Firenze. Etruschi protagonisti agli Uffizi con la rassegna “Gli Etruschi: nuove ricerche nuove scoperte nuove storie”, 15 incontri di approfondimento il mercoledì da giugno a ottobre. Apre Sassatelli con “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche”. Ecco tutto il programma
Mercoledì 11 giugno 2025, alle 17, all’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi a Firenze con la conferenza “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche”, Giuseppe Sassatelli, presidente Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, apre la rassegna “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”. A 40 anni dall’“Anno degli Etruschi”, il 1985, iniziativa della Regione Toscana alla quale hanno partecipato Università, Soprintendenze, Musei e, con un ruolo di coordinamento culturale, anche l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, con importanti mostre a Firenze, Arezzo, Siena, Volterra, Orbetello Cortona e Perugia nelle quali furono presentati e illustrati al pubblico monumenti e materiali degli Etruschi e della loro civiltà, sono moltissime le novità dovute a scavi e ricerche. Ecco dunque “Gli Etruschi: nuove ricerche, nuove scoperte, nuove storie”, rassegna di 15 incontri di approfondimento, con al centro gli Etruschi, i loro misteri, le loro origini e la loro storia, organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e dall’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici con sede a Firenze in collaborazione con la Regione Toscana. Le conferenze, ospitate nell’auditorium Paolucci delle Gallerie degli Uffizi, si svolgeranno di mercoledì dall’11 giugno all’8 ottobre 2025 (con inizio alle 17). A parlare saranno docenti universitari, specialisti ed esperti della misteriosa civiltà mediterranea. La partecipazione sarà a ingresso libero.
L’obiettivo del ciclo di incontri agli Uffizi è affrontare in modo organico e coerente tutte le principali novità sui più rilevanti aspetti della storia e dell’archeologia degli Etruschi, per offrire al pubblico interessato un quadro completo e aggiornato su questa civiltà, affrontandone e illustrandone i temi di maggiore importanza. Dal dibattutissimo problema delle origini, si passerà a quello altrettanto caldo della lingua, a quello delle città e della loro organizzazione interna, ai luoghi di sepoltura (le grandi necropoli d’Etruria), ai culti e alla religione, alle manifestazioni artistiche (scultura, pittura, bronzistica), alla struttura politica e alle cariche magistratuali, alla loro presenza territoriale nell’Italia antica, dal Po al Sele, con una ampiezza maggiore rispetto a quanto solitamente si credeva, al loro ruolo di navigatori e commercianti nel Mediterraneo, ai rapporti e alle relazioni culturali con i Greci e con gli altri popoli dell’Italia Antica, e alla loro fine nell’impatto con Roma.
CALENDARIO CONFERENZE, il mercoledì alle 17, all’auditorium Paolucci, piazzale degli Uffizi 6, a Firenze: 11 giugno, “Gli Etruschi tra luoghi comuni e realtà storiche” (Giuseppe Sassatelli, presidente Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici); 18 giugno, “La lingua: dal “mistero” alla conoscenza: nuovi testi, nuove letture” (Enrico Benelli, università di Roma Tre); 25 giugno, “L’architettura: Case e palazzi” (Simonetta Stopponi, università di Perugia); 2 luglio, “L’architettura: Le tombe” (Alessandro Naso, università di Napoli Federico II); 9 luglio, “Politica e istituzioni: i magistrati e le città” (Daniele Federico Maras, direttore museo Archeologico nazionale di Firenze); 16 luglio, “La pittura: nuovi documenti e nuove interpretazioni” (Daniele