A Trissino (Vi) prima tappa della mostra itinerante “La scansia di casa mia. 2500 anni fa” con i reperti di un villaggio dell’età del Ferro scoperto nel 1981. Si entra così in una delle case scoprendo interessanti aspetti della vita alla metà del I millennio a.C.: nella “scansia” coppe, tazze e boccale, stoviglie in ceramica sorprendentemente ben conservate

1981: a Trissino (Vi), sul colle che domina il paese, durante lavori di ampliamento del cimitero, compaiono resti di inequivocabile importanza archeologica. Le campagne di scavo che si susseguono tra il 1981 e il 1990 mettono in luce un settore di un villaggio dell’età del Ferro. Sono passati quarant’anni. E proprio perché l’antico villaggio non è più visibile, il museo “G. Zannato” – Sistema Museale Agno-Chiampo propone la mostra archeologica “La scansia di casa mia. 2500 anni fa” che vuole restituirne la memoria, offrendo l’occasione di “entrare” in una delle case e di scoprire interessanti aspetti della vita di 2500 anni fa. Appuntamento a Trissino sabato 18 settembre 2021, alle 17, nella Biblioteca in via Manzoni 10, per l’inaugurazione della prima tappa della mostra che sarà visitabile fino al 24 ottobre 2021, con i seguenti orari: sabato 16-19 e domenica 9.30-12.30. Per l’accesso è richiesto il Green Pass e in occasione dell’inaugurazione è necessario prenotare al 0445/499340 oppure inviando un’e-mail a scuolacultura@comune.trissino.vi.it. Alla mostra sono collegati una serie di eventi collaterali. Ci sono già le date delle conferenze che si terranno a Trissino, in biblioteca, sede della mostra: martedì 5 ottobre 2021, alle 20.30, “Guerre e amori degli antichi Veneti” con Luca Zaghetto; e martedì 19 ottobre 2021, alle 20.30, “Lingue e scritture a confronto: venetico e retico” con Anna Marinetti.

Dopo la prima mostra naturalistica del 2017 e 2018, il museo “G. Zannato” – Sistema Museale Agno-Chiampo propone una nuova mostra itinerante, questa volta archeologica, che ci porta – come detto – indietro nel tempo, alla metà del I millennio a.C., in una casa del villaggio dell’età del Ferro di Trissino, scoperto nel 1981 durante i lavori di ampliamento del cimitero comunale e parzialmente messo in luce dagli scavi archeologici condotti fino al 1990. L’allestimento è stato curato da Annachiara Bruttomesso, conservatrice archeologa del museo Zannato, e da Angela Ruta Serafini, già direttore del museo nazionale Atestino, con la collaborazione di Fiorenza Bortolami e di Roberto Battiston, conservatore.

Com’erano le case 2500 anni fa nel territorio collinare e montano del Nord-Est? Che cosa rivelano stoviglie e manufatti della vita quotidiana che si svolgeva nella casa? Quali attività si svolgevano nel villaggio, quali piante si coltivavano, quali animali si allevavano? I vestiti erano ovviamente confezionati in casa, ma con quali strumenti? È arrivato fino a noi qualche ornamento? E qualche oggetto che fornisca indizi sul mondo interiore dei nostri “antenati”? “Nella mostra – spiegano i curatori – si possono cercare le risposte a queste e a tante altre domande”. Reperti e pannelli ricostruiscono la vita quotidiana dell’antico villaggio veneto ai confini con il mondo dei Reti, mettendone in luce i diversi aspetti.

Le case, a schiera, sono caratterizzate da profondi scassi nella roccia, che ospitavano probabilmente fresche cantine. Sigillate da incendi con il loro contenuto di oggetti della vita quotidiana, alcune case repentinamente abbandonate sono ben conservate. Per queste si pensò alla musealizzazione in loco, ma la collocazione all’interno dell’attuale cimitero rende impossibile la realizzazione di un’area archeologica. Per questo tra il 2014 e il 2015, le strutture furono consolidate, restaurate e documentate con rilievo laser-scanner 3D e infine protette con tessuto non tessuto, sabbia e terra.

La “scansia” del titolo, ricostruita sulla base dei dati di scavo con il suo servizio di coppe, tazze e boccale, stoviglie in ceramica sorprendentemente conservate, utensili in metallo, pietra e osso, integrati da pannelli esplicativi adeguatamente illustrati sono alcuni dei punti di forza della mostra. Un grande dolio sapientemente ricomposto da molti frammenti, la ricostruzione di un telaio e alcune macine completano il suggestivo angolo della casa. Tra i tanti reperti, alcune sortes per la divinazione del futuro e un oggetto “venuto da molto lontano”: un piccolo frammento di ceramica prodotto ad Atene nel IV secolo a.C. e giunto nella valle dell’Agno forse insieme ad un carico di vino pregiato… Non manca un video con la storia delle scoperte e le straordinarie immagini ricavate dal rilievo laser scanner 3D dell’antico villaggio.
Le tappe successive della mostra sono a Castelgomberto, nella sala Loggia, Palazzo Barbaran, in via Barbaran, dal 6 novembre al 5 dicembre 2021; a Sovizzo, in Municipio, Sala Conferenze, in via Cavalieri di Vittorio Veneto 21, dall’8 al 23 gennaio 2022; a Montecchio Maggiore, in Galleria Civica, via Bivio San Vitale, dal 5 febbraio al 6 marzo 2022. Sempre a ingresso gratuito.
4 risposte a “A Trissino (Vi) prima tappa della mostra itinerante “La scansia di casa mia. 2500 anni fa” con i reperti di un villaggio dell’età del Ferro scoperto nel 1981. Si entra così in una delle case scoprendo interessanti aspetti della vita alla metà del I millennio a.C.: nella “scansia” coppe, tazze e boccale, stoviglie in ceramica sorprendentemente ben conservate”
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- ottobre 4, 2021 -
- gennaio 7, 2022 -
Bella segnalazione, grazie.
Sul sito di Trissino il riepilogo dell’antefatto emerge più compiutamente in un precedente articolo di Archeologiavocidalpassato, messo online nel 2015.
Notare come l’esempio in esame rappresenti la forse unica (o quasi) casistica di utilizzo benemerito della altrove spesso inutilmente abusata tecnologia laserscanner nello scavo archeologico, per una finalità che non sarebbe altrimenti efficacemente perseguibile (e che ammette anche strategie di reinterro).
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