Archivio tag | Alberta Facchi

Esclusivo. A pochi giorni dall’avvio della campagna 2024 al sito preromano di San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro) l’archeologa Silvia Paltineri anticipa gli obiettivi delle nuove ricerche e fa il punto sulle scoperte fin qui acquisite nel centro del delta, primo grande approdo dei greci e luogo di incontro con Etruschi padani e Veneti tra VI e V sec. a.C.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_scavo-1_foto-unipd

Ad Ariano nel Polesine (Ro) è tutto pronto per avviare la campagna di scavo 2024 del’università di Padova nel sito preromano di San Basilio (foto unipd)

Manca pochissimo alla ripartenza degli scavi di San Basilio 2024. Lunedì 29 aprile riapre lo scavo del sito etrusco diretto da Silvia Paltineri dell’università di Padova. È proprio l’archeologa del dipartimento dei Beni culturali dell’ateneo patavino ad anticipare ad archeologiavocidalpassato.com gli obiettivi della campagna 2024 e a fare il punto sulle indagini fin qui condotte che confermano l’importanza del sito di San Basilio che rappresenta il primo grande approdo a vocazione internazionale frequentato dai navigatori greci, che fra VI e V secolo a.C. trovarono nel Delta del Po e, più in generale, nell’Alto Adriatico, un luogo di incontro ideale con gli Etruschi padani e con i Veneti.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_team-2023_foto-unipd

San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2023 (foto unipd)

 

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_team-2022_foto-unipd

San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2022 (foto unipd)

 

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_team-2021_foto-unipd

San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2021 (foto unipd)

“La campagna del 2024 dell’università di Padova nel sito di San Basilio”, spiega Paltineri, “riguarda in particolare l’insediamento preromano, un insediamento che inizia la sua vita intorno al 600 a.C. che è una data chiave per tutta l’Italia settentrionale perché è un momento nel quale nell’area del delta del Po le comunità locali si aprono ai commerci con il Mediterraneo. E San Basilio rappresenta il primo grande approdo a vocazione internazionale frequentato dai navigatori greci. Nell’area del Delta erano già stanziati gli Etruschi, principalmente di area padana, i quali, data la posizione geografica del Polesine, erano in strettissimo contatto con i vicini Veneti.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_posizione_foto-unipd

La posizione del sito di San Basilio ad Ariano nel Polesine con la linea di costa antica (foto unipd)

Più antico di Adria e di Spina. “Il sito di San Basilio – continua -, un po’ come Adria e come Spina soprattutto, siti più noti ma rispetto ai quali San Basilio rimane comunque importante, proprio perché è il più antico, ha una vocazione internazionale fin dall’inizio della sua storia. Intorno al 600 a.C. questo centro, che si trovava in una zona retro-costiera lungo un cordone di dune, quindi protetto dal mare aperto però affacciato sul mare stesso, diventa un crocevia di scambi, ben testimoniato dagli scavi che stiamo conducendo nell’insediamento preromano a partire dal 2019 con campagne di indagine stratigrafica, precedute da una ricognizione che nel 2018 ho condotto insieme alla collega Giovanna Gambacurta dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Negli anni questo progetto di indagine si è ulteriormente articolato, grazie a una stretta sinergia con il museo Archeologico nazionale di Adria, guidato da Alberta Facchi, alla Soprintendenza competente nella persona di Giovanna Falezza e grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che fin dal 2018 ha creduto in questa progettualità e attualmente ha investito in un ampio progetto culturale che si è allargato alla fase romana del sito di San Basilio, attualmente in corso di scavo da parte dei colleghi del mio dipartimento Jacopo Bonetto e Caterina Previato.

frattesina_villaggio-protostorico_campagna-2023_area-di-scavo_foto-graziano-tavan

Villaggio protostorico di Frattesina (Ro): l’area di scavo interessata dalla campagna 2023 (foto graziano tavan)

villamarzana_sito-protostorico_area-con-strutture-abitative-produttive_foto-graziano-tavan

Una delle aree di scavo della campagna 2023 del sito protostorico di Villamarzana (Ro) (foto graziano tavan)

Ma non solo. “Il Polesine è al momento al centro di importanti indagini archeologiche riguardanti fasi più antiche. Queste ricerche, grazie al finanziamento di Cariparo, sono attive nei siti di Frattesina di Fratta Polesine e di Villamarzana, dove attualmente sono impegnati il CPSSAE, l’università Sapienza di Roma e sempre l’università di Padova con le ricerche condotte da Michele Cupitò.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_scavi-anni-ottanta-novecento_foto-unipd

Il posizionamento delle tre aree di scavo effettuati a San Basilio negli anni 1983-1987 (da Salzani, Vitali, 2002)

Prime indagini della soprintendenza negli anni ’80 del Novecento. “Quando abbiamo scelto di aprire saggi di scavo nell’insediamento preromano – ricorda Paltineri – in un certo senso non lavoravamo al buio, perché nell’area c’erano ricerche pregresse degli anni ’80 del secolo scorso condotte dalla soprintendenza Archeologica del Veneto sotto la direzione di Maurizia De Min prima, e di Luciano Salzani e di Daniele Vitali dell’università di Bologna poi.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_scavi-anni-ottanta-novecento_palificate-lignee_foto-unipd

San Basilio (Ariano nel Polesine): scavi 1983 e 1987-1989, l’insediamento preromano (VI-V secolo a.C.) frequentato da Etruschi, Greci e Veneti, con le palificate lignee eccezionalmente conservate (foto unipd)

E queste indagini avevano già messo in luce un insediamento che presentava alcune evidenze eccezionali, tavolati e pali lignei ben conservati, e materiali di diversa provenienza e connotati culturalmente in maniera diversa, tra cui ceramica di produzione locale, cioè ceramica etrusca di produzione padana, ceramica greca di importazione – corinzia, ionica e soprattutto attica a figure nere -, e poi anche ceramica veneta decorata a fasce rosse e nere. Dunque queste erano un po’ le basi di partenza di un’indagine che attualmente ci vede impegnati e che anche quest’anno ci vedrà tornare sul campo proprio a partire da lunedì 29 aprile 2024. E per un mese saremo a San Basilio per proseguire le nostre ricerche.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_area-scavo-da-drone_foto-unipd

Lo scavo dell’università di Padova nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine) visto da drone. Le frecce indicano l’andamento dell’antico canale ancora ben visibile (foto unipd)

Affacciato su un antico canale. “Cosa abbiamo fatto finora? Abbiamo aperto due trincee di scavo: una più grande di circa 15 x 15 metri, e una più piccola di 10 x 4 metri. In un punto strategico dell’area dell’insediamento preromano, un punto importante in quanto affacciato su un antico canale di cui rimane ancora una traccia evidente se si osservano le foto aeree, sia quelle degli anni Ottanta sia quelle effettuate grazie ai sorvoli con il drone condotti in collaborazione con il mio collega Jacopo Turchetto.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_battuto-pavimentale-in-cocciopesto_foto-unipd

San Basilio (Ariano nel Polesine): Battuto pavimentale in cocciopesto, con canalette basali per sostenere l’alzato in graticcio e buche di palo (foto unipd)

