Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica

Ricostruzione di un’abitazione di Spina (foto università di zurigo)

Le Valli di Comacchio che conservano le tracce dell’antica città etrusca di Spina (foto http://www.rivadelpo.it)
“L’impresa archeologica più importante nell’ambito dell’Italia settentrionale preromana”: così Nereo Alfieri, primo direttore del museo Archeologico di Ferrara, chiosò nel 1960 l’epica vicenda degli scavi di Spina, che andavano allora chiudendosi dopo una stagione assai intensa di scoperte e ritrovamenti, campagne di scavo e trafugamenti, clamore mediatico e partecipazione popolare. Nella tarda primavera del 1922, durante le bonifiche dei bacini lagunari attorno a Comacchio, tra operai al lavoro e trincee colme di acque di risalita, riemerse dall’oblio la ricca città portuale degli Etruschi fondata in prossimità del delta del Po alla fine del sesto secolo a.C., sommersa per secoli dalle acque dolci e dal fango e perduta alla conoscenza diretta degli uomini. Solo le fonti antiche e i poeti (Boccaccio e Carducci, per fare qualche nome) ne conservarono memoria fino a cento anni fa.

Locandina della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023

Presentazione della mostra “Spina etrusca”: da sinistra, Massimo Osanna, Vittorio Sgarbi e Giorgio Cozzolino (foto drm-emilia-romagna)
Dopo un secolo dall’impresa archeologica, il museo Archeologico nazionale di Ferrara, diretto da Tiziano Trocchi, nato per Spina e inaugurato nel 1935, intende celebrare questa ricorrenza con una mostra ospitata nei saloni di Palazzo Costabili, che – inaugurata il 22 dicembre 2022 – rimarrà aperta al pubblico fino al 23 aprile 2023: “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” (nel video, la presentazione ufficiale con Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura; Giorgio Cozzolino, direttore regionale Musei Emilia-Romagna; Massimo Osanna, direttore generale Musei; Monica Miari, soprintendente ABAP-BO reggente; Cristina Ambrosini, responsabile Cultura della Regione Emilia-Romagna; Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara; Giuseppe Sassatelli, presidente dell’istituto nazionale di Studi etruschi ed italici e presidente del comitato scientifico della mostra). La mostra racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica, porto dalla strategia aggressiva a controllo delle rotte verso occidente. La mostra rappresenta il culmine delle iniziative per le celebrazioni del centenario, coordinate dalla direzione generale Musei in stretta collaborazione con la direzione regionale Musei Emilia-Romagna e il museo Archeologico nazionale di Ferrara, d’intesa con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, con la partecipazione di Regione Emilia-Romagna, delle amministrazioni comunali di Ferrara e Comacchio e delle università di Ferrara, Bologna e Zurigo.

Allestimento della mostra “Spina etrusca” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
L’allestimento sceglie di affidarsi in modo consistente al linguaggio delle tecnologie di ricostruzione dei paesaggi e dei contesti antichi per dare vita a una narrazione di forte suggestione. Al di là dell’indubbio splendore materico dei reperti esposti – con importanti prestiti dai principali musei archeologici italiani e prestigiosi materiali provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York, alla cui presenza in mostra ha contribuito anche la Regione Emilia-Romagna -, la mostra intende suggerire ai visitatori il significato del grande porto di Spina per gli Etruschi del V secolo a.C. e per i cittadini “mediterranei” del 2022.

Ceramiche esposte nella mostra “Spina etrusca: un grande porto del Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
Col tragitto per mare dal Pireo fino al delta del Po, su imbarcazioni percorse da marinai, cariche di contenitori di vino e profumi, ricche di raffigurazioni mitiche ben note agli Etruschi, comincia il percorso espositivo, accompagnato dalle narrazioni mitologiche che ambientavano qui, alla foce dell’Eridano (antico nome del fiume Po), le tristi vicende di Fetonte e di Icaro, degli eroi greci civilizzatori per antonomasia, Diomede ed Eracle. Il profilo di Spina, per chi vi approdava dal mare, si mostrava coi dossi e le depressioni delle sue necropoli, ancora evocati nella rappresentazione delle carte geografiche del Salone d’Onore del museo, e dichiarava nelle scelte del rituale funebre la complessità della comunità che vi abitava.

Corredi dalla necropoli di Spina (foto drm-emilia-romagna)

Bronzetto esposto nella mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
Gli spineti si facevano seppellire con ricchi corredi di materiali ceramici e bronzei di provenienza eterogenea, che evocavano analoghe scelte nel rituale condivise con le élites aristocratiche degli altri grandi centri etruschi della Penisola. È una rete complessa di echi, di rimandi, somiglianze ed evocazioni quelle che si dipana tra gli oggetti delle tombe da Spina e da Pisa, Adria o Cerveteri. Ma la vita quotidiana degli spineti si muoveva tra l’abitato, con le sue costanti esigenze di manutenzione e adattamento all’ambiente lagunare, e il porto, fulcro dell’attività commerciale ed economica della città e dei suoi dintorni. Mercanti, anfore e marinai, rumori di sartie e di magazzini, prezzi e contrattazioni in più lingue. Anche testimonianze di culto, per pregare e ringraziare di un viaggio pericoloso giunto a destinazione. Il richiamo all’attualità, evocata con discrezione per associazione di funzioni e significati, senza mai sottintendere confronti impossibili, invita il visitatore a immaginare la storia “organica” che sfugge ai metodi di ricerca della disciplina archeologica: gli uomini, i rumori, gli odori che dovevano seguire il percorso dei bellissimi capolavori di ceramica attica oggi esposti in museo. Due mari, Tirreno e Adriatico, due porti, e lo stesso privilegio: come ci tramandano Dionigi e Strabone, entrambe le città etrusche di Spina e Pyrgi (Cerveteri), a cui la mostra dedica un’intera sezione, ebbero l’onore di costruire un donario nel santuario panellenico di Delfi.