Federico Maras, direttore museo Archeologico nazionale di Firenze); 23 luglio, “La religione: santuari, divinità e culti” (Laura Michetti, università di Roma La Sapienza); 30 luglio, “Le arti: botteghe “locali” e artigiani “venuti da fuori” (Stefano Bruni, università di Ferrara); 6 agosto, “…Ancora sull’origine degli Etruschi” (Vincenzo Bellelli, direttore parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia); 3 settembre, “Gli Etruschi e il Mediterraneo orientale” (Maurizio Sannibale, Musei Vaticani); 10 settembre, “Etruschi e Greci” (Maurizio Harari, università di Pavia); 17 settembre, “Gli Etruschi a Pompei e in Campania” (Luca Cerchiai, università di Salerno); 24 settembre, “Etruschi e Italici” (Gianluca Tagliamonte, università di Lecce); 1° ottobre, “Gli Etruschi nella valle del Po” (Elisabetta Govi, università di Bologna); 8 ottobre, “La fine degli Etruschi” (Jacopo Tabolli, università per Stranieri di Siena).
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del fascicolo XXXII del 2023 di “Ostraka. Rivista di Antichità”
Martedì 10 giugno 2025, alle 17, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del fascicolo XXXII del 2023 di “Ostraka. Rivista di Antichità” che accoglie i contributi delle giornate di studio in ricordo di Mariolina Cataldi Dini che si sono tenute a Roma e a Tarquinia dal 14 al 16 ottobre del 2021. Introduce Luana Toniolo, direttrice del Museo. Intervengono Fausto Zevi, Accademia nazionale dei Lincei; Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Ingresso gratuito in sala Fortuna fino ad esaurimento posti. Prenotazioni all’indirizzo mail: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it. Fondata nel 1992 con l’esplicita volontà di richiamarsi all’esperienza intellettuale e metodologica dei Dialoghi di Archeologia, storico periodico di archeologia inaugurato nel 1967, sin dal primo numero lo scopo dichiarato dei fondatori della rivista Ostraka è stato quello di sviluppare una «scienza globale», promuovendo un sapere interdisciplinare e inclusivo. Il periodo storico e l’area geografica considerati spaziano dalla protostoria al tardoantico, con un focus specifico sulle civiltà greca, etrusca e romana, senza trascurare le rilevanti interazioni con il Vicino Oriente. La rivista, pubblicata da Loffredo Editore (Napoli) dal 1992 al 2012, è edita dal 2013 da Edizioni ETS (Pisa).
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia il convegno “Le lamine di Pyrgi 60 anni dopo la scoperta: scavi ricerche e significato”: l’anniversario dell’evento viene ricordato con la testimonianza di chi ha presenziato alla celebre scoperta e con interventi sul suo significato
“Era l’8 luglio 1964 e mancava poco a mezzogiorno quando l’oro di tre lamine accuratamente ripiegate su se stesse brillò sotto i delicati colpi di piccone di Oreste Brandolini, il decano degli scavatori specializzati di Pyrgi”: comincia così il racconto di Maria Paola Guidobaldi, responsabile delle collezioni del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, che ricorda l’eccezionale scoperta – giusto 60 anni fa: 8 luglio 1964 – 8 luglio 2024 – delle tre lamine d’oro, avvolte sui chiodi usati per affiggerle nell’ambito degli scavi del santuario di Pyrgi, in un’area a lato del Tempio B. Martedì 9 luglio 2024, alle 16.30, nella sala della Fortuna del museo di Villa Giulia, la scoperta delle lamine d’oro di Pyrgi viene ricordato nel convegno “Le lamine di Pyrgi 60 anni dopo la scoperta: scavi ricerche e significato”. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it. Seguirà una visita guidata alla sezione dedicata a Pyrgi.

