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Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia la conferenza “Il cantiere della necropoli di Monte Abatone a Cerveteri. Quattro università al lavoro” con Martin Bentz, Alessandra Coen, Fernando Gilotta e Marina Micozzi, nono appuntamento del ciclo “Chi (RI)cerca trova. I professionisti si raccontano al Museo”

Oltre trenta anni fa un ambizioso programma di ricerca incentrato su una delle due grandi necropoli urbane della città di Cerveteri, quella poco nota di Monte Abatone, venne affidato a un gruppo di (allora) giovani ricercatori, poi divenuti docenti, delle università di Bonn, della Campania, della Tuscia e di Urbino. Se ne parla venerdì 21 novembre 2025, alle 16, in sala Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia nell’incontro “Il cantiere della necropoli di Monte Abatone a Cerveteri. Quattro università al lavoro” con Martin Bentz, Alessandra Coen, Fernando Gilotta e Marina Micozzi, nono appuntamento del 2025 con il ciclo “Chi (RI)cerca trova. I professionisti si raccontano al Museo”, in cui si presentano la ricerca scientifica e i progetti di studio che coinvolgono il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Saranno loro a raccontare brevemente le tappe di questa lunga avventura, non ancora terminata, portatrice della acquisizione di numerose e spesso inaspettate novità. Una collaborazione strettissima con tutte le Istituzioni competenti, che hanno accolto con generosità negli anni docenti e collaboratori da tante parti d’Italia e dalla Germania. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Prenotazioni all’indirizzo mn-etru.didattica@cultura.gov.it. Cerveteri, con il suo grande porto emporico (Pyrgi), fu la città più ricca e potente d’Etruria, in particolar modo tra epoca orientalizzante e arcaica (tardo VIII-primi decenni del V sec. a.C.). Non a caso, dunque, un gruppo di personalità scientifiche di spicco, già impegnate in progetti di tutela, scavo, studio e riordino di materiali pertinenti alla metropoli etrusca, decise di avviare agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso un ambizioso programma di ricerca “a tappeto” incentrato su una delle due grandi necropoli urbane della città, quella poco nota di Monte Abatone (l’altra, la Banditaccia, è notissima nel mondo intero ed è sito UNESCO). La ricerca è nata e si è sviluppata attraverso una collaborazione strettissima con tutte le Istituzioni competenti, che hanno accolto con generosità negli anni docenti e collaboratori da tante parti d’Italia e dalla Germania.

Fernando Gilotta, già professore ordinario di Etruscologia e Antichità Italiche all’università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, è membro ordinario dell’Istituto nazionale di Studi etruschi ed italici. Dal 2018 è condirettore della missione di scavo nella necropoli di Monte Abatone a Cerveteri, insieme a colleghi delle università di Bonn, della Tuscia e di Urbino. Tra i suoi lavori, studi relativi a necropoli e aspetti culturali del mondo etrusco e italico centro-meridionale tra età orientalizzante e romanizzazione, con particolare attenzione per problemi di plastica, pittura parietale, ceramografia, arte incisoria.

Martin Bentz, professore di Archeologia classica all’università di Bonn

Martin Bentz è professore di Archeologia classica all’università di Bonn, membro ordinario dell’Istituto Archeologico Germanico e membro corrispondente dell’Istituto nazionale di Studi etruschi ed italici. Dal 2018 è condirettore della missione di scavo presso la necropoli di Monte Abatone a Cerveteri, insieme ai colleghi delle università della Campania, della Tuscia e di Urbino. La sua ricerca si concentra principalmente sulla produzione e sul consumo della ceramica greca, sull’artigianato artistico etrusco sull’archeologia funeraria.

Alessandra Coen, professoressa di Civiltà dell’Italia preromana ed Etruscologia all’università di Urbino

Alessandra Coen è professoressa associata di Civiltà dell’Italia preromana ed Etruscologia all’università di Urbino, dove è anche coordinatrice del corso di laurea triennale in Scienze umanistiche. Membro ordinario dell’Istituto nazionale di Studi etruschi ed italici. Dal 2018 è condirettrice della missione di scavo nella necropoli di Monte Abatone a Cerveteri, insieme ai colleghi delle università di Bonn, della Campania e della Tuscia. La sua attività di ricerca è incentrata principalmente sull’archeologia funeraria, sulla ceramica orientalizzante, sulle oreficerie di età tardo classica ed ellenistica e sulle popolazioni italiche medio-adriatiche dell’Italia preromana.

