Luglio 2015-2020, il nuovo museo Archeologico nazionale di Altino compie cinque anni: presentato un video. Attivati i Centri estivi 2020 al museo con tre laboratori didattici diversi: come si fonda una città romana; la mia prima Guida al museo; che storia la Preistoria
Luglio 2015 – luglio 2020: il nuovo museo Archeologico nazionale di Altino compie cinque anni. Dalla riapertura dopo il lockdown il museo di Altino è aperto nei pomeriggi di sabato e domenica, dalle 14.30 alle 19.30. Il “compleanno” è stata l’occasione per presentare il bel video prodotto dall’ Accademia di Belle Arti di Venezia (Paolo Pandin, Giacomo Vidoni, Samir Sayed Abdellattef). In questo periodo, ricorda la direzione, la gratuità della prima domenica del mese è sospesa, per evitare gli assembramenti e contenere il rischio di contagio da COVID-19. “Però il biglietto del museo costa solo 5 euro, se hai più di 25 anni; 2 euro, se hai tra i 18 e i 25 anni; 0 euro, se hai meno di 18 anni. Davvero una spesa minima per un’esperienza magnifica”.
Intanto sono stati attivati i Centri estivi 2020 del museo di Altino. Il primo turno va dal 6 al 17 luglio, il secondo dal 20 al 31 luglio, il terzo dal 24 agosto al 4 settembre 2020; dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13, con possibilità di rientro pomeridiano con gita in barca tra le isole della laguna nord il mercoledì dalle 13.30 alle 17.30; riservati a bambine e bambini 6 – 11 anni. I laboratori didattici a cura di Associazione Lapis (Come si fonda una città romana? Con gli archeologi dell’associazione Lapis, da sempre specializzati nelle aree archeologiche, i bambini si cimenteranno nella fondazione di una città romana: dalla scelta del territorio al tracciamento del perimetro, impareranno come si costruivano le strade, le case e gli altri edifici delle città utilizzando gli strumenti che usavano gli antichi topografi e creando modellini ispirati ai monumenti di Altino); Studio D archeologia didattica museologia (La mia prima guida… al Museo! Gli archeologi di Studio D, che vanta un’esperienza pluridecennale nei musei Archeologici nazionali veneti, porteranno i bambini a creare il proprio “libro del museo”: sceglieranno i reperti più importanti, li riprodurranno e li metteranno insieme in una guida personalizzata per le famiglie. Realizzeranno anche un gioco da tavolo come facevano gli antichi); Tramedistoria (Che storia la preistoria! Tramedistoria è un’associazione composta di archeologi che sperimentano le tecniche di produzione e lo stile di vita antico, per poi riprodurlo con i bambini durante i laboratori. I partecipanti impareranno a usare l’arco come nella preistoria, a costruire e suonare strumenti musicali, a intrecciare rami e corde per fare dei cesti, a dipingere come gli antichissimi autori delle pitture rupestri).
A quasi tremila metri di quota, al Lagazuoi Expo Dolomiti a corollario della mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”, laboratori e visite guidate permettono di scoprire come vivevano l’uomo di Similaun (Ötzi) e l’uomo di Mondeval (Valmo)
Lo spazio espositivo Lagazuoi Expo Dolomiti, a 2778 metri, abbiamo già avuto modo di conoscerlo in occasione della presentazione della prima mostra temporanea, “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi” che fino al 2 aprile 2018 ci permette di ammirare i ritrovamenti più rilevanti dei primi abitanti delle Alpi, l’uomo di Similaun e l’uomo di Mondeval, per la prima volta insieme, a raccontarci la vita dell’uomo preistorico in alta quota dopo l’ultima grande glaciazione. Un viaggio a ritroso nel tempo; un’occasione per immergersi in una storia remota quanto affascinante, la nostra; un’esperienza da vivere in un contesto d’eccezione, un laboratorio aperto alle idee che esplora il rapporto tra uomo e ambiente, tra contaminazioni di attualità e ricerca storica, scientifica e artistica, il tutto all’interno del nuovo spazio espositivo sopra Cortina d’Ampezzo, una delle gallerie più ad alta quota esistenti (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/01/10/a-quasi-3mila-metri-di-quota-per-lavvio-del-lagazuoi-expo-sopra-cortina-dampezzo-con-panorama-mozzafiato-sulle-dolomiti-apre-la-mostra-otzi-valmo-quando-gli-uomi/).