Scoperta delle lamine d’oro a Pyrgi: M. Pallottino, G. Colonna, E. Di Paolo e altri all’indomani dell’eccezionale rinvenimento (foto uni-sapienza)
“Sullo scavo, condotto in concessione alla cattedra di Etruscologia dell’università di Roma La Sapienza, e intrapreso nel 1957 per iniziativa di Massimo Pallottino come uno dei grandi scavi dell’Ateneo”, ricorda Maria Paola Guidobaldi, “erano presenti la dottoressa Falconi che si precipitò a darne notizia telefonica a Massimo Pallottino. La dottoressa Rallo e gli studenti Piero Guzzo e Maristella Pandolfini. Giovanni Colonna in ricognizione nella zona sopraggiunse immediatamente dopo. Quella scoperta epocale non solo ha permesso una migliore comprensione della lingua etrusca, ma ha fornito informazioni fondamentali sulla fondazione del tempio più antico del santuario monumentale di Pyrgi, quello indicato negli studi come Tempio B.

Le tre lamine d’oro di Pyrgi: due con iscrizione in etrusco, una in fenicio (foto uni-sapienza)
“Quelle preziose iscrizioni, due in lingua etrusca e una in fenicio, traduzione non letterale del testo etrusco più lungo”, spiega Guidobaldi, “ci dicono infatti che introno al 510 a.C. Thefarie Velianas, tiranno di Caere, re di Caere in fenicio, dedica quel luogo di culto per ringraziare una divinità femminile chiamata Uni in etrusco e Astarte in fenicio, per aver favorito tre anni prima la sua ascesa al potere. Quando nel III sec. a.C. il Tempio B fu demolito, le tre lamine furono accuratamente arrotolate su ste stesse e sepolte in un’area adiacente.
“Il programma decorativo del Tempio B, ricostruito sulla base della decorazione architettonica in terracotta dipinta”, sottolinea Guidobaldi, “appare incentrato sulla mitologia di Eracle, l’eroe coraggioso e indomito che con impareggiabile forza fisica aveva superato i limiti concessi all’uomo e che perciò, al termine delle sue imprese, con il favore degli dei, aveva potuto finalmente accedere all’Olimpo. La sua apoteosi diventa perciò simbolo dell’investitura divina del potere di Thefarie Velianas conquistato con il favore della dea Uni-Astarte, come appunto le lamine iscritte raccontano.

La vetrina della sala 13B del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia con le tre lamine d’oro di Pyrgi e i chiodi utilizzati per fissarle (foto etru)
“Le lamine sono esposte insieme ai chiodini con cui erano in origine affisse su uno stipite della porta del tempio in una sala del piano terra del museo di Villa Giulia”, conclude Guidobaldi, “precisamente nella sala 13B interamente dedicata al santuario di Pyrgi, lo scalo marittimo dell’antica Caere-Cerveteri, presso il castello di Santa Severa, autentica proiezione sul mare di questa importantissima città dell’Etruria meridionale e frequentato soprattutto da mercanti greci e fenici”.

Una recente campagna di scavo al santuario di Pyrgi condotta dall’università Sapienza di Roma fin dal 1957 (foto uni sapienza)
Convegno “Le lamine di Pyrgi 60 anni dopo la scoperta: scavi ricerche e significato”. Cosa veniva dedicato nel santuario? Chi era l’autore di una dedica così preziosa? Si poteva finalmente contare su una traduzione dell’etrusco attraverso il fenicio? Che ruolo avevano i Fenici in luogo sacro nei pressi di Cerveteri? Il 9 luglio 2024, alle 16.30, l’anniversario dell’evento viene ricordato con la testimonianza di chi ha presenziato alla celebre scoperta e con interventi sul suo significato. Introduce i lavori Luana Toniolo, direttrice del museo di Villa Giulia. Intervengono: Maristella Pandolfini su “Le lamine di Pyrgi. Ricordo della scoperta”; Vincenzo Bellelli su “Le lamine di Pyrgi e la storia di Thefarie Velianas alla luce di quarant’anni di archeologia urbana a Cerveteri”; Paolo Xella su “L’iscrizione fenicia di Pyrgi”; Daniele Federico Maras su “Il dono di Thefarie e la ricerca dell’immortalità”; Enrico Benelli su “Le lamine di Pyrgi e il contributo allo studio dell’etrusco”; Laura Michetti su “La Sapienza a Pyrgi 60 anni dopo la scoperta delle lamine: ricerche in corso e future prospettive”.
Roma. In Curia Iulia, in presenza e on line, presentazione del libro “Unbound from Rome” di John North Hopkins (New York University) che offre uno sguardo ampio sull’arte e l’architettura antiche nell’arco di quattro secoli
Lunedì 17 giugno 2024, alle 16.30, in Curia Iulia il parco archeologico del Colosseo propone la presentazione del libro “Unbound from Rome” di John North Hopkins. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Intervengono Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia; e Dominik Maschek, professore di Archeologia romana all’Universität Trier, Leibniz-Zentrum für Archäologie. Sarà presente l’autore. L’evento potrà essere seguito in presenza con prenotazione su eventbrite.it e sarà trasmesso in streaming sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosseo.