Marina Micozzi, professoressa di Etruscologia e Antichità italiche all’università della Tuscia,

Marina Micozzi è professoressa associata di Etruscologia e Antichità italiche all’università della Tuscia, a Viterbo, dove insegna Etruscologia ed è coordinatrice del corso di laurea triennale in Scienze dei Beni culturali. Membro ordinario dell’Istituto nazionale di Studi etruschi ed italici, dal 2018 è condirettrice della missione di scavo nella necropoli di Monte Abatone a Cerveteri, insieme ai colleghi delle università di Bonn, della Campania e di Urbino. Indirizza la sua attività di ricerca principalmente verso la ritualità funeraria e la produzione artistica e artigianale dell’area etrusco-meridionale e del distretto medio-adriatico in epoca preromana.

Locri (RC). Per l’ottavo incontro di “Un caffè… storicamente corretto”, a cura di Elena Trunfio e Marilisa Morrone, al museo Archeologico nazionale la conferenza “Il viceregno di don Pedro de Toledo tra politica interna e internazionale” con Claudia Pingaro (università della Campania “L. Vanvitelli”)

Il ciclo di incontri “Un caffè…storicamente corretto” al museo Archeologico nazionale di Locri (RC) è giunto all’ottavo appuntamento, quello di ottobre (stavolta eccezionalmente di sabato). Il progetto, curato dalla direttrice del museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri, Elena Trunfio, e dalla presidente del circolo di Studi storici “Le Calabrie”, Marilisa Morrone, oltre che con il patrocinio del Comune di Locri, quest’anno si arricchisce del patrocinio del Comune di Portigliola e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e vuole, come di consueto, offrire al pubblico diversi spunti di approfondimento su temi ampi legati al mondo della storia, dell’arte e dell’archeologia, con il coinvolgimento di studiosi autorevoli, afferenti tra l’altro ai più importanti atenei italiani. Sabato 18 ottobre 2025, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Locri, per “Un caffè… storicamente corretto” la conferenza “Il viceregno di don Pedro de Toledo tra politica interna e internazionale” con Claudia Pingaro, università della Campania “L. Vanvitelli”. Introducono Elena Trunfio e Marilisa Morrone. L’ingresso è gratuito e non è necessaria la prenotazione.

Pompei. Dai reperti organici nuovi dati sulla gestione e sfruttamento delle risorse animali (allevamento di pecore, capre e suini, pesci) e vegetali (coltivazione di cereali e legumi) per l’alimentazione degli antichi pompeiani: i risultati pubblicati dello studio sulla rivista Scientific Reports

Cacciagione e risorse ittiche: dettaglio di un affresco della Casa del Tiaso a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Come erano allevati pecore, capre e suini, ma anche come erano sfruttate le risorse acquatiche e coltivati i cereali e i legumi nell’antica Pompei. Lo studio di diversi prodotti che erano alla base dell’alimentazione della popolazione della città di Pompei, ma anche delle pratiche di coltivazione e gestione delle risorse alimentari, è oggetto di analisi dettagliate condotte nell’ambito della collaborazione tra il Laboratorio di Ricerche Applicate “Annamaria Ciarallo” del parco archeologico di Pompei e il Laboratorio DistaBiF dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, con il significativo apporto scientifico dell’università La Sapienza di Roma e il dipartimento di Archeologia dell’università di York. I risultati di questa ricerca sono riportati nell’articolo Open Access appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports “Variabilità isotopica basale in piante e animali e implicazioni per la ricostruzione della dieta umana nel I secolo d.C. Pompei”, pubblicato il 3 agosto 2025, con contributi di Silvia Soncin, Valeria Amoretti, Chiara Comegna, Chiara Assunta Corbino, Noemi Mantile, Simona Altieri, Maria Rosa Di Cicco, Valentina Giacometti, Jan Bakker, Marina Caso, Angela Trentacoste, Steven Ellis, Maria Anna Tafuri, Gabriel Zuchtriegel, Oliver Edward Craig, Carmine Lubritto (vedi https://www.nature.com/articles/s41598-025-12156-7).

Fichi recuperati dal sito di Pompei (foto parco archeologico pompei)

“La ricerca continua anche dopo lo scavo; anzi, come mostra questo studio, un attento esame di testimonianze portate alla luce anche tempo fa, grazie all’uso di analisi e metodologie nuove, ci apre interi orizzonti di cui prima non avevamo idea”, sottolinea il direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. “Se un terzo della città antica di Pompei è ancora non scavato, la mole di dati potenzialmente ricavabile da analisi come queste non è nemmeno quantificabile, perché dipende dal progresso tecnologico e metodologico in corso. Sicuramente investiremo ancora nello studio dei resti umani e dei materiali organici a Pompei che riservono ancora molti segreti da svelare”.