Preziose ceramiche a figure rosse dagli scavi di Spina (foto drm-emilia-romagna)
L’incredibile mobilità che connota la comunità spinete si riflette nella pluralità delle provenienze degli oggetti delle necropoli e nella molteplicità culturale ed etnica della compagine cittadina, frequentata da persone che parlavano e scrivevano in lingue differenti. La mostra non trascura di raccontare anche di una mobilità più recente, che testimonia i fenomeni di dispersione del patrimonio emerso dalle valli di Spina in diversi musei italiani e stranieri. Il prestigioso prestito dei vasi del Metropolitan Museum of Art di New York si fa portavoce di questo racconto e porta luce sulla presenza internazionale di Spina in numerose esposizioni museali. Il viaggio per mare dalle coste della Grecia si conclude con un percorso che termina a Ferrara, nel momento della scoperta della necropoli di Valle Trebba e nella conseguente decisione di dar vita al Regio Museo di Spina, oggi Museo archeologico nazionale di Ferrara. La mostra che celebra a Ferrara il centenario della scoperta di Spina segue dopo quasi vent’anni l’ultima grande esposizione dedicata alla città etrusca e vuole narrare il volto di un centro nodale nei traffici mediterranei e adriatici di età classica.

Hydria etrusca a figure nere del Pittore del Vaticano 238 dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto drm-emilia-romagna)
Nella seconda metà del 2023 la mostra “Spina etrusca” sarà ospitata dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ultima tappa del suo viaggio. “Un grande motivo di orgoglio”, commenta il direttore Valentino Nizzo, “di cui dobbiamo ringraziare la direzione regionale musei dell’Emilia Romagna e la Direzione generale Musei del MiC. Cercheremo di onorare adeguatamente l’impegno rendendo omaggio a Spina e a ciò che rappresenta nell’archeologia, nell’arte, nella storia e nel mito”.
Ferrara. Nel centenario della scoperta di Spina e nel 150.mo della pubblicazione del CIL, incontro di studio “Il delta antico del Po: processi geo-ambientali e dinamiche insediative”
“Il delta antico del Po: processi geo-ambientali e dinamiche insediative”: incontro di studio organizzato da Società Dante Alighieri – Comitato di Ferrara Aps, in collaborazione con Centro internazionale di studi sulla storia e l’archeologia dell’Adriatico e università di Ferrara, in occasione del centenario della scoperta del sepolcreto di Spina di Valle Trebba e del centocinquantesimo anniversario della pubblicazione del volume del Corpus inscriptionum Latinarum dedicato all’epigrafia dell’Italia settentrionale, siamo lieti di presentare, nell’ambito delle Seconde Giornate Internazionali di Studi “Ambiente e società antica. Temi e problemi di geografia storica padano-adriatica”. Appuntamento il 9 e 10 dicembre 2022, dalle 9 alle 18.30, in sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea, in via delle Scienze 17 a Ferrara. Partecipazione libera senza necessità di prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Venerdì 9 dicembre 2022, dalle 9 alle 18.30. SESSIONE DI APERTURA. Alle 9, saluti istituzionali: Roberto Perna, Francis Tassaux, in rappresentanza del Centro internazionale di studi sulla storia e l’archeologia dell’Adriatico, e Franco Cazzola, in rappresentanza della Deputazione provinciale ferrarese di Storia patria. Introduzione ai lavori: Alberto Andreoli su “Angela Donati e Giovanni Uggeri, due protagonisti della ricerca sull’antico delta padano”; Silvia Patitucci Uggeri, Giovanni Uggeri su “Spina tra Greci ed Etruschi, 1. Le ceramiche di produzione locale, Galatina (Le)”, Mario Congedo Editore, 2022, 468 pp. (intervento di Stella Patitucci). SESSIONE TEMATICA: “Il delta antico del Po: processi geo-ambientali e dinamiche insediative”. Alessandro Bondesan su “Cartografia numerica e moderni strumenti di rilevazione per un territorio in continuo cambiamento”; Claudio Balista, Marco Bruni su “Nuove ipotesi di lettura geo-archeologica del territorio deltizio padano tra l’età del Ferro e l’età romana, con particolare riferimento all’areale spinetico”; Stefano Cremonini su “Ficarolo: dati e riflessioni sull’area della rotta avulsiva del Po e l’attuale direttrice di flusso”. Alle 11.15, pausa. Marco Marchesini, Silvia Marvelli su “L’evoluzione del paesaggio vegetale nel delta del Po antico”; Ursula Thun Hohenstein su “Economia e ambiente nell’Età del Bronzo nella pianura veneta sud-occidentale: il contributo dell’archeozoologia”; Paolo Bellintani, Andrea Cardarelli, Michele Cupitò, Wieke De Neef, Cristiano Nicosia, Vincenzo Tiné su “La Protostoria del Medio Polesine (Campestrin, Frattesina, Villamarzana). Stato dell’arte e nuove ricerche”. Alle 13.30-15, pranzo. Maurizio Harari su “Presenze greche ed etrusche nel Delta e storia dell’ambiente: qualche punto fermo cronologico”; Giovanna Gambacurta, Silvia Paltineri, in collaborazione con C. Balista, R. Deiana, C. Nicosia, N. Martinelli su “Progetto San Basilio di Ariano nel Polesine. Primi risultati dalle ricerche 2019-2022”; Alberta Facchi, Maria Cristina Vallicelli, Federica Wiel Marin su “Adria etrusca tra idrografia e topografia: un aggiornamento”. Alle 16.40, pausa. Caterina Cornelio, Luigi Malnati, Lorenzo Zamboni su “L’individuazione e lo studio dell’abitato di Spina tra ricerca e tutela. Un bilancio e prospettive per il futuro”; Sara Campagnari, Claudio Negrelli su “Katà potamòn. Un arsenale navale sulla via per Spina”. Discussione.
