Roma. In Curia Iulia, in presenza e on line, presentazione del libro “Unbound from Rome” di John North Hopkins (New York University) che offre uno sguardo ampio sull’arte e l’architettura antiche nell’arco di quattro secoli
Lunedì 17 giugno 2024, alle 16.30, in Curia Iulia il parco archeologico del Colosseo propone la presentazione del libro “Unbound from Rome” di John North Hopkins. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia; e Dominik Maschek, professore di Archeologia romana all’Universität Trier, Leibniz-Zentrum für Archäologie. Sarà presente l’autore. L’evento potrà essere seguito in presenza con prenotazione su eventbrite.it e sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo.
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Copertina del libro libro “Unbound from Rome” di John North Hopkins (New York University)
Unbound from Rome. L’opera offre uno sguardo ampio sull’arte e l’architettura antiche nell’arco di quattro secoli, concentrandosi sulla diversità degli artisti e dei fruitori all’interno e all’esterno dei confini politici di Roma, in continua evoluzione. L’arte e l’architettura romana sono tipicamente intese come legate in qualche modo a un evento politico o come una serie di scelte ed esperienze estetiche. Superando l’etichetta fuorviante di “romano”, John North Hopkins si propone di districare i molti popoli le cui diverse culture e tradizioni hanno contribuito alla cultura visiva di Roma in un arco di tempo di quattrocento anni nel primo millennio a.C. Hopkins riconsidera attentamente alcune delle opere più iconiche del periodo attraverso le numerose pratiche e i popoli ad esse legati. Tra queste, lo straordinario e complesso sforzo per la costruzione del Tempio di Giove, le azioni creative e i diversi incontri legati a oggetti di lusso come la Cista dei Ficoroni, e gli importanti significati che la scultura sacra dei templi e le offerte votive assumevano attraverso la loro realizzazione e le successive pratiche di devozione. Uno degli scopi principali del volume è quello di mettere in discussione un’idea di Roma che si è concentrata sulla produzione d’élite e sulla documentazione testuale; Hopkins richiama invece l’attenzione sugli attori meno noti, e spesso taciuti, che ne erano invece parte integrante. Il risultato è una profonda comprensione di un mondo italico e mediterraneo diversificato e storicamente ricco, nonché della miriade di culture, comunità e individui che avrebbero fatto e vissuto l’arte all’interno e intorno ai mutevoli confini politici di Roma.
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L’archeologo John Hopkins della New York University
John Hopkins è professore associato di Archeologia e Storia dell’arte dei popoli del Mediterraneo nel dipartimento di Storia dell’Arte e presso l’Institute of Fine Arts della New York University. È autore di The Genesis of Roman Architecture (2016, Yale), che ha vinto il Premio Spiro Kostof della Society of Architectural Historians, Unbound from Rome (2024, Yale), e curatore di Object Biographies: Collaborative Approaches to Ancient Mediterranean Art (2020, The Menil Collection e Yale UP) e Forgery Beyond Deceit: Fabrication, Value and the Desire for Ancient Rome (2023, Oxford). È attualmente co-direttore del Quirinal Project, una collaborazione tra la soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma, New York University e la University of Michigan e direttore dell’Antefixa Project, un progetto archeometrico in collaborazione con musei italiani per studiare i segni del manufatto di scultura architettonica nell’Italia Centrale.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”, curato da Alessandra Piergrossi, Andrea Babbi e Massimo Cultraro, supplemento n. 2 di “Mediterranea” di Ispc-Cnr
Un omaggio a colui che ha segnato un profondo rinnovamento negli studi sull’Etruria arcaica e nella lunga attività di ricerca al CNR, Filippo Delpino. Martedì 26 marzo 2024, alle 16.30, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, presentazione del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”, curato da Alessandra Piergrossi, Andrea Babbi e Massimo Cultraro, supplemento n. 2 di “Mediterranea. Studi e ricerche sul Mediterraneo antico”, periodico scientifico dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Introduce Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e direttore ad interim del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Presenta l’opera Giuseppe Sassatelli, etruscologo e professore emerito dell’università di Bologna. Intervengono i curatori del volume. L’ingresso nella sala della Fortuna è libero fino ad esaurimento posti. Per maggiori informazioni e prenotazioni: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it.
