Matera. Al museo Archeologico ultimi giorni per visitare la mostra “Da Matera a Pompei. Viaggio nella bellezza”: racconta il ruolo della donna nel mondo antico, attraverso ornamenti e gioielli, espressione del gusto estetico di epoche e contesti differenti

Locandina della mostra “Da Matera a Pompei. Viaggio nella bellezza” al museo Archeologico nazionale di Matera dal 18 novembre 2021 al 30 giugno 2022
La donna si fa bella nelle sale del museo nazionale di Matera! È un viaggio nella bellezza tra Pompei e la Basilicata, quello che si sta per concludere nel museo lucano: si chiude infatti il 30 giugno 2022 la mostra “Da Matera a Pompei. Viaggio nella bellezza” allestita al museo Archeologico “Domenico Ridola” di Matera, frutto della collaborazione tra il ministero della Cultura, il museo nazionale di Matera e il parco archeologico di Pompei: raccontare il ruolo della donna nel mondo antico, attraverso ornamenti e gioielli, espressione del gusto estetico di epoche e contesti differenti, ma anche simbolo di uno status sociale, mettendo a confronto due mondi, apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, che trovano un punto di incontro nel culto della bellezza femminile: da un lato la Basilicata antica, influenzata dai costumi e dalle mode del mondo greco coloniale, dall’altro Pompei e l’area vesuviana, dove nel I secolo d.C. sono ben documentati lo stile e il gusto romano.

Affresco con figura femminile alata proveniente dalla Casa della Biblioteca di Pompei (foto parco archeologico di pompei)

Statuetta di Venere, in marmo, dalla Villa A di Oplontis (foto parco archeologico di Pompei)

Pelike a figure rosse con rappresentati gioielli e monili. Collezione Rizzon del museo di Matera (foto drm – basilicata)
La mostra introduce i visitatori in un mondo dorato con l’esposizione di un vaso a figure rosse della Collezione Rizzon del museo di Matera, che riporta nell’iconografia la rappresentazione di monili e ornamenti, e due straordinari reperti da Pompei: l’affresco di una Vittoria alata riccamente ornata e la sensuale statua della Venere da Oplontis, simbolo della mostra.

Diadema in oro dalla Tomba 102 di Vaglio, Braida, una delle tombe femminili più ricche della Basilicata arcaica e apparteneva ad una bambina di circa 7 anni, che doveva certamente far parte dell’élite della comunità (foto drm – basilicata)
Il percorso prosegue poi con il confronto tra le due realtà. Per i contesti del Materano (Timmari, Montescaglioso, Matera, Tricarico) le più ricche fonti di conoscenza di questo aspetto della vita femminile antica sono i corredi funebri e i contesti sacri. I preziosi ritrovati mostrano la particolare attenzione che anche le popolazioni locali avevano per il gusto e l’estetica dai tempi più antichi. Ornamenti in pasta vitrea, argento e oro, prodotti sia in Magna Grecia sia nel Mediterraneo Orientale, erano per le donne di rango elevato un vero e proprio status symbol. La lavorazione di particolari materiali, come l’ambra che era estratta nell’area del mar Baltico e lavorata da artigiani etrusco-campani, indica anche un florido commercio legato a questo tipo di oggetti esclusivi.

Armilla a semisfere in oro da Moregine (foto parco archeologico di pompei)
I materiali provenienti da Pompei e dall’area vesuviana (Stabiae, Oplontis, Terzigno), appartenenti a cronologie più recenti, testimoniano a pieno i modelli della cultura e della società romana dell’epoca. Questi mostrano proprio l’abbandono del rigore e dell’austerità della precedente età repubblicana, in favore di esibizione di lusso in età imperiale, per le classi sociali emergenti. L’aspetto più interessante dei ritrovamenti di Pompei, distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è proprio legato alla vita di chi possedeva questi oggetti. Molti di questi erano ancora indossati da coloro che fuggivano e che li avevano portati con sé nella speranza di un futuro. A chiudere l’esposizione è, infatti, la copia del calco della fanciulla della villa B di Oplontis, sulla quale si possono ammirare i monili aderenti al corpo.
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- luglio 1, 2022 -
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