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Selinunte (Tp). Eccezionale scoperta che riscrive i confini della città greca e conferma le intuizioni dell’archeologo Mertens: torna alla luce la porta Nord di accesso alla polis, individuate anche le mura della città arcaica prima della distruzione dei Cartaginesi. L’obiettivo è rendere l’area accessibile al pubblico. Introdotti una nuova segnaletica e un logo ispirato alla foglia di selinon, simbolo dell’antica Selinunte

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La porta monumentale a nord della polis greca di Selinunte scoperta dagli scavi del prof. Carlo Zuppi al parco archeologico di Selinunte (foto regione siciliana)

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Panoramica della zona nord del parco archeologico di Selinunte dove è stata scoperta una porta monumentale (foro regione siciliana)

 

Rivedere la mappa dell’antica Selinunte. Che restituisce le mura della città arcaica, prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 a.C. Nuove scoperte archeologiche al parco archeologico di Selinunte (Castelvetrano, Tp) che stanno infatti riscrivendo la storia della città arcaica, confermando a distanza di trent’anni le intuizioni dell’archeologo tedesco Dieter Mertens. Gli scavi hanno portato alla luce una porta monumentale e tratti della cinta muraria settentrionale, estendendo di circa 300 metri verso nord i confini della città rispetto a quanto si pensava finora.

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Presentazione della scoperta della porta monumentale di Selinunte al Baglio Florio: da sinistra, Correra, Zoppi. Scarpinato, Crescente e Cusenza (foto regione siciliana)

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La didracma con la foglia di selinon che ha ispirato il nuovo logo del parco archeologico di Selinunte (foto regione siciliana)

La scoperta è stata annunciata il 25 marzo 2025 al Baglio Florio di Selinunte, in occasione della presentazione della nuova immagine visiva del parco archeologico che recupera e declina l’elemento iconico della foglia del selinon (il sedano), rappresentata su una didracma del periodo arcaico (540-510 a.C.). Sono intervenuti Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana; Giovanni Lentini, sindaco del Comune di Castelvetrano; Felice Crescente, direttore del Parco di Selinunte; Carlo Zoppi, università del Piemonte Orientale; Marco Correra, dell’ArcheOfficina; Maria Elena Cusenza, società Cooperativa Culture, Antonino Giancontieri, Atelier 790 e in videoconferenza Dieter Mertens, Istituto Germanico di Roma. E dal 6 aprile 2025 entrano in programma le nuove visite guidate alle Mura dell’Acropoli, tra i tratti più suggestivi della Selinunte post-cartaginese. “Il parco archeologico continua a lavorare riuscendo, con fondi propri, a riscrivere la storia di Selinunte”, sottolinea l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. “Il nuovo logo, la segnaletica, le visite e i servizi raccontano un Parco vitale, al servizio del pubblico, che continua ad attirare nuovi visitatori innamorati di questo lembo di Sicilia colmo di storia”.

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Scoperta una porta monumentale a Nord di Selinunte: veduta zenitale (foto regione siciliana)

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I resti della porta monumentale scoperta nella zona Nord del parco di Selinunte (foto regione siciliana)

I nuovi scavi del parco archeologico hanno spostato molto in avanti l’estensione della polis verso Nord, rispetto a quanto pensato finora, confermando la sua enorme importanza e potenza tra i centri di cultura greca del Mediterraneo: a fine V secolo a.C. a Selinunte vivevano almeno 26mila abitanti, il suo territorio di influenza andava dall’attuale Mazara a Monte Adranone, sopra Sambuca, a Sciacca e Eraclea Minoa, per un totale di altri 90mila abitanti. Individuate almeno 5000 tombe in tre diverse necropoli, tutte saccheggiate nei secoli dai tombaroli. Sono tornate alla luce porzioni di mura fortificate che chiudevano la città da Nord, e la porta, da cui passava la Via sacra verso la necropoli monumentale fuori le mura. Di fatto, era questa la via di accesso più difficile da difendere perché non protetta dai due fiumi e dal mare. Quando nel 409 a.C. i Cartaginesi assediarono e distrussero Selinunte, attraversarono probabilmente anche questo ingresso: Diodoro Siculo descrive l’offensiva da Nord, dieci giorni di assedio e riporta 16mila morti in battaglia.