Animali domestici e selvatici: dettaglio di un affresco della Casa del Tiaso a Pompei (foto parco archeologico pompei)

“Mentre Pompei ha a lungo catturato l’immaginazione con la sua storia e la sua tragica fine”, scrivono gli autori nell’abstract del loro studio, “gli sforzi recenti si sono spostati verso la scoperta degli stili di vita quotidiana. Il nostro studio cerca di esplorare le pratiche agricole e di allevamento a Pompei, con l’obiettivo di esplorare la variabilità isotopica di diverse categorie di alimenti disponibili per i Romani all’interno di questa istantanea, scenario unico. A tal fine, utilizziamo l’analisi degli isotopi stabili del carbonio e dell’azoto di piante e animali. I nostri risultati suggeriscono una diversità di pratiche, con variazioni isotopiche di carbonio in cereali e leguminose che indicano l’utilizzo di una maggiore varietà di tecniche colturali rispetto alle colture arboree. Evidenziamo i diversi regimi di gestione utilizzati per le diverse specie animali – continuano – e scopriamo uno spettro di ambienti acquatici, indicativi della diversità delle pratiche di pesca. Questi risultati forniscono un supporto diretto alle prove archeologiche e alle interpretazioni testuali dei sistemi alimentari romani a Pompei. Tuttavia, il nostro set di dati rivela anche i limiti degli approcci isotopici di massa nel rilevare questa diversità alimentare quando lo usiamo per interpretare la dieta umana locale attraverso modelli di miscelazione. Al contempo, i nostri risultati mostrano che una linea di base isotopica ampia e ben contestualizzata può aiutarci a comprendere gli antichi sistemi alimentari, rivelando anche le sfide per districare la complessità della dieta utilizzando solo i dati sugli isotopi stabili di massa”.

Pane recuperato dal sito di Pompei (foto parco archeologico pompei)

La ricerca riguarda le risorse alimentari di Pompei, partendo da una base scientifica – analisi degli isotopi (atomi che hanno numero atomico, ma massa atomica diversa) del carbonio e dell’azoto – al fine di indagare la dieta degli antichi pompeiani, l’accesso alle risorse vegetali e animali, le pratiche di agricoltura e allevamento. Pochi sono i siti archeologici che costantemente restituiscono una tale quantità e varietà di reperti organici come nel caso di Pompei. Dunque oltre alle informazioni che emergono circa l’alimentazione dei pompeiani, questo studio fornisce anche utili dati circa la diversificazione delle tecniche di allevamento e produzione delle specie animali e vegetali. Le conclusioni, che rimandano a un approfondimento scientifico relativo alla dieta degli esseri umani e degli stessi animali, evidenziano un apporto alimentare estremamente variabile nei suini, oltre a differenti pratiche di allevamento per capre e pecore. Le ricerche riguardano anche il consumo di legumi e cereali, alla base dell’alimentazione della popolazione della città.  Si conferma inoltre la presenza nella dieta di risorse marine variegate, attestate nelle fonti letterarie, che riportano l’evidenza di uno sfruttamento intensivo delle risorse acquatiche. La dieta dei pompeiani e tali linee di ricerca sono già state oggetto di approfondimento nell’ambito della mostra “l’Altra Pompei” tenutasi nella Palestra Grande di Pompei (dicembre 2023 – dicembre 2024):

Datteri recuperati dal sito di Pompei (foto parco archeologico pompei)

“La nostra analisi dei resti botanici e faunistici di Pompei e dintorni”, concludono gli autori dello studio, “fornisce una visione nuova e diretta delle pratiche agricole e di gestione animale prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. I nostri dati isotopici suggeriscono varie condizioni di crescita di carbonio in cereali e legumi, comprendenti eventualmente materiale di importazione, come ipotizzato dagli studiosi dell’economia romana. Le differenze tra lenticchie e fave suggeriscono che sono state acquistate e coltivate in condizioni diverse, allineandosi con le osservazioni archeobotaniche e offrendo un supporto diretto. L’analisi degli isotopi stabili del carbonio e dell’azoto informa anche sulle pratiche di allevamento: i suini probabilmente ricevevano una dieta varia, mentre gli ovini e i bovini erano probabilmente allevati in pascoli diversi e foraggiati distintamente dalle capre. I polli, in modo unico, mostrano un segnale coerente del consumo di piante indicando un sistema di approvvigionamento distinto dagli altri animali. I pesci presentano una vasta gamma di variazioni di carbonio e azoto, valori indicativi di vari ambienti e comportamenti acquatici, coerenti con le evidenze archeologiche e letterarie dello sfruttamento intensivo delle risorse acquatiche nell’area”.