Copertina del libro libro “Unbound from Rome” di John North Hopkins (New York University)
Unbound from Rome. L’opera offre uno sguardo ampio sull’arte e l’architettura antiche nell’arco di quattro secoli, concentrandosi sulla diversità degli artisti e dei fruitori all’interno e all’esterno dei confini politici di Roma, in continua evoluzione. L’arte e l’architettura romana sono tipicamente intese come legate in qualche modo a un evento politico o come una serie di scelte ed esperienze estetiche. Superando l’etichetta fuorviante di “romano”, John North Hopkins si propone di districare i molti popoli le cui diverse culture e tradizioni hanno contribuito alla cultura visiva di Roma in un arco di tempo di quattrocento anni nel primo millennio a.C. Hopkins riconsidera attentamente alcune delle opere più iconiche del periodo attraverso le numerose pratiche e i popoli ad esse legati. Tra queste, lo straordinario e complesso sforzo per la costruzione del Tempio di Giove, le azioni creative e i diversi incontri legati a oggetti di lusso come la Cista dei Ficoroni, e gli importanti significati che la scultura sacra dei templi e le offerte votive assumevano attraverso la loro realizzazione e le successive pratiche di devozione. Uno degli scopi principali del volume è quello di mettere in discussione un’idea di Roma che si è concentrata sulla produzione d’élite e sulla documentazione testuale; Hopkins richiama invece l’attenzione sugli attori meno noti, e spesso taciuti, che ne erano invece parte integrante. Il risultato è una profonda comprensione di un mondo italico e mediterraneo diversificato e storicamente ricco, nonché della miriade di culture, comunità e individui che avrebbero fatto e vissuto l’arte all’interno e intorno ai mutevoli confini politici di Roma.

L’archeologo John Hopkins della New York University
John Hopkins è professore associato di Archeologia e Storia dell’arte dei popoli del Mediterraneo nel dipartimento di Storia dell’Arte e presso l’Institute of Fine Arts della New York University. È autore di The Genesis of Roman Architecture (2016, Yale), che ha vinto il Premio Spiro Kostof della Society of Architectural Historians, Unbound from Rome (2024, Yale), e curatore di Object Biographies: Collaborative Approaches to Ancient Mediterranean Art (2020, The Menil Collection e Yale UP) e Forgery Beyond Deceit: Fabrication, Value and the Desire for Ancient Rome (2023, Oxford). È attualmente co-direttore del Quirinal Project, una collaborazione tra la soprintendenza speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma, New York University e la University of Michigan e direttore dell’Antefixa Project, un progetto archeometrico in collaborazione con musei italiani per studiare i segni del manufatto di scultura architettonica nell’Italia Centrale.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”, curato da Alessandra Piergrossi, Andrea Babbi e Massimo Cultraro, supplemento n. 2 di “Mediterranea” di Ispc-Cnr
Un omaggio a colui che ha segnato un profondo rinnovamento negli studi sull’Etruria arcaica e nella lunga attività di ricerca al CNR, Filippo Delpino. Martedì 26 marzo 2024, alle 16.30, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, presentazione del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”, curato da Alessandra Piergrossi, Andrea Babbi e Massimo Cultraro, supplemento n. 2 di “Mediterranea. Studi e ricerche sul Mediterraneo antico”, periodico scientifico dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Introduce Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e direttore ad interim del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Presenta l’opera Giuseppe Sassatelli, etruscologo e professore emerito dell’università di Bologna. Intervengono i curatori del volume. L’ingresso nella sala della Fortuna è libero fino ad esaurimento posti. Per maggiori informazioni e prenotazioni: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it.