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Copertina del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”
Il volume raccoglie numerosi contributi con cui le autrici e gli autori hanno omaggiato il collega e amico Filippo Delpino, insigne studioso dell’Italia preromana. Tali scritti, incentrati sul Mediterraneo e l’Etruria tra protostoria e storia, sono stati suddivisi in sezioni tematiche che riecheggiano la vasta opera dello studioso: Etruria e Mediterraneo, Etruria e Lazio, Tra archivi e collezioni, Storia della disciplina archeologica. La ricchezza degli interessi di Filippo Delpino è riflessa nel volume a lui dedicato in occasione dei suoi 80 anni e pubblicato nella Rivista da lui diretta per lunghi anni. Dall’Etruria e il Lazio, affrontate sul piano dei costumi funerari e della vita degli abitati, della cultura materiale nella loro valenza iconografica, indagata nei molteplici aspetti come riflesso di usi e modelli identitari delle comunità, lo sguardo si è esteso a tutto il Mediterraneo; inoltre, anche la storia delle indagini archeologiche in Etruria, lo sviluppo e l’organizzazione a Roma della tutela delle antichità, la storia della museologia e del collezionismo, costituiscono altri temi considerati con cura. Tutto questo è testimoniato dal contenuto di questo volume che vede tra gli autori numerosi specialisti, tra cui molti allievi e moltissimi amici e colleghi che entusiasticamente hanno aderito, dimostrando stima, affetto e partecipazione per lo studioso e collega.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del catalogo della mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo” a cura di Paola Desantis, Elisabetta Govi, Valentino Nizzo, Giuseppe Sassatelli, Tiziano Trocchi
Ci siamo. A meno di 20 giorni dalla chiusura della mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo” arriva il catalogo a cura di Paola Desantis, Elisabetta Govi, Valentino Nizzo, Giuseppe Sassatelli, Tiziano Trocchi (ARA, edizioni 2023). La mostra a Villa Giulia è la terza e ultima tappa delle celebrazioni per il centenario della scoperta di Spina e si concluderà il 7 aprile 2024. La presentazione del catalogo sarà un evento partecipato di coinvolgimento del pubblico e di ringraziamento per tutti coloro che a vario titolo hanno preso parte alla realizzazione di questo grande progetto. Appuntamento mercoledì 20 marzo 2024, alle 17.30, in sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Dopo i saluti istituzionali di Vincenzo Bellelli, museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, introduce Giuseppe Sassatelli, istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici. Presenta Luca Cerchiai, università di Salerno Saranno presenti i curatori. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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Giuseppe Sassatelli, archeologo
Giuseppe Sassatelli è presidente dell’Istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici e professore emerito di Etruscologia e Antichità Italiche all’università di Bologna. La sua ricerca è stata dedicata principalmente all’Etruria padana in tutte le sue manifestazioni, dall’urbanistica alla scrittura, toccando la produzione artigianale e artistica e i rapporti culturali e commerciali con i popoli confinanti. Gran parte della sua attività scientifica è stata dedicata inoltre al tema della diffusione della scrittura in area padana e in Italia settentrionale, specie nelle sue fasi iniziali, ai risvolti di questo fenomeno sul piano storico, sociale e culturale, alla sua diffusione, per il tramite degli Etruschi, verso le altre popolazioni dell’Italia settentrionale. È membro di diversi comitati scientifici di riviste nazionali e internazionali. È autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche su Riviste e Volumi molto qualificati del settore.