 

Locri (RC). Al museo nazionale Archeologico la conferenza “Un fil di seta tra la Calabria e Napoli” con Bianca Stranieri (università della Campania “L. Vanvitelli”), ultimo incontro del ciclo 2024 della rassegna “Un caffè… storicamente corretto” promosso col Circolo di Studi Storici Le Calabrie

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Al museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri, si conclude la rassegna “Un caffè…storicamente corretto”, ultimo appuntamento del ciclo 2024 promosso il giovedì dal parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri con il Circolo di Studi storici “Le Calabrie” e il patrocinio del Comune di Locri, curato da Elena Trunfio e Marilisa Morrone. Giovedì 30 gennaio 2025, alle 17.30, si terrà la conferenza “Un fil di seta tra la Calabria e Napoli”. Dopo la consueta introduzione della direttrice Trunfio e della presidente del Circolo Morrone, interverrà Bianca Stranieri, università della Campania “L. Vanvitelli”. L’ingresso è gratuito e non è necessaria la prenotazione.

Sorrento. In sala consiliare presentazione della “Carta Archeologica di Sorrento” e Ricostruzione Digitale della Sorrento Romana, frutto della collaborazione tra la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli, il Comune di Sorrento e il museo Correale di Terranova

sorrento_sala-consiliare_libro-Surrentum-Sorrento-Studi-e-Ricerche-per-la-Carta-Archeologica-della-Città_presentazione_locandinaLunedì 16 settembre 2024, alle 17.30, in sala consiliare del Comune di Sorrento, presentazione ufficiale del libro “Surrentum/Sorrento: Studi e Ricerche per la Carta Archeologica della Città” a cura di Luca Di Franco, edito dal Comune di Sorrento e dalla soprintendenza Area metropolitana di Napoli: un’importante occasione per celebrare la storia millenaria di Sorrento e per condividere i risultati di anni di ricerche archeologiche condotte sul territorio. La partecipazione è aperta al pubblico fino ad esaurimento posti. La presentazione è frutto di una stretta collaborazione tra la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli, il Comune di Sorrento e il museo Correale di Terranova. Questa sinergia ha portato alla realizzazione di un accordo mirato alla valorizzazione culturale della città, che include la creazione di una nuova sezione archeologica all’interno del museo Correale e l’avvio di esposizioni archeologiche in città. Inoltre, durante l’evento verranno svelati nuovi progetti per la fruizione del patrimonio culturale, nati dall’esperienza di ricerca della Carta Archeologica della città di Sorrento, avviata nel 2018 e ora pubblicata. L’evento sarà inaugurato da Massimo Coppola, sindaco di Sorrento; Mariano Nuzzo, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli; e Gaetano Mauro, presidente del museo Correale di Terranova. Seguiranno gli interventi di Teresa Elena Cinquantaquattro, segretario Regionale MiC per la Campania, e Carlo Rescigno, professore dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, i quali presenteranno il volume “Surrentum/Sorrento: Studi e Ricerche per la Carta Archeologica della Città”, il quale rappresenta un aggiornamento e una continuazione delle ricerche archeologiche precedenti, fornendo una visione completa e sistematica della storia antica di Sorrento. Questo lavoro, realizzato da un team di archeologi e studiosi, vuole essere un punto di riferimento per futuri studi e un’opportunità per il pubblico di riscoprire la ricca eredità culturale della città.

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Veduta a volo d’uccello di Sorrento: ben visibile l’impianto della città romana (foto sabap-met-na)

A seguire, verrà presentata la “Ricostruzione Digitale della Sorrento Romana”, un progetto innovativo che sarà un pilastro della nuova sezione archeologica del museo Correale. Questa ricostruzione è stata realizzata grazie al supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del Ministero della Cultura e mira a offrire ai visitatori un’esperienza immersiva e accessibile della Sorrento antica. Gli interventi su questo tema saranno curati da Fabio Mangone, professore dell’università di Napoli “Federico II”, e Luca Di Franco, funzionario archeologo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli.  Il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di NextGenerationEU, con un contributo specifico per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive nei musei, biblioteche e archivi, al fine di garantire un accesso più ampio e inclusivo alla cultura. L’iniziativa fa parte della Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con un particolare focus su digitalizzazione, innovazione e cultura.

