Enna. L’archeologo canadese Roger Wilson, il massimo esperto della Sicilia romana, ospite della soprintendenza per la conferenza “La tenuta tardoromana di Philippianus e i suoi eredi. Scavi archeologici a Gerace (2013-2019)”

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L’archeologo Roger J.A. Wilson della University of British Columbia di Vancouver

I risultati dello scavo sulla villa romana di Gerace (Enna), una delle più importanti scoperte dell’archeologia in Sicilia, Roger J.A. Wilson li ha pubblicati dal 2013 in una serie di rapporti annuali sulla rivista “Mouseion” e in parallelo, in italiano, in “Sicilia Antiqua” e ora su “Cronache di Archeologia”. L’ultimo lavoro dell’archeologo canadese della University of British Columbia di Vancouver, Scavi UBC della villa romana di Gerace (EN), Sicilia: risultati della stagione 2019, su “Mouseion” è del 2022. Proprio Roger Wilson, il massimo esperto della Sicilia romana, sarà ospite della soprintendenza per i BBCCAA di Enna martedì 4 ottobre 2022, alle 16, nella sede di via Orfanotrofio, per la conferenza “La tenuta tardoromana di Philippianus e i suoi eredi. Scavi archeologici a Gerace (2013-2019)” in cui saranno illustrati i ritrovamenti di grande interesse effettuati nel sito in anni recenti da un’equipe multidisciplinare: denti di puledro e zoccoli di cavallo, semi di cereali combusti dentro un magazzino, bolli su tegole con il nome PHILIPPIANUS e l’immagine di un cavallo e, soprattutto, meravigliosi mosaici policromi tra cui uno, eccezionale, con un’ iscrizione beneaugurante delineano il profilo di un ricco latifondista e allevatore della Sicilia tardo romana. Dopo i saluti di Calogero Franco Fazio, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana; e di Angelo Di Franco, soprintendente BBCCAA di Enna; l’incontro con Roger Wilson sarà introdotto da Carla Mancuso, dirigente soprintendenza BBCCAA di Enna.

Il progetto Gerace, provincia di Enna, Sicilia, sta indagando il sito di una villa romana nel cuore della Sicilia, situata in un fertile terreno agricolo con un ampio panorama. È stato scoperto per caso 20 anni fa quando un torrente ha rotto gli argini e tagliato un angolo di un’antica struttura, esponendo un mosaico. Successivi scavi limitati hanno scoperto la pianta del terreno sulla superficie di una piccola struttura con cinque stanze e un corridoio irregolare a forma di L. Le trincee di prova che scendevano al livello del pavimento suggerivano che c’erano pavimenti geometrici a mosaico in un corridoio e in una stanza absidata. Questo edificio è stato ulteriormente parzialmente studiato nel 2007, ma non è stato completamente scavato. Nel maggio 2012 UBC ha condotto le proprie prime indagini a Gerace, coinvolgendo un team della British School di Roma, che ha condotto un’indagine geofisica su una vasta area del sito di 3 ettari. Questo ha identificato un edificio lungo 50 m a est della struttura con mosaici, oltre a diversi annessi e la posizione di cinque forni. Gli obiettivi del progetto Gerace, per il quale sono stati ottenuti finanziamenti per cinque anni da SSHRC nell’aprile 2013 e altri tre anni in una sovvenzione rinnovata nel 2018, sono quindi: a) scavare più ampiamente le aree campione delle strutture romane; b) stabilire la cronologia e le fasi di costruzione del sito, determinare la data sia della costruzione originale della villa che della sua distruzione, e valutare la natura di qualsiasi occupazione post-romana; c) valutare la funzione dei vari edifici del sito (residenziale o agricolo?) e monitorare eventuali cambiamenti nel tempo; d) recuperare resti ceramici (ceramiche, lampade, anfore, piastrelle) al fine di comprendere sia la circolazione ceramica locale in epoca romana, sia valutare l’entità delle ceramiche importate, in modo da comprendere meglio i legami commerciali di Gerace con altre parti della Sicilia e del Mediterraneo; e) recuperare i resti di sementi faunistiche e carbonizzate al fine di stabilire la gamma di piante coltivate e animali allevati (o comunque consumati) dagli abitanti di Gerace.