Sabato 10 dicembre 2022, dalle 9 alle 12.30. SESSIONE TEMATICA: “Il delta antico del Po: processi geo-ambientali e dinamiche insediative”. Fede Berti, Mario Cesarano, Serena Querzoli su “Risalendo il Padovetere: questioni aperte e nuovi ritrovamenti”; Flavia Amato, Marco Bruni, Chiara Guarnieri su “La terra tra i fiumi: il comprensorio copparese in età antica”; Giovanna Montevecchi su “Ravenna. Spunti per una geografia del territorio antico”; Mauro Calzolari su “Nel retroterra del delta padano: l’Oltrepò Mantovano e la Bassa Modenese in età romana”. Alle 11.20, pausa. SESSIONE TEMATICA: “Epigrafia e geografia storica” (in ricordo di Angela Donati). Andrea Gaucci su “L’epigrafia etrusca nel quadro del popolamento e dei contesti di area padana”; Alberto Andreoli su “Il contributo dell’epigrafia allo studio della geografia storica dell’antico delta padano a centocinquant’anni dalla pubblicazione del quinto volume del CIL”. Discussione e conclusioni. Alle 13, pausa pranzo. Visita del museo Archeologico nazionale e del civico Lapidario di Ferrara.
Vicenza. Convegno “Dialoghi intorno alla donna, tra passato e presente” promosso dal Gruppo Archeologico C.R.T.: sabato al teatro Astra confronto tra esperti, domenica al museo Archeologico Naturalistico inaugurazione dell’esposizione permanente della Potnia theron
Due giorni a Vicenza per il convegno “Dialoghi intorno alla donna, tra passato e presente” organizzato per il 26 e il 27 novembre 2022 dal Gruppo Archeologico C.R.T. di Vicenza. Sabato 26 convegno al teatro Astra in contra’ Barche 55 e domenica 27 presentazione e inaugurazione dell’esposizione permanente della Potnia theron al museo Naturalistico Archeologico in contra’ Santa Barbara 4. L’ingesso è gratuito, ma con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti, che sono limitati, soprattutto quelli di domenica mattina al museo Naturalistico Archeologico. Le prenotazioni possono essere fatte via email all’indirizzo: gruppoarcheologico.crt@gmail.com, oppure inviando un messaggio al numero 3515409028, indicando, in entrambi i casi, i nomi delle persone per le quali si prenota e il giorno di interesse (sabato, domenica, entrambi).
Sabato 26 al Teatro Astra, inizio alle 9. Dopo i saluti, intervengono: Federica Fontana (università di Ferrara) e Annaluisa Pedrotti (università di Trento) su “Donne sciamane e contadine. La figura femminile nella preistoria”; Alessia Fassone (museo Egizio di Torino) su “Donne d’Egitto, belle e influenti”. Dopo la pausa caffè, Valentino Nizzo (museo nazionale Etrusco di Villa Giulia) su “Donne etrusche: fascino millenario tra mito, archeologia e storia”. Intermezzo dell’attrice Martina Pittarello (Ardea) con letture di brani tratti dalle fonti greche. Quindi Flavia Frisone (università del Salento) su “Sapere da donne, sapere di donne nel mondo greco”. Nel pomeriggio, alle 14.30, apre l’attore Edoardo Billato con letture di brani tratti dalle fonti latine. Quindi Francesca Ghedini (università di Padova) su “Una donna di potere: Giulia Domna”; Luisa Consolaro (psichiatra, psicoterapeuta) su “La mutata condizione femminile: riflessi psicologici e sociali”; Myriam Guglielmo (violinista della Società del Quartetto) esegue Romance Opera 23 di Mrs H.H.A. Beach “Il femminile della musica classica americana”. Quindi Vita Scifo (sindacato Polizia di Stato) su “La donna nel cambiamento del suo ruolo e la consapevolezza delle difficoltà”. Chiude Benedetta Colasanto (percussionista della Società del Quartetto) per “Ritmo è percussione, è vita, è donna” esegue “To the Gods of Rhythm” di N.J. Zivkavich (steel drum e metalli – body percussion e voce che recita la poesia “Sorridi donna” di Alda Merini).
Domenica 27 novembre l’evento “Dialoghi intorno alla donna, tra passato e presente” si trasferisce al museo Naturalistico e Archeologico, per la presentazione e l’inaugurazione dell’esposizione permanente della Potnia theron al museo Naturalistico Archeologico. Alle 10, dopo il saluto delle autorità, intervengono Giulia Pelucchini (Sabap Vr-Vi-Ro) e Viviana Frisone (museo Archeologico Naturalistico Vicenza) su “La Potnia Theron, un reperto restituito alla comunità”; la coreografa Giovanna Donnagemma (Quadrivium Danza) con “Danza sacra / rituale per la dea”; Antonio Di Lorenzo (giornalista) su “Maria Teresa Fortuna: archeologa straordinaria (e sfortunata)”. Chiude la due giorni la visita alla nuova esposizione della Potnia Theron.
Bologna. Al via “…Comunicare l’archeologia…” (quarto trimestre), il ciclo di incontri del Gruppo archeologico bolognese con focus sulla Grecia macedone, l’uomo del Paleolitico, e il riutilizzo dei materiali romani
“…Comunicare l’archeologia…”: al via il ciclo di incontri per il quarto trimestre 2022 proposto dal Gruppo archeologico bolognese al martedì, alle 21, in presenza al Centro Sociale G. Costa in via Azzo Gardino 48 a Bologna. Tuttavia, a causa del permanere del rischio di contagio da sars-cov-2, gli incontri si faranno applicando il criterio di sicurezza fondamentale, e cioè l’uso della mascherina tipo FFP2 per tutta la durata dell’incontro. Il Gabo richiede di non presentarsi alle conferenze con una temperatura corporea superiore a 37.5 gradi e se risultati positivi al tampone anche se asintomatici. Tutto questo salvo imprevedibili maggiori restrizioni richieste da eventuale peggioramento della situazione pandemica.