Edificio in graticcio con pavimentazione in cocciopesto. “Le evidenze che abbiamo rintracciato sul terreno – spiega l’archeologa – rispettavano l’orientamento del cordone e del canale. Abbiamo infatti rinvenuto resti di pavimentazioni costituite da uno straordinario battuto di cocciopesto che è stato anche analizzato dal collega Michele Secco, e questo battuto presentava canalette di fondazioni per le travi basali che sostenevano l’alzato e buche di palo, quindi un’edilizia deperibile, in graticcio, analogamente a quello che accade per esempio nel vicino sito di Spina. E l’orientamento di queste strutture asseconda la natura del luogo: quindi è ortogonale rispetto al canale e rispetto all’andamento della pendenza della duna.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_ceramica-greca-da-cucina_foto-unipd

Frammento di ceramica greca da cucina ritrovato nel sito preromano di San Basilio nella campagna di scavo dell’università di Padova (foto unipd)

C’era una comunità di greci. “Orientato NW-SE, questo edificio di cui appunto abbiamo rinvenuto le tracce, restituisce materiali di grande interesse, in parte si tratta di produzioni già note, quindi ceramica etrusca di produzione padana, ceramica greca di importazione, ceramica veneta, però abbiamo avuto anche alcune sorprese. Per esempio abbiamo trovato la ceramica greca da cucina, cosa che accade ad esempio nel vicino sito di Spina. Questo rinvenimento testimonia che a San Basilio i Greci non arrivavano solamente come commercianti, come mercanti, ma con buona probabilità vi era nel sito una presenza greca, dal momento che la ceramica da cucina è un indicatore importante di certe abitudini alimentari.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_applique-in-forma-di-felino_foto-unipd

Applique in bronzo a forma di felino ritrovata nel sito preromano di San Basilio nella campagna di scavo dell’università di Padova (foto unipd)

Applique in bronzo a forma di felino. “E poi tra le altre sorprese – sottolinea Paltineri – vi è il rinvenimento di alcuni bronzetti configurati a forma di felino, a forma di quadrupede, produzioni di pregio che circolavano nel Mediterraneo occidentale in epoca tardo arcaica. Si rinvengono materiali analoghi in tutta l’Etruria ma anche nel Mediterraneo occidentale fino alla penisola iberica. Sono applique che con buona probabilità si trovavano sugli orli di patere bronzee, e che non sono in realtà una novità assoluta in Polesine, perché si conoscono anche esemplari da Adria

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_colino-da-pezzoli-di-ceregnano_foto-unipd

Un vecchio documento che mostra il disegno del colino ritrovato a Pezzoli di Ceregnano (Ro) con un’applique uguale a quella rinvenuta a San Basilio (foto unipd)

e si sa di un vecchissimo rinvenimento, del ‘700 addirittura, da un contesto, di cui i materiali sono perduti, che è quello di Pezzoli di Ceregnano, sito nel quale erano stati rinvenuti materiali di provenienza funeraria tra i quali un infundibulum, cioè un colino, che aveva appunto una di queste applique, identica a quelle che abbiamo trovato noi. Il nostro rinvenimento di bronzetti è da riferire ad attività di rifusione. Quindi quando questi oggetti avevano perso la loro funzione primaria. Però rimane un rinvenimento importante.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_ceramica-di-importazione-e-di-produzione-locale_foto-unipd

Panoramica delle cderamiche di importazione e di produzione locale rinvenute nello scavo nel sito preromano di San Basilio dall’università di Padova (foto unipd)

Dai buccheri alle ceramiche etrusco-padane decorate alla veneta. “Tra gli altri rinvenimenti significativi – continua – va segnalata ceramica meso-corinzia che data l’attivazione del sito almeno intorno al 590 a.C. e poi abbiamo bucchero attestato in notevole quantità, anche con forme che incominciano a comparire nella seconda metà del VII secolo e che poi hanno una evoluzione tipologica fino ai primi decenni del VI. Il fatto di aver trovato queste forme a San Basilio è importante, perché il range di nascita e morte del tipo ci consente di fissare il sicuro avvio del sito intorno al 600. E questo è un dato nuovo perché, rispetto ai rinvenimenti degli anni ’80 del secolo scorso, noi possiamo rialzare di un ventennio-un venticinquennio l’attivazione di San Basilio preromana, appunto a questa data chiave, al 600. Poi abbiamo rilevato altri aspetti molto interessanti nella tipologia dei materiali: per esempio, abbiamo forme che sono tipicamente etrusco-padane ma che presentano la decorazione veneta a fasce rosso nere. E questo è un fenomeno di ibridazione tipologica molto significativo, e che ha sicuramente a che fare con i gusti e le abitudini della committenza locale”.

ariano-nel-polesine_san-basilio_preromana_scavo-2_foto-unipd

Un’attività dell’università di Padova nella campagna di scavo nel sito preromano di San Basilio (foto unipd)

“Queste indagini – conclude Paltineri – sono possibili – e voglio ricordarlo – grazie all’entusiasmo e all’impegno di tutti gli studenti, gli specializzandi e i dottorandi che ogni anno lavorano con noi nel sito”.

Padova. Nella giornata di studio “Archeologia in Polesine tra protostoria e romanità” presentati i risultati e le anticipazione della stagione 2024 del progetto “Prima Europa. La protostoria nel Polesine” a Frattesina e Villamarzana, e del progetto “San Basilio”. Ecco le voci dei protagonisti

padova_palazzo-bo_giornata-di-studi-archeologia-in-polesine-tra-protostoria-e-romanità_partecipanti_foto-graziano-tavan

Professori, funzionari. direttori, dottorandi e specializzandi protagonosti della giornata di studio “Archeologia in Polesine” al Palazzo Bo di Padova (foto graziano tavan)

padova_palazzo-bo_giornata-di-studi-archeologia-in-polesine-tra-protostoria-e-romanità_locandinaCi siamo. Sta per aprirsi la nuova stagione di ricerche archeologiche nel Medio Polesine (Frattesina di Fratta Polesine, Villamarzana: entramni nel progetto “Prima Europa. La protostoria nel Polesine”) e nel Delta del Po (San Basilio di Ariano nel Polesine: progetto “San Basilio”) che impegneranno università (Padova, Venezia, Roma La Sapienza), musei (Fratta Polesine, Adria), soprintendenze (Sabap Verona Rovigo Vicenza), enti locali (Fratta Polesine, Villamarzana, Ariano nel Polesine), sponsor (fondazione Cariparo) in un impegno corale straordinario che sta dando frutti eccezionali tanto che si può dire che il Polesine si stia rivelando un vero laboratorio per conoscere dinamiche culturali, economiche, sociali e potenzialità delle popolazioni protostoriche non solo a livello padano-adriatico ma con implicazioni che coinvolgono territori dal Baltico al Levante. Una importanza sottolineata dalla giornata di studio “Archeologia in Polesine tra protostoria e romanità” promossa dall’università di Padova – dipartimento Beni culturali a Palazzo Bo a Padova (vedi Padova. A Palazzo Bo giornata di studio “Archeologia in Polesine tra protostoria e romanità. Risultati in progress dei progetti Prima Europa e San Basilio”, con la presentazione delle ricerche a Frattesina, Villamarzana e San Basilio | archeologiavocidalpassato). Con alcuni dei protagonisti vediamo come ci offrirà la stagione di ricerca 2024 in Polesine.