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Luca Cerchiai, archeologo
Luca Cerchiai è stato Ispettore archeologo nella soprintendenza di Salerno Avellino e Benevento, e direttore del museo Archeologico nazionale di Pontecagnano. Dal 1992 è professore di Etruscologia e Archeologia Italica all’università di Salerno, quindi preside della facoltà di Lettere e Filosofia, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici di Salerno e infine direttore del dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale. Dal 1990 è membro dell’Istituto di Studi Etruschi e Italici, in cui dal 2018 fa parte del Consiglio Direttivo. È autore di oltre 180 pubblicazioni: i principali campi di ricerca riguardano l’archeologia della Campania preromana e delle popolazioni indigene della Magna Grecia, la fenomenologia della città etrusca, l’iconografia etrusca, con particolare riguardo alla pittura tombale.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia incontro a partire dal libro edito da Carocci “I Fori imperiali” di Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenzani
Venerdì 23 febbraio 2024, alle 17, nella sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia l’incontro a partire dal volume edito da Carocci “I Fori imperiali” di Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenzani. Introduce Vincenzo Bellelli, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Dialogano con gli autori Carlo Pavolini, università della Tuscia, e Domenico Palombi, Sapienza università di Roma. Ingresso libero in sala fino a esaurimento posti. Per prenotazioni scrivere a presentazioni@carocci.it. Facendo ricorso alle più recenti acquisizioni degli scavi archeologici e degli studi, il volume presenta in maniera sintetica ma completa i Fori imperiali: oltre alla storia delle indagini del sito, si espongono le vicende legate alla trasformazione della sua immagine e del suo assetto urbanistico nel corso dei secoli, senza tralasciare il valore simbolico che talvolta fu attribuito ad alcuni dei complessi che vi si trovano. Particolare attenzione è riservata allo stato attuale dell’area, alla sua accessibilità e all’offerta rivolta ai visitatori in termini di fruibilità. Roberto Meneghini è stato funzionario archeologo alla sovrintendenza capitolina ai Beni culturali di Roma Capitale. Riccardo Santangeli Valenzani è professore ordinario di Archeologia medievale e di Archeologia urbana di Roma all’università Roma Tre.
San Valentino all’Etru di Villa Giulia: “Vita di coppia tra Oriente e Occidente. Incontro con la cultura” per scoprire il profilo degli innamorati nel mondo antico
San Valentino al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia con un incontro dedicato all’amore di coppia e alla vita familiare tra Oriente e Occidente. Appuntamento mercoledì 14 febbraio 2024, alle 17, nella sala della Fortuna, con “Vita di coppia tra Oriente e Occidente. Incontro con la cultura” per tracciare il profilo degli innamorati del mondo antico e scoprire curiosità e differenze fra Oriente e Occidente. Tradizioni, abitudini quotidiane e rituali d’amore ci raccontano l’intreccio dei legami affettivi fra gli uomini e le donne dell’Antichità. Intervengono Vincenzo Bellelli, direttore ad interim del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia; Lucia Mori, Sapienza università di Roma. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni: mn-etru.didattica@cultura.gov.it. Iniziativa a cura dei Servizi Educativi del Museo. Al termine dell’incontro visita al Sarcofago degli Sposi, emblema dell’amore eterno, accompagnati da Vittoria Lecce e Romina Laurito.
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Lucia Mori (Sapienza università Roma)
Lucia Mori è professore associato di Storia del Vicino Oriente antico e membro della scuola di Dottorato in filologia e storia del mondo antico dell’università Sapienza di Roma. Ha coordinato progetti di ricerca nel Vicino Oriente antico. Ha partecipato, inoltre, a numerose missioni archeologiche nel Sahara libico, in Siria e attualmente in Turchia, nel sito di Arslantepe, entrato nella lista dei siti patrimonio dell’umanità Unesco dal 2021.