Copertina del libro “Tra protostoria e storia: l’Etruria nel cuore del Mediterraneo. Scritti in onore di Filippo Delpino per il suo 80mo compleanno”
Il volume raccoglie numerosi contributi con cui le autrici e gli autori hanno omaggiato il collega e amico Filippo Delpino, insigne studioso dell’Italia preromana. Tali scritti, incentrati sul Mediterraneo e l’Etruria tra protostoria e storia, sono stati suddivisi in sezioni tematiche che riecheggiano la vasta opera dello studioso: Etruria e Mediterraneo, Etruria e Lazio, Tra archivi e collezioni, Storia della disciplina archeologica. La ricchezza degli interessi di Filippo Delpino è riflessa nel volume a lui dedicato in occasione dei suoi 80 anni e pubblicato nella Rivista da lui diretta per lunghi anni. Dall’Etruria e il Lazio, affrontate sul piano dei costumi funerari e della vita degli abitati, della cultura materiale nella loro valenza iconografica, indagata nei molteplici aspetti come riflesso di usi e modelli identitari delle comunità, lo sguardo si è esteso a tutto il Mediterraneo; inoltre, anche la storia delle indagini archeologiche in Etruria, lo sviluppo e l’organizzazione a Roma della tutela delle antichità, la storia della museologia e del collezionismo, costituiscono altri temi considerati con cura. Tutto questo è testimoniato dal contenuto di questo volume che vede tra gli autori numerosi specialisti, tra cui molti allievi e moltissimi amici e colleghi che entusiasticamente hanno aderito, dimostrando stima, affetto e partecipazione per lo studioso e collega.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia presentazione del catalogo della mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo” a cura di Paola Desantis, Elisabetta Govi, Valentino Nizzo, Giuseppe Sassatelli, Tiziano Trocchi
Ci siamo. A meno di 20 giorni dalla chiusura della mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo” arriva il catalogo a cura di Paola Desantis, Elisabetta Govi, Valentino Nizzo, Giuseppe Sassatelli, Tiziano Trocchi (ARA, edizioni 2023). La mostra a Villa Giulia è la terza e ultima tappa delle celebrazioni per il centenario della scoperta di Spina e si concluderà il 7 aprile 2024. La presentazione del catalogo sarà un evento partecipato di coinvolgimento del pubblico e di ringraziamento per tutti coloro che a vario titolo hanno preso parte alla realizzazione di questo grande progetto. Appuntamento mercoledì 20 marzo 2024, alle 17.30, in sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Dopo i saluti istituzionali di Vincenzo Bellelli, museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, introduce Giuseppe Sassatelli, istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici. Presenta Luca Cerchiai, università di Salerno Saranno presenti i curatori. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Giuseppe Sassatelli, archeologo
Giuseppe Sassatelli è presidente dell’Istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici e professore emerito di Etruscologia e Antichità Italiche all’università di Bologna. La sua ricerca è stata dedicata principalmente all’Etruria padana in tutte le sue manifestazioni, dall’urbanistica alla scrittura, toccando la produzione artigianale e artistica e i rapporti culturali e commerciali con i popoli confinanti. Gran parte della sua attività scientifica è stata dedicata inoltre al tema della diffusione della scrittura in area padana e in Italia settentrionale, specie nelle sue fasi iniziali, ai risvolti di questo fenomeno sul piano storico, sociale e culturale, alla sua diffusione, per il tramite degli Etruschi, verso le altre popolazioni dell’Italia settentrionale. È membro di diversi comitati scientifici di riviste nazionali e internazionali. È autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche su Riviste e Volumi molto qualificati del settore.

Luca Cerchiai, archeologo
Luca Cerchiai è stato Ispettore archeologo nella soprintendenza di Salerno Avellino e Benevento, e direttore del museo Archeologico nazionale di Pontecagnano. Dal 1992 è professore di Etruscologia e Archeologia Italica all’università di Salerno, quindi preside della facoltà di Lettere e Filosofia, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici di Salerno e infine direttore del dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale. Dal 1990 è membro dell’Istituto di Studi Etruschi e Italici, in cui dal 2018 fa parte del Consiglio Direttivo. È autore di oltre 180 pubblicazioni: i principali campi di ricerca riguardano l’archeologia della Campania preromana e delle popolazioni indigene della Magna Grecia, la fenomenologia della città etrusca, l’iconografia etrusca, con particolare riguardo alla pittura tombale.
Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia incontro a partire dal libro edito da Carocci “I Fori imperiali” di Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenzani
Venerdì 23 febbraio 2024, alle 17, nella sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia l’incontro a partire dal volume edito da Carocci “I Fori imperiali” di Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenzani. Introduce Vincenzo Bellelli, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Dialogano con gli autori Carlo Pavolini, università della Tuscia, e Domenico Palombi, Sapienza università di Roma. Ingresso libero in sala fino a esaurimento posti. Per prenotazioni scrivere a presentazioni@carocci.it. Facendo ricorso alle più recenti acquisizioni degli scavi archeologici e degli studi, il volume presenta in maniera sintetica ma completa i Fori imperiali: oltre alla storia delle indagini del sito, si espongono le vicende legate alla trasformazione della sua immagine e del suo assetto urbanistico nel corso dei secoli, senza tralasciare il valore simbolico che talvolta fu attribuito ad alcuni dei complessi che vi si trovano. Particolare attenzione è riservata allo stato attuale dell’area, alla sua accessibilità e all’offerta rivolta ai visitatori in termini di fruibilità. Roberto Meneghini è stato funzionario archeologo alla sovrintendenza capitolina ai Beni culturali di Roma Capitale. Riccardo Santangeli Valenzani è professore ordinario di Archeologia medievale e di Archeologia urbana di Roma all’università Roma Tre.
San Valentino all’Etru di Villa Giulia: “Vita di coppia tra Oriente e Occidente. Incontro con la cultura” per scoprire il profilo degli innamorati nel mondo antico
San Valentino al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia con un incontro dedicato all’amore di coppia e alla vita familiare tra Oriente e Occidente. Appuntamento mercoledì 14 febbraio 2024, alle 17, nella sala della Fortuna, con “Vita di coppia tra Oriente e Occidente. Incontro con la cultura” per tracciare il profilo degli innamorati del mondo antico e scoprire curiosità e differenze fra Oriente e Occidente. Tradizioni, abitudini quotidiane e rituali d’amore ci raccontano l’intreccio dei legami affettivi fra gli uomini e le donne dell’Antichità. Intervengono Vincenzo Bellelli, direttore ad interim del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia; Lucia Mori, Sapienza università di Roma. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per info e prenotazioni: mn-etru.didattica@cultura.gov.it. Iniziativa a cura dei Servizi Educativi del Museo. Al termine dell’incontro visita al Sarcofago degli Sposi, emblema dell’amore eterno, accompagnati da Vittoria Lecce e Romina Laurito.