Jacopo Bonetto, del dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova, spiega ad archeologiavocidalpassato.com il senso della giornata patavina: “La giornata di oggi, 17 aprile, vuole essere una giornata di sintesi, di punto di arrivo, ma anche di ripartenza di quelle che sono le numerose e differenziate attività che l’università di Padova insieme all’università di Venezia, alla soprintendenza, al ministero, ai Comuni, agli enti territoriali, stanno conducendo nella vasta area del Polesine. È una giornata di studi che raccoglie i frutti dell’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che ha deciso di investire in questo contesto, e investire nelle risorse culturali. È stata messa sul terreno una squadra molto ricca, molto variegata – appunto di universitari, funzionari di soprintendenza, direttori di museo, sindaci, soggetti del parco del Delta del Po -, e tutti assieme abbiamo dato vita a questi tre grandi cantieri di lavoro. Uno presso il sito arcinoto di Frattesina, uno presso il sito meno noto ma comunque di grande potenzialità di Villamarzana, per quanto riguarda la protostoria; e poi il contesto di San Basilio, anche questo noto da tempo, ma anche questo meritevole di approfondimenti. E da due anni e per i prossimi due almeno ci sono squadre di archeologi, formate da docenti, ricercatori, funzionari, ma anche molti studenti, molti dottorandi, che si alternano sul campo alla ricerca. La giornata di oggi presenta appunto i risultati delle campagne 2022-2023 con tutto quello che hanno portato di novità. Quindi grandi novità sulle fasi protostoriche ma anche grandi novità sulla fase di romanizzazione, di età romana, di tardo-antica che il sito di San Basilio sta restituendo. E credo che i risultati già a vedere le prime relazioni o a capire anche solo i titoli degli interventi siano veramente importanti”.

Sulla campagna 2024 a Frattesina dell’università La Sapienza di Roma con il CPSSAE, interviene per archeologiavocdalpassato.com Paolo Bellintani (Cpssae):

frattesina_villaggio-protostorico_campagna-2023_andrea-cardarelli_foto-graziano-tavan

Il professor Andrea Cardarelli (Sapienza università Roma) dirige gli scavi nel sito del villaggio protostorico di Frattesina (Ro) (foto graziano tavan)

“Nella prossima campagna di ricerca Medio Polesine nel progetto Prima Europa per quanto riguarda Frattesina procederemo con una nuova campagna archeologica nel mese di settembre 2024 in particolare dedicata allo scavo della fornace che abbiamo individuato nel 2023, probabilmente dedicata alla produzione di vetro. Mentre tra luglio e ottobre 2024 procederemo al rilievo magnetometrico del sito di Campestrin di Grignano Polesine, nel sito della lavorazione dell’ambra, che ancora ha bisogno di chiarire questi aspetti prima di procedere in una seconda fase del progetto a nuove indagini archeologiche stratigrafiche anche in questo sito”.

Michele Cupitò del dipartimento Beni culturali dell’università di Padova, sintetizza per archeologiavocidalpassato.com le ricerche a Villamarzana 2024:

villamarzana_sito-protostorico_area-con-strutture-abitative-produttive_1_foto-graziano-tavan

Momenti di scavo nell’area con presenza di impianti produttivi nel sito protostorico di Villamarzana (Ro) (foto graziano tavan)

“La campagna di scavo 2024 a Villamarzana inizierà il 9 settembre e ci tratterremo sul sito per un mese, per quattro settimane, nell’ambito delle quali abbiamo intenzione di portare a compimento almeno una parte dello scavo che abbiamo aperto e di ampliare il settore per cercare di comprendere meglio le caratteristiche del tessuto abitativo – la forma delle case, le dimensioni delle case, se sono case, perché potrebbero anche essere strutture diverse. Come al solito il tutto si farà in collaborazione con la soprintendenza e con la direzione regionale Musei, in particolare con il museo di Fratta Polesine, soprintendenza di Verona naturalmente, e parteciperanno studenti, dottorandi, specializzandi, assegnisti: quindi lo “zoccolo duro” dell’università, che è quello che appunto più di tutto ci consente di lavorare. Parallelamente andremo avanti con il laboratorio allestito a Villamarzana per lo studio dei materiali, per gli aspetti archeobotanici e archeozoologici; e naturalmente proseguiremo anche con lo studio parallelo al laboratorio sul campo. L’obiettivo è di chiudere il 2024 – le attività di campo 2024, comprese l’estensione delle prospezioni geofisiche – con una messe di dati sufficiente per poter scrivere una storia – non più lineare, perché sarà complessa – ma un po’ più chiara di questo momento fondamentale della fine, dell’ultimo scorcio del Bronzo Finale nel Medio Polesine e in particolare a Villamarzana”.

Maria Letizia Pulcini, direttore del museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine, affronta per archeologiavocidalpassato.com il concetto di archeologia pubblica, declinato nelle sue diverse accezioni:

padova_palazzo-bo_giornata-di-studi-archeologia-in-polesine-tra-protostoria-e-romanità_ufficio-stampa-fratta-polesine_foto-graziano-tavan

Maria Letizia Pulcini illustra le attività di ufficio stampa del museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine per il progetto “Prima Europa” (foto graziano tavan)

“Nel 2022 la direzione regionale Musei del Veneto, cui afferisce il museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine, ha stipulato con la soprintendenza ABAP per le province di Verona Rovigo e Vicenza un accordo per le attività di valorizzazione e di ricerca che sono la mission del nostro ufficio. E proprio grazie a questa convenzione siamo riusciti ad avere un ruolo attivo all’interno del progetto “Prima Europa. La protostoria del Polesine” con un ruolo di coordinamento proprio per quanto riguarda le attività di valorizzazione e divulgazione e le attività di ricerca, perché comunque all’interno del progetto è prevista anche una fase di studio dei materiali scavati negli anni ’70-’80, in particolar modo, e che sono conservati nel museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine. Quindi noi ci siamo occupati del coordinamento delle varie figure coinvolte negli scavi del 2023 e poi anche dei prossimi scavi del 2024, e anche della progettazione e della realizzazione dell’aspetto comunicativo delle rubriche social, ma abbiamo svolto anche attività di ufficio stampa, ovviamente sempre in collaborazione con tutti gli altri partner coinvolti nel progetto Prima Europa e poi anche nelle attività di divulgazione con l’organizzazione degli open day, le attività per le scuole e anche la conferenza finale che c’è stata a novembre 2023 in cui abbiamo riportato i primi risultati delle indagini di scavo”.

Giovanna Gambacurta, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, introduce per archeologiavocidalpassato.com il progetto “San Basilio” 2024 che ha restituito evidenze dagli etruschi ai romani: “Comincia anche quest’anno una campagna di scavi a San Basilio di Ariano nel Polesine.

ariano-polesine_unive_san-basilio_visite-guidate_foto-unive

“Scavi aperti”: visite guidate allo scavo di San Basilio ad Ariano nel Polesine (foto unive)

È una campagna che comincerà con gli studenti dell’università Ca’ Foscari di Venezia il 27 maggio e si concluderà il 22 giugno 2024. Nell’ambito di questa campagna abbiamo anche delle occasioni di visita “scavi aperti”: una il 1° giugno, una il 22 giugno, quindi in fase inziale e in fase finale degli scavi, e pensiamo di andare ad approfondire alcune tematiche che abbiamo cercato di mettere in luce negli anni precedenti, e cioè la problematica della funzione di alcune aree ancora poco sicure nella loro strutturazione. Forse aree di lavorazione all’aperto, aree con dei focolari, aree con accensione di fuochi, e forse di andare ad aprire dei saggi laddove delle indagini geo-magnetiche ci danno indicazioni di possibili evidenze importanti che non abbiamo ancora cominciato a sondare. Quindi è un’idea ancora un po’ in costruzione che stiamo perfezionando in questi giorni per approfondire quello che è la ricerca su San Basilio e che lo sarà anche almeno nei prossimi anni”.