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La porta monumentale Nord della polis greca di Selinunte: veduta zenitale (foto regione siciliana)

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I resti della porta monumentale scoperta nella zona Nord del parco di Selinunte (foto regione siciliana)

Il parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, guidato da Felice Crescente, ha lavorato sull’intuizione del grande archeologo tedesco Dieter Mertens (oggi 83enne) che, a fine anni Novanta, scavò due delle porte di accesso che guardavano al porto orientale; e aveva intuito una cinta muraria molto più ampia di quella conosciuta. Ma Mertens, pur avviando indagini georadar sulla zona, si fermò. La sua emozione alle nuove scoperte di Selinunte, oggi è tangibile. “In fondo sono stato io a suggerirlo: intervenire su questo luogo era un desiderio che mi era rimasto dentro”, dice il grande archeologo che giunse per la prima volta in Sicilia nel 1971. “Allora mi ero accorto di questa cosiddetta “anomalia” di Galera Bagliazzo, nei pressi della necropoli monumentale. Era un luogo bellissimo, immenso, direi obbligatorio dal punto di vista difensivo della città, da quassù si ha un panorama di 360 gradi. Quando ho visto le immagini, mi sono emozionato: questa è la vera porta Nord della città, abbiamo finalmente un’idea esatta della monumentalità e della pianta urbana della città arcaica, anche l’assemblaggio dei blocchi mi sembra di grande ambizione. È veramente una grande scoperta, la più importante degli ultimi decenni”.

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Il prof. Carlo Zoppi e il direttore Felice Crescente osservano i resti della porta monumentale scoperta a Selinunte (foto regione siciliana)

“Siamo partiti dall’intuizione di Mertens e dagli scavi dell’Istituto Germanico che ha dimostrato l’esistenza di un primo abitato”, spiega il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente. “Superando le recinzioni del Parco che risalgono a trent’anni fa, abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale di circa 3 metri, identica alle altre due scavate da Mertens, quindi riconducibile al V secolo. Il fatto che guardi alla necropoli monumentale ci porta a pensare che da qui passavano i cortei funebri”.  La porta presenta una sorta di “anticamera” controllata da due torri gettanti di guardia, una delle quali già individuata; il ritrovamento di particolari reperti fa pensare a un certo numero di botteghe artigiane che erano a ridosso delle mura. “Di questi scavi resterà il metodo: il Parco archeologico è in grado di sostenere le campagne di scavo, sperimentando tecniche innovative” come la tomografia geoelettrica tridimensionale, più veloce ed economica del georadar, che permette di sondare il terreno fino a 4 metri.

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I resti della porta monumentale scoperta nella zona Nord del parco di Selinunte (foto regione siciliana)

Per questa campagna di scavo hanno lavorato i giovani archeologi di ArcheOfficina sotto la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell’università del Piemonte Orientale. “C’erano zone in cui anno dopo anno, non cresceva mai l’erba, sotto doveva esserci qualcosa”, spiega Zoppi che da giovane archeologo, lavorava già a Selinunte trent’anni fa. “Esaminando le fotografie aeree ci siamo resi conto di una traccia precisa che poteva solo indicare la presenza di mura. Ma non avremmo mai immaginato allora, di poter vedere affiorare questo tratto della cinta con la sua porta. Adesso bisognerà continuare gli scavi per portarla interamente alla luce”.

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Il logo e l’immagine grafica del parco di Selinunte sono declinati sulla nuova linea di merchandising in vendita al bookshop (foto regione siciliana)

L’idea del Parco è quella di musealizzare l’intera area e renderla fruibile al pubblico, anche con la ricostruzione virtuale dell’antica cinta muraria. Sono capitoli di un progetto complessivo di fruizione che guarda al futuro prossimo: si parte dalla nuova segnaletica e dalla rilettura dell’immagine coordinata del Parco, ideata da Atelier 790, che ruota attorno all’elemento iconico della foglia di selinon, riportata su un’antica didracma (540-510 a.C.), simbolo distintivo dell’antica Selinunte. Anche la palette cromatica attinge alle decorazioni dei templi; il logo e l’immagine grafica sono declinati sulla nuova linea di merchandising in vendita al bookshop.

