Altino. Sesta puntata della rubrica #archeoaltino: focus sui ritrovamenti dall’area sepolcrale lungo la Via Annia che collegava Altinum ad Aquileia

La mappa dell’antica Altinum con il tracciato della Via Annia (foto drm-veneto)
Sesta puntata della rubrica #archeoaltino che, il martedì, fa scoprire da dove provengono i reperti visibili al museo Archeologico nazionale di Altino e cosa li lega alle aree archeologiche e al territorio circostante. Oggi focus su una delle principali aree sepolcrali della città che si trovava lungo la via Annia, strada che correva lungo la costa veneta e collegava Altinum ad Aquileia, in accordo con la tradizione romana di prevedere i sepolcreti lungo i principali assi viari di accesso agli abitati. Dal tracciato altinate dell’antica via Annia, quindi, provengono molti monumenti sepolcrali, cippi e iscrizioni: alcuni di questi sono esposti nel giardino della vecchia sede del Museo, altri si trovano esposti al Museo.

Elementi architettonici da un grande mausoleo, nel giardino dell’ex museo di Altino (foto drm-veneto)
Nel giardino dell’ex museo troviamo alcuni elementi architettonici in calcare d’Aurisina (architrave decorato con foglie e girali d’acanto, cornice con mensole a volute e cassettoni, capitelli corinzi e colonne) provenienti da un grande mausoleo a edicola circolare dalla necropoli nord-orientale della Via Annia.

La stele di Titus Poblicius conservata nel museo Archeologico nazionale di Altino (foto drm-veneto)
Nel museo Archeologico nazionale è conservata la stele sepolcrale di Titus Poblicius, che attesta le prime fasi di contatti e assimilazioni culturali tra Veneti e Romani: T. Publicius (questo il nome originale del personaggio, che aveva origini latine) trasferitosi ad Altino, assimilò la cultura locale, tanto da far scrivere sulla sua stele sepolcrale il proprio nome con la modalità di scrittura propria del venetico e la particolare pronuncia locale (Poblicius al posto di Publicius, scrittura retrograda da destra a sinistra). La stele, che identificava il terreno in cui Publicius fece costruire il sepolcro per sé e per la propria famiglia, proviene dalla Via Annia.

La collezione epigrafica esposta nel chiostro dell’ex museo di Altino (foto drm-veneto)
La collezione epigrafica del Museo di Altino è esposta nel chiostro dell’ex Museo dove, in particolare, si trovano iscrizioni e cippi recanti le misure dei recinti sepolcrali, cioè le dimensioni dei lotti di terreno che accoglievano sepolture e monumenti funerari.
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