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Pompei. Un anello verde di quattro chilometri per rigenerare il paesaggio extramoenia del Parco. La presentazione del Masterplan in auditorium

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Il progetto di riqualificazione del paesaggio di Pompei: un anello verde esterno le mura antiche (foto parco archeologico pompei)

L’obiettivo è la riqualificazione di un percorso paesaggistico di circa 4 chilometri extramoenia del Parco archeologico di Pompei, per farne un vero e proprio anello verde attorno alla città antica, capace di valorizzare il legame tra l’area degli scavi e il paesaggio naturale e agricolo circostante. Il Masterplan – oggetto di finanziamenti con fondi del PNRR – sarà presentato martedì 30 maggio 2023, alle 10.30, all’Auditorium degli scavi di Pompei. Alla presentazione interverranno: Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del parco archeologico di Pompei; Angelantonio Orlando, direttore generale Unità di missione per l’attuazione del PNRR; Vincenzo Calvanese, responsabile Ufficio tecnico del parco archeologico di Pompei; Paolo Mighetto, funzionario del parco archeologico di Pompei e RUP; Giovanni Minucci, cooperativa sociale Il Tulipano; Alberto Giuntoli, paesaggista e partner Studio Bellesi Giuntoli. Elementi portanti del nuovo percorso in extramoenia sono: il ripristino della passeggiata lungo le mura, la valorizzazione dei belvedere e la formazione di nuovi punti paesaggistici, il percorso ciclabile e quello viabilistico per servizio, le aree di sosta e di svago, quelle per il jogging e per il fitness, uniti ai punti di osservazione ornitologica e agli apiari. Il fine degli interventi sarà quello di restituire alla fruizione dei visitatori un’area strategica per la conoscenza dell’antica Pompei, di valenza paesaggistica unica al mondo e che oggi ancora, risulta in parte sottratta al godimento pubblico e non del tutto integrata al percorso di visita.

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Panoramica dell’Insula Occidentalis a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Chi viene oggi a Pompei per la prima volta, non conosce l’esistenza di un’altra Pompei esterna alle mura perché, anche a causa dei cantieri di restauro di questi ultimi anni, quello che alla fine degli anni Novanta era stato pensato come un vero e proprio circuito pedonale e ciclabile di circa 4 chilometri all’esterno delle mura della città antica, di grande valenza paesaggistica, è andato progressivamente degradandosi e perdendosi. È solo in questi anni recentissimi che, riattivando una corretta e continuativa manutenzione del verde, è stato possibile riscoprire e recuperare molte delle aree esterne, in alcuni casi avviando una vera e propria bonifica dalla vegetazione infestante che si era impadronita dei luoghi. Inoltre, la bonifica del grande frutteto dell’Insula Occidentalis e della Via dei Sepolcri al di sopra della Villa di Cicerone, con il nuovo viale dei cipressi tra l’Anfiteatro e Porta Nola, rappresentano due tasselli di un recupero che oggi, con il completamento della nuova recinzione del parco, hanno consentito di avviare un ripensamento e una riqualificazione dell’intero circuito estrameniano.

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Agricoltura sociale: raccolta di mele e melograni a Pompei con la coop sociale Il Tulipano (foto parco archeologico pompei)

La progettazione, seguita dal Parco e dallo Studio Bellesi Giuntoli di Firenze, includerà anche la redazione del PEBA, cioè del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, fisiche e senso-percettive, esteso all’intero perimetro estrameniano e a questa seguirà la progettazione degli interventi specifici e mirati ad assicurare l’accessibilità ampliata dell’area interessata. “L’intento è anche quello di pervenire a livelli di fruizione del circuito estrameniano in piena sicurezza e secondo forme di autonomia differenziata, ricreando percorsi che consentano l’inclusione e dunque la percorribilità da parte di tutti, evitando percorsi riservati esclusivamente ai disabili, nell’ottica di un’accoglienza inclusiva e senza barriere”, sottolinea il direttore Zuchtriegel. “Per questo è stato anche avviato un percorso di stretto e proficuo dialogo progettuale con la Cooperativa Sociale Il Tulipano, già attiva al Parco di Pompei, al fine di predisporre aree e percorsi pienamente inclusivi anche per Persone con autismo e/o disabilità cognitiva”.