Alessandro Magno: dettaglio del grande mosaico della battaglia di Isso, proveniente da Pompei e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Si inizia martedì 18 ottobre 2022, con la conferenza “Nella Grecia macedone sulle orme di Alessandro Magno. Racconto di viaggio con il Gruppo Archeologico Bolognese” (Prima parte) tenuta dall’archeologa e travel designer Silvia Romagnoli che racconta lo splendido viaggio attraverso una civiltà di grande fascino realizzato da Insolita Itinera e accompagnato dalla stessa Silvia Romagnoli, tenutosi a giugno 2022, in collaborazione con il Gruppo Archeologico Bolognese. La Grecia conobbe in epoca antica momenti di assoluta gloria, dalla fioritura delle arti nel periodo classico al regno di Macedonia, il cui più celebre sovrano, Alessandro Magno, conquistò giovanissimo i territori remoti e inesplorati dell’Asia centrale. Il territorio della Macedonia custodisce i più affascinanti siti archeologici dell’antico Impero macedone, tra cui città fortificate, artefatti d’oro, e tombe monumentali dei sovrani. E poi lo splendore delle chiese bizantine di Salonicco, i cui mosaici, patrimonio dell’umanità UNESCO, sono tra le più alte testimonianze dell’arte cristiana sotto l’Impero Romano d’Oriente. Sopravvivono castelli e fortificazioni sul mare che sono oggi parte integrante del paesaggio e dell’anima dei borghi della Grecia del Nord. La Grecia continentale è anche spiritualità e contemplazione, come mostra il complesso monastico della Meteora, eretto in un paesaggio impervio quanto mozzafiato con inenarrabili sforzi e ora autentico spettacolo di umana tenacia. Denso di sacralità è anche il territorio autonomo di Monte Athos, una montagna sporgente sul mare della Penisola Calcidica. La seconda parte si terrà il 25 ottobre 2022.

L’ingresso della grotta di Fumane, uno dei massimi siti preistorici in Europa (foto unife)
Martedì 15 novembre 2022, conferenza “Come eravamo. L’Italia nel Paleolitico” con il prof. Marco Peresani dell’università di Ferrara che parlerà della Grotta di Fumane a Verona, uno dei maggiori siti archeologici preistorici d’Europa con ricche testimonianze che rappresentano un eccezionale documento delle frequentazioni dell’Uomo di Neanderthal e dei primi Uomini Moderni.

Howard Carter e il faraone Tutankhamon “coinvolti” nelle interviste impossibili del Gabo
Martedì 29 novembre 2022, nel centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon da parte di Howard Carter il 29 novembre 1922 il Gruppo Archeologico Bolognese e la compagnia Ten Teatro Costarena presentano: “Intervista impossibile a Tutankhamon” di Giorgio Manganelli, e “Intervista impossibile a Howard Carter” di Giuseppe Mantovani. Introduzione a cura dell’archeologa Daniela Ferrari.

Un capitello romano riutilizzato a Bologna in epoca medievale (foto gabo)
Martedì 13 dicembre 2022, conferenza ” Spolia bononensia. Il riutilizzo del materiale architettonico di età romana nel centro storico di Bologna” con Claudio Calastri, archeologo, classicista, dirigente di Ante Quem per servizi in campo archeologico e casa editrice dedicata all’archeologia.
Taranto. L’Uomo di Neanderthal ha frequentato la Grotta Sant’Angelo a Lizzano: è stato accertato dalle indagini preliminari condotte dall’università di Ferrara

Indagini archeologiche condotte dall’università di Ferrara nella Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto (foto unife)
L’Uomo di Neanderthal ha frequentato la Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto. È stato accertato dalle indagini archeologiche preliminari condotte ad inizio aprile 2022 dall’università di Ferrara su concessione del ministero della Cultura, che hanno permesso di indagare quasi due metri di stratigrafia archeologica, esponendo diversi livelli di frequentazione preistorica della cavità. La grotta, situata all’estremità sudorientale della Murgia tarantina a circa 2 km a Nord-Ovest del paese di Lizzano, si apre verso Sud-Est a 78 metri sul livello del mare e si sviluppa per circa 92 metri. L’apertura esterna è caratterizzata da un largo portale a cui si accede dopo alcuni metri in declivio; dopo uno stretto corridoio ed un’apertura sulla volta, si entra in un grande ambiente caratterizzato dalla presenza di affreschi, tra i quali si riconosce una Madonna con bambino. Sporadiche ricerche speleologiche ed archeologiche, a partire dagli anni 70 del secolo scorso, hanno segnalato la presenza, all’interno, di frammenti fittili protostorici e rari manufatti litici, oltre che di numerose ossa caratterizzate da uno stadio piuttosto avanzato di fossilizzazione.

Stratificazione archeologica nella Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto (foto unife)
Gli scavi condotti dall’università di Ferrara hanno dapprima intercettato alcune strutture databili al Neolitico finale grazie ai resti ceramici (Cultura di Diana-Bellavista), caratterizzate dalla presenza di concentrazioni di cariossidi carbonizzate di graminacee, che assieme a carboni e ad un piano in concotto attestano l’accensione di fuochi in quelle che erano probabilmente fosse di cottura o di stoccaggio. Le strutture neolitiche sono scavate nel sottostante deposito di età Pleistocenica, disseminato da ossa di grandi erbivori che recano chiare fratture di origine antropica.