Firenze. Al museo Archeologico nazionale per la rassegna “Incontri al museo” conferenza di Vincenzo Bellelli su “Nel mondo dipinto degli Etruschi: le tombe di Tarquinia”
Per la decima edizione della rassegna “Incontri al museo”, giovedì 16 febbraio 2023, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Firenze, Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, presenta “Nel mondo dipinto degli Etruschi: le tombe di Tarquinia”. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
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L’interno della Tomba dei Leopardi nella necropoli di Monterozzi a Tarquinia (foto drm-toscana)
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L’archeologo Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia
Allievo del grande etruscologo Mauro Cristofani, Vincenzo Bellelli è archeologo classico specializzato in etruscologia, con una vasta esperienza professionale maturata nel campo della ricerca, della didattica universitaria e della valorizzazione. I suoi principali filoni di ricerca sono l’archeologia del sacro, la storia e l’archeologia della città etrusca di Cerveteri, la cultura materiale etrusco-italica, i contatti fra mondo greco e mondo etrusco. Vincenzo Bellelli è inoltre direttore della rivista di antichistica del Cnr “Mediterranea”. Ricchissima la sua produzione scientifica, in gran parte dedicata alla civiltà etrusca. Il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia comprende la necropoli della Banditaccia (Cerveteri), la più estesa dell’area mediterranea, iscritta nel 2004 dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità insieme alla necropoli di Monterozzi (Tarquinia), famosa per le sue straordinarie tombe dipinte. Il nuovo istituto autonomo comprende inoltre due importanti musei nazionali, il museo Cerite e il museo Archeologico di Tarquinia. Entrambi conservano oggetti molto importanti, come il celebre altorilievo fittile dei cavalli alati provenienti dagli scavi dell’Ara della Regina di Tarquinia e il celeberrimo cratere di Eufronio.
“Cerveteri, Roma e Tarquinia. Seminario di studi in ricordo di Mauro Cristofani e Mario Torelli”, in presenza e on line: una tre giorni in tre sedi per un’analisi dei differenti rapporti di Cerveteri e Tarquinia con Roma, in epoca Orientalizzante e repubblicana
Un’analisi dei differenti rapporti di Cerveteri e Tarquinia con Roma, in epoca Orientalizzante e repubblicana. Un tributo a due figure di spicco dell’archeologia. Questi i punti focali di “Cerveteri, Roma e Tarquinia. Seminario di studi in ricordo di Mauro Cristofani e Mario Torelli”: una tre giorni (il 25, 26 e 27 gennaio 2023) organizzata dall’Istituto di scienze del patrimonio culturale (ISPC) del Cnr e dal parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. L’evento, patrocinato dall’istituto nazionale di Studi Etruschi e Italici, con la partecipazione attiva della soprintendenza ABAP VT-EM e il supporto dei comuni di Cerveteri e Tarquinia, della Fondazione Luigi Rovati e della Società Tarquiniense d’Arte e Storia, si svolgerà in ben tre sedi: il 25 nella sala convegni del CNR (di piazzale Aldo Moro 7 a Roma); il 26 a Palazzo del Granarone a Cerveteri (di via del Granarone); e il 27 alla Biblioteca Cardarelli di Palazzo Bruschi Falgari di Tarquinia (di via Umberto I, 34). Ingresso libero. L’evento sarà trasmesso in streaming sui canali social del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Le giornate di Studi intendono riesaminare i rapporti incrociati tra le tre città, tra l’Orientalizzante e l’età repubblicana, per fare emergere le linee di sviluppo e gli eventuali snodi che ne hanno caratterizzato la storia politica, economica e sociale. L’argomento sarà affrontato, in maniera multidisciplinare, da studiosi italiani e stranieri, da diversi punti di vista, utilizzando tutte le fonti documentarie disponibili.
