Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del progetto “Il diritto alla bellezza dell’Arte. Il modellino tattile del Sarcofago degli Sposi”. Il direttore Nizzo: “migliora l’esperienza di visita per non vedenti e ipovedenti”

Dettaglio del famoso Sarcofago degli Sposi, conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma (foto etru)
È proprio il caso di dirlo: così sarà un “Etru a portata di mano”. Giovedì 12 maggio 2022, alle 17, nella Sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, sarà presentato al pubblico il progetto “Il diritto alla bellezza dell’Arte. Il modellino tattile del Sarcofago degli Sposi”. Grazie all’associazione di volontariato Museum ODV, presieduta dall’architetto Maria Poscolieri, che lo ha ideato, e al finanziamento dell’otto per Mille della Chiesa Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) è stato possibile realizzare, a cura dello Studio ArchitaLab di Roma, due modellini in 3D che raffigurano fedelmente in scala 1:33 il celebre Sarcofago degli Sposi e, a grandezza naturale, le teste dei due coniugi. Una grande opportunità di fruizione per il pubblico con disabilità visiva che potrà vivere una straordinaria esperienza tattile, riconoscendo forme, profili e materiali di una delle opere etrusche più importanti al mondo. I modelli, realizzati grazie alle scansioni digitali messe a disposizione del Museo, sono resi con un materiale sintetico durevole di alta qualità che al tatto riproduce fedelmente la ceramica. Insieme ai modellini sono state realizzate anche delle brevi didascalie inclusive, con testo in braille e in caratteri adatti al pubblico ipovedente, e un testo divulgativo in braille stampato su un supporto durevole, il cui contenuto potrà essere ascoltato e potrà essere letto dalle persone sorde anche tramite un QR code. Il progetto ha visto il supporto scientifico e tecnico del Museo, nello specifico di Maria Paola Guidobaldi, conservatrice delle collezioni museali, e di Vittoria Lecce, responsabile del Servizio Accessibilità culturale. I modellini prodotti saranno esposti in via permanente grazie a due postazioni tattili che saranno posizionate nella sala 12, in prossimità del Sarcofago degli Sposi. L’ufficio tecnico del Museo sta lavorando alla progettazione delle postazioni e all’adeguamento della sala, necessari per ospitare questi nuovi componenti.

Il direttore Valentino Nizzo davanti al sarcofago degli Sposi con un gruppo di studenti in visita al museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma (foto etru)
“L’impegno del Museo verso il miglioramento dell’accessibilità dei pubblici con esigenze speciali è costante”, spiega il direttore Valentino Nizzo, “e si concretizza in diverse iniziative e progettualità che spingono verso il superamento delle barriere fisiche che impediscono una fruizione completa del percorso espositivo e verso l’inclusione di tutte le tipologie di pubblico, soprattutto di quelle con difficoltà motorie e/o cognitive. La fruizione delle persone con disabilità visiva è spesso fortemente limitata dall’impossibilità di toccare con mano i reperti delle collezioni, collocati all’interno delle vetrine o non idonei all’esplorazione tattile per la loro fragilità conservativa. Questo progetto consentirà al Museo di sperimentare un nuovo approccio, più inclusivo e partecipato, e fornirà alle persone con disabilità visiva uno strumento più vicino alle loro reali necessità di fruizione. L’acquisizione dei modellini e la futura realizzazione delle postazioni tattili rappresentano un’importantissima innovazione che permetterà di migliorare significativamente l’esperienza di visita delle persone non vedenti e ipovedenti, così come di tutte le categorie di pubblico, regalando un‘esperienza più inclusiva e interattiva”.
Roma. Nel giardino del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia si sta ricreando la Vigna Iulia di papa Giulio III col progetto didattico dell’istituto tecnico Agrario “Giuseppe Garibaldi” di Roma piantando Sangiovese (rosso) e Malvasia del Lazio (bianco), le cultivar più vicine alle viti antiche: primi grappoli in autunno 2023

Tutto è iniziato a novembre 2021 con la preparazione del terreno per l’impianto del vitigno. L’obiettivo del progetto didattico dell’istituto tecnico Agrario “Giuseppe Garibaldi” di Roma è quello di ricreare nel giardino del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, diretto da Valentino Nizzo, la Vigna Iulia di papa Giulio III. Gli studenti del quinto anno dell’Agrario, seguiti dal prof. Francesco Nardi, sono tornati in questi giorni a Villa Giulia per proseguire con la messa a dimora delle piantine di vite (le barbatelle). Realizzeranno una vigna didattica nell’ambito di un progetto PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) a cura dei Servizi Educativi del Museo Etru coordinati dalla dott.ssa Vittoria Lecce. Saranno ospitate il Sangiovese (rosso) e la Malvasia del Lazio (bianco) che sembrano le cultivar più antiche documentate dalle fonti e sembrano avere, specialmente il Sangiovese, le caratteristiche delle viti antiche. “Le piante di vite non sono più identiche a quelle antiche”, spiegano gli studenti impegnati nel progetto, “sia per le varianti genetiche sopraggiunte quasi naturalmente, sia a causa della filossera che ha gravemente depauperato il patrimonio genetico delle viti europee”. Quindi ora le piante di vite si riproducono solo per talea (da tralci già esistenti). Gli studenti sono impegnati a scavare buche di circa 60 centimetri di profondità, ben allineate per rispettare il progetto, che ospiteranno le barbatelle. Un’attività lunga ma che prospetta grandi soddisfazioni e che sarà affiancata dai Servizi Educativi del Museo con visite guidate alle collezioni sui temi del vino e del banchetto.

Prossimo step in primavera 2022, quando gli studenti del quinto anno saranno affiancati da quelli del quarto per montare le spalliere ed eseguire i trattamenti e le potature. Ci saranno viti “ad alberello”, appoggiate a semplici canne, a “spalliera”, realizzate con un sistema di pali e filo zincato, e “maritate”, ossia appoggiate ai nostri limoni. Dovrebbero spuntare circa tre tralci per ogni piantina, mentre i primi grappoli potrebbero maturare nell’autunno 2023 (le barbatelle hanno già un anno e mezzo, perché il sistema di preparazione è lungo). “Qualche piantina – speriamo poche o nessuna – potrebbe morire”, spiegano gli esperti, “soprattutto nel lato esposto al sole, che è anche il meno fertile, mentre le piantine avanzate verranno messe a dimora nei terreni dell’Istituto Garibaldi e, se occorrerà, si faranno delle sostituzioni. Noi continueremo a seguire le operazioni affiancando i ragazzi nella conoscenza degli Etruschi e dell’importanza del vino nel mondo antico. E, appena sarà possibile, una bella vendemmia! Ma è presto per parlarne…”.
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