Lucia Mori (Sapienza università Roma)
Lucia Mori è professore associato di Storia del Vicino Oriente antico e membro della scuola di Dottorato in filologia e storia del mondo antico dell’università Sapienza di Roma. Ha coordinato progetti di ricerca nel Vicino Oriente antico. Ha partecipato, inoltre, a numerose missioni archeologiche nel Sahara libico, in Siria e attualmente in Turchia, nel sito di Arslantepe, entrato nella lista dei siti patrimonio dell’umanità Unesco dal 2021.
Firenze. Al museo Archeologico nazionale per la rassegna “Incontri al museo” conferenza di Vincenzo Bellelli su “Nel mondo dipinto degli Etruschi: le tombe di Tarquinia”
Per la decima edizione della rassegna “Incontri al museo”, giovedì 16 febbraio 2023, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Firenze, Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, presenta “Nel mondo dipinto degli Etruschi: le tombe di Tarquinia”. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

L’interno della Tomba dei Leopardi nella necropoli di Monterozzi a Tarquinia (foto drm-toscana)

L’archeologo Vincenzo Bellelli, direttore del parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia
Allievo del grande etruscologo Mauro Cristofani, Vincenzo Bellelli è archeologo classico specializzato in etruscologia, con una vasta esperienza professionale maturata nel campo della ricerca, della didattica universitaria e della valorizzazione. I suoi principali filoni di ricerca sono l’archeologia del sacro, la storia e l’archeologia della città etrusca di Cerveteri, la cultura materiale etrusco-italica, i contatti fra mondo greco e mondo etrusco. Vincenzo Bellelli è inoltre direttore della rivista di antichistica del Cnr “Mediterranea”. Ricchissima la sua produzione scientifica, in gran parte dedicata alla civiltà etrusca. Il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia comprende la necropoli della Banditaccia (Cerveteri), la più estesa dell’area mediterranea, iscritta nel 2004 dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità insieme alla necropoli di Monterozzi (Tarquinia), famosa per le sue straordinarie tombe dipinte. Il nuovo istituto autonomo comprende inoltre due importanti musei nazionali, il museo Cerite e il museo Archeologico di Tarquinia. Entrambi conservano oggetti molto importanti, come il celebre altorilievo fittile dei cavalli alati provenienti dagli scavi dell’Ara della Regina di Tarquinia e il celeberrimo cratere di Eufronio.


Oltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi si riuniscono il 26 e il 27 febbraio 2024 a Roma, al ministero della Cultura, al Collegio Romano, per il convegno organizzato dalla direzione generale Musei “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”. Nel corso delle due giornate verranno illustrati e discussi circa 40 progetti, studiati per realizzare ex novo o per rinnovare gli allestimenti di altrettanti musei e parchi archeologici nazionali di tutta Italia. I lavori si concluderanno con una tavola rotonda, coordinata da alcune tra le personalità attualmente più competenti per animare il dibattito intorno all’intreccio tra ricerca, comunicazione e musei. Diretta sul canale YouTube del Ministero della Cultura ai seguenti link: 26 febbraio 




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