Torino. Al museo Egizio conferenza del curatore Paolo Del Vesco su “Le figurine femminili della collezione del Museo Egizio”. Incontro in presenza e on line

torino_egizio_conferenza-le-figure-femminili-del-museo-egizio_del-vesco_locandinaLe figurine femminili sono oggetti realizzati per lo più in terracotta o pietra (ma anche in legno, avorio o faience) di circa 15-20 cm che rappresentano una figura femminile più o meno stilizzata. “Le figurine femminili della collezione del Museo Egizio” è il tema della conferenza di Paolo Del Vesco, curatore del museo Egizio di Torino, nuovo appuntamento degli incontri con i curatori, lunedì 29 maggio 2023, alle 18, in sala Conferenze del museo Egizio di Torino. Introduce Federica Facchetti, curatrice del museo Egizio. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo. Il programma di incontri è realizzato in collaborazione con il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino.

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Figurina femminile in terracotta conservata al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Figurine in terracotta di questo tipo sono state ritrovate in tutto il bacino del Mediterraneo, sia in contesti domestici, che funerari e templari. Le figurine rinvenute in Egitto e databili al Nuovo Regno, in particolare, includono elementi figurativi come orecchini tondi, ampie parrucche, coni di profumo o copricapi. La figura, inoltre, può essere a volte sdraiata su un letto e accompagnata da oggetti come uno specchio, un vasetto o una giara, e può anche essere rappresentata in compagnia di un bambino o nell’atto di allattarlo al seno. La conferenza sarà incentrata su alcune delle figurine che fanno parte della collezione del museo Egizio e sul dibattito in corso fra gli studiosi a proposito dei significati e delle funzioni che questi oggetti così particolari potevano avere.

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L’archeologo Paolo Del Vesco, curatore al museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)

Paolo Del Vesco è curatore e archeologo al museo Egizio dal 2014, con esperienza di scavo in Italia, Siria, Arabia Saudita, Egitto e Sudan. Partecipa dal 2015 alle missioni archeologiche del museo Egizio a Saqqara e a Deir el-Medina e ha collaborato alla realizzazione delle mostre “Missione Egitto 1903-1920. L’avventura archeologica M.A.I. raccontata” (2017), “Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo” (2018) e “Attraverso gli occhi di Tutankhamon: prospettive alternative sull’egittologia” (2022) e delle nuove sale museali “Alla ricerca della vita. Cosa raccontano i resti umani?” (2021).

Palermo. Al museo Archeologico regionale “Salinas” il progetto di A.C.CulturArti “Anche le statue parlano”: storie di divinità e di semidei, miti e leggende, storie di illustri archeologi e di grandi scoperte archeologiche nelle visite teatralizzate

palermo_archeologico_anche-le-statue-parlano_locandinaE se la statua di Zeus conservata al museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo iniziasse a parlare? Quale storia ci racconterebbe? Il nuovo progetto di A.C.CulturArti “Anche le statue parlano”, nato dall’idea che i Musei non vadano solo visti, ma anche ascoltati, approda in Sicilia. La mattina di domenica 28 maggio 2023 gli attori Caterina Bernardi e Alessandro Maione e il cantautore Edoardo De Angelis – autore di tutti i testi del progetto – porteranno alla scoperta delle storie che il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo (piazza Olivella 24) conserva. Sono previsti tre turni di visita: alle 10 (1° gruppo), alle 11 (2° gruppo) e alle 12 (3° gruppo). I posti per le visite teatralizzate sono limitati. È obbligatoria la prenotazione sul sito: bit.ly/statuepalermo. L’evento è compreso nel biglietto di ingresso al Museo. “Anche le statue parlano” nasce con l’intento di collegare passato e presente, archeologia e storia contemporanea. Si tratta di un vero e proprio viaggio all’indietro nel tempo, di tipo espressivo e artistico, un progetto innovativo di valorizzazione culturale accessibile a tutti, ideato per far conoscere e apprezzare le storie e le leggende relative alle opere conservate presso le realtà museali coinvolte nell’iniziativa. Nel caso del museo palermitano, gli artisti – grazie alle suggestioni della musica e dei testi scritti per l’occasione – creeranno un dialogo tra i dati scientifici e le memorie dei personaggi storici e mitologici: ci racconteranno storie di divinità e di semidei, miti e leggende, storie di illustri archeologi e di grandi scoperte archeologiche. Un viaggio nell’Antichità, ma anche un filo diretto con la Storia dei nostri giorni e un appello alla necessità di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale. Il progetto “Anche le statue parlano” è finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione Friuli ed è organizzato dall’associazione A.C.CulturArti di Udine, con il patrocinio dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana e in partenariato con il Comune di Palermo.