Caterina Previato, del dipartimento Beni culturali dell’università di Padova, per archeologiavocidalpassato.com si sofferma sullo scavo “romano” a San Basilio 2024:

ariano-nel-polesine_san-basilio_nuovo-edificio-scoperto-con-drone-a-sensori- multispettrali_foto-unipd

Nuovo edificio scoperto a San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro) con foto da drone a sensori multispettrali (foto unipd)

“Le ricerche sull’insediamento romano di San Basilio riprenderanno il 13 maggio 2024 per continuare per 5 settimane, quindi fino a circa metà giugno, e nello specifico quest’anno continueremo a indagare la cosiddetta Villa romana, già oggetto di ricerche da due anni, con l’obiettivo di comprenderne meglio la funzione e soprattutto di indagare tutte le sequenze stratigrafiche ancora non toccate dagli scavi del passato. Inoltre si aprirà un nuovo grande saggio di scavo che interesserà un edificio finora del tutto sconosciuto che è stato recentemente individuato grazie a delle prospezioni geofisiche condotte da una collega dell’università di Bamberg Wieke de Neef. E questa sarà probabilmente la scoperta più importanti, l’obiettivo più importante di quest’anno proprio perché è un edificio che finora non si conosceva e che apparentemente dovrebbe essere molto ben conservato”.

Sulla promozione del sistema Delta del Po nel progetto “San Basilio” parla ad archeologiavocidalpassato.com Alberta Facchi, direttore del museo Archeologico nazionale di Adria:

ariano-nel-polesine_san-basilio_centro-turistico-culturale_sale-espositive-percorso-ad-anello_1_foto-drm-veneto

Il percorso ad anello del Centro turistico culturale San Basilio ad Ariano nel Polesine (foto drm-veneto)

“Il museo Archeologico nazionale di Adria è promotore del progetto fin dalla sua prima fase, nel 2018, quando quattro amiche – Maria Cristina Vallicelli della soprintendenza, io del museo Archeologico nazionale di Adria, Giovanna Gambacurta dell’università di Venezia, e Silvia Paltineri dell’università di Padova – ebbero così l’idea di ricominciare con gli scavi a San Basilio ma anche affiancare agli scavi una parte di disseminazione, di conoscenza dei risultati in realtà ripercorrendo le tappe di quelle che erano stati i vecchi scavi di San Basilio degli anni ’70 che avevano avuto un rapporto con la comunità molto stretto fin dall’inizio. Quindi in tutti questi anni, ormai si tratta di 6 anni – c’è stata la pausa del lock-down – alla ricerca si sono affiancati incontri, conferenze, e visite allo scavo: il primo anno siamo riusciti a offrire a tappeto a tutte le classi del delle scuole di Ariano nel Polesine e a moltissime delle scuole di Adria proprio la visita agli scavi. E queste attività hanno sempre affiancato la ricerca. Il museo di Adria non è che abbia avuto un ruolo di coordinatore perché i lavori sono sempre andati avanti parallelamente. Però diciamo che è un fratello maggiore e si sta cercando di fare adesso – questa forse è la cosa più importante – è la rete che si è venuta a creare tra il museo di Adria e il centro turistico culturale di San Basilio e l’area archeologica musealizzata di San Basilio. E si sta costituendo come una rete organizzata che potrebbe comprendere anche Loreo. Quindi il sistema di siti da visitare di stampo archeologico nel Delta del Po comincia a essere veramente interessante e articolato.  Importante. E questa giornata ha dimostrato quanto l’archeologia del Delta del Po sia importante”.

Chiude i nostri interventi Giovanna Falezza, della soprintendenza ABAP di Verona Rovigo e Vicenza, illustra ad archeologiavocidalpassato.com la nuova musealizzazione dell’area archeologica di San Basilio:

ariano-polesine_san-basilio_area-archeologica_nuova-illuminazione_foto-drm-veneto

La nuova illuminazione dell’area archeologica di San Basilio (foto drm-veneto)

“Un tassello importante di San Basilio archeologica è l’area archeologica valorizzata: nasce dopo gli scavi degli inizi Duemila e poi migliorata con la creazione della grande copertura a campata unica del 2014. Ma grazie prima a un corposo finanziamento Interreg Value e poi negli ultimi anni con ulteriore supporto della fondazione Cariparo siamo riusciti a terminare la sua valorizzazione. Quindi è stato ultimato il restauro, sistemati alcuni problemi di dilavamento che si erano verificati negli ultimi anni con una completa sistemazione con i ghiaini e parziale ricostruzione delle evidenze, una nuova pannellistica, e da ultimo l’illuminazione che permette una efficace, anche emotivamente coinvolgente, fruizione anche nelle ore serali dell’area archeologica”.

Padova. Presentato il Progetto San Basilio: lo scavo, le ricerche, la valorizzazione del sito nel comune di Ariano nel Polesine (Ro) che era già un polo di scambio mercantile, centro logistico e di relazioni, sul Delta del Po prima di Adria e Spina. Ruolo che continua anche con i Romani

ariano-polesine_sito-san-basilio

L’area archeologica di San Basilio, vicino ad Ariano Polesine: i reperti sono al museo di Adria (foto drm-veneto)

padova_liviano_giornata-di-studi_archeologia-a-san-basilio_locandinaPrima di Adria e Spina c’era già un polo di scambio sul Delta del Po: l’odierno sito di San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro). I 1200 e più anni di vita del centro offrono documenti essenziali per tracciare la storia antica della Pianura padana e del Polesine in particolare e hanno attirato l’attenzione degli studiosi fin dagli anni Settanta/Ottanta del secolo scorso. Dopo le prime ricerche, nuove campagne di scavo si sono svolte negli anni Novanta (soprintendenza Archeologica del Veneto) e quindi più intensamente dal 2018 grazie alla collaborazione tra università di Padova, università Ca’ Foscari di Venezia, soprintendenza ABAP di Verona Rovigo e Vicenza e direzione regionale Musei Veneto e sostenute dalla Fondazione Cariparo e dal Comune di Ariano nel Polesine. Il progetto era finalizzato a riprendere le attività di ricerca, alla promozione culturale e turistica anche in rapporto con il museo Archeologico nazionale di Adria e con la collettività e gli enti locali. Sul Progetto San Basilio è stato fatto il punto nella giornata di studi “Archeologia a San Basilio. Work in progress”, venerdì 19 gennaio 2024 a Palazzo Liviano a Padova (vedi Padova. A Palazzo Liviano giornata di studi “Archeologia a San Basilio. Work in progress” con la presentazione del Progetto San Basilio: ambiente, nuovi scavi età preromana ed età romana | archeologiavocidalpassato).

ariano-nel-polesine_san-basilio_centro-turistico-culturale_inaugurazione_locandinaMiti e leggende dell’antica Grecia narravano di un grande fiume, portatore di merci, ricchezze e risorse di ogni genere dalle terre degli Iperborei, le genti che vivevano a nord del mondo conosciuto. Il fiume celebre fino al cuore del Mediterraneo era il Po, allora chiamato Eridano, e alle foci dei molti bracci di questo corso d’acqua arrivarono i primi navigatori greci alla ricerca di nuovi mercati e di fecondi contatti con le popolazioni etrusche e venete della grande Pianura padana. I nuovi luoghi di incontro trovarono l’ideale collocazione tra le foci del fiume e le dune costiere, dove si incrociavano rotte marine, fluviali e terrestri. Nacque così l’abitato di San Basilio che divenne da subito punto di scambio multietnico fin da un’epoca (la fine del VII secolo a.C.) in cui ancora Spina e Adria non avevano conosciuto il loro primo sviluppo.

