“Lapilli sotto la cenere”. Con la 16.ma clip del parco archeologico di Ercolano il direttore Francesco Sirano ci accompagna alla scoperta della meravigliosa struttura conosciuta come Casa del rilievo di Telefo. Prima parte: i pavimenti e le decorazioni molto particolari

Con la 16.ma clip della serie “Lapilli sotto la cenere” dedicata all’esplorazione di realtà che per necessità conservative, di restauro o contingenze non sono accessibili al pubblico, il direttore del parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, ci accompagna alla scoperta della meravigliosa struttura conosciuta come Casa del rilievo di Telefo ma che il direttore ci farà scoprire essere la Casa di Marco Nonio Balbo. In questa prima parte esploriamo i suoi pavimenti e decorazioni molto particolari e l’insolita ed affascinante struttura.
La cosiddetta Casa del rilievo di Telefo, in realtà la Casa di Marco Nonio Balbo, era una delle più sontuose dell’antica Ercolano. “Spiccava e poteva essere vista dal mare con una facciata articolata su più piani”, spiega Sirano. “Infatti se guardiamo, notiamo come ci sono ben tre piani, due dei quali con una facciata a semicolonne, e al di sotto di questi ce n’era un quarto che fu abbandonato già all’epoca dell’imperatore Augusto a causa dei movimenti di subsidenza che caratterizzavano il fondo marino, e che costrinsero a non utilizzare più questo piano. Il nome convenzionale della casa deriva da un rilievo, di cui oggi è esposta una copia in gesso, che fu ritrovato in un altro ambiente: era in marmo pentelico, e l’originale è oggi al museo Archeologico nazionale di Napoli. Raffigura l’eroe greco Telefo, figlio di Ercole, che viene curato con la limatura della punta della lancia di Achille, perché solo quella poteva guarire la sua ferita secondo una predizione dell’oracolo che – sulla sinistra del rilievo – sta appunto dicendo ad Achille quale sarebbe stato il destino dell’intera spedizione greca contro Troia. I greci non sarebbero sbarcati a Troia se non avesse favorito la guarigione di Telefo. Telefo era il figlio di Ercole, e la sua presenza a Ercolano si spiega molto bene. In questa casa abbiamo tanti richiami a Ercole. E non dimentichiamo che Telefo, secondo alcune versioni mitologiche, era ritenuto anche il padre di Tirreno e Tarconte, mitici re degli Etruschi. E quindi c’era un rapporto molto forte con la penisola italiana. E in età romana c’era senz’altro consapevolezza del fatto che secoli prima dell’impianto di questa casa i re di Pergamo avevano lasciato in eredità al popolo romano il loro regno. I re di Pergamo erano diretti discendenti di Telefo”.

I sedili all’ingresso della casa, su cui prendevano posto i clientes in attesa di essere ricevuti dai padroni di casa, confermano l’importanza della domus dei Noni Balbi proprietari di questa casa. “Non appena entrati”, continua Sirano, “ci troviamo di fronte a un atrio un pochino particolare: al centro si trova sempre il pozzo di luce che serviva anche per raccogliere l’acqua piovana, tipico delle case romane: l’atrio tuscanico. Ma tutto attorno abbiamo delle colonne su tre lati, che lo fanno assomigliare al cosiddetto atrio corinzio. Siamo di fronte a una specie di ingresso che ha una sala colonnata e che presenta tra le colonne, appesi, anche dei dischi di marmo di carattere dionisiaco. Si voleva già entrare in un’atmosfera sontuosa, quasi quella di una reggia di un monarca ellenistico. Dall’atrio si guarda al tablino, l’ufficio del padrone di casa, e si passa, attraverso un corridoio in pendenza, verso il giardino e verso le altre sale che si affacciavano sul mare, in particolare la grande sala con la decorazione in marmo”.

Il completamento delle terme suburbane comportò una serie di trasformazioni anche sulla Casa del Rilievo di Telefo, alcuni ambienti della quale furono chiusi e furono attribuiti alle terme suburbane. “Si cammina sul tetto per recarci a vedere questi ambienti, come facevano anche gli antichi. Non sappiamo bene come funzionassero i collegamenti, ma questo è un dato certo. E stando qui, guardando all’esterno della facciata della Casa del rilievo di Telefo, si notano alcune cose molto interessanti. Questi incassi, che sono stati chiusi per ragioni di restauro, servivano per sostenere le travi di una balconata che correva tutto intorno all’esterno del salone con i marmi policromi. E si vedono anche alcune finestre – chiude Sirano – legate agli ambienti sottostanti il salone, che vengono chiuse proprio per l’ampliamento delle terme suburbane”.
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