Industria litica riferibile all’Uomo di Neanderthal trovata nella Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto (foto unife)
Gli scavi hanno raggiunto, a poco meno di due metri di profondità dall’attuale piano di calpestio della grotta, un livello chiaramente frequentato dall’uomo di Neanderthal, dove i resti delle sue prede si ritrovano numerosi assieme a strumenti litici di fattura Musteriana, quali raschiatoi, punte Musteriane e limaces. Da un’analisi preliminare dei materiali l’industria può essere associata ai tecno-complessi culturali Levallois e Quina, segnalati nel Paleolitico Medio della Puglia e dell’alto versante adriatico, e inquadrabili in una fase antica almeno 50 o 60mila anni. L’estensione dell’area scavata e ulteriori analisi del contesto geomorfologico e cronologico saranno l’obiettivo principale delle prossime campagne di ricerca ad opera della Sezione di Scienze preistoriche e antropologiche Dipartimento di Studi umanistici dell’università di Ferrara (direzione Davide Delpiano e Marco Peresani).
Ferrara. Al via la tre giorni della XXVII edizione del Salone Internazionale del Restauro a Ferrara Fiere: oltre 100 espositori e circa 140 convegni. Ecco il programma di massima
Al via domani 8 giugno 2022 la XXVII edizione del Salone Internazionale del Restauro a Ferrara Fiere, la prima e più importante manifestazione nel panorama fieristico internazionale dedicata all’Economia, Conservazione, Tecnologie e Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali. Dall’8 al 10 giugno 2022 sarà una tre giorni a ingresso gratuito (con registrazione obbligatoria) di scambio e crescita di un settore imprescindibile per lo sviluppo economico e culturale italiano che guarda al futuro, con un palinsesto imperdibile di stand espositivi, momenti congressuali, eventi, mostre, incontri b2b con operatori esteri. “Il Salone del Restauro è una fiera internazionale e raccoglie le migliori eccellenze del settore”, ha affermato Andrea Moretti, presidente di Ferrara Fiere Congressi, alla presentazione di Restauro 2022. “È un punto di riferimento importante non solo per la città di Ferrara ma per tutto il comparto dei beni culturali e ambientali. La fiera, con oltre 100 espositori e circa 140 convegni, diventa un luogo di incontro e di confronto”. E Paolo Calvano, assessore al Bilancio, Personale, Patrimonio e Riordino istituzionale della Regione Emilia-Romagna: “I temi approfonditi nel Salone Internazionale del Restauro di Ferrara sono di grande rilevanza anche rispetto alla fase straordinaria che stiamo vivendo nel nostro Paese: il tema del restauro è una tematica che attraversa in modo diretto e indiretto i fondi del PNRR”. Ha aggiunto Alessandro Bozzetti, presidente di Assorestauro: “Tutti i soci di Assorestauro hanno visto da sempre nel Salone un momento di confronto. Anche quest’anno la Restoration Week farà tappa al Salone del Restauro di Ferrara per due giornate ricche di dibattiti, incontri e convegni, per fare il punto sul restauro italiano”. A concludere gli interventi Alessandro Ippoliti, presidente del Comitato Tecnico-Scientifico del Salone Internazionale del Restauro: “Il Comitato Tecnico-Scientifico del Salone Internazionale del Restauro – formato da studiosi, professionisti del settore e personalità di altissimo profilo – ha due finalità specifiche: la prima è quella di individuare dei temi di assoluta attualità da approfondire attraverso dei convegni; il secondo obiettivo è quello di cercare di alimentare ancora di più la collaborazione con alcune realtà chiave come ad esempio l’Università, il Ministero della Cultura, le imprese, i professionisti e il Comune di Ferrara”.

Oltre 100 espositori al Salone internazionale del Restauro 2022 di Ferrara (foto Restauro 2022)
Gli espositori. Sono oltre 100 i prestigiosi espositori presenti al Salone del Restauro 2022 tra realtà istituzionali e aziende leader a livello nazionale ed internazionale provenienti da diversi settori. Confermata anche per il 2022 la prestigiosa presenza del MIC – Ministero della Cultura che porterà al suo stand l’esperienza e le novità di Direzioni, Istituti, Musei, Parchi e Segretariati Regionali, oltre che un ricco programma di workshop e convegni. Tra le istituzioni presenti: la Regione Emilia-Romagna, INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, il Comune di Ferrara, Camera di Commercio di Ferrara, il museo Archeologico nazionale di Napoli, il Segretariato Regionale MIC della Calabria, il Museo della Zecca di Roma, GBC – Green Building Council Italia e ENEA. Espositori ma anche sponsor dell’evento, saranno: Agosti Nobilium Thermapanel azienda specializzata nella realizzazione di pannelli isolanti naturali traspiranti ed incombustibili, ed Enel X la società del Gruppo Enel e fornitore di prodotti e servizi innovativi al servizio della trasformazione energetica.

Restoration week 2022: incontri b2b di networking (foto Restauro 2022)
Restoration week 2022. Anche per questa edizione il Salone Internazionale del Restauro ospita il Progetto “RESTAURO MADE IN ITALY” e una tappa della Restoration Week 2022 in collaborazione con Assorestauro, il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ed Agenzia-ICE, per la promozione e la valorizzazione del restauro italiano nel mondo. Presenti in fiera 58 delegati internazionali provenienti da 13 Paesi (Albania – Arabia Saudita – Azerbaijan – Bosnia Erzegovina – Croazia – Cuba – Giordania – Iran – Israele – Libano – Stati Uniti – Turchia – Uzbekistan) che avranno la possibilità di interagire con gli espositori presenti in manifestazione per lo svolgimento degli incontri b2b di networking.

