Svelato il giallo dell’edificio di Tol-e Ajori, vicino Persepoli (Iran). Callieri: “Così abbiamo capito che era una porta monumentale”

Alireza Askari Chaverdi mostra la pianta dell’edificio di Tol-e Ajori: il giallo è svelato, si tratta di una porta monumentale nella piana di Persepoli
L’edificio di Tol-e Ajori non è più un mistero. Abbiamo visto (https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2015/01/14/svelato-il-giallo-delledificio-di-ciro-vicino-a-persepoli-nel-fars-iran-non-e-unapadana-ne-una-torre-ne-un-tempio-ne-un-centro-cerimoniale-ma-e-int/) che la quarta campagna di scavo, conclusasi il 5 novembre 2014, della missione congiunta irano-italiana nella piana di Persepoli diretta da Alireza Askari Chaverdi dell’università di Shiraz e da Pierfrancesco Callieri dell’università di Bologna, nel quadro dell’accordo tra il dipartimento dei Beni culturali (DBC) dell’università di Bologna e l’istituto di Ricerca dei Beni culturali dell’Iran (RICHHTO) col contributo economico dell’Università di Bologna, del MIUR e del MAE, ha stabilito che l’edificio di Tol-e Ajori è una porta monumentale. Ma come si è giunti a queste conclusioni? Seguiamo passo passo lo sviluppo della campagna 2014 attraverso le testimonianze dei suoi protagonisti: Askari Chaverdi e Callieri.
Tre trincee “strategiche” in altrettante situazioni da verificare. “Con la prima trincea”, spiega il prof. Callieri, “è stato finalmente individuato e portato alla luce quell’angolo NW del monumento che nel 2013 ci era sfuggito”. Questa prima scoperta ha confermato l’allineamento con il muro SW. “Purtroppo il monumento è risultato molto saccheggiato: sono stati trovati in situ solo 6-7 corsi di mattoni di fondazione che, rispetto al muro esterno “sopra terra” non hanno il paramento esterno invetriato”. Ma la vera novità data dallo scavo di questa trincea è stata la scoperta di un contrafforte, realizzato in mattoni crudi misti a qualche mattone cotto attorno all’angolo. Il contrafforte, proprio per la sua natura (ricordiamo che è realizzato in mattoni crudi: ed è finora l’unico caso, a Tol-e Ajori, dell’uso di mattoni crudi all’esterno del muro) è apparso molto degradato: la sommità del contrafforte è stata chiusa o, meglio, sigillata da mattoni cotti. “Questo contrafforte è sicuramente un elemento aggiunto per rinforzare l’angolo, a meno che non sia un resto di un muro di recinzione che chiudeva l’area interna, ma non siamo in grado di dire quando: se cioè è coevo o successivo al muro d’angolo. Comunque la sua funzione è sicuramente quella di sostenere e rafforzare l’angolo”. Per ora la trincea è ancora troppo piccola per permettere di individuare i limiti esterni del contrafforte, ma ha già dato un contributo importante per sciogliere il giallo “dell’edificio di Tol-e Ajori”: l’individuazione dell’angolo NW del monumento permette infatti di definire le misure del monumento nella sua interezza: ora sappiamo che è largo 30 metri e lungo 40. “La campagna 2014 era partita bene. Il monumento cominciava a rivelarsi. Presto – lo sentivamo – ci avrebbe fatto capire cos’era veramente”.

L’angolo del secondo corridoio interno: questa scoperta ha rivelato la natura del monumento di Tol-e Ajori: è una porta monumentale
“Così abbiamo aperto la seconda trincea – continuano gli archeologi della missione irano-italiana – e ci siamo concentrati all’interno del monumento per verificare se il vano interno era chiuso o se ci fosse un altro passaggio/corridoio e, quindi, un secondo ingresso. Siamo stati fortunati: abbiamo intercettato i due lati di un secondo corridoio di accesso, e su uno dei due lati anche l’angolo con il vano interno”. Non poteva andare meglio. È stata questa una scoperta molto importante perché ha chiarito senza alcun dubbio la natura dell’edificio di Tol-e Ajori: “A quel punto mi era tutto chiaro”, confessa Callieri. “Quel monumento non era un edificio con uno spazio chiuso interno, ma un edificio con uno spazio interno di passaggio. Quindi non poteva essere un centro cerimoniale, quell’edificio era una porta monumentale”. A questo punto questa scoperta, oltre a farci capire di che monumento si tratta, ci qualifica anche il monumento che proprio in quanto porta ci fa capire che deve dipendere da un centro di interesse che ovviamente non può essere la porta, ma un qualcosa cui la porta conduce. “Quindi l’edificio di Tol-e Ajori”, sottolinea Callieri, “non è più da considerarsi il centro di interesse, ma un luogo di accesso al centro di interesse”. I due lati del corridoio NW sono conservati in modo diverso: il lato N risulta molto saccheggiato quasi fino al terreno di base. Ci sono solo alcuni corsi inferiori di mattoni cotti e parte del nucleo interno di mattoni crudi. Il lato S, invece, è stato in parte risparmiato dai saccheggiatori. Ma all’angolo con il muro interno si possono ancora vedere i mattoni di fondazione con sopra l’alzato di 11 filari di mattoni invetriati in situ che finiscono in alto con una fascia di rosette aperte (Chaverdi le chiama “fior di loto”). Ciò permette agli archeologi di collocare correttamente i frammenti di rosette recuperati nel corso dello scavo perché ora si conosce a quale reale altezza correvano lungo le pareti del monumento. Le rosette sono aperte.
Tutto ok? Non proprio. Il monumento presentava ancora molti lati oscuri, e la terza trincea – nelle intenzioni degli archeologi – avrebbe dovuto dare risposte importanti. “Anche qui”, riprende Callieri, “sul livello del pavimento è venuta fuori la fossa di fondazione, che era uno degli obiettivi che ci ripromettevamo di raggiungere proprio con questa trincea. Quindi la porta ha le fondazioni costruite con un cavo di fondazione. Cioè la parte inferiore della struttura era interrata. E il pavimento era in terra battuta. Così abbiamo potuto studiare la stratigrafia al di sopra del pavimento e fare un’indagine nella fossa di fondazione. Quindi – conclude – possiamo dire che dal punto di vista architettonico abbiamo ottenuto risultati soddisfacenti”.
(2 – continua nei prossimi giorni. Precedente post: 14 gennaio)
4 risposte a “Svelato il giallo dell’edificio di Tol-e Ajori, vicino Persepoli (Iran). Callieri: “Così abbiamo capito che era una porta monumentale””
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- gennaio 25, 2015 -
- Maggio 23, 2016 -
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