Con l’istituzione del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia è nata una realtà culturale bicipite, che ratifica quanto già l’Unesco aveva sancito con l’inserimento congiunto delle necropoli etrusche dei due centri nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. L’Unesco prima e il ministero della Cultura poi hanno così unito i destini delle due antiche metropoli etrusche. Le due città non furono però alleate, se non di rado, nei vari tornanti della storia: basti considerare i differenti rapporti di Cerveteri e Tarquinia con Roma, sia in epoca arcaica, sia in epoca repubblicana. L’Istituto di Scienze del Patrimonio culturale del CNR dedica da molti anni una specifica ricerca all’organizzazione territoriale e ai complessi archeologici della città e delle necropoli di Cerveteri e, di recente, ha stipulato una specifica convenzione scientifica con il Parco. In virtù di questo e dei comuni interessi di ricerca, il Parco e l’ISPC hanno organizzato questo convegno internazionale. In tale occasione le funzionarie della soprintendenza, l’archeologa Rossella Zaccagnini e l’arch. Gloria Galanti, relazioneranno, con Gilda Benedettini, su “La Soprintendenza a Cerveteri: ricerca, tutela e valorizzazione”, perché tali sono le tre azioni messe in campo dall’Ufficio, nel segno dell’esempio lasciato da Mauro Cristofani e Mario Torelli. Del primo ricorrono i 25 anni dalla sua scomparsa, e verrà ricordato il 26 il direttore del Parco, Vincenzo Bellelli. Il secondo, invece, scoprì il porto etrusco di Tarquinia di Gravisca e fu autore di numerosi volumi tra cui The Etruscans (2000) e Gli Spurinas (2019). Nella prima giornata in programma al CNR, il funzionario archeologo della Soprintendenza, Daniele F. Maras, interverrà su “Miti greci e donne etrusche alla luce delle fonti: tra le accuse di Teopompo e le mogli dei Tarquini”. Le fonti letterarie e iconografiche dimostrano l’alta considerazione delle figure femminili (soprattutto mitologiche), in parallelo alla speciale condizione sociale delle donne etrusche, più libere, emancipate e con più diritti di quelle romane e greche. D’altro canto, in un’ottica greca, fra le accuse mosse dal retore Teopompo agli Etruschi e in primis alle donne, vi sono quelle di libertinaggio, licenziosità, prostituzione, promiscuità, il vizio di essere grandi bevitrici e di amare la ‘nudità’, di essere dedite più alla cura del proprio corpo che all’educazione dei propri figli.
Roma. Alla Società Dante Alighieri presentazione del libro di Valentino Nizzo “Gli Etruschi in Campania. Storia di una (ri)scoperta dal XVI al XIX secolo” (Electa) nato dall’esperienza della mostra “Gli Etruschi e il MANN”: “Un’occasione importante per riscoprire e restituire al grande pubblico l’anima etrusca delle collezioni del Mann”
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La locandina della mostra “Gli Etruschi e il Mann” al Mann (12 giugno 2020 – 31 maggio 2021)
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Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia alla mostra “Gli Etruschi e il MANN” (foto Mann)
Mercoledì 7 dicembre 2022, alle 17.30, nella sala del Primaticcio di Palazzo Firenze, in piazza di Firenze 27 a Roma, sede centrale della Società Dante Alighieri, presentazione del libro “Gli Etruschi in Campania. Storia di una (ri)scoperta dal XVI al XIX secolo” (Electa editore, 2020) di Valentino Nizzo, al quale ha lavorato in parallelo con l’allestimento della mostra “Gli Etruschi e il MANN” al museo Archeologico nazionale di Napoli, fortemente voluta dal direttore Paolo Giulierini e nata da una virtuosa collaborazione con il parco archeologico di Pompei e il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Dopo i saluti introduttivi di Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri, dialogheranno con Valentino Nizzo, lo scrittore e critico letterario Arnaldo Colasanti e il direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia Vincenzo Bellelli. Per la partecipazione si raccomanda la prenotazione all’email eventi@dante.global. “Quell’esperienza”, ricorda Nizzo, “è stata una occasione importante per riscoprire e restituire al grande pubblico l’anima etrusca delle collezioni del Mann, costituita sia da reperti acquisiti al di fuori della Campania sia da materiali di provenienza locale che, solo successivamente, hanno rivelato il loro cuore etrusco. La riscoperta degli Etruschi in Campania costituisce infatti un caso emblematico, fatto di conquiste, sconfitte, amnesie, negazioni o rimozioni e popolato, come una favola, di fantasmi e miraggi. Eppure le testimonianze letterarie offrivano in proposito un quadro univoco, anche se frammentario, stratificato e di non facile ricomposizione, vista la miscela di culture che caratterizzò la regione sin dalle sue origini, rendendone non facile la decifrazione”.