ariano-polesine_san-basilio_scavi_foto-unipd

Una fase dello scavo archeologico a San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro) curato dall’università d Padova (foto unipd)

L’abitato di San Basilio sembra così essere il più antico polo mercantile del sistema deltizio padano vivo da allora per secoli sviluppando la sua vocazione di centro logistico e di relazioni. Non a caso, proprio attraverso San Basilio viene tracciata nel 153 a.C. la via Annia, la più antica delle strade consolari romane che da Roma conduceva a Rimini, Adria, Padova e infine al caposaldo militare di Aquileia. Con l’età romana il ruolo di San Basilio crebbe progressivamente e nella piena età imperiale (tra I e V secolo dopo Cristo) il centro diventò un grande vicus di oltre 30 ettari, una stazione di sosta del sistema di comunicazione terrestri dello Stato romano (mansio Hadriani) e infine centro mercantile di prima grandezza che sembra pareggiare e superare Adria nella tarda antichità. Le migliaia di monete romane ritrovate nel sito raccontano il suo eterno ruolo di luogo di scambio e relazione tra popoli e comunità.

ariano-nel-polesineArea_san-basilio_archeologica-di-via-brenta_foto-unipd

L’area archeologica di via Brenta a San Basilio di Ariano nel Polesine (Ro) (foto unipd)

L’area archeologica di via Brenta. Nel corso delle stagioni 2022 e 2023 la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le Province di Verona Rovigo e Vicenza (Giovanna Falezza) ha completato l’intervento di ripristino, pulizia e valorizzazione dell’area archeologica posta al centro del sito (via Brenta), messa in luce da scavi negli anni Novanta del secolo scorso e già interessata da un grosso intervento di restauro grazie al Progetto interregionale Italia-Croazia denominato Value. È qui visibile un grandioso edificio di età imperiale romana utilizzato come horreum, magazzino per prodotti alimentari, che qualifica San Basilio come uno dei più grandi centri mercantili della tarda età imperiale romana, nonché i resti del primo nucleo paleocristiano (chiesa, battistero e sepolcreto).

ariano-nel-polesine_san-basilio_bronzetti-di-produzione-etrusca_foto-unipd

Bronzetto di produzione etrusca dall’area archeologica di San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro) (foto unipd)

ariano-polesine_unive_san-basilio_campionature_foto-unive

Progetto “San Basilio. Alla riscoperta del passato”: campionature (foto unive)

Lo scavo dell’abitato etrusco. Dopo gli interventi del 2018 e del 2019 le ricerche sull’abitato etrusco sono proseguite grazie all’impegno dell’università di Padova (Silvia Paltineri) e dell’università Ca’ Foscari di Venezia (Giovanna Gambacurta) che operano in regime di convenzione con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza (Giovanna Falezza). L’università di Padova ha condotto due scavi. Nel primo, più esteso, è stata messa in luce la pavimentazione di un edificio, già oggetto di ampia spoliazione in antico, che presentava un alzato e una copertura in materiale deperibile. Fra i materiali ritrovati si segnalano ceramica etrusca di produzione locale, ceramica veneta e ceramica di importazione greca, sia corinzia che attica a figure nere. Nel secondo scavo, aperto più a Nord in un’area compromessa da lavorazioni agricole e dall’impianto di un frutteto, sono stati messi in luce pali lignei parzialmente conservati e abbondante materiale ceramico, soprattutto bucchero etrusco. Tra i rinvenimenti, del tutto eccezionali sono alcuni bronzetti di produzione etrusca, presumibilmente di Orvieto o di Vulci, a forma di quadrupede e di felino, che in origine erano utilizzati per decorare recipienti di alto pregio. L’università Ca’ Foscari di Venezia si è concentrata sulla comprensione dell’estensione dell’abitato e delle sue caratteristiche in rapporto ai commerci greci e adriatici. Le aree di scavo aperte nel corso degli ultimi due anni hanno portato all’individuazione di un canale destinato al drenaggio delle acque, indispensabile in un territorio anfibio, oltre che delle caratteristiche costruttive delle abitazioni e delle vicine aree destinate alle produzioni. Tra i materiali rinvenuti si segnalano prestigiosi frammenti di ceramica daunia e attica a figure nere.

ariano-nel-polesine_san-basilio_villa-romana-scavo-unipd_foto-unipd

Lo scavo della villa romana a San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro) curato dall’università di Padova (foto unipd)

ariano-nel-polesine_san-basilio_villa-romana_iscrizione-istituzione-fondazione-funeraria_foto-unipd

Iscrizione in marmo che celebra l’istituzione di una fondazione funeraria, rinvenuta nella campagna 2023 a San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro) (foto unipd)

ariano-nel-polesine_san-basilio_nuovo-edificio-scoperto-con-drone-a-sensori- multispettrali_foto-unipd

Nuovo edificio scoperto a San Basilio (Ariano nel Polesine, Ro) con foto da drone a sensori multispettrali (foto unipd)

Lo scavo e le ricognizioni nell’abitato romano. Le attività di ricerca condotte dall’università di Padova (Jacopo Bonetto, Caterina Previato, Jacopo Turchetto, Wieke De Neef) in convenzione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza (dott.ssa Giovanna Falezza) interessano la fase romana del sito di San Basilio, che in questa fase costituì uno snodo commerciale di fondamentale importanza posto all’incrocio tra vie di terra (via Annia-Popillia) e le vie d’acqua. Dal 2022 sono riprese le indagini archeologiche presso la cosiddetta “villa romana”, già in parte scavata negli anni Settanta del secolo scorso. I nuovi scavi hanno permesso di individuare ulteriori ambienti appartenuti all’edificio e di riportare in luce oltre 450 monete e altri preziosi reperti, tra cui un’iscrizione in marmo che celebra l’istituzione di una fondazione funeraria con cui venivano donate somme di denaro al collegio dei fabbri. A fianco delle attività di scavo sono in corso di svolgimento una serie di ricerche topografiche, finalizzate alla ricostruzione dell’organizzazione dell’antico abitato. Sono state condotte, da un lato, attività di raccolta di superficie dei materiali ceramici antichi con l’impiego di tecnologie digitali di tipo Mobile Mapping e, dall’altro, ricerche da remote e proximal sensing, che hanno visto l’impiego di un drone termico e di un drone multispettrale. Tutti i dati raccolti sono stati fatti confluire all’interno di una piattaforma GIS, che fungerà da base per lo sviluppo di un webGIS tematizzato, interamente dedicato al patrimonio archeologico di San Basilio. L’utilizzo del drone con sensori multispettrali e dei sistemi di prospezione magnetica hanno permesso l’eccezionale scoperta della posizione e della precisa articolazione di un edificio romano prima del tutto sconosciuto, che sarà oggetto di scavo dal mese di maggio 2024. Queste attività di ricognizione e prospezioni geofisiche hanno inoltre permesso di individuare altri edifici e di meglio definire l’articolazione dell’abitato romano che aveva un’estensione di oltre 30 ettari, pari a quello di una piccola città.

ariano-nel-polesine_san-basilio_centro-turistico-culturale_ingresso_foto-drm-veneto

L’ingresso del rinnovato Centro turistico culturale San Basilio ad Ariano nel Polesine (foto drm-veneto)

