Licodia Eubea (Ct). Parte con i primi cinque film (1 prima nazionale, 1 assoluta) la XIV edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico. E apre la mostra fotografica “Nescienza”
Ci siamo. Mercoledì 9 ottobre 2024 si inaugura la XIV edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea, ideato e diretto da Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele – archeologa e sceneggiatrice lei, regista ed autore lui – kermesse nata dalla sinergia tra le associazioni culturali ArcheoVisiva e Archeoclub di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto”. Alle 17, al teatro della Legalità, apertura ufficiale: con i direttori artistici ci saranno Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea; Santo Randone, sindaco di Licodia Eubea; Giuliana Pepi, assessore comunale al Turismo sport e spettacolo e Donatella Irene Aprile, soprintendente dei Beni culturali di Catania. E poi si entra subito nel vivo con la proiezione di 5 dei 40 i film in programma (di cui 4 fuori concorso).
Si parte con la prima nazionale “Naachtun. Le Royaume Maya révélé” (Francia 2024; 90′) del regista francese Jean-Baptiste Erreca, specializzato nella produzione di documentari dedicati all’archeologia e all’etologia. Gli archeologi pensavano di aver scoperto quasi tutto della civiltà Maya. La nuova tecnologia Lidar, capace di rilevare strutture sepolte ha invece rivelato numerose costruzioni ancora inesplorate. La città di Naachtun è di particolare interesse per un team di ricercatori del CNRS. L’area indagata è immensa e ostile, ma gli archeologi adesso sanno dove cercare. Quali scoperte li attendono? Ad oltre mille anni dal suo declino, la città di Naachtun non ha ancora finito di svelare i suoi segreti.
Segue la proiezione in prima regionale di “Calattubo. Memorie da salvare” (Italia 2024; 33′) dell’antropologo e documentarista palermitano Lorenzo Mercurio che racconta l’area archeologica di Alcamo (Tp) ricca di testimonianze che evidenziano la presenza umana almeno dalla preistoria, fino al terremoto del Belìce (1968), attraverso la voce di alcuni componenti dell’associazione che la cura e ne rende fruibile una parte.
Dalle 21.15 nel Teatro della Legalità si potrà assistere alla prima proiezione assoluta di “Palombara. Il borgo delle ciliegie” (Italia 2024, 40′) dei documentaristi Diego D’Innocenzo (che presenzierà alla proiezione) e Francesco Giannetti, un documentario completamente inedito sul rapporto millenario tra la Sabina e l’antica Roma, letto attraverso un elemento particolare: la frutta. Dal ratto delle Sabine ad opera di Romolo, fino ad oggi, la Sabina è stata una parte essenziale della civiltà romana. Ricostruiamo questo percorso attraverso i prodotti agricoli che arrivarono dalle provincie dell’Impero e scopriamo così l’origine geografica ed etimologica di molti dei frutti che oggi troviamo sulla nostra tavola.
Segue la prima regionale del film “Il serparo” (Italia 2024, 16′) di Alessio Consorte dedicato al borgo abruzzese che celebra la Festa di San Domenico Abate, santo protettore dal morso dei serpenti. Questa antica tradizione vede gli abitanti del luogo catturare le serpi per rendere omaggio al Santo, perpetuando un rito che si tramanda da secoli. Il regista segue da vicino il Serparo più anziano del paese, il signor Tonino Chiocchio, custode di saperi e segreti tramandati di generazione in generazione.
Chiude la serata la prima regionale di “Quest for Midas” (Turchia 2023) documentario del regista e produttore turco Kadir Uluç che ha seguito per un giorno il lavoro di una squadra di archeologi impegnata sugli scavi di Gordion, a 70 chilometri da Ankara, in Turchia. La missione, guidata dal Professore Brian Rose, ha aperto le cortine del tempo con l’entusiasmo e la consapevolezza di scrivere la Storia. Il documentario include, inoltre, il lavoro svolto in passato, i progetti per il futuro e di come la scelta di uno stile di vita alternativo da parte di Brian Rose si sia trasformata nel tempo in amore e passione.

Locandina della mostra fotografica “Nescienza” dell’artista sperimentale Daniele Cascone
Tra le due sezioni di proiezioni nei locali dell’ex chiesa di San Benedetto e Santa Caterina sarà inaugurata la mostra fotografica “Nescienza” dell’artista sperimentale Daniele Cascone. Il concetto di nescienza, proveniente dal latino nescientia, qui è inteso ben oltre la mera mancanza di conoscenza. Incarna una profonda forma di ignoranza, l’incapacità radicata di afferrare il vero significato della nostra esistenza. Questa dimensione di non-conoscenza è il nucleo su cui si costruisce il senso di assurdità che pervade la nostra esperienza. Le opere dell’artista – propenso a sperimentare mescolando tecniche digitali con strumenti tradizionali interessandosi a fotografia, stop-motion e video – pur appartenendo a periodi, stili e riflessioni differenti, contengono degli elementi di raccordo: il legame con i simboli, il gusto per l’assurdo e il bizzarro e, non meno importante, il sottile legame ai temi esistenziali, di cui quella nescienza sopra citata, è un aspetto centrale.
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