Al Salone internazionale del Restauro 2022 mostra fotografica del Progetto Arte Poli (foto Restauro 2022)
Le mostre. Ad arricchire la proposta espositiva ci saranno due mostre allestite negli spazi di Ferrara Fiere durante le tre giornate del Salone Internazionale del Restauro: l’esperienza del CNVVF a supporto della tutela dei beni culturali e dell’ambiente: in esposizione le immagini di alcuni interventi realizzati dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in occasione dell’emergenza sisma in Emilia-Romagna, finalizzati a mettere in salvo o preservare edifici e beni storico-artistici. In mostra anche casi di buone pratiche di collaborazione con altri Enti e Istituzioni, per il ripristino della fruizione delle opere. Mostra realizzata in collaborazione con il dipartimento di Architettura dell’università di Ferrara. Selezione fotografica di alcuni degli interventi di restauro a cura di Progetto Arte Poli: il progetto è uno studio ispirato alle botteghe rinascimentali, dove ancora oggi come in passato, diverse tecniche convivono e si intrecciano per la creazione di opere uniche. Lo studio crea una serie di opere d’arte come vetrate artistiche, arte del mosaico, affreschi, sculture e restauri in ferro battuto. Ogni opera d’arte è il risultato di un abile maestro artigiano, artista, designer o tecnico.

Al Salone internazionale del Restauro 2022 in programma circa 140 convegni (foto Restauro 2022)
I convegni di restauro 2022. Durante la tre giorni del Salone sarà proposto un ricco programma di convegni rivolto al pubblico e agli addetti ai lavori: un’occasione per valorizzare il settore della Cultura, che rappresenta una componente imprescindibile del nostro Paese in grado di rilanciare le basi l’economia italiana, e per guardare al futuro del comparto, tra novità e attualità. Alcune delle proposte sono di seguito rappresentate.

Tecnici restauratori all’opera (foto Haltadefinizione)
Mercoledì 8 giugno 2022. Ore 9.30-14, Sala Oceania. “La tutela dei beni culturali e dell’ambiente: dagli interventi in emergenza alla prevenzione del rischio” a cura della direzione regionale dei Vigili del Fuoco dell’Emilia-Romagna e del dipartimento di Architettura dell’università di Ferrara; in collaborazione con Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dipartimento di Architettura dell’università di Ferrara, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, ICOM Italia, Restauro. Salone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali. Ore 9.30-14.30, Sala Ministero della Cultura. “Ducato Estense: dagli interventi di restauro alla realizzazione di un brand culturale” a cura del Segretariato regionale del MiC per l’Emilia-Romagna in collaborazione con il Segretariato regionale del MiC per la Toscana. Ore 11-13.30, Sala America. “PNRR e Beni culturali” a cura del GBC – Green Buildin Council Italia e di Assorestauro. Ore 11-13.30, Sala Europa. “Salute e sicurezza degli operatori nelle attività di restauro” a cura di INAIL. Ore 11.15-13.15, Area Workshop Paese. Presentazione settore “cultural heritage” dei seguenti Paesi: Turchia, Uzbekistan, Libano e Iran. Ore 14-18, Sala Oceania. “Il PAESAGGIO IN ITALIA pianificazione, tutela, sviluppo sostenibile” a cura del Comitato Tecnico Scientifico del Salone Internazionale del Restauro e di Assorestauro. Ore 14.30-16, Sala Ministero della Cultura. “Art Bonus: pubblico e privati insieme per la salvaguardia del patrimonio culturale” a cura di ALES S.p.a. in collaborazione con il MIC – Ministero della Cultura. Ore 16.30-18.30, Sala America. “Linee guida documento di indirizzo per la progettazione dei depositi di sicurezza per il ricovero dei beni mobili colpiti da calamità” a cura del MIC – Ministero della Cultura.

Intervento di restauro post sisma a Parma (foto Restauro 2022)
Giovedì 9 giugno 2022. Ore 09.30-10.15, Sala Ministero della Cultura. “A dieci anni dal Sisma in Emilia: il lavoro svolto dagli istituti del Ministero della Cultura, lo Stato dell’Arte e gli orizzonti futuri” a cura del Segretariato Regionale del MIC per l’Emilia-Romagna in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Ore 10-13.30, Sala Regione Emilia-Romagna. “Depositi museali e riordino con metodo Re-ORG: risultati e prospettive. L’Emilia-Romagna, ICCROM, ICOM e Musei della Regione per una sfida tutta italiana”. Ore 10.30-13, Sala Oceania. “Illuminazione dei monumenti e cultura del restauro” a cura del Comitato Tecnico Scientifico del Salone Internazionale del Restauro. Ore 11-13.30, Sala Europa. “La gestione della salute e sicurezza sul lavoro nei cantieri di scavo archeologico” a cura di INAIL. Ore 11.15-13.15, Area Workshop Paese. Presentazione settore “cultural heritage” dei seguenti Paesi: USA, Arabia Saudita, Israele, Giordania, Croazia, Bosnia Erzegovina. Ore 14-16, Sala America. “Cantieri in movimento: ricostruzione e nuove competenze a 10 anni dal sisma 2012” a cura di Assorestauro e Agenzia per la ricostruzione della Regione Emilia-Romagna. Ore 16.15-18.15, Sala Oceania. “Il migliore restauro è la conoscenza” con Vittorio Sgarbi.