Il riallestimento del Centro turistico culturale. Nell’ottica di creare un punto informativo adeguato alla comprensione delle aree archeologiche e del suo ambiente, la nuova stagione di attività ha visto il rinnovamento del Centro Turistico Culturale come luogo di lettura del complesso rapporto tra uomo e ambiente nella storia della regione polesana, tema dominante fin dal primo allestimento del 1995. Il già importante lavoro svolto nel primo allestimento è stato integrato nel 2021 con nuove opere di riqualificazione tecnico-strutturale e valorizzazione del Centro, nonché con l’allestimento della sezione relativa al celebre albero monumentale “Quercia di Dante”.

ariano-nel-polesine_san-basilio_centro-turistico-culturale_sale-espositive-percorso-ad-anello_monitor_foto-drm-veneto

I monitor con i contributi video che arricchiscono il percorso del Centro turistico culturale San Basilio (foto drm-veneto)

Il nuovo progetto completato e presentato nel 2024, concepito dall’architetto Nicola Nottoli con l’organizzazione e il coordinamento di Jacopo Bonetto, Marco Bruni, Alberta Facchi e Giovanna Falezza, prevede un sistema espositivo anulare che presenta in forma fisica il tema dell’“isola” di Ariano, della “duna” (Dune fossili) e della centralità geografica di San Basilio, luogo paradigmatico della stratificazione storica del Delta. Gli elementi del precedente allestimento sono integrati e affiancati dai nuovi, in modo da creare un percorso narrativo funzionale alle esigenze del pubblico. Lungo il percorso ad anello si dipana un racconto di sintesi che regge il filo dello sviluppo storico del sito dall’età etrusca all’età tardo antica/alto-medioevale. Un racconto articolato in 5 “tappe”, con teche che racchiudono i reperti maggiormente rappresentativi e iconici. Questi sono, per lo più, di nuova selezione dai depositi del museo Archeologico nazionale di Adria, rappresentando delle vere novità, e introducono i visitatori alle tematiche esposte nelle precedenti vetrine, che sono contenute in due piccole sale laterali. L’applicazione di una boiserie alle pareti del lucernario centrale, la ‘piramide’, consente un trattamento personalizzato dell’illuminotecnica e la visione dei numerosi monitor, cui è affidata una parte del racconto visivo.

ariano-nel-polesine_san-basilio_centro-turistico-culturale_sale-espositive-percorso-ad-anello_1_foto-drm-veneto

Il percorso ad anello del Centro turistico culturale San Basilio ad Ariano nel Polesine (foto drm-veneto)

I temi sviluppati nel percorso ad anello sono: “San Basilio, un centro multiculturale” dove una sezione introduttiva spiega le peculiarità di questo centro, nato sullo scorcio del VII secolo a.C. come primo approdo di scambi commerciali tra mondo italico, etrusco e mediterraneo; “Un porto dell’Etruria Padana” in cui si viene introdotti al tema degli Etruschi a San Basilio, anche in rapporto agli altri centri dell’Etruria padana sia per gli aspetti della cultura materiale che per le tecniche costruttive; “La trasformazione del sito nell’età della Romanizzazione” che occupa la vetrina centrale, vera protagonista del percorso, che ospita un eccezionale tesoretto di cui rimangono 124 denari e quinari d’argento di età repubblicana; “Roma e San Basilio” è il tema della quarta sezione, nella vetrina del percorso circolare sono esposti materiali edilizi, ma il tema è sviluppato bene all’interno della sala di approfondimento, dedicata, oltre che alle architetture della Mansio Hadriani, al vasellame da mensa e agli scambi commerciali; “San Basilio e la cristianizzazione del Delta” qui si trovano i materiali più integri e significativi provenienti dai corredi funebri della necropoli paleocristiana rinvenuti presso il battistero paleocristiano.

Ariano nel Polesine (Ro). Inaugurazione del nuovo allestimento del Centro Turistico Culturale San Basilio e dell’area archeologica di via Brenta

ariano-nel-polesine_san-basilio_centro-turistico-culturale_inaugurazione_locandinaNuovo allestimento del Centro Turistico Culturale San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro). L’inaugurazione mercoledì 17 gennaio 2024, dalle 11 alle 13, al Centro Turistico Culturale San Basilio, via San Basilio 12, San Basilio, Ariano nel Polesine (Ro). Inoltre dalle h16:00 alle h18:30 il Centro rimarrà aperto per accogliere tutti i visitatori. Si tratta di un evento che vede coinvolto il dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova a conclusione di un lungo lavoro di riallestimento del prezioso museo Archeologico sul Delta del Po. È questa l’area dove il Dipartimento conduce ricerche archeologiche da molti anni, con il supporto del Comune, della Fondazione Cariparo, della Provincia di Rovigo e di molti altri soggetti. Le ricerche sono condotte in collaborazione con l’università Ca’ Foscari di Venezia, con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza e con la direzione regionale Musei (museo archeologico nazionale di Adria). Il programma della mattinata. Alle 11, i saluti di Luisa Beltrame, sindaco di Ariano nel Polesine; Enrico Ferrarese, presidente della Provincia di Rovigo; Gilberto Muraro, presidente della fondazione Cariparo; Cristiano Corazzari, assessore Regione Veneto; Moreno Gasparini, presidente parco regionale veneto Delta del Po; Daniele Ferrara, direttore regionale Musei del Veneto; Fabrizio Magani, soprintendente ABAP di Verona Rovigo e Vicenza; Giovanna Falezza, direttore museo Archeologico nazionale di Verona. Alle 11.30, gli interventi di Alberta Facchi, direttore del museo Archeologico nazionale di Adria; Nicola Nottoli, architetto progettista dei nuovi allestimenti; Jacopo Bonetto, dell’università di Padova. Alle 12, inaugurazione del Centro turistico culturale. Alle 12.45, inaugurazione dell’area archeologica di via Brenta. Seguirà un buffet nell’aula didattica dell’azienda agricola Forzello.

Adria. Al museo Archeologico nazionale per le Gea 2023 l’occasione per scoprire le mansiones romane e la danza antica. Cosa offre il museo tutti i giorni

adria_archeologico_gea-2023_danze-antiche_locandinaAlla scoperta delle mansiones romane e della danza antica al museo Archeologico di Adria. In occasione delle Giornate europee dell’Archeologia e come evento conclusivo del progetto di valorizzazione degli scavi di San Basilio, il museo Archeologico Nazionale di Adria e il @gavdanzeantiche Gruppo Danze Antiche di Villadose offrono uno speciale appuntamento con la storia. Alle 17 di domenica 18 giugno 2023, la direttrice Alberta Facchi guiderà il pubblico alla scoperta della sezione del Museo dedicata alle mansiones di età romana. Seguirà la performance del Gruppo Danze Antiche di Villadose, coordinato dalla maestra Silvia Bellinello. Le giovani danzatrici, che si esibiscono nei più importanti festival storici europei, offriranno uno spettacolo di danze antiche e orientali nella splendida cornice del Pubblico Giardino, il parco alberato del Museo di Adria. Prenotazioni e info: 0426 21612; drm-ven.museoadria@cultura.gov.it.

ferrara_archeologico_tomba-436-VT_da-spina_cratere-a-figure-rosse_dettaglio_foto-drm-emilia-romagna

Cratere a figure rosse con anse a volute raffigurante una Nike (Vittoria) in volo: particolare della testa della Nike con i boccoli in sovradipintura, il diadema coronato legato sulla nuca, l’orecchino semilunato. Dalla tomba 436 VT da Spina esposta al MAN Adria in prestito di scambio dal MAN di Ferrara (foto drm-er)

Agli appassionati di storia o ai semplici curiosi e alle famiglie che vorranno celebrare l’archeologia tutti gli altri giorni, la direzione dell’Archeologico ricorda cosa si può trovare al museo Archeologico nazionale di Adria: le novità del 2023, tra cui il corredo di una intera tomba da Spina in prestito di scambio dal MAN di Ferrara, la nuova vetrina dell’età del bronzo, il reperto del mese e l’apparato didascalico tradotto in inglese; ii giochi per visitare il museo con i bambini: la caccia al tesoro “Scopri il tuo Museo” e l’ArcheGiochi nel parco alberato; il Museo per tutti: il museo di Adria è totalmente percorribile con le carrozzine; la nuova guida del Museo: il catalogo a stampa con foto e disegni in lingua italiana e inglese stampato in collaborazione con BancAdria, acquistabile presso la biglietteria; il MuseumPass, l’abbonamento al Museo con il quale al prezzo di 12 euro si può entrare in museo illimitatamente per un intero anno; e molto, molto di più: 3500 reperti, allestiti in 1440 mq di esposizione, pronti a raccontare le mille storie dell’Archeologia della città etrusca di Adria e del Basso Polesine.