![napoli_mann_cista-in-bronzo-da-Palestrina_foto-mann](https://archeologiavocidalpassato.com/wp-content/uploads/2020/06/napoli_mann_cista-in-bronzo-da-palestrina_foto-mann.jpg)
Cista in bronzo da Palestrina conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (fine IV-inizio III sec. a.C.) (foto Mann)
![libro_gli-etruschi-in-campania_copertina](https://archeologiavocidalpassato.com/wp-content/uploads/2022/12/libro_gli-etruschi-in-campania_copertina.jpg)
Copertina del libro “Gli Etruschi in Campania” di Valentino Nizzo (Electa)
![napoli_mann_coppia-orecchini-di-produzione-etrusca_foto-mann](https://archeologiavocidalpassato.com/wp-content/uploads/2020/06/napoli_mann_coppia-orecchini-di-produzione-etrusca_foto-mann.jpg)
Una delle “scoperte” nei depositi del Mann: coppia di orecchini in oro, lamina, applicazioni a stampo, filigrana (produzione dell’Etruria meridionale) della seconda meta del VI sec. a.C. (foto Mann)
Libro “Gli Etruschi in Campania” di Valentino Nizzo. “In questo saggio”, spiega l’autore, “ho cercato di offrire uno sguardo per molti versi inedito attraverso quasi quattro secoli, nel corso dei quali l’archeologia, affermatasi definitivamente come scienza storica, solo alla fine del XIX secolo è stata finalmente in grado di risolvere l’enigma, restituendo agli Etruschi della Campania quella consistenza che una parte della critica aveva loro negato o, sul fronte opposto, ridimensionando alcune distorsioni ideologiche che avevano portato addirittura ad attribuire una paternità etrusca ai vasi che oggi sappiamo essere attici, ai templi greci di Poseidonia/Paestum o al filosofo Pitagora. Sullo sfondo giganteggia la storia del museo Archeologico nazionale di Napoli, protagonista e, spesso, anche vittima di questo articolato processo di riconquista di un frammento importante del nostro passato. Alla fine dell’800, infatti, lo scetticismo con il quale si rinnegava la veridicità del dominio etrusco della Campania aveva portato archeologi esperti a dubitare dell’autenticità della seconda iscrizione etrusca per importanza e lunghezza, la tegola di Capua, ritenuta un falso e lasciata liberamente emigrare a Berlino. Da Giambattista Vico a Vincenzo Cuoco, da Leandro Alberti a Johann Joachim Winckelmann, da Alessio Simmaco Mazzocchi a Marcello Venuti, da Stanisław Kostka Potocki a Pietro Vivenzio, da Andrea De Jorio a Raffaele Garrucci, da William Hamilton a Stefano Borgia, da Francesco Bianchini a Michele Arditi, da Raffaele Gargiulo a Désiré Raoul Rochette, da Alessandro Castellani a François Lenormant, da Giulio Minervini a Giuseppe Fiorelli, da Michał Tyszkiewicz a Theodor Mommsen, da Giustiniano Nicolucci a Wolfgang Helbig, da Giulio de Petra a Innocenzo Dall’Osso, da Julius Beloch a Friedrich von Duhn, da Paolo Orsi a Ettore Pais, da Antonio Sogliano a Giovanni Patroni: molti sono i protagonisti – conclude – di questo racconto corale di circa 400 anni che ho tentato di comporre attraverso il filtro degli Etruschi e delle loro testimonianze materiali e immateriali”.