Palermo. “Quando danzano gli dei”: al museo Archeologico regionale “A. Salinas” presentazione del libro “Anjali” e spettacolo di teatro-danza indiano

palermo_archeologico_libro-anjali_e_danza-indiana_locandinaChe senso può avere per un’artista occidentale esplorare ambiti lontani come quelli della danza classica indiana? La risposta immediata è che si tratta di apprendere un altro linguaggio espressivo per potenziare e risignificare il proprio, attingendo a un mondo simbolico e mitico ricchissimo, come indubbiamente è quello indiano. “Quando danzano gli dei”: se ne parla sabato 27 maggio, alle 18, al museo Archeologico regionale “A. Salinas” in occasione della presentazione del libro “Anjali”; foto di Melina Mulas, testi di Marilia Albanese, danza Nuria Sala Grau. Con la partecipazione di Nuria Sala Grau (autrice) e Sergio Bonanzinga (università di Palermo). Ingresso gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili. In questo caso, ove l’esperienza è condivisa da due artiste di diversa provenienza – una danzatrice e una fotografa – che si concentrano sui diversi aspetti della Dea e sui suoi miti, il senso della ricerca va oltre le ovvie motivazioni esposte. Per entrambe, l’esecutrice che rappresenta e vive gesto e postura e la spettatrice che ne fissa l’intensità emotiva attraverso la macchina fotografica, il processo è ben più profondo e sottile: prendendo le mosse da un’arte antica, geograficamente e culturalmente ben delimitata come è il Bhāratanāṭyam, rivivendo le vicende della Dea e le sue emozioni, dietro le rappresentazioni mitiche emergono i molteplici risvolti dell’affascinante e inquietante archetipo femminile. A seguire lo spettacolo di teatro-danza indiano Bharatanatyam, con le danzatrici Nuria Sala Grau e Barbara Lamia. Danzatrice, coreografa e docente di danza, Núria Sala Grau nasce a Barcellona, Spagna. Diplomata in Psicoterapia umanista, diplomata nel Metodo Feldenkrais e formata come “Danzaeducatore”. Dopo una intensa formazione internazionale in danza classica e danza contemporanea, si specializzerà in teatro-danza Bharatanatyam con Krishnaveni Lakshmanan direttrice artistica dell’Accademia Kalakshetra di Chennai, oggi la sua Maestra di riferimento è Leela Samson. Barbara Lamia è danzatrice, insegnante ed appassionata ricercatrice nel campo delle danze tradizionali e dello yoga con oltre 15 anni di insegnamento e performance in tutto il mondo. La sua formazione comprende danza classica, danza contemporanea, teatro-danza e danza orientale MENAHT (Middle-East, North-Africa, Hellenic, Turkish), studiando con numerosi insegnanti e specializzandosi, nel corso di quasi vent’anni, nello stile Fusion.