Ma ora il pubblico è invitato non solo a incontrare Ötzi & Valmo, ma anche a vivere come loro, accompagnando gli archeologi in un ciclo di laboratori e visite guidate, e sperimentando, anche attraverso i sensi, le condizioni di vita degli abitanti delle Alpi nella preistoria. Fino al 2 aprile, un ricco calendario di visite guidate animate ed esperienze di archeologia sperimentale portano il pubblico a scoprire come vivevano l’uomo di Similaun (Ötzi) e l’uomo di Mondeval (Valmo). Ötzi visse 5300 anni fa, durante l’Età del Rame, in Val Senales, mentre il suo “antenato”, Valmo, cacciatore mesolitico, venne inumato 8mila anni fa a soli 8 km dal Lagazuoi. Il loro ritrovamento ha segnato la storia dell’archeologia moderna, e nonostante l’eccezionale mole di reperti, non hanno ancora terminato di rivelare i loro segreti ai ricercatori.
Tre i laboratori gratuiti, per altrettante domeniche consecutive, dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 15, coinvolgeranno gli spettatori aiutandoli a superare le barriere del tempo, e avvicinandoli alla comprensione della Preistoria. Si inizia domenica 4 marzo 2018: il tema sarà “Strumenti musicali e suoni della Preistoria” per esplorare una forma di espressività e creatività a partire dai reperti archeologici. La settimana successiva, domenica 11 marzo 2018, appuntamento con “Flintknapping on the Lagazuoi”: dimostrazioni di scheggiatura della selce all’Expo Dolomiti, una tecnica che rivela una sorprendente abilità. Infine, domenica 18 marzo 2018 andrà in scena il laboratorio “Salendo ai pascoli”, che ripercorre le tracce dei primi pastori per scoprire la storia dell’alpeggio. Inoltre, su prenotazione, ogni lunedì e mercoledì, dalle 13 alle 17, gli archeologi dell’associazione Tramedistoria accompagneranno il pubblico a “toccare con mano” e scoprire gli strumenti utilizzati da Valmo e Ötzi per affrontare la vita in montagna.
A quasi 3mila metri di quota, per l’avvio del Lagazuoi Expo, sopra Cortina d’Ampezzo, con panorama mozzafiato sulle Dolomiti, apre la mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”: il racconto dei 2700 anni che separano l’Uomo di Mondeval dall’Uomo venuto dal ghiaccio, con i cambiamenti climatici che hanno permesso la colonizzazione delle Alpi e condizionato lo stile di vita dell’uomo
Oetzi visse 5300 anni fa in val Senales, Valmo 8000 anni fa vicino al passo Giau: la magia delle Dolomiti li farà incontrare virtualmente in una location eccezionale, la nuova galleria Lagazuoi EXPO Dolomiti, a 2778 metri di quota, quattro sale su tre piani, lobby, coffee e terrace bar, senza barriere architettoniche sia per l’accesso alla funivia al passo Falzarego che nell’edificio posto sulla vetta del monte Lagazuoi a Cortina d’Ampezzo, accanto allo storico e omonimo rifugio, con un panorama mozzafiato sulle Dolomiti Patrimonio UNESCO. Ospiterà mostre temporanee dedicate alla fotografia, all’arte del passato e a quella contemporanea, alla storia e alla preistoria del territorio. L’inaugurazione ufficiale della straordinaria galleria è prevista per il 2 febbraio 2018. Ma già dal 10 gennaio 2018 apre le sue porte al pubblico per la prima mostra temporanea, “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”: fino al 2 aprile 2018 si potranno ammirare i ritrovamenti più rilevanti dei primi abitanti delle Alpi, l’uomo di Similaun e l’uomo di Mondeval, per la prima volta insieme, a raccontarci la vita dell’uomo preistorico in alta quota dopo l’ultima grande glaciazione. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore (BL), l’associazione Tramedistoria, l’università di Ferrara, il Neanderthal Museum di Mettmann (Germania), GEO, il museo Archeologico di Bolzano, l’associazione Amici del Museo della Val Fiorentina.