Firenze. L’accademia toscana “La Colombaria” organizza “La Tarquinia degli Spurinas”, giornata di studi, in presenza e on line, in ricordo di Mario Torelli
![prof. Torelli Mario](https://archeologiavocidalpassato.com/wp-content/uploads/2020/09/prof.-torelli-mario.jpg)
Il prof. Mario Torelli, etruscologo, archeologo, docente di archeologia e storia dell’arte greca e romana, è morto all’età di 83 anni nel settembre 2020
![libro_gli-spurinas_una-famiglia-di-principes-nella-tarquinia-della-rinascita_copertina](https://archeologiavocidalpassato.com/wp-content/uploads/2022/05/libro_gli-spurinas_una-famiglia-di-principes-nella-tarquinia-della-rinascita_copertina.jpg)
Copertina del libro “Gli Spurinas. Una famiglia di principes nella Tarquinia della “rinascita” “
“Scrivere una storia di famiglia per epoche diverse da quella moderna è quasi sempre un azzardo”, scriveva Mario Torelli nella premessa del suo libro Gli Spurinas. Una famiglia di principes nella Tarquinia della “rinascita” (L’Erma di Bretschneider, 2019). “Nelle mani di un archeologo la vicenda di una famiglia antica, così come ce la fanno conoscere iscrizioni e rare e occasionali menzioni delle fonti letterarie, solo di rado è riuscita a diventare trama storica significativa, da leggere eventualmente sullo sfondo di eventi più generali, capaci di dare un senso a comportamenti, a documenti figurati o a evidenze monumentali. La famiglia al centro di queste pagine è quella degli Spurinas-Spurinnae, una potente gens tarquiniese, forse la più potente della città nella prima metà del IV secolo a.C., emersa come tutte le altre dell’età della “rinascita” dalla “notte oligarchica” del V secolo a.C. Di costoro ci parlano alcuni eccezionali documenti epigrafici in latino, i c.d. Elogia Tarquiniensia, fatti incidere su una lastra di marmo in età giulio-claudia; abbiamo così i resti della breve biografia, redatta secondo le regole codificate degli elogia latini, di tre personaggi vissuti fra la fine del V e la metà del IV secolo a.C., il capostipite Velthur Spurinna Lartis f., e il figlio e il nipote (o il figlio natu minor) di questi, Velthur Spurinna Velthuris f. e Aulus Spurinna Velthuris f. Queste brevi biografie, giunte a noi purtroppo con gravi lacune, erano destinate a fornire allo spettatore l’identità di tre statue, ovviamente perdute, erette all’inizio dell’età imperiale per celebrare gli antenati (pretesi) di una famiglia senatoria romana di fresca nomina, quella dei Vestricii Spurinnae nel luogo più augusto della città, il grandioso tempio poliadico di Tarquinia detto dell’Ara della Regina, dove si concentravano le memorie religiose più importanti della città e, per aspetti particolari come l’aruspicina, dell’intera nazione etrusca”.
Proprio in ricordo di Mario Torelli, che è mancato nel settembre 2020 (vedi Archeologia in lutto. È morto Mario Torelli, grande etruscologo, archeologo e docente di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana. Stava preparando una grande mostra su Pompei e Roma | archeologiavocidalpassato), l’Accademia toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” organizza in presenza nella propria sede, in via Sant’Egidio 23 a Firenze, e on line (Link al collegamento zoom ID riunione: 862 4690 8148), una giornata di studi dal titolo “La Tarquinia degli Spurinas”. Appuntamento venerdì 13 maggio 2022, alle 10. La giornata di studi si apre con i saluti istituzionali: Sandro Rogari (accademia “La Colombaria”), Giuseppe Sassatelli (istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici), Concetta Masseria (università di Perugia), Massimo Osanna (università “Federico II” di Napoli; ministero della Cultura). Introduce i lavori Stefano Bruni (università di Ferrara). Alle 11, PRIMA SESSIONE, presieduta da Luciano Agostiniani (accademia “La Colombaria”). Intervengono: Tonio Hoelscher (università di Heidelberg) su “Pompe funebri tra Grecia, Roma e Tarquinia”; Lucio Fiorini (università di Perugia) su “Arath Spuriana, la Tomba dei Tori e Tarquinia arcaica”; Luca Cerchiai (università di Salerno) su “Le Tombe dell’Orco e gli Spurina: elogio di un paradigma”. 14.30, SECONDA SESSIONE, presieduta da Giuseppe Sassatelli (istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici). Intervengono: Carmine Ampolo (Scuola Normale Superiore) su “Gravisca e la riscoperta degli empori (tra ‘epigrafia, culti e storia’)”; Vincenzo Bellelli (Cnr; parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia) su “Note tarquinesi”; Giovanna Bagnasco (università di Milano) su “Un volto nuovo per un’antica dea. Il Mediterraneo e Tarquinia in epoca ellenistica”; Attilio Mastrocinque e Fiammetta Soriano (università di Verona) su “Il Foro romano di Tarquinia”; Stefano Bruni (università di Ferrara) su “Quinto Spurina, exemplum virtutis dal mondo antico alle soglie dell’umanesimo”.
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