Pompei. Al Teatro Grande in scena “Acarnesi. Stop the war!” riscrittura da Aristofane per la regia Marco Martinelli: seconda esperienza del progetto “Sogno di volare” con gli studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano

pompei_teatro-grande_Sogno di Volare_acarnesi_locandinaSabato 27 e domenica 28 maggio 2023, 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano apriranno la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con gli “Acarnesi. Stop the war!”. Guidati dalla regia esperta di Marco Martinelli, accompagnati dalle musiche di Ambrogio Sparagna e con il disegno luci di Vincent Longuemare, professionisti della scena teatrale di fama internazionale. Un parco archeologico può diventare un luogo dove gli adolescenti del territorio indagano le proprie capacità esibendosi, con artisti professionisti, in uno spettacolo antico? Riescono ragazze e ragazzi di 15-17 anni a mettere in crisi il racconto di un territorio come quello intorno a Pompei, “difficile” e “debole” secondo i soliti indicatori socioeconomici, sorprendendo i grandi con il loro incredibile entusiasmo e la loro creatività? Dopo il primo anno di “Sogno di Volare” – progetto volto a coinvolgere i ragazzi e le scuole del territorio e a stabilire un legame concreto con il patrimonio culturale di appartenenza, attraverso l’arte e il teatro – la risposta nel secondo anno dell’iniziativa, può essere un “sì” un po’ meno timido. In scena, alle 21, “Acarnesi. Stop the War!”, riscrittura da Aristofane, drammaturgia e regia Marco Martinelli, musiche Ambrogio Sparagna, spazio e luci Vincent Longuemare. Produzione Parco archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Giffoni Film Festival. Cofinanziato dalla Direzione generale Spettacolo e da American Express. Biglietti: 5 euro on-line su vivaticket.it alle biglietterie Teatro Mercadante e Teatro San Ferdinando e alla biglietteria degli scavi (piazza Esedra) la sera dello spettacolo.

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Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, con i ragazzi dello spettacolo (foto parco archeologico pompei)

Superate alcune barriere iniziali di carattere burocratico e culturale, mettendo insieme scuole, istituzioni culturali, artisti e i funzionari del ministero della Cultura, il parco archeologico di Pompei ha creato un modello: dopo l’anno zero, che ha visto il primo spettacolo pompeiano approdare anche a Ravenna e Bologna (con sale esaurite), si spicca il volo e si amplia il progetto. “Per noi vuol dire che ci sono altri che credono come noi che la cultura può cambiare la vita delle persone, come l’abbiamo potuto toccare con mano nel primo anno, che ha superato i miei più audaci sogni, e questo ci riempie di gioia”, sottolinea il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Pompei è un sito che parla ai giovani di oggi, premesso che diamo a loro lo spazio per sentirlo e non ci sovrapponiamo con preconcetti e finte certezze alla loro sensibilità”.

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Prove dello spettacolo “Acarnesi. Stop the War!” al Teatro Grande di Pompei per il progetto “Sogno di volare” (foto parco archeologico pompei)

Non più solo teatro ma anche cinema e racconto documentaristico con la collaborazione di Giffoni experience e Giffoni Innovation hub, ma soprattutto cresce la partecipazione delle scuole, dopo il liceo “E. Pascal” di Pompei, l’istituto superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco, entrano il liceo “G. de Chirico” di Torre Annunziata e l’istituto superiore “R. Elia” di Castellammare di Stabia. Economicamente il progetto, sostenuto dal Parco di Pompei, comincia a camminare sulle proprie gambe: oltre a un contributo della Direzione generale Spettacolo, una parte cospicua delle spese viene coperta da uno sponsor, American Express. E sempre nell’ottica di far emergere il magico rapporto tra il sito archeologico e i giovani, c’è un progetto di formazione al linguaggio cinematografico e al racconto documentaristico  in collaborazione con Giffoni experience e Giffoni Innovation hub che coinvolge gli studenti del liceo Artistico “Giorgio De Chirico” di Torre Annunziata, con l’obiettivo di produrre e distribuire dei mini documentari e raccontare –  con il supporto di professionisti del settore, che li guideranno anche attraverso delle masterclass dedicate –  le peculiarità di un posto unico al mondo, raccontando 6 cantieri in corso nel sito archeologico: Scavo IX – Insula 10, Casa del Larario di Achille – Vicolo dell’Efebo, Insula Occidentalis – Casa della Biblioteca, Casti Amanti, Casa di Pansa e Domus del Larario – Regio V.