Tecnologie applicate al rilievo del patrimonio culturale (foto Haltadefinizione)
Venerdì 10 giugno 2022. Ore 10-14, Sala Regione Emilia-Romagna. “Patrimonio culturale per le prossime generazioni: la sfida del PNRR. I valori dei paesaggi culturali e l’identità dei luoghi negli investimenti della Misura Cultura e Turismo” a cura della Regione Emilia-Romagna. Ore 10.30-13, Sala Oceania. “Le tecnologie per il rilievo del patrimonio culturale. Confronto tra ricerca e impresa su innovazione, progetto, gestione e protocolli” a cura di CNS ICOMOS CIPA HD e Clust_ER Build edilizia e costruzioni. Ore 12.15-13.10, Sala Ministero della Cultura. “Restaurare la memoria della Nazione” a cura dell’Archivio Centrale dello Stato. Il programma completo del Salone Internazionale del Restauro 2022 in continuo aggiornamento è disponibile su www.salonedelrestauro.com
Firenze. L’accademia toscana “La Colombaria” organizza “La Tarquinia degli Spurinas”, giornata di studi, in presenza e on line, in ricordo di Mario Torelli

Il prof. Mario Torelli, etruscologo, archeologo, docente di archeologia e storia dell’arte greca e romana, è morto all’età di 83 anni nel settembre 2020

Copertina del libro “Gli Spurinas. Una famiglia di principes nella Tarquinia della “rinascita” “
“Scrivere una storia di famiglia per epoche diverse da quella moderna è quasi sempre un azzardo”, scriveva Mario Torelli nella premessa del suo libro Gli Spurinas. Una famiglia di principes nella Tarquinia della “rinascita” (L’Erma di Bretschneider, 2019). “Nelle mani di un archeologo la vicenda di una famiglia antica, così come ce la fanno conoscere iscrizioni e rare e occasionali menzioni delle fonti letterarie, solo di rado è riuscita a diventare trama storica significativa, da leggere eventualmente sullo sfondo di eventi più generali, capaci di dare un senso a comportamenti, a documenti figurati o a evidenze monumentali. La famiglia al centro di queste pagine è quella degli Spurinas-Spurinnae, una potente gens tarquiniese, forse la più potente della città nella prima metà del IV secolo a.C., emersa come tutte le altre dell’età della “rinascita” dalla “notte oligarchica” del V secolo a.C. Di costoro ci parlano alcuni eccezionali documenti epigrafici in latino, i c.d. Elogia Tarquiniensia, fatti incidere su una lastra di marmo in età giulio-claudia; abbiamo così i resti della breve biografia, redatta secondo le regole codificate degli elogia latini, di tre personaggi vissuti fra la fine del V e la metà del IV secolo a.C., il capostipite Velthur Spurinna Lartis f., e il figlio e il nipote (o il figlio natu minor) di questi, Velthur Spurinna Velthuris f. e Aulus Spurinna Velthuris f. Queste brevi biografie, giunte a noi purtroppo con gravi lacune, erano destinate a fornire allo spettatore l’identità di tre statue, ovviamente perdute, erette all’inizio dell’età imperiale per celebrare gli antenati (pretesi) di una famiglia senatoria romana di fresca nomina, quella dei Vestricii Spurinnae nel luogo più augusto della città, il grandioso tempio poliadico di Tarquinia detto dell’Ara della Regina, dove si concentravano le memorie religiose più importanti della città e, per aspetti particolari come l’aruspicina, dell’intera nazione etrusca”.
Proprio in ricordo di Mario Torelli, che è mancato nel settembre 2020 (vedi Archeologia in lutto. È morto Mario Torelli, grande etruscologo, archeologo e docente di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana. Stava preparando una grande mostra su Pompei e Roma | archeologiavocidalpassato), l’Accademia toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” organizza in presenza nella propria sede, in via Sant’Egidio 23 a Firenze, e on line (Link al collegamento zoom ID riunione: 862 4690 8148), una giornata di studi dal titolo “La Tarquinia degli Spurinas”. Appuntamento venerdì 13 maggio 2022, alle 10. La giornata di studi si apre con i saluti istituzionali: Sandro Rogari (accademia “La Colombaria”), Giuseppe Sassatelli (istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici), Concetta Masseria (università di Perugia), Massimo Osanna (università “Federico II” di Napoli; ministero della Cultura). Introduce i lavori Stefano Bruni (università di Ferrara). Alle 11, PRIMA SESSIONE, presieduta da Luciano Agostiniani (accademia “La Colombaria”). Intervengono: Tonio Hoelscher (università di Heidelberg) su “Pompe funebri tra Grecia, Roma e Tarquinia”; Lucio Fiorini (università di Perugia) su “Arath Spuriana, la Tomba dei Tori e Tarquinia arcaica”; Luca Cerchiai (università di Salerno) su “Le Tombe dell’Orco e gli Spurina: elogio di un paradigma”. 14.30, SECONDA SESSIONE, presieduta da Giuseppe Sassatelli (istituto nazionale di Studi Etruschi ed Italici). Intervengono: Carmine Ampolo (Scuola Normale Superiore) su “Gravisca e la riscoperta degli empori (tra ‘epigrafia, culti e storia’)”; Vincenzo Bellelli (Cnr; parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia) su “Note tarquinesi”; Giovanna Bagnasco (università di Milano) su “Un volto nuovo per un’antica dea. Il Mediterraneo e Tarquinia in epoca ellenistica”; Attilio Mastrocinque e Fiammetta Soriano (università di Verona) su “Il Foro romano di Tarquinia”; Stefano Bruni (università di Ferrara) su “Quinto Spurina, exemplum virtutis dal mondo antico alle soglie dell’umanesimo”.
Verona. L’attesa è finita. Domani si inaugura, e venerdì apre al pubblico, il nuovo museo Archeologico nazionale nell’ex caserma asburgica San Tomaso. Si inizia con la sezione di Preistoria e Protostoria: un percorso da 200mila anni fa al I sec. a.C. Ecco le prime immagini