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Veduta zenitale della zona nord del parco archeologico di Selinunte dove è stata scoperta una porta monumentale (foro regione siciliana)

Coopculture, su richiesta della direzione del Parco, ha prodotto uno studio che razionalizza la segnaletica, individuando i punti di maggiore interesse – Collina Orientale, Acropoli, Collina di Manuzza, Malophoros e le aree intermedi – e i servizi al pubblico; suggerendo percorsi con indicazioni delle distanze, che in un Parco enorme come Selinunte, daranno ai visitatori un’idea dei tempi della visita, del grado di accessibilità, dei mezzi disponibili (navette elettriche o bici). “Visitare il Parco”, aggiunge Scarpinato, “diventa sempre più un’esperienza immersiva, affrontata da soli, complice la nuova segnaletica, o con l’ausilio di approfondite e percorsi inediti”. Tra questi ideati da CoopCulture, le nuovissime visite alle Mura dell’Acropoli, lanciate in anteprima a febbraio con grande successo del pubblico: dal 6 aprile 2025 (prima domenica del mese a ingresso gratuito) entreranno infatti nell’offerta abituale.

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I resti della porta monumentale scoperta nella zona Nord del parco di Selinunte (foto regione siciliana)

Quando, dopo la distruzione cartaginese, il siracusano Ermocrate giunge a Selinunte, la rinchiude in una cinta muraria che abbraccia l’Acropoli, un territorio che corrisponde a circa un decimo dell’antica città: saranno queste mura, con il loro passaggi segreti, ad affascinare i visitatori. In un Parco che in questi giorni è un vero giardino di margherite gialle e acetosella. Il Parco archeologico di Selinunte è aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica. Fino al 30 aprile 2025, dalle 9 alle 19 (chiusura biglietteria alle 18), dal 1° maggio al 15 settembre 2025, dalle 9 alle 20 (chiusura biglietteria alle 19). Da metà luglio il Parco apre di sera per ospitare la stagione di spettacoli e concerti, secondo il calendario sul sito www.cooopculture.it da cui è possibile acquistare ogni tipologia di biglietti di ingresso e di visita al sito.

Trento. All’università seminario “Archeologia funeraria in Italia settentrionale tra VIII e X secolo”, in presenza e on line: focus su un periodo cruciale in cui il rituale funebre cambia la propria espressività

trento_palazzo-prodi_seminario-archeologia-funeraria-in-italia-settentrionale_locandinaLunedì 13 novembre 2023, dalle 15, e martedì 14 novembre 2023, dalle 9.15, appuntamento a Trento con il seminario “Archeologia funeraria in Italia settentrionale tra VIII e X secolo” a cura della professoressa Elisa Possenti e del dott. Andrea Colagrande. L’incontro si terrà nell’Aula 001 (pianoterra), Palazzo Prodi, del dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento. Sarà possibile seguire il seminario da remoto (termine di iscrizione per l’online 12 novembre) al link https://webmagazine.unitn.it/…/archeologia-funeraria-in…. Lo studio di necropoli ed aree cimiteriali altomedievali in Italia settentrionale ha una lunga tradizione storiografica e ha visto un notevole sviluppo negli ultimi anni, in parte grazie anche al rinvenimento di importanti contesti a seguito di interventi archeologici di emergenza. Tuttavia, l’attenzione scientifica si è quasi sempre concentrata sui problemi legati alle necropoli gote e longobarde, spesso con discussioni centrate sull’identificazione etnico-culturale delle sepolture a partire dai corredi, sull’etnogenesi e sul significato dell’etnicità nell’Alto Medioevo. Con l’intento di trovare nuove linee di ricerca che permettano di interpretare altri aspetti di un periodo altamente complesso la giornata di studio intende approfondire ed estendere l’indagine ai secoli successivi: i limiti cronologici sono l’VIII e il X secolo e la scelta di questo arco temporale è giustificata dall’estrema importanza che questo periodo ricopre nella trasformazione della ritualità funeraria. A partire dall’VIII secolo, con la fine della frammentazione delle strutture politiche, economiche, sociali e ideologiche dettate dalla scomparsa definitiva dell’arianesimo e il trionfo del cattolicesimo tra i Longobardi e, dopo il 774, dall’alleanza tra i Carolingi e la Chiesa, il rituale funebre cambia la propria espressività: l’immaterialità del corredo apre la strada a trasformazioni della pratica funeraria che vedono il proprio compimento nel corso del X secolo.