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Il regista e attore Paolo Ruffini intervenuto alla presentazione dello spettacolo (foto parco archeologico pompei)

“Acarnesi. Stop the war!”. Il fluido vitale dell’adolescenza, la scoperta del teatro e della propria voce, la forza dirompente dei classici convergeranno in questo progetto, che non è solo uno spettacolo, ma un percorso di consapevolezza e crescita personale di una generazione contemporanea al confronto con temi quanto mai attuali e attraverso il contatto vivo con la bellezza di un patrimonio culturale che gli appartiene. Gli “Acarnesi” è la prima commedia, scritta da Aristofane poco più che adolescente: Diceopoli, vecchio contadino ateniese, non sa convincere i concittadini a smetterla con la guerra, e decide per una “tregua separata” con gli Spartani. Così se ne torna nel suo podere a celebrare Dioniso mentre la città è in fiamme. Gli Acarnesi gli si oppongono, ma Diceopoli (“il giusto cittadino”) spiegherà loro che servire la patria significa cercare la Pace. Un inno scenico quanto mai attuale, in questo millennio funestato come allora dall’incubo della guerra. 

Il regista Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è noto per la sua esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021. Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale. Per gli spettacoli al Teatro Grande il regista è coadiuvato, già dallo scorso anno, dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa. 

Ovaro (Ud). Nell’ambito della X Settimana della Cultura friulana, due incontri sulle recenti scoperte archeologiche: due ponti in pietra e un masso con iscrizioni venetiche

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I due ponti in pietra affioranti nei lavori all’ingresso della Cartiera di Ovaro (Ud) (foto sabap-fvg)

Scoperte archeologiche a Ovaro. Nell’ambito della X edizione della Settimana della Cultura Friulana, promossa dalla Società Filologica Friulana, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia propone due incontri dedicati alle testimonianze archeologiche nel territorio di Ovaro (Ud) nella sala Convegni del Complesso turistico/ambientale di Aplis.

ovaro_sala-convegni_scoperte-archeologiche_primo-incontro_locandinaLa prima conferenza, dal titolo “Due ponti, una strada: tracce di una storia sepolta a Ovaro”, si terrà sabato 27 maggio 2023, alle 17, e sarà occasione per parlare del rinvenimento di due ponti in pietra, due manufatti appoggiati l’uno all’altro e impostati sulla roccia affiorante che sono stati messi in luce durante la realizzazione della rotatoria in corrispondenza dell’accesso alla cartiera di Ovaro. Intervengono Luca Vittori (FVG Strade S.p.A.), Roberto Micheli (archeologo – soprintendenza ABAP FVG), Raffaella Bortolin (archeologa), Angela Coiutti (FVG Strade S.p.A.), Giovanni Sandre (FVG Strade S.p.A.). Per consentire il prosieguo dei lavori della rotatoria, i due ponti sono stati smontati con criteri scientifici e tutte le operazioni sono state documentate con tecnica archeologica. Durante il pomeriggio saranno presentati i risultati e contestualmente analizzate problematiche dell’intervento archeologico, cercando di fornire un’interpretazione storica e una loro attribuzione cronologica: al momento infatti si può solo affermare che siano sicuramente precedenti al XX secolo. L’evento sarà anche occasione per esporre in anteprima il progetto di valorizzazione dei resti dei due ponti, in corso di elaborazione da parte di FVG Strade S.p.A. in accordo con la Soprintendenza ABAP FVG e il Comune di Ovaro.

ovaro_sala-convegni_scoperte-archeologiche_secondo-incontro_locandinaSeguirà, nella stessa sede, alle 18.15, il secondo incontro dal titolo “La montagna iscritta: il masso con le iscrizioni venetiche di Mione di Ovaro”, nel quale verrà presentata la recente scoperta avvenuta nella frazione di Mione di Ovaro di un masso inciso, posto a circa 1600 metri di quota e recante alcune iscrizioni venetiche. Si tratta di un rinvenimento di grande importanza per la conoscenza della diffusione della lingua venetica in Friuli e la comprensione dei percorsi antichi e della viabilità in alta montagna. Conferenza di Roberto Micheli (archeologo – soprintendenza ABAP FVG) e di Anna Marinetti (dipartimento di Studi umanistici – università Ca’ Foscari Venezia). Lo studio di questo ritrovamento offrirà l’occasione per proporre un tema molto dibattuto tra gli studiosi come quello della definizione culturale delle popolazioni che abitarono la Carnia in età preromana, le cui denominazioni sono note da diverse fonti antiche e da resti archeologici, non sempre di facile interpretazione, e di cui si sa ancora poco.