Adria. Al museo Archeologico nazionale per il ciclo di incontri del Gruppo​ Archeologico “F.A. Bocchi” conferenza “I vetri di Adria alla luce delle nuove tecnologie” di Mandruzzato e Facchi

adria_archeologico_conferenza-i-vetri-di-adria-alla-luce-delle-nuove-tecnologie_locandinaÈ una delle più famose, se non la più famosa, vetrina del museo Archeologico nazionale di Adria: è la vetrina dei vetri romani. E proprio i vetri romani saranno protagonisti della conferenza “I vetri di Adria alla luce delle nuove tecnologie”, nell’ambito del XXXIII ciclo di incontri del Gruppo​ Archeologico “F.A. Bocchi” sez. CPSSAE, a cura di Luciana Mandruzzato, archeologa professionista specializzata in vetri di età romana (socia del comitato italiano dell’AIHV Association Internationale pour l’Histoire du Verre) e Alberta Facchi, direttrice del MAN Adria. Appuntamento domenica 5 febbraio 2023, alle 17. L’ingresso è gratuito in occasione della prima domenica del mese. Prenotazioni al numero 0426.21612 o alla email: drm-ven.museoadria@cultura.gov.

adria_archeologico_conferenza-i-vetri-di-adria-alla-luce-delle-nuove-tecnologie_locandina-bis“La vetrina dei vetri romani del museo Archeologico nazionale di Adria”, ricorda la direttrice Facchi, “espone reperti da collezioni provenienti dalla città e dal suo territorio. Progettata in occasione del riallestimento del museo condotto tra il 2004 e il 2009, la vetrina è intesa come accorgimento allestitivo di particolare impatto emotivo per quello che è un punto di eccellenza archeologica del museo. I 92 oggetti esposti, quasi sicuramente tutti provenienti da corredi funerari, coprono un arco cronologico che va dalle prime produzioni di epoca romana, databili alla fine del I secolo a.C., alla fine del III secolo d.C. Come tecniche di lavorazione sono attestate la sagomatura su forma, la soffiatura e la soffiatura dentro matrice, con decorazioni applicate, incise o esito di lavorazione a caldo. La documentazione della spettacolare vetrina – continua Facchi – è arricchita oggi anche dai modelli in 3D di una parte degli oggetti esposti, consultabili liberamente on line grazie all’inserimento di un particolare itinerario tematico all’interno del Catalogo nazionale dei Beni culturali “Giochi di luce al museo Archeologico nazionale di Adria” (https://catalogo.beniculturali.it/itinerario/giochi-luce-al-museo-archeologico-nazionale-adria).

ennion_coppe-di-adria2

Le due coppe di Ennion trovate in una tomba romana a Cuora di Cavarzere e oggi al museo di Adria (foto drm-veneto)

Quando presenti, i 3D sono visualizzabili direttamente aprendo la scheda di catalogo come immagine principale, consentendo al visitatore la navigazione nell’oggetto tridimensionale (esempio sulle famose coppe di Ennione: https://catalogo.beniculturali.it/detail/Veneto/ArchaeologicalProperty/CRV-RA_0013226)” (vedi Le coppe blu del maestro vetraio siro-palestinese Ennion del I sec. d.C., conservate nel museo di Adria, dopo le grandi mostre negli States, protagoniste dell’incontro in soprintendenza Archeologia del Veneto con Bonomi e Pettenò | archeologiavocidalpassato). Il progetto ha importanti ricadute positive anche sotto l’aspetto della conservazione e per la didattica del patrimonio culturale. Ideato e condotto, oltre che da Mandruzzato e Facchi, relatrici della conferenza, anche da Francesco Ceselin e Ada Gabucci, è stato reso possibile grazie all’iniziativa di valorizzazione del patrimonio archeologico del Veneto realizzata con il Progetto “VALUE – EnVironmental And cuLtUral hEritage development” finanziato nell’ambito del Progetto INTERREG V – A Italia-Croazia 2014-2020 ( www.italy-croatia.eu/web/value/about-the-project ) e cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

Polesine, progetto didattico “Una Storia Antica nella Terra più giovane d’Italia”. Doppio incontro: il primo a Loreo (Ro) “Ritorno al passato. Dalle dune preistoriche all’insediamento veneziano”, il secondo al Centro Turistico Culturale di San Basilio

adria_archeologico_maschera_foto-drm-veneto

Maschera antica conservata al museo Archeologico nazionale di Adria (foto drm-veneto)

Due incontri, uno a Loreo l’altro a San Basilio, alla scoperta dei luoghi del territorio di Loreo, in Polesine, ricchi di cultura, storia e archeologia, nell’ambito del progetto didattico “Una Storia Antica nella Terra più giovane d’Italia” che ha visto coinvolto il Comune di Ariano nel Polesine (capofila del progetto) in partenariato con i Comuni di Adria e Loreo insieme al museo Archeologico nazionale di Adria, la direzione regionale Musei del Veneto, ente parco regionale veneto del Delta del Po, soprintendenza ABAP per le province di Verona Vicenza, Rovigo , e le associazioni CPSSAE, Gruppo Archeologico Adriese ‘F.A. Bocchi’ e CE.RI.DO Delta. Segreteria organizzativa la Pro Loco di Ariano nel Polesine.

loreo_incontro-ritorno-al-passato_locandinaIl primo appuntamento è un incontro a tre voci per il 12 gennaio 2023, alle 21, nella sala consiliare del municipio di Loreo (Ro) dal titolo “Ritorno al passato. Dalle dune preistoriche all’insediamento veneziano”. I tre relatori, Sandra Bedetti, Daniele Bergantin e Luigi Contegiacomo, proporranno un percorso storico ambientale incentrato sulle peculiarità del territorio di Loreo, un centro del delta del Po particolarmente ricco di storia, ma anche di caratteristiche ambientali singolari, dovute alla presenza, non immediatamente percettibile, di cordoni di dune che attestano la vicinanza alla linea di costa in epoca protostorica. La lettura e l’interpretazione di elementi morfologici tramite foto aeree e cartografia storica offrono certamente strumenti che permettono di definire, seppure a grandi linee, l’antico paesaggio suggerendo la ricostruzione di alcune dinamiche insediative in rapporto all’ambiente naturale. I tre relatori cercheranno in questo modo di delineare un percorso nel territorio circostante al centro urbano di Loreo che partendo dalla lettura delle morfologie naturali del periodo protostorico, giunge alla trasformazione dell’ambiente attuata in epoca romana, mediante la documentazione offerta dagli scavi, condotti negli anni ’80 del secolo scorso, dell’insediamento di Corte Cavanella di Loreo, una mansio in prossimità della foce dell’Adige attiva tra il I  e il V secolo d.C. che compare nella Tabula Peutingeriana con la denominazione di Fossis. L’analisi delle attività produttive che si svolgevano nell’epoca e delle particolari forme di adattamento all’ambiente naturale, permettono un singolare confronto con altre forme di insediamento attuate dalla metà del XVI secolo d.C. da alcune famiglie storiche veneziane, che scelgono queste zone del Delta per investimenti fondiari. Il fenomeno denominato delle Ca’ del Delta è stato analizzato da parte di ricercatori di CE.RI.DO. Delta e dell’università di Padova che hanno predisposto il sito www.cadelta.it, dove sono stati censiti gli insediamenti di matrice veneziana nei comuni del delta del Po.

