Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “Alla ricerca dell’immortalità. Lo studio scientifico delle mummie” con la prof.ssa Maria Grazia Bridelli, terzo incontro del ciclo di conferenze 2025 organizzato da Arkheoparma

parma_pilotta_arkheoparma_conferenza-alla-ricerca-dell-immortalità_bridelli_locandinaL’analisi scientifica e multidisciplinare delle mummie ci permette di affondare lo sguardo nel passato in una sorta di sfida con la morte tale da svelarci il segreto della conservazione del corpo per lunghissimo tempo fino a farne il simbolo del sogno di una vita eterna. Se ne parla giovedì 20 febbraio 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta, nell’incontro con la prof.ssa Maria Grazia Bridelli (università di Parma) “Alla ricerca dell’immortalità. Lo studio scientifico delle mummie”, secondo appuntamento nuovo ciclo di conferenze 2025 organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti).

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La prof.ssa Maria Grazia Bridelli (unipr)

Lo studio delle mummie è un capitolo dell’archeologia estremamente affascinante. Si tratta dello studio di corpi di individui che hanno vissuto anche molte migliaia di anni fa e che sollecitano profondamente la curiosità non solo dei “non esperti” ma anche di scienziati e studiosi per la grande quantità di preziose informazioni storico-culturali che racchiudono come in uno scrigno. L’analisi di questi antichi reperti ci permette di affondare lo sguardo nel passato in una sorta di sfida con la morte tale da svelarci il segreto della conservazione del corpo per lunghissimo tempo fino a farne il simbolo del sogno di una vita eterna. La Scienza ha sempre giocato un ruolo importante nell’ambito dell’Archeologia a partire dagli anni ’50 del secolo scorso quando fu messo a punto il metodo della datazione al radiocarbonio da parte di fisici nucleari. Ma già alla fine del 1800 ad alcune mummie erano state applicate tecniche radiologiche. In tempi più recenti l’analisi dei resti mummificati si è servita dei metodi derivanti dalla fisica, dalla chimica, dalla medicina e dalla biologia molecolare. Con l’impiego di queste tecniche una mummia diventa archivio di informazioni in una grande varietà di ambiti della ricerca. Dal punto di vista storico ed antropologico è fonte di informazioni sulle tecniche di cura dei defunti messe in atto dalle antiche civiltà; per quanto riguarda lo studio dei tessuti biologici (pelle, ossa,…) rappresenta un vero e proprio laboratorio di ricerca sui meccanismi di “sopravvivenza” delle macromolecole biologiche che li costituiscono e che si sono conservate quasi intatte fino a noi attraverso centinaia e migliaia di anni e pertanto, nell’ambito della conservazione museale, può suggerire strumenti idonei al trattamento e alle strategie di conservazione dei beni del patrimonio culturale. Una mummia rappresenta insomma una “finestra sul passato” e lo spunto per un’ampia ricerca multidisciplinare.

In questa conferenza la prof.ssa Maria Grazia Bridelli presenterà i risultati ottenuti applicando tecniche di Spettroscopia ottica (InfraRosso, Raman) e di Microscopia elettronica su molti esempi di corpi mummificati dalle mummie egizie (museo Antropologico dell’università di Torino, VI-XI sec. a.C.), a mummie tardo medievali (Roccapelago, Modena, XVI-XVII sec) e altri reperti.

 

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