Ostia antica. Al bookshop del parco archeologico presentazione del libro “Le acque di Roma e di Ostia antica” di Franco Tella che racconta lo sviluppo delle forme dell’acqua a Roma e nella sua colonia più importante

ostia-antica_bookshop_libro-le-acque-di-roma-e-di-ostia-antica_di-franco-tella_presentazione_locandinaIl libro “Le acque di Roma e di Ostia antica” di Franco Tella sarà presentato sabato 27 maggio 2023, alle 17, al bookshop degli Scavi di Ostia. Con l’autore interverranno Alessandro D’Alessio, direttore del parco archeologico di Ostia antica, e Dario Daffara, archeologo, responsabile dei Servizi educativi del Parco. Sarà presente l’autore. Ingresso libero per i partecipanti a partire dalle 17. Il libro “Le acque di Roma e di Ostia antica” racconta lo sviluppo delle forme dell’acqua a Roma e nella sua colonia più importante dall’età regia al tardo impero. La narrazione si apre con la Ballata di Appio, Giulio e Gaio e la sua presentazione ai lettori, con il proposito di coinvolgere, sul tema dell’acqua nella Roma antica, un pubblico vasto di bambini, famiglie e appassionati, attraverso un gioco rigoroso, in versi ottonari e rime alternate, condotto da tre personaggi storici, tra le ricche risorse idriche di Roma e di Ostia antica. Quel che il lettore trova nella seconda parte del volume, di taglio scientifico, è, invece, l’esposizione dei principali temi dell’approvvigionamento idraulico: funzionamento, costruzione, cura, amministrazione e distribuzione delle acque; la rassegna degli undici grandi acquedotti di Roma e, infine, la storia delle acque e dei canali di Ostia antica. In quest’ultimo capitolo l’attenzione si rivolge, in particolare, alle innumerevoli e straordinarie forme dell’acqua che la colonia romana per antonomasia ancora conserva all’interno delle sue mura e di esse si fornisce un dettagliato itinerario tematico, riportato su una pianta della città.

Verona. Al museo Archeologico nazionale “Ti racconto…”, performance teatrale itinerante per le sale del museo dell’associazione “Il Paese di Alice”

verona_archeologico_spettacolo_ti-racconto_locandinaIl museo diventa palcoscenico di uno spettacolo teatrale. Succede al museo Archeologico nazionale di Verona con “Ti racconto…” il 27 e 28 maggio 2023, alle 11 e alle 15: specialissima performance teatrale itinerante attraverso le sale del museo dell’associazione “Il Paese di Alice” con la compagnia “La Felice”. “Ti racconto… il museo Archeologico nazionale di Verona” è un progetto condiviso con l’associazione onlus “Il Paese di Alice” di educazione al patrimonio culturale e inclusione sociale, che coinvolge i disabili in prima persona nella realizzazione di un percorso di visita teatralizzato. La partecipazione allo spettacolo è gratuita con prenotazione obbligatoria telefonando allo 045.591211 o mail drm-ven.museoverona@cultura.gov.it.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale per “Lo scaffale del Mann” presentazione del libro “La riscoperta di Ercolano. Da antiquaria a politica culturale dei Borbone per la gloria del Re” a cura di Aniello De Rosa