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Scavi archeologici urbani a Sorrento (foto sabap-met-na)

“Siamo particolarmente orgogliosi di presentare questo volume, che rappresenta il culmine di un lungo percorso di ricerca e collaborazione tra istituzioni”, dichiara il soprintendente Mariano Nuzzo. “Surrentum/Sorrento: Studi e Ricerche per la Carta Archeologica della Città è un’opera che non solo aggiorna le conoscenze sul patrimonio archeologico di Sorrento, ma che si propone anche come uno strumento fondamentale per la sua valorizzazione futura. Grazie alla collaborazione con il Comune di Sorrento e il museo Correale, abbiamo avviato un percorso che mira a rendere la storia e la cultura di questa città sempre più accessibili e fruibili per tutti. Inoltre, la Ricostruzione Digitale della Sorrento Romana offrirà ai visitatori un’esperienza innovativa e coinvolgente, permettendo loro di immergersi nella storia millenaria di questo territorio”.

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I resti delle ninfee e delle peschiere (seconda metà del II sec. a.C.) pertinenti alla villa di Agrippa Postumo a Sorrento (foto sabap-met-na)

“Sorrento non è solo un luogo di bellezze naturali, di mare e di svago, ma è anche, e soprattutto, un sito ricco di cultura e di storia”, sottolinea il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola. “Il volume che presentiamo, insieme al progetto di ricostruzione digitale della Sorrento romana, rappresentano un prezioso contributo per la riscoperta del patrimonio archeologico della nostra città. Una vera ed efficace attività di promozione turistica, tra gli obiettivi prioritari di questa amministrazione, presuppone infatti la valorizzazione delle risorse culturali di Sorrento e dei suoi elementi identitari. Così come il senso di appartenenza della nostra comunità ritrova, nella storia, le sue radici più vere e profonde. Un plauso alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli per il lavoro minuzioso, condotto con precisione e grande rigore scientifico”.

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Il nuovo allestimento del museo Correale di Sorrento nella cisterna romana (foto sabap-met-na)

“Nella predisposizione della Carta Archeologica di Sorrento”, aggiunge il presidente del museo Correale, Gaetano Mauro, “fondamentale è il ruolo che riveste il museo Correale, le cui collezioni di reperti archeologici e medievali rappresentano per la città l’unico sito espositivo dove poter studiare e visionare il patrimonio di antichità rinvenute a Sorrento. I reperti sono stati trasferiti quest’anno in un’ampia area corrispondente ad una cisterna di epoca romana con mura in cocciopesto, recuperata come nuovo spazio museale dotato delle più moderne soluzioni espositive per assicurarne una perfetta fruizione. Il riallestimento delle collezioni archeologica e medievali costituisce a tutti gli effetti un museo nel museo che va ad arricchire la già importante dotazione di opere del Museo Correale restaurate negli ultimi anni con la mia presidenza”.

Locri (RC). Per la rassegna “Un caffè… storicamente corretto” promosso dal museo nazionale Archeologico di Locri Epizefiri e dal Circolo di Studi Storici Le Calabrie la conferenza “Corti e cerimoniali nell’Europa dell’ Età Moderna”, col prof. Giulio Sodano dell’università della Campania “L. Vanvitelli”

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Al museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri siamo arrivati all’appuntamento di luglio con “Un caffè…storicamente corretto”, il ciclo del giovedì promosso dal parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri con il Circolo di Studi storici “Le Calabrie” e il patrocinio del Comune di Locri, curato da Elena Trunfio e Marilisa Morrone. Alle 17.30, nella meravigliosa cornice dei reperti di Locri Epizefiri, in sala con aria condizionata, sarà la volta del prof. Giulio Sodano ordinario di Storia moderna e direttore del dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università della Campania “L. Vanvitelli”, nonché direttore scientifico di “Studi Calabresi. Storia Arte Archeologia della Calabria e del Mediterraneo”, rivista del Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”.  Ingresso gratuito, senza prenotazione. Introducono Elena Trunfio, direttrice del museo e parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri, e Marilisa Morrone, presidente del Circolo di Studi storici “Le Calabrie”. Il tema della conferenza è “Corti e cerimoniali nell’Europa dell’ Età Moderna”, un argomento affascinante che consente di riflettere sull’uso della forma come linguaggio del potere e strumento politico. Il prof. Giulio Sodano si è occupato in vari suoi saggi di questo aspetto non secondario dell’esercizio del potere monarchico nell’antico regime, dal Cinquecento alla corte borbonica del XVIII e XIX secolo, definendo il cerimoniale come “spazio teatrale” in quanto “vetrina dell’ organizzazione politica” dove “sono in scena tanto i cortigiani, quanto la sovranità del re”.

Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri (RC): ecco il ricco programma di luglio. La direttrice Trunfio: “L’obiettivo è rendere Locri Epizefiri il luogo della cultura per eccellenza della Locride”

locri-epizefiri_archeologico_eventi-luglio-2024_locandinaÈ un programma di eventi intenso quello che la direzione del parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri (RC) ha preparato per il mese di luglio 2024, un programma che si affianca alla consueta visita agli scavi archeologici, al Complesso Museale del Casino Macrì e al Museo del territorio di Palazzo Nieddu. L’obiettivo dichiarato della direttrice Elena Trunfio è quello di “rendere Locri Epizefiri il luogo della cultura per eccellenza della Locride”. Gli eventi sono gratuiti e non è necessaria la prenotazione. Per info e prenotazioni: drm-cal.locri@cultura.gov.it – tel. 0964.390023 – cell. 334.6126386.

locri-epizefiri_archeologico_convegno-donne-di-locri-epizefiri_locandinaSi parte il 6 luglio 2024, dalle 16, con il convegno “Donne di Locri Epizefiri” realizzato in collaborazione con le sezioni con le sezioni FIDAPA BPW di Brancaleone, Roccella Ionica e Siderno. Dopo i saluti istituzionali delle sezioni FIDAPA, dell’amministrazione comunale di Locri e della direzione del Museo, l’intervento programmato dell’assessore regionale Giovanni Calabresi e della rettrice dell’università “La Sapienza di Roma” Antonella Polimeni, si svolgeranno due approfondimenti, uno a cura della direttrice del Parco Elena Trunfio che si occuperà di raccontare al pubblico il culto sacro delle dee a Locri Epizefiri, l’altro di Daniele Macris che approfondirà la figura di Nosside. L’incontro sarà moderato dalla giornalista Raffaella Rinaldis e l’iniziativa sarà arricchita dalle poesie di Salvino Nucera e dalle esposizioni artistiche di Milena e Sonia Trapasso e di Patrizia Papandrea.

locri-epizefiri_archeologico_domenica-gratuita-luglio-2024_locandinaIl 7 luglio 2024, in quanto prima domenica del mese, l’ingresso al Parco e ai Musei di Locri Epizefiri sarà gratuito per tutti e tutti.

locri-epizefiri_archeologico_un-caffè-storicamente-corretto_logo_locandinaA luglio 2024 un doppio appuntamento con l’ormai consueto “Caffè…storicamente corretto” organizzato in collaborazione con il Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”: l’11 luglio, dalle ore 17.30, il prof. Giulio Sodano dell’università della Campania “L. Vanvitelli” relazionerà sul tema “Corti e cerimoniali nell’Europa dell’età moderna”, mentre il 18 luglio, alla stessa ora, il prof. Attilio Musi dell’università di Salerno terrà una conferenza “Sull’utilità della Storia per la vita”.

locri-epizefiri_archeologico_tra-parco-e-museo_logo_locandinaAnche nel 2024 torna l’appuntamento con “Locri Epizefiri tra Parco e Musei. Dallo scavo alla collezione” il ciclo di incontri con visita guidata ideato e curato dalla Direttrice Trunfio con lo scopo di raccontare ai visitatori il “viaggio” di un reperto, dal suo ritrovamento fino alla musealizzazione. Anche quest’anno tre appuntamenti, uno per ogni sede museale del circuito locrese. Si parte il 12 luglio 2024, alle 17.30, al museo del territorio di Palazzo Nieddu con il focus dal titolo “Un restauro innovativo: il ritorno della pisside della bottega del Pittore di Locri”. Durante l’incontro la direttrice insieme con i professori Diego Elia e Valeria Meirano dell’università di Torino, in collaborazione con il Centro di Conservazione e Restauro della Veneria Reale di Torino, presenteranno un intervento di restauro inedito su uno dei reperti della collezione permanente del Museo. Anche per il secondo appuntamento, in programma il 16 luglio 2024, alle 17 al Parco, i visitatori saranno accompagnati dai professori Elia e Meirano alla scoperta della polis di Locri Epizefiri “Verso Centocamere: la porta di Afrodite e la Stoà a U”. L’ultimo appuntamento del ciclo, con un focus sul Municipium romano, si svolgerà ad agosto.

