Torino. Al museo Egizio conferenza dell’egittologo Paolo Marini su “Akhenaton: dall’Egitto a Torino”. Incontro in presenza e on line
Tra i numerosi reperti riuniti al museo Egizio di Torino, nel corso della sua lunga storia, si annovera un corpus di blocchi scolpiti a bassorilievo e altri reperti prodotti durante quel periodo di profondi cambiamenti religiosi, sociali e politici del XIV secolo a.C. dagli egittologi convenzionalmente chiamato “amarniano”. Se ne parla giovedì 12 gennaio 2023, alle 18, in sala conferenze del museo Egizio, nella conferenza “Akhenaton: dall’Egitto a Torino” tenuta dal curatore Paolo Marini, nuovo appuntamento con il ciclo di conferenze tenute dai curatori del Museo. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Live streaming sulla pagina Facebook e il canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=abWi4EFtMUE. Lo studio iconografico di questi oggetti ci permette di ripercorrere le fasi che caratterizzarono la produzione “artistica” del tempo. Inoltre, un’approfondita analisi dei rilievi consente di ipotizzare la natura delle scene alle quali essi dovevano originariamente appartenere e di individuare gli escamotage ai quali il faraone di Amarna, Akhenaton, ricorse per sostituire alcune feste religiose tebane, introducendo nuove performance rituali che si svolgevano ad Amarna e che lo vedevano coinvolto in prima persona.

Paolo Marini (museo Egizio Torino) (foto graziano tavan)
Paolo Marini, dal 2017, è curatore e coordinatore scientifico delle mostre itineranti al museo Egizio. Ha curato la mostra temporanea “Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto” (attualmente visitabile) e ha scritto il libro divulgativo sulle divinità egizie, edito da Panini (2020). I suoi studi sulla collezione riguardano i corredi funerari, in particolar modo i contenitori per ushabti. Ha partecipato a missioni archeologiche in Italia, a Pisa (2004); in Siria, a Tell Deinit (2004) e a Tell Afis (2005); e in Egitto, a Dra Abu el-Naga (2010-2018) e al Ramesseum (2019-2020). Dal 2019 collabora a una missione di studio, patrocinata dal museo Egizio, a Deir el-Medina.
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