Adria. Al museo Archeologico nazionale riprendono gli appuntamenti del giovedì: si inizia con il prof. Alberto Andreoli su “La raffigurazione del delta del Po nella Tabula Peutingeriana”

Ricostruzione dell’ambiente polesano in antico (foto drm-veneto)

adria_archelogico_conferenze-di-marzo_locandina“La giornata volge al termine – raccontano al museo Archeologico nazionale di Adria -, lo si sente dal rumore degli zoccoli dei cavalli, più lenti e pesanti, stanchi di spingere il carro con i suoi rumorosi cigolii, Glaucus li sprona per l’ultima fatica, non vorrebbe arrivare tardi alla mansio e doversi accontentare di dormire in una squallida taberna. Ecco compare la prua della barca, che leggera solca appena le acque della fossa, grazie al traino lungo gli argini dei buoi. A Fossis il conforto di una tiepida serata è assicurato: la barca è protetta sotto il tetto della darsena, gli animali trovano ricovero in comode stalle, il padrone si gusta l’anguilla pescata nel pomeriggio dalla grande vasca che raccoglie le acque dalle Atrianorum Paludes e la bagna con il nettare spremuto dalla vite aggrappata ai monti di sabbia. Meglio comunque non esagerare con il vino scuro e profumato, domani il viaggio lungo la strada impervia tra le dune di sabbia non potrà procedere veloce. Recherà sollievo soltanto l’elegante tepidarium della Mansio Hadriani presso il grande Eridano, tra il lusso di intonaci dipinti, ci si lascia volentieri accarezzare dalla brezza marina. Così rinfrancato Glaucus potrà procedere veloce nel suo viaggio verso Ariminum”. Sarà stato questo lo scenario dell’antico Delta? Lo si può scoprire giovedì 3 marzo 2022, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Adria dove riprendono gli appuntamenti del giovedì. Si comincia appunto giovedì 3 marzo 2022, alle 17.30, con la conferenza dal titolo “La raffigurazione del delta del Po nella Tabula Peutingeriana”, a cura del professor Alberto Andreoli. Prenotazione allo 0426 21612, drm-ven.museoadria@beniculturali.it. Ingresso gratuito all’evento.

Stralcio del terzo foglio del Codex Vindobonensis 324 (Tab. Peut. , segm. 3, 4-5AB) con la descrizione del corso inferiore del Po e dell’arco litoraneo adriatico compreso tra il delta padano e Tergeste (foto da Alberti, 2019)
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Il prof. Alberto Andreoli

“Qual è, dunque, il contributo offerto da questa straordinaria “descrizione pittorica del mondo antico” per la conoscenza della regione del delta del Po?” scrive Alberto Andreoli in “La raffigurazione del delta del Po nella Tabula Peutingeriana” in “Ambiente e società antica. Temi e problemi di geografia storica padano-adriatica. Atti della Giornata internazionale di Studi in ricordo di Nereo Alfieri Ferrara, 10 dicembre 2015″ (Ferrara, 2019). “La concezione unitaria del delta da Ravenna ad Altino – che emerge dalla lettura delle fonti geografiche antiche – corrisponde alla situazione idro-morfologica dell’antichità, quando le acque dei rami del Po e quelle di fiumi appenninici e alpini confluivano e si anastomizzavano in un’ampia frangia lagunare. Nella più antica restituzione grafica della regione le indicazioni relative al quadro ambientale sono limitate all’idrografia. Il territorio si presenta solcato da un articolato reticolo idrografico, disegnato in verde, imperniato sul corso serpentiforme del Fl(uvius) Padus e di una decina di tributari. . L’apparato deltizio vero e proprio è reso schematicamente col disegno di tre rami: uno, segnato più in alto (a Nord), denominato fluvius Brintesia; altri due, delineati più in basso (a Sud), tra loro prossimi, anonimi. Priva di qualsiasi caratterizzazione, la linea di costa è definita con un tratto continuo ondato. Correlati ai richiamati elementi fisici del paesaggio, figurano i dati relativi ai fattori antropici di organizzazione dello spazio: insediamenti e vie di comunicazione. Riguardo ai primi, a Est del torrente Paala (procedendo, in prossimità del Po, verso oriente) la Peutingeriana segnala i centri di Beloriaco, Verona, Mantua, Vice(n)tia, Pataius[sic!] e Hostilia; lungo il litorale marittimo, da Sud verso Nord, sono richiamate (perlopiù all’ablativo) le “località” di Ravenna, Butrio, Augusta, Ad padum, Sacis, Neronia, Corniculani, Radriani, VII Maria, Fossis, Evrone, Mino meduaco, Maio meduaco, Ad portu(m) e Altino. Di queste ventuno “sedi”, quattro sono indicate – oltre che col nome – con una vignetta: Ravenna è rappresentata, a “volo d’uccello”, come una città murata; Verona, Mantua e Altinum sono raffigurate, più semplicemente, con un disegno “a doppia torre” (tra di loro non esattamente identici). Ma una delle peculiarità, nonché motivo di distinzione, della Tabula è costituita dalla ricchezza di dati inerenti al sistema viario: descrizione di tracciati, indicazione di punti di tappa, nodi viari e distanze. Nel nostro caso di studio, una linea (rossa) spezzata, tracciata lungo il litorale, collega le vignette di Ravenna e Altinum. Si trova così documentato un collegamento itinerario tra i due importanti insediamenti lagunari: la frazione “deltizia” di un più lungo percorso litoraneo (stabilito tra Rimini e Aquileia), scomposta in quattordici tappe, con l’indicazione (ad eccezione di un paio di casi) delle distanze parziali. Una seconda linea rossa – grosso modo parallela alla precedente –, accompagnata dalla didascalia “Ab Hostilia Per Padum.”, attesta l’esistenza di un collegamento “padano” tra Ravenna e Hostilia, centro logistico su cui convergono altre due vie: una, proveniente da Como e Mediolanum, attraverso Laude pompeia, Acerras e “Cremona (m. p.) XXII. Beloriaco. Mantua.(m. p.) XL Hostilia.”; l’altra, dalla più vicina Verona, accompagnata dalla didascalia: “A Verona. Hostilia. Milia Passus. XXXIII.”. Dalla vignetta “a doppia torre” di Verona, disegnata presso il cuneo di confluenza del F(luvius) Afesia con il Padus, si dipartono altri tre tracciati. Una via che, passando per Ariolica, Brixia, Leuceris e Bergomum, conduce a Como; una strada diretta a Tredente e a Ponte Drusi, con destinazione finale Augusta vindelicu(m); un terzo itinerario che, sdoppiandosi a Vice(n)tia, si dirige: da una parte, via Opitergio e Concordia, ad Aquileia; dall’altra, via Pataius, ad Altino”.

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Una risposta a “Adria. Al museo Archeologico nazionale riprendono gli appuntamenti del giovedì: si inizia con il prof. Alberto Andreoli su “La raffigurazione del delta del Po nella Tabula Peutingeriana””

  1. Italina Bacciga dice :

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