Roma. Piccola anticipazione dell’allestimento della mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”: così il pubblico rivivrà l’emozione della scoperta vissuta dagli artisti che nel Rinascimento si calarono nelle “grotte”

La data è cambiata un’altra volta. Il valzer dei colori delle Regioni, con una pandemia che non dà ancora segnali di cedimento, la programmazione degli eventi culturali diventa particolarmente difficile. Ciò vale anche per l’attesa (dall’anno scorso!) mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”, ora prevista dal 28 marzo al 21 novembre 2021 alla Domus Aurea. Vediamo se sarà questa la data giusta. Intanto, dopo averci mostrato il nuovo ingresso alla Domus Aurea con la passerella pedonale realizzata dallo Studio Stefano Boeri Architetti che, con un sapiente gioco di luci, accompagnerà il visitatore fino alla Sala Ottagona, cuore della mostra “Raffello e la Domus Aurea”, il Parco archeologico del Colosseo ci anticipa un altro dettaglio in un viaggio per immagini all’interno del cantiere (vedi Roma. Aperto il nuovo ingresso per la Domus Aurea, con un percorso che suggerisce un viaggio alla ricerca della volta celeste che si apre nella volta della Sala Ottagona. Il progetto propedeutico all’apertura della mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” | archeologiavocidalpassato).
Ecco una piccola anticipazione del concept che sta alla base del progetto allestitivo multimediale ed esperienza multisensoriale ideato dai dotdotdot.it: “Per rievocare l’emozione della scoperta che i primi artisti nel Rinascimento provarono nel calarsi all’interno della domus neroniana, illuminando la volta decorata con la luce delle loro torce”, spiegano gli esperti del PArCO, “così il pubblico sarà chiamato a svelare le decorazioni a parete interagendo attivamente con gli elementi multimediali del percorso di visita, i quali “prenderanno vita” grazie ad una serie di animazioni immersive in grado di restituire parte delle stesse decorazioni scoperte e studiate da Raffaello stesso e riprese dai grandi artisti nel corso dei secoli, in alcuni casi non più leggibili”.
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