napoli_scaffale-del-mann_libro-la-riscoperta-di-ercolano_de-rosa_locandinaNuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di Napoli della rassegna “Lo scaffale del Mann”: venerdì 26 maggio 2023, alle 11, in sala Conferenza, presentazione del libro “La riscoperta di Ercolano, da antiquaria a politica culturale dei Borbone per la gloria del Re” a cura di Aniello De Rosa. Dopo i saluti di Paolo Giulierini, direttore museo Archeologico nazionale di Napoli, intervengono Aniello De Rosa, curatore, e presidente Accademia Ercolanese; Maria Lucia Siragusa, direttrice Biblioteca universitaria di Napoli; Antonello Migliozzi, ricercatore dipartimento di Agraria dell’università “Federico II” di Napoli; e Giuseppe Luongo, vulcanologo. Il volume fuori commercio, a cura di Aniello De Rosa e nel quale è presente un notevole contributo della direttrice della Biblioteca universitaria, Maria Lucia Siragusa, racchiude inediti documenti archivistici riguardanti la riscoperta di Ercolano prima (1738) e di Pompei dopo (1748) e del primo abuso edilizio dell’area Vesuviana (1709) perpetrato da Emanuel Mauritius de Lorena Principe d’Elboeuf.

Ischia (Na). Ai Giardini La Mortella primo incontro del progetto “Kepos. Paesaggi e archeologia” su “Comunicare i Beni Culturali: arte che parla, arte che risuona” con Cinzia Dal Maso e Federigo Longo

ischia_kepos_conferenza-cinzia-dal-maso_locandinaGiovedì 25 maggio 2023, nella Recital Hall dei Giardini La Mortella, sull’isola d’Ischia (Na), alle 18.30, primo appuntamento del progetto “Kepos. Paesaggi e archeologia” 2023 sul tema “Comunicare i Beni Culturali: arte che parla, arte che risuona” con Cinzia Dal Maso e Federigo Longo. Dopo i saluti di Alessandra Vinciguerra, presidente della Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella, parleranno Cinzia Dal Maso, Centro studi per l’archeologia pubblica Archeostorie®, con un intervento dal titolo “L’arte che parla. Voce, suoni e musiche per “far vedere” l’arte e i luoghi dell’arte” e il maestro Federico Longo, compositore e direttore d’orchestra, con un intervento dal titolo “L’arte che risuona. VIBR.ID (Vibratory Identity), l’identità vibratoria attraverso il Suono”. L’evento sarà moderato da Mariangela Catuogno, direttore scientifico del progetto Kepos 2023.

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La giornalista e scrittrice Cinzia Dal Maso

“Parlare” d’arte si può. È possibile raccontare l’arte con i suoni e le parole, così da stimolare l’immaginazione di chi ascolta: e immaginare una cosa significa farla propria in modo unico, significa avere un ruolo fortemente attivo nella costruzione del proprio sapere, rendendolo indelebile. Le voci, i suoni, le musiche con i quali si può narrare l’arte vengono riprodotti grazie alla radio, podcast, ambientazioni sonore, LogoSound. Insieme, questi strumenti stanno scrivendo un nuovo approccio alla comunicazione del patrimonio culturale. Oggi tutti fanno podcast, la radio è forse all’apice del suo successo, le ambientazioni sonore catturano, e si afferma la necessità di una propria identità sonora, oltre a quella grafica. È un universo in evoluzione vorticosa che alla fine ha coinvolto anche i professionisti dell’arte e dei musei. Questo incontro parla dunque delle forme di comunicazione sonora, partendo proprio dalla radio, passando poi ad analizzare il fenomeno podcast cercando di cogliere le peculiarità del suo recentissimo successo anche nel mondo dell’arte. E si cercherà di capire come e quanto questo figlio ibrido dell’ancestrale racconto orale, della potenza del mezzo radiofonico e della fruibilità del contenuto digitale on demand, sappia “dare voce” all’arte e promuovere le istituzioni culturali al loro esterno, così da espandere l’esperienza di visita potenzialmente all’infinito, e renderla memorabile. Si passa poi al Sound Design, cioè alla musica scritta appositamente per dare vita ad ambientazioni sonore capaci di creare l’immersione perfetta nel mondo delle opere e dei luoghi d’arte. Ma si parlerà anche di LogoSound, cioè a quelle successioni di suoni in armonia tra loro che esprimono, al pari di un logo grafico, l’identità e i valori di un luogo d’arte: strumenti di branding di cui presto nessun museo potrà fare a meno.