Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per maggio il focus è sul dio Tinia, il dio della Luce

roma_villa-giulia_un-anno-con-gli-dei-etruschi_locandinaUn anno con gli dei etruschi: uno da scoprire per ogni mese dell’anno. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia ha deciso di ritmare il 2023 con il racconto degli dei etruschi. Sul sito del museo è stato inserito un approfondimento dedicato alle divinità venerate dagli Etruschi, una per ciascun mese dell’anno: dodici narrazioni curate dall’archeologa Vittoria Lecce che a gennaio sono partite con Culsans, il guardiano delle porte e dei cicli temporali; seguite a febbraio con Fufluns, il Dioniso greco; a marzo con Laran, il dio guerriero; ad aprile con Turan, la dea dell’amore (vedi Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per aprile il focus è sulla dea Turan, la dea dell’amore | archeologiavocidalpassato). Per maggio il focus è sul dio Tinia, il dio della Luce.

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Statuetta votiva in bronzo di Giove che avanza col fulmine nella mano destra (425-400 a.C.), produzione umbra (Maestro di Fiesole), Collezione Kircheriana, museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

MAGGIO E IL DIO TINIA. Il dio principale dell’Etruria secondo la testimonianza di Varrone si chiamava “Vertumnus”. Ma questo nome, Voltumna in etrusco, è in realtà uno degli attributi di Tinia, padre degli dei e protettore di tutta l’Etruria. Infatti il fanum Voltumnae, cioè il santuario di Tinia Voltumna che da pochi anni è stato ritrovato ai piedi della città di Orvieto, era considerato dagli Etruschi il santuario più importante e ogni anno i rappresentanti delle maggiori città vi si riunivano per celebrare sacrifici e feste in onore del dio. Il nome “Tinia” (a volte scritto anche “Tina”) deriva direttamente dalla parola etrusca “tin”, che significa “giorno”, e in origine doveva identificare la divinità del giorno. Nelle raffigurazioni il dio può avere un aspetto giovanile, oppure è un uomo maturo ma vigoroso e con una folta barba, identico allo Zeus dei Greci e al Giove dei Romani. Infatti Tinia venne assimilato a Zeus e ne condivise molti attributi e caratteristiche, fra cui quella di scagliare i fulmini. Questi fenomeni atmosferici erano considerati molto importanti nella religione etrusca, che aveva sviluppato una disciplina speciale per interpretarli.

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Altorilievo in terracotta dal frontone posteriore del Tempio A di Pyrgi (Santa Severa) (470-460 a.C.) con episodi del mito dei Sette contro Tebe: Zeus (al centro) fulmina Capaneo mentre Atena (a sinistra) si allontana alla vista di Tideo che morde il cranio di Melanippo (in basso), conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Per gli Etruschi ogni divinità aveva il potere di scagliare fulmini, ma solo sulla porzione di cielo di propria competenza. Tinia invece non solo li inviava da qualsiasi sede celeste ma era anche in grado di “produrli” in tre diverse tipologie. I sacerdoti fulguriatores infatti avevano anche il compito di distinguere i fulmini che servivano da semplice “avvertimento” per gli uomini, quelli che “potevano sembrare un presagio favorevole ma nuocevano sempre” e quelli destinati a devastare e sconvolgere individui o addirittura interi popoli.

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Particolare di Zeus che fulmina Capaneo dall’altorilievo del Tempio A di Pyrgi, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

A Giove/Tinia spettava anche la tutela dei confini, come riporta il testo della profezia della ninfa Vegoia (IV-III secolo a.C.), a noi tramandata all’interno dei trattati latini di agrimensura (ripartizione e misurazione dei terreni agricoli). Le testimonianze archeologiche dimostrano che il culto di Tinia era molto diffuso e a lui dovevano essere dedicate feste e sacrifici importanti in molte città etrusche, ma purtroppo, come spesso accade, non abbiamo informazioni precise sullo svolgimento dei rituali. Alcuni altari perforati da Orvieto e Bolsena erano utilizzati per offerte liquide destinate a penetrare profondamente nel terreno, mentre una lamina di bronzo proveniente da Pyrgi ci ha forse tramandato una preghiera in versi Tinia e alla sua consorte divina.

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2 risposte a “Roma. Il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia lancia il progetto “Un anno con gli dei etruschi”: ogni mese un approfondimento su una divinità con l’invito a scoprirla in museo. Per maggio il focus è sul dio Tinia, il dio della Luce”

  1. italinabacciga dice :

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