ariano_centro-culturale_conferenza-san-basilio_locandinaIl secondo appuntamento si terrà al Centro Turistico Culturale di San Basilio (Ro) il 14 gennaio 2023, alle 10, l’incontro di fine progetto alla presenza di tutti i partner istituzionali con due interventi. Quello di Alberta Facchi, direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria, che parlerà dei progetti di rete che hanno interessato negli ultimi anni il Delta, anche in relazione all’attivazione del Sistema museale nazionale, ponendo solide basi per una strutturazione articolata della fruizione archeologica, che si rivela essere una peculiarità del territorio: progetti (europei e ministeriali, ma non solo) cui hanno partecipato molteplici attori anche con partenariati pubblico-privato.  Il secondo intervento, di Giovanna Falezza, direttrice del museo Archeologico nazionale di Verona, presenterà i progetti di ricerca archeologica in atto nei siti del Delta, San Basilio in particolare.

adria_archeologico_attività-didattica_Scuole primarie_foto-cereda-delta

Attività didattica al museo Archeologico nazionale di Adria (foto cereda delta)

Il progetto, finanziato con contributo della Regione del Veneto e per una quota parte dai tre Comuni coinvolti ha visto la programmazione di una serie di attività didattiche gratuite al museo Archeologico nazionale per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado sotto la guida di archeologi esperti.  Due le tipologie di laboratorio proposte: l’utilizzo di tecnologia digitale avanzata, per una fruizione innovativa e interattiva degli splendidi vetri del museo Archeologico di Adria da parte di studenti delle scuole secondarie di II grado, che hanno usufruito della ricostruzione in 3D dei pezzi presente sul catalogo on line dell’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo Digitale) e realizzato nell’ambito del progetto europeo Interreg VALUE; l’attività di manipolazione di alcuni reperti originali da parte di studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado  (attività “Vietato NON toccare”). Lezioni con laboratorio di archeologia sperimentale al Centro Turistico Culturale di San Basilio ad Ariano nel Polesine e all’Antiquarium di Loreo.

Adria. Al museo Archeologico nazionale conferenza della direttrice Alberta Facchi su “Adria città etrusca. Un aggiornamento tra collezione Bocchi e nuove metodologie” per gli incontri del Gruppo archeologico adriese “F.A. Bocchi” sez. CPSSAE

adria_archeologico_conferenza-adria-città-etrusca_facchi_locandinaNuovo appuntamento del XXXIII ciclo di incontri del Gruppo Archeologico Adriese “F. A. Bocchi”, sez. CPSSAE. Domenica 4 dicembre 2022, alle 17, al museo archeologico nazionale di Adria, conferenza “Adria città etrusca. Un aggiornamento tra collezione Bocchi e nuove metodologie” di Alberta Facchi, direttore del museo adriese. L’ingresso al museo è gratuito per tutta la giornata essendo il 4 dicembre la prima domenica del mese (#domenicalmuseo). Ma alla conferenza si partecipa su prenotazione telefonando allo 0426 21612. “La conferenza”, anticipa Alberta Facchi, “è frutto di un lavoro di ricerca congiunto svolto insieme a Maria Cristina Vallicelli, per lo studio delle strutture e dei dati stratigrafici, e a Federica Wiel-Marin, per gli approfondimenti sulla ceramica attica. Per l’occasione si propone una rilettura della topografia e degli aspetti urbanistici del centro etrusco di Adria in età arcaica​​​, con particolare attenzione alle prime fasi insediative della città a partire dalla metà del VI sec. a.C. Punto di partenza – continua -, una riflessione sui vecchi e sui nuovi dati a disposizione: tra i primi, sono fondamentali i cataloghi compilati da Francesco Antonio Bocchi, oggetto di un accurato lavoro di trascrizione effettuato dal personale del museo Archeologico nazionale durante il lockdown, causato dalla recente pandemia, e di analisi comparativa soprattutto per quanto concerne la ceramica attica. Tra i secondi, ci sono i dati della nuova campagna di carotaggi effettuati in città grazie al progetto europeo VALUE uniti ai recenti scavi urbani, come quello in via Ex Riformati, che ha restituito evidenze di un vasto tavolato e di una struttura edilizia a pianta rettangolare allungata caratterizzata da un sistema di fondazioni in travi dormienti ammorsate che trova confronti in altri centri coevi dell’Etruria padana, quali il Forcello nel Comune di Bagnolo San Vito (Mn) e Spina nel Comune di Comacchio (Fe)”.​

Adria. Per le Giornate europee del Patrimonio visite guidate ai depositi del museo Archeologico e apertura serale straordinaria

adria_archeologico_giornate-europee-del-patrimonio_depositi-del-museo_locandinaIn occasione delle Giornate Europee del Patrimonio visite guidate ai depositi del museo Archeologico nazionale di Adria a cura del personale con prenotazione obbligatoria allo 0426 21612. Sabato 24 settembre 2022, dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso alle 22): in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio: apertura straordinaria serale con ingresso a 1 euro e visita guidata a cura della direttrice Alberta Facchi “I vetri di Adria. Le novità”. Prenotazioni allo 0426 21612. Domenica 25 settembre 2022, alle 15; 16; 17: in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio: visite guidate ai depositi del museo a cura del personale. Prenotazione obbligatoria allo 0426 21612.

Caorle. Al museo nazionale dell’Archeologia del Mare per il terzo appuntamento di “STORIE RIEMERSE. L’archeologia tra ricerca e racconto museale” presentazione della guida del museo Archeologico nazionale di Adria

caorle_archeologico_storie-riemerse_guida-del-man-di-adria_locandinaConto alla rovescia per il terzo appuntamento con “STORIE RIEMERSE. L’archeologia tra ricerca e racconto museale” al museo nazionale dell’Archeologia del Mare di Caorle: sabato 27 agosto 2022, alle 18.30, ospite è il museo Archeologico di Adria, con dialogo a due voci tra i due direttori, Federico Bonfanti e Alberta Facchi, in occasione della presentazione della nuova guida del MAN Adria, a cura di Alberta Facchi e Stefania Paiola. Testi di Giovanna Gambacurta e Loretta Zega. Schede tematiche di Sandra Bedetti, Fiorenza Bortolami, Alberta Facchi, Marta Franzin, Andrea Gaucci, Stefania Paiola, Cinzia Tagliaferro, Maria Cristina Vallicelli, Federica Wiel-Marin (vedi Adria. Al museo Archeologico nazionale presentazione della nuova Guida a cura di Alberta Facchi e Stefania Paiola per la collana “Quaderni della direzione regionale musei Veneto” | archeologiavocidalpassato). L’evento è gratuito. Per informazioni: tel. 042183149 o 3479941448, mail ddm-ven.museocaorle@beniculturali.it.