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Passeggiata archeologica con l’archeoclub di Locri al parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri (foto drm-calabria)

La programmazione del mese si chiuderà domenica 28, dalle 17.30, con il consueto appuntamento con la passeggiata archeologica con l’Archeoclub di Locri.

Locri (RC). Visite guidate, scavi archeologici, incontri, GEA: ecco il ricco programma di eventi nel mese di giugno al museo e parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri

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La sede del museo Archeologico nazionale di Locri (foto drm-calabria)

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Gli studenti delle classi III e IV D dell’indirizzo Turismo dell’Istituto “G. Marconi” di Siderno, qui con la professoressa Margherita Milanesio, saranno guide d’eccezione alla scoperta del parco archeologico di Locri (foto drm-calabria)

Si prospetta intenso il mese di giugno 2024 al parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri che oltre alla consueta visita agli scavi archeologici, al complesso museale del Casino Macrì e al museo del territorio di Palazzo Nieddu proporrà per tutto il mese una serie di attività diversificate, per abbracciare target di pubblici differenti e coinvolgere visitatori con interessi diversi. Si parte con l’offerta di un servizio che si ripete annualmente: dall’11 al 15 giugno 2024, dalle 9 alle 14, gli studenti delle classi III e IV D dell’indirizzo Turismo dell’istituto “G. Marconi” di Siderno saranno guide d’eccezione alla scoperta del parco archeologico. L’iniziativa è svolta nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PTCO) e della Convenzione che il Museo di Locri ha attivato già da qualche anno con l’istituto. La visita guidata è gratuita, ferma restando l’ordinaria bigliettazione di ingresso.

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Missione archeologica dell’università di Torino a Locri: la campagna 2023 (foto drm-calabria)

Dal 13 giugno al 28 luglio 2024 avrà luogo l’annuale missione archeologica dell’università di Torino, guidata dai professori Diego Elia e Valeria Meirano che, insieme a studenti, dottorandi e studiosi, porteranno avanti attività di ricerca in collaborazione con la direzione del Parco.

locri-epizefiri_parco_gea-2024_locandinaIl 15 e 16 giugno 2024 ricorrono invece le “Giornate Europee dell’Archeologia”, evento continentale che vuole avvicinare il pubblico alla ricerca scientifica e nella scoperta del patrimonio archeologico europeo. Due gli appuntamenti in programma. Nel pomeriggio del 15 giugno, dalle ore 17, il laboratorio per bambini “Archeologi per un giorno” in cui i partecipanti saranno coinvolti nella simulazione di uno scavo archeologico. L’attività è rivolta a bambini dagli 8 ai 12 anni, è gratuita e la prenotazione è obbligatoria. Il 16 giugno, dalle 9 alle 19.30, l’offerta del parco archeologico si arricchirà con l’apertura straordinaria del Teatro Greco Romano in contrada Pirèttina, nel Comune di Portigliola, con ingresso gratuito.

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Al museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri la direttrice Elena Trunfio, il direttore generale Musei Massimo Osanna, e il direttore regionale Musei Filippo Demma (foto drm-calabria)

Il 21 giugno 2024, l’atteso evento dal titolo “Il Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri. Per una nuova visione di futuro” che avrà lo scopo di illustrare alla comunità il progetto di riqualificazione dell’intera area archeologica che si appresta a cambiare completamente volto. Dalle 17.30 al museo Archeologico, il gruppo di progettazione, presieduto dal direttore della direzione regionale Musei Calabria Filippo Demma e dalla direttrice di Locri Epizefiri Elena Trunfio, illustrerà nel dettaglio gli interventi previsti nel primo lotto del progetto, che porterà al miglioramento dell’accessibilità fisica e cognitiva del Parco.

locri-epizefiri_archeologico_un-caffè-storicamente-corretto_i-giovedì-del-circolo_giugno-24_locandinaLa programmazione del mese si chiuderà giovedì 27 giugno 2024, dalle 17.30, con il consueto appuntamento con “Un caffè…storicamente corretto – I giovedì del Circolo di Studi Storici Le Calabrie al museo Archeologico di Locri”. Nel primo degli appuntamenti estivi, Bianca Stranieri dell’università della Campania “L. Vanvitelli” relazionerà sul tema “Un fil di seta tra la Calabria e Napoli”.