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Il sepolcreto longobardo venuto alla luce in piazza San Giovanni in Xenodochio a Cividale del Friuli (foto sabap-fvg)

A partire dalla fine del VII secolo, infatti, è possibile comprendere come il corredo personale, utile ad inquadrare il rango sociale degli inumati, non solo nel momento della cerimonia funebre, ma anche per le generazioni future e per la comunità, tende a perdere la sua centralità in favore di chiese funerarie e cerimonie religiose che, svolte con regolarità e ripetitività, assumono un ruolo fondamentale nella trasmissione della memoria. Conseguentemente alla scomparsa del corredo la ricerca archeologica difficilmente è in grado di ottenere risposte esaustive, motivo per cui risulta fondamentale interrogare ed integrare il dato archeologico con altre serie testimoniali, quali quelle testuali, al fine di comprendere le dinamiche legate alla ritualità funebre. Per comprendere le trasformazioni e i cambiamenti della pratica funeraria, un ruolo di primo piano deve essere dedicato all’analisi dei cambiamenti liturgici: lo studio della ritualità e della liturgia diviene così un fenomeno imprescindibile e collegato fortemente alla sfera dell’archeologia funeraria dal momento che influisce sullo spostamento dei luoghi della memoria. Lo scopo di questa giornata di studio è quella di presentare non solo contesti noti ma anche eventuali ricerche inedite con la finalità di creare un tavolo di confronto fra il mondo accademico e il mondo istituzionale per aprire nuovi dibattiti su pratiche funerarie, ruoli di genere e altri aspetti che sono stati finora poco approfonditi. A tal fine, per meglio comprendere la conformazione della società e l’evoluzione della ritualità nei secoli VIII-X in Italia settentrionale, gli sono interventi incentrati su dati provenienti da differenti contesti di scavo quali complessi monastici, sepolture sparse, necropoli e chiese comunitarie e familiari.

PROGRAMMA 13 NOVEMBRE 2023, I GIORNATA, ore 15: introduce e coordina Elisa Possenti (università di Trento). Alle 15.15, Andrea Colagrande (università di Trento) su “Archeologia funeraria tra VIII e X secolo, le ragioni di un incontro”; 15.30, Cristina Ciancio (università del Sannio di Benevento) su “Per la quiete dei defunti e l’onore dei viventi. Permanenze e cambiamenti nella disciplina delle sepolture e nella condanna della loro violazione”; 16.15, Eleonora Destefanis (università del Piemonte Orientale) su “Sepolture di religiosi e religiose nell’Alto Medioevo: riflessioni sull’Italia settentrionale”; 17, Coffee break; 17.15, Nicoletta Pisu (unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali, Ufficio beni archeologici) su “Sepolture di VIII-X secolo in territorio trentino: considerazioni, questioni, proposte”.

PROGRAMMA 14 NOVEMBRE 2023, II GIORNATA, ore 9.15: introduce e coordina Nicoletta Pisu (unità di missione strategica soprintendenza per i beni e le attività culturali, Ufficio beni archeologici). Alle 9.30, Gabriele Sartorio (soprintendenza per i Beni e le Attività culturali – Regione Autonoma Valle d’Aosta) su “Spazi e modi del seppellire in una regione alpina tra VIII e X secolo”; 10.15, Sofia Uggè (ministero della Cultura-direzione regionale Musei Piemonte) ed Egle Micheletto (già soprintendente della SABAP-AL) su “Sepolture tra VIII e X secolo in Piemonte: un aggiornamento”; 11, Coffee break; 11.15, Chiara D’Incà (funzionario archeologo, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso) su “Sepolture in contesto ecclesiastico tra VIII e X secolo: alcuni casi di area bellunese”; 12, Angela Borzacconi (funzionario archeologo presso il ministero per i Beni e le Attività Culturali e direttore del museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli) su “Archeologia funeraria tra VIII e X secolo in Friuli-Venezia Giulia”; 12.45, chiusura seminario.