L’Uomo venuto dal ghiaccio (Uomo del Similaun, Ötzi), con gli oggetti che lo accompagnano costituisce il nucleo centrale del museo Archeologico dell’Alto Adige (Bolzano) dove modelli, ricostruzioni, immagini stereoscopiche, video e stazioni multimediali interattive permettono di dare uno sguardo al più remoto passato del versante meridionale della catena alpina, con ricchezza di informazioni e al tempo stesso in modo gradevole. “Cinquemila anni fa”, spiegano gli esperti del museo altoatesino, “un uomo si avventurò sulle gelide alture dei ghiacciai della Val Senales, dove morì. Nel 19 settembre 1991 venne scoperto per caso, insieme ai suoi abiti e al suo equipaggiamento, mummificato, congelato, un evento sensazionale per l’archeologia e un’istantanea eccezionale, che colse una persona dell’età del rame in viaggio in alta quota”. La notizia del ritrovamento di un cadavere mummificato nelle alte quote della Val Senales varcò i confini locali e nazionali per diffondersi in tutto il mondo. “La persona riemersa da un sonno glaciale di 5300 anni”, continuano gli esperti, “fu subito soprannominata con simpatia Ötzi, dal nome della valle che confina con il luogo del suo ritrovamento, pesava 15 chilogrammi, era alta 1 metro e 60 cm. Accanto a lui si trovarono resti delle sue scarpe, del mantello, della faretra, dei suoi calzoni e, fra l’altro, la straordinaria ascia, lavorata prima a colata e poi saldata, oggetto che per primo, forse, permise una vaga datazione dell’illustre antenato”.
Quattro anni prima, nel 1987, sull’altopiano di Mondeval de Sora, che si trova a monte dell’abitato di Selva di Cadore a quota 2150 metri, fu scoperta una sepoltura mesolitica. L’iniziale segnalazione da parte di Vittorino Cazzetta permise a una equipe di ricercatori di ritrovare lo scheletro di un cacciatore mesolitico vissuto 7500 anni fa. Anche questa scoperta fu di portata mondiale, sia per il fatto che lo scheletro e il ricco corredo funebre erano in uno stato di ottima conservazione ma anche perché fino a quel tempo non si era a conoscenza che i cacciatori mesolitici frequentassero l’alta montagna. Il masso erratico dove è stata ritrovata la sepoltura presumibilmente fungeva da capanno e riparo per i periodi di caccia. Oggi lo scheletro dell’Uomo di Mondeval e l’intero corredo assieme ad altre informazioni sulla vita di questo nostro antico antenato sono visibili al museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore.
Questi due eccezionali frequentatori del comprensorio dolomitico li ritroviamo dunque virtualmente insieme al Lagazuoi EXPO Dolomiti, un nuovissimo centro espositivo e congressuale unico, annesso alla stazione a monte della funivia Lagazuoi a 2732 m di altitudine, dove si arriva in 3 minuti partendo dalla stazione di passo Falzarego. La mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi” ripercorre come un trailer i 2700 anni che separano questi due uomini, Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio (Iceman), vissuto 5300 anni fa in val Senales a 85 km in linea d’aria dal Lagazuoi, e Valmo, l’Uomo di Mondeval, vissuto 8000 anni fa vicino al passo Giau, a 2150 metri di quota e a 8 km in linea d’aria dal Lagazuoi, e illustra i cambiamenti climatici che hanno permesso la colonizzazione delle Alpi e condizionato il loro stile di vita. Per fabbricare i propri utensili Valmo usava la selce e Ötzi anche il rame. Valmo e Ötzi dovevano affrontare il freddo della montagna, procurarsi il cibo e difendere il loro gruppo. La mostra illustra, con repliche e calchi, come abbiano perfezionato le tecniche e le conoscenze fondamentali per vivere in alta quota, un bagaglio di esperienze conosciute da Valmo e trasmesse a Ötzi lungo le 80 generazioni che li separano.
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