Siena. All’auditorium Santa Chiara Lab la conferenza “La gestione museale tra piani strategici e gaming: l’esperienza del MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli” con Giulierini, Solima e Viola

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L’esperienza del museo Archeologico nazionale di Napoli e le tematiche legate alla gestione del museo: se ne parla mercoledì 5 giugno 2024, alle 16, all’auditorium Santa Chiara Lab in via Valdimontone 1 a Siena, nella conferenza “La gestione museale tra piani strategici e gaming: l’esperienza del MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli” promossa dal dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’università di Siena che, in qualità di Dipartimento di Eccellenza 2023-2027, sta promuovendo un percorso focalizzato sui temi della sostenibilità culturale, anche attraverso il digitale, con  la collaborazione del Santa Chiara Lab, delle Scuole di specializzazione in Beni storico-artistici e in Beni archeologici, del dottorato in Storia dell’Arte UNISI-UNISTRASI, ma anche del DISPOC – dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive, del DISAG – dipartimento di Studi aziendali e giuridici, del DFCLAM – dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature. La conferenza è inoltre patrocinata da ICOM Italia attraverso il Coordinamento Toscano, dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Musei Senesi e dall’Ordine degli Architetti di Siena. L’ingresso è libero ma è consigliata la prenotazione online (ISCRIZIONI APERTE).

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Museo Archeologico nazionale di Napoli: da sinistra, Fabio Viola, Paolo Giulierini, Ludovico Solima (foto mann)

Intervengono: Paolo Giulierini, già direttore del MANN di Napoli; Ludovico Solima, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”; Fabio Viola, curatore del museo nazionale del Cinema di Torino e fondatore del collettivo TuoMuseo. Modera: Elisa Bruttini, università di Siena; ICOM Toscana. Successivamente, dalle 18 alle 19, sarà possibile visitare il FabLab dell’università di Siena e visionare i prototipi del progetto europeo “Beaucoup” per la fruizione ludica del patrimonio culturale a persone con disabilità.

Castello di Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei aperta la mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” che utilizza i reperti per disegnare il racconto di una delle più rivoluzionarie e incisive invenzioni culturali della storia dell’umanità. A giugno in un convegno una riflessione sull’alfabeto e i suoi aspetti antropologici

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Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Fkegrei, all’inaugurazione della mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” (foto pa-fleg)

Se “la scrittura è la pittura della voce”, come ci spronava a immaginare Voltaire, la mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” (6 maggio – 30 giugno 2024), inaugurata nel suggestivo scenario della terrazza del Castello di Baia che sovrasta il museo Archeologico dei Campi Flegrei, trae ispirazione da questa affermazione. Se le lettere di un alfabeto possono essere immaginate come i colori nella tavolozza di un pittore, capaci di comporsi e armonizzarsi in una figurazione prima di tutto mentale e poi fonetica, l’esposizione utilizza i reperti per disegnare il racconto di una delle più rivoluzionarie e incisive invenzioni culturali della storia dell’umanità. “La mostra”, dichiara Fabio Pagano, direttore del Parco, “nasce da un progetto condiviso con Carlo Rescigno e Matilde Civitillo dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”. L’intento è quello di ribadire il ruolo centrale dei Campi Flegrei come centro propulsore di importanti innovazioni culturali nel mondo antico, di riflettere sui cambiamenti innescati nel momento in cui la scrittura ha iniziato a essere lo strumento essenziale per tramandare la memoria, ma anche di porsi domande sul ruolo della scrittura nel mondo di oggi e in quello di domani”.

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La terrazza del Castello di Baia sede del museo Archeologico dei Campi Flegrei (foto pa-fleg)

La mostra invita il pubblico a immergersi nell’epoca in cui l’alfabeto giunse sulle rive cumane, circa 2700 anni fa, portato in dote dalle genti provenienti dalla Grecia. Il “compito” di narrare attraverso questo racconto è stato affidato a 35 reperti, provenienti dai maggiori musei archeologici italiani, la rivoluzione dell’introduzione dell’alfabeto greco a Cuma e le conseguenze sulle culture dell’Italia antica.

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Uno dei reperti esposti nella mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” (foto pa-fleg)

A corollario della mostra, il 13 e 14 giugno 2024, il convegno “La voce, il segno e il mezzo. Percorsi e trasformazioni della comunicazione tra oralità, scrittura e media differenti”, con la partecipazione di studiosi italiani e stranieri, approfondirà quanto proposto a livello divulgativo attraverso una riflessione sull’alfabeto, i suoi aspetti antropologici e le testimonianze delle trasformazioni imposte dal mutamento dei media e della comunicazione sia scritta che verbale.