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I ricchi mosaici della villa romana di Gerace (Enna) (foto regione siciliana)

Da metà maggio a metà giugno 2013 la prima stagione di scavi è stata condotta a Gerace con l’aiuto di 13 studenti dell’UBC. Due stanze nell’edificio simile a una villa sono state scavate e si sono rivelate stanze di servizio, una con una panca e una “postazione di lavoro” in pietra (all’altezza della vita) e un pavimento in terra (forse una cucina), e l’altra con intonaco bianco sulle pareti e un pavimento di malta bianca. L’edificio, per il quale una data della fine del II secolo era stata proposta da un precedente escavatore e una data dell’inizio del IV secolo da un altro, è stato datato a non prima del 360 d.C. sulla base di ceramiche rosse africane che facevano parte del pavimento di malta bianca in quest’ultimo. È stata anche studiata parte del corridoio pavimentato a mosaico all’esterno di queste stanze, ed è stato anche scoperto il bordo di quella che era chiaramente la piscina calda di un piccolo bagno, con pavimento di malta bianca ancora in situ e il suo ipocausto conservato. L’edificio fu distrutto da un incendio: ceramiche e due lampade a slittamento rosso africano intatte della seconda metà del V secolo mostrano che ciò avvenne non prima del c. 450 d.C.

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Le terme all’interno della villa romana di Gerace (Enna) (foto regione siciliana)

Adiacente a questa struttura, l’edificio di 50 metri identificato per la prima volta dalla geofisica ha dimostrato di avere un pavimento lastricato in pietra intatto ma pochissimi reperti; ci sono prove per pensare che potrebbe non essere stato del tutto completato quando è improvvisamente crollato, probabilmente in un terremoto. La funzione dell’edificio è enigmatica; anche se potrebbe essere stato usato come stalla, è più probabile che sia stato un grande granaio.

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Un bollo laterizio della villa romana di Filippiano a Gerace (Enna) (foto regione siciliana)

I reperti includevano 99 bolli laterizi che utilizzavano 10 stampi diversi. Tutti sembrano aver fatto parte di un’unica produzione, da parte di un proprietario terriero di nome Filippiano il cui nome ricorre su molti di essi, e sono stati realizzati per il tetto della villa costruita dopo il 370 d.C. Che possa aver allevato cavalli da corsa a Gerace è suggerito da alcuni dei francobolli che raffigurano cavalli con pennacchi di testa, associati anche a corone di vittoria e rami di palma. Vegezio e altri riferiscono che i pony da circo siciliani erano molto apprezzati nel mondo romano, e Filippiano potrebbe averli allevati in questa zona centrale ben irrigata della Sicilia in epoca tardo romana. Infatti i cavalli sono ancora allevati nella tenuta di Gerace fino ad oggi. C’è una presenza insolitamente marcata di ossa di cavallo, compresi puledri e persino un dente da latte equino, suggerendo che ci fosse uno stallone nella tenuta. Un bagno, scavato tra il 2016 e il 2019, ha prodotto un mosaico intatto nel suo frigidarium che ha un’iscrizione su tutti e quattro i lati (un unicum in tutto l’Impero Romano). Da ciò apprendiamo il nome della tenuta (praedia Philippianorum) e che c’era stata “gioia per” i Capitolini (Capitolinis gaudium). Questo è un riferimento a una nuova famiglia (in matrimonio con i Filippiani?) oppure un riferimento ai concorsi capitolini a Roma (la certamina Capitolina), istituiti da Domiziano nell’86 d.C. e ancora forti alla fine del IV secolo. Se quest’ultima è l’interpretazione corretta, implica che Filippiano addestrò cavalli a Gerace e li iscrisse alle corse dei carri in questi giochi in stile greco, nella seconda metà del IV secolo d.C., e li vinse.