L’attesa è finita. Il museo Archeologico nazionale di Verona è una realtà. Domani, giovedì 17 febbraio 2022, alle 11.30, si inaugura la sezione “Preistoria e protostoria: agli albori della creatività umana” del nuovo museo Archeologico nazionale di Verona nell’ex caserma asburgica San Tomaso, in stradone San Tomaso, 3. E venerdì 18 febbraio 2022 il museo sarà aperto al pubblico che nei giorni di venerdì, sabato e domenica, dalle 10 alle 18, potrà percorrere 200mila anni di storia. Là dove erano imprigionati i carbonari che lottavano contro l’Impero Asburgico hanno trovato posto infatti le testimonianze più antiche degli insediamenti umani nel territorio veronese, portate alla luce dopo un secolo e più di campagne archeologiche. Si tratta di reperti considerati i primi, eccezionali esempi delle espressioni della civiltà e della creatività umane, che si possono ora finalmente ammirare accompagnati da un chiaro corredo introduttivo. Ricostruzioni fisiche e virtuali, video e altri mezzi di comunicazione multimediale valorizzano questo straordinario patrimonio in bianche teche sovrastate dalle colossali capriate lignee del grande edificio costruito nel 1856 per farne sede carceraria.

I muri perimetrali delle celle sostengono possenti arcate in mattoni, conferendo all’ambiente la sembianza di una chiesa romanica. La Direzione regionale Musei Veneto, cui questo museo statale afferisce, ha investito fondi del ministero alla Cultura per restaurare e mettere a norma l’edificio che si sviluppa su tre piani, compresa la elegante facciata sul lungadige veronese. L’allestimento del nuovo museo Archeologico, affidato all’architetto Chiara Matteazzi su progetto scientifico dell’ex direttrice Federica Gonzato, è iniziato dall’ampio sottotetto dove hanno trovato collocazione le sezioni dedicate alla Preistoria e alla Protostoria, a documentare un lasso di tempo che prende avvio circa 200mila anni fa e si dipana sino al primo secolo a.C. Il piano intermedio accoglierà invece i reperti dell’età celtica e romana, oltre ad uffici, biblioteca e spazi per incontri, mentre il piano terra è destinato a documentare l’età altomedievale.

Domani, all’inaugurazione, con Daniele Ferrara direttore della Direzione regionale Musei Veneto e Giovanna Falezza neo direttrice dell’Archeologico, interverrà il prof. Massimo Osanna direttore generale Musei ministero alla Cultura. “Complessivamente l’investimento supererà i 3 milioni di euro, integralmente finanziati dal ministero alla Cultura”, afferma Daniele Ferrara. “Aperta al pubblico la sezione riservata alla preistoria e alla protostoria, contiamo di avviare molto presto il cantiere per la sezione romana, mentre con fondi assegnati tramite il PNNR metteremo a cantiere anche il piano terra per completare quello che si prefigura come uno dei più importanti musei archeologici italiani”.

Il percorso espositivo della sezione Preistoria e Protostoria, anche grazie a ricostruzioni fisiche e virtuali, video e altri mezzi di comunicazione multimediale, narra le principali componenti storiche del veronese in un arco cronologico compreso tra oltre 100mila anni fa e il 100 a.C. Predisposto con la collaborazione dell’università di Ferrara, dell’università di Trento e della soprintendenza ABAP di Verona, il percorso si articola in una serie di sottosezioni dedicate ai principali siti preistorici e protostorici, dal Paleolitico (rappresentato dalla famosa pietra dipinta, nota come lo “Sciamano”, considerato tra le più antiche rappresentazioni umane sino ad oggi note al mondo, proveniente dalla Grotta di Fumane), passando attraverso il Neolitico e l’età del Rame, fino all’età del Bronzo, con l’esposizione dei materiali provenienti dai siti palafitticoli inseriti nella lista UNESCO del veronese, e all’età del Ferro. L’allestimento si sviluppa in modo lineare, attraverso le diverse sale dei due bracci del terzo piano (dal Paleolitico all’età del Bronzo) fino a confluire nel terzo braccio (dedicato all’età del Ferro).

Tra i molti tesori del nuovo Museo, la neo direttrice dell’istituzione veronese, Giovanna Falezza, segnala la pietra dipinta nota come “lo Sciamano”, assunto a simbolo del nuovo museo. Tra le opere d’arte in ocra rossa rinvenute nella Grotta di Fumane e riferibili all’attività artistica dei primi Sapiens (40mila BP, Paleolitico superiore), la più famosa è questa pietra calcarea sulla quale, in ocra rossa, è raffigurato un personaggio che indossa un copricapo. Questa pietra è, ad oggi, una delle più antiche figure teriomorfe (figure di uomo-animale) del pianeta.

Risale invece all’Età del Bronzo antico, lo straordinario esemplare di vaso a bocche multiple recuperato durante lo scavo archeologico della Palafitta del Laghetto del Frassino presso Peschiera del Garda. Dal medesimo sito provengono anche ceramiche con decorazioni incise, conchiglie, metalli e utensili in osso, pietra e legno. Sempre dal Garda, rinvenuti ad una profondità di circa tre metri, provengono una tazza dell’Età del Bronzo antico e alcuni resti paleobotanici, tra i quali una spiga carbonizzata di farro.

Dal sito di Pila del Brancon, a Nogara, provengono spade ripiegate, cuspidi di lancia, pugnali ed altri elementi laminari contorti, materiali che possono essere riferiti ad una fase iniziale dell’età del Bronzo finale. Notevoli e numerosi gli oggetti da ornamento esposti nel nuovo Museo e tra essi spicca il magnifico spillone scoperto presso la palafitta de La Quercia a Lazise, lungo più di mezzo metro, con larga testa